Contest di poesia e prosa “Storie di mare”
“Di corsa guadagnò l’uscio di casa quando si scatenò un vero e proprio uragano. Salì al primo piano per affacciarsi alla finestra della sua stanzetta, il mare le apparve torbido e incattivito, le onde nel giro di qualche minuto si ingrossarono paurosamente. Vedeva i marinai che si affrettavano a metter al sicuro le loro barche tirate a secco e legate a dei solidi ormeggi.”
Regolamento:
1. Il Contest letterario gratuita di prosa e poesia “Storie di mare” è promosso dalla web-magazine Oubliette Magazine e dall’autore Mario Barbara. Il Contest letterario è riservata ai maggiori di 16 anni.
Il Contest è gratuito. Il tema è libero.
2. Articolato in 2 sezioni:
A. Short Story in 200 parole (un racconto breve avente come limite massimo di partecipazione 200 parole, e come limite minimo 30 parole)
B. Poesia (limite 80 versi)
3. Per la sezione A si partecipa inserendo la propria opera sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con opere edite ed inedite. Per un facile conteggio delle parole consigliamo di scrivere la short story in un documento word e cliccare in alto Revisione, e Conteggio parole in alto a sinistra.
Per la sezione B si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con poesie edite ed inedite.
Le opere senza nome, cognome, e dichiarazione di accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate. Inoltre NON si partecipa via email ma nel modo sopra indicato.
Ogni concorrente può partecipare in entrambe le sezioni e con una sola opera per sezione.
4. Premio:
N° 1 copia del romanzo “Storie di mare”, di Mario Barbara, edito dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni per la collana editoriale “Trasfigurazioni” in collaborazione con Oubliette Magazine.
Saranno premiati i primi due classificati della sezione A, ed i primi due classificati della sezione B.
5. La scadenza per l’invio delle opere, come commento sotto questo stesso bando, è fissata per il 19 gennaio 2015 a mezzanotte.
6. Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:
Alessia Mocci (Dott.ssa in Lettere, redattrice e critico letterario)
Barbara Filippone (Collaboratrice Oubliette)
Rebecca Mais (Collaboratrice Oubliette)
Cristina Biolcati (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)
Irene Gianeselli (Collaboratrice Oubliette)
Bernadette Amante (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)
Rosario Tomarchio (Scrittore e Collaboratore Oubliette)
7. Il contest non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.
8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.
9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per email: oubliettemagazine@hotmail.it indicando nell’oggetto “Info Contest” (NON si partecipa via email ma direttamente sotto il bando), in alternativa all’email si può comunicare attraverso la pagina fan di Facebook:
https://www.facebook.com/OublietteMagazin
10. È possibile seguire l’andamento del contest ricevendo via email tutte le notifiche con le nuove poesie e racconti brevi partecipanti al Contest Letterario; troverete nella sezione dei commenti la possibilità di farlo facilmente mettendo la spunta in “Avvisami via e-mail”.
11. La partecipazione al Contest implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.
BUONA PARTECIPAZIONE E BUONA LETTURA DELLE OPERE PARTECIPANTI!!!
Sezione B
Ero solo un ragazzo
A quel tempo
ero solo un ragazzo
giocavo alla morra
e guardavo le stelle.
Amavo la vita
e fischiavo nel vento,
le mani nei jeans
e gli occhi perplessi,
leggevo romanzi
su vagoni di treni.
Andavo veloce
a rincorrere il vento
pedalavo gioioso
sulle strade del cielo,
sedando la voglia
tra una gonna sdrucita
e un lembo di terra genuina.
Poi venne la vita
coi suoi pentimenti,
inutili incontri di corpi sbiaditi,
lacrime e sale in piccoli gesti.
Adesso son uomo
di carte e pensieri,
di amori sanguigni in notti d’estate
e cerco la luna
per poter dialogare.
