Oscar 2017: L’aria che tira – Previsioni sulle future nomination #2

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Mancano 88 giorni all’89a Notte degli Oscar. Seguendo la scia tracciata esattamente un mese fa, aggiorniamo i dati forniti dalle fonti “attendibili, specializzate e autorevoli” che c’hanno sin qui accompagnati, parallelamente a una ricca messe di siti dai più vari profili, da Movieplayer a Sorrisi, che pure si stanno interrogando su chi si rivelerà protagonista al Dolby Theatre di Hollywood.

Oscar 2017

Duole avvisare che per il contributo novembrino si è ritenuto preferibile rimuovere dal bacino presuntivo una delle voci storiche, Indiewire.com, che troppo ha tardato nell’aggiornare le proprie letture dell’attuale panorama cinematografico per poter risultare sinceramente fededegno. In sussidio di ciò si propone, accanto al già noto Awardscircuit.com e alle pagine dedicate dallo stimabile Scott Feinberg sull’Hollywood Reporter, Goldderby, che nel frattempo ha invece allargato la propria sfera d’interesse a quasi tutte le categorie competitive.

Alle porte l’annuncio dei concorrenti ai Golden Globe, il quale verrà diffuso il 12 dicembre prossimo, senza mai trascurare la suscettibilità di sviluppi futuri che probabilmente interesseranno le liste a seguire, senza ancora sbilanciarsi su chi potrebbe vincere, continuiamo ad accarezzare i nomi e i titoli sulle cui plurime nomination varrebbe la pena di scommettere.

Muoviamo dunque da un primo elenco di lungometraggi caratterizzati da preannunciate copiose candidature (si tenga presente che una “categoria” la si intende sdoppiata qualora vi siano due distinte nomination coinvolte, in presenza ad esempio di due attori entrambi pronosticati recitanti nello stesso film, nonché triplicata in caso ve ne siano tre), i cui elementi sono stati selezionati esclusivamente dai cosiddetti “frontrunners”, i “capilista” scelti da ognuna delle fonti sopracitate.

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  • 14 potenziali categorie – La La Land” (di Damien Chazelle);
  • 12 potenziali categorie – “Silence” (di Martin Scorsese);
  • 9 potenziali categorie – “Arrival” (di Denis Villeneuve) e “Jackie” (di Pablo Larraín);
  • 8 potenziali categorie – “Barriere” (di Denzel Washington) e “Il diritto di contare” (di Theodore Melfi);
  • 7 potenziali categorie – “Moonlight” (di Barry Jenkins);
  • 6 potenziali categorie – “Florence” (di Stephen Frears), “Hacksaw Ridge” (di Mel Gibson), “Lion – La strada verso casa” (di Garth Davis), “Manchester by the Sea” (di Kenneth Lonergan) e “Sully” (di Clint Eastwood);
  • 5 potenziali categorie – “La legge della notte” (di Ben Affleck), “Il libro della giungla” (di Jon Favreau), “Loving” (di Jeff Nichols) e “Rogue One: A Star Wars Story” (di Gareth Edwards);
  • 4 potenziali categorie – “Hell or High Water” (di David Mackenzie).

Rispetto al mese di ottobre, è facile osservare come siano crollate le aspettative rivolte specialmente a “Billy Lynn – Un giorno da eroe” (di Ang Lee), “20th Century Women” (di Mike Mills) e “A Monster Calls” (di Juan Antonio Bayona), riorientate piuttosto verso “Florence”, “La legge della notte” e “Hell or High Water”.

Poniamo subito a confronto un’altra lista che attinga stavolta al bacino più ampio dei “contendenti”: accanto ad alcune evidenti lievitazioni (si notino in dettaglio quelle de “Il diritto di contare” da 8 a 12 categorie, “Hacksaw Ridge” da 6 a 11, “La legge della notte” da 5 a 10, “Il libro della giungla” da 5 a 9), compare direttamente con 7 categorie coinvolte “Passengers”, assente pocanzi.

  • 15 potenziali categorie – La La Land” (di Damien Chazelle);
  • 13 potenziali categorie – “Silence” (di Martin Scorsese);
  • 12 potenziali categorie – “Il diritto di contare” (di Theodore Melfi);
  • 11 potenziali categorie – “Arrival” (di Denis Villeneuve), “Hacksaw Ridge” (di Mel Gibson) e “Jackie” (di Pablo Larraín);
  • 10 potenziali categorie – “Barriere” (di Denzel Washington) e “La legge della notte” (di Ben Affleck);
  • 9 potenziali categorie – Il libro della giungla” (di Jon Favreau);
  • 8 potenziali categorie – “Florence” (di Stephen Frears), “Lion – La strada verso casa” (di Garth Davis), “Manchester by the Sea” (di Kenneth Lonergan) e “Moonlight” (di Barry Jenkins);
  • 7 potenziali categorie – “Passengers” (di Morten Tyldum) e “Sully” (di Clint Eastwood);
  • 6 potenziali categorie – “Hell or High Water” (di David Mackenzie), “Patriots Day” (di Peter Berg) e “Rogue One: A Star Wars Story” (di Gareth Edwards);
  • 5 potenziali categorie – “Allied – Un’ombra nascosta” (di Robert Zemeckis), “Animali notturni” (di Tom Ford), “Billy Lynn – Un giorno da eroe” (di Ang Lee) e “Loving” (di Jeff Nichols);
  • 4 potenziali categorie – “20th Century Women” (di Mike Mills), “Animali fantastici e dove trovarli” (di David Yates) e “L’eccezione alla regola” (di Warren Beatty).
Oscar 2017

Concluso questo doveroso preambolo, se ne esce agevolati all’ingresso di un’analisi più dettagliata che enucleerà una per una le peculiarità di ogni categoria. Un’ultima istanza: è utile sapere che alcune fra le opere citate non sono ancora uscite in Italia, né tantomeno in madrepatria, pure senza essere state presentate in seno a festival internazionali di indubbia visibilità. A questo proposito attendiamo conferme da “Rogue One: A Star Wars Story” (nei cinema statunitensi il 16 dicembre), “Passengers” (21 dicembre), “Silence” (23 dicembre), “Barriere” (25 dicembre), “Il diritto di contare” (25 dicembre) e “La legge della notte” (25 dicembre).

