Contest Letterario di Poesia “I Canti” – partecipazione gratuita
“La sera sul sagrato con le ombre/ portò i fiori, la cifra/ disselciata dell’enigma. Interrogata/ soffia sul mondo il refolo del vento. Si accomiata/ l’atleta dalla pista, ora corre nel cielo/ da agonista in un plumbeo sentiero/ un sole verticale. D’incanto la natura/ è uno strumento del pensiero, tormento/ nei gemiti legnosi della pianta, canta” – “I Canti”

Regolamento:
1. Il Contest letterario gratuito di poesia “I Canti” è promosso dalla web-magazine Oubliette Magazine e dall’autore Paolo Maria Rocco. Il Contest letterario è riservata ai maggiori di 16 anni.
Il Contest è gratuito. Il tema è libero.
2. Articolato in 1 sezione:
A. Poesia (limite 60 versi)
3. Per la sezione A si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con poesie edite ed inedite.
Le opere senza nome, cognome, e dichiarazione di accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate. Inoltre NON si partecipa via email ma nel modo sopra indicato.
Ogni concorrente può partecipare con una sola opera per sezione.
4. Premio:
N° 1 copia della silloge “I Canti”, di Paolo Maria Rocco, edito dalla casa editrice Bastogi Libri nel 2015.
Saranno premiati i primi tre classificati della sezione A.
5. La scadenza per l’invio delle opere, come commento sotto questo stesso bando, è fissata per il 24 ottobre 2016 a mezzanotte.

6. Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:
Alessia Mocci (Editor in Chief)
Paolo Maria Rocco (Poeta)
Cristina Biolcati (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)
Rebecca Mais (Collaboratrice Oubliette)
Elisa Longo (Collaboratrice Oubliette)
Katia Debora Melis (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)
Emma Fenu (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)
7. Il contest non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.
8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.
9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per email: oubliettemagazine@hotmail.it indicando nell’oggetto “Info Contest” (NON si partecipa via email ma direttamente sotto il bando), in alternativa all’email si può comunicare attraverso la pagina fan di Facebook: https://www.facebook.com/OublietteMagazin
10. È possibile seguire l’andamento del Contest ricevendo via email tutte le notifiche con le nuove poesie e racconti brevi partecipanti al Contest Letterario; troverete nella sezione dei commenti la possibilità di farlo facilmente mettendo la spunta in “Avvisami via e-mail”.
11. La partecipazione al Contest implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.
Buona partecipazione ed “in bocca alla giuria… sperando che non morda!”
Sezione A – Accetto il regolamento
E come una foglia
E come una foglia
alla prima brezza d’autunno
arrossisco
al pensiero di te…
Poi mi lascio afferrare
dal girotondo del vento,
cercando di raggiungerti…
ma cado a terra
e mi confondo tra mille altre.
Non mi troverai mai…
COL VERSO DI MUSICA
Ti vorrei tanto
qua …
col mare sulle braccia
e sole del mattino,
gentile fiore che fa fiorire
la nostra geometria
in segreto
qualche bacio di stella
dolce come il tuo cuore,
cantare insieme
sol mi fa …
bene ci farà
col verso di musica.
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Fabio D’Alessio – Accetto il regolamento del contest.
Titolo: Destino
L’auto corre come se sapesse
su quale strada è diretta.
Come vorrei che anche la mia mente
fosse certa di quel percorso,
sapesse con certezza a quale luogo
arriverò dopo questo viaggio.
Improvviso.
Ingiustificato.
Quasi una fuga.
Una fuga da quella realtà
che io stesso ho creato,
con le mie decisioni.
Tutta la mia vita mi ha portato fin qui.
Poteva esser diversa?
Ho forse sbagliato a qualche bivio importante
dando al destino l’opportunità di questa beffa?
E poi mi ritrovo ad un incrocio,
un cartello scolorito mi ricorda che
andando a sinistra
mi ritroverei in poco tempo a Roma.
D’improvviso la mia mente si apre.
Non so nemmeno io come sono arrivato qui,
ma non importa la strada,
dovrei saperlo che tutte le strade portano a Roma.
Scacciapensieri
Il fruscio del vento
accarezza
spighe di grano
dalle radici salde e forti.
Le tue mani
ruvide e rugose
raccontavano fatiche
disegnavano emozioni
tracciavano confini
reggevano steli di margherite
e pesanti vanghe.
Riecheggiano
le note dell’armonica,
sei vento
tra spighe di grano,
sei radice
scolpisci la terra,
come il sole
irradiavi
di polvere d’oro i campi,
sei musica
dolce e grave
musica armonica
scacciapensieri.
Giuseppina Carta- accetto il regolamento
INES ZANOTTI 5-9-2016
IL PASSEGGINO
“Pure tu
crepuscolo della sera,
lo vedesti avanzare
oscillante e smarrito
a spinger se stesso…”
Con movenza tremolante
il passeggino blu
penetrò la folta bruma
miratamente a mostrar la via
allo strascicante suo giovine.
Profonda mi dolea in core
quell’andatura cenciosa e china:
al suolo lo sguardo prodigo.
Sfuggir ormai non potevo,
l’umanità derelitta stava innanzi
sciorinando l’amaro vivere!
Piagnucolìo d’infante non s’elevava,
bensì cibarie
celate da un paltò lurido e contuso.
L’errabondo e il passeggino
passaron oltre in sinergia,
elemosinando agape
a dolci animi in cammino…
Accetto il Regolamento – Sezione A
accetto il regolamento- sezione A-
-canto al Centauro-
lunghissime dita nel vuoto.
Plessi stellari per miglia e miglia.
Non mi somiglia l’ultima piega
che spalanca solo un soffio sul vetro.
Dimmi che volerai _o Centauro _sopra
queste pupille?
_______Acquistando una linea di spazio
ti vengo a salire debole e
con un chicco di avena che qui non abita
se non tra le ganasce di un sciarpa serpiginosa.
_Erodere i metalli.
Cominciare calzante uno stacco oltre il lenzuolo dell’aria.
_____Guardo lontano.
Nulla.
Non è acre questo nulla?
Freddo di cianuro e nel bacio della buonanotte.
Così concluso il cerchio
che grida e non ci trova. Tu un cavallo di fiamme
al traino di questo fiordaliso che
stilla remoto al suo pistillo.
____E scelgo un petalo. Svolazza ad arte__ o Centauro_
sfregando miriadi di tessere e pavimenti.
Mi rivedo quaggiù __ erbacea consistenza
di un agglomerato al minimo delle sue forze.
_ E’ triste il dispiacere . Tocco la coda
scendendo illegale.
DIEGO GIANVINCENZO CIVITA 06/09/2016.
“Catartica”
Se una penna bastasse
a divorar
come una fauce il male,…
sarei disposto
a piangere ancora
sotto la mia e l’ombra del tempo,
e aspetterei l’alba/per ascoltar del silenzio/l’inizio e la fine,
sì ch’io capirei allor
che vivo sarà colui
che allo scontro offrirà amor;
e poi solo resterò tra i fanciulli del mondo
perchè è :”la culla” l’eterno afflato
senza cui nessun uomo
può rimaner se stesso
nè rendersi veramente spirituale!.
ACCETTO IL REGOLAMENTO-
-Sezione A
Accetto il Regolamento
BOUQUINISTES
Si vendono libri
e vecchie curiosità
nel cielo di Parigi.
Ne sfogli le pagine
scegliendo il vento adatto.
a scoperchiare il tempo
Profumano di viole.
Escono sortilegi
e salgono a fior d’acqua
che scorre in lingua dolce
verso la cattedrale.
Parlano di follia,
pensose primavere
e disperati amori
in vicoli odorosi
là dove attende il mondo
pronto da raccontare.
Amo le storie appese
ai rimbalzi del cielo.
Voglia di volare
Come un uccello migratore
seguo la rotta della mia vita.
Sorvolo luoghi d’incantevole bellezza,
città antiche e moderne,
valli silenti e immobili pianure,
fieri monti e colline sorridenti.
Sotto di me, il mondo è uno specchio d’acqua
dove si riflettono
imponenti fortezze senza più cavalieri.
Seguo il lento scorrere dei fiumi
che mi portano al mare,
che orientano il mio volo
verso la mia dimora.
Respiro il dolce profumo dei fiori,
portato in alto dal vento
che, mai stanco, sibila
fra le guglie delle monumentali Cattedrali
e i merli delle torri toscane.
Da quassù vedo un mondo migliore:
ci sono cascaste impetuose
che si gettano nei docili laghi
dove io, a sera stanco, posso abbeverarmi,
per riprendere poi il volo
e ripartire, sulla scia della mia meta.
In alto, sempre di più,
da dove la terra appare solo un punto
nello spazio sconfinato,
per poi scendere giù, in picchiata,
attraversando i vasti altipiani,
volando e planando lentamente,
con il fiato sospeso, gli occhi chiusi.
Mi chiedo allora
come vedano gli uomini
il cielo da laggiù,
dal loro paradiso terrestre.
Loro che, convulsi e incuranti,
mai si fermano,
mai si guardano attorno,
mai pensano a ciò che li circonda,
a quello che ammiro io da quassù,
sulla rotta del ritorno.
Una tepida brezza,
culla l’ora della sera
e il mio cuore batte forte
per l’emozione
mentre volo verso la mia antica dimora
sopra un mondo meraviglioso,
come quello tratteggiato
dalla mano di un pittore,
come quello declamato
dalle parole di un poeta,
come quello musicato,
dagli accordi di un compositore.
Proseguo il viaggio,
mentre spira una dolce,
fresca aria di primavera.
Sono prossimo all’arrivo
e felice mi sento, di essere quassù
volando da te,
come in un sogno.
Fiorella Fiorenzoni – poesia edita tratta da “Aria Fuoco Terra Acqua”
Accetto il regolamento – sezione A – poesia
passi nella notte
Accade a volte d’udire
passi furtivi nella notte
echi soffocati di mistero:
ha un suo modo allora
di tremare il cuore
palpitando voci ch’evocano
morte e vita, ciclo perenne
della ruota che mai stanca
rincorre giri senza spiegazione.