Accetto il regolamento
NEL MARE
Rocce si stagliano
precipitano nel blu
Onde s’increspano
s’innalzano
gocce, schiuma
travolge il mare
con una bianca veste
Odoroso di salsedine
ci avvolge e ci inebria i sensi
creando vortici con maestria
che si perdono
quasi in un abbraccio, tuffandosi
nell’infinità del mare
Francesca Longobardo
Accetto il regolamento
SEZ.B
… accetto il regolamento -sez.B- Filippo Salvatore Ganci
VISTA MARE
Scorcio di rada
tra mediterranea macchia
avvinghia lingua di mare
con aureo arenile.
Giovani scogli
fan da sentinella.
Frenano il ficcarsi
delle onde crespe,
da mossa
scaturiscono suoni
come saluto d’attenti.
VISTA MARE
Svanito cavallone
approda sulla battigia
intride
colorati nicchi
fra la rena .
Tenue zefiro salato
ad aria greve s’oppone.
Vista affresca
emozioni d’animo
di un uomo in panciolle
sdraiato all’ombra
di un pergolato
Pensieri Fluttuanti
Volgo gli occhi al cielo
come un’irrequieta anima,
in cerca di tangibili certezze;
ora i taciti pensieri
si mescolano al mio pianto,
che incessante accresce le mie turbate emozioni.
Ora osservo quella scia bianca,
che lascia indietro un passato colmo di dolore.
Ora osservo quest’ onde che si rifrangono dolcemente ,
in un rassicurante blu,
che si staglia al passaggio,
ed accolgono benevole
i miei pensieri fluttuanti
in quest’anima,
che ingabbiata vorrebbe fuggirne .
GRAVINA ISABELLA-Accetto il regolamento- Partecipo per la sezione B
SEZIONE B
Accetto regolamento
Il mio mare
Ho lasciato il mare con le sue infinite varietà di blu,
con le sue profondità,
con la sua quiete notturna,
l’ho lasciato per andare ad esplorare i miei abissi,
a vedere di me le varie sfaccettature,
E quegli universi mai esplorati prima,
ricchi di inquietanti e magiche sorprese.
sezione B
“accetto il Regolamento”
LA BAMBINA EDUCATA ED IL RESPIRO DEL MARE
Un giorno, su una spiaggia assai affollata
c’era una bimba buona ed educata
che, con la mamma, nella sabbia assolata
fecea una lunga e bella passeggiata.
All’improvviso, tutto intorno tacque
e una voce, salì su dalle acque
del mare, che con le sue mill’onde
colorava di blu quell’orizzonte.
“Ciao piccina…”, esclamò la voce
io son davanti a te… sai…la foce
che acqua mi porta è là, lontana,
e giorno per giorno sai, lei mi avvelena!
Io sono il mare… e quel fiume là,
che vedi lontano, tanto male fa
alla mia acqua, così bella e pulita
che tu stai or toccando con le dita;
perché nell’entroterra, le fabbriche si sa,
scarican nel fiume una grande quantità
di rifiuti, così che l’acqua alla fonte così chiara
arriva a me maleodorante e scura!”.
“Ma cosa posso far da sola, io, per te?”,
esclamò la piccina … “Ma perché
non facciamo qualcosa, tutti insieme
così che tutti gli uomini, a cui preme
la salute di tutto il nostro mare
possano tutti lor contribuire
a far si che le tue azzurre acque
ritornino pulite come quando la terra nacque?”
“Come sarebbe bello”, esclamò il mare…
… e ad un tratto Dio, con il suo amore
fece sentire magicamente ‘ste parole
a tutti i bimbi del mondo, che con stupore,
per un attimo sentirono l’appello addolorato
del mare, davvero sì inquinato!
E come per magia, tutti i bimbi del mondo
per un attimo sentiron dal profondo
del loro cuor un desiderio:
di aiutare in un modo serio
il mare, gigante buono ma malato,
perché gli uomini lo avevano inquinato.
Si ritrovaron tutti i bimbi, in un momento,
in un’isola, come per incanto,
a decider che potesser fare
per quel mar così malato da aiutare.