Miglior film

Inscalfibili “La La Land (distribuito dalla Lionsgate attraverso la Summit Entertainment; produttori Fred Berger, Gary Gilbert, Jordan Horowitz e Marc Platt), “Manchester by the Sea” (distribuito da Amazon Studios e Roadside Attractions; produttori Lauren Beck, Matt Damon, Chris Moore, Kimberly Steward e Kevin J. Walsh) e “Moonlight” (distribuito dalla A24; produttori Dede Gardner, Jeremy Kleiner e Adele Romanski). Rispetto il mese scorso, fra tutti pare uscirne rafforzato “Barriere” (ex “Fences”, distribuito dalla Paramount; produttori Todd Black, Scott Rudin e Denzel Washington), ultimo titolo a comparire in prima fila in ognuno dei pronostici.

Due fonti su tre appoggiano “Loving” (tenendo conto degli esperti di Goldderby; distribuito dalla Focus Features; produttori Nacy Buirski, Ged Doherty, Colin Firth, Sarah Green, Peter Saraf e Marc Turtletaub), “Silence” (tenendo conto di tutti i votanti in Goldderby; altro titolo della Paramount; produttori il nostro Vittorio Cecchi Gori, Barbara De Fina, Randall Emmett, il regista Martin Scorsese ed Emma Tillinger Koskoff), “Lion – La strada verso casa” (distribuito dalla Weinstein Co.; produttori Iain Canning, Angie Fielder ed Emile Sherman), “Il diritto di contare” (ex “Hidden Figures”, distribuito dalla 20th Century Fox; produttori Peter Chernin, Donna Gigliotti, il regista Theodore Melfi, Jenno Topping e Pharrell Williams) e “Jackie” (distribuito dalla Fox Searchlight Pictures; produttori Darren Aronofsky, Pascal Caucheteux, Scott Franklin, Ari Handel, Juan de Dios Larraín e Mickey Liddell).

Arrival

Spalleggiati da una sola fonte risultano “Arrival” (terza pedina della Paramount Pictures; produttori Dan Levine, Shawn Levy, David Linde e Aaron Ryder) secondo Awards Circuit, “Hell or High Water” (distribuito dalla CBS Films; produttori Peter Berg, Carla Hacken, Sidney Kimmel e Julie Yorn), “Sully” (distribuito dalla Warner Bros. Pictures; produttori il regista Clint Eastwood, Frank Marshall e Allyn Stewart) e, novità, “Patriots Day” (altro titolo della Lionsgate; produttori Dorothy Aufiero, Dylan Clark, Stephen Levinson, Hutch Parker, Michael Radutzky, Scott Stuber e Mark Wahlberg, il quale potrebbe bissare la nomination ricevuta nel 2011 per “The Fighter”) secondo l’Hollywood Reporter.

Seconde scelte contemplate sia da Awards Circuit che dall’Hollywood Reporter sono “20th Century Women” (altro titolo della A24; produttori Anne Carey, Megan Ellison e Youree Henley), “Hacksaw Ridge” (terza pedina della Lionsgate attraverso la Summit Entertainment; produttori Terry Benedict, Paul Currie, Bruce Davey, William D. Johnson, Bill Mechanic, Brian Oliver, David Permut e Tyler Thompson) e “La legge della notte” (altro titolo della Warner Bros.; produttori il regista Ben Affleck, l’amico e collega Leonardo DiCaprio, Jennifer Davisson Killoran e Jennifer Todd).

Gli ultimi quattro titoli suggeriti da Awards Circuit coincidono con “Il libro della giungla” (distribuito dalla Walt Disney Studios Motion Pictures; produttori il regista Jon Favreau e Brigham Taylor), “L’eccezione alla regola” (altro titolo della 20th Century Fox attraverso la New Regency; produttori il regista Warren Beatty, Steve Bing, Ron Burkle, Molly Conners, Frank Giustra, Sarah E. Johnson, William D. Johnson, Jonathan McCoy, Arnon Michan, Steven Mnuchin, Sybil Robson Orr, James Packer, Brett Ratner, Terry Semel, Jeffrey Soros e Christopher Woodrow), “Florence” (ennesimo titolo della Paramount; produttori Michael Kuhn e Tracey Seaward) e “Passengers” (distribuito negli USA dalla Columbia Pictures; produttori Stephen Hamel, Michael Maher, Ori Marmur e Neal H. Moritz).

Decade l’attenzione rivolta a “Billy Lynn – Un giorno da eroe” (ex “Billy Lynn’s Long Halftime Walk”), “The Birth of a Nation”, “Captain Fantastic”, “Miss Sloane” e “A Monster Calls”.

Miglior regista

Martin Scorsese

Il 31enne Damien Chazelle si conferma l’ultra-favorito protagonista della stagione grazie al suo “La La Land, assieme al Kenneth Lonergan di “Manchester by the Sea”, al Barry Jenkins di “Moonlight” e al Denzel Washington di “Barriere”: per ognuno si tratterebbe di ricevere la prima nomination all’Oscar in veste di registi. Subito dopo viene Martin Scorsese col suo “Silence” (a caccia delle nona candidatura in questa categoria) e Denis Villeneuve con “Arrival” (solo per Awards Circuit); passando quindi ai contendenti, con due fonti a sostegno troviamo Garth Davis (“Lion – La strada verso casa”) e Jeff Nichols (“Loving”). In coda si infilano Peter Berg per “Patriots Day” e Pablo Larraín (il suo “No – I giorni dell’arcobaleno” era stato nominato nel 2013 come miglior film straniero) per “Jackie” (proposti da Awards Circuit), Mel Gibson (ancora fermo all’unica vittoria nel 1996 ottenuta con “Braveheart – Cuore impavido”) per “Hacksaw Ridge”, Ken Loach per “Io, Daniel Blake” e David Mackenzie per “Hell or High Water” (proposti dall’Hollywood Reporter).

