Le métier de la critique: le sfaccettature artistiche descritte da equazioni
L’ arte come oggi è interpretata somiglia ad un oggetto onirico perpetrante in ogni sua sfaccettatura.
La visione odierna della realtà si basa su forme e immagini dipinte nel passato, riempendo il presente, ma che non ci conducono nel futuro.
Considerazioni razionali sulla realtà ci spingono ad integrare in questa visione anche l’arte che compone la natura che ci circonda, assieme all’intero sistema complesso chiamato universo.
Sebbene ogni bellezza artistica è accompagnata da una mente terrena che disegna lo schizzo, vi pone i colori, e che completa il quadro con effluvi unici nel suo genere, dando all’osservatore la sensazione di provare emozioni che per lui erano quasi estinte, cosa possiamo dire dell’artista che ha designato le leggi del cosmo?
Ovviamente la maggior parte dell’umanità ignora il fatto che oggi sappiamo interpretare l’intera esistenza come descritta da due teorie tra di loro in contraddizione, due forme d’arte che non riescono a trovare un punto d’incontro, come un dipinto di Picasso con nello sfondo un cielo di Monet.
L’altra grande domanda riguarda chi o cosa abbia dato una struttura così creativa e poco intuitiva all’universo stesso?
Noi esseri umani abbiamo spinto il nostro spirito di ricerca sino all’estremo della matematica, scontrandoci con un muro che da quasi cento anni sembrerebbe invalicabile pur avendo trasformato l’arte e la filosofia in sistemi di equazioni lineari ma che non ci permettono di descrivere con ampio successo la realtà che ci circonda, e ciò è dovuto alla non linearità della forza di gravità, la quale risponde a considerazioni deterministiche piuttosto che statistiche.
Ma la gravità è una scienza statistica, un semplice esperimento sarebbe lasciar cadere una penna da una stressa altezza per decine di volte!, l’osservatore vedrebbe la penna cadere a terra in posizioni sempre diverse, se pur l’altezza e l’angolatura dalla quale essa cade sia la stessa. Riscoprire l’arte significa andare oltre Einstein, e rievocare la filosofia significherebbe rendere la statistica una scienza deterministica.
Il monito che redarguisco alle generazioni avvenire si riassume in poche righe senza genuflessione, la vita è una scienza statistica come l’intero universo, le cose vanno secondo le leggi della fisica, ma l’insieme di queste leggi stanno sopra un quadro statistico che dipende dalla gravità, la morte resta una probabilità composta, ed il viaggio nel tempo un giorno sarà coerente, resta da stabilire quanto come specie siamo pronti a questa nuova arte e filosofia che scatenerà l’evoluzione tecnologica sperata da decenni.
Stiamo cauti e pensiamo solo che l’odio è semplicemente l’assenza di amore in quel punto dello spaziotempo.
Written by Paolo Polastri