Contest letterario gratuito di poesia e prosa “Emma – Alle porte della solitudine”
“La mia mano/ chiusa nella tua/ indugio/ alle porte della solitudine// quando le ciglia della notte/ si schiudono su un nuovo sorriso/ e le labbra sono petali di porpora// nelle vene della speranza/ il lume guida/ l’incedere fra le nebbie/ dove erra il mio ultimo sussurro.” – “Alle porte della solitudine”
Regolamento:
1. Il Contest letterario gratuita di prosa e poesia “Emma – Alle porte della solitudine” è promosso dalla web-magazine Oubliette Magazine e dall’autrice Giovanna Fracassi. Il Contest letterario è riservata ai maggiori di 16 anni.
Il Contest è gratuito. Il tema è libero.
2. Articolato in 2 sezioni:
A. Short Story in 200 parole (un racconto breve avente come limite massimo di partecipazione 200 parole, e come limite minimo 30 parole)
B. Poesia (limite 80 versi)
3. Per la sezione A si partecipa inserendo la propria opera sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con opere edite ed inedite. Per un facile conteggio delle parole consigliamo di scrivere la short story in un documento word e cliccare in alto Revisione, e Conteggio parole in alto a sinistra.
Per la sezione B si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con poesie edite ed inedite.
Le opere senza nome, cognome, e dichiarazione di accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate. Inoltre NON si partecipa via email ma nel modo sopra indicato.
Ogni concorrente può partecipare in entrambe le sezioni e con una sola opera per sezione.
4. Premio:
N° 1 copia della silloge “Emma – Alle porte della solitudine”, di Giovanna Fracassi, edita dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni per la collana editoriale “Trasfigurazioni” in collaborazione con Oubliette Magazine.
Saranno premiati i primi due classificati della sezione A, ed i primi due classificati della sezione B.
5. La scadenza per l’invio delle opere, come commento sotto questo stesso bando, è fissata per il 13 febbraio 2015 a mezzanotte.
6. Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:
Alessia Mocci (Dott.ssa in Lettere, redattrice e critico letterario)
Giovanna Fracassi (Scrittrice)
Rebecca Mais (Collaboratrice Oubliette)
Cristina Biolcati (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)
Irene Gianeselli (Collaboratrice Oubliette)
Daniela Montanari (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)
Katia Debora Melis (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)
7. Il contest non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.
8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.
9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per email: oubliettemagazine@hotmail.it indicando nell’oggetto “Info Contest” (NON si partecipa via email ma direttamente sotto il bando), in alternativa all’email si può comunicare attraverso la pagina fan di Facebook:
https://www.facebook.com/OublietteMagazin
10. È possibile seguire l’andamento del contest ricevendo via email tutte le notifiche con le nuove poesie e racconti brevi partecipanti al Contest Letterario; troverete nella sezione dei commenti la possibilità di farlo facilmente mettendo la spunta in “Avvisami via e-mail”.
11. La partecipazione al Contest implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.
BUONA PARTECIPAZIONE E BUONA LETTURA DELLE OPERE PARTECIPANTI!!!
Sezione B
Mazzei Sina
accetto il regolamento
A mia madre
E te ne andasti davvero…
senza profumi di rose intorno,
in un attimo spoglio d’amore,
così come si solleva la polvere
al soffio di un vento inatteso.
E ti diedi tutto ciò che avevo,
compreso la mia fragilità.
E urlai rabbie senza scarpe,
e offesi questa vita che mai ti mostrò
ciò che ardentemente bramavo,
e pregai davanti a specchi senza volto
perché finisse l’agonia dei miei occhi nei tuoi.
E io ero là che cadevo e mi rialzavo con te
intanto che tu cadevi e ti rialzavi con me.
E mentre ti scheggiavi ogni giorno di più
io provavo a correggere il taglio.
E ora che le rondini non cantano più,
E ora che le notti tremano ancora,
proverò a darti tutto ciò che non avevo…
E qui mi prostrerò davanti al tempio
che hai edificato negli anni
con la tua infinita sofferenza,
per essere migliore in un mondo
che mi aspetta, oramai, senza te.
Sezione A
Giancarlo Stoccoro
accetto il regolamento
Bibliofilia
I libri non si suggeriscono, vengono da soli a bussare alla porta. Io ne ho una fila lunghissima in impaziente attesa. All’inizio entravano uno alla volta, da tempo però hanno creato un varco grande e si sono piazzati a migliaia in ogni angolo della casa. Appena incrociano il mio sguardo – e io, ormai, quando sono preso da occupazioni più serie, faccio come certi camerieri negli slow food, cammino per le stanze con gli occhi chiusi – mi supplicano di prenderli in mano, di sfogliarne almeno le prime pagine. I libri hanno bisogno di essere coccolati, non si accontentano di un posto al caldo nella seconda fila di una vecchia libreria dell’Ikea. Sopportano meno della Billy i traslochi perché sanno che finiranno stipati nei cartoni per chissà quanto, prima di rispuntare con la copertina strappata o la muffa, pronti solo per la raccolta della carta.
Il supplizio più grande lo condivido con loro ogni anno, immancabilmente all’inizio delle vacanze estive, quando si tratta di sceglierne 4 o 5 da mettere in valigia. Alcuni s’impongono da soli, gli ultimissimi arrivati, in primo piano sul comodino. Tra gli altri è una lotta sui ripiani ricolmi, scartati quelli pieni di polvere, ne prendo a manciate e li stendo sul letto. Me li guardo e li rigiro tutti sulla quarta di copertina, pochi li sfoglio. Sono i titoli a imporsi, non certo il formato tascabile; i più si limiteranno a cambiare aria con me, tutti assolveranno al compito essenziale di tenermi con i piedi ben piantati sulla terra, come un mulo preso da troppi rimorsi di coscienza. Anche quest’anno 18 libri in due trance,di 10 e 8. Tra questi,almeno due erano rimasti sepolti disciplinatissimi nell’ultimo ripiano in alto dello studio da almeno tre anni, in ossequioso silenzio. Immagino adesso, appena li aprirò, quante cose avranno da dirmi.
Giancarlo Stoccoro
Sezione B
accetto il regolamento
Quanta alba dentro un parco
la pioggia breve dei semafori
non deve rattristarla minuta
si srotola la vita e pare avanzi
da sola quando basta un cenno
per agganciarla al sole più ampio
guardare dall’alto questo mondo
piccolo e consumato
Parole di Rosario Tomarchio (Accetto il regolamento per sezione B)
Ci sono momenti
in un uomo,
in una donna
che si formano strane rughe
per rabbia,
per attimi rumorosi dentro se
che invadono il silenzio
del tranquillo riposo.
Attimi di freddo,
tristi,
bui.
Attimi di vita che si spezzano
come gesso,
attimi vissuti con il fuoco dentro,
attimi vissuti come il mare calmo
di calda sera d’estate.
Attimi confusi che invadono
Il silenzio dell’anima,
la tranquillità della mente
e in un giravolta di pensieri
presi per mano per divenir
parole di melodie senza tempo.
Ci sono rughe sui volti
di uomini
e di donne che si chiamano sorrisi.
Sorrisi che nascono da parole
semplici,
a volte dolcemente complicati,
scritte sulla sabbia
di un mare eterno
e il tempo non porterà via.
Ci sono parole che creano sorrisi,
parole semplici come grazie.
Grazie parola semplice e umile,
che nobilita il cuore di chi lo dice
e rende gentil chi lo riceve.
Silenziava la vita di Luciana Raggi
(sez. B) Accetto il regolamento
Lontana dai ricordi
nel suo inutile stare
ferma sulla panchina
nel suo triste guardare
fissa sulla collina
stava
nell’ombra della sera
assopita dal dolore.
Stava ferma
fissa a guardare
assopita dal dolore.
Silenziava la vita.
Oltre le porte della solitudine
Oltre le porte della solitudine
c’è l’essenza del sorriso
di una geometria dei sogni
in colori surreali
e voce del mare.
Oltre la nebbia
c’è la speranza del mondo
a guidare il cuore
in visi di magnolie
ai piedi della luna
solfeggiare
tra rime d’oro
sul tuo pugno il mio respiro ..
spiga.
ELENA SPATARU
SEZIONE B
Accetto il regolamento
La vecchia
Scialle di ricordi
sulle spalle curve.
Mani tremanti
viso avvizzito
sorriso di bambina.
Abitudine e amore
nei gesti quotidiani.
Scalda la minestra
parla coi gatti
sbriciola il pane
per i passerotti.
Patrizia Benetti
sezione B
Accetto il regolamento.
Rosa Bizzintino
Sez. b Accetto il regolamento.
Rosa Bizzintino. Poesia.
La nonna.
Ti ricordo,
con le bianche trecce
seduta su una seggiola
davanti alla finestra,
i tuoi pensieri
correvano
alla tua vita
da giovinetta
quando con la
cesta in testa
vendevi la ricotta,
alla tua casa
da bambina
dove sorgeva un biancospino,
al profumo
delle spighe dorate
appena abbrustolite e
con un sorriso
finivi di sognare e
tra le tue mani
il rosario che
pazientemente recitavi.
Sez. B Accetto il regolamento
ANGOSCIA
Onda anomala
improvvisa,
l’angoscia
invade l’anima
e travolge ogni cosa.
Annaspi,
apnea di paura
priva d’aria,
senza luce.
La vita sfugge,
allunghi la mano
ma non puoi afferrarla.
Esausta
e svuotata,
ti rannicchi
nel tuo angolo segreto,
chiudi gli occhi
e paziente,
aspetti…
e speri…
Stanca di scappare
la vita tornerà
e l’angoscia
scaccerà.
Baciami donna
Sezione B
Baciami donna
sulla bocca asciutta
del mattino,
sugli accenti scordati
del mio cuore,
sulle coste frastagliate dell’Irlanda,
sulle dune dorate del Sahara.
Bacia i miei passi
e salirò con te
lungo pendii inaccessibili
dove gli uomini si perdono
in percorsi che portano alla guerra.
Sarai pace infinita
per la mente
e fuoco assassino
per il corpo
e brucerò con te
finchè vorrai,
senza riserva alcuna.
Baciami donna,
arsura dei miei sogni realizzati.
Accetto il regolamento
(Accetto il regolamento e partecipo alla sezione B )
Il silenzio della mia solitudine
Quando impazza
il caos della vita
e il vocio stridulo
rimanda cori
di bimbi festanti
quando la sera scende
e dolcemente accarezza
l’anima pensierosa
come foglia che adagio,
su tappeto di seta
frusciante, si posa
evado –
Fuori dal mondo, dal tempo
dalla vita, da me…
Ascolto il silenzio,
che canta e mi culla
m’abbraccia e mi ama
il silenzio della
mia solitudine
che ogni volta
mi brama-
e non vorrei più tornare
rimango inerme
ad aspettare
“ARMONIA DELLE LACRIME”
Traduco le mie note in versi
e nuovamente piange la mia penna
l’armonia delle lacrime!
In Si maggiore e No minore prego
di comporre ballate e tarantelle
per danze indiane e percussioni a ritmo!