Screditati Ben Affleck (“La legge della notte”), J. A. Bayona (“A Monster Calls”), Warren Beatty (“L’eccezione alla regola”), Clint Eastwood (“Sully”), Jon Favreau (“Il libro della giungla”), Ang Lee (“Billy Lynn – Un giorno da eroe”), Theodore Melfi (“Il diritto di contare”), Mike Mills (“20th Century Women”), Morten Tyldum (“Passengers”) e Robert Zemeckis (“Allied – Un’ombra nascosta”).

Miglior attore protagonista

La solida l’interpretazione di Casey Affleck in “Manchester by the Sea” (nominato nel 2008 come non protagonista per “L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford”) potrebbe essere minacciata dal sempre più convincente Denzel Washington di “Barriere”, alle spalle un totale di sei nomination, due delle quali tramutatesi in vittorie. Tallonano il duo Ryan Gosling (“La La Land”, già nominato nel 2007 per l’ormai negletto “Half Nelson”), Tom Hanks (“Sully”, due vittorie su cinque nomination, l’ultima delle quali registrata nel 2001) e Joel Edgerton (“Loving”). I frontrunners restanti li individuiamo in Warren Beatty (“L’eccezione alla regola”, candidato in quattro casi per le sue doti attoriali, l’ultima volta nel 1992 per “Bugsy”) e Viggo Mortensen (“Captain Fantastic”, nominato nel 2008 per il cronenberghiano “La promessa dell’assassino”) stando ad Awards Circuit e al Michael Keaton (“The Founder”, protagonista due anni or sono con “Birdman”) in cui crede l’Hollywood Reporter. Si punta poi ancora su Andrew Garfield (più di “Hacksaw Ridge” che di “Silence”, quest’ultimo presente solo in Awards Circuit) e sulla new entry Mark Wahlberg (“Patriots Day”, candidato nel 2007 per “The Departed – Il bene e il male”).

Passano perciò in secondo piano Ben Affleck (“La legge della notte”), Robert De Niro (“The Comedian”), Alden Ehrenreich (“L’eccezione alla regola”), Jake Gyllenhaal (“Animali notturni”) Joseph Gordon-Levitt (“Snowden”) e Lewis MacDougall (“A Monster Calls”). Dev Patel (“Lion – La strada verso casa”) è ormai ovunque accreditato come non protagonista.

Miglior attrice protagonista

Natalie Portman

Lo zoccolo duro della categoria resta costituito da Annette Bening (“20th Century Women”), che quatta quatta fra il 1991 e il 2011 è stata nominata quattro volte, Natalie Portman (“Jackie”, in tasca una nomination e una vittoria, quella del 2011 per “Il cigno nero”) ed Emma Stone (“La La Land”, entrata in competizione due anni fa grazie a “Birdman”). Due fonti sostengono Ruth Negga (“Loving”), Awards Circuit Jessica Chastain (“Miss Sloane”, alle spalle due nomination), l’Hollywood Reporter Meryl Streep (“Florence”), giusto per ricordarlo, lady dalle 19 nomination, tre delle quali coronate, e Isabelle Huppert (“Elle”), Goldderby Amy Adams (“Arrival”, in lizza cinque volte negli ultimi 10 anni). Taraji P. Henson (“Il diritto di contare”, candidata nel 2009 per “Il curioso caso di Benjamin Button”) è condivisa da Awards Circuit come dall’Hollywood Reporter, la novella Rebecca Hall (“Christine”) solo dal primo. Marion Cotillard (“Allied – Un’ombra nascosta”, vincitrice nel 2008 grazie a “La vie en rose”, rinominata nel 2015) e Jennifer Lawrence (“Passengers”, tre nomination e una vittoria nel 2013 per “Il lato positivo – Silver Linings Playbook” nel giro di appena cinque anni) nutrono speranze più flebili, mentre Viola Davis in “Barriere” si profila, nella maggioranza dei dibattiti, non protagonista.

Miglior attore non protagonista

Mahershala Ali (“Moonlight”) resiste in qualità di maggior favorito, al pari di Jeff Bridges (“Hell or High Water”, cinque candidature a partire dal lontano 1972 e una vittoria nel 2010 per “Crazy Heart”); appresso si dispongono Lucas Hedges (“Manchester by the Sea”) e Dev Patel (“Lion – La strada verso casa”). Frontrunners solitari: Hugh Grant (“Florence”), Mykelti Williamson (“Barriere”) e la new entry Kevin Kostner (“Il diritto di contare”, nominato in passato solo nel 1991 grazie a “Balla coi lupi”) in Awards Circuit, Simon Helberg (ancora “Florence”) nell’Hollywood Reporter, Michael Shannon (“Animali notturni”, candidato nel 2009 per “Revolutionary Road”) e Liam Neeson (“Silence”, fermo all’unica nomination del 1994 per “Schindler’s List”) in Goldderby, il secondo attingendo ai voti combinati di esperti, critici e utenti. Peter Sarsgaard (“Jackie”) e il novello Chris Messina (“La legge della notte”) sono avanzati da Awards Circuit, Stephen Henderson (ancora “Barriere”) dall’Hollywood Reporter.

Lontani dalla nomination paiono restare Kyle Chandler (“Manchester by the Sea”), Adam Driver (“Silence”), Aaron Eckhart (“Sully”), Ralph Fiennes (“A Bigger Splash”), Steve Martin (“Billy Lynn – Un giorno da eroe”) e Alan Rickman (“Il diritto di uccidere”). Warren Beatty (“L’eccezione alla regola”) è invece stato, come abbiamo appurato, promosso a protagonista.

