Natale non è Natale senza una bella canzone da canticchiare sotto l’albero: origini e tradizioni nel mondo
“Jingle bells, jingle bells Jingle all the way,/ Oh what fun it is to ride/ In a one-horse open sleigh,/ O Jingle bells, jingle bells Jingle all the way,/ Oh what fun it is to ride/ In a one-horse open sleigh!”
Manca poco a Natale. È una delle ricorrenze più attese e come tale trascorre anche, purtroppo, in maniera molto rapida. Ma per chi ama questo periodo dell’anno cosa c’è di più bello dell’addobbare l’albero di Natale, il presepe, decorare casa e fare shopping alla ricerca di doni per amici e parenti?
Ma il must per chi sente il Natale dentro di sé in maniera profonda è senza dubbio quello di svolgere tutte queste attività, ovunque si trovi, con sempre in sottofondo delle splendide canzoni natalizie. Ma vi siete chiesti quando questa tradizione canora è nata?
Fino a qualche millennio fa non esistevano né Gesù Bambino e tantomeno Babbo Natale ma fin dall’antichità l’uomo ha venerato delle divinità ed è a queste che rivolgeva dei canti per le ricorrenze speciali. Pare, secondo fonti latine, che un primo canto natalizio sia stato, nel 129 d.C., con l’arrivo del cristianesimo, “Inno dell’angelo”.
I primi canti erano in latino e questo impediva alle persone non colte di impararne i testi. Con il tempo si passò al volgare, la lingua del volgo, del popolo, ed è in questo modo che San Francesco narrava, spesso sotto forma di canto, le storie della nascita di Gesù. Per secoli il latino rimase la lingua più utilizzata e i ceti più umili a malapena avevano tempo di pensare alle festività.
Il discorso diventerebbe troppo lungo, basti dire che con il tempo ogni Stato europeo, chi più chi meno, ha sviluppato una sua tradizione canora natalizia e parte di questa è giunta a noi quasi intatta.
Parlando di Italia la tradizione al riguardo non è particolarmente ampia ma sembra che uno dei canti più antichi sia stato “Quanno nascette Ninno” (noto anche come “Pastorale”), composto nel 1754 dal vescovo cattolico e compositore Alfonso Maria de’ Liguori (il primo ad utilizzare il napoletano per dei canti religiosi), dal quale venne poi tratto “Tu scendi dalle stelle” che tutti noi cantiamo fin da piccoli. Si potrebbe ricordare qualche altro canto natalizio tradizionale dialettale ma in realtà la maggior parte dei canti sono stati poi presi dai nostri vicini europei (la Germania possiede un’ampissima tradizione ottocentesca natalizia) e tradotti. E questi sono poi finiti oltremare e interpretati dai cantanti più famosi, dando inoltre spunto per altri brani.
Uno dei pezzi più noti nel mondo è senza dubbio “Jingle Bells” (tanti di noi la cantavano da piccoli nella traduzione italiana: “Tin tin tin tin tin tintinnate ancor, campanelle della slitta la notte di Natal!”) ma sapevate che in realtà questa era stata composta per il giorno del Ringraziamento (che si festeggia il quarto giovedì di ogni novembre)? In effetti la canzone rievoca degli scenari invernali ma non fa riferimento ad alcunché riguardi il Natale. In origine la canzone si chiamava “One Horse Open Sleigh” e venne scritta nel 1857 da James Pierpont e pubblicata nell’autunno 1857 con il titolo “One Horse Open Sleigh” e si ispirava alle corse delle slitte che si svolgevano negli Stati Uniti d’America nel diciannovesimo secolo. Sono migliaia le modifiche di questo brano e in tantissimi l’hanno cantata facendola così divenire un inno del Natale.
Frank Sinatra e Bing Crosby furono tra i primi a cantare canzoni natalizie di successo, raramente scritte da loro ma interpretate con successo planetario. Se però Sinatra cantava in maniera più classica queste e altre canzoni Crosby fu l’iniziatore delle canzoni pop di Natale. Il primo grande successo fu “White Christmas” (in italiano “Bianco Natale”) scritta da Irving Berlin per la colonna sonora del film “La taverna dell’allegria” (1942), che vendette oltre cinquanta milioni di copie nel mondo e venne premiata con l’Oscar per la migliore canzone.
In Italia la nota canzone venne pubblicata dalla Fonit ma in quegli anni vigeva il regime fascista che la censurò e per questo motivo divenne famosa solamente dopo la seconda guerra mondiale.
Bing Crosby cantò poi altrettanto importanti successi del calibro di “Silent Night” (la versione inglese della tedesca Stille Nacht), “I’ll be home for Christmas”, “Too-Ra-Lo-Ra-Loo-Ral”, “Rudolph, the red-nosed reindeer” e tante altre.
Nel 1957 giunse l’”Elvis’ Christmas Album”, una raccolta di canzoni natalizie che per quattro settimane rimase al primo posto delle classifiche di “Billboard”. Tra le tante cover, fra le quali “White Christmas” (che non rese troppo contento Bing Crosby), vi erano anche due canzoni scritte appositamente per Elvis: “Santa Bring My Baby Back (to Me)” e “Santa Claus Is Back In Town”.
Da non dimenticare poi i meravigliosi e intensi canti gospel, di origine religiosa, che sono divenuti una tradizione in ogni parte del mondo in particolare abbinati al periodo natalizio.
Più di recente registrare un disco di canzoni natalizie è divenuta “usanza” tra tutti, o quasi, i cantanti famosi di ogni parte del mondo ed eccoli immancabili nei negozi di dischi e ovunque questi vengano venduti in prossimità del mese di dicembre.
Il canadese Michael Bublé è forse uno degli esempi più lampanti: nonostante la giovane età si è dimostrato in grado di riproporre canzoni natalizie e non rese famosi da vecchie glorie donando un tocco di modernità e facendosi così amare da ogni fascia di pubblico.
Naturalmente poi i gusti sono soggettivi e così ognuno sarà libero di ascoltare ciò che preferisce, anche perché, come scrisse la scrittrice e drammaturga statunitense Edna Ferber “Il Natale non è un giorno, ma un sentimento.”
Buon Natale a tutti voi!
Written by Rebecca Mais