Poesie di antichi riti propiziati
per suscitare esaltazioni folli,
che tremi insieme a loro questa notte
di versi messi in croce e abbandonati,
in rivalsa di tempi andati a male
e di misere questue ad occhi bassi,
a perpetuare il tempo degli amori
lasciati senza vento…
a penzolare…
SEZ. B ACCETTO IL REGOLAMENTO
ANDREASSI NICOLA
Alberto Castrini
Binari
È freddo nelle buie sere
sui binari,
non c’è pace fra i viandanti
passano, non stazionano.
Qualche lacrima,
un abbraccio frettoloso,
sguardi furtivi,
umanità raminga.
Partito il treno
il freddo aumenta.
È sempre inverno
per chi si lascia.
Non crescono fiori
tra i binari,
si è ancor più soli
sulle algide panche.
Per chi non si trova,
quanti treni
sfileranno ancora
traguardando lontano?
(sez. B accetto il regolamento)
Annamaria Vernuccio 15/1/ 2015
Allo specchio
Mi guardo allo specchio
e ciò che vedo non mi piace!
Non certo l’aspetto, il viso, le rughe…
Lo so son cambiata e lo do per scontato.
Io guardo i miei occhi e
assente è la luce che un tempo vedevo,
quel sorriso che ornava il mio volto.
Quante promesse non mantenute,
quanti sogni non realizzati,
ed ognuna di queste cose ha mutato
il mio aspetto attuale.
Mi guardo allo specchio
e in quel che vedo non leggo futuro,
ma tutto sembra uguale
a chi guarda soltanto con gli occhi.
Ho bisogno di qualcuno
che mi guardi incantato,
con l’amore nel cuore ,
e sei tu che puoi farlo.
Ho ancora così tanto
da dare ai miei cari,
sorrisi ed abbracci da dispensare,
lacrime da asciugare e parole per confortare.
Mi guardo allo specchio e penso…..
forse se entra un raggio di sole
splenderanno di nuovo i miei occhi
di pagliuzze dorate!
Sezione B Accetto il regolamento
Annamaria Vernuccio 15/1/2015
Solitudine
I macchinari erano spenti e lui si godeva quel momento di silenzio, dando l’addio a quella che era stata la sua casa per 40 anni. Domani sarebbe andato in pensione con l’onorificenza massima per aver rivoluzionato il mondo della robotica.
L’ingegneria aveva fatto passi da giganti e quella era l’ultima “sfornata” del modello di robot programmato da lui, talmente personalizzato da sembrare un umano.
Erano diventati obsoleti, li volevano più sofisticati, ma a scapito dell’aspetto interattivo su cui lui aveva tanto lavorato. Per il lavoro aveva rinunciato a farsi una famiglia, ad avere dei figli, ed ora se ne pentiva. Lo aspettavano giorni di solitudine e non era preparato per quel momento.
Ora li guardava allineati lungo le pareti, come persone pronte a partire per un viaggio: ce ne erano di tutte le misure: bambini, ragazzi, adulti!.
Gli balenò l’idea di portarne via uno. Gli sembrava di sentire le loro voci che dicevano: “prendi me, prendi me”, ma lui aveva deciso: avrebbe preso un robot dall’aspetto di un ragazzo,del ragazzo che non aveva messo al mondo. Non era il momento per i rimpianti, questo aveva e doveva farselo bastare. Col tempo divenne per lui quel figlio mai avuto.
Sezione A Accetto il regolamento
Pensieri fluttuanti
Volgo gli occhi al cielo
come un’irrequieta anima,
in cerca di tangibili certezze;
ora i taciti pensieri
si mescolano al mio pianto,
che incessante accresce le mie turbate emozioni.
Ora osservo quella scia bianca,
che lascia indietro un passato colmo di dolore.
Ora osservo quest’ onde che si rifrangono dolcemente ,
in un rassicurante blu,
che si staglia al passaggio,
ed accolgono benevole
i miei pensieri fluttuanti
in quest’anima,
che ingabbiata vorrebbe fuggirne .
Gravina Isabella – Partecipo per la sezione B- Accetto il regolamento
Giada Rossi
Sezione B
Accetto il regolamento
Sguardi che si inghiottiscono
affamati;
volti che si rispecchiano
increduli.
Bianche conchiglie
incorniciate da onde delicate
Gridano.
Verità scomode, pensieri ingombranti.
Squarci di universo intrappolati
tra ciglia
inspessite di mascara
in cerca di una maschera adeguata,
che nasconda le ombre.
Orecchie incantate
dal fruscio di frassini,
assordante
in un pomeriggio autunnale.
Incontri tra opposti.
Animi duri come pietre?
Sassi di sabbia.
Ghiotta di baci,
scaltramente li ruba all’amato
mentre rami in fiore si intrecciano al sole.
Un irrefrenabile singhiozzo d’amore
scandisce gli attimi.
Molto profonda e scandita da armonie poetiche lancinanti.
Poesia Sez, B (Accetto il Regolamento)
di Maria Rosa Oneto
“Soltanto la Morte”
Soltanto la Morte
lascia spiragli a un’altra vita.
Mi aggiro nell’ombra, mesta,
al venir meno della sera.
Mani vuote, trafugate di sogni.
Speranza, nettare dell’Universo,
volata via tra brividi d’amore
Son qui, a contare i giorni,
le attese, stupide illusioni.
Ancora porto tracce di bellezza,
rosso vermiglio sulla bocca,
un tocco di matita a disegnare gli occhi.
E più non vedo l’alba al mio risorgere,
Soltanto la Morte
che benedice la Pace
e ciò che non son stata.
.
Francesca Santamaria
Accetto il regolamento
Sezione A
Il vuoto
Il vuoto si prova all’improvviso, non solo quando si può riceve uno schiaffo ma anche quando si è solo apostrofati verbalmente, quando l’ira acceca l’anima e annebbia la mente.
Il vuoto si prova in un secondo quando un figlio ti ignora e non prova nessuna gratitudine, perché non comprende cosa significa averlo concepito.
Il vuoto e’ come una morsa che prende e che logora alla fine nonostante si senta si continua imperterriti a donare sempre amore.
Il vuoto si prova quotidianamente quando dietro affanni e preoccupazioni non si discute e con calma apparente si continua ora dopo ora a far finta di nulla.
Il vuoto procura e logora l’anima e per quanto dolore provoca da soli e’ impossibile da sconfiggere.
Francesca Santamaria
Accetto il regolamento
Sezione B
La solitudine
Lei è lì
fredda e distaccata
nemica e compagna
nel silenzio percorro il suo sentiero,
che avvolge il corpo
e lucida la mente,
“soli si nasce e soli si muore”
sussurra nel suo silenzio.
Mi domando,
sarà così quando un dì
davanti a Dio dirò,
”eccomi sono solo io”.
Il marchese di Buonaventura di Rosario Tomarchio. Accetto il regolamento del contest letterario per la categoria A
Quella notte era stata una notte fitusa assai per il marchese di Buonaventura. Il vento della casa di Speraportici non aveva smesso di soffiare e soffiare per tutta la santa notte e si sa il vento metteva di umore tintu il marchese, tanto più quando non poteva passare la notte di sonno come Dio comandava. Il vento per tutta la notte aveva fatto sbattere la porta finestra che dava sulla spiaggia. La cosa che aggravava ancor di più l’umore tintu era dopo una nottata persa al mattino vedere la spiaggia di Speraportici ricoperta di spazzatura e ancor di più al marchese gli giravano le palle in quei giorni se qualcuno lo salutava con il buongiorno. Pensava il marchese perché ti devono dire buongiorno senza sapere il per come? Il per quando? Se era un una giornata bella o era una giornata di quelle che bastava una parola di nenti per far succedere una lite.
Il suo segretario che lo conosceva bene, vedendo arrivare niuro in volto non si azzardò a dire buongiorno ma un semplice guardata vista e non vista negli occhi.
Sezione B – Accetto il regolamento
Opalescenze
Un rossore di papaveri
accende la sera,
futuro alle spalle
senza passato,
plumbea canzone
di un coro sballato
a ronzare in testa,
a ritmo gitano.
Un triste bagliore
regala il mesto sorriso,
timore che affligge
e penetra l’anima,
il sogno glabro
d’un amore stracciato
bisbiglia all’anima
da un grigio tormento.
Il pensiero turbato
alberga nella mente,
calamità contorta
sempre attaccata addosso,
alla vita spalmata di nebbia
che si finge di vivere,
furia inginocchiata
in mollezze d’ombra.
La luce fluisce
in onde di vento,
affiora nel giorno
d’allacciata sventura
lasciando sgomento di sé
e opalescenze di fiamma,
un coro sommesso
d’ingordo incanto.
Le languenti carezze
d’avvolgente amore
inebriano una passione
ambrata di carne,
un profumo d’onda
di sguardi diletti
nel fosco inverno
del cuore spiaggiato.
Sandra Ludovici
Sara Albarello
SEZIONE B Poesia
Accetto il regolamento
Sei il mio Sole
Siamo due soli.
Tu di Ponente
Io di Levante.
Soli.
Caterina Muccitelli
Accetto il regolamento – Sezione B
SOLA
Sola,
mi incammino
su sentiero impervio,
per riflettere e,
mentre la luna si specchia nel mare,
una lacrima sgorga dagli occhi,
bollente e pungente
solca le gote,
che s’infiammano e
trasmettono alla mente
un dolore acuto
che rinfrange nel cuore,
già provato e sofferente,
una verità difficile da accettare,
cruda.
Sono sola
con me stessa.
Caterina Muccitelli
Accetto il regolamento – Sezione A
Sono morta
Mi giro e rigiro nel letto. Guardo la sveglia e sono le due. Cazzo! Perché non dormo? E continuo a ripensare alle cose del giorno prima. Un malessere si impadronisce del mio corpo. Non respiro bene, sembra che il cuore salti un battito. Dovrò morire? Magari, così finisce ogni sofferenza. Una volta in quel loculo non senti e non vedi più niente, finisci di patire, di arrovellarti il cervello, con i se e con i ma e se la deve sbrigare chi rimane. Certo qualche lacrima sarà versata….al funerale o al cimitero…ma che liberazione non pensare più a nulla.
Apro gli occhi, albeggia. Guardo la sveglia, sono le 6.40 e comincio un’altra giornata. Ho una strana sensazione come di….leggerezza.
Mi giro e sono sola nel letto.
La casa è silenziosa.
Strano. Non c’è nessuno.
Non ho neanche la necessità di fare pipì.
Scendo le scale….ma mi accorgo di fluttuare!
I piedi non si muovono però mi sposto e questa che indosso non è la mia camicia da notte!
Una voce: – Hai tanto chiesto che sei stata accontentata.-
E realizzo.
Sono morta.