“Voi tutti amici miei”, disse la bimba
crescendo dovrete esser tutti in gamba
e far capire ai vostri governanti
che i fiumi ed il mare, sono in tanti
che vorrebbero che fossero puliti,
ma alle parole, seguir fatti concreti
occorre, perché il futuro è nostro,
e chi di noi non si sente un mostro
deve capir e far capire a tutti
quanto la natura premia gli atti
con cui gli uomini, ma proprio veramente,
si prendon proprio cura dell’ambiente.
Quando tutti voi ritornerete
dalle vostre famiglie, a loro dite :
cari e buoni genitori miei…
il mare sta male… se ora tutti voi
vi passerete la parola,
siamo sicuri che in una volta sola
tutti capiranno quanto sia importante
tener pulito tutto il nostro ambiente,
perché siam noi, questi bambini qua,
il vero futuro dell’umanità!
Lasciateci per favore il mar pulito
impegnatevi tutti… alzate un dito,
una mano, un braccio… fate vedere
che l’impegno vostro sarà di dare
un mondo più pulito a noi bambini…
… noi, che potremo un giorno a dei piccini
come noi, dir con orgoglio, ai nostri figli cari :
Con impegno ed amore abbiam salvato i nostri mari !”
:)
Ricordi
Aspetto invano il tuo ritorno.
I ricordi, di un mare infinito,
intatto come la sabbia
soli e uniti.
Il mare, voce di chiarezza,
ma innocente nei ricordi
veloce a cancellarli…
Il mare…quanti pensieri,
quante attese, quanti sguardi
persi nell’infinito del vuoto…
E alla sua agonia, presente sempre,
il riversarsi vano di sabbia, si muove
senza voce, ma dove gli addii regnano
felice.
sezione B
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Lucia Mancosa, accetto il regolamento, partecipo alla sezione B
Vichinghi
Noi,
esuli, marinai
antichi.
Noi,
vittoriosi conquistatori.
L’America
era vicina,
la riva mai scontata.
Onde su noi,
marinai islandesi.
Onde sulle nostre barche,
possenti e impareggiabili.
Noi, esuli
popolammo nuove terre.
Lucia Mancosa, partecipo alla sezione A, accetto il regolamento
Isole
Ci sono isole ancora nascoste all’uomo. Centinai di animali popolano queste terre dimenticate. Ci sono testi che raccontano di civiltà perdute, e di isole nelle quali la vita continua senza aver ricordo alcuno dell’uomo. Una notte, tanta la mia voglia di conoscere, ebbi la possibilità di trascendere il tempo per visitare una di queste isole.
Decisi di vivere in questo ambiente, decisi di non tornare mai.
Manuela Piga.
Accetto il seguente regolamento e partecipo alla sezione B, poesia.
Grazie e buon lavoro alla giuria.
Farfalle
Avevo.
Avevi.
Le ali vicine,
colorate,
vivaci.
Tre giorni
e la morte.
Avevo
una farfalla bianca,
tu invece una nera.
Il bene ed il male
in un’emozione forte.
Partecipo alla sezione B, accetto il regolamento.
Inverno
Sempre,
solingo
e teatro,
osservo
la stagione bianca.
L’inverno e le sue vette,
il Sole
che scompare.
Le tenebre
ci allungano
la mano.
“Prendila, prendila”
urla la Luna.
Ed il viandante
in inverno
pensa.
Mattia Biagi, partecipo alla sezione A, prosa.
Accetto il regolamento.
Palazzo
C’era in quel paesotto siculo un bel palazzo che si ergeva sopra il colle. Era la dimora del signorotto paesano, un nobile decaduto con un possedimento terriero abbastanza proficuo. Una sera, il signorotto girava nelle sue terre con il suo cavallo e caddé per un colpo di fucile. Il suo cavallo era stato ferito, ed egli vagava solo al buio.
Nel palazzo, a tarda ora, fu dato l’allarme. Il signorotto fu ritrovato senza il cavallo con un colpo di fucile sul petto.
Sezione B e accetto il regolamento
-Morendo sempre un poco-
Nell’aria quella tristezza spremuta a freddo.
Sopra il rumore dei rami scrollati di brina,
quel grigio non promette nulla di buono.
Sai,
da poco e’ passato Natale col suo strascico di ricordi,
tu che manchi sempre tranne che nel cuore,
questo tuorlo di cuore che non ha più guscio.