Miglior attrice non protagonista

Naomie Harris

Risulta probabile che la sfida si tenga fra le acclamate Naomie Harris (“Moonlight”), Michelle Williams (“Manchester by the Sea”, tre candidature alle spalle), Nicole Kidman (“Lion – La strada verso casa”, due volte nominata e trionfante nel 2003 con “The Hours”) e Viola Davis (“Barriere”, candidata già in due occasioni); la cinquina potrebbe essere completata da Janelle Monáe (“Il diritto di contare”), oppure da Greta Gerwig (“20th Century Women”), promossa a frontrunner unicamente da Goldderby. Tre candidate in seconda fila condivise da Awards Circuit e dall’Hollywood Reporter: Helen Mirren (“Il diritto di uccidere”, tre nomination più la vittoria nel 2007, l’anno di “The Queen – La regina”), Octavia Spencer (ancora “Il diritto di contare”, al primo colpo vincitrice della statuetta nel 2012 grazie alle sua interpretazione in “The Help”), Margo Martindale (“The Hollars”). Il primo avanza anche Molly Shannon (“Other People”), il secondo la novella Sienna Miller (“La legge della notte”).

Ormai distanti dalla competizione Felicity Jones (“A Monster Calls”), Aja Naomi King (“The Birth of a Nation”), Julianne Moore (“Il piano di Maggie – A cosa servono gli uomini”), Lupita Nyong’o (“Queen of Katwe”) e Kristen Stewart (“Billy Lynn – Un giorno da eroe”).

Miglior sceneggiatura originale

I migliori copioni originali continuano ad essere riconosciuti in “La La Land (Damien Chazelle, che ha ricevuto la sua prima candidatura due anni fa per “Whiplash”), “Manchester by the Sea” (Kenneth Lonergan, nominato due volte all’inizio del millennio corrente) e “Moonlight” (Barry Jenkins e Tarell McCraney); particolarmente valido anche quello di “Loving” (Jeff Nichols). Si contenderebbero l’ultimo posto in cinquina “20th Century Women” (Mike Mills) secondo Awards Circuit, “Hell or High Water” (Taylor Sheridan) e “Captain Fantastic” (Matt Ross) secondo l’Hollywood Reporter e infine “Jackie” (Noah Oppenheim) secondo Goldderby; per sette fra costoro, è bene segnalarlo, si tratterebbe della prima competizione attiva.

Nelle retrovie compare in due occasioni “The Lobster” (Efthymis Filippou e Yorgos Lanthimos), in una sola la new entry di Awards Circuit “Florence” (Nicholas Martin) e quelle dell’Hollywood Reporter “The Founder” (Robert D. Siegel) e “Patriots Day” (Peter Berg, Matt Cook e Joshua Zetumer). Decadono “Miss Sloane” (Jonathan Perera) e “Vi presentoToni Erdmann” (Maren Ade).

Miglior sceneggiatura non originale

Rispetto al mese passato gli indirizzi delle previsioni si sono ramificati, intercettando solo due titoli su cui le fonti tutte si trovano concordi: “Barriere” (August Wilson) e “Lion – La strada verso casa” (Luke Davies). Questi precedono innanzitutto “Silence” (Jay Cocks e Martin Scorsese, candidati entrambi due volte in veste di sceneggiatori), “Arrival” (Eric Heisserer), “Il diritto di contare” (Theodore Melfi e Allison Schroeder); quindi i restanti frontrunners auspicati dall’Hollywood Reporter, “Sully” (Todd Komarnicki), “Hacksaw Ridge” (Andrew Knight e Robert Schenkkan) e “La legge della notte” (Ben Affleck, vincitore dell’Oscar nel 1998 con “Will Hunting – Genio ribelle”), oltre a quello attribuibile agli esperti di Goldderby, “Animali notturni” (Tom Ford).

Altri contendeni da tenere sotto osservazione paiono essere “Amore e inganni” (Whit Stillman, nominato nel lontano 1991 per l’oggi misconosciuto “Metropolitan”) ed “Elle” (David Birke) secondo Awards Circuit, “Il libro della giungla” (Justin Marks) nell’opinione dell’Hollywood Reporter. “Alla ricerca di Dory” (Andrew Stanton, candidato quattro volte come sceneggiatore grazie ai titoli Pixar, e Victoria Strouse), “Animali fantastici e dove trovarli” (J. K. Rowling), “Billy Lynn – Un giorno da eroe” (Jean-Christophe Castelli), “Indignation” (James Schamus, una nomination nel 2001 per “La tigre e il dragone”), “Il piano di Maggie – A cosa servono gli uomini” (Rebecca Miller) e “Snowden” (Kieran Fitzgerald e Oliver Stone, nominato sei volte in qualità di sceneggiatore, a partire dal 1979, anno della vittoria con “Fuga di mezzanotte”, fino al 1996): questi i contributi più distanti dalla promozione.

Miglior film d’animazione

Zootropolis

Fra i 27 lungometraggi eleggibili, “Zootropolis (di Byron Howard e Rich Moore, produttore Clark Spencer; Disney) non è più l’unico titolo condiviso da ognuna delle fonti, osteggiato dall’altro classico del canone “Oceania” (di Ron Clements e John Musker, produttrice Osnat Shurer; Disney), Kubo e la spada magica” (Travis Knight, produttori Travis Knight e Arianne Sutner; Laika/Focus Features) e “La tartaruga rossa” (di Michael Dudok de Wit, produttori Toshio Suzuki, Vincent Maraval, Pascal Caucheteux e Grégoire Sorlat; Studio Ghibli/Wild Bunch/Sony Pictures). Il quinto candidato potrebbe essere scelto fra “Miss Hokusai” (di Keiichi Hara, produttori Keiko Matsushita e Asako Nishikawa; Productions I.G/GKIDS) secondo Awards Circuit, “La mia vita da zucchina” (di Claude Barras, produttori Marc Bonny, Armelle Glorennec, Pauline Gygax, Max Karli, Kate e Michel Merkt; Gébéka Films/GKIDS) secondo l’Hollywood Reporter e “Alla ricerca di Dory” (di Andrew Stanton e Angus MacLane, produttrice Lindsey Collins; Pixar/Disney) secondo Goldderby.

