“Sogno o realtà” della band Terzacorsia: la presenza di una ritmica energica per tematiche sociali profonde
Che incredibile sensazione di caduta libera questo EP.

Dal trascinante tiro rock post-modern ad una speciale fusione di generazioni differenti inneggianti ad un Battisti indimenticabile, ad un Battiato sperimentatore e controcorrente, ad un gruppo come i Pooh il cui romanticismo scioglie i cuori, il tutto in una rivisitazione da millennio oramai rodato con letture in chiave Verdena e Marlene Kuntz.
I Terzacorsia tornano a far vibrare le membrane delle nostre casse dopo il successo di “20 12” uscito ben 6 anni fa e protagonista perfino di una ristampa nel 2015 in versione deluxe con due inediti, grazie all’incessante richiesta da parte dei fans ai numerosissimi concerti.
La band, formatasi circa dieci anni fa, è da sempre attiva in veste live tanto da coprire tappe estere in Slovenia e Svizzera, spinta dal successo del singolo In un momento che riesce a far breccia nell’airplay di ben 150 emittenti radio sia nazionali che internazionali.
L’attività live è supportata anche dal fatto che non tutti conoscono le origini dei Terzacorsia come apprezzabilissima tribute band dei leggendari Pink Floyd, caratteristica che attribuisce loro la fama di gruppo etereo e psichedelico, termine azzeccatissimo in quanto latore di sperimentazioni di nuove alchimie, soprattutto nella scelta di imporre produzioni personali oltre a cover già quotate.
Un balzo notevole che porta la band ad esibirsi nientemeno che al Lian di Roma, storico locale attento ai giovani emergenti e prodigo di talentuosi nomi dell’arte, musica e spettacolo.
Nati all’interno di un pub che porta proprio il nome di Terzacorsia, Gianluca Di Febo (voce e piano), Giuseppe Cantoli (chitarre), Nicola Di Noia (basso) ed Alessio Palizzi (batteria) stringono nell’immediato un patto di fratellanza che si consolida sempre più nel tempo, dando così il via ad un gruppo dalla comunicazione rivolta senza dubbio all’aspetto sociale ma non in chiave di protesta, bensì di sguardo velato al futuro proprio come i sopracitati Pink Floyd, la cui speranza per un mondo migliore è sempre stata una costante delle loro sinfonie.

Il ritorno era atteso da molti (me compreso), poiché gruppi come i Terzacorsia lasciano un marchio nel cuore delle persone che hanno la fortuna di ascoltarli.
Eccoli dunque ripresentarsi con un nuovo lavoro dal titolo Sogno o realtà, continuazione del precedente album ma arricchito dalla presenza di ritmiche più energiche e dalla scelta di percorrere una strada più contestuale e ricca di tematiche profonde.
Da ascoltare assolutamente Amarsi un po’, cover della storica coppia Battisti–Mogol, ipnotica nel suo lento giro di chitarra che sfocia in prog-rock, inesorabile nello scavare l’animo umano.
Written by Giuseppe Raccagni aka B-Traxx
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