Quante battaglie ho perso con la vita,
eppure vivo,
morendo sempre un poco.
Caterina Muccitelli
Accetto il regolamento – sezione B
IMMINENTE
Sogno nel cassetto chiuso della memoria
bussa indisturbato
quando meno te lo aspetti,
pone l’attenzione su quanto fatto e aspirato
con l’interrogativo pressante
di una risposta imminente.
sez A Giovanna Bertino- accetto il regolamento
“IL CONIGLIETTO”
Il vento accarezza le giovani orecchie e muove i baffetti affacciati alla vita.
“Che bello il prato e che bello il cielo!”
“Finalmente si è deciso a uscire! Ho una fame che non ci vedo!”
Ines Zanotti
30 Dicembre 2014
Accetto il Regolamento – Sezione A
“IL DORMIENTE”
Sfoglio frettolosamente le pagine del mio quotidiano
alla ricerca di qualche buona notizia che rimbalzi fra
il neretto degli articoli e i grafemi colorati della pubblicità.
Proprio all’angolo dell’ultima pagina scorgo disegnato
a matita, un personaggio alquanto curioso: IL DORMIENTE.
Sdraiato ai piedi di una corteccia d’albero, il braccio adagiato
sopra un grosso masso e a fianco, due sacchi pieni e ben richiusi.
Ne osservo interessata il viso: le palpebre, sebbene chiuse,
pare volgano lo sguardo verso l’alto.
Attratta da questa situazione, bramo sfociare dal sonno di carta,
nel suo sogno…
L’addormentato gode di un mondo pacifico, dove la natura sfoggia
le sue tonalità preferite e tutto appare unico e possibile.
Con aria trasognata rientro nella realtà,
chiudo il giornale lasciando indisturbato il dormiente
con la speranza che il tempo futuro, chissà,
possa assomigliare al suo desiderio!
Rosa Bizzintino.
Sez. b accetto il regolamento.
L’Illusione.
Mi cullavo tra la schiuma bianca
delle onde del mare e
del sole caldo e
dei raggi generosi
e rassicuranti,
ma mi ritrovai
sulle dune di sabbia
ove il caldo sfianca,
ti rende debole,
ti annulla.
Mi aggrappai
all’amara terra,
al vento insopportabile e
arrivai arsa, asciutta, sfinita
ad un piccolo lago
che le mie dita toccarono,
la salvezza.
Fossi come il saggio cammello
che attraversa il deserto e
arriva all’ombra
del fresco di una palma
senza fatica.
Simonella Ugo
Sezione B
Accetto il regolamento
Eremita
Dovrò decidere alla fine
Di appagare un mio desiderio
Di porre il mio tempo
Al tempo che altri impongono
Dovrò trovare alla fine
Un posto o un maniero
Dove porre il mio corpo
Isolato dagli eccessi.
Dovrò vivere alla fine
Dei miei giorni prigioniero
Solo di me stesso
E lasciarmi libero.
Cieca t’ho aspettato
Cieca t’ho aspettato in fondo al mare,
nessuna ombra passando
ha chiesto della mia assenza,
ne amore lasciato partire è tornato
a ricongiungere ricordo e profumo,
ingannati dall’essere uno per l’altro
acqua e roccia,
abbiamo avuto polvere tra le mani,
parole stese ad asciugare
vite sospese da trascinare…
Cieca t’ho aspettato in fondo al mare
e quando mi hai trovato,
per mano mi hai tenuta
che l’oscurità di un mondo imperfetto
mi fa paura e questo lo hai sempre saputo…..
sezione B – Fabiola Murri – accetto il regolamento
SCENARI MARINI
Sul bagnasciuga brezza dolce come
salti di delfini nell’onda
vele in lontananza:
pacate sincere risposte
che solcano l’anima
tregua
breve pausa
…quasi attesa…
tra una tempesta e l’altra
Partecipo alla sezione B, poesia. Accetto il regolamento
Incubo
Tenevo stretto un libro in mano:
ha lasciato cadere le parole,
narravano un mondo molto strano
e fatto solo di persone sole.
