“Al di là del buio”, nuovo album della band milanese Medulla: non ci resta che vivere
“Rimettiti i vestiti,/ stanotte non ho voglia di sognare,/ voglio restare sveglio,/ voglio portarti a guardare il cielo/ come queste luci/ ci ostinavamo a brillare/ Vorrei provarci ancora/ ma questa volta come non abbiamo fatto mai,/ non abbiam fatto mai/ Ridi amore mio/ non sarà semplice ma vedrai/ (non sarà semplice amor mio)/ che aldilà del buio non ci rimane che vivere/ […]” – “Al di là del buio”

Il nuovo album dei Medulla “Al di là del buio” uscirà lunedì 28 novembre 2016 su cd e su tutte le piattaforme digitali “Al di là del buio”.
La band rock cantautoriale nasce a Milano nel 2008, una comicità dark che nei loro concerti si è sempre manifestata con monologhi strampalati del cantante ed atmosfere cupe e decadenti, i vestiti da gran guignol post-atomico o da film di fantasmi anni ’70 di serie B contrapposti alle faccette sorridenti e le parole tipiche del goth pronunciate da un rasta indubbiamente simpatico e rassicurante.
I loro primi due album, “Introspettri” (2010) e “Camera Oscura” (2014), sono stati realizzati da Oliviero Olly Riva (The Shandon – The Fire) e Marco Coti Zelati (Lacuna Coil) ed accolti benissimo da pubblico e critica.
Questo nuovo album “Al di là del buio” si compone di sette tracce in cui il gruppo toglie le maschere, cambia il look, e manifesta un percorso diverso da quello portato avanti nei primi due album.
Si nota una luce, i demoni che sovrastavano canzoni come “La bestia”, “La tenebra”, “La maschera”, “Il nulla”, “Il coniglio” non si scorgono più.
I Medulla hanno aperto una finestra, il sole ha scaldato il recipiente del loro creare e d’un fiato le nuove tracce “Al di là del buio”, “Guarda in alto Anna”, “Non è colpa mia”, “L’orizzonte degli eventi”, “You’re my greatest thing”, “L’idea che ho di me”, “Epilogo” ci trasmettono una nuova laboriosità atta a raccontare la prospettiva più intima della band.
Il rimettersi i vestiti, il non voler andare a dormire e sognare per portar la propria anima a veder il cielo e le stelle che brillano come la bramosia dell’essere. “Al di là del buio” e “non resta che vivere“, è l’invocazione che viene menzionata alla parte di sé che ancora non respira perché non vede soluzioni. Perché l’uomo si stringe nelle illusioni vedendosi dall’esterno, il restare svegli catalizza il pensiero negli scioglimenti delle tenebre, degli inganni.

“La deriva di questo popolo è imbarazzante” recita “Guarda in alto Anna” che prosegue sul consiglio dell’ascoltare la propria mente per non cadere negli errori. Si accende “Non è colpa mia” con un urlo di liberazione “E tu mi vieni a dire che infondo è una responsabilità anche mia se queste cicatrici fanno ancora male”, una dichiarazione forte nella quale la realtà e finzione si sono scisse in giochi della mente. Si sente la caduta della mente, delle idee, delle credenze.
“Oltre l’orizzonte degli eventi” si domanda in che modo si possa riempire il vuoto che si è creato per la nascita della nuova consapevolezza, del volto della nuova realtà perché ci si stanca delle maschere se si guarda con attenzione ciò che esiste davanti a noi.
“You’re my Greatest Thing” vede l’importante collaborazione di Naima, voce dei Black Beat Movement e degli Artchipel Orchestra. “Noi non siamo che osservatori/ complici inconsapevoli” con la Luna che appare a raccontare ciò che assimilava, ciò che si poteva vivere nei pochi istanti senza riflettere sulla fine. Ed è un continuo discutere con sé stessi e sul non poter fare a meno del parlarsi, del capirsi.
“Son sempre più distante dall’idea che ho di me” è l’inizio di “L’idea che ho di me” che espande il concetto del mutamento degli archetipi, dell’abbandono del comandante che governava, del passato, e la distanza delle cicatrici che si son accumulate durante la vita.

Settima traccia “Epilogo” dichiara “mi sembrava la fine giusta per te” riferendosi a ciò che è stato, ed alla sincerità che si è portata fuori, ma si esorta il personaggio del passato ad affogare per riuscire ad imboccare “l’inizio giusto” dopo il precipizio nel quale è stato spinto.
“[…] Mi prendo la fine giusta per me/ Ho superato il limite/ ci sono stato spinto/ son precipitato ed infine ho finito il fiato/ han continuato a premere non consci dell’effetto/ ora li ringrazio io/ ora li ringrazio/ Questo è l’inizio giusto per me (non sarà semplice ma vedrai)/ Questo è l’inizio giusto per me (al di là del buio non ci rimane che vivere)” – “Epilogo”
In attesa di vedere i prossimi live vi lasciamo il primo videoclip estratto dall’album “Al di là del buio“.
Medulla:
Michele Andrea Scalzo (Voce)
Carlotta Divitini (Tastiere)
Federico Calvara (Basso)
Giuseppe Brambilla (Batteria)
Written by Alessia Mocci