“È tutta vita” di Fabio Volo: grandi vendite non sono necessariamente sinonimo di qualità

“Mi sembrava bellissima, ho continuato a guardarla. Mi piaceva. Il sole dietro di lei mostrava la forma delle gambe sotto il vestito, e ancora non potevo sapere che nella luce tra le sue gambe era nascosto il mio destino.”

È tutta vita

È tempo di feste, di buoni propositi, o almeno così si dice. Tra i buoni propositi andrebbe incluso quello di non parlare male degli scrittori e vorrei tener fede a questo pensiero. Ma poi ci ripenso e mi dico: in fondo io non ho niente contro di lui ma come si possono proporre libri simili che oltretutto riescono a vendere milioni di copie e delle quali si ritrovano traduzioni in lingue straniere? Per non parlare poi degli articoli di “illustri” quotidiani italiani che si parano a difesa di tali pseudo novellisti affermando che gli scrittori italiani, quelli con la S maiuscola, sarebbe gelosi per le elevate vendite. Ammesso che questo sia vero e considerato che il ritorno economico è sempre ben accetto, siamo proprio sicuri che gli scrittori con la S maiuscola provino invidia per il successore di Federico Moccia? Fortunatamente vi sono scrittori consapevoli, che fanno questo mestiere per passione, che spero rideranno di gusto leggendo queste mie righe.

In ogni caso Fabio Volo, penso fosse ormai chiaro il mio riferimento all’ormai rodato scrittore, ha fatto il suo regalo di Natale ai lettori con la pubblicazione dell’ultima fatica letterariaÈ tutta vita” (Mondadori, novembre 2015). Letteralmente una sfacchinata considerando quanto gli ci sarà voluto per creare un tale capolavoro fatto di ripetizioni, modi di dire e immagini scaturite da chissà quali fantomatiche conoscenze.

Ma ecco la trama. Il quarantenne di turno dopo tante storie di poco rilievo incontra la donna della vita, quella che gli fa venir voglia di condividere la propria casa con un’altra persona e che lo porta addirittura a desiderare di voler diventare padre. Ma la vita da genitori non è semplice e l’arrivo di un figlio può sconvolgere anche la coppia più solida.

Niente di originale come potete intuire. E probabilmente ad inspirarlo sarà stata la seconda paternità. Se però in passato Volo aveva mostrato una qualche sensibilità ora questa sembra essere scemata e i dialoghi diventano sempre più rozzi e ricchi di immagini non esattamente romantiche. Per non parlare poi degli scambi tra il protagonista e alcuni amici che mostrano il prevalere di luoghi comuni poco felici:

“<Non ti ha mai chiesto se nella vita vuoi dei figli?>

<No, mai. Una volta mi ha chiesto se dovessi avere dei figli quanti ne vorrei. Ma ha detto dovessi non dovessimo.> Mauro mi ha sorriso complice.

<Oh cazzo, non ci avevo pensato.>

<Noi maschi siamo menti semplici, cosa hai risposto?>”

Fabio Volo

Ma se Volo è incline a simili luoghi comuni, che faccia pure. Così come chiunque è libero di leggere ciò che desidera ma, come già affermato tempo fa, concordo con le parole del sempre attuale Mark TwainUn uomo che non legge buoni libri non ha alcun vantaggio rispetto a quello che non sa leggere”.

Non tutti apprezzeranno queste parole, in pochi ancora comprendono il reale valore del leggere. La storia insegna che i detentori del potere di ogni luogo non amavano che la plebe leggesse, così come i religiosi. Si faceva leva sull’ignoranza della gente, meno la gente leggeva e più era semplice inculcare loro idee errate nella testa. Questo avveniva anche con la Bibbia e proprio per questo motivo l’invenzione della stampa a caratteri mobili da parte di Gutenberg non venne accolta positivamente. Oggi i libri circolano liberamente e possiamo decidere cosa leggere senza imposizioni, quindi sta a noi sviluppare un minimo di senso critico nei confronti di ciò che ci ritroviamo davanti agli occhi.

Va infine ricordato che grandi vendite non sono necessariamente sinonimo di qualità. Perciò auguro un magnifico anno a tutti, ricco di serenità e di piacevoli letture ragionate!

 

Written by Rebecca Mais

 

10 pensieri su ““È tutta vita” di Fabio Volo: grandi vendite non sono necessariamente sinonimo di qualità

  1. Per rispondere in maniera semplice sull’arcano quesito di come si possa arrivare ad un successo più volte ripetuto, per conoscenza, ovvero passando da un salotto all’altro di Mamma TV. Non contano capacità letterarie e quant’altro…….. soltanto le conoscenze. Quelle buone s’intende!!!!!!!!!!!!!!!

  2. Purtroppo è proprio così Maria Rosa e mi spiace ogni volta capitano cose simili. Basta essere un personaggio noto che la pubblicazione è assicurata. Spero che sempre più gente legga, soprattutto in Italia, ma che legga libri come si deve.

  3. Vorrei ricordarvi anche che Fabio Volo conduce un programma radiofonico molto seguito e amato da molti. Probabilmente una grande fetta di quegli ascoltatori sono poi anche quelli che comprano i suoi libri =)
    R.A.