Il panorama delle “seconde scelte” è dominato dal trio “Il piccolo principe” (di Mark Osborne, produttori Dimitri Rassam, Aton Soumache e Alexis Vonarb; Onyx Films/Netflix),Sausage Party (di Greg Tiernan e Conrad Vernon, produttori Megan Ellison, Evan Goldberg, il celebre attore Seth Rogen e Conrad Vernon; Sony Animation/Columbia Pictures) e “Avril et le Monde Truqué” (aka “April and the Extraordinary World”, di Christian Desmares e Franck Ekinci, produttori Eric Beckman, Michel Dutheil, Franck Ekinci, Sophia Harvey, David Jesteadt, Marc Jousset; Je Suis Bien Content/GKIDS). L’ultimo combattente a nutrire qualche speranza si rivela “Trolls” (di Mike Mitchell e Walt Dohrn, produttrice Gina Shay; DreamWorks Animation/20th Century Fox), sostenuto dall’Hollywood Reporter.

Precipitano “Sing” (di Garth Jennings, produttori Janet Healy e Christopher “Chris” Meledandri; Illumination Entertainment/Universal Pictures) e “La jeune fille sans mains” (aka “The Girl without Hands”, di Sébastien Laudenbach, produttore Jean-Christophe Soulageon; Les Films Sauvages/GKIDS). Ricordiamo che, stando all’ultimo regolamento redatto nel 2016, la maggior parte dei nomi sopraelencati (ad ora è impossibile stabilire quali) non potranno essere uditi alla proclamazione delle nomination in quanto, per i lungometraggi animati, oltre al regista (o ai due registi) l’Academy ammette una sola altra personalità eleggibile in qualità di produttore.

Miglior film straniero

Vi presento Toni Erdmann

E veniamo alla tanto chiacchierata sezione dedicata ai film in lingua straniera: fra gli 85 film in concorso l’Hollywood Reporter pronosticando una shortlist non smette di credere in “Vi presento Toni Erdmann” (Maren Ade; Germania), Fuocoammare (Gianfranco Rosi; Italia), “Land of Mine – Sotto la sabbia” (Martin Zandvliet; Danimarca), “Elle” (Paul Verhoeven; Francia), “Hymyilevä mies” (aka “The Happiest Day in the Life of Olli Maki”, Juho Kuosmanen; Finlandia), “En man som heter Ove” (aka “A Man Called Ove”, Hannes Holm; Svezia), “Ma’ Rosa” (Brillante Mendoza; Filippine) e “The Idol” (Hany Abu-Hassad; Palestina), cui si affianca “Le Ardenne” (Robin Pront; Belgio) in sostituzione di “Julieta” (Pedro Almodóvar; Spagna), il quale continua a guidare le fila dei frontrunners in Awards Circuit, accanto a “Il cliente” (Asghar Farhadi; Iran) e “Neruda” (Pablo Larraín; Cile); “Sand Storm” (Elite Zexer; Israele) chiude la rosa dei contendenti. Restano in penombra “Chevalier” (Athina Rachel Tsangari; Grecia), “Desierto” (Jonás Cuarón; Messico) e “Ti guardo” (Lorenzo Vigas; Venezuela).

Miglior film documentario

145 film in concorso, 13 titoli invariati all’interno della shortlist stilata dall’Hollywood Reporter: “13th” (di Ava DuVernay, produttori Spencer Averick, Howard Barish e Ava DuVernay), “Cameraperson” (di Kirsten Johnson, produttrici Kirsten Johnson e Marilyn Ness), “Fuocoammare” (di Gianfranco Rosi, produttori Donatella Palermo e Gianfranco Rosi), “Gleason” (di Clay Tweel, produttori Kimi Culp, Scott Fujita, Seth Gordon, Kevin Lake e Mary Rohlich), “I Am Not Your Negro” (di Raoul Peck, produttori Rémi Grellety, Hébert e Raoul Peck), “The Ivory Game” (di Kief Davidson e Richard Ladkani, produttori Kief Davidson, Wolfgang Knöpfler e Walter Kohler), “Life, Animated” (di Roger Ross Williams, produttori Julie Goldman e Roger Ross Williams), “Miss Sharon Jones!” (di Barbara Kopple, produttori David Cassidy e Barbara Kopple), “Off the Rails” (di Adam Irving, produttori Adam Irving e Glen Zipper), “OJ: Made in America” (di Ezra Edelman, produttori Ezra Edelman, Deirdre Fenton, Libby Geist, Nina Krstic, Erin Leyden, Tamara Rosenberg, Connor Schell e Caroline Waterlow), “La principessa e l’aquila” (di Otto Bell, produttori Otto Bell, Sharon Chang e Stacey Reiss), “Tower” (di Keith Maitland, produttori Megan Gilbride, Keith Maitland, Susan Thomson e Susan P. Thomson) e “Weiner” (di Josh Kriegman e Elyse Sternberg, anche produttori). “Hooligan Sparrow” (di Nanfu Wang, anche produttore) e “The Witness” (di James D. Solomon, anche produttore) rimpiazzano “The First Monday in May” (di Andrew Rossi, produttori Fabiola Beracasa, Skot Bright, Dawn Ostroff e Sylvana Ward Durrett) e “Norman Lear: Just Another Version of You” (di Heidi Ewing e Rachel Grady, produttori Suzanne Hillinger e Brent Miller).