Grazia Elettra Cormaci
Accetto il regolamento. Sezione A
Concorso: “Emma alle porte della solitudine”
20/1/2015
L’amore mai nato
Di storie drammatiche, Giulia aveva riempito la sua vita. Di uomini sbagliati, anche. fin da bambina si era ritrovata a fare i conti con la realtà di sofferenze dovute ai continui maltrattamenti da parte di sua madre. Giulia non si ribellava, non poteva, quando sua madre la tirava dai capelli e la rinchiudeva per ore nello stanzino al buio, come non si era mai ribellata ai maltrattamenti e agli abusi dei suoi continui uomini sbagliati. E fu così, nella solitudine della sua disperazione che lei cominciò a immaginare mondi fantastici, a vedere le cose, al contrario di come andassero nella realtà. Per questo, infine, si allontanò del tutto con la mente da quello che era il suo mondo fatto di mostri e streghe cattive: sempre di più, e forse, anche per questa ragione arrivò a perdersi dentro un mare di paure, a volte fino a giungere a pensare, che forse sarebbe stato meglio non essere venuta al mondo. A volte, invece, riusciva a provare un profondo sentimento di vero ma incomunicabile amore verso il suo aguzzino, ma che comunque non serviva a cambiare il corso della sua vita. Ormai era circondata da ottuso silenzio, dove l’amore esisteva solo nelle favole e, la sottile indifferenza, teneva separata la mente dal corpo per non sentire dolore. Le frasi di sua madre, dei suoi compagni, spesso pronunciate apposta per ferirla, l’avevano prostrata a tal punto, da far sentire lei una cosa sbagliata, inutile.
Giulia continuava a sperare in silenzio, muovendosi senza far rumore nella sua stanza, un orizzonte somigliante a un grande grembo materno, ma che non riusciva a proteggerla. Ma nonostante tutto, e nonostante la sua solitudine, Giulia credeva ancora, che ci fosse una speranza per cambiare le cose.
Vittorio Tatti – Sezione B
Accetto il regolamento e partecipo con “Solitudine”:
Solitudine sei tu
il mio cielo non più azzurro
il mio sole non più luminoso
il mio fiore non più profumato.
Solitudine sei tu
perché è nella tua assenza
che percepisco il grande vuoto
che si cela nel mio cuore.
Solitudine sei tu
ma non nei miei pensieri
non nelle mie parole
non nei miei sogni.
Sei solitudine
ma anche desiderio
speranza
amore.
Sei la presenza
di tutto ciò
che manca
nella mia vita.
Sezione A
D.F. in pseudonimo i-sola-solitaria – inversionismo
accetto il regolamento
«Pensieri di foglia (acero rosso)»
Ho visto passare la vita sotto di me.
Osservato perfetti istanti di paradisi utopici, o il fuoco dell’inferno che ha ingoiato vite.
Fiumi e fiumi d’energico sangue, tante brillanti menti frantumate per/in/un niente.
Sotto di me passanti stanchi e vecchi disillusi, madri senza speranza e padri disattenti. Sono ingrassata nel pianto, alimentando il mio tormento. Raggrinzendo, gonfia, d’acerba rabbia, e inutile stizza impotente. Appesa sul fato, che mi scorreva accanto, imponente.
Ho pensato, creduto, di poter agire – non so in che modo- e di poter mutare i poli nel flusso dell’esistenza.
Non fu così. Non è così.
Ora ciondolo, guardo in giù e poi in su.
Verso l’alto, verso quel flebile filo che mi lega a te.
Sfilacciato.
Ora, attendo di sentire l’ultima folata, poi mi lascerò cadere. Spezzerò il legame che mi unisce al ramo e rotolerò giù, giù, giù.
Foglia morta, tra morte e foglie.
Calpestata.
Molle scarto ingiallirò sulla strada, dalla fine del giorno fino alla fine della notte.
Sezione B
D.F. in pseudonimo i-sola-solitaria – inversionismo
accetto il regolamento
«carioca»
Non indagare la mia storia
per pungenti punti d’eros
e tempie pulsanti
carne barcollante e voglia.
Non indagare sui molti muri
la mia figura la vedi
sinuosa serpe sulla soglia
oltrevelo di fioca sottana
balla una danza roca
d’ ossimorica allegria.
Colorata e confusa carioca.
Sezione B
Francesca Dono – inversionismo
accetto il regolamento
Troppo
Prendi me
invece
della parola muta
mai
da qualche parte
meno
in nessun posto.
Troppo
scava sotto
priva.
Tarli della notte
Per la sezione B
Hebe Munoz
accetto il regolamento
COMUNQUE IO SIA
Mi faccio focolaio
e tempo infinito dove
scorrono ore e stagioni
e carezzecotone
vellutate d’amarsi
Mi faccio attesa
alle rive dei secondi dove
l’orologio ha perso le lancette
ed il profumo del caffè
sveglia il giorno nuovo
a baci sospesi che
hanno solo bisogno di te
Mi faccio salmastro
a piccole gocce
di pianto gioioso
di sudore a pori
di acque intime
Bevi
Mi faccio ricordo
uno tuo
atavico e nudo
chiudi gli occhi amore
Mi faccio
un voglio e un posso
per liberare
la tua lingua
ed i tuoi bottoni
Mi faccio lettera per le tue mani
lettera urgente
da aprire
da leggere e
da percorrere a virgole
con le tue dita
Lascia le chiavi sul comodino
il portafoglio
e le ansie
io mi faccio
lenzuola setata
cuscino
per coprirti
corpo disteso
Riposa il tuo capo
sul mio seno
Benedetto sia tu
che mi riconosci
che mi ricevi
comunque io sia
Hebe Munoz
Sezione A
Francesca Dono – inversionismo
accetto il regolamento
Metropoli-tana
Ed anche quella sera Milano era una marcia dietro la ferraglia dei tram. Un budello intasato che restringeva la gola secca . Si strinse alla borsa, come se questa avesse carne e sangue , essenziale in tutto quel contorno grigio – ghiaccio. Accese la sigaretta fumando cento domande senza risposte .
Avrebbe voluto un po’ di vento se si fosse strofinato accanto, dentro la giacca verde di velluto, invece di sgomitare storpiato al di là del muro; vicino alla vecchia stazione dove i treni fischiano ma non sai mai se vanno o tornano.
Forse avranno una meta – pensò – mentre gli anelli di fumo si aggrappavano alle ciglia, una destinazione invisibile, visibile, divisibile dal posto, dal mondo, da qualsiasi cosa che si può lasciare indietro.
Filò liscio, dietro la luna scongelata che sciabolava un altro schiaffo d’inferno sul suo bavero alzato, proprio lì , tra le guglie del Duomo sfumate a metà.
Vi combatterò domani, maledizione!
Uomini, dei, demoni ed alieni, come l’ultimo dei Mohicani – disse-
Oltre, la lamiera di un taxi svuotava le scarpe bucate sull’ombra già lasciata al marciapiede, come ogni volta.
Grazia elettra Cormaci 23/1/2015
Accetto il regolamento. Sezione B
Concorso: “Emma alle porte della solitudine”
La stella
Sopra i campi infangati di dolore
Riflette il cielo rosso
E si amalgama con il sangue di anime innocenti.
Ritti tra le spine stanno fra le mani di uomini senza Dio.
Che esercitano gratuita violenza
Fragili come ramoscelli si piegano al vento della crudeltà.
Galleggiando sopra un mare d’impunità
Non comprendono il perché di questa inciviltà.
Sperano che il tempo non cancelli mai
Nei cuori degli uomini l’illogica fine
Spezzati derisi come futili cose
Aspettano impazienti che giunga
Anche per loro l’immortalità
Seduti col capo chino, affrontano il viaggio.
Diventato infinito
Hanno sopra il cuore cucito, una stella
Ma non brilla
E anche se la vita è un incubo, presto si risveglieranno
Consapevoli di poter alzare di nuovo la testa e respirare
nuovamente il profumo leggero della libertà
Superare nel ritorno la sofferenza.
Accorgersi di non essere più soli
Perché ora
Nella mia coscienza
Vorrei portare cucita sul petto una stella.
Se un giorno riusciranno a dimenticare, ritornare alla vita
la loro terra non avrà confini:
sempre libera, sconfinata nel ricordo di essere liberi
come il sole e l’aria.
Anno 1971
VENTO DI SOLITUDINE
Ho smesso di cercarti
E mi urla nella labbra
Una fretta di dimenticare
Un consegnarmi alla tua ombra vuota
Per non smarrirmi incauta
Nell’alito che conduce alla follia.
Mi sorprende la clamide pesante
Che riveste la mia solitudine
E già domani si sgretolerà
Nel perimetro ostinato dei miei sogni.
Ho salpato mari verticali
In rotte di esilio
A marcire tra le alghe di dolore
E i flutti che latravano da lontano,
l’orizzonte un demone silenzioso
cui affidare le note gementi
di una brama che dilaga nel mio petto
come una lava pazza
che non dà pace.
L’aria si veste di voli e di addii
Non c’è più voce per lanciarti un ultimo grido.
Ora so di averti perduto nel respiro del mare.
Gabriella Pison
sezione B
Accetto il regolamento
Chissà se il tempo
Chissà perchè il tempo
non ferma l’amore che per te provo?
Chissà come sarei cresciuto
senza la tua presenza
così bella e dolce
e chissà se per il mondo avrei portato
il sorriso alla vita,
quel sorriso coinvolgente che fa amare
i giorni in cui vivo e m’accompagna
nel suo silenzioso andare
per le strade del mondo.
La tua pazienza sfida quella di Giobbe
ma sei sempre pronta,
vincendo le fatiche,
a donare quell’amore che non ha parole
solo perchè lo vivi mettendoti
avanti agli ostacoli.
Accogli con dovuto rispetto
chi si vuol nutrire della tua esistenza
ma io che nel cuore ti porto
vorrei gridare forte ciò che sei….
una Donna meravigliosamente bella
che ama la vita come pochi.
Chissà se il tempo lascerà al mio cuore
l’esigenza di farti felice ancor di più
dandomi la certezza che un giorno
ti regalerò un sogno,
il tuo sogno,
il mio sogno,
chissà?
Accetto il regolamento-Sezione B
Lucia Mancosa, partecipo alla sezione A, accetto il regolamento
Isole
Ci sono isole ancora nascoste all’uomo. Centinai di animali popolano queste terre dimenticate. Ci sono testi che raccontano di civiltà perdute, e di isole nelle quali la vita continua senza aver ricordo alcuno dell’uomo. Una notte, tanta la mia voglia di conoscere, ebbi la possibilità di trascendere il tempo per visitare una di queste isole.
Decisi di vivere in questo ambiente, decisi di non tornare mai.
Lucia Mancosa, accetto il regolamento, partecipo alla sezione B
Vichinghi
Noi,
esuli, marinai
antichi.
Noi,
vittoriosi conquistatori.
L’America
era vicina,
la riva mai scontata.
Onde su noi,
marinai islandesi.
Onde sulle nostre barche,
possenti e impareggiabili.
Noi, esuli
popolammo nuove terre.
Scrivi d’amore
Scrivi d’amore giovane cuore,
incanta le parole e rendile rose
porgile a teneri amanti
e inebria l’aria intorno,
imprimi alle bocche radiose
promesse di futuro raggiante.
