Intervista di Irene Gianeselli a Federico Greco e Adriano Cutraro per PIIGS: documentario che indaga i dogmi economici
Sagace ed incalzante “PIIGS” è un documentario che vede la luce dopo cinque anni di indagini sui dogmi economici che influenzano le politiche dell’Unione Europea.
I tre autori, Adriano Cutraro, Mirko Melchiorre e Federico Greco mostrano gli esiti delle politiche di austerity in Italia dopo avere seguito per due anni le vicende di una Cooperativa sociale di Monterotondo colpita dai tagli alla spesa sociale e costretta a chiudere licenziando cento lavoratori e privando della propria assistenza centocinquanta ragazzi disabili.
Assolutamente acuto e lucido nel montaggio, il documentario procede con eleganza dando voce a intellettuali, scrittori ed esperti di economia: Noam Chomsky (filosofo e linguista, definito dal New York Times “Probabilmente il più grande intellettuale vivente”), Yanis Varoufakis (ex ministro delle finanze greco), Stephanie Kelton (economista capo del budget del senato degli Stati Uniti e consulente economico di Bernie Sanders), Warren Mosler (economista e imprenditore), Paul De Grauwe (London School of Economics), Erri De Luca (scrittore).
Nel 2009 Adriano Cutraro e Mirko Melchiorre hanno fondato Studio Zabalik, una società di produzione con la quale hanno realizzato come autori, tra l’altro, “All’ombra del gigante”, un documentario presentato al Taormina Film Festival nel 2013, premio della critica al festival internazionale del cinema documentario “Marcellino De Baggis” e miglior opera al Gold Elephant World.
Federico Greco ha esordito come autore e regista nel 1999 con “Stanley and Us”, documentario su Stanley Kubrick prodotto dalla RAI e distribuito nel mondo da RAITRADE. Dopo aver realizzato diversi documentari per la RAI, nel 2004 ha scritto e diretto il suo primo lungometraggio “Il mistero di Lovecraft”, distribuito da 01, Rarovideo e Paramount e selezionato nei più importanti festival internazionali. È regista, sceneggiatore, montatore.
Federico Greco ed Adriano Cutraro parlano del loro documentario in anteprima per i lettori di Oubliette Magazine.
I.G.: Come è nato il progetto PIIGS?
Adriano Cutraro: Intanto mi preme dire che questo progetto è riuscito nel miracolo di unire tre registi e credo che questo sia un evento più raro di un’eclissi lunare. Ognuno di noi ha messo da parte il proprio narcisismo artistico per dedicarsi ad un obiettivo comune che sostanzialmente era dettato dall’angoscia. L’angoscia nel vedere attorno a noi scoramento e rassegnazione per un presente fatto di continue privazioni, incertezze e un futuro che si annuncia altrettanto infausto. Solo in Italia 4,6 milioni di persone vivono in condizione di povertà assoluta e il tasso di disoccupazione giovanile ha superato il 40%, numeri da brividi. Di fronte a tutto questo ci siamo chiesti cosa potesse fare il cinema, se in qualche modo potesse contribuire a creare attenzione attorno ad uno scenario così allarmante e interrogarsi sulle cause. Ecco, da queste riflessioni è nata l’idea di questo documentario.
I.G.: Quella che doveva essere un’Europa politica, nel senso etimologico, ha lasciato spazio ad un meccanismo economico che si inceppa di continuo. Cosa sta accadendo oggi all’Europa “economica” e quando è cominciato questo processo?
Federico Greco: Il discorso è molto complesso. Da quanto ho avuto modo di capire approfondendo l’argomento negli ultimi cinque anni e parlando con gli interlocutori intervistati nel documentario, potremo sintetizzarla così: si è preferito fare prima un’unione monetaria sperando che quella politica, sociale e fiscale ne seguisse naturalmente, ma la natura di questa unione monetaria a cambio fisso (l’eurozona) ha messo nelle mani di chi aveva interesse a speculare degli straordinari strumenti di attacco allo stato sociale e di arricchimento personale. Strumenti che, inevitabilmente, sono stati utilizzati senza scrupoli. Un’altra ipotesi è che questo fosse stato previsto fin dall’inizio.
I.G.: Sarà possibile tornare ad una Europa “politica”?