Awards Circuit insiste su “Punto di non ritorno – Before the Flood” (di Fisher Stevens, produttori Trevor Davidoski, Jennifer Davisson Killoran, James Packer, Brett Ratner e Fisher Stevens), facendogli seguire “Lo and Behold – Internet: il futuro è oggi” (di Werner Herzog, produttori Werner Herzog e Rupert Maconick) e “The Beatles – Eight Days a Week” (di Ron Howard, produttori Brian Grazer, Ron Howard, Scott Pascucci e Nigel Sinclair). A motivo della quiescenza di Indiewire, spariscono dalle proposte di rilievo “Amanda Knox”, “Into the Inferno”, “Jim: The James Foley Story” e “Zero Days”, oltre al “The Season in Quincy: Four Portraits of John Berger” un tempo citato in Awards Circuit. Resta in vigore anche per il cinema della realtà la restrizione in merito al numero di personalità eleggibili: un solo regista e, se debitamente segnalato, un solo produttore.

Miglior colonna sonora

Rogue One - A Star Wars Story

Oggi nemmeno l’irriducibile John Williams de “Il GGG – Il Grande Gigante Gentile è più onnipresente: non v’è un candidato condiviso univocamente dalle tre fonti consultate all’atto della compilazione di questo speciale di fine novembre. Guidano con due preferenze ciascuno “Arrival” (Jóhann Jóhannsson), “Rogue One: A Star Wars Story” (Michael Giacchino) e La La Land (Justin Hurwitz), oltre al già citato Williams. Altri sette concorrenti si presentano in qualità di frontrunners: Il libro della giungla (John Debney) e “Florence” (Alexandre Desplat), ancora una volta prediletti da Awards Circuit, “Il diritto di contare” (Benjamin Wallfisch, Pharrell Williams e Hans Zimmer), “Lion – La strada verso casa” (Dustin O’Halloran e Volker Bertelmann aka Hauschka) e “Oceania” (Opetaia Foa’i, Mark Mancina e Lin-Manuel Miranda) dall’Hollywood Reporter, “Jackie” (Mica Levi) e la new entry “Silence” (Kathryn e Kim Allen Kluge) da Goldderby.

Altri sei potenziali sfidanti occupano le retrovie: “Animali notturni” (Abel Korzeniowski) e “La luce sugli oceani” (ancora Alexandre Desplat) quelle di Awards Circuit, “Billy Lynn – Un giorno da eroe” (Mychael Danna e Jeff Danna), il novello “Hacksaw Ridge” (Rupert Gregson-Williams), “Manchester by the Sea” (Lesley Barber) e “Moonlight” (Nicholas Brittell) quelle dell’Hollywood Reporter, che fino al mese scorso includeva nelle proprie contemplazioni anche “The Birth of a Nation” (Henry Jackman) e “La verità negata” (ex “Denial”, Howard Shore).

Miglior canzone

Qualche certezza in più la si troverebbe trattando delle brevi composizioni musicali, specialmente nei cavalli di battaglia di “La La Land”, “Audition (The Fools Who Dream)” (musica di Justin Hurwitz, testo di Benj Pasek e Justin Paul), di “Oceania”, “We Know the Way” (musica di Opetaia Foa’i, testo di Opetaia Foa’i e Lin-Manuel Miranda) e di “13th”, “A Letter to the Free” (musica e testo di Common). Awards Circuit mette in prima linea “Il diritto di contare” con “I See Victory” (musica di Kim Burrell e Pharrell Williams) e “Miss Sharon Jones!” con “I’m Still Here” (musica di Sharon Jones); l’Hollywood Reporter preferisce restare su “La La Land” con “City of Stars” (musica di Justin Hurwitz, testo di Benj Pasek e Justin Paul) e “Po” con “Dancing with Your Shadow” (musica di Burt Bacharach).

“Can’t Stop the Feeling” da “Trolls” (musica e testo di Max Martin e Justin Timberlake) e “The Great Beyond” da “Sausage Party” (musica di Alan Menken, testo di Evan Goldberg, Kyle Hunter, Seth Rogen, Ariel Shaffir e Glenn Slater) sono le uniche “seconde scelte” condivise sia da Awards Circuit che dall’Hollywood Reporter; restano sostenute dalla prima fonte “Start a Fire” da “La La Land” (musica e testo di Angelique Cinelu, Marius De Vries, Justin Hurwitz e John Legend) e “Angel by the Wings” da “La principessa e l’aquila” (musica e testo di Greg Kurstin e Sia), dalla seconda “Running” da “Il diritto di contare” (musica di Pharrell Williams), “Go Now” da “Sing Street” (musica e testo di John Carney, Glen Hansard e Adam Levine), “A Minute to Breathe” da “Punto di non ritorno – Before the Flood” (musica di Trent Reznor e Atticus Ross, testo di Trent Reznor), oltre a due new entry: “The Empty Chair” da “Jim: The James Foley Story” (musica di J. Ralph) e “Flicker” da “Audrie & Daisy” (musica e parole di Tori Amos).

Migliori effetti speciali

Doctor Strange

L’Hollywood Reporter propone una shortlist comprendente i più onorevoli candidati alla cinquina degli effetti visivi: essa comprende tre titoli rintracciabili fra i frontrunners di Awards Circuit e Goldderby, ossia Doctor Strange (l’assenso verso il quale è decisamente asceso nelle ultime settimane), “Il libro della giungla” e “Rogue One: A Star Wars Story”; quindi altri tre rinvenibili fra i contendenti di Awards Circuit, ovvero “Billy Lynn – Un giorno da eroe”, “A Monster Calls” e “Star Trek Beyond”. Completano la shortlist “Deadpool”, “Il GGG – Il Grande Gigante Gentile”, “Passengers” e “Sully”. Il fatto intrigante è che in gioco rimane un trio sfidante da non sottovalutare, composto daCaptain America: Civil War (in Awards Circuit e Goldderby), “Animali fantastici e dove trovarli” e “Arrival” (in Goldderby). Decade l’interesse per “Deepwater – Inferno sull’Oceano”.

