“Stesso sangue” di Jo Nesbø, Joe R. Lansdale, Marcello Fois, Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli
“Stesso sangue” è una raccolta, edita da Einaudi nel 2016, di racconti sul tema della morte per causa violenta a cui hanno partecipato: Jo Nesbø, Joe R. Lansdale, Marcello Fois, Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli.

Stesso sangue.
Stesso sangue sulla coscienza.
Stesso sangue sulle mani.
Stesso sangue nelle vene.
I protagonisti dei quattro racconti che compongono l’antologia in esame hanno molto in comune, perché la Morte cala in mantello così bene sugli occhi e lo avvolge talmente stretto sul corpo da non rendere riconoscibili le proprie fattezze. La vittima e l’aguzzino si confondono, nella palude rossa degli indizi, si perdono e si ritrovano, fra i gironi e le cerchie, fino a fondersi in una sola testa luciferina.
Tutti i morti delle storie appartengono ad una stessa dimensione: famiglia, posto di lavoro, paese, comunità. Stesso sangue per tutte esse, dunque, destinate, come le carte del domino, a cadere in sequenza, una dopo l’altra, come investite da un vento gelido che le catene non le spezza, ma le usa per trascinare nel baratro.
La tematica è svolta in modo accattivante e interessate poiché ogni scrittore si esprime secondo la propria formazione sociale e culturale, la propria filosofia di vita (e di morte) e il proprio usus scribendi: dall’Italia, fino alla Norvegia e al Texas ecco mettersi in gioco penne di pregio per cimentarsi nello stile noir a metà fra Agatha Christie, Edgar Allan Poe e i contemporanei scrittori di thriller del nord Europa.
Lo stile e la prospettiva d’indagine è ad ampio raggio: si passa dalla denuncia sociale, all’umana pietas, alle note grottesche, all’ironia un po’ becera, fino al cinismo e alla fiducia in una giustizia finale.
Mille note di mille strumenti creano una sinfonia, vibrante come un requiem e incalzante come una marcia, che coinvolge il lettore nella ricerca ansiosa e ansiogena dell’assassino.
Unde Malum?
È questa l’antica domanda che si reitera nel libro.

Da dove il male?
E se Dio, ossia, in senso esteso il Bene, c’è, da dove il male?
La risposta, o meglio la dissertazione in merito ad una risposta teologicamente coerente, fu uno dei perni della filosofia di Sant’Agostino, ma la questione resta talmente importante e complessa che, in tempi recenti, anche Joseph Ratzinger, Walter Kasper e Vittorio Possenti continuarono a disquisirne.
“Divoriamo i nostri padri o i nostri figli quando dobbiamo farlo, non per odio, ma per amore della vita. Eppure, crediamo che bruceremo all’inferno per questo. E forse bruceremo davvero. Ecco perché il cobra è moralmente superiore a noi quando decide di mangiare i suoi figli. Non si sente in colpa neanche per un attimo, perché il peccato non esiste, esiste soltanto una fortissima volontà di vivere”.
Non a caso, a mio avviso, il libro “Stesso sangue” termina nella navata di una Chiesa assimilata ad un bosco, ossia ad una selva oscura dove perdersi è davvero facile.
Written by Emma Fenu