Scrivi d’amore vecchio cuore,
sorreggi le tremule frasi
che non si disperdano nel silenzio
né muoiano nel buio del dolore,
suggella con lacrime commosse
gli sguardi di anziani amanti.
Scrivi d’amore eterno cuore,
nel cielo e nella terra
inconsistente di polvere d’ossa,
nel tempo senza tempo
immortale amore.
Tania Scavolini
sezione B – accetto il regolamento
Fabiana Bernardi, accetto il regolamento, partecipo alla sezione B
SOLITUDINE
Solitudine, nella speranza
di riunire le idee
di voci femminili
alla deriva.
Solitudine, nella consapevolezza
dell’ineluttabilità
della vita,
e del disordine
delle emozioni
che si rincorrono
senza una meta.
Solitudine, nella solitudine
di rimanere soli,
e raggiungere finalmente la
quiete.
Marisa Amadio
Sezione A Accetto il regolamento
L’ictus.
Disteso supino, su un letto d’ospedale, Piero fissava il soffitto e col pensiero vagava nelle ultime ore. Cos’era accaduto? Cercò di alzarsi, ma per la prima volta il corpo non gli ubbidì, come se non gli appartenesse più. Terrorizzato chiamò l’infermiera, ma dalla bocca uscirono solo suoni indecifrabili, farfugliati tra le labbra socchiuse. Lui era un uomo attivo, pieno d’interessi e di passioni, nella vita non si era risparmiato nulla e ora si sentiva amputato nell’anima. La flebo alla sua destra doveva contenere un sedativo, Piero lo intuì perché si sentiva trascinare lontano da un torpore che gli confondeva le immagini della sua vita, nella memoria. Per un tempo indefinito credette di trovarsi nel suo studio, sul pavimento erano sparsi i fogli con gli appunti del suo ultimo progetto. Cercò di protendersi per raccoglierli, ma, a ogni tentativo, le braccia gli ricadevano inerti lungo i fianchi. Trascorsero tra sogno e veglia interminabili minuti. Nei momenti di lucidità era sopraffatto dallo sconforto e da un dolore mai provato… non pensava più a nulla, voleva solo morire. Sapeva che non avrebbe mai accettato quella ferita insanabile e con quel pensiero lentamente tutto scomparve e un sonno senza sogni lo strappò alla coscienza.
Il baule degli antichi segreti
Il baule degli antichi segreti è sempre stato nella soffitta, nessuno lo ha mai spostato. Quando era piccola lo chiamava così fantasticando chissà quali storie fossero appartenute a quel baule.
A katy piace ancora andare in soffitta, aprire il baule e far scorrere le dita su cartoline e lettere, dimenticate dal tempo.
Forse appartenevano alle donne della sua famiglia che in epoche passate aspettavano inquiete il ritorno dell’amato, sicuramente scritte per raggiungere l’amore lontano.
Katy in effetti ora che ci pensa, ricorda una sua lontana parente, di cui parlava la nonna addirittura, che era stata lasciata giovanissima dal fidanzato partito soldato al fronte e mai tornato.
Forse sono le loro lettere che si scambiavano i giovani in quei mesi di lontananza divenuta poi tragica separazione. Sanno ancora di lacrime e gocce di pioggia, sanno di sale del mare e rose essiccate, sanno di logori ricordi che riprendono vita ora che alla luce ritornano.
Hanno il sapore della solitudine di quella giovane amata, ma non sono tristi, emanano ancora emozioni remote, intrise di profumi di violetta, ornate di consumati merletti.
Katy le accarezza teneramente, desiderando per un momento di voler riportare in vita quei giovani per un ultimo eterno, appassionato bacio.
Tania Scavolini
sez A accetto il regolamento
Spada
Oltre gli schermi dei rispettivi computer, seduto alla sua scrivania, Luca sta canticchiando un motivetto tra i denti. È allegro, nonostante la pila di pratiche e siano appena le nove di lunedì mattina. La sua testa di riccioli grigi oscilla a destra e sinistra, seguendo il ritmo di samba che mugola a bocca chiusa.
All’improvviso il suo cellulare prende vita. Le note sensuali di “Je t’aime moi non plus” inondano l’ufficio. Riconosco la suoneria: è quella di sua moglie. È insolito che chiami a questa ora: siamo entrambi rigidi di apprensione quando risponde.
Bastano poche parole per trasformare un pacioso ragioniere in una statua di livido ghiaccio. Senza interrompere la comunicazione, si alza di scatto per afferrare il cappotto appeso all’attaccapanni.
«Mia figlia ha avuto un incidente d’auto. È in codice rosso all’ospedale» le sue parole di spiegazione prima che si tramuti in un’eco di passi che corrono via.
Impiego qualche istante per rientrare in me, poi il pensiero vola a Elisabetta, alla sua pancia che ha appena incominciato a gonfiarsi. Chiara si fa strada nel mio animo una consapevolezza: tra poco meno di sei mesi anche a me una “spada trafiggerà il cuore”.
Marco Bertoli. Sezione A. Accetto il Regolamento.
-Pensiericidio d’amore-
L’ininterrotto formicolio di scompigli interiori
che perenne grava sulle inesistenti colpe,
assoggetta l’errante umanità
distinguendola dalla santità.
Succhiando energie destinate al futuro errare,
occhi scavati e indifferenti
sussurrando maleodoranti e incomprensibili scuse,
soverchiano gli intelletti e li maledicono
castigandoli
senza replica e respiro.
Distraendo gl’inavvertibili e indegni sabotanti propositi,
sterilizzando asmatiche e supponenti prese di posizione,
assegnando l’ultima goccia di trasgressione da immolare nel peccato,
desiderando ascoltare e amare naturalmente,
diretti alla solita placida e torrida voragine,
giudice del viaggio.
Senza farsi incastrare dal destino
di imperterrite e supplichevoli lacrime,
che ancora reclaman di patire l’attesa del martello fatato,
estirperei dal cuore
attaccamenti che tuonano fin la testa
e sveglio e riposato accoglierei
il demone accordatore della liberazione finale,
decesso del sentimento
e futura resurrezione.
Giuseppe Carta Sez. B Accetto il regolamento
sezione A accetto il regolamento
Un ragazzo molto silenzioso
Era un ragazzo molto carino ed educato, passava tutti i giorni al bar dove io lavoravo, era molto silenzioso, aveva il solito sorriso stampato ma i suoi occhi erano sempre tristi.
Di solito ordinava un caffè, lo beveva seduto al bancone, lo vedevo assorto nei suoi pensieri,
ma non ci facevo caso più di tanto.
A volte veniva con una ragazza, molto bella, lei la conoscevo da tanto, era una mia cliente che frequentava il bar con le amiche, avevo saputo si erano messi insieme, qualche volta li vedevo litigare, sono cose da ragazzi pensavo.
Non parlava mai con me ordinava solo il suo caffè e poi andava via, solo quando veniva con lei passava un po’ di tempo al bar, se ne stavano seduti al tavolino a parlare per ore e bere qualcosa.
Un giorno che venne solo invece dopo aver ordinato il solito caffè, iniziò a parlare con me, mi disse si era licenziato da lavoro e che di lì a poco sarebbe partito, voleva cambiare aria, conoscere luoghi nuovi, mi disse che in paese non si trovava bene, aveva venduto la macchina e coi soldi ricavati sarebbe andato a Londra.
Io un po’ rimasi sorpresa, si confidava con me come fossimo amici da sempre, lui che era sempre stato poco loquace.
Pensai avesse voglia di sfogarsi, non mi resi conto del suo malessere .
Poi mi dissero era partito, mi ero quasi dimenticata di quel ragazzo così taciturno e triste, ma dopo pochi giorni era rientrato in paese, non lo vidi, seppi solo che una sera dopo essere stato in giro con gli amici prese la sua macchina e a folle velocità si era tirato a una roccia.
Non mi ero accorta del suo malessere, della sua richiesta di aiuto, forse avrei dovuto ascoltarlo bene quel giorno, e mi viene da pensare a quante maschere dobbiamo indossare per nascondere quello che tormenta la nostra anima, quanti sorrisi stampati sulle labbra, quante lacrime nascoste.
Questo episodio mi colpì molto, togliersi la vita a 20 anni e penso a mio figlio, a quanto ha lottato per vivere, quante ingiustizie.
Autore: Paola Pittalis
Sezione B accetto il regolamento
Se di te non si riempie
più lo sguardo,
nude le mani
annaspano nel vuoto,
inermi ricadono
su fianchi stanchi.
Ed ora che sei
suono del mio vento,
che impetuoso scopre
ogni tormento,
scuote il petto
il tuo lamento,
e d’assenza riempi
le mie giornate,
muta la voce
al tuo rauco pianto.
Paola Pittalis
Monia Minnucci, sezione b, accetto il regolamento.
Il chiarore caduto
Ha ferito la laringe della terra.
Un quieto crepitare di ombre in fuga
E percezioni di nebbie secolari,
laghi e laghi di oblio in sospensione
trascendono i graffi di queste pareti,
anfratti di cellule e cosmiche contrizioni.
No, non ti seppellirò mai
E mai te ne andrai,
visiti spesso la mia testa,
lampeggi nei ricordi e mi sfiori con i tagli dei sogni.
Hai firmato il fondo vuoto della bottiglia,
troppe incertezze si incendiano all’improvviso,
una voce, un suono, un sorriso, l’abisso…
Ritrovo quel bagaglio di morti senza sepoltura.
Risanare la bellezza alterata,
carezzare i ciuffi dell’acqua
che filtrano di memorie innocenti
e stagnano nel ventre cecchino di una verità scomposta.
Le rievocazioni si decompongono.
Il giglio rinvigorisce con l’andatura del perdono,
la brina nei tuoi occhi idrata il mare di luci
e la vita, con la spada sguainata, mi sorvola.
Monia M.
Monia Minnucci, sezione A, accetto il regolamento
C’è solo ombra nelle acque e si nutre della tua nudità. Ho incubato la tempesta nei cieli e crocifisso fulmini alle mie mani, la protesta non finisce di agonizzarmi addosso. Nel grembo, concimato dal fango, è nata la roccia e la notte si è liquefatta sul giorno, fino a perdersi nel sodalizio di un’anestesia.
“ attimo distante “
Fu colpa d’un attimo
un unico attimo fugace
e persi tra le righe il cielo.
Le nuvole d’improvviso
risucchiarono la luce
gli uccelli neri neri zittiti
s’eclissarono travolti
nel cuore del volume.
Tra capilettera e capitoli
il vento brusco si quietò
sospendendo lo sfogliare
dei passi. Proprio allora
tacque la storia all’istante
in ragione dell’attimo
andato, ormai distante.
Accetto il regolamento – sez. B
S.D. pseudonimo Emma_Jewels
RIFLESSI
Riflessi di memoria
dal tuo sorriso in giù,
profumavi già di lacrime
che non hai pianto più.
Riflessi di speranza,
di te mi innamorai,
conobbi poi tuo corpo,
i tuoi pensieri mai.
