Shahr-i Sokhta, la Città Bruciata in Iran: è dall’antichità che nascono i cartoni animati?
C’è una città antica, oggi famoso sito archeologico, scomparsa in seguito ad un incendio, in circostanze che appaiono tuttora misteriose. Si tratta di un insediamento che si è sviluppato intorno al 3200 a.c, quindi uno dei più vecchi al mondo, al cui interno gli abitanti avevano il pregio di essere molto creativi. Essi infatti ci hanno tramandato, nientemeno, che il primo prototipo di cartone animato. E non solo.

Parliamo di Shahr-i Sokhta o Città Bruciata, un sito archeologico risalente all’Età del Bronzo, situato nella parte sud orientale dell’Iran, vicino ai confini con Pakistan e Afghanistan.
Un insediamento di quasi 150 ettari che, negli anni, ha attirato studiosi di tutto il mondo.
Le generazioni che hanno abitato la città, in tempi fiorenti, risultano essere ben quattro; così come antiche testimonianze delle rovine rivelano una netta distinzione dell’insediamento urbano in quartieri residenziali, con una vera e propria zona industriale e un cimitero ricco di costruzioni commemorative.
Grande centro nevralgico e di convergenza di varie popolazioni – fra cui quella mesopotamica, persiana, indiana e cinese –, il sito riserva in sé alcuni misteri.
Per esempio, può essere nato dal nulla? La questione circa la sua fondazione, dovuta alla cultura Jiroft, è infatti fra gli studiosi alquanto controversa. E inoltre, è possibile che la città sia andata distrutta a causa di un incendio – il terzo, per la verità – in seguito al quale si è deciso di non ricostruirla più?

Sono domande che ancora oggi, nel 2016, non hanno trovato una risposta.
Si possono fare solo congetture. Ovvero, che quello in questione fosse un popolo pacifico, e non coinvolto in eventi bellici, poiché non sono mai stati ritrovati, fra i resti, armi o sistemi difensivi di fortificazione.
Orwell Stein, studioso britannico, scoprì il sito nel 1915, ma è solo a partire dal 1960 che si è iniziato a scavare, portando alla luce strutture architettoniche che forse volevano essere un rudimentale tentativo di difendersi dai terremoti – e ci si riferisce a spessi muri puntellati da travi. Tutto fa pensare che gli abitanti fossero abili falegnami e tessitori, così come esperti nel forgiare i metalli.
In particolare, nel 1983 gli archeologi hanno portato alla luce un calice color crema, sul quale è stata realizzata la più antica storia d’animazione al mondo.
Cinque immagini, realizzate in sequenza attorno al calice, ritraggono una capra che avanza verso un albero, allo scopo di mangiarne le foglie. Questi “frangenti combinati”, possono essere considerati come il più antico cartone animato della storia.

Proprio all’avanguardia questi nostri antenati! È il caso di dirlo. Infatti, nel 2006 gli archeologi si sono trovati davanti ad un’altra scoperta “futuristica”.
Un occhio artificiale, ritenuto essere una primitiva protesi oculare, applicata ad un soggetto femminile di cui è stato rinvenuto lo scheletro. Fra l’altro, la donna era alta circa 1,82 metri, quindi molto più delle donne del suo tempo.
Si continua a sperare che gli studi condotti in zona diano al più presto risultati meno aleatori. Sarebbe davvero interessante scoprire di più su una civiltà che si è dimostrata non solo eclettica, ma anche avanti anni luce rispetto al periodo in cui ha vissuto.
Fiduciosi, continuiamo a sperare e a seguire le notizie relative a questo sito.
Written by Cristina Biolcati