FEFF 2016, Sezione Competition – “Ola Bola” di Keng Guan Chiu

Udine. Al FEFF (Far East Film Festival) c’è spazio anche per il filone dedicato al cinema sportivo, quest’anno rappresentato da una première europea, Ola Bola” di Keng Guan Chiu, unico prodotto malaysiano in concorso, il quarto firmato dall’ormai noto regista di “The Journey” (2014), divenuto il più grande successo commerciale di tutti i tempi in madrepatria.

Ola Bola di Keng Guan Chiu

La vicenda ci riporta al 1980, attraverso un’intervista che una giornalista televisiva ingaggia con l’ormai anziano Eric, uno dei reduci della nazionale di calcio malese: sono passati 8 anni da quando era stato raggiunto il primo turno olimpico, un unicum ancora oggi, e 4 dacché la squadra era stata eliminata all’ultimo incontro nei gironi qualificatori, proprio per l’espulsione dell’allora capitano Tauke.

L’arrivo del nuovo coach Harry Mountain, un uomo tutto d’un pezzo deciso a risollevare le sorti di un team da troppo tempo uso a pesanti sconfitte, rimescola i ruoli in gioco, elevando chi mai era stato considerato più di una riserva, punendo con fermezza le insubordinazioni; in breve irrobustiti ne escono i giocatori, figure distanti dalle nostre multimilionarie star dell’agonismo, alcune implicate persino in lavori d’ufficio, nelle colture di famiglia, militati nello staff dei luna park, con alle spalle insomma realtà economiche tutt’altro che propizie.

Il gruppo ritrova il coraggio di sperare, di lottare, di sacrificarsi per i propri cari e il proprio il paese, ognuno dei compagni assaporando la vivida gioia del sentirsi parte di un “insieme” che può vincere e perdere, ma restando sempre unito e coeso, lasciandosi alle spalle i dissapori che potevano via via essere nati negli spogliatoi, ben disposto a dare il meglio di sé a prescindere dall’esito delle gare.

Ola Bola di Keng Guan Chiu

Attorno a questo rinnovato entusiasmo si muovono poi semplici coltivatori di palme da cocco, sarte, estrattori di lattice, una collettività eccitata al pensiero di ottenere finalmente una qualche forma di riscatto, foss’anche puramente morale, in casa propria come allo stadio galvanizzata dalla trascinante radiocronaca di Rahman, tifoso per eccellenza della rinvigorita formazione che con passione brillante e sfrenata ne sostiene ed esalta gl’incoraggianti risultati.

Certo, a seguito dell’irragionevole invasione dell’Afghanistan da parte dell’Unione Sovietica, l’inaspettata decisione imposta dall’alto di boicottare al fianco di altre 66 nazioni le olimpiadi che si sarebbero tenute a Mosca non può che lacerare gli spiriti dei calciatori; non al punto però di causarne l’arresa.

Far East Film Festival - Keng Guan Chiu

Lo dimostra con tangibile eloquenza l’exploit luminosamente nazionalistico che Chiu massimamente sviluppa nell’epilogo, dopo averne abilmente predisposto i battistrada nei diversi e già citati piani narrativi.

Allo stesso tempo è forse azzardato parlare di autentiche aspirazioni autoriali da parte di chi recita come di chi dirige, componenti di per sé efficaci all’interno di un disegno chiaro, lineare e classicheggiante, disseminato di leggeri escamotage (come le piccole imprese dei fratelli del portiere) che mirano a vivacizzare le dinamiche della vicenda, enfatizzata, ancora, da una pomposa colonna sonora in piena sintonia con il clima delle sequenze migliori (ossia le infuocate ricostruzioni delle partite).

Un convivio di luoghi ordinari e buoni sentimenti, a ben vedere; ma in fondo, perché mai rinunciarvi se il risultato si rivela tutto fuorché deludente?

 

Voto al film

 

Written by Raffaele Lazzaroni

 

 

 

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