( Mauro Bompadre)
* accetto il regolamento, sez B
Random
E ritorno sui miei passi
a spostare pietre
a cercare parole
e scuotermi dal torpore
io che non ho stretto la tua mano
né sentito il calore del tuo abbraccio
E non dire che è lo stesso
se mi naufraghi pensieri
ma poi ti ritorno vento
Sai?
-Basta una piccola goccia
a far sciogliere cristalli di sale.
solo random?
no
io non cesserò d’amarti
autore Paola Pittalis
sezione B accetto il regolamento
Come
Come il lucido ferro
attira la calamita,
e l’onda sbatte
inesorabile sulla riva,
come la luna
attratta perennemente
dall’azzurro astro,
come la forza di un bimbo
che succhia il latte vorace,
e la madre che stringe al petto
la sua dolce creatura,
e la natura che preme,
ogni primavera,
al germoglio
e il sole
che lancia amoroso
i suoi poderosi raggi
verso la terra,
io, sento l’attrazione violenta
verso il tuo corpo,
io mi sento follemente
tua e soffro
ogni volta che il tuo passo
malvagio
ti allontana da me.
Emanuela Di Caprio
Accetto il regolamento, sezione B
Sezione A- Accetto il regolamento.
TZIU BASTIANU
Tziu Bastianu, avvolto nel mantello di lana che, come un bozzolo, proteggeva il suo corpo esile e macilento, si godeva in solitudine il sole pallido di quella tersa e fredda giornata invernale. Se ne stava col viso all’insù e con gli occhi chiusi, come in attesa di qualcosa. Quando i cacciatori passavano di lì e gli chiedevano come andava, il vecchio rispondeva: ” E’ una vita che non auguro a nessuno ma qui sono nato e qui morirò”.
I suoi occhi, cisposi e malati, vedevano ormai solo ombre.
Nelle sue giornate solitarie, spesso ripensava alla sua gioventù, a quando, poco più che bambino, partiva col suo gregge, col bastone lungo e col tascapane a tracolla e attraversava i monti che conosceva meglio dei cinghiali e dell’aquila che volava sopra di lui, accompagnando il suo cammino. O a quando, reso forse allegro dal troppo Cannonau, s’arrampicò come un gatto su un’alta rupe calcarea e da lì, per la prima volta, vide il mare. Faceva ormai troppo freddo e il sole cominciava a scomparire dietro il profilo delle montagne. Tziu Bastianu entrò nel suo rifugio dove il fuoco, ancora per una notte, gli avrebbe tenuto un po’ di compagnia.
MARIO GAETA SEZ. B
ACCETTO IL REGOLAMNETO PER LA SEZIONE B
182727
Un braccio ormai raggrinzito dall’età
un ricordo di uno strazio
occhi lucidi per l’emozione
fissi all’orizzonte
scrutano famelici di verità e giustizia
colmi di pianto ricordano
parenti amici e compagni di prigionia
che l’atrocità faceva uscire dai camini
oltraggiandoli e cremandoli……
Braccia che han subito torture
ma che ancora oggi
mostrano l’infame numero
a memoria e a monito
per le future generazioni
che non avvenga mai più
la barbarie di quegli anni
dominati da folli generali
alimentati da ignobili pregiudizi-
27 gennaio 1945
come non ricordare!!!!
182727………….un numero indelebile
TRIP
Farsi cumulo di vestiti molli
L’angolino respira
sa aspettare eterni secondi
Si apre come un paio di gambe faticosamente convinte
e si richiude subito in una fuga incava
Non c’è ancora la differenziata
Allora tutto il mormorio nello stesso bidone
Ciò che era da ripetere
e ciò che era da dimenticare
formano ora il nuovo Dualismo
NICOLA MATTEUCCI/SEZ.B
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Voltarsi indietro.
Continuiamo,
a costruire i nostri muri per morirci suicida,
a tingere il cielo di grigia follia.
Continuiamo,
ad odiarci per un pensiero che non ha sfumature,
ma che ha solo il bianco e il nero,
ad ammazzarci per la sete di potere.
Continuiamo,
ad inondarci di misere parole, troppe, e senza fatti
ad illuderci di aver raggiunto la pace.
Continuiamo,
a correre senza sapere un perché,
a far fingere di aver ritrovato la strada,
quella che porta a riconoscere nell’altro un fratello,
o una sorella,
Continuiamo,
a ricercare la verità che non esiste,
a proclamare solo e unicamente la propria,
senza rispetto per gli altri,
a voler scordare cosa sia la saggezza.
Continuiamo così…
a innalzare sempre di più i nostri muri
che contengono, purtroppo, oramai il nulla,
STEFANO CARANTI/SEZ. B
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Buongiorno
Sezione B
Annalisa Soddu
Accetto il regolamento
DIO
Dio:
nel teatro della mia vita,
comparsa
o primadonna.
Tra le quinte costretto,
nel sublime atto della tragedia
non ti vorrò sulla scena.
Protagonista dell’angoscia
e, nella gioia, attore secondario,
ma dominante.
Tu suprema mente,
astuto coreografo,
abile sceneggiatore
del balletto dello spirito blasfemo
che, sfacciato,
si autoassolve.
Davvero vuoi?
L’avrei scritto sull’albero del melo
e tra rami che offrono frutti acerbi
l’avrei cercato nella sabbia che cela
le mie conchiglie
raccolte in giorni di sole
e di corse allo sfinire di fiato.
Ti avrei bevuto
come nettare di miele
che scivola dalle labbra avide di un bambino
come se la mia mano abitasse la tua sete.
Tu, pipistrello inquieto che insegue luce
fino al cambio di volo
nella verginità del giorno
che ali sferzanti hanno solo sfiorato.
Ora dimmi …
davvero vuoi che taccia il canto ingenuo
delle farfalle nei miei versi
che nel sospiro di vento
percorre l’unica rotta
senza inizio senza fine…
Lascia che sia la libertà del tempo che rimane
nell’offerta della tua carezza che sfuggente
colora l’acqua in tinte accese
fino a lambire dune solitarie
Fa che io possa
da solitarie vigne bere acini succosi fino a ubriacarmi
di follia …senza parole…senza note…senza averti.
Luciana Esposito
Accetto il regolamento Sez B
Abbraccio
Abbraccio con gli occhi del mattino
le tele dei ragni posate sui rovi,
accompagno la rugiada
che sfiora col primo sole
le collane di pallide perle
i cui lucenti riflessi s’affannano
a ripetere, prima che sia troppo tardi,
le storie della notte appena volata via
ed i grilli stremati, in silenzio
recuperano note e forze
per i concerti che certo verranno.
Ogni volta pare esplodere
una rinnovata coscienza stupita,
il sapore accorato della sorpresa
e forse l’impotenza ad accettare
una volta di più che tutto questo
trovi posto nel giorno che mi studia.
Pino Chisari
Accetto il regolamento, sez B
S.D. pseudonimo Emma_Jewels
Solista
È una sera più fredda di altre.
A dire il vero non ne ricordo di così fredde.
Il gelo corazzato di aculei fora, con agio, l’inconsistente giubbino che indosso.
Loro si stanno ammucchiando, giungono uno a uno come in assemblee condominiali avviate senza convocazione. Scorrendo rumorose, ed energiche, le auto li precedono.
Decisi, indecisi, malfermi, sbadati, imbrattati, alticci, tronfi, sconfitti, … diversi ma convergenti verso un locale, una piazza, un cinema, un lavoro, una casa.
E io?
Potrei convergere, divergere, o al solito dileguarmi.
E io?
Non mi adatto più. Li guardo e infuoco un altro mozzicone mentre il crepuscolo si arma ancora, di gragnola adesso, un’arma che prima colpisce dopo rimbalza in terra al ritmo del tip-tap.
È uno spettacolo intirizzito, un’anteprima immessa in palinsesto solo per me, in piedi, in prima fila di fianco alla raccolta differenziata.
E io?
Incartonato apostata in qualunque squadra o raduno.
Nello stock della vita superfluo evaso.
Apparato arrestato: non servi.
Inutile utensile: non servi.
E io?
Quale nota potrei offrire adesso?
Solista, privo di strumento, tra gelidi orchestrali di partiture a zona nell’area di gioco della vita; e fredda, una più di altre, la sera.
Accetto il regolamento – sez. A
POETARE
Soave, sublime
e dolce poesia,
non parlarmi sempre
e soltanto
di luna e stelle,
profumo di viole e rose
o di corse fra i prati
dai tepori soleggiati.
Denuncia il mondo
con le sue violenze
e i suoi guasti.
Parlami di fatica e di sudore,
della dura zolla
e delle rugose mani
del villico lavoratore.
Dimmi della disperazione
di chi viene dal mare,
di miseria e povertà,
di porte chiuse
d’antico dolore
e vetri infranti
da sogni rubati.
Poeta,
questo è il nostro tempo,
gridalo
e nel brillio dei tuoi occhi
in una nuova luce
urla al vento
come aquila in volo
il tuo canto di libertà.
Antonio Bicchierri
“Senza ritorni”
Manca il respiro, a volte, per domani
quando guardi le orme abbandonate
senza un noto sorriso che ti sappia
o acredine che non ti lasci solo
Si è liberi vivendo nel presente
ma sbarre troppe alte ha il mio silenzio
senza l’eco di un tempo condiviso
che intreccia due ricordi da serbare
E gli anni che per me son troppo avanti
nei tuoi, verdi e veloci, senza fiato
m’incurvano orizzonti di speranza
o solo epifanie dietro il timore
Nel cappio del consueto strozzo sguardi
e più non vedo magici momenti
nei voli alle catene che mi impongo
per non saper più il nome nello specchio
Un poco di buon senso basterebbe
che mostri ciò che io davvero sono
ma è sempre quel consenso che ricerco
a chiudermi la strada del ritorno.
Oliviero Angelo Fuina
Accetto il regolamento.
Sezione B
GRANZETTE
“Casello autostradale prima fermata” dice la coscienza seduta sul retro,
immagino di essere in autostrada o su una statale di pianura
col sole che trasmette più paura
che energia,
niente destra né sinistra,
una distesa interminabile di prospettiva vuota e senza testa.
Il motel rosso rame in fondo alla strada, le coperte, l’aria condizionata, una foto anonima per sentirmi a casa la porto sempre nella valigia, pronta per essere appesa, pronta per il muro.
Le nuvole di cattivo gusto nella finestra sempre chiusa e sul letto, le lenzuola pulite. La pulce del sospetto: sono sgualcite.
Sono seduto a schiacciare le formiche che scorrono dall’osso sacro fino al cervello.
Una finestra finta regala un’idea di villeggiatura e il colore sbiadito dei disegni rinasce nella mia foto in bianco e nero con una nuova vita.
La fuga verso un angolo di strada in provincia di niente e di nessuno.
Penso alle manette, alle brande, alle macchie di ruggine golosa, alle facce conosciute a caso,
ricordi alla rinfusa.
Ho la testa chiusa e mi sembra di pensare in linguaggio morse.
Il mio compagno di stanza si dispera, in fila per le medicine che creano l’effetto sera,
io no.