La notte eterna spalancata
rotta a volte dal sole
è il vero non senso
di tempi unici e diversi.
Respirarti accanto ora,
mentre i grilli scavano nel buio
e la luna quietamente s’adagia
lanciando sbadati bagliori
nell’onde d’un timido ruscello,
averti accanto ora
è la mia pietra di paragone
dell’ignoto divenire.
Sezione A – Accetto il regolamento
Accetto il regolamento
SEDUTA
Seduta sotto la volta celeste
momenti di vita passano negli occhi.
Guardo ponente
immobile attendo l’accadere,
mente roteante
miriade di pensieri, domande, dubbi.
Mani frementi in grembo delicatamente posano
desiderose di accarezzare il viso noto, amato, atteso.
Raggiungo la quiete interiore vivendo
nella consapevolezza di essere.
LUI TORNA
Musica suscita profumi,
al tramonto lieti suoni
arrivano e, brucia il cuore;
Allegria arriva per chi attende.
Ora è lieta, sussurra alla luna;
cammina incontro alla quiete,
guarda le stelle con chiari occhi;
poi, sorriso la soffoca nella visione,
chiare gocce accarezzano guance rosate:
li asciuga l’amato da lontano tornato.
Antonio Da Campo 2016
Ok Accetto il regolamento
Saluti
MI TROVERAI
Domani
se vorrai sentirmi
cercami nel vento,
nelle onde d’acqua,
nella luce,nei suoni.
Sarò nel cielo sereno,
nella lieve brezza,
nelle nuvole,
in ogni goccia di pioggia.
Cercami
nei frutti e nelle spighe,
nei fili d’erba…nei fiori,
negli occhi delle gazzelle,
nei colori delle farfalle.
Mi troverai
nello sguardo dei bambini,
delle donne, degli uomini,
lungo la tua via.
Mi siederò vicino a te
all’ombra dell’arbusto
e ti abbraccerò
quando alzerai lo sguardo
cercandomi nei ricordi.
Sezione A Poesia,accetto il regolamento.
Giostre
Altri ricordi sul ciglio sono scivolati
tu li hai travolti e li hai bruciati,
quel ch’era il mio credo ora non è più
da ogni parte del mio cosmo rotoli,
come in quelle orrende giostre di cavalli
e gnomi che ruotano veloci, incuranti e stolti
-ferma voglio scendere!- sento le vertigini,
e risa di mostri e di streghe stupide con capelli di carta
che mi solleticano ridendo sguaiate, ma ti vedo ancora
nei bui cunicoli di cartapesta dove sbando cieca,
ora ti ho perso nei caroselli, nelle sarabande,
nelle volute di fumo colorate, tra stregoni e fate,
tra bocche che sputan fuoco e manichini di pezza lordi.
Poi riappari splendido come un totem custode di tribù
sai concedere regali scempi, tra i giocolieri riappari,
ovunque guardo ti ritrovo, mellifluo uomo,
non giocare a nascondino nei meandri
del mio pensiero, mi graffi con i tuoi occhi pungenti
lasciami stare nelle mie palafitte
come cavernicola, non volevo un futuro
dove esisti! Avrei cambiato strada,
bello e sporco adorante traditore,
ferma i tornei dove nessuno vince,
lasciami nuda e sudicia nelle viscere della terra
dove nessuno può arrivare e prendi la strada
del ritorno, là dove io non ti possa più vedere.
Emanuela Di Caprio sez. A accetto il regolamento
GIULIA LA FACE
(accetto il regolamento -Sezione A)
ECO DI UN AMORE(requiem in morte di)
Ore di verità
arrestano il tempo quieto
del mio respiro docile
Disarcionata da me stessa
mi sorprendo abbacinata
stesa di sale colata
Dispersione assoluta il tuo viso
Sei dove
Sola mi solca l’acqua
e sogno , deliro
che asciugherai il mio miele
assaporerai il mio suono
E resti ancora dentro
perturbazione mitica
che tempestò il mio mare
sollevandomi fondali
di troppe vite
di te in attesa
E ora follia
è questa attesa viva
di ciò che so Natura
non consente mai ritorno
MARILENA VIOLA
(accetto ill regolamento)
TAUTOGRAMMA IN “R”
Regolarmente
riavvio remoti ricordi,
rostro rampante
rosso rompighiaccio,
restaurando rosee ragnatele
romite reminiscenze.
Reali rumori riemergono
rocamboleschi reinvenimenti
rullano ruotano rimbalzano
rispuntano risorgono rombano
rievocano ridestando recuperano,
ritroso ritratto,
reverenziale riverbero,
ristabilito riflesso rive retrostanti.
Ricche risonanze riscaldano.
Riposti ritmi ripropongono
ruscelli roboanti rifluiscono,
romiti rilievi rinverdiscono.
Rimpianti rugginosi rimuovono.
Rendono reale reversibile.
Renitenti remake riaccendono!
Repressi refrain regalano.
Ricordi
ritrovati respiri
revocate “ratio” riaccese!
Rinnovata ricchezza!
Sezione A
Accetto il regolamento
Cometa
Frammenti di tenebre
disciolti
scordati
sgranati
sulla scia di una cometa
sono un fiotto
un rivo
quasi un singulto
perverso
del tempo
che trascina
travolge
dimentica
riverbera
nel cielo di ogni
umana esistenza
passi
trascolori
nulla lasci
se non la scia
del tuo esserci
ancora
per ora
per poco
un frammento
appunto
che trasmigra
da te
da me
da loro
nel vento rabbioso
così come
la brama
il desio
il nulla
o l’incompiuto
restano
attesi
appesi
i frammenti di tenebre
sulla scia di una cometa.
(accetto il regolamento)
__________________________________
IL P.C. E LA MACCHINA DA SCRIVERE
———————————
la macchina da scrivere, stava da sé
nel piccolo angoletto dell’ufficio.
Era l’agosto del ’93
e l’impiegato, per trarre beneficio
dal lavoro sempre più in aumento
pensò di portar lí
un nuovo strumento
facendosi installare un bel P.C.
la macchinetta, coi suoi neri tasti
vedendosi arrivar vicino a lei
la strana macchina, con toni nefasti
gli disse: “Oh, ma che strana sei,
piena di fili e di spinotti accesi
con tanti accessori lì attaccati !!!”
Invudia gli faceva… senza quei pesi
dei martelletti ogni giorno sollevati …
Il computer , altezzoso, sospirò :
“… Come sei vecchia… sei proprio demodé!”
Ma a un tratto la luce se ne andò
e il pc morì senza saper perché…
La stella
Sopra i campi infangati di dolore
Riflette il cielo rosso
E si amalgama con il sangue di anime innocenti
Ritti tra le spine, stanno fra le mani di uomini senza Dio
Che esercitano gratuita violenza
Fragili come ramoscelli si piegano al vento della crudeltà.
Galleggiando sopra un mare d’impunità
Non comprendono il perché di questa inciviltà.
Sperano che il tempo non cancelli mai
Nei cuori degli uomini l’illogica fine
Spezzati derisi come futili cose
Aspettano impazienti che giunga
Anche per loro l’immortalità
Seduti col capo chino, affrontano il viaggio.
Diventato infinito
Hanno sopra il cuore cucita una stella
Ma non brilla
E anche se la vita è un incubo, presto si risveglieranno
Consapevoli di poter alzare di nuovo la testa e respirare
Ancora il profumo leggero della libertà
Superare nel ritorno la sofferenza.
Accorgersi di non essere più soli
Perché ora
Nella mia coscienza
Vorrei portare cucita sul petto una stella.
Se un giorno riusciranno a dimenticare, ritornare alla vita,
la loro terra non avrà confini:
sempre libera, sconfinata nel ricordo di essere liberi
come il sole e l’aria.
Anno 1971
Ai piccoli “Hurbinek, Hurbinek, Henek, Kleine Kiepura e Pavel”
Trassi ispirazione per questa poesia dopo aver letto il libro di Primo levi: “la tregua”
sezione A
La stella
Sopra i campi infangati di dolore
Riflette il cielo rosso
E si amalgama con il sangue di anime innocenti
Ritti tra le spine, stanno fra le mani di uomini senza Dio
Che esercitano gratuita violenza
Fragili come ramoscelli si piegano al vento della crudeltà.
Galleggiando sopra un mare d’impunità
Non comprendono il perché di questa inciviltà.
Sperano che il tempo non cancelli mai
Nei cuori degli uomini l’illogica fine
Spezzati derisi come futili cose
Aspettano impazienti che giunga
Anche per loro l’immortalità
Seduti col capo chino, affrontano il viaggio.
Diventato infinito
Hanno sopra il cuore cucita una stella
Ma non brilla
E anche se la vita è un incubo, presto si risveglieranno
Consapevoli di poter alzare di nuovo la testa e respirare
Ancora il profumo leggero della libertà
Superare nel ritorno la sofferenza.
Accorgersi di non essere più soli
Perché ora
Nella mia coscienza
Vorrei portare cucita sul petto una stella.
Se un giorno riusciranno a dimenticare, ritornare alla vita,
la loro terra non avrà confini:
sempre libera, sconfinata nel ricordo di essere liberi
come il sole e l’aria.
Anno 1971
Ai piccoli “Hurbinek, Hurbinek, Henek, Kleine Kiepura e Pavel”
Trassi ispirazione per questa poesia dopo aver letto il libro di Primo levi: “la tregua”
Partecipo per la sezione A
Accetto il regolamento
FRAGILE FOGLIA
e nel momento del distacco
l’io si farà fragile foglia
appoggiata ad una spalliera di vento
Marina Marini Danzi
ATTESA
Soffice luna
tra noi sospesa
Succosa essenza
di tesi sensi attesi.
Raggio soffuso
tesse la tela
di sogni proibiti
Miraggio di umida notte
sudario di amanti senza respiro
Attesa infinita di te
Mi sorprese il giorno
tra una goccia e l’altra
di odorosa e sacra rugiada.
