I 100 anni di Roald Dahl: “La magica medicina” di George e il desiderio di creare divertendosi
“Non ho niente da insegnare. Voglio soltanto divertire. Ma divertendosi con le mie storie i bimbi imparano la cosa più importante: il gusto della lettura.” – Roald Dahl

Prosegue il nostro viaggio alla scoperta del mondo multicolore di Roald Dahl, l’autore inglese noto per essere uno dei più famosi scrittori per ragazzi – tra i suoi romanzi si ricordano “La fabbrica di cioccolato”, “Matilda sei mitica”, “Il GGG”, “La magica medicina” – e di cui quest’anno ricorre il centesimo anniversario della nascita.
Noi di Oubliette Magazine vogliamo ricordare il suo carisma e talento attraverso vari articoli in modo da farvelo sentire ogni giorno sempre più vicino.
Oggi vi vogliamo presentare la recensione di uno dei suo romanzi: “La magica medicina”, – “George’s Marvellous Medicine” – scritto nel 1981, ma pubblicato in Italia nel 1991 dalla casa editrice Salani, collana “Gli Istrici”, con la traduzione di Paola Forti, sicuramente uno dei suoi racconti più amati e letti capace di regalarci momenti di euforia, umorismo e tristezza – per come il piccolo George viene trattato dalla nonna. Ma anche tanta curiosità ed empatia.
“La Magica Medicina” è una storia dai tanti contorni: allegria, perché ci permette di rilassarci e non pensare ai vari problemi della vita quotidiana, lasciandoci andare nella lettura di queste piacevoli pagine; e curiosità, che ci porta a voler capire come vive George, da cosa nasce il rapporto “altalenante” con la nonna, e il mondo che lo circonda. E tanti altri piacevoli momenti.

È la storia di George, un bambino di 8 anni, che una mattina deve stare a casa ad accudire la nonna, un’antipatica e brontolona signora anziana, che lo maltratta raccontandogli aneddoti brutti e dandogli ordini, invece di giocare con lui, riempirlo di coccole e vizi.
Così, il nostro piccolo amico, dopo un inizio di giornata noioso in compagnia della “cara nonnina”, si allontana da lei per non essere ancora una volta vittima della sua cattiveria e si nasconde in cucina dove, in attesa dell’ora della medicina, decide di escogitare un’idea infallibile che faccia rabbonire la cara signora.
Inizia così il giro di ogni angolo della casa alla ricerca di qualche ingrediente “magico”: passando dalla stanza da bagno, alla camera da letto, per poi entrare in garage, nelle stalle e in altri posti della sua enorme abitazione, il bambino inizia a preparare una “magica medicina” con tutti gli ingredienti raccolti.
Finché non scocca l’ora fissata per la medicina e qualcosa di straordinario non accade… ma qualunque cosa accada questo porta scompiglio ed entusiasmo all’interno della famiglia di George.
Il padre, vedendo l’effetto che la medicina del figlio ha creato, gli chiede di crearne un’altra, una medicina capace di fare lo stesso effetto negli animali della fattoria e un nuovo modo di fare affari. Ma ricordare tutti gli ingredienti non è affatto facile e quindi cosa succederà? Quali altre conseguenze porterà questa medicina dal sapore magico?
E la nonna? Sarà veramente cambiata?
Si sarà raddolcita per la felicità del piccolo George?
O rimarrà sempre la stessa scorbutica vecchietta? Oppure vista l’esperienza vissuta accetterà di prendere un’altra delle medicine di George? E poi cos’altro succederà?

Lascio al lettore il desiderio di scoprirlo, di ritornare bambino ogni giorno che avrà il piacere di leggere uno dei tanti romanzi di questo scrittore carismatico. Anche da adulti, perché ogni adulto è stato ed è un bambino, un bambino con tanta voglia di scoprire nuovi mondi, nuove storie. Storie che, come detto, diventano una cura contro l’insorgere di cattivi pensieri, contro lo stress delle preoccupazioni.
E poi chissà forse qualcuno di voi si è sentito “vicino” al protagonista de “La Magica Medicina”, quando trovandosi in situazioni poco simpatiche ha pensato di creare qualcosa di magico, capace di fare sparire le persone presuntuose e irritanti e dimenticare le varie preoccupazioni che la vita ci porta ad affrontare. Questo è un romanzo adatto per rallegrarsi, sognare quei momenti di liberazione, ma ci raccomandiamo di non imitare l’idea di George, ma di viverlo solo come un gioco di fantasia, un modo per divertirsi e crescere consapevoli e responsabili.
Written by Daniela Schirru