Vincenzo Gramegna, accetto il regolamento, sez.A
IL PECULIO DI LUCE
(a Simone Weil)
(occhi come laghi
abbracciano da eco
a eco
fremiti di vita)
ha mani che sfondano muri
di solitudine
amore
germoglia grido di luce
da nuovo dolore
Felice Serino
Sez. B
Accetto il regolamento
Poesia di Cesare Lorefice
INELUTTABILE
Il fine mio ultimo ineluttabile
un inusitato canto in farsetto
solo il desiderio di vederti
tiene in vita il sogno segreto
di bussare alla tua porta.
Forse non ti meritavo
ma lo strazio di chi ama
è lo stesso nei millenni
un tempo che ti frana tra le dita
come una valanga
e pare eterno.
Ma si può morir d’amore
per chi non ci ama?
Io continuerò a portare
la maschera e a fingere
di non averti mai amato
e soffrendo come un martire
continuerò a coprirmi di ridicolo
e a stare inerme sulla porta
senza far nulla
per arrivare all’alba
e dimenticare di amarti.
Uno spazio di passione
in cui s’accende la sofferenza
di aver riportato in vita
un amore negletto
un vortice virtuosistico
e metamorfico della voce
che tende a farsi eco.
Sezione B
LAURA TRAMONTO
Accetto il regolamento
IL FILO
Leggera volo goffamente
sulla tua testa
cavalcando la mia stella
respiro vaporosamente per raggiungere il cielo
finché quel trasparente metallico filo
che mi lega alla terra
non mi riporta indietro
Fumo
Le fotografie
i balconi vuoti
le mani in mezzo
i fiumi di incenso
le minigonne
che non avevamo mai visto
dal vivo
i nostri primi evviva
con il trenino
il meccano
le cerbottane
e gli aeroplani
le figurine e i fumetti
tutto quel fumo
sopra di noi
che stavamo soltanto crescendo
muti…
E i nostri fratelli grandi
le nostre sorelle più grandi ancora
i capelli lunghi
le labbra strette
i marciapiedi bagnati
le sirene
e sempre quel fumo
sopra di loro
che stavano soltanto cercando
di esserci…
E i nostri babbi seri
le nostre mamme più serie ancora
le barbe colte
i rossetti solo rossi
le camicie bianche
e le borsette vuote
le sigarette finite appena accese
e ancora quel fumo
sopra di loro
che stavano soltanto cercando
di non sapere.
Sezione B – Accetto il regolamento
Sezione B
Perugino Alessia
Accetto il regolamento
Suono di un Silenzio:
Suono di un sogno ormai perduto,
suono di un istante già scomparso.
Suono di un silenzio, che,
attimo per attimo, ti trascina
nella sua solitudine.
Sezione B
Giuseppe Wochicevick
Accetto il regolamento
NEL MIO CIELO
Forse
a nulla è valso
far tremare i polsi
al tempo
perder la memoria
ricordare
soltanto il tuo sorriso
e immaginare
di portarti via
in un sogno
nel mio cielo
Lasciare
il buio alle spalle
levar fiato
al vento
riverso nel pensiero
in cui vivo
per ogni attimo che vibra
trapassa
e scorre lento
al tuo ricordo
nei colori
che respiro
fuori
e dentro me
verso il sole
nel mio cielo
Nel mio cielo
Giuseppe Wochicevick
Accetto il regolamento e partecipo alla sezione B Manca Mirella
LASCIA CORRERE IL TEMPO
Penso succeda a tutti,
quando si è così stanchi
e pare, d’esser giunti, alla fine del sentiero
dove nera la signora, ti attende
risoluta.
Pare così a ogni madre
che vede i i bimbi adulti
e ormai, scordato ha
quanto era pesato,
sgravare il proprio grembo.
Non c’è più peso o ingombr.
Ma l’utile silenzio
che pronto arde in ombra e
accorre, al richiamo urgente.
Forse ti senti inutile.
Forse ti senti vecchia.
O forse, un passo,
pur solamente uno,
fare vorresti indietro,per ritornare a quando
eri la più preziosa.
Ma corre il tempo- corre-
va sempre più veloce
e nulla lo può fermare […]
Godi, di ciò che sei
senza nessun rimpianto. Ama la pelle smorta
e fai che l’inquietudine
ti sia amica pur se
compagna unica,
nel resto del cammino.
Fabio Mancini 05/02/2015
Sezione B
Fabio Mancini
Accetto il regolamento
Corporate station
Ci sono luoghi che non dimentichi
altri che è meglio abbandonare in fretta
il Corporate è un luogo di transito
se arrivi dopo oppure in ritardo
rimedi un’offerta last minute nella sala attigua
o ti assegnano un affiancamento
su una attività che mai condurrai.
Al Corporate è bello trovare posto
specie quando il Capo – stazione
fa alzare il culo al malcapitato viaggiatore
e tu poggi finalmente le tue flaccide chiappe
su una morbida sedia che già sognavi
nello stracolmo vagone della metropolitana.
Pochi sanno l’incontenibile soddisfazione
a prendere un ascensore che ti avvisa
quando sale o quando scende
o quando oltrepassi il tornello del piano sesto
che ringrazia il viaggiatore che oblitera il biglietto!
Queste sono alcune chicche del corporate station!
Se poi i treni non partono, le informazioni mancano
gli uomini sbagliati occupano i posti chiave:
a chi può importare?
L’importante è che tu viaggiatore del Corporate station
abbia sempre una valigia pronta.
SEZIONE B
Elia Tricomi Guth
Accetto il regolamento
Infinito
È inutile sommare gli istanti e il vuoto.
Parlo con l’aria.
Il mio ultimo respiro cammina scalzo.
Ho ancora la forza di pensare
che i nostri corpi nudi
siano stati amore.
L’occhio del cielo mi guarda indifferente,
un lampo attraversa il cuore fermo,
la solitudine splende sugli avanzi del destino.
Non è paura, è solo qualcosa di eterno
che finisce.
Fabian Von Der Nebel
Sezione B
Accetto il regolamento
White sea to suffer in
Stanotte la luna manca.
E dal cielo viola, immobile e bassissimo,
tanto pare si possa toccare,
vorticano copiosi fiocchi di ghiaccio,
Scendendo dagli scalini del 66 di Rue Amelot
io ti stringo il collo del cappotto rosso
come farei ad una bambina per non farle prendere freddo
e bacio una lente dei tuoi occhiali appannati.
Settanta metri ti separano
dal caldo abbraccio della “Cuizine”
dopo una serata al Cirque d’Hiver .
Scoraggerà il freddo questo ricordo,
giocherà a dadi con lo sconcerto
di un’avventura di ghisa da tombino ?
sezione B
Maria Allo
Accetto il regolamento
Avrei voluto
Avrei voluto restituirmi intera
senza afasie
scolpire il tempo come linea attiva
in cammino
dietro l’eco di sussurri e fruscìi
come cerchi che dilatano in mattino.
[approdo e silenzio]
Avrei voluto germinare in cerca di luce
come pianta e contemplare
solo palpebre nitide di vento
dove fiorire
smisurata aria in faccia al cosmo.
Avrei voluto custodire il mistero
dei lapilli di luce che etna in delirio
dirama tra monti e mari con caparbietà
avrei sentito l’esplosione di ciuffi d’erba
strappati agli argini
i trilli finire in un soffio e rimbalzare
tra ciottoli cantando su rovi e biancospini.
Ma rovi combusti e crepacci di fango
azzerano tralci e ginestre
peso di bruma impregna i nostri petti
e impersonale l’ombra ci divide.
Siamo soli.erosi da miserie roventi
e banalità quotidiane scaviamo
inconcepibili distanze.
© Maria Allo
Antonella Monti
Sezione B -accetto il regolamento
“E così ti leggo
In spesse volute di fumo
appari con passo morbido
la pelle diafana
ricoperta solo di poesia
e così ti leggo.
Sui miei polpastrelli
la Tua anima
nello spazio fra
una parola e l’altra
ruscelli e torrenti
nel rincorrersi
di qualche rima dimenticata
il Tuo languido richiamo
fatto di infiniti occhi
di infiniti sguardi.
Nelle soste dei punti
le esclamazioni della Tua voce
sussurro dolce e
virgola bizzosa di
bizzarra tenerezza.
Polposa e leggiadra scrivi di
meravigliose attese
e io
che cammino fra le Tue righe
son come un fanciullo
immerso in una fiaba e
magiche le tue note
sovrastano le stanche solite
melodie.
Ti seguo
avvolto dalla tua danza
son schiavo
della Tua poesia
ti bramo
in ogni pensiero.
Vorrei leggerti all’infinito
per conoscere la bellezza
dell’amore.”
copyright
Olimpia Danci
sezione B
Accetto il regolamento
Ti devo chiudere dentro
tanta è la dismisura,
ovunque, immensa
si accumula su di noi
mentre ci stringiamo
l’uno all’altro
per non vedere
ciò che da ogni parte
ci minaccia:
può venire da te,
da me,
dai nostri corpi
perché si nutrono
le nostre anime
di tradimento
Antonella Albano
accetto il regolamento
L’ATTESA
Così attendo.
Fermo all’imbocco di mille strade.
Desideroso di andare a casa,
bramando il profumo di mamma,
il calore del suo fianco al mio.
Verrai, lo so. Oppure una farfalla
mi indicherà la via giusta, e saprò.
Ma attendo ora, perso e stanco,
toccando ogni cosa come fosse
salvezza. E invece non è.
Perché non sei tu.
Attendo. Perso all’incrocio
di mille strade, e un poco
il sole mi riscalda, un poco
l’erba mi solletica. Ma niente è
La tua presenza, mi sembra.
Oppure questa nostalgia è un inganno
e tu mi mancherai fino allo stremo,
quando guarderò l’azzurro dall’erba.
Trova il modo di attirarmi a te.
Seguirò l’ape che mi manderai
o la mano che mi prenderà
la cavezza. Ma non lasciarmi qui.
Non può essere solo questa
la vita.
Carmelo Di Stefano 9/2/2015
Sez.B
Accetto le norme del regolamento
Dietro la porta
Tu apri e tu chiudi…
E illudi perfino i silenzi.
L’attesa ha i suoi tempi.
Sei grande,t’inventi
e non perdi occasione
di correre lungo torrenti
ora folli e impetuosi,
ora aride sponde.
Nasconde la vista
il guardare lontano…
Tu nascondi la mano.
E fai finta di niente.
La brezza è l’ebbrezza
che scompiglia le fronde:
come tu ti nascondi;
come inventi improvvise passioni;
come poi ti disponi;
come sposti lo sguardo al divano;
come guardi lontano…
E io dietro la porta…
Che importa sapere
che cedi di schianto?
Gestisci l’impianto,
vacilla la tua sicurezza.
Sei forte,t’arrendi
e pretendi che possa capire,
ma ognuno ha i suoi tempi.
Deponi le armi,
poi fingi indulgenza.
Leggera cavalchi le onde.
Nascondi i tuoi falsi pudori.
Sei bella,ti adori
e t’inerpichi sopra gli scogli.
Raccogli adesioni.
Sei dolce,t’imponi
e poi ti ritrai.