  4. Perché mi rimandate questa risposta, che non contiene nessuna risposta al mio commento? Mi svelate questo mistero? Volete dire che non merito nessuna risposta? E perché non dirmelo chiaro e netto? Non mi merito neppure questo? Alessia, e tu non dici niente? Devo cambiar parere su di te, e di conseguenza anche su oubliettemagazine?
    D. A.

    Il 04/01/16 14:22, Domenico Alvino ha scritto:
    > Già, le grandi vendite non sono necessariamente sinonimo di qualità. Perché non provate a cercare delle qualità nel mio libro invece (Domenico Alvino, Thauma Donna Domina Domus prima, Loffredo Editore, Napoli 2014), soprattutto ora che si avvicina la festa della donna? Esso è appunto un libro tutto dedicato alla donna, che viene considerata come “thauma”, vale a dire “meraviglia”, come “domina”, cioè “signora”, come “donus prima”, vale a dire come nostra “prima casa”. E consentitemi di esporvi il contenuto, anche se il valore maggiore è nello stile, nell’emozione che suscita il suono delle parole, l’armonia dell’insieme. Eccolo:
    >
    >> “Ci son momenti dell’apparire miracoloso della donna, i luoghi toccati da tale miracolo, il miracolo stesso che si compie, il polverio luminoso che ne resta. E poi vi sono ritratti di taumaturghe del sogno, e l’ascesa di Eros per loro grazia. Ma vi è anche il potere grande che hanno sul nostro animo, potere che può essere angelico o a volte anche distruttivo, come di furie che erompano dall’inferno, o si può tacere in carni chiuse ad ogni seduzione e stimolo. E di conseguenza vengono cantati addii, ed il vuoto che ne resta col dissolversi del sogno. Il tutto poi viene disciolto in canzoni, che sono di lode o di rimpianto o di melanconie patite, o nostalgie o rassegnata contemplazione. L’ultima canzone viene a dichiarare che inestinguibile e perenne resta in noi uomini il desiderio di correre da lei.”
    > Ve ne allego il PDF, per il caso che qualcuno tra voi abbia la curiosità di leggerlo, per vedere quanto di vero ci sia in ciò che ne predica quello sbruffone di autore. E comunque grazie, qualunque cosa decidiate di fare o di non fare.
    > Domenico Alvino

    1. Domenico, è il tuo primo commento sull’articolo, non ci sono commenti prima del tuo dunque in che senso “ti abbiamo RIMANDATO questa risposta?”

      Se vuoi una recensione del tuo libro puoi proporti ma non penso sia utile commentare sotto recensioni di libri altrui per aver considerazione… credo che così facendo tu non possa trovare interessati al tuo libro.

  5. Ragno Albino penso tu abbia ragione. A me come personaggio televisivo Volo piaceva ma col tempo non è riuscito a reinventarsi, almeno secondo me. Il fatto divertente poi è che quando escono articoli come il mio poi sembra che nessuno, o quasi, acquisti i suoi libri. Un po’ come in politica: uno viene votato ma nel momento in cui questo non va più bene allora nessuno più l’ha fatto.

  6. Bellissimo e da me fortemente condiviso il tuo articolo, Rebecca. Purtroppo la razza degli scrittori mediocri, che si avvalgono peraltro di strumenti del tutto estranei alla cultura (vedi la presenza in radio e alle trasmissioni televisive di quella banda di pseudo letterari mafiosi a cui fa capo Fabio Fazio), è popolata da una folta schiera di personaggi vacui, specialisti nel far gran chiasso intorno a sé. Purtroppo a questa schiera di scrittori corrisponde un’altrettanta nutrita schiera di lettori che consumano il tempo della lettura nel raccattare spazzatura come se collezionassero perle di saggezza. Gli scrittori con la S maiuscola ne ridono? Mi auguro di no. Mi auguro che si sentano accerchiati da tanta stupidità, pur proseguendo dritti per la loro difficile strada, calpestando bene il terreno della cultura affinché le loro tracce rimangano indelebili e visibili anche nel buio di questa pioggia inquinante.

  7. Ti ringrazio Marcello e sono pienamente d’accordo con te. Purtroppo è una catena: la gente copra libri simili e questi continueranno a presenziare sugli scaffali delle librerie. Pensa che una ragazza che ha letto il mio articolo ha scritto che si ritrovò a leggere il primo libro di Fabio Volo su richiesta della Professoressa di italiano. Che educazione letteraria si fornisce perciò a scuola? E’ incredibile che con tutti i libri che sono stati scritti si propongano simili “autori”.

    1. Ormai neppure più la scuola sa che strada percorrere per una corretta formazione: o si propongono letture prive di ogni aggancio con la realtà contemporanea – credendo che certi valori debbano essere affermati ad ogni costo – o si tenta di avvincere gli studenti con queste letture vacue, ritenendo che gli aspetti più profondi – e più scomodi – della realtà debbano essere allontanati dalla loro voglia di crescere e di conoscere. Insomma, certi professori preferiscono misurare il successo del loro insegnamento con il livello di audience riscosso, anziché con il numero di obiettivi raggiunti e maturati dai loro studenti, in un percorso formativo che li prepari ad affrontare le responsabilità del presente e del loro futuro di adulti.

      1. Anche in questo caso sono d’accordo con te. Secondo me c’è una grande confusione perché si accorgono che alcuni elementi della scuola risultano vecchi ma fanno tanti errori cercando di renderla più moderna. Speriamo che questo cambi.

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