“Non fa per noi, mendicanti d’amore”
mi sono detto guardando a terra
e ho sentito un gelo nel cuore,
come vedessi sillabe di guerra.
Il risveglio ha trovato accanto
il corpo tuo disteso, il tuo viso:
hanno invaso il petto come vento.
L’incubo si è sciolto in sorriso:
nessuna sillaba sul pavimento,
di solitudine, nessun avviso.
Partecipo sezione B – Accetto il regolamento
Accetto il regolamento, partecipo alla sezione B.
Ludovica Malia con la poesia “Eccomi”
Eccomi
Giorni dispersi nel mare,
esausti.
Giorni a chiederci
il perché
di una scelta,
così azzardata,
così maltrattata.
Ah destino!
Ah me e la mia pozione!
Muoio per te, eccomi.
Partecipo alla sezione B, accetto il regolamento.
Bella
La spuma correva
degna di nota.
Sbiancheggia il dorato
della sabbia
serpenteggiando
movimenti
semi circolari.
Bella,
te ne stavi sul telo.
Arrossivi quando
ti guardavo.
Ti ricordo così.
Partecipo alla sezione A, accetto il regolamento
Blu
Rovistavo, ieri, in cantina, non la mia, sia ben inteso, bensì quella di mia nonna, povera donna sempre occupata nelle zuppe che tanto piacciono ancora ai suoi figli. Rovistavo, rovistavo sino a che non ho trovato una scatola sbiadita. Curioso, la aprii senza esitare. La scatola doveva appartenere alla nonna, al suo interno completamente blu c’erano vecchie foto di una giovane donna con la bicicletta blu.
Roberto Maté accetta il regolamento e partecipa alla sezione B, poesia. Grazie alla giuria ed ai miei lettori.
Montagna
Bianca,
gelida nella sua compatezza.
Bianca,
innevata di purezza.
La montagna
si erge impavida,
le colline annuiscono.
Bianca,
brilla al Sole
come una stella.
Roberto Maté accetta il regolamento e partecipa alla sezione A, prosa. Grazie alla giuria ed ai miei lettori.
Incontri
Siena. Un uomo passeggia. Pensa ad una donna del suo passato. Non è mai stata una sua amante. Ricorda i suoi riccioli biondi, la sua carnagione ambrata.
Un uomo passaggia sulla sua vita, marciapiedi di scelte, corse verso la felicità e verso l’errore. Corse a perdifiato sino all’uscio di casa di lei. Ma la donna non viveva lì da due anni. Tornò a casa.
Maria Artica. Accetto il seguente regolamento, partecipo alla sezione B.
Viaggio
Onde.
Colori.
Azzurro.
Vuoto. Non ricordo.
La macchina.
La scogliera.
Un attimo.
Il volante in viaggio.
ODE ALLA VITA
NON MI SERVE!
Non mi occorre
Non ne ho bisogno
Non so che farmene
Ne faccio facilmente
E volentieri a meno,
Non voglio oppio
Marijuana eroina
Morfina cocaina
O un miscuglio di droghe
Per addormentarmi;
Leggere, pesanti,
Nuovi ritrovati,
Intrugli.
Per addormentarmi
Un bacio è l’ideale
Un bacio è perfetto
Un bacio è sufficiente
Un bacio è carismatico
Un bacio è influente.
Un bacio è il ricettario.
Vado a letto
Mi addormento,
Concilio le opinioni
Dei politici e dei bugiardi
Gl’infusi e i decotti,
Gli Elisir per essere belli
Snelli e più alti,
Ricchi affascinanti desiderati;
Perché tanto è un film,
Una sceneggiata sballata di un sogno.
Adesso che sono sveglio,
In verità, In verità vi dico:
Mandate tutti a farsi fottere,
Baciatevi, Baciatevi, Stolti!
Gianfranco Proietti,partecipo alla sezione B,accetto il regolamento.