Dietro un dito il silenzio.
Vacilla l’impianto,
ostenti la tua sicurezza,
ma il tempo ha i suoi tempi.
Ora chiudi,ora apri,
due o tre posizioni,
e non senti ragioni.
E corri verso di te.
Io ti aspetto qui all’ultimo piano,
ma tu guardi lontano…
mentre io sempre qui.
Ad aspettare…
Temo
Temo la mia fragilità, la paura che ho di me stesso,
temo quello che sono o che mi fanno essere,
temo i silenzi, che di notte, assillano la mia mente.
Temo la notte, come colui che devasta la vita,
che non porta pace, non guarda in fiore l’anima.
Temo il poeta, che con la sua luce o con i suoi canti,
nel vento, disperda queste mie parole, ed io, senza,
come una foglia, che teme di cadere dal suo ramo, è già caduta.
Alessandro Guerritore
Accetto il regolamento, partecipo alla sezione b
Bellissima, emozionante. Complimenti.
Grazie Maria Rosa.
Sezione A
Alfredo Bruni
Accetto il regolamento
Duecento passi
Duecento passi e poi il baratro. Gli avevano concesso due ore e i due corpi avvinghiati sul letto, sfruttarono i minuti, fino all’ultima goccia di piacere. Poi la legge della tribù degli uomini, li separò per sempre. Lei bella, lui vecchio come solo i poeti sanno essere vecchi, ma la morte lo aspettava dietro la porta che inutilmente avevano chiuso a chiave, nel motel a ore.
Scappavano dal loro destino, ma il destino li raggiunse. Bussò e loro uscirono. Lei si avviò verso il deserto, vestita solo di un bacio e di ricordi. Camminò senza voltarsi, verso la sua terra misteriosa. Lui la guardò andare, scrisse in fretta qualcosa, osservò senza voglia l’andirivieni delle macchine.
Duecento passi e poi il mantello nero della notte lo avvolse.
Se ne andò senza rimpianti, mentre l’umanità, indifferente, languiva senza speranza. Solo una prostituta belga, sorrideva all’angolo tra via Volturno e la strada per l’inferno. Il poeta le regalò la sua ultima poesia. Duecento parole racchiudevano la vita, ma la prostituta, vestita di peccato, sapeva leggere solo l’amore, ma non i versi. Si scambiarono uno sguardo e lui scomparve nel vortice senza orizzonte. Cadde, senza accorgersene, nel baratro buio, e trovò l’arcobaleno ad aspettarlo.
Splendida e commovente.
BRUMA
S.’arresta solo per un attimo
Il moto perpetuo dell’onda
Appoggia la schiuma sul viso di costa
vero il profumo di salsedine e di melanconico inverno.
Monta sulla roccia la schiuma nell ‘infrangersi dell’ acqua
Incapace di liberare il momento.Ora…
Un barca salpa sola fra l ‘ascolto e il desio.
Nicola Manicardi
Accetto il regolamento partecipo alla selezione b
Ines Zanotti
10-2-2015
SOLITUDINE
“Ai piedi del vento
depongo il silenzio:
mormora l’animo deserto
echeggiando nello sconsolato
mio tempo…”
Accetto il Regolamento – Sezione B
Marinella Rosin Beltramini
sez. a accetto il regolamento
Non sono un ladra
E’ malinconico ricordare i tempi passati, segno di inevitabile decadenza. Vuol dire che sei vecchio, che il nuovo giorno ti può portare solo delusioni. Gli amici rimasti vivi sono invecchiati con te, così pure i familiari. Anche quelli più giovani che sono qui a tenermi a “bada”, perché non mi faccia male, stanno invecchiando velocemente. Del resto non è colpa mia se rubo il loro tempo. Le giornate passano tra un dolore e l’altro. A volte li vedo stanchi, ma non ci posso fare nulla. Al mattino arrivano presto a dare il cambio a chi va a lavorare. Si occupano di me: l’alzata dal letto, la colazione. Restano le lunghe ore davanti alla tv a vedere il nulla. E’ tutto già visto e noioso. Non è colpa di nessuno. E’ come se leggessi i loro pensieri. Sono io che glieli rubo? A volte, forse, li soffoco ricordando i miei anni. Mi rendo conto che parlo, parlo dei sacrifici, del lavoro duro e non so se mi capiscono. Anzi a volte penso proprio di no. Vedo che i miei ricordi risvegliano i loro, che so per certo non mi appartengono. Ed è come se li rubassi quei ricordi, ma non sono una ladra.
Marinella Rosin Beltramini
sez.b accetto il regolamento
Essere l’altro
Ogni giorno sempre più
ti senti l’altro.
Conta il venire
da altri continenti,
oppure da altre regioni.
Sei l’altro perché
di stirpe diversa.
Se nelle tue vene
scorre un sangue
che non gli appartiene,
tu sei l’altro.
Non ci saranno mai,
occhi o parole che
emanino calore.
Per te solo quegli sguardi
o quelle parole
che ricordano il tuo
essere inutilmente l’altro.
Giorgio Di Stefano
10/02/2015
Sezione B – accetto il regolamento
MARE INQUIETO
Onda attinta al moto,
di fosca tinta,
alla rena aneli,
spumeggiante effervescenza.
Onda di smania rigonfia,
tronfia di vuotezza,
nel tuo andirivieni
delirante concupiscenza.
Onda di perenne slancio,
tra i gorghi indenne,
alla riva approdi
con irriverente incoscienza.
Onda placata infine
ma di confine incerto,
in un diafano mare
di esuberante continenza.
E’ stato guardandoti felice
che ho capito quanto il mio amore
avesse dismesso le vesti dell’egoismo
per indossare quelle della tenerezza..
Ti ho visto felice ed ho sorriso.
Un velo di tristezza innegabile
avvolgeva qualche mio pensiero,
il pensiero che la causa della tua felicità non fossi più io,
ma non riuscivo a non volerti bene,
a non gioire segretamente per la tua felicità.
Ti vidi un’ultima volta da lontano
da dietro il finestrino di quell’ultimo vagone,
e mi dileguai nel silenzio della sera,
lasciandoti percorrere libero la tua strada,
portando il ricordo di te per sempre nel mio cuore.
Filomena Innone
sezione A
Dichiaro di accettare il regolamento
Il titolo è : “L’ultimo vagone “
Solitudine
“Creo deserto
Intorno a me
Per ricercare
La solitudine..
E nel silenzio
L’eco
di Un grido
D’amore
Risuona
nel cuore.”
Filomena Innone
Sezione B
Accetto il regolamento
… Guardo
com’è bravo il lago
a risciacquare
i piedi alla collina
caricato
dalla tinozza del cielo
e come conserva
verde e fitta la chioma
che la doccia fredda
ha tartassato
e come scappano in fila indiana
e si sorpassano le lucciole
lungo i ponti dell’autostrada
e un paio di zanzare
rosse e bianche
basse basse
monitorano,
volteggiano a controllare
le arterie allagate
del quartiere dormitorio
nuovo nuovo
e da sola si sollazza
fradicia e leggera
la bandiera della città
dimenticata sul palco
della presidenza regionale,
ieri, ieri l’altro
o tre giorni fa
Accetto il regolamento
COMANDI!!
Ieri alle Terme parlavo con un signore, è passata una ragazza con una bottiglietta vuota e gli ha detto” Mi vai a prendere l’acqua?” Lui ha risposto” Perché tu non ci sai andare?” La ragazza si è allontanata. Lui, forse come sfogo mi ha detto” E’ mia figlia e mi comanda!” E di che ti lamenti, ho ribattuto io, a me mi comanda anche mio nipote!
Accetto il regolamento,sezione A
SONO ANDATO DI NUOVO
sono andato di nuovo
a cercare la morte
e nemmeno questa volta
l’ho trovata
stupida cretina
ti sei nascosta
raccogli i fiori giovani
e il tulipano
e non vuoi
la vecchia quercia rinsecchita
eppure un giorno
mi hai promesso
che venivi
uando giocavo ancora
con le foglie giovani
ti sei nascosta
nascosta sotto la coperta
di velluto
nera come un cielo senza stelle
ma ti troverò
nell’angolo più buio
e faremo i conti –
maledetta
ALFREDO BRUNI
SEZIONE B
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Stamane ti sei destato credendo
che fosse il giorno di sempre
ed invece ti sei visto solo.
Hai avuto paura,
ti sei messo a cantare,
il canto è stato breve.
Eri sempre solo.
Sei uscito,
ti sei spinto fra la gente,
la gente ti ha spinto,
ma sei rimasto solo.
Tu, il mondo, la gente,
quanta distanza!
La paura è diventata terrore,
hai cercato aiuto, rifugio,
la pazzia ti ha teso la mano.
Graziella Mariti
partecipo alla sezione B
(poesia di mio marito Umberto Baldi, morto nel 2003)
Accetto il regolamento
Droga
Il dolore è freddo e costante; illusa credevo di poter gestire, invece si è preso tutto di me, lacrime sorde non riescono a salire, inchiodate nella gola graffiano…non parlo più da molto, annebbiata e stordita non so dove mi trovo, mentre il tempo scorre; un barlume di lucidità schiude i miei occhi, tra fumi intravedo una luce è lontana ma c’è: trattenendo il respiro raccolgo la forza per rialzarmi in piedi e sfuggo lasciandomi alle spalle i tentacoli del buio, sfinita, mi sdraio alla luce del sole, mentre caldi singhiozzi riaprono le finestre dell’anima.
Sezione A
accetto il regolamento.
Toc toc
Un sussurro sfiora il cuore, desideroso ed emozionato entra in punta di piedi accarezzandolo, trepidante e dolce anela ai margini dei sensi aspettando un si; essi avvolti da tanto delicato ardore si abbandonano al piacere.
sezione B
accetto il regolamento
Maria Allo
sez. a accetto il regolamento
FRAMMENTO
Un concerto di vita alle cinque del mattino -non ci credereste- flussi ritmati ,sapori di vita si intrecciano e scatenano un sole, una luce che la tenda attenua ,ma riflette su libri,foto, oggetti , improvvisamente nuovi per un istante.Mi torna in mente Janáček e le dicussioni con un giovane; ebbene lui l’aspettava,aspettava la notte per addentrarsi dentro suoni e note che solo la notte può dare, appagata dai bagliori lunari.La luna generosa ,fraterna, trasforma gli esseri umani , viluppi e grovigli ,come uno specchio. Respira odori , i più vili e sa esattamente dove andare a parare.Le cime alberate immobili del mattino planano sentieri nascosti tra foglie che sembrano ali , espandendosi si flettono su labbra che albeggiano al divenire. A pensarci, preferisco il mattino ,non costa nulla , non promette, nulla di rilevante cambierà, ma tra i suoi orizzonti si inciampa in una lingua ignota e ogni cosa trabocca di epifania .E’ una sospensione , un fluire ondeggiante il Mattino.Sempre.
Platone diceva:“Appartiene infatti all’uomo assennato il ricordare le cose dette nel sogno o nella veglia della natura divinatrice ed entusiastica, il riflettere su di esse,il discernere con il ragionamento tutte le visioni allora contemplate”.
