Intervista di Mariagrazia Toscano a Marina Colucci: quando la creatività incontra la creattività!
“Quando riesco a catapultarmi in un mondo fiabesco, solo allora sono consapevole di aver realizzato la più originale opera della mia vita, da donare agli altri!” Marina Colucci.
L’artista nata a Taranto si specializza in restauro della pietra leccese a pieni voti presso l’Accademia di Lecce. Dopo un intenso periodo lavorativo come fotografa vissuto a Milano si stabilisce definitivamente a Lecce, illuminandola con le sue figure danzanti e coloratissime. Forme vive di quell’interiorità profonda che la rendono l’artista versatile e meritevole che conosciamo ed apprezziamo.
Il suo è un lungo percorso artistico costellato da mostre a carattere nazionale ed internazionale, di riconoscimenti ed attestati prestigiosi, lì dove la ricerca interiore del suo processo creativo rappresenta l’esplorazione di modalità ignote, ma suscettibili di realizzazioni, mentre la sua pittura estrosa e psico-onirica, nonché naturale ed ancestrale, è un profondo viaggio emozionale nel colore alla scoperta delle particolari risorse da ognuno di noi possedute.
Sì, proprio come un seme ed un concentrato di caratteristiche uniche e potenzialità pronte a sbocciare tramite la sperimentazione di nuovi linguaggi espressivi e l’utilizzo di tecniche atte a stimolare ed attivare il tutto affinché esso possa finalmente germogliare.
“L’attività artistica – come afferma Marina – libera forze celate negli abissi dell’anima e del cuore, aiuta ad esprimersi liberamente mettendoci in movimento, trasformandoci, risvegliando i sensi e donandoci vitalità mista a fiducia nelle nostre capacità espressive!”
Spirito nomade ed individualista, inventa e diversifica le possibilità espressive proprio della materia, adoperando i toni della sua personalità sensibile e riservata che trasferisce abilmente su tela, cogliendo con la propria memoria ed esperienza il presente per poi trasmetterlo agli altri con stile unico.
“Quando dipingo – mi confida la poliedrica artista – mi proietto in una dimensione onirica, in un mondo irreale, lontano da ogni principio e regola stereotipata, dove non vi sono proporzioni e l’equilibrio lo plasmo attraverso i colori che non sono casuali ma studiati in modo tale da creare con l’uso delle svariate tonalità pastello, quell’armonia che dona il giusto equilibrio in quel luogo dell’anima che alberga dentro di me ed in coloro che sono capaci di costruire una sorta di universo parallelo in cui non esistono brutture, sovrastrutture, limiti e confini… impossibile? No, assolutamente!”.
In un pomeriggio primaverile, sorseggiando al bar una bibita dissetante, ho incontrato la giovane artista creativa e creattiva che è stata ben lieta di rispondere ad alcune mie domande.
M.T.: Marina, com’è nata in lei la passione per l’arte?
Marina Colucci: Sin da piccola, sono proprio nata con i colori in mano!
M.T.: Mi parli del suo stile particolare di dipingere.
Marina Colucci: Dipingo quello che vorrei vedere, dunque mi allontano dalla realtà.
M.T.: Come nasce l’ispirazione?
Marina Colucci: Dalla trepidazione e dalla creatività, continuamente, da ogni piccolo gesto che mi aiuta a vivere nel bene e nel male, tutto con passione.
M.T.: C’è un’opera a cui è particolarmente affezionata?
Marina Colucci: Tutte, nessuna esclusa!
M.T.: Com’è il suo rapporto con i critici ed il pubblico ed il suo messaggio per loro, adoperando la sua arte?
Marina Colucci: I critici, ben vengano, ma… solo ed esclusivamente se dotati di una certa sensibilità.
M.T.: Quali sono i maestri del passato da lei preferiti?
Marina Colucci: Ot George Grosz, Marianne Von Werefkin, Egon Schiele e Marc Chagall.
M.T.: Progetti per il futuro?
Marina Colucci: Tanti, oserei dire ed il prossimo è già in cantiere…!
M.T.: Grazie di vero cuore per l’intervista concessami e buon lavoro!
Marina Colucci: Grazie a lei, è stato un vero e proprio piacere!
Written by Mariagrazia Toscano