MAGGIO ‘89
Ho avuto per tredici anni un pastore belga,nero come la pece,gli mancava la parola,ma siccome io con lui chiacchieravo tanto,sono sicuro che dopo qualche anno era più intelligente e riflessivo di tanti ciarlatani che ho incontrato nella mia vita. “Ho letto che la preghiera e la cioccolata sono dei potentissimi antidepressivi……” Sono d’accordo sulla cioccolata,riguardo la preghiera,prego sempre di trovarla nella dispensa…la cioccolata,intendo!!!!!!
Gianfranco Proietti,accetto il regolamento,partecipo alla Sezione A
Maria Artica. Accetto il seguente regolamento, partecipo alla sezione A.
Nuvole bianche
Le nuvole bianche mi hanno sin da piccola ispirato grandi sogni. Non tutte le nuvole sono infatti identiche. Qualcuna mi indica la via da seguire, qualcun’altra mi rende l’umore nero come la pioggia che dovrà arrivare.
Ho provato a guardare i tuoi occhi
Ho provato a guardare
dentro ai tuoi occhi,
ho provato a guardare,
coi tuoi occhi,
ho visto, colori sbiaditi
dalla finestra,
e foglie che volavano,
senza meta.
Mi sono sentita ingessata,
come te,
in un corpo scarno,
ormai estraneo,
colmo di buchi e lividi
nelle ossa,
ho sentito forte il gelo
della disperazione
la tua, la mia…
amalgamata
l’ho guardata
per l’ultima volta
la luna affogata nel pozzo,
con te.
Dimmi, chi ha teso la mano?
Paola Pittalis
accetto il regolamento, sez B
Sez. B – Maria Cristina Biasoli – accetto il regolamento
OCCHI DI MARE
La notte insonne
regala un giorno,
un soffio di vento
rapido ed impetuoso.
Improvvisamente ammutoliti,
malinconici occhi di mare
dentro un sogno.
Ogni tuo respiro
sul fondo del mare,
nella clessidra del tempo,
trova l’infinito.
E non ho mai più rivisto
i tuoi occhi.
Vita di mare
essere circoscritto
nel tuo spazio ti sta stretto
assumere come l’acqua
la forma
del suo recipiente ti deprime
aneli come la sorgente
alla sua foce
amalgamarti coi fondali marini
conoscere
l’alfabeto dei pesci
gli anfratti i fatti
del giorno dispute e amori
coordinate d’una
vita di mare in divenire
le tempeste che tengano
l’anima tesa sul grido
come achab
Felice Serino – sez. b – Accetto il regolamento
Monia Minnucci, sezione A, accetto il regolamento.
Nei miei sogni c’è il mare, una mirabolante visione di pece nera. Un caos di schegge brillanti e corrotte, impastate di stelle, sogni, demoni e inconscio, spolverati col finissimo zucchero a velo della luna. Nei miei sogni c’è il mare di quando ero piccina, un mare pacificato e colorato che si ritrae sotto i miei passi, come uno strascico elegante. Io lo guardo, ma non mi riconosce, cancella le orme di ieri e restituisce le ombre lunghe dei miei torti. Di fronte a questa immensità, le mie stagioni più belle sono fiorite come giunchi. Giocava con me, la notte imbevuta di ombre, a contare le stelle, ma il tempo appassisce le voglie e piega la schiena. Nei miei sogni, ora, il mare, compone la sinfonia delle carezze che mi consola.
E’ una vera Meraviglia Monia :)
Una composizione letteraria di grande equilibrio, molto elegante e raffinata nelle sue espressioni visive ricche di emozioni e sentimento, simile nelle armonie ad un commovente brano musicale di J. S. Bach.
Accetto il trattamento dei dati e tutto quanto espresso nel Bando. Allego poesia per la sez.B) IL SATIRO DANZANTE DI MAZARA. Cesare Lorefice, Adria 4/1/015
Il Satiro Danzante di Mazara
Qual destino di porto
vede salir Mazara
le asserragliate pene
mentre scendi dalla nave.
Non vi è più il Satiro Danzante*
ad accoglierti
ma un agente della polizia
a controllare il visto
dell’emigrazione.
Selinunte è lontana
con i suoi templi dirupati
senza dei e senza eroi.
