“Io prima di te” di Thea Sharrock: il film sull’amore e sull’eutanasia tratto dal romanzo di Jojo Moyes

Se ami qualcuno, lascialo libero. Ce lo siamo cantato, ce lo siamo ripetuto guardando il nostro interlocutore negli occhi, quasi a volerlo convincere della nostra profondità d’animo. Perché la cosa ci fa sentire maturi. Ma, porca miseria, quando poi ci tocca davvero, è una delle cose più difficili al mondo. Se non impossibile.

Io prima di te - film

Perché l’uomo è egoista, soprattutto in amore. Cieco, davanti alle aspettative dell’altro. E, quando è davvero preso, vorrebbe trattenere il partner: tenerselo tutto per sé.

È un po’ la storia dello struggente film “Io prima di te”, diretto dall’inglese Thea Sharrock e uscito nelle sale italiane il 1 settembre 2016. Si tratta della trasposizione cinematografica del romanzo omonimo della scrittrice inglese Jojo Moyes, edito nel 2014 da Mondadori, vincitore di numerosi premi quale miglior romanzo sentimentale.

Ho visto questo film poche ore dopo avere concluso la lettura del libro, e per questo ho bene in mente le differenze che, inevitabilmente, ci sono e sono anche parecchie. In effetti, la storia era un po’ dispersiva per essere concentrata in una pellicola della durata di 110 minuti, incentrata su una buona caratterizzazione dei personaggi che risultavano troppi. Abbiamo quindi dovuto fare a meno del sarcasmo del tutto pungente del padre di Lou, Bernard, che nel libro si diletta a prendere in giro la sua divina figlia, e mi ha fatto fare le risate più genuine. Nel film, l’uomo acquista una saggezza che non gli avevo attribuito. Così come non c’è Giorgina – perché Will nel libro ha una sorella che vive in Australia – né traccia della caratterizzazione del personaggio di Patrick, il fidanzato, che rimane invece marginale.

Detto questo, le sorprese non sono finite. Pensavo che Lou fosse meno accattivante, e la credevo un po’ “sfigata”, se mi permettete il termine. È vero che forse sembra più giovane dei suoi ventisette anni, ma non prende la vita con l’atteggiamento di un’oca giuliva, bensì con stile. Perché ci vuole stile anche nel soffrire; essere tristi senza rattristare chi ti sta intorno, non è da tutti. E a questo punto, aggiungo anche che non ha semplicemente un pessimo gusto nel vestire, ma Louisa Clark è tremendamente “glam”.

E così ho compreso cosa Will avesse trovato in lei; le potenzialità che vi ha riconosciuto. Paradossalmente, Lou avrebbe dovuto dissuaderlo dal desiderio di darsi la morte, ed invece è lui, un tetraplegico paralizzato dal collo in giù, che dona alla ragazza una nuova vita. Quindi ecco che un film sul tema dell’eutanasia – non è un segreto, la cosa è scritta proprio nella trama stessa – si trasforma in una tematica più vasta, che è quella di essere padroni della propria vita e disporne come meglio si crede. Un monito a non accontentarsi, ma vivere appieno ogni istante, come fosse l’ultimo.

Io prima di te - film

Louisa Clark abita in un piccolo paese della campagna inglese, dove vi è un sontuoso castello ad attirare i turisti. La ragazza lavora in un bar e ha un gusto un po’ insolito per la moda. Diciamo che veste sempre “sopra le righe”, con colori sgargianti ed accessori vistosi. Quando il locale chiude, Lou si trova senza lavoro e a dover fronteggiare quella crisi che ha colpito anche l’Inghilterra. La sua famiglia è sovraffollata – mamma casalinga, padre disoccupato, nonno a carico e la sorella che vuole riprendere l’università, pur essendo ragazza madre.

Nel libro i contrasti fra le due sorelle sono più accentuati, poiché Katrina è considerata quella intelligente; nel film invece si sviluppa fra loro una grande complicità. Un posto di lavoro è quindi necessario e Lou, che ha la tendenza ad annullare un po’ se stessa in favore di chi ama, risponde ad un annuncio di assistente domiciliare presso una facoltosa famiglia, dove deve occuparsi di un ragazzo tetraplegico. Will Traynor è stato un uomo che ha sempre sfidato la vita e l’ha amata in ogni sua sfaccettatura – lavoro importante; sport estremi, donne. In seguito ad un incidente, è da due anni su una sedia a rotelle, paralizzato dalla vita in giù. Necessita in tutto e per tutto quindi di assistenza, da parte di Lou e di Nathan, il suo infermiere personale.

L’inizio è devastante. Lou incontra la freddezza di Will, che la tiene a distanza e crede che lui la odi. Ma per il bene della famiglia, tiene duro: le servono i soldi. Ben presto, però, ella scopre che Will è diverso da come vuole apparire e che ha posto barriere perché incapace di concepire la sua nuova vita. Fra Lou e Will nasce quindi un bel rapporto, e la ragazza lo convince ad uscire di casa; a fare delle passeggiate al castello; a prendere parte ad una corsa di cavalli e a presenziare a feste varie. Persino al matrimonio della sua ex col suo migliore amico, e ad un’indimenticabile vacanza in un luogo esotico. Ma la cosa aberrante che ancora non ho detto, fulcro della storia, è che Louisa scopre di essere stata assunta per impedire a Will di suicidarsi, come aveva già tentato di fare in passato. Il ragazzo aveva promesso sei mesi di tempo ai suoi genitori, tanto vale il contratto di lavoro di Lou, e poi si sarebbe recato in Svizzera, dove la morte assistita risulta legale. Riuscirà Louisa Clark, con la sua gioia di vivere, a dissuadere Will dal suo nefasto proposito? Perché nel frattempo, si è innamorata di lui.

Io prima di te - film

L’amore di Will consiste nel far scoprire a Louisa la vera se stessa: una ragazza speciale che, se vuole, può fare tutto.
Credo che il successo del film stia in Emilia Clarke – Clarke/Clark di nome e di fatto – che, con i suoi occhi magici e le sue espressioni buffe, rende grandioso ogni frangente.

Una fisiognomica davvero da non perdere per nulla al mondo. Per quanto riguarda Will, interpretato dall’affascinante Sam Claflin, in lui vi è la saggezza di chi ci è già passato; la lungimiranza di fingere di non vedere gli sguardi pietosi e l’onestà di ammettere che non sia una vita facile né felice. Egli si muove in scena con la leggerezza di chi davvero unisce due mondi, due epoche: un inizio e una fine. Risulta quindi ineluttabile lasciarlo andare, per quanto drammatico ed emozionante sia tener fede al suo coraggio.

Sebbene la letteratura e la filmografia siano ricche di tematiche simili, originale è qui il modo di vivere le situazioni; il trasporre grandi temi nella vita di una ragazza “normale”; di una famiglia “normale”, anche con una certa leggerezza.
Un’immensa Emilia Clarke! Lo ripeto, e mi pare di avervi detto tutto.

 

Written by Cristina Biolcati

 

 

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