FEFF 2016, Serata d’inaugurazione – L’atmosfera, i gadget, gli ospiti, le impressioni

FEFF è un acronimo notoriamente decodificabile in “Festival cinematografico dell’estremo oriente; permettendoci una rapsodia sul tema, otteniamo “florilegio encomiabile di fotogeniche fantasticherie”: una garanzia di multiforme intrattenimento, di qualità, di curati estetismi, di funzionale organizzazione.

FEFF - future friends feelings

Agli atti pratici, una volta ottenuti il badge dell’accreditato, da appendere al collo grazie all’esclusivo portachiavi “MyMovieslive”, e la borsa “free. fabulous. forever.” (anche “fun. freak. fantastic.”, o “fury. flame. freedom.”, o “future. friends. feelings”) contenente la programmazione completa degli spettacoli, un plico di informative varie, alcuni coupon per un’agevolata fruizione degli eventi paralleli (anch’essi riuniti in un libriccino dedicato) e sconti sugli acquisti del ricchissimo catalogo e della speciale monografia sui nomi che vanno a costituire la retrospettiva di quest’anno, “Beyond Godzilla”, indossati cioè gli abiti dell’autentico appassionato FEFF, si può finalmente accedere a una nutrita serie di sapidi appuntamenti.

La sera del 22 aprile il Teatro Nuovo Giovanni da Udine brulica di cultori e profani, foresti e autoctoni; un pervasivo allestimento scenografico tiene a mettere in bella mostra la maggiore età raggiunta dal Festival, esponendo in ogni dove quel numero così fiero, 18, contornandolo di luminosi cromatismi o contenendolo nelle rose dei dépliant, nei fitti bancali amministrati dai giovani membri dello staff, ordinato, monocromo e di bell’aspetto, ove ammicca una gran varietà di dvd e souvenirs (dalle magliette agli accendini, dalle tazze alle cover per cellulari, dalle racchette da ping pong ai vaporizzatori).

FEFF 2016 Far East Film Festival

Pochi eletti, gli ospiti più acclamati, possono giovare di un rinfresco posto al centro della sala d’entrata; gli altri si rivolgono all’elegante bar sulla sinistra o si sventagliano grazie agli omaggi degli sponsor (utilissimi vista la calura, interiore ed esteriore, che s’è impossessata del pianterreno).

Una volta aperte le gabbie (è proprio il caso di dirlo), le lunghe code degli aspettanti si riversano nella grande sala teatrale, buona parte di loro scoprendo che un considerevole numero di posti a sedere erano stati riservati, mettendosi quindi alla disperata ricerca di un soddisfacente punto visione; c’è chi, sentendosi assalito dall’invadente presenza dei vicini, si mette a imprecare: “Proprio qui si deve mettere? Lei è un maleducato, non si può mica tenere il posto per quattro persone, sa!”.

C’è chi con avvedutezza osserva l’animale sociale mentre tenta appunto un alquanto fallimentare difesa dei propri spazi vitali, si emoziona vedendosi proiettato sull’estesissimo schermo frontale dalle cineprese che lesti operatori fanno guizzare fra una star e un comune spettatore, ottenendo un risultato non dissimile da quello cui il Kodak Theatre e l’Academy hollywoodiana ci hanno abituato grazie alle Notti degli Oscar; l’animale sociale può altresì alzare il medio in direzione degli obiettivi (ma Tarantino con in mano la Palma d’oro per “Pulp Fiction” era molto più autoriale, s’intende) o, in atteggiamento sobrio e rispettoso, semplicemente scambiare coi vicini impressioni, pareri, racconti di esperienze passate ed aspettative future.

FEFF 18 Far East Film Festival

Calano le luci, esce dall’ombra la conduttrice della serata in abito rosso fuoco, accolta da un applauso sentitissimo e urla entusiastiche. Il FEFF 2016 è dedicato ad alcuni fratelli d’oltreconfine che hanno incontrato ostinate resistenze da parte degli enti patrocinanti, hanno sopportato i tagli dei fondi e altri conflitti intestini, non hanno voluto rinunciare alla loro libertà d’espressione a motivo di tragici attentati: essi sono il Festival internazionale del cinema fantastico di Bruxelles e il Festival internazionale di cinema di Busan (in Corea del Sud).

Prime guest star, Johnnie To e il suo esordio nell’animazione costituito dal trailer dell’evento, rintracciabile nel sito ufficiale o sulla relativa pagina Facebook. Una stazione dei treni, un viaggio imminente; una scala mobile, un’ascesa verso nuove alture e panorami; le ombre dei passeggeri che staccandosi dall’aria raggiante in cui sono immerse lasciano trasparire le diverse nazionalità cui appartengono attraverso i colori delle loro bandiere; l’inquadratura stringe sui tetti dei vagoni, i quali scorrendo come una vecchia pellicola restituiscono il nome del “Far East Film Festival 18.

Sale quindi sul palco il giovane ed apparentemente timido Park Hoon-jung, regista del lungometraggio che sta per aprire ufficialmente le danze: “The Tiger”, kolossal d’avventura sud-coreano, proposto come tutti i suoi simili in lingua originale con sottotitoli (saltuariamente triplici, per gli italiani, gli asiatici e coloro che provengono da altri stati), scelto in piena liceità come fiero capofila di un palinsesto più ricco degli anni scorsi, nella bisaccia chissà quante sorprese da svelare nel corso di questi 9 giorni all’insegna della multiculturalità, mediale e non solo.

FEFF 18

Qualora si presentasse infatti il desiderio di partecipare a un evento extra-cinematografico, v’è solo l’imbarazzo della scelta, fra mostre di graphic novel e pitture su stoffa, dimostrazioni di arti marziali, sedute di yoga, agopuntura e mindfulness, degustazioni del Far East Food, gli immancabili cosplay…

All’uscita di sala, ancora nelle orecchie quel ruggito così tremendamente aggressivo e avvolgente (l’impianto acustico della struttura regala un’esperienza d’immersione davvero rara e sorprendente per intensità e realismo), il pubblico ha la possibilità di esprimere un giudizio sull’opera appena vista, riponendo in una delle teche esposte nella hall un biglietto, una volta strappatolo in corrispondenza del numero di stelle più consono (da 1 a 5); i risultati confluiranno tutti nei conteggi per l’assegnazione dell’Audience Award, uno dei premi che verranno resi noti la notte del 30 aprile al Gala FEFF 18, assieme a quelli decretati dalla categoria Black Dragon e dai critici inviati da MyMovies, e, infine, al gelso d’oro alla carriera, rinomato riconoscimento ospitato fisicamente per l’intera durata di quest’avventura in uno degli altri contenitori trasparenti ammirabili al Teatro Nuovo.

Impossibile provare tutto: proprio per questo motivo è d’uopo per chi intenditore brama diventare, quando si è spizzicato a sufficienza, giorno dopo giorno, tutto ciò che maggiormente tocchi le sue corde, ripromettersi di tornare alla festa udinese l’anno seguente, quello dopo ancora e così via. Arigatou, sayounara!

 

Written by Raffaele Lazzaroni

Photo by Raffaele Lazzaroni

 

 

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