Sezione A Poesia.Accetto il regolamento
Sezione A
Accetto il regolamento
Filo rosso
Hai strappato tele del mio esistere
tessitore di inutili trama e ordito.
Vaghi in un labirinto di menzogne,
impotente assisti al corso delle tue stagioni
e ne aspetti la fine, come terra bruciata
buona solo a seppellire.
Hai mai alzato lo sguardo al cielo?
Ti sei chiesto da dove viene il fuoco
che accende le stelle e le fa brillare?
E quella sete che prende all’improvviso
e conduce verso altre fonti,
da dove arriva?
Vorrei essere il solco profondo
di una terra buona, umida
che si apre al seme che cade
per farlo germogliare.
Viola Marilena sezione A
accetto il regolamento
TRACCE
Ti voglio raccontare
a tratti
la mia vita.
Ogni respiro voglio dirti
come diversi gli attimi
diverso.
Spiegati come vivo adesso,
come il tempo attraverso
con la mia vela a favore e controvento.
Come negli anni coltivo i semi
che altri hanno piantato
come vive una foglia
finché non è ingiallita.
Della pioggia voglio parlarti,
dei mille soli che ho visto nascere
all’alba di ogni giorno
e delle lune,si,delle lune
che hanno vegliato il mio sonno ed i sogni.
Mettermi a nudo ed esternare,
scoprire l’anima e mostrare,
senza più reticenza,
i vari colori che l’hanno dipinta.
Perché di me orma lieve rimanga.
Altea Alaryssa Gardini
Accetto le Condizioni
Biancaneve
ero lì, Biancaneve in un mare di spine
inondata dal sorgere del tramonto
ed illusa dal morire dell’alba
il mio unico tesoro sepolto da una cascata
di scintillanti tenebre
abbracciate al sorgere di stelle d’argento
non lasciarmi sola,
ora
Piangere oggi
E mentre scendono
le tue lacrime
il mondo va avanti,
non si ferma.
Guardo il cane
abbandonato,i bambini
nati e affogati.
E le tue lacrime
scendono senza
che tu abbia un solo
fazzoletto.
I pederasti diventano
omosessuali,
le prostitute diventano
donatrici di piacere.
Tutti rubano perché
più non esiste
la parola rubare.
Il poliziotto per
guadagnarsi il pane
deve accettare le ingiurie
di chi non ha pronto
il volo per le vacanze.
E le tue lacrime continuano
a scendere.
Perché piangi?
Chi piangi?
Nessuno le vede,
nessuno lo sa.
Accetto il regolamento
poesia estratta dall’ultimo lavoro
edito da Campanotto Editore Pasian di Prato Udine dal titolo:
“Qualcosa d’Altro”
Partecipo alla sezione A
Accetto il regolamento
Poesia pubblicata sul sito “Gli Scrittori della Porta Accanto”
“Tea”
Si vestono di trine
le tue palpebre
Madre
gocciole di glicine
sulle mie scapole di gesso e ruggine.
Il tuo respiro
– carezza incipriata –
teso a ricucire l’istruzione attonita
di un cuore di luna
che riscatta l’attesa
spaurita
di eresie senza stelle
Sez A Accetto il regolamento
Fra noi e il mare
È quando l’attesa si fa lunga
Che mi connetto al silenzio
Come rimboccarsi negli occhi la luna
In verità ingoio di tutti gli orizzonti
Il fragore del mare
E della vita solo la sua luce
Nella trasfigurazione le parole
Abitano il mondo
In una lingua che il mondo non conosce
Eppure è la voce stessa la risposta
Attraversata dalla follia lungo il cammino
Pietrificarsi è l’ultima barriera
Fra noi e il mare
A dieci passi di distanza quando avanza
Un cerchio che non conosce aurora
Ognuno scopre le forme del vuoto
Mentre l’oggi si sfalda tra le vene
In cerca dell’alba
per coprire la sua carne nuda
In balìa dei venti
Ma forse è il tempo che separa
A confonderci tutti
In cui ogni cosa a partire della notte
Si ostina a ritornare luce
© Maria Allo
sezione A poesaia. accetto regolamento
Piccola elegia delle Vite.
di Giovanni Albano
La prima luna
La prima luna porge una domanda agli astri della notte,
che cantano nel freddo dell’azzurro mattino.
Mille domande ardono dal sottosuolo,
fremono e scuotono la natura incerta.
Già trovano sbocchi di fuoco e cenere,
tra gente perduta nei latrati dei cani.
Sorgono lanciando domande quasi divine,
adagiandosi ad anime insepolte e bianche.
Nessuno ama nessuno ed aleggia il nulla,
si scorgono incertezze che rincorrono aquiloni.
Appaiono nuvole come un tempo lontano,
vengono accarezzate le anime nude.
Riflessi azzurri come opale del cuore,
accolgono carezze addormentando i seni.
I fiori sinistri somigliano a religioni ignote,
dove la luna emana colori informi e gravi.
Depone languidamente una scala di nuvole dense,
e la nasconde al suo cuore e agli sguardi del sole.
La seconda luna.
La seconda luna sembra il viso di una donna,
che ha una margherita tra i capelli.
Gli occhi sono ancora del mare di maestro,
la bocca è una ferita sanguinante.
Il cuore suo è stanco di sentire voci all’imbrunire
e si nasconde al confine della luna.
La donna non trattiene un sogno che la prende,
lo lascia vibrare così, in libertà perduta.
Nella notte più buia il grembo di madre,
si domandò se il vento non porti dolore.
Un lamento nella notte chiusa ad oriente,
cerca spazio tra i vetri già oscurati.
Acuto uno stridore del cielo annuvolato e triste,
in una volta di musicale ebbrezza.
Quel vento ha compreso la donna che sembra un fiore,
e lascia che il gelo dei venti regoli la vita.
1
Anche gli umani comprenderanno gli astri,
in questo tempo di atroce sentire.
I giorni scorrono veloci che sembrano brevi,
questo è il tempo del sapere crudo e grave.
Il vento caldo porta con se l’alito della gente,
è una forte cenere di miele e angoscia.
La terza luna.
La terza luna è una bambina nuda e triste,
così misera che ha dolore e vergogna.
Non si mostra alla luce del giorno nuovo,
inizia il suo canto nella notte quando pochi si accorgono.
La sua voce è un fruscio tra le stelle del mattino,
e su tra gli astri è un infinito cercare.
Così si tramuta il canto in uno stormire di foglie d’argento,
inizia il profilo del giorno, dopo quella luce magistrale.
Qualcuno ascolta il canto, forse è una giovane donna,
si sente però il respiro prepotente di un uomo senza cuore.
La morte è ingiusta quando non è stabilità,
il sipario è nero quando cala alla fine dell’atto.
È un incantesimo o forse un’illusione,
la vita scivola piano ed il suo lamento è come l’inverno.
Il sipario è chiuso ed il cielo è già lacero,
il silenzio che viene è atroce e perverso.
La vita allora è come follia del sonno,
dove profumi e colori rispondono ad un destino cieco.
La bambina si rivolge alla donna, ha ancora margherita tra i capelli,
è stanca di questo morire e rinascere infinto.
Appare stanca dell’acqua che non ha potuto bere,
della fame del ventre suo di gloria.
Rinasce intanto ad ogni alba come dal seno di madre nuova,
e i fratelli pronti a partire con l’anima bianca.
Questa notte il vento caldo del sud è entrato nel suo letto,
ha portato alla donna voci calde e pietre.
Un canto lieve, un mormorio silente,
come una pausa del respiro leggero.
Si ricomincia a cantare alla luna,
e si nasce come anima in fiore che s’invola.
Giovanni Albano
Hai offuscato
il sole
e ti ho amato
lo stesso.
Hai infranto
ogni regola
e ti ho amato
comunque
mi hai rubato
luna e stelle
e non sogno più.
Ho versato
tutte le lacrime.
Ora rincorro
arcobaleni da sola.
Accetto il regolamento
Andrea Cipriano
Accetto il regolamento
Ti penso
Ed è inutile dirlo
Rammentarlo
Ogni fibra ti ricorda
Ogni giorno tu rivivi
Riemergi
Come un letargo intermittente
Mai totale.
Ti sento
Ad ogni mio crollo
Come fossi
Tuo bimbo per sempre.
Poesia
Titolo
“I Passi di un Tramonto”
Piangono le donne morenti
al flebile chiarore di un lume.
Farfalle in volo
ritraggono stralci di Poesia
per adornare gli alberi in giardino.
Al tremolio dell’acqua
si specchia il cielo,
la giostra delle nubi,
le Anime danzanti nell’aria settembrina.
Sull’onda degli asfodeli
abbandono i ricordi,
gli amori finiti,
la mia immagine invecchiata
lasciata sui gradini.
Cantano gli usignoli
una filastrocca d’altri tempi.
Una nenia che ancora
addolcisce il cuore.
Dondolando all’ombra di un dolore
getto al vento
i passi di un tramonto.
Accetto il Regolamento del Concorso.
© Così la rosa
alla fine del dì di festa
si accartoccia l’esplosione dei sensi
nel suo simbolo rosso e profumato
e l’aroma ormai dolciastro e farinoso
va via così
lasciando un sentore
di ultima brace .
Accetto il regolamento
Il viaggio
La tempesta ha forgiato
il mio cuore.
La morte silenziosamente
mi ha accarezzato
ma l’amore ha cambiato
la mia esistenza.
Due piedi che si incrociano
nello stesso cammino.
Il tuo sorriso ha illuminato
I miei occhi spenti
sino a penetrare nel buio dell’anima.
Nell’ incoscienza dei miei anni
ho intrapreso
un nuovo viaggio,
Il viaggio della vita.
Accetto il regolamento.
Laura Gismondi
ANDREA POLO
SEZIONE A
ACCETTO IL REGOLAMENTO
INCANTO DI PRIMAVERA
Sfiorano le acacie
con il cielo aranciato
i canti degli usignoli
posano veli di petali
è una pioggia lieve
dopo i turbamenti
del passar lieto
della vita
viene una calma
che venti odorosi
già portano via.