L’abbraccio
Nascosta nel cuore una voce a volte riaffiora, il ricordo sveglia dolci lacrime che rigano il volto; rivedo la vecchia casa, passo accanto ai glicini i quali con il loro splendore tentano invano di nasconderne le crepe che come ferite solcano le vecchie mura. Curva sul prato tra viole e margherite una bimba cerca quadrifogli, in essi ripone la speranza di giorni migliori, sente il richiamo si volta e corre verso la mamma, col sorriso incorniciato da una morbida capigliatura che rende ancor più dolce l’abbraccio il quale non rivela il dolore in lei celato.
accetto il regolamento,
sezione B
Sezione B
Leonardo Pisani
eccetto il regolamento
Antiche Lande.
Pensieri, disegni di chiari e scuri,
prigioniero di colori che, invano
rincorro, orme di canti pagani,
dove sei mia armonia. Dove sei.
Cieco, in questo buio sconosciuto,
salto, percorso nuovo. Dove sei.
Il tuo canto, un tempo guida, ora
Algida nenia, cruda nenia.
Le mie mani, i miei Polsi nudi.
Eppure correrò ancora, devo.
Non posso star immobile, devo
Non posso piangere,molti Mondi
Mi Chiamano Osca Anima.
Navigo, solitario come giusto
che sia. Eremita, si: lo fui,
non rinnego nulla, né passato
né futuro.
Che Eremo oggi sono o
lo sarò domani. Navigo ancora.
Tu, antica compagna, non ricordi
Quella landa, mezzo sole di Estate.
Crepuscolo ritmato; passano
I suoni, passano i sogni.
Amica fosti, ora sei donna.
Quella landa ancora respira,
io corsaro ancora corro, vivo
ogni goccia di linfa che ho.
Se sentirai ancora, una sera
L’armonia del lupo, ricordami
Nei tuoi canti; Chiudi gli occhi
E brinda, saggia alla diversità.
Leonardo Pisani
Sezione A. Poesia.
… in cerca di quell’amore che non c’è …
Nel silenzio di queste sere
resto in attesa
di un richiamo di vita
da quel cuore ingrato
che tace
di rassegnazione,
spezzato in tanti pezzettini
che, prima o poi,
verranno spazzati lontano
da quel vento tumultuoso
, finché un seme d’amore
non tornerà a riunirli
di luce divina.
Accetto il regolamento del concorso.
IL PENDOLARE
Sorge il sole col suo primo raggio
il canto del gallo annuncia il mattino,
e Lui comincia il suo solito viaggio
col riflesso del volto sul finestrino.
Il Suo sguardo fisso percorre l’orizzonte
accarezza prati in fiore e balle di fieno,
sorvola un lago poi attraversa un ponte
e scorre finché corre sui binari il treno;
poi si dissolve sul quel vetro appannato
dal malinconico respiro dei Suoi pensieri,
e lì col dito ci scrive i ricordi del passato
i rimpianti di oggi e le speranze di ieri.
Tramonta il sole col suo ultimo raggio
la luna splende annunciando la sera,
e Lui rientra dal suo solito viaggio
con lo sguardo celato dalla visiera.
accetto il regolamento, partecipo alla sezione B
MARIA NATALIA IIRITI
SEZIONE B
GIORNO DI RIPOSO
Oggi non ti ho portato con me,
compagno di avventura.
Ti ho lasciato a casa , non so dove,
forse sul comodino
accanto alle foto dei bambini
e alla piccola sveglia d’argento,
oppure ostaggio, nel caos agitato
delle coperte leggére di primavera.
Forse sei rimasto in bagno:
sai che mi piace trattenerti
mentre mi asciugo i capelli
per non perdere nemmeno
quei minuti lontano da te.
E tu, paziente,
assorbi le gocce che scappano
dai ricci arruffati,
e dispensi storie agli occhi
nell’alito incandescente dell’asciugacapelli.
Forse sei rimasto in cucina,
a vegliare la tazza vuota,
quella con le rose e le farfalle,
quella che ti piace tanto.
Spesso mi sfiori il fianco
e ricambi le carezze
che, generose, sgorgano dalle mie dita.
Ma è agli occhi che parli,
con fiato eloquente e silenzioso,
e rimandi uno specchio di frasi
che sorridono davanti a me.
Oggi non ti ho portato con me
nello scompartimento di un treno logorato dall’uso,
eppure curioso di correre rasente alla spiaggia
dove le prime tartarughe
impazienti e ribelli
depongono i nidi.
Oggi non mi accompagni
nelle piccole incombenze quotidiane,
non rischio di lasciarti le impronte del mio pranzo,
l’olio, il pomodoro e l’origano
che si crogiolano nel limbo del panino croccante.
Oggi non coprirai l’attesa
con un nuovo abbraccio di storie.
Oggi ti ho lasciato solo,
amico presente e silenzioso,
a riflettere e a riposare.
Sicura che, nella solitudine ribelle della casa vuota
che si riempie di polvere e attesa,
tu intrattieni l’armadio, il letto e il comodino
o il piano cottura le pentole e le sedie,
o il lavabo l’asciugacapelli il profumo e il sapone.
Oggi non ti ho portato con me
e mi sembra di annegare
fuori dall’onda delle tue parole.
accetto il regolamento del concorso
SEZ. A
LA PRIMA VOLTA
La prima volta che ho viaggiato in treno avevo cinque anni. Mia nonna e io andammo a trovare i miei cugini. Siamo sempre state grandi complici. Mia nonna era una donna intelligente e una nonna splendida. Se avesse potuto studiare, sarebbe diventata una professoressa di matematica. I suoi genitori si erano conosciuti sul treno, alla fine del diciannovesimo secolo. Mia nonna amava viaggiare e mi portò con sé, regalandomi il sapore esaltante della libertà. Così partimmo, un’anziana signora che amava la vita e il rischio e una bambina irrequieta ma ubbidiente. Di quella mattina di luglio ricordo l’aria fresca e le persone che salirono sul treno. Lo ricordo come un viaggio lungo, durante il quale rimasi zitta e rigida. Avevo un posto vicino al corridoio e, per guardare il panorama, allungavo il collo per guadagnare uno spicchio di mare. Ero una giraffina scalpitante su un treno lungo e lento, in attesa di arrivare a destinazione. Ma quella lentezza mi piaceva,il rumore e l’odore del treno, i sedili di velluto e i finestrini, le persone silenziose. Oggi cerco un posto accanto al finestrino per guardare il mare, i gabbiani che si tengono compagnia davanti al tramonto, per riscattare quella prima volta, sacrificata all’obbedienza.
Quel giorno mia nonna mi regalò il primo viaggio e mi insegnò a viaggiare. E tra i tanti doni ricevuti, quello fu il più speciale.
Accetto il regolamento del concorso
Accetto il regolamento- partecipo alla sezione A
Un altro me
Di un pensiero m’arruffo,
inconsapevole progetto
che rulla tra le mani,
e annuso l’aria fredda
dei tuoi polmoni,
aspiro,
e folate di nuvole sparute
inseguono le mie parole,
non le tue,spossate,bianche,
che sono sazie di tentativi,
di rincorse abiette per le scale,
e di me che urlo di me,
dei silenzi senza tregua,
della voglia di tenerezza
– perché sai che t’amo-,
e di un altro me che ti capisca.
Sei la forza dei tuoi occhi
e mi rapisce la curva delle spalle
all’altezza del mio cuore,
anche i tuoi battiti più forti dei miei,
in una luce distratta che non fa giorno.
Accetto il regolamento- partecipo alla sezione B
L’eco limitava la paura.
Sull’orlo del pozzo ricco di sentimenti agitava la fune i sorsi, mentre beveva la mia arsura. Ebbro sorbivo la calura e riponevo le mani al viso per recitare i grani dei frutti. Sapevo riandare alla dolcezza, non v’era che il ricordo lieto di un sole dardeggiante amico. Dell’acqua accoglievo l’eco che limitava la paura, si agitava la fune, lenta, e liberava il freddo umore ove mi bagnavo di storie antiche. Sull’orlo del pozzo ridevano i visi dei giorni o si smarrivano le risa dei fanciulli. Quelli che erano con me alla ricerca di frutti golosi da succhiare. A me sembrava che il giorno avesse confini tra alberi pazienti, terra riarsa, gridi d’uccelli stanchi di volare e il sorriso di chi amico non era e si nascondeva. La mia voce rimbalzava sull’acqua che attendeva sul fondo ove galleggiavano i richiami di volti sorridenti, mentre io mi stordivo. Il sole offriva spettacolo d’euforia e i sorsi ingollavano la mente d’un incauto smarrimento. I rami erano ancora gelosi delle foglie che celavano furbe le ciliegie e la mano stentava a crescere, ma poi s’udiva il morso della fame e l’ingordigia spaziava a rubare nella frenesia del momento.
CARISSIMI PARTECIPANTI ECCOVI IN ANTEPRIMA I NOMI DEI 14 FINALISTI DEL CONTEST “EMMA. ALLE PORTE DELLA SOLITUDINE”
SEZIONE A
Grazia Eletta Cormaci con “L’amore mai nato”
Francesca Dono con “Metropoli-tana”
Monia Minucci con “C’è solo ombra”
i-sola-solitaria con “Pensieri di foglia (acero rosso)”
Marinella Rosin Beltramini con “Non sono una ladra”
Marisa Amadio con “L’ictus”
Maria Allo con “Frammento”
SEZIONE B
Sandra Ludovici con “Opalescenze”
Gabriella Pison con “Vento di solitudine”
Giancarlo Stoccoro con “Quanta alba dentro un parco”
Hebe Munoz con “Comunque io sia”
Antonello Meazza con “Fumo”
Giada Rossi con “Sguardi che si inghiottiscono”
Maria Rosa Oneto con “Soltanto la Morte”
Fra qualche giorno saranno pubblicati sul sito Oubliette i 4 vincitori del Contest!
Un caro saluto!
LA LUNA PIENA
Guardando al di là dell’orizzonte
Mi sembra vedere la tua ombra,
Lasciando il velo sopra il ponte
Che si rompe,tremando dalla paura…
…Dalla vibrazione della forza
Che la sto mandando
Tramite il mio sguardo che ancora
Trascina e poi spezzando…
Tutto quello che esisteva prima
Per creare un altra superficie
Floreale e brillante,ecco arriva!!
Davanti ai miei occhi,tante vie!
Piano piano,si stanno aprendo
Come un campo di battaglia
E l’atmosfera sta cedendo,
Sotto questa meraviglia.
Oh,continua sempre,accarezzarmi
Come il vento che sfiora i capelli
E sotto voce mi parlano dolce
Baciandomi e stringendomi forte.
Una sensazione fenomenale sentii
Dentro di me,in quella sera
Che non vorrei mai finì,
La storia dell’amore,
Il fuoco della passione,
E la secreta relazione
Tra me e La luna piena!
Salve Angelica, il concorso è scaduto, ma la sua poesia è molto bella ed ho approvato la pubblicazione! Buona domenica!