Miglior montaggio

Il Tom Cross di “La La Land” mantiene il suo status di ultra-favorito, affiancato stavolta da Joi McMillon e Nat Sanders (“Moonlight”); li tallona la leggendaria Thelma Schoonmaker di “Silence”, con due fonti a sostegno. Restano apprezzamenti singoli ai frontrunners “Barriere” (Hughes Winborne), “Lion – La strada verso casa” (Alexandre de Francheschi) e “Sully” (Blu Murray) da parte di Awards Circuit, “Hell or High Water” (Jake Roberts) e “La legge della notte” (William Goldenberg) da parte dell’Hollywood Reporter, “Jackie” (Sebastián Sepúlveda) e “Hacksaw Ridge” (John Gilbert) da parte di Goldderby. “Manchester by the Sea” (Jennifer Lame) conserva il proprio potenziale in qualità di “seconda scelta”, mentre “Arrival” (Joe Walker) è suggerito solo da Awards Circuit, come “Il libro della giungla” (Mark Livolsi) e la new entry “Passengers” (Maryann Brandon) unicamente dall’Hollywood Reporter. “The Birth of a Nation” (Steven Rosenblum) viene allontanato dal tavolo dei vincitori in potenza.

Miglior fotografia

Guidano la corsa i direttori dell’immagine filmica Linus Sandgren (“La La Land”) e Rodrigo Prieto (“Silence”); li seguono a breve distanza Bradford Young (“Arrival”), Stéphane Fontaine (“Jackie”) e Robert Richardson (“La legge della notte”). Ultimi frontrunners a contendersi un posto in cinquina il grande Roger Deakins (“Ave, Cesare!”) secondo Awards Circuit, Bill Pope (“Il libro della giungla”) e John Toll (“Billy Lynn – Un giorno da eroe”) secondo l’Hollywood Reporter, James Laxton (“Moonlight”) secondo gli esperti di Goldderby.

Awards Circuit continua a segnalare come validi contendenti Seamus McGarvey (“Animali notturni”) e un secondo Rodrigo Prieto (“Passengers”), mentre l’Hollywood Reporter insiste su J.P. Passi aka Jani-Petteri Passi (“Hymyilevä mies” aka “The Happiest Day in the Life of Olli Maki”), affiancandogli ben tre new entry, vale a dire Giles Nuttgens (“Hell or High Water”), Greig Fraser (“Lion – La strada verso casa”) e Simon Duggan (“Hacksaw Ridge”). Ammontano a cinque gli elementi screditati: Paul Atkins (“Voyage of Time: Life’s Journey”), Caleb Deschanel (“L’eccezione alla regola”), Janusz Kaminski (“Il GGG – Grande Gigante Gentile), Emmanuel Lubezki (“Knight of Cups”), e infine, purtroppo, anche il nostro leggendario Vittorio Storaro (“Café Society”).

Miglior scenografia

Silence

In prima linea accanto al già noto David Wasco (“La La Land”) ecco profilarsi Jess Gonchor (“La legge della notte”); due fonti su tre scommettono forte poi sui nostri mitici Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo (“Silence”, la seconda inclusa con coscienza dal sottoscritto in qualità di “arredatrice di set”, a differenza delle in questo caso alquanto superficiali fonti, che si limitano alla figura di “art director” del marito; si badi che la tutt’altro che discriminante distinzione nel premio fra “Art Direction” e “Set Decoration” esiste sin dal lontano 1948), su Jeannine Oppewall (“L’eccezione alla regola”) e Jean Rabasse (“Jackie”); si accodano la new entry David Gropman (“Barriere”) di Awards Circuit, Barry Robison (“Hacksaw Ridge”) e il novello Wynn Thomas (“Il diritto di contare”) dell’Hollywood Reporter, Stuart Craig (“Animali fantastici e dove trovarli”) di Goldderby. Christopher Glass (“Il libro della giungla”), unico contendente condiviso, precede Patrice Vermette (“Arrival”) e Anna Rackard (“Amore e inganni”) in Awards Circuit, Doug Chiang e Neil Lamont (“Rogue One: A Star Wars Story”) e Gary Freeman (“Allied – Un’ombra nascosta”) nell’Hollywood Reporter. Passano in secondo piano Eugenio Caballero (“A Monster Calls”), Rick Carter (“Il GGG – Il Grande Gigante Gentile”), Mark Friedberg (“Billy Lynn – Un giorno da eroe”) e Dan Hennah (“Alice attraverso lo specchio”).

Migliori costumi

Hanno salito le classifiche Madeline Fontaine (“Jackie”) e Jacqueline West (“La legge della notte”), che si lasciano alle spalle i temibili Eimer Ni Mhaoldomhnaigh (“Amore e inganni”), Mary Zophres (“La La Land”) e, al suo encore, Dante Ferretti (“Silence”). Altri frontrunners di spicco li troviamo in Albert Wolsky (“L’eccezione alla regola”) con Awards Circuit, Joanna Johnston (“Allied – Un’ombra nascosta”) con l’Hollywood Reporter, Consolata Boyle (“Florence”). In seconda fila si schierano Sharen Davis (“Barriere”), Colleen Atwood (“Animali fantastici e dove trovarli”) e di nuovo Mary Zophres (“Ave, Cesare!”) nei disegni di Awards Circuit, Courtney Hoffman (“Captain Fantastic”) e la new entry Renee Ehrlich Kalfus (“Il diritto di contare”) in quelli dell’Hollywood Reporter. L’altra Colleen Atwood di “Alice attraverso lo specchio” è caduta in disgrazia.