Hebe Munoz
Sezione A
Accetto il Regolamento
SPETTINIAMOCI
Non ci possiamo distrarre
dall’essenziale
dobbiamo salvaguardare
la lucidità dei sogni
C’é urgente bisogno
di custodire
gli abbracci ossigeno
i baci trascendoilcielo
le carezze tatuaggisullapelle
Imperativo é
guardarsi negli occhi
in mezzo ai silenzi
Fondamentale
non sostituire
il limitato con l’infinito
Indispensabile
rimanere aggrappati
controvento
oltrevento
ovunquevento
comunquevento
Doverosa necessità
di toccarsi con l’anima
e con i polpastrelli
per disegnare fili di gioia
sino alle impronte digitali
Concentriamoci
nel seminarci a vicenda
semi dell’albero dell’amare
sarà ombra
e sarà frutto
eredità
Tutto il resto é
superfluo
bugia
volgare
ingannevole miraggio
Nulla di questo
ha a che fare
con la bellezza
Teniamoci
amore
per mano
Spettiniamoci
hebemunoz©
Sezione A
Accetto il regolamento
Jack c’est moi( in viaggio con Kerouac)
Viaggiai per lungo tempo
per le strade polverose dell’America
col mio pick-up
arrugginito e sbullonato
per ritrovar la quiete
nei corridoi obliqui della mia infelicità.
Bevvi moltissimo,
ettolitri di alcol putrefatto
per arginar la sete mia d’amore e d’amicizia,
che non bastava mai.
Ero curioso,
guerriero e religioso,
totem selvaggio e senza pace
per approdar, da solo,
in letti solitari e senza affetto,
avvolto da coperte lise e fumi artificiali.
Il mio destino
segnato già da tempo
decise che fossi simbolo irrequieto
per generazioni postume
cresciute a sesso e libertà.
.
Ma io non l’ho saputo mai,
ero già morto!
Il corpo …
Il corpo non è
un ammasso di membra,
ma un insieme articolato.
Ogni parte svolge
un’attività specifica
in vista del bene comune.
Le gambe non esistono
per loro stesse,
ma affinché tutto il corpo
possa camminare.
Gli occhi non esistono
per loro stessi,
ma affinché il corpo
possa vedere.
Tra le varie parti del corpo
esiste una mutua dipendenza,
in modo che tutte sono importanti.
Le mani non posso dire alle gambe:
non abbiamo bisogno di voi.
Le gambe, non possono dire alla testa:
non abbiamo bisogno di te.
Quando una parte del corpo sta male,
la sofferenza si ripercuote
in tutte le altre parti del corpo.
Quando si sta bene in tutto il corpo,
anche la sua anima
o la sua vitalità sta bene…
Sezione A
Accetto il regolamento
Accetto regolamento sezione A
ANIMA EMIGRANTE
In questa città che lentamente muore
regalo il mio dolore.
In questa città che nasce dentro me
ogni volta dopo un arrivederci
lascio il mio amore.
In questa città che piange lacrime
coperte da morte bianca e nera
trovo la forza di rialzare il mio sconforto
per rinascere in amore che nel petto chiudo.
E quelle lacrime di città
lentamente diventano pensieri ossessivi
in cerca dello spazio
per far rivivere l’amore natio
che solo chi vive lontano
sa trasformarlo in adorazione.
Lentamente la città muore
sofferente di quella emozione che fa vibrare i cuori
coperta da questa insofferente incuranza
verso quelle bellezze di colori
che non prendono forma.
Lentamente questa città muore
tra lotte di potere che stracciano la vita
di chi non sa reagire alle tempeste
e naufraga tra mille paura
tramandandole a quel futuro
che non riconosce più i colori dell’amore.
Tra questo forte dolore e l’emozione che spinge forte sull’anima
cerco nel ricordo di bambino
quella felicità di vivere la mia città.
Città che lentamente muore
tra morti bianche e nere
negando il futuro di un cielo azzurro
alla nuova stirpe di spartani che nasceranno.
La mia città che lentamente muore
vive la bellezza dei suoi tesori
nello scrigno della mia anima
anima di emigrante.
ALTROVE
La mia vita è
altrove
nella periferia dolente
dove tutto è più duro
e più intenso e odoroso
dove tutto è più ardente
È oltre il cavalcavia
che da piccolo ho temuto
come le colonne d’Ercole
È nel ricordo di mio padre
che aleggia come una tenda bianca
esposta ai venti di terra
dei nostri pomeriggi estivi
che ci sfiora il capo
mentre dormiamo sul divano
È forse nella penna
che tratteggia nuovi spazi
e inesistenti dimore
dove vorrei abitare
se solo le parole potessero
vivere
perché scrivere
è un po’ come progettare
la casa che esiste
oltre le nostre vite
Frequento le strade dei miei quartieri
ma sono altre vie
quelle che percorro
perché appena ritrovo la strada di casa
mi sento sempre
perduto
I nostri discorsi al ristorante
presto diventano
labbra spoglie
che boccheggiano vacue
davanti a piatti imploranti
Il mio sguardo vaga per i tavoli
a scrutare le vite altrui
e coglierne i flussi sotterranei
sorrisi e sguardi
che si incrociano fugaci
e provare a essere trascinati
dalla corrente fresca dei loro discorsi
indecifrabili
Cerco vie d’uscita
tunnel spazio temporali
Forse il mio Aleph
è nel menù del giorno
in quelle ‘Linguine allo Scoglio’
che fisso con insistenza
a sfidare ogni possibile convenzione umana
Ma la porta è chiusa
come i tuoi occhi piatti
privi del dono del dubbio
che mi guardano
come se oltre
non ci fosse
nulla
alessandro chessa (accetto il regolamento)
Sezione A (ACCETTO IL REGOLAMENTO)
Foglie d’autunno
Foglie di un autunno appassionato,
che vi colora di un intenso ambrato,
vi staccate piovendo all’infinito,
su ogni marciapiede, su ogni prato!
Foglie d’autunno, avete preso fuoco
cadendo perpetrate eterno gioco,
di vivere e morire sempre in loco,
sposando quel terreno vostro amico.
Foglie d’autunno, vi adagiate piano,
leggere coltri per un freddo inverno,
con un gesto dolce e assai materno,
voi scaldate germogli in pieno sonno.
Rossana Emaldi
Accetto il regolamento, partecipo alla sezione A con la poesia Magnifico
Magnifico
Sotto terra le pietre parlano
di noi
e della nostra illusione
di partecipare alla vita.
Magnifico Signore
noi che balliamo
negli anni del Sole
richiamaci
ripensa alla creazione
e conforta
il cuore della madre.
Magnifico Signore
noi adoriamo la tua essenza.
Noi siamo la tua essenza.
Sotto la terra
custodiamo
il segreto.
“Pensiero del mondo”
La luce improvvisa passi.
Lei guarda fuori dall’oblò
ricerca una fanatica visione
di se stessa e del suo passato.
Ma la luce diventa scura.
Lei è seduta. Osserva placida
quel futuro precluso.
L’indomani, fu l’eclissi.
Dopo tre giorni, lei morì.
Non ci fu più luce,
ed il mondo collassò.
– accetto il seguente regolamento del Contest I Canti.
Grazie. Bell’idea. Bel concorso!
Mio amore
Ieri mi sono innamorato
Lei è bella
e molto sinuosa.
Ed io scrivo canti per lei
perché non posso dimenticare
i suoi fianchi.
Ieri mi sono davvero innamorato
e non potrò più scordare
la bellezza della mia donna.
Nel sogno è un sogno.
Nel mare penso a lei
e rivedo la macchia
della sua pelle.
Ma forse non è una macchia.
Il suo cuore non mi appartiene.
Ma io sono innamorato.
Forse scrivendo una poesia.
E la scrivo.
Ti amo.
Io Luca accetto il regolamento.
ASCOLTA IL PASSO BREVE DEL MATTINO
Ascolta il passo breve del mattino
La notte è stata lunga e insonne
e viene l’alba dalla veranda spoglia
E’ un giorno fatto di crepe e di gelo
di rugoso fogliame che marcisce a terra
Eppure la luce scende tra le viole
che brillano nell’agonia del bosco
Sta passando lo spargisale
e la strada è lenta e insicura
come il tremito del tuo corpo
C’è un sentiero tortuoso
lontano dal mare, dove non arrivano
né scirocco né libeccio
Fermati lì a guardare le pietre del fiume
dove l’acqua scorre in rivoli e cascate
E’ tutto un saliscendi, un oscillare
di tiepidi attimi di vita
Non pensare alla foglia che muore
o al ramo che si spezza
ma al pesce che guizza
e ai germogli che nascono
nella tua anima schiacciata dal freddo
che riesce a volare anche d’inverno
e a seminare speranze nuove
come il prossimo mattino d’aria limpida
Sezione A Accetto il regolamento
Accetto il regolamento, partecipo alla sezione A con la poesia
Sassi
sassi sassi solo sassi
sulla strada sulla scarpata
sassi fermi ammassati
un sasso per ogni volto scomparso
una piccola mansarda scomposta
atterrata tra un secchio e un giubbino
la macchinetta rossa di un bambino
una sedia vuota capovolta
una tenda ancora scossa
su una finestra sventrata
una vetrata aperta sul bosco
un termosifone che pende da un asse
come panno steso che attende
uomini e donne accasciati
ai piedi di case inesistenti
fissano sguardi ammutoliti
su blocchi accatastati
in cerca di voci affetti oggetti
inghiottiti dal fondo della notte
lacrime d’impotenza raggelano
le ultime briciole di speranza
che rotolano tra polvere e pietre
insieme a lettighe che portano in salvo
non c’è più nessuno
sussurra sconsolata una nonna
ho perso tutti abbiamo perso tutto
un campanile ha sfondato un tetto
e la campana a terra non può suonare a morto
non c’è più nessuno a portare il lutto.
Per il Contest “I Canti” partecipo accettando il regolamento con la poesia “In ricordo”
In ricordo
Giravano le foglie
incastonate nella spiaggia.
Lì, davanti a noi,
– nessun altro era visibile –
pietre di antichi sapori
ed una marea persistente
che inneggiava al passato.