Adriano Cutraro: Teoricamente nulla lo impedisce, ma bisognerebbe cambiare i trattati e restituire al parlamento europeo quella centralità che fino ad oggi gli è preclusa, difatti per il momento ha una funzione poco più che simbolica, e questa è una delle più gravi anomalie per un’istituzione che si definisce libera e democratica. Credo però che lo scoglio più grande risieda nei rapporti di potere che alimentano l’Eurozona, è lì che bisogna capire se ci sia realmente la volontà di lasciare così tanto potere ai cittadini, consentimi di dubitarne.
I.G.: L’economia che non funziona è solo la polvere contenuta nella bomba sociale che è già esplosa tra la generazione dello scorso ventennio e quella attuale. Eppure perché si continua a tranquillizzare i cittadini, a non informarli, a convincerli che l’Economia non rientra nelle sfere di interesse sociale?
Federico Greco: Perché, come accade sempre più o meno consapevolmente, meno i cittadini sono informati sugli argomenti che li riguardano maggiormente, meno possono combatterne le storture.
I.G.: La democrazia in Europa è a rischio?
Federico Greco: Yanis Varoufakis, nel nostro film, risponde così a questa tua precisa domanda: «In Europa non c’è un deficit di democrazia. In Europa la democrazia è zero. Un numero radicale». E lui, ex ministro delle finanze greco durante la crisi più grave della Grecia, ha assistito direttamente al funzionamento dei meccanismi “democratici” di Bruxelles.
I.G.: Erri De Luca interviene in maniera lucida e precisa sulla questione costituzionale. Cosa sta accadendo alla democrazia italiana?
Adriano Cutraro: Per citare Noam Chomsky oggi viviamo in una democrazia puramente formale. Abbiamo la libertà di scegliere il colore della camicia, il modello delle scarpe, è vero possiamo ancora scegliere i nostri rappresentanti politici, ma sulle questioni che davvero influenzano la nostra vita possiamo scegliere ben poco. I vincoli europei non ci consentono più di scegliere le nostre politiche economiche, e purtroppo è da queste che alcuni tra i nostri diritti fondamentali dipendono, mi riferisco soprattutto al diritto al lavoro, alla salute, all’istruzione. Perché per garantire nuovi posti di lavoro, nuovi ospedali, cure mediche gratuite, mense scolastiche, sussidi universitari… ci sarebbe bisogno di una massiccia copertura finanziaria e dimmi, quante volte hai sentito dire che lo Stato non ha più soldi?
I.G.: In questo documentario si mettono insieme i pezzi: austerity, errori di calcolo, cooperative sociali in crisi. Che periodo storico stiamo vivendo?
Adriano Cutraro: Pensa che questa è la prima domanda che facemmo a Erri De Luca e allora non posso che risponderti con le sue parole, che poi ritengo siano la sintesi perfetta di questo nostro periodo storico: «Questo è un periodo in cui i diritti vengono trasformati in servizi e quando i diritti diventano servizi, succede che possono accedere ai servizi solo quelli che hanno un potere di acquisto. E quindi oggi il cittadino europeo è solamente un cliente di servizi che può permettersi o no». Ecco, ritengo che queste parole siano anche un duro e sofisticato attacco al modello sociale che troppo passivamente stiamo imparando ad accettare: quello neoliberista.
I.G.: Questo documentario è una sfida collettiva, il crowfounding, oltre che necessario dal punto di vista materiale, appare come la possibilità di mettere in comune la possibilità di discutere del nostro tempo e in qualche modo di partecipare alla ricerca.
Federico Greco: Sì, è uno degli aspetti del crowdfunding cui teniamo di più, in realtà. Oltre alla possibilità di aiutarci a chiudere il budget per finire il lavoro, questo strumento è sorprendentemente utile, in un caso del genere, per aiutarci a far parlare del problema. C’è un enorme deficit di dibattito pubblico sulla questione dell’austerità in Europa, e “PIIGS” vuole aiutare a colmarlo proponendo tesi diverse da quelle dell’ideologia dominante. Tesi le cui basi teoriche e scientifiche sono altrettanto valide, se non superiori, a quelle neoliberiste che stanno saccheggiando l’Europa utilizzando come strumento l’Eurozona.
Written by Irene Gianeselli
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