Migliori trucco e acconciatura

L’Hollywood Reporter si cimenta anche in questo caso in una shortlist, la quale prevede l’unanimemente condiviso “Jackie” (Catherine LeBlanc Caraes, Odile Fourquin e Miwod Kim), i favoriti “Hacksaw Ridge” (Shane Thomas) e “Rogue One: A Star Wars Story”, per proseguire con “A Monster Calls”, “Il diritto di contare”, “Il GGG – Il Grande Gigante Gentile” e “Deadpool”. Restano validi frontrunners “Star Trek Beyond” per Awards Circuit, “Animali fantastici e dove trovarli”, “Florence” e “Silence” per Goldderby. Awards Circuit suggerisce anche “Animali notturni” e “Suicide Squad”, mentre “Il libro della giungla” viene espulso dalla rosa dei beniamini.

Miglior sonoro

La La Land

“Hacksaw Ridge” (Robert Mackenzie, Kevin O’Connell e Andy Wright,) e “La La Land” (Ai-Ling Lee, Steve A. Morrow ed Andy Nelson) formano il duo della condivisione, precedendo innanzitutto “Passengers”, “Rogue One: A Star Wars Story” e “Il libro della giungla”. “Arrival” e “Deepwater – Inferno sull’Oceano” (Awards Circuit), “Patriots Day” (Hollywood Reporter), “Silence” (Goldderby) sono i principali frontrunners restanti. “Billy Lynn – Un giorno da eroe”, “La legge della notte” e “Sully” li ritroviamo nelle retrovie di Awards Circuit e dell’Hollywood Reporter, mentre quest’ultimo, unico fra tutti, continua a citare anche “Allied – Un’ombra nascosta” e “13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi”. I concorrenti, insomma, sono ancora tutti in gioco.

Miglior montaggio sonoro

“Hacksaw Ridge” resta in testa, dominando su “Deepwater – Inferno sull’Oceano”, “La La Land” (Mildred Iatrou e Ai-Ling Lee), “Il libro della giungla” e “Rogue One: A Star Wars Story”. “Arrival” e “Sully” sono supportati da Awards Circuit, “Passengers” e “Patriots Day” dall’Hollywood Reporter, “Silence” da Goldderby. “Billy Lynn – Un giorno da eroe” compare come seconda scelta in entrambe le prime due fonti; chiudono il ventaglio “La legge della notte”, “Allied – Un’ombra nascosta” e “13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi” nell’Hollywood Reporter.

Miglior cortometraggio

L’Academy ha reso nota la shortlist: essa è composta da “Bon Voyage” di Marc Wilkins (*1976, Svizzera), “Ennemis Intériueurs” di Sélim Azzazi (Francia), “La Femme et le TGV” di Timo von Gunten (*1989, Svizzera), “Les Frémissements du Thé” di Marc Fouchard (Francia), “Graffiti” di Lluís Quilez (*1978, Spagna), “Mindenki” di Kristóf Deák (*1982, Ungheria), “Nocturne in Black” di Jimmy Keyrouz (USA), “The Rifle, the Jackal, the Wolf and the Boy” di Oualid Mouaness (Libano), “Silent Nights” di Aske Bang (1988, Danimarca) e “Timecode” di Juanjo Giménez Peña (*1963, Spagna).

Miglior cortometraggio d’animazione

Anche per i corti animati l’Academy ha reso nota la shortlist: vi sono contenuti “Blind Vaysha” di Theodore Ushev (National Film Board of Canada, Canada), “Borrowed Time” di Andrew Coats e Lou Hamou-Lhadj (Quorum Films, USA), “Happy End” di Jan Saska (FAMU – Film and TV School of the Academy of Performing Arts in Prague e True Lovers, Repubblica Ceca), “The Head Vanishes” di Franck Dion (National Board of Canada e Papy3D Productions, Canada/Francia), “Inner Workings” di Leonardo Matsuda (Walt Disney Animation Studios, USA), “Once Upon a Line” di Alicja Jasina (University of Southern California, USA), “Pear Cider and Cigarettes” di Robert Valley (Massive Swerve Studios e Passion Pictures Animation, Canada/UK), “Pearl” di Patrick Osborne (Evil Eye Pictures, Google Spotlight Stories e Passion Pictures, USA), “Piper” di Alan Barillaro (Pixar Animation Studios, USA) e “Sous tes doigts” di Marie-Christine Courtès (Vivement Lundi, Francia).

Miglior cortometraggio documentario

Muovendo dalla shortlist promulgata dall’Academy, Awards Circuit e l’Hollywood Reporter condividono la preminenza di “Joe’s Violin” di Kahane Cooperman (USA?), “The White Helmets” di Orlando von Einsiedel (UK) e “Więzi” di Zofia Kowalewska (Polonia), cui seguono “Beit Ha’llemet” di Tamar Kay (Israele) e “Watani: My Homeland” di Marcel Mettelsiefen (Germania/Spagna) stando alla prima fonte, “4.1 Miles” di Daphne Matziaraki (Grecia) ed “Extremis” di Dan Krauss (USA) stando alla seconda. Competerebbero in seconda linea “Brillo Box (3 ₵ off)” di Lisanne Skyler (USA), “Frame 394” di Rich Williamson (USA?) e infine “The Other Side of Home” di Nare Mkrtchyan (Armenia).

Chiudiamo con un celere e debito riepilogo dei cineasti italiani in lizza, almeno sulla carta: abbiamo ancora la facoltà di puntare su Vittorio Cecchi Gori, Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, il primo produttore, il secondo scenografo e costumista, la terza arredatrice di set di “Silence”, e su Donatella Palermo e Gianfranco Rosi, produttori (il secondo anche regista) del documentario e al tempo stesso film in lingua straniera “Fuocoammare”. L’attore Chris Messina è invece nativo di New York City.

La rubrica si rinnoverà grazie ad un aggiornamento fra un mese esatto.

 

Oscar 2017 - Tabella 2a
Oscar 2017 - Tabella 2b

 

Written by Raffaele Lazzaroni

 

 

Info

Oscar 2017 – L’aria che tira: Pronostici sulle future nomination #1

Oscar 2017: L’aria che tira – Predizioni sulle future nomination #3

Oscar 2017: L’aria che tira – Riflessioni, pronostici, statistiche e curiosità sulle nomination #4

 

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