Le foglie gialle e rosse
vagavano disposte dal vento.
La casualità del messaggio.
Non ti arrivò il mio calore.
Ed in ricordo della stagione
– qualcuno ora passava svelto –
l’immagine incrollabile
della luce salmastra.
Rivivi ogni istante.
La morte fu una benedizione.
Ed in ricordo
fummo coperti da rami.
Inutile risveglio
Siamo fermi ad aspettare le sei del pomeriggio.
Ti guardo mentre assorta sfogli le foto
ed il pensiero sfugge alla logica.
Dovremo sceglierne una bella,
una recente,
una nella quale sorridi.
Ma nella mente non abbiamo immagini adatte.
Quasi non afferro i momenti.
Solo tanta nebbia.
Solo tanta nebbia.
Sono le sei.
Ti alzi, perché suonano alla porta.
Sono arrivati.
Ed ancora non abbiamo scelto.
Ancora non capisco il perché.
Le sei e sei.
Dobbiamo andare. Ormai è tardi.
Ti alzi, ne prendi una a caso.
E senza proferir parola
pensi ad un inutile risveglio.
– accetto il regolamento
Sezione A – accetto il regolamento
LINEA DI FUGA
In fuga da rifugi insicuri
e da parole fitte d’inganni,
in fuga dal consapevole io
per approdare sulla linea
del giorno che si rinnova,
su bocche aperte di stupore
alla meraviglia del vivere…
In fuga da canali d’illusione
e da gesti di circostanza
In fuga da me, da te, dagli altri
per riprogrammare il verso
della corrente del tempo…
Qui sulla linea di fuga si respira
scrutando un nuovo orizzonte.
Si può vivere a lungo
corrugando la fronte
su sogni densi di silenzio,
che persistono
fino al confine con l’infinito.
Sezione A accetto il regolamento
Non è che se chiudi gli occhi tutto passa,la realtà non si trasforma puoi tentare di infrangere il muro di solitudine.
Eppure vorrei fosse il mio respiro a spezzare il ritmo a colmare il mare; raggiungere l’infinito non serve a nulla quando tutto è finito dentro te.
Ecco la trasformazione occhi chiusi si scioglie il corpo non è più
materia, in torno scopro il mondo dove tutto si materializza come voglio si illumina …mi sfioro esisto!
Ancora! Sono i pensieri a cambiare ciò che sfiorano; pensieri minuziosa carichi di aspettative, lontano che solo loro possono raggiungere.
Ormai sei l’ombra di una persona che non esiste più,anche i pensieri sono morti nel pozzo della solitudine, delle incomprensioni. Nessuno che ti chiama, rimane solo la rabbia di non saper usare le parole di pronunciare solo quelle sbagliate, di barcollare anche aprendo gli occhi per guardare le vie lontano brullo e desolato senza più punti di riferimento…mi sfioro esisto.
Partecipo al Contest “I canti”
Accetto il seguente regolamento.
E mi complimento per l’iniziativa.
“Estate”
Il mare luccica di speranza,
tra le rocce un granchio
simpatico che mi guarda.
Il mio amore è svanito
fra quelle onde.
Il mare non ne ha alcuna colpa.
Quando il turbine si esalta
dovremo solo mirarlo,
accettare la sua forza.
Il mare ora è nero.
Il mio animo è simile.
Come quel pendente
che avevi lasciato nell’asciugamano.
Lo tengo ora in mano.
Lo darò al mare
perché possa incontrarti
un giorno,
mio dolce amore.
LA SERA
La sera quando torni a casa
e un’imprigionata cappa di silenzio
un accumulo d’assenze t’investe
e ricordi di non essere un eroe
accendi la televisione, la lasci
– purché parli – parlare, ravvivi
le pareti con la consueta lampada
ti siedi sul divano, riconosci le foto
i quadri, le piante, gli swarovski
un poco più impolverati, lo sguardo
miseramente ieratico dei peluche
e l’ordine pazientemente custodito,
ti chiedi se sia consuetudine
questa estraneità a sé stessi
il sentirsi altri da sé e il non poterlo
il non volerlo essere
perché è questo vuoto
più cercato che fuggito
a renderti chi sei.
Fabrizio BREGOLI
Accetto il regolamento
Il mondo è bello
il mondo è flessibile;
non vi sono altre ragioni
perché il trauma abbia inizio.
Mi seguono gli agnelli,
mi ascoltano gli agnelli:
ho tutta l’ erba per soddisfare
le loro esigenze.
Il piccolo cigno aereo della luna!
Abbiamo aria circostanziata,
abbiamo acqua canalizzata.
Vorrei avere l’ eterna
malattia del sonno.
ACCETTO IL REGOLAMENTO SEZIONE A
Accetto il regolamento. Partecipo con al poesia “Nero”
Nero
Un giorno,
da qualche parte
ho notato un armadio.
Non ho potuto sbirciarci.
Non ne ho avuto il coraggio.
Ma non ho mai scordato
– mai –
quel colore nero.
Le ante ricamate
le sognavo la notte,
spalle di uno scrigno tozzo.
E quel nero sfavillante
nel quale annegava
il mio sguardo,
il mio sogno.
Quel nero
nero
che dovevo sfiorare.
Un giorno
mi pentirò di non averlo
annusato.
Forse è oggi,
quel giorno.
-Solo ma vivo.-
Solo una cosa importante,
è il respiro affannoso
di un corpo stretto in sé,
cogl’occhi bagnati e spenti
inadeguati al futuro.
Lontano da vigliaccherie quotidiane,
sbadigliando il rimorso d’un’arroganza senza pari
incatenato all’invincibile paura,
infinito travaglio.
Ma sbagliare
è anche dimostrazione di vitalità.
Sezione A poesia
Accetto il regolamento
Assenze.
Sei venuta a trovarmi dentro un sogno
quando il mattino dormicchiava ancora
e pur se sei svanita con l’aurora
io sorridevo, perché sembravi vera.
Vera mi è parsa quella tua carezza,
vere le tue rughe alle mie dita
ed ai miei occhi
famelici, da tempo, del tuo volto,
e dimentichi del tempo del dolore.
Ma ora si allunga l’ombra della sera,
e ancor di più mi duole la tua assenza,
mi duole il vuoto nel cerchio delle braccia
e quel sorriso, ormai, si è fatto pianto.
V. Arangini
Regale trama d’acque
(Alla Cascata delle Marmore)
La vedo l’acqua nei tuoi sorrisi permeabili innocenti
zampilla dietro la luce che mi passi e ruota e gioca
dall’abbrivio d’un biancore allegro,
strusciante trillo che ci zittisce.
E’ caldo lento questo, astuto maggio,
non risparmia vette di paradiso
il tuo attimo adorno di gote stupite
a spasso sul letto candido che è il tuo bel viso.
Un controcanto l’acqua che rinforza
avvolge le aspre fronde, le ammansisce,
signoreggiando salta la cascata imprendibile
che avvince bocche e mani
e col suo canto vorticoso ruggisce.
Corpo e ambrosia questa perla innamorante
e spruzzi primordiali, tuffi d’autore,
furie che s’avventano sul nostro spartito
scolpito col rapido avanzare del tuo cuore .
Estatici accenti di cielo si accompagnano al profilo
ancestrale che questa vergine corona d’acque vanta,
eterno e imperioso verbo sinuoso
nel volto disuguale che è il nostro respiro.
Mentre si affaccia dal monte la cruna della sera
delle tue labbra mi resta la festa
e solingo è soltanto il solco metallico di un’eco industriale
che allaccia le braccia dell’ultima goccia.
Giuseppe Mandia
Accetto il regolamento
LA PELLE NON DIMENTICA
Fra le tremule pieghe della carne
incide il sole profonde
le sue impronte di luce,
dalle ali del vento
schiaffi e carezze sul viso
La pelle non dimentica
Non dimentica
le voci del buio
né i silenzi del giorno
mentre ancora ascolta
i rumori graffianti del tempo
La pelle non dimentica
Stringe a sé
sguardi e promesse d’amore
tepori d’intrecci soffusi
memorie malinconiche
di stagioni sfumate
La pelle non dimentica
Assapora
profumi e colori lontani
baci rimasti sospesi
l’abbraccio salato
di mari mai attraversati
La pelle non dimentica
Le ferite di ieri
sono le cicatrici di oggi
già orme appassite su sentieri futuri,
tutto scivola via
ma tutto resta
Perché lei, la pelle
non dimentica.
Laura Vargiu
Sez. A – Accetto il regolamento.
accetto il regolamento
Poesia
Che tutto sia poesia
la tua
la mia
Che l anima sia immortale
e l amore possa giovare
Le stelle stanno a guardare
il corpo
il nostro corpo
e il danzare.
Che tutto sia poesia
la sua
la meraviglia
dell infinito.
E la musica di Dio
che vibra
che anima
le nostre menti
ed i versi
seguono
senza freno.
partecipo con la poesia “Miranda”
Miranda
Il lago era denso
Miranda all’ingresso.
Il lago si increspava
Miranda sulla sponda.
Ero un eccello
che volteggiava
sulle nuvole scure.
Vidi ogni suo movimento.
I passi
Le mani
Il suo corpo suadente.
Nessun pegno
Nessuna esitazione
Miranda andò.
In un mondo perfetto
è l’amore che governa
Miranda affogò nella sua mente
Il lago denso ed increspato.
La musica dolce
Le onde
E la voce che dettava.
Miranda
ora ti vedo
alta in cielo
con le tue sorelle
celebri la vita.
Universo
Azzurro cielo
lo sguardo si posa
Pianeti stelle satelliti
La mia mente
costruisce
nell’immenso spazio
uomini nuotano
A grandi tubi legati
esplorano
nuovi sconosciuti mondi
Reticoli di scie
disegnano l’azzurro
Ancora una volta
l’Uomo
ha violato l’immenso
M.B. 2016
Marina Bergamo
Accetto il regolamento,
I bimbi di Aleppo
Con un Dio fin troppo indaffarato,
gli aerei volano incombenti
nel cielo spento di Aleppo
seminando un infinità di bombe
che sembrano uova di latta.
