“Fuck Simile” di Yato: psychotrance, alt, electro rock e folk

Firenze, città decantata e raccontata da secoli, città cosmopolita, città mistica dal cui grembo sono state partorite icone che pressoché aliene per genialità ed estroversione.

 

Fuck Simile - Yato

Figure che hanno cambiato la cultura e la storia del genere umano, in ogni campo la nostra intelligenza abbia potuto spaziare: arte, scienza, filosofia, musica.

Yato (all’anagrafe Stefano Mazzei), al pari di queste icone, rappresenta l’evoluzione di un pensiero, di una cultura che (rapportabile ai giorni nostri), potremmo definire come la X-Generation: evoluzione senza regole, senza bit definiti, senza censure né tabù, visione in groove della nostra epoca, ecco a voi Fuck Simile.

Underground, molto underground (citando un’epica frase di Antonio Albanese) è l’ascolto di questo album, il primo in italiano per il musicista toscano, che lascia stupefatti per la sua complessità e capacità introspettiva: psychotrance, alt, electro rock e folk sono i pilastri su cui Yato costruisce il suo edificio sonoro.

Specializzato nell’electro vocal, l’artista si lancia con decisione nello sviluppo di quello che non può essere etichettato semplicemente come cantautorato o alternative rock, bensì come una nuova struttura che va al di là della club-culture. Fuck Simile si articola (o disarticola) attraverso sequenze minimal e stesure molto progressive, nelle quali l’ascoltatore è accompagnato lungo il susseguirsi di electro riffs che irrompono, uno alla volta, come a costruire un puzzle che, alla fine, mostra un’immagine surreale e magnifica.

L’ascolto di brani come Servo di un’idea (sia versione original che remix), o Angoli di, dà piena coscienza di ciò che sto descrivendo: synth e sequencer a cui la voce equalizzata di Yato fa da collante. Voce viva, vibrante, incalzante, che assopisce nei tappeti e scuote nelle sue riprese.

Yato

Delay, echos e riverberi sono le armi utilizzate da colui che nasce prima deejay e successivamente evolve in artista. Ecco il segreto di questo eclettico compositore: aver conosciuto e vissuto la nightlife per poter così raccontare dolori e dissapori della nostra generazione, quella (senza età) anestetizzata dall’irreale, dal virtuale, dal progresso delirante della tecnologia.

In-nocuo, Ormonauti e Mondo Corrotto sono fiabe decantate con maestria e delicatamente accompagnate da lenti tappeti, echo strutturati ad hoc per costringerci ad ascoltare il messaggio celato nei testi, la cui penna altro non è che il nostro millennio.

Fuck Simile (non serve la traduzione, vero..?) esprime esattamente ciò che non dobbiamo essere: un’etichetta o, per stare al passo coi tempi, una tag.

Liriche estremamente significative (echi del compianto Lucio Dalla), e sonorità memori di artisti del calibro di Radiohead, Peter Gabriel, Calibro 35 e DubFx (solo per citarne alcuni), ai quali aggiungerei contaminazioni di Subsonica e Battiato.

Questo, e molto altro ancora, è Yato, questo è Fuck Simile, questo è electro cantautorato.

 

Written by Giuseppe a.k.a. Dj4Enemy

 

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