“Mi sgridi i piedi” di Luca Gamberini: la nuova silloge poetica ricca di visioni e sentimenti contrastanti

“Domani dovremo fare/ tante cose,/ oggi no,/ lo sai che non sono/ fatto per lavarmi,/ sono più abile a levarmi,/di torno,/ dal tempo.//” – “Fugacità

 

Mi sgridi i piedi

Ci sono scrittori che si fossilizzano, talvolta con successo, in un unico genere letterario, altri che amano spaziare ma non sempre con grandi risultati. Ci sono poi i fuoriclasse della letteratura, solitamente grandi scrittori del passato le cui opere sono divenute per tutti classici senza tempo.

Trovare nel presente scrittori che incarnino simili caratteristiche non è semplice e purtroppo quando questi esistono a volte restano nascosti e conosciuti da un pubblico troppo ristretto a differenza di quanto meriterebbero.

Uno di questi è Luca Gamberini che tanti di voi avranno sentito nominare per il suo “Racconti per bambini adulti” (Lettere Animate, 2013), una raccolta di racconti molto particolari, una via di mezzo tra prosa e poesia, un fluire di riflessioni tra il serio e il faceto, lo sfogo emotivo di chi la vita la vive intensamente.

Nell’aprile del 2016 è venuto alla luce “Mi sgridi i piedi” (Youcanprint), nuova raccolta poetica (dopo “Come un cane, con un cane… Fogli sparsi inseguono la saggezza delle vele”) del poeta bolognese di nascita e centese di adozione.

Nei versi che scorrono uno dopo l’altro con scioltezza parole talora grevi raccontano di un uomo desideroso di sentimenti reali, di immagini forti e strabilianti, di legami sinceri, di cieli stellati. Un uomo profondamente consapevole di ciò che di bello e di brutto può esserci in questa esistenza, che ama fare esperienza di qualunque cosa possa portare emozione.

Le stelle hanno un nido che il cielo/ non conosce./ Un timido vento accarezza il buio,/ quel che non fa dormire è sogno vinto,/ l’ombra del mio corpo riposa/ e tutto il vivere pare così distante,/ agli occhi di un gatto ce conforta/ il mio cuore con la sua indifferenza.//

Leggere “Mi sgridi i piedi” è un po’ come esplorare parte dell’intimità dell’autore Luca Gamberini e al tempo stesso esplorare la nostra, esplorando quegli angoli che troppo spesso restano in ombra.

Luca Gamberini

Liriche originali, pensieri che rasentano il nonsense, a partire dal titolo che potrebbe apparire in un primo momento bislacco ma che ad un secondo sguardo mostra una serie infinita di significati tutt’altro che banali.

Sessanta pagine circa da portare sempre con sé, da leggere e rileggere ponderando ogni volta ogni singola parola in maniera differente e sempre rinnovata.

Volevo solo stare con te/ tra i ripidi sassi/ e la vergine erba incolta./ Volevo, avrei voluto, sognavo/ una mano siamese/ un giradischi stremato/ un’anoressica paura/ i fiumi dell’angoscia deserti/ l’aria della tua forma/ l’equilibrio dell’instabilità./ Volevo solo stare con te/ tra i colori mischiati/ della zucca col cavolo nero/ tra gli odori interrotti/ da folate di brividi./ Taciuto dall’ombra di un film/ rimanere a guardarti/ per una vita intera.//” – Da “La vita triste

 

Written by Rebecca Mais

 

Info

Presentazione Mi sgridi i piedi

 

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