Ma non sono pulcini
che brillano al sole,
quelle schegge taglienti
in grado di spezzarti un braccio,
una gamba. La vita stessa!
Un terribile schianto e via!
e dopo, silenzio e pianto.
Polvere bianchiccia e sangue.
Agglomeri di detriti e di corpi laceri
dove i bimbi di Aleppo giocano sereni
sotto un fuoco di ferro e fuoco
come se fosse l’ultimo gioco
di un gioco più grande di loro.
Nei fossi ingannevoli di fango
i salti e gli strepiti e le urla
pieni di gioia infinita
dà la sensazione di una pace
che qua non c’è mai stata e mai ci sarà.
Possono perire in un refolo di vento,
ridotti in parti smembrate.
Possono perire per bocche di cani famelici,
ma loro insistono a divertirsi e a saltare
con la morte stampata negli occhi.
Per i bimbi di Aleppo,
un gioco è sempre un gioco:
“Come sono contento!” gridava uno di loro,
dentro il fosso cavo, trasformando
il destino per un gioco di nulla,
per morire ancor prima di morire,
o per giocarsi l’anima sotto una pioggia
di spari feroci, nella cupola plumbea
priva di ogni possibile certezza.
José Russotti – Accetto il regolamento
Accetto il regolamento
Sezione A – poesia
– In perenne equilibrio –
In perenne equilibrio
sul promontorio
dei pensieri
osservi il mondo
sempre in movimento
in cerca
di ogni dove,
di ogni motivo
per vivere
in qualunque stabilità,
qualunque identità.
Perso nei tuoi pensieri
rimani,
quelli istanti
di rabbia
che annaspano
dentro te
ti portano via,
correndo confuso
oltre ogni limite,
voli
più in alto che puoi,
fino a toccare
la vetta del sole
che sorge.
Daniela, 04 Ottobre 2016
HO SCELTO TE. Accetto il regolamento, partecipo alla sezione A
HO SCELTO TE IN UNA DOPPIA MATTINATA ESTIVA,NELL’AZZURRO MAGICO DEL TEMPO E IL VENTO DIVENTO’ BREZZA SOPRA DI NOI,UN SORRISO D’APPAUSI NEL VISO E NELL’ANIMA SIA IO CHE TE… HO SCELTO TE LUNGO PARETI DI ROCCIA E DI MUSCHIO,LE TUE LABBRA DI FUOCO,I TUOI OCCHI DI SETA E IL TUO CUORE DI BIMBA,CON BATTITI D’ENTUSIASMO TANTO E PIU DEL MIO RACCONTAVA DI SE… HO SCELTO TE,TRA TUTTE LE STELLE DEL CIELO,TRA TUTTE LE CRISTALLINE GOCCE DEGLI OCEANI,PERCHE’ SEI TU CHE HO CHIESTO ALLA VITA PERCHE’ TU, COME NENIE CONOSCIUTE,RIUNISCI FARFALLE E LIBELLULE SULLA PUNTA DELLE DITA…. HO SCELTO TE ,DA SEMPRE TRA LE NICCHIE DEL CUORETRA RAGGI DI LUNA HAI SEMINATO IN SILENZIO L’AURORA,COME SE NIENTE FOSSE,COME UN USIGNOLO SUL RAMO PIU ALTO,COME UNA MAGICA PRIMAVERA… HO SCELTO TEIN UN ANDIRIVIENI GALOPPANTE DI ONDE DEL MAREE DI SPICCHI D’INFINITO,TUTTO E’ INIZIATO SENZA MAI FINIRE,COME UN BIMBO CHE GIOCA COL SUO MIGLIOR AQUILONE,OLTRE LE CHIOME DI GINESTRE IN FIOREE OLTRE LA MAGICA DANZA DEI SENSI… HO SCELTO TE,CHE SEI LA PIU BELLA,CHE FAI DEL SOLE IL TUO COMPAGNO DI VIAGGIO,CHE ACCOGLI SUL PALMO DELLA MANOALTRE MANI INSICURE,OLTRE LA RESISTENZA DELLA NOTTE,OLTRE ETERNE MAREE IN CHIAROSCURO… HO SCELTO TE,ADESSO E PIU CHE MAI,PERCHE SO BENE DEI TUOI SORRISIE DELLE AGITATE SERATE DELLE NUVOLE D’AUTUNNOOLTRE MAESTOSE CATTEDRALI DI GRANITO,HO SCELTO TE CHE COME UN URAGANOHAI FATTO DI ME UN GUERRIERO INCURANTEDELLE SPALANCATE FINESTRE DEL BUIO…
Partecipo al contest accettando il regolamento.
Eravam distesi sulla riva
le stelle pian pian
cadevano giù
e la luce custodiva
ognuno di loro.
Il lago avvolto in
grida di cristallo
dondolava
estatico.
Entrai nelle acque
i polmoni aperti
il respiro leggero.
La riva era nello stesso lago,
il lago nella stessa riva.
Tu mi guardavi
ed io di spalle ricambiavo.
Arrivarono, erano in molti
la luce ci avvolgeva
di lucidità.
Era ora, era ieri. Sarà.
Accetto il regolamento sezione A-Poesia
“Il per sempre”
-Quando ti marchi la pelle
imprimi e assorbi una parte di te
che non potrai più dimenticare
un passato, trasformato in presente, rimanendo nel futuro
nel suo odore e colore sospiri il:PER SEMPRE.
Un nome, un atto, un’inguaribile voglia
incastonata fra le fessure del cervello
asseconda ogni passo, portandoti nell’oltre
e non esiste nessuna via d’uscita
non puoi e non vuoi competere con l’eternità.
Preludi in segreto la scelta esaudita
fortificando l’animo ad ogni contrasto
custodendo ancora il sapore iniziale
e aspirandolo ogni qual volta possa servire.
Tu e il mondo una cosa sola, ma in sfida,
cadendo sanguina quel PER SEMPRE
ricordando il dolore subìto
ma che diventa piacevole al tuo rialzo
per aver tolto un’altra cicatrice.
Senza Corpo
Il sole brucia la terra
e rinnova ogni giorno la sua opera.
Ci guarda col suo fare paterno nella pienezza della maturità.
Compagno sovrano di calore, lealtà, coraggio
Guarda gli uomini e scende una lacrima
per un amore senza abbraccio
una parola senza empatia
una carezza senza mani.
Lui distrugge se stesso per rilasciare vita
Noi viviamo in un magazzino di suicidi.
Siamo un cimitero di fosse vuote da riempire con l’indifferenza
L’infanzia negata
Il rancore pulsante
L’odio accecante
E non gettiamo mai
la prima manciata di terra.
Non la sotterriamo la morte
Gli portiamo fiori.
Che ottusi.
– accetto il regolamento
SENZA FIATO
Brezza
Dal mare
All’alba
Abbracciati
-Mare e cielo
Senza fiato-
Nel bacio
-Dell’eterno
Fuoco nella
Fontana
Dell’amore
Senza fiato-
Solo ardore
E sognare
All’alba
O navigare…
Bogdana Trivak – poesia edita tratta da “Dal nulla”
Accetto il regolamento – sezione A – poesia
Partecipo al contest accettando il regolamento
Grazie per la possibilità. Ho letto anche le altre poesie, sono molto interessanti ma spero comunque di vincere! In bocca alla giuria!!!
Saldi nel pensiero
linee che si avvicinano
e non si spezzano.
Non lo si può chiamare destino
se siamo noi a volerlo,
se siamo noi a crearlo.
Storie che inventiamo noi.
O è la follia che mi guida?
Un’immeritata follia
che devasta ogni realtà.
Son parole in prosa
e non versi.
Arriveranno e saremo disarmati.
Complicato liberarsi
Nessun dato è contenuto.
Continue illusioni
una mente persa nell’oblio
una candela che brucia.
“SI”
Galassie di note sopra la testa
la giacca aperta
il cuore scucito e le mani vuote
colpisci sole
le ombre ti aspettano per correrti dietro
per disegnare nuove vie
per confondere i confini
guardaci in faccia sole
fino a farci scivolare una lacrima
scioglici l’anima
perchè ce lo stiamo dimenticando
quanto brucia l’ardore dell’esser vivi
Vestiti bene dentro le nostre solitudini
ci perdiamo nell’oblio
del fare fare fare
dentro questa corsa sfrenata del mondo
che calpestiamo senza più guardare
E’ urgente l’Amore
negli occhi della gente
nei gesti delicati
nei sorrisi appena nati
E’ urgente la Poesia
Anna Pieramico 2016
Sezione A – Accetto il regolamento
RINCHIUSO IN UNA GABBIA
Ti osservo grande, figlio mio…
La memoria mi conduce nel passato
a quando,
trottolino,
inseguivi un punto fermo
immaginario
Il tuo divenire tardava ad arrivare ,
con compiacimento soppesavo
che eri immerso nel pensare
Mentivo al mi accettare
“ in fondo,ogni essere non è a tutti eguale! “…
…ed inghiottivo,
quell’ingannevole boccone a digerire…
Intanto il tempo rendeva grandi i tuoi occhi patinati e assenti,
assorti nel tuo mondo da seguire
Un mondo di colori confinati,
senza sfumature
rifugio indispensabile da una realtà invisibile
e per il male lì non c’è dimora
e per l’oscurità non vi è paura
Mi chiamano i tuoi occhi,
ma non mi tocchi
Parole silenziose senza toni
ma che a una mamma non sfugge il lor sentire
e ti rimando ciò che vuoi sapere
che vuoi carpire…
Imprigionato,
in una bolla confinato
Escluso dalla disabile cecità del “ normale “
avida di raccogliere
arida nel donare.
( Paola Mastandrea )
Copyright 2016
accetto il regolamento
Sezione A Poesia: accetto il regolamento.
Canteremo
Si, canteremo un giorno finalmente,
le canzoni chiuse dentro il cuore.
Oltre il cielo, i mari e i monti;
saran le prime col vento a volare
e, vedere la vita che non c’è.
