Sardegna da scoprire #1: Sa Mandra Manna di Tula, l’incisione più spettacolare della scrittura dei Sardi
Cos’è un mistero? È solo una domanda che resta senza risposta per un tempo abbastanza lungo da suscitare interesse.

Ma se chi deve dare le risposte evita di esprimersi, allora sì che il Mistero diventa interessante e si merita la maiuscola, dando alla domanda una nota di proibito.
Se si parla di domande senza risposta, di Giganti e Fate, di misteriosi soldati e navigatori che infestavano il Mediterraneo giù, fino in Egitto, fantasmi di un passato mai dimenticato, di Misteri irrisolti e forse, alcuni, irrisolvibili, allora parliamo di Sardegna.
Quest’isola, cosparsa di resti d’altri tempi, seminata, quasi fosse un campo di grano, da pietre invece che da semi, pietre che un tempo erano case, templi, fortezze e mercati, moltissimi così antichi da sfuggire anche al nostro senso del tempo, pone molte domande, a chi la visita.
Purtroppo un po’ meno interesse suscita a chi ci vive, come accade spesso.
Mio padre definiva “vecchie pietre” quelle che poi si sono rivelate la necropoli dei legionari romani di stanza a Luguido, la Castro medievale.
Sempre mio padre definiva incisioni “che sembravano filo spinato” il Mistero di cui vi voglio parlare oggi, la scrittura dei Sardi.
Devo ringraziarlo, il suo completo disinteresse, legato alla profonda conoscenza del territorio e dei suoi segreti, mi ha portato ad appassionarmi, per emanciparmi, a quelle che lui ha sempre considerato stupidaggini.
Molti le hanno viste, queste incisioni, tanti hanno teorizzato sulla loro provenienza e funzione ma, ufficialmente, i Sardi non scrivevano, perciò sono tutte state datate come incise in epoca Storica, cioè punica o romana, o bizantina.

Salvo poi trovare, sulla parete di un corridoio megalitico sigillato in epoca nuragica, intorno al 1500 A.C., una incisione che sembra fatta apposta per far venire il mal di testa all’archeologo responsabile dello scavo.
Certo, se non l’avessi portata alla luce io, questa incisione, probabilmente sarebbe stata catalogata come “Bizantina” o come scherzo di qualche pastore particolarmente spiritoso.
Del resto è noto che anche i bizantini fossero dei burloni. Tra una disquisizione su quanti angeli ballassero sulla pinta di uno spillo ed un massacro all’Ippodromo, dissigillavano antichi monumenti sardi per incidervi segni misteriosi, per poi rinchiudere tutto e ridere delle facce che avremmo fatto noi, riaprendo il sigillo, mille e trecento anni dopo.
La diatriba se fosse o meno scrittura ve la risparmio. Un film comico degli anni trenta avrebbe fatto meno ridere. Ma alla domanda “Se qualcuno l’ha inciso e qualcun’altro, a distanza di tempo, capiva quello che si era voluto tramandare, come lo chiamate?” Io chiamo questo scrittura. Poi discutiamo su che tipo di scrittura sia, fonetica, ideo-grammatica o quello che vi pare.”
Nessuna risposta, ovviamente. Così anche la risposta alla mia domanda, tra un po’, sarà annoverata tra i misteri.
Comunque, se quella ritrovata a Sa Mandra Manna di Tula è l’incisione più spettacolare, la Sardegna tutta è piena di questi segni.
Io stesso ed il mio piccolo gruppo di viaggiatori nel tempo ne abbiamo trovate almeno sette.

In un Nuraghe famosissimo, Losa, dove sono ben conosciute, e ignorate ufficialmente, in una necropoli di Domus, nel cuore della Sardegna, sul bordo di un altare, in uno dei siti più famosi della Sardegna, completamente ignorate dalla Storia ufficiale e lasciate lì, senza una spiegazione, neppure una misera, di comodo.
Altre sono state scalpellate via, sostituite da croci, distrutte dallo zelo missionario dei primi cristiani, ma molte, ancora, giacciono sconosciute o ignorate, in attesa di essere scoperte.
Sarà fatica vana riportarle alla luce? Non so, ma fino a quando dominerà la linea di pensiero corrente, nulla cambierà.
Semplicemente i Sardi non scrivevano, quindi quei segni impressi sulla dura pietra con arte e con arte e sudore non esistono, almeno non ufficialmente.
Written by Salvatore Barrocu
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