Ruggero a cavallo sorride
dal frontone della cattedrale
mentre affonda la lancia
nel demone africano.
E dire che una volta
Cristiani e Maomettani
visser felici insieme
e l’una e l’altra sponda
attraversavan a piacimento.
Nella marina trepida allucinata
non vi è più il porto di Dio
e per i vicoli stretti della casba
s’addorme il Cristo Pantocratore
sognando gli uomini liberi e uguali.
*Statua bronzea ad altezza d’uomo attribuita a Prassitele rinvenuta nel canale di Sicilia
nel 1998 da un peschereccio di Mazara del Vallo, attualmente nel museo omonimo.
In versione di mare
Quell’ amicizia che nutre la musica dell’estate abbraccia il cuore tra rose che piegano le braccia nel fiume di parole ora che ho visto dondolare i poeti mentre scrivevo col crescere del giorno la vera amicizia più viva ed esaltare l’universo che mi colora di verde prato di quanto per amore viene dato, un rosso al cuore di grazia sul fuoco della vita, amare spesso, fiori di margherita ai veli dei miei desideri a chiamar il senso dell’amore in versione di mare visi d’oro tra noi petali di creta ad ora e sempre.
Elena Spataru
Sezione A
Accetto il regolamento.
Il mare 2
Seduto su uno scoglio
lavato dai venti e dalle onde,
osservo il mare
nel suo vasto orizzonte.
Popolato da pesci
multicolori
e inquinato da mille veleni.
Osservo là,
sullo scoglio sereno,
sullo specchio
ch’è d’acqua marina,
una barca a vela che va.
Mentre guardo
la barca ch’è spinta
da una brezza marina fresca,
il bel sole,
raggiante che era,
è ormai quasi all’odierno
tramonto.
sez. B – Accetto il regolamento
In estasi
Di ogni tuo battito
Si declina il mare
E anche i disegni di rombi
Scintillanti respirano
Sulla calda giornata
Lasciare a correre l’anima
In ogni tuo verso
Il mare dei tuoi occhi …
In estasi questa volta
Di nascosto …
Elena Spataru
Sezione B
Accetto il regolamento.
Piero Baroni
accetto il regolamento
Le Parole Della Verità
Le parole della verità sussurrano
all’orecchio dei poveri la durezza di ogni giorno,
sono frutti aspri
di un albero senza tempo,
viverne smagrisce,
inseguirle rende soli,
non tristi,
ma silenziosi,
talvolta sorridenti
davanti alla vita che si manifesta,
le parole della verità urlano
nelle orecchie dei potenti
stizziti di non possederle
affannati da sempre a costruirne di proprie,
ma le parole della verità sono uniche,
pesanti come granito
sprofondano nelle coscienze molli,
non hanno eco
devi spegnere la mente
ascoltare col cuore il disperato benessere che sanno dare
solo così sentirai che non serve capirle,
che mai,
vorrai cambiarle con un’ illusione
Accetto interamente il bando del concorso.
Allego la poesia partecipante alla sezione B.
COMPAGNI DI VIAGGIO
I miei occhi hanno visto
Mare regalare Inverno
I miei occhi hanno visto
strade asfaltate di polvere.
E hanno accolto lacrime
passate in un soffio di sabbia
I miei occhi sono mani
lasciate sul tuo palmo
A ricordarti sempre
IO SONO QUI.
Cuore di Sardegna
Si apre la finestra
su una nuova era,
cieli turchini come il mare
limpide trasparenze
d’acqua e di coscienze.
Riflette pacato il silenzio
nel turbine dell’onda,
riaffiorano le speranze
dall’ anima profonda.
All’energia della natura
attingo e mi sostengo,
migliore di ogni cura,
di qualsiasi sostegno.
Chiudo gli occhi e sogno,
li apro e mi sorprendo
di questa meraviglia.
Tania Scavolini
accetto il regolamento sezione B
Hernst e Molly
Un pigro risveglio sorprese la cittadina di Horn, tra gabbiani stridenti e lo sventolio delle bandierine delle barche in darsena. Hernst, anziano marinaio annusava l’aria frizzante di metà gennaio, fumando lentamente la pipa e sfogliando le pagine del quotidiano locale. Si era smarrita un’imbarcazione la sera prima senza fare ritorno.