Ora è tempo di credere in Te,
seppur da noi il peggio hai avuto.
E, le navi salperanno ancora alla ricerca della rosea aurora.
Là troveremo prati verdi in fiore;
non sotterrati da veleni atroci che ci fan sentire del dolor le voci.
Saran gli uccellini a coprire i lamenti ma saranno però solo momenti……
Nel dormiveglia farem le capriole
e dall’occaso passeremo al sole.
Credere, credere, credere ancora.
Andremo così oltre il muro del pianto
e, con le pezze asciugherem le gote che hanno scavato il tuo viso di grotte…
A Te che sei nell’alto e attendi:
facci la grazia di venirti accanto.
Questa poesia non è il mio pianto che,
sgorgherà quando si spegne il sole.
E’ una preghiera, un lamento, intanto che questa vita torna a vibrare.
Come un’arpa al vento marino,
come un battito d’ali o il riso di un bambino;
che ritrovi innanzi il suo destino.
Basta soffrire, basta dolore; d’ora in avanti trionferà l’Amore.
Faremo in tempo a vederlo tornare?
Basta soltanto volersi amare !
Parole
Esprimevo parole senza senso
in quell’angolo di cielo
chiamato IO.
Esprimevo rimedi all’angoscia
diatriba inconsolabile
paure incontrollate.
Rimossi il panico dalle ombre
Non fui mai più la stessa
e le ombre mi colsero
insoddisfatta.
Le parole sgorgavano senza sosta
le mie pene gareggiavano
La vita era scomparsa
ed il cuore timbrava cartellini
scaduti.
Le parole si spensero
non IO con loro.
– accetto il regolamento
Dolce sera
Non avevo pensieri quella sera.
Inverno.
primavera
estate
Autunno.
E la mente volava da lei
ancora immersa negli studi
Non le interessavo
Lo capisco.
Solo ora.
energia di una notte.
E quella sera non avevo pensieri.
Ma lei s’intenerì di uno straniero
smise di studiare.
Volò via, partì.
Svrissi sino a perder la ragione
mentre il sangue ribolliva
e marciava.
Sono loro i miei amici
Sono loro gli ostacoli.
Partecipo alla sezione A, accetto il regolamento del bando
Sezione A (accetto ogni punto del regolamento)
Erika Cecina .
Papillon.
In un prato ricco di fiori,
Dove il Sole riscalda i corpi, le piante e l’aria stessa.
Due candide Farfalle
Leggere
Sfidano la Natura
Volteggiando nel cielo limpido, ignorando il caldo e i fiori.
Esse sono singole nel Loro genere
E niente le distrae
Dall’incanto l’una dell’altra
Insieme vogliono sfiorare le lontane nuvole,
Non temono tempesta e nemici .
Coraggio è racchiuso nel Loro volo .
È una scelta
La Vita
È viverla in Due è Amore,
Avventura
Paura
Parità
Rispetto
Lealtà
Ma soprattutto destino meraviglioso
Che ogni Bacio diventi alba e tramonto
Che ogni carezza muti in Passione .
Volteggerete come Farfalle
Vicine
In questo Mondo immenso.
Insieme sarete
Unicità d’Amore .
Vita
Per questo mare mosso da tempesta
passa la nave mia sfidando i venti
tra i flutti del viaggio che s’appresta.
Lungo la strada degli incantamenti
alla deriva vado come legno
abbandonato in facili illusioni
chè della meta più non trova segno,
ma cicatrici e rughe di passioni.
Come fuscello mi sommerge l’onda,
ma più bruciante è il sale dei miei occhi
quando perduta credo l’altra sponda
e da lontano sento già i rintocchi
di una campana dalla voce tonda
che mi consoli e come manna fiocchi.
Marisa Cossu
Accetto il regolamento
Partecipo al contest I Canti con la poesia del 2013: Io senza te
Accetto il regolamento
“IO senza te”
Pioveva nella città dell’assoluto
Pioveva da ore senza cedere
il passo.
Io senza te raccontavo
alla pioggia degli istanti
della nostra storia.
La pioggia scivolava
sulla finestra incurante
dei ricordi.
Io senza te maneggiavo immagini
che rendevo reali per follia.
Ma ancora nulla era stato scritto
ed ancora nulla svelato.
La pioggia lo sapeva
e continuava a cadere,
a lavare il passato .
Non eravam forse i migliori?
Rosa
Rosa, rosetta
sei la mia diletta.
Ogni primavera
profumi di chimera.
D’inverno poi
hai l’incanto del noi.
Rosa, rosetta
sei la mia protetta.
L’autunno ti ama
come la lama.
Ogni estate s’incanta
di mirarti sacrosanta.
Ludovico Carmelo Bossi
– accetto il regolamento del contest, partecipo alla sezione A
RETRO’
Uso parole antiche per cantare,
senza le note e accordi musicali,
le mie emozioni,
le mie ispirazioni,
ciò che nutro nel cuore e nella mente,
ciò che m’incanta,
che mi da sollievo
o di tristezza ammanta:
sono retrò?
Mi fermo ad ammirare i fili d’erba
che dolcemente s’alzano da terra,
i fiori appena nati,
gli insetti indaffarati,
i cani addormentati sul selciato
sazi di noia,
senza più padrone
e d’affetto privati:
sono retrò?
Un soldo e una carezza al bimbo sporco
che chiede l’elemosina per strada
con tenerezza porgo
e uno sguardo pietoso
alla donna che penso sia sua madre,
a chi strimpella
la fisarmonica
all’angolo di strada:
sono retrò?
Sono retrò se mi fa rallegrare
la vista dei ragazzi che amoreggiano,
le coppie che passeggiano,
i bimbi che van dietro ad una palla
ed urlano,
e ridono,
e cadono,
ma si rialzan subito,
le mamme che allattano,
i vecchi che sospirano?
Sono retrò se resto ad ammirare
il sole che tramonta sopra il mare,
un geco sopra un muro,
il volo d’un gabbiano,
una falena che cerca la luce?
Se resto ad ascoltare
rapito ed incantato
la nenia di un anziano accatarrato?
Se mi emoziona il pianto di quel padre
che accompagna la figlia sull’altare
e il pianto della madre
che vede il figlio andare
in cerca di lavoro chissà dove?
Sì, forse son retrò,
ma tale voglio stare,
perché altro modo d’essere e pensare
non mi sta bene;
e se a qualcuno piace dissentire,
da buon retrò lo lascio contestare. **
Lillo Taibi accetto il regolamento
Sezione A, accetto integralmente il regolamento
Ricerca
Chi può riuscire a rappresentare
usando il racconto
la storia di un popolo
Quando è possibile arrivare a manifestare
il senso di una storia umana
Poche parole scelte
tra la moltitudine delle disponibili
si dispongono in fila
a formare una composizione
che mette i cardini al tempo
A chi il frutto della riuscita?
Allo storico? Al poeta?
Allo scienziato? Al saltimbanco?
A una donna? A un ragazzo?
Il Tevere scorre lento sotto gli argini
dopo i giorni di piena
con le sue acque grigioverdi,
i pensieri sembra amino la sua immagine
e di nuovo il tempo aggredisce la fantasia
e ne diventa padrone,
così riesco a dire una cosa,
serve almeno tutto il coraggio
per sopportare il dolore della perdita
di quel conio puro che sa non cedere
al vino e all’irrisione.
Se non basta
servirà comunque un giorno
per raccontare il senso della propria storia
vi potranno riuscire altri
giungendo a rubare il segreto
a quell’evento.
Maksim Baluganti
sezione A – accetto il regolamento
Vorrei…
Cos’è che posso fare?
Il sogno mio più grande liberare.
Vorrei poter volare,
per cogliere il mio spirito selvaggio
e un pizzico di polvere stellare.
Facendoti risplendere.
Facendoti brillare.
Così che tutto il mondo sappia come dentro sei.
Vorrei…
Vorrei…
Vorrei essere per te l’uomo ideale.
Quel qualcosa di speciale,
quel qualcosa di essenziale
per curare ogni tuo male.
Litigi, malintesi, problemi da sanare.
Questo vorrei fare.
È questo che mi basta.
Conoscere l’essenza della vita,
provando a rinunciare
ad ogni suo piacere materiale.
Vorrei poter conoscere me stesso
e a quale scopo dover qui restare.
E se un giorno sarò amato,
vorrei saper amare.
Amato ed accettato per chi sono
e amarti come veramente sei.
Vorrei…
Vorrei…
Sezione A, accetto integralmente il regolamento
-L’anima al guado-
Iperbole emotiva
lasciata macerare
all’ombra del ricordo.
Assaggio il futuro.
Retrogusto di passato.
Un lancio di sasso.
Nello stagno
onde concentriche
in moto contrario
si ripiegano verso il centro
sprofondando in loro stesse.
Una lama di luce.
Il sole
basso sull’orizzonte
divide le acque
per l’anima al guado.
DETTORI MARIA CARMELA
sezione A-accetto il regolamento-
SOTTO LA GRANDE QUERCIA
Accarezzo i tuoi occhi,
ragazzo mio,
come brezza cui non fai caso,
perché le ombre della vita
non oscurino il tuo sguardo,
quando la nebbia
si opporrà ai tuoi passi
e barcollerai
sanguinando tra i rovi,
ti confonderà i pensieri
arrivato al bivio,
cadrai affranto
e ti mancherà il coraggio,
bagnerò la tua fronte
con acqua di sorgente
e laverò dal cuore le ferite.
Siedi, intanto,
sotto la grande quercia,
ascolta soltanto
il silenzio ambrato dell’aurora,
mentre le dita sfiorano
le corde della chitarra amata
nel sussurro della tua voce roca.
E’ troppo presto, sai,
per lasciare la dimora,
quel sorriso,
che d’istinto regalavi a tutti,
tornerà presto sul tuo viso,
s’allarga al sole
già lo squarcio della nebbia,
e già la luce torna,
e torni tu sulla via smarrita,
camminerai dominando la paura,
con sulle spalle la forza della vita,
e il manto caldo
nel mio infinito amore.
Accetto il regolamento del contest I Canti. Partecipo alla sezione A, poesia.
