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Sardegna da scoprire: il mistero della morte del Giudice Ugone III di Serra Bas

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La Storia è un grande racconto.

 

 

Sardegna 1300

Per chi vuole emozionarsi con romanzi d’amore, avventure, misteriose morti e trame oscure, consiglio di leggere un buon libro di storia, magari scritto da uno annalista serio ma non noioso.

La Storia della Sardegna, poi, è ancora un romanzo scritto solo in parte, con molte pagine bianche e qualche pagina scritta, magari solo a metà, che ci danno qualche idea di come andassero le cose, un tempo.

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I misteri sono tanti, misteri resi ancora più ostici dalle falsificazioni operate dai dominatori che hanno oppresso la mia Sardegna per secoli. Ma non siamo qui per fare polemiche, solo per cercare di dare giustizia ad uno dei più grandi Giudici che la Sardegna abbia avuto, Ugone III di Serra Bas, Signore di Sardegna.

Figlio di Mariano IV, propugnatore dell’indipendenza della Sardegna e intelligente legislatore, benché nato in Aragona, da madre catalana, sposò in tutto e per tutto la causa paterna. Fu un grande soldato, amato e acclamato, un grande ammiraglio, tenne in scacco le ben più munite flotte aragonesi per decenni, un giusto Sovrano, scrisse le regole che rendevano la legge eguale per tutti molto prima della Rivoluzione Francese, ed un padre affettuoso.

Il mistero, mi chiederete, dov’è?

La sua morte, o meglio il mistero che l’accompagna. Venne assassinato una notte di marzo, il 3 per la precisione, dell’anno 1383 dopo soli sette anni di regno.

E qui cessa la verità storica e iniziano ad accavallarsi voci, menzogne, occultamenti.

Gli storici del 1800, poi, ancora più subalterni al re piemontese di quanto non fossero ossequiosi i loro predecessori al re di Spagna, confusero ancora di più le acque imputando a una rivolta popolare il suo assassinio, confondendo (volontariamente?) Ugone II, effettivamente assassinato in una rivolta, a Ugone III.

Vogliamo provare a fare chiarezza?

I personaggi di questa tragedia sono molti, ma ci limiteremo ai principali. Ugone, appunto, e sua figlia Benedetta, avuta da una nobile, figlia di Giovanni di Vico, Signore di Viterbo. Brancaleone Doria, marito della ben più famosa e celebrata Eleonora, sorella di Ugone e futura reggente del Giudicato.

Mariano IV – Ugone III – Pietro IV d’Aragona

Pietro IV di Aragona, il Cerimonioso, per i suoi sostenitori “Il Pugnaletto” per i nemici, che conoscevano bene la sua passione per gli intrighi, per le morti silenziose, per la corruzione e il tradimento, che rivestiva il titolo Re di Aragona e sedicente Re di Sardegna. Valore e Salvatore De Ligia, Cancellieri del Giudicato e traditori.

Un gruppo di Majorales (nobili del Giudicato), non identificati, che parteciparono al complotto, offesi dal fatto che potessero essere giudicati con lo stesso metro di un contadino od un pastore.

Quali i fatti?

La Storia dice che Ugone fu assassinato in una rivolta popolare, tra l’altro la legge sarda consentiva il regicidio, se il Giudice si fosse dimostrato incapace, tirannico o in qualche modo sgradito al popolo.

La prima domanda: perché uccidere anche la figlia allora? Aveva appena quattordici anni, che male poteva aver fatto? O forse era un intralcio per chi voleva salire al trono? Lei era, in effetti, legalmente, la legittima erede del Rennu.

Poi però, appena la notizia del regicidio venne divulgata, per le strade di Oristano, antica capitale di Sardegna, scoppiò veramente la rivolta popolare, ma non contro Ugone, bensì contro i congiurati, che scapparono velocemente a Barcellona, quelli che non furono uccisi sul posto dalla rabbia generale.

A Barcellona troviamo, pochi giorni dopo l’assassinio, Brancaleone Doria, Valore e Salvatore De Ligia e, ovviamente, Pietro IV il Pugnaletto. Nell’assemblea che seguì l’omicidio venne chiesto al popolo quale volesse che fosse il futuro del Giudicato.

La maggioranza fu a favore di una successione dinastica, corpose minoranze chiesero la Repubblica oppure l’unione con i Regni islamici del Nord Africa. Di sicuro nessuno chiese di sottomettersi alla Corona Aragonese. Nelle varie assemblee locali, poi, prevalse il partito di Eleonora e di suo figlio Federico, che divenne poi Giudice.

Eleonora D’Arborea

Eleonora aveva beffato anche suo marito che era arrivato a Barcellona per riscuotere il premio del suo tradimento, la nomina a Conte ed invece passò nove anni in prigione. Valore e Salvatore De Ligia ebbero il Titolo di Conti, e terre ed un feudo nel Guilcer.

Peccato che, appena parve loro che la causa Sarda fosse persa, nel 1416, quando Arborea ormai si riduceva al Monte Acuto, che resisteva ostinatamente alle armate aragonesi, arrivati che furono dalla tranquilla Barcellona a prendere possesso delle terre guadagnate col tradimento, furono brutalmente assassinati nella chiesa di San Pietro di Zuri.

La leggenda narra che si possano ancora vedere le macchie di sangue, su una colonna, dei due traditori, a monito eterno.

Pietro IV non regnò mai sulla Sardegna, se non nominalmente. Sconfitto da Mariano IV, umiliato da Ugone III, nemmeno coll’omicidio raggiunse i suoi intenti.

L’unica vincitrice fu Eleonora d’Arborea. Ma era a conoscenza del complotto?

 

Written by Salvatore Barrocu 

 

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