Buio
Dinnanzi solo la notte
a portarci in valli oscure.
La luna, ferita,
nascondeva la sua luce
fra la coltre nuvolosa.
Il mio fedele destriero,
ruvido manto,
costeggiava pianure da ore.
Nessun rigagnolo.
Nessun sostegno.
Il buio assaliva
la mente
e l’ambiente
e noi diventammo incubi.
Psiche gemella.
Psiche oscura.
Invocai le stelle.
Ma ancor più buio apparve.
Il mio destriero perì.
L’altro vento
Tirava un vento impossibile
che non si sapeva
da dove nasceva
e se scendeva
o saliva.
Ci buttava addosso il mare
e una marea di memorie.
E quella si
quella saliva
a ricordare che ancora eravamo fatti
di pelle, ossa,
e carne.
Che potevamo ancora andare
a nasconderci negli oliveti
e a morire nelle vigne.
Tirava un vento impossibile
e ci lanciava nei volti
tutti i brividi
i sussulti
le voci delle notti candide
e tutti i “ciao” gli “arrivederci”
non erano altro che…
Addii.
Antonello M. – Accetto il regolamento – Sez.A
Accetto il regolamento sez. A
Titolo: Il pane e le viole
I pensieri cercano la quiete del respiro
là dove il grido dell’ultima rondine
si perde nell’eco della valle solitaria.
L’incanto del giorno muore.
Intense emozioni sovrastano
il perimetro del mio cuore.
Bagliori di luci
dipingono le corolle dei monti,
e tutto sembra una collana di perle
incastonate nell’immenso cielo.
Ascolto la voce del lago
ed osservo il vertiginoso moto
dei mulinelli d’acqua.
Sulle sponde in fiore
assaporo la fragranza di questo pane
ed annuso il mistico profumo delle viole.
Tutt’attorno si trascina lentamente
dentro ricordi che vivono nel pianto,
e tu dolcemente sorridi e rincorri
l’ultimo abbraccio come un sottile
petalo di paradiso…
Fortuna
Deplorevole vivere
senza sognare
ma anche viverla
solo nei sogni.
La fortuna ci accompagna.
Le anime ci avvolgono.
La Luna splende
ma il cuore sanguina.
Percezioni.
Nulla più.
Di esistenze altre
che ci inondano.
Le loro prossime vittime.
Inconsapevoli anime
si stringono al male
chiamandolo speranza.
Ma è solo un demone
che succhia la fortuna.
La luna splende
ogni giorno ci scruta.
L’astro rinnova la sapienza
L’uomo rivive la sua ricerca.
Il sogno si inceppa
in un circolo di bugie.
La fortuna si nasconde.
Io resto immobile.
Il tempo scorre con le stelle.
Io resto immobile.
Tra le parole del passato.
La fortuna mi cela il presente.
La ricerca dell’oblio.
Sto bramando l’oblio.
– Accetto il regolamento.
Accetto il regolamento. Sezione A.
Titolo: ARMONIA DELLE LACRIME
Aspre note suonanti
tra pascoli erbosi,
bei alberi salienti
con chiome ombrosi.
La triste armonia
di culture legate
al sudore ignominia
di persone piegate
al duro, umile lavoro
in campi come servi,
con poco soldo danno oro
a chi li usa per costringerli
a obbedire e faticare
senza poter protestare.
Dio c’è anche per essi
che patiscono tra le messi
senza mai alzare la testa
che perciò è molto mesta.
Basterebbe un po’ di cuore
per dar loro una vita migliore.
Accetto regolamento sez.A
La passeggiata di un folle poeta
Se ne andava
dove moriva il giorno
con il capo appena chino,
il tramonto sulle spalle
lasciando orme
sulla sabbia bagnata.
Passo lento e delicato
di chi non solo pensa
ma ascolta,
con molta attenzione
ogni fruscio ,ogni piccolo rumore
per farla divenire parola.
Quella parola
che l’avrebbe dedicata
al mare quieto
lo stesso mare
di ieri
che si mescola
con il crepuscolo del cielo
lo stesso
di ieri.
Di quelle anime sparse nel cielo,
piccoli e grandi emisferi
ove tutti le vedono
ma che pochi sanno ascoltare.
Sfiora appena il sospetto
d’essere stato lui il prediletto.
Si ferma
con mezzo respiro
ad un passo dalla riva
raccoglie con mano
una conchiglia ,
un sorriso e torna indietro.
Rockford
L’odore di un dopobarba economico
sfiora la memoria.
Rivedo mio padre la mattina
lo specchio, la schiuma, il rasoio.
L’immagine svanisce
schiacciata dal peso dei ricordi
Resta solo l’odore
di te.
Accetto il regolamento sezione A
Giacomo Jako Orrù Melis 24/10/2016
Accetto il regolamento
Sezione A
Sono
Ancora una volta sotto delle calde coperte…
l’unica illusione di una protezione totale…
tutto ciò ch’è reale resta fuori,
c’è solo lo spazio per un sogno,
un solo sogno alla volta.
Bello, brutto, lungo, immediato…
solo uno alla volta!
Chiudo gli occhi, apro la fantasia.
Una realtà parallela, una realtà orizzontale.
E via…partenza, solo andata…
la bellezza che mi si para davanti
non conosce le parole adatte per poterla descrivere,
non ha nulla che le possa rendere merito
in nessuna lingua…
solo il silenzio e l’estasi della mia espressione
possono dare una lontana idea
di quanto sia perfettamente bella!
Ecco perché si sogna:
perché è l’unica maniera per vedere ciò che nessuno potrà mai guardare.
Urlo di gioia nel provare la paura e la consapevolezza
che nessuno mi può sentire urlare.
Urlo!
Più forte!
E chiudo ancora gli occhi.
Sono un sogno anch’io.
Sono dunque indescrivibile.
Sono sveglio.
E continuo a essere indescrivibile.
Non sono reale.
Sono una fantasticheria.
Sono carne, ossa e pensiero.
Sono pensiero.
Sono!
Accetto regolamento sez.A
Bancarotta
Branchi di iene assetate di sangue
circondan la preda, la cui dignità langue
furenti e distorte le voci ruggiscono
circondano l’uomo, mentre i suoi sogni svaniscono
un errore commise, nella sua vita
grazie al quale perdette la totale partita
fu aggredito da feroci e famelici esattori
un branco spietato di cinici predatori
i suoi figli lamentano un roseo futuro
nonostante il suo lavoro sfiancante, lavoro da mulo
un investimento sbagliato sgretolo’ tutto quanto
nella mente di sua moglie rimbombava il suo pianto
lezzo di sangue della vittima avvilita
stimolaron le belve ad accanirsi sull’anima ferita
sconquasso interiore e pulsante rancore
si inabisso’ nel più immane dolore
nonostante il calore della sua amata famiglia
una sera d’inverno stappo’ una bottiglia
la prima di molte, di tante, di troppe
lo condussero inesorabilmente verso l’agognata morte.
IL RICHIAMO DI UN AMORE PERDUTO
Lungi tutti questi anni, ho vissuto nelle tenebre.
Ho assaporato finte gioie, ingoiato bocconi amari.
Ho creduto di essere felice ma solo in apparenza.
Ho conosciuto pene e finti amori.
Con il naso all’insù attendevo un miracolo.
Il cielo è infinito, le vie del Signore sono infinite.
L’empireo mi ha accarezzato.
Contemplando le nuvole camminare,
ogni singola nuvoletta aveva un messaggio.
Fulmineo, vidi scorrere un volto nascosto tra quei dipinti bianche che vagavano nel cielo.
Il tuo volto.
Il mio cuore balzò dalla gaiezza di rivedere quel viso.
Quella tua immagine che avevo ormai seppellito,
messo nel dimenticatoio.
Soltanto attraverso quelle nubi bianchi, appariva la tua sembianza,
i battiti del mio cuore si erano risvegliati dalla voglia di…
riabbracciarti, di stringerti forte al mio essere.
Guardarti profondamente negli occhi e dirti:
che sei l’essere più bello di questo pianeta,
che il mio amore che sta nascendo tra le tue braccia,
è il richiamo del nostro amore che…..
era smarrito per tutti questi lunghi anni.
Che la tua reale patria risiede qui dentro.
Nel mio cuore, nella mia anima, nelle mie braccia.
e.. che da qui non entra alcuna intrusione,
al fine di farci del male.
Le mie braccia sono il tuo rifugio.
il mio cuore è il tuo conforto.
accetto il regolamento
“Infiniti bagliori squarciano la tua consapevolezza,
ora, non pensi più a quel misterioso arcano,
ti avvolge una coltre densa d’insicurezza,
proiettandoti in un sogno malsano.
Pensi mai a come potrebbe essere la tua realtà,
balzana entità dalle movenze distratte?
Potrebbe essere spensieratezza, dinamicità
se solo tu esplorassi recondite scene scarlatte.
Attraverso un tunnel onirico
riscopriresti quel che della vita è bellezza,
creeresti finalmente il tuo panegirico,
proietteresti nuova consapevolezza.
Le soluzioni potrebbero essere infinite,
se solo tu decidessi di agire,
ma non pensarle svanite:
ti lasceresti solo appassire.
Consigli tanto utili quanto vani, questi,
fan parte di una rosa dalle mille possibilità,
ma prima di ricomporre i tuoi vani resti
scoppia di fulgore, ritrova la tua realtà.”
Accetto il regolamento-Sezione A
Mura Maria Francesca
PARTECIPAZIONE CONCLUSA
PROSSIMO AGGIORNAMENTO: PUBBLICAZIONE FINALISTI
IN BOCCA ALLA GIURIA…
VINCITORI E FINALISTI DEL CONTEST:
http://oubliettemagazine.com/2016/11/10/vincitori-e-finalisti-del-contest-di-poesia-i-canti/
Ci sono giorni di superficie
sottili
dove tutto è perdita
e il tempo è distanza
mentre l’ombra
si fa margine
e la solitudine rimane
speranza.
Da queste parti controvento
sorridono amaramente
i vecchi ciliegi