Avevano cercato ma l’aria e le acque gelide avevano fatto sospendere le ricerche. Strano pensò. Chiunque fosse di lì, sapeva che con quel mare così infuriato non era prudente neanche partire. Finì la colazione e salutando allegramente Brigitte la cameriera del bar, si avviò verso la sua barca.
Non era in realtà proprio sua, ma era come se lo fosse. La “Old Holland” dalla primavera cominciava a portare i turisti oltre la baia, ma come sempre necessitava di manutenzione. Ed era lui ad occuparsene da vent’anni. Sulla barca Lo aspettava Molly, una beagle elizabeth dagli occhi dolcissimi che appena lo vide, guaì.
Molly aveva tra i denti un guanto da marinaio, che non era il suo certamente. Un guanto con una etichetta italiana.
Come aveva fatto Molly ad entrare in possesso di quel guanto? A chi apparteneva? E soprattutto chi era salito sulla sua barca?
Interrogativi che aspettavano una risposta.
Tania Scavolini
accetto il regolamento sezione A
Accetto il Regolamento- Sez. A- Anna Paola Lacatena
La divina
E’ una soddisfazione vivere in questo posto. Pervasivamente nutro ogni frutto di questa terra. Con l’etica di chi non vuol fare distinzioni di genere, di classe e d’età, democraticamente ne ho per tutti. Cerco di non farmi sfuggire neppure i prodotti dell’azzurro mare. Perché è anche lì che vivo.
A nere cozze o a pesci di ogni stazza, non lesino attenzioni. Il potere è nell’essere presenti. E io ci sono. Chi potrebbe con certezza affermare il contrario?
Poco importa se non raccolgo simpatie. Dubito che qualcuno possa innamorarsi di me. Al più posso fare paura. In ogni caso non lascio indifferenti.
Va bene uguale. In fondo che mi cambia. Non è romantico questo mare che amoreggia con sbuffanti ciminiere, disegnate all’orizzonte?!
Che bella Taranto. Che bello il suo mare. Che bello esserne padrona divina. Il mio nome?… DIO(ssina).
Sezione B – accetto il regolamento
Giochi di luce
rimbalzano fra le nuvole,
è dolce
il risveglio del mattino.
Nel silenzio che avvolge le bianche cime
solo il rumore di un battito d’ali
infrange l’aria
e alto nel cielo si libra un aquilone.
Il pensiero,
legato a quel filo,
trascina più in alto la voglia di essere
e un sentimento d’amore mi pervade,
per chi nei miei sogni
è sempre presente
e sfuma al mattino nei giochi di luce.
silvana sonno – accetto il regolamento – sez. B
Omaggio al gatto di Apollinaire
Io sono la mia donna ragionevole:
mi muovo agendo con misura
e la prudenza che è dono dell’età
di ogni mia stagione della vita
trattengo dentro il cuore amiche
e amici di cui non posso far senza
e scambio con l’uomo con cui vivo
amore e una pazienza faticata
qualche mutevole tensione, condita
di memorie e di perché.
In casa mia trascorro l’emozione
d’esser signora d’una terra di me
che curo con devota dedizione
e l’aspro sentimento d’esser lei
affidata al tempo che l’usura
Ma non mi fa paura:
ho un cane che scodinzola tra i libri
e dalla mia finestra vedo il mare
dove i gabbiani trascinano le ore
mentre scrivo e sorbisco il mio caffé.
silvana sonno – accetto il regolamento – sez. A
La prima volta che ho visto il mare deve avermi fatto una grande impressione. Dice mia sorella che mi sono avviata con decisione verso l’acqua – a piccoli passi; avevo tre anni – e ci sono entrata senza esitare. Il mare Adriatico in alcuni punti è meglio di una piscina e la spiaggia entra sott’acqua dolcemente, promettendo un traghetto senza fosse o vortici all’altra sponda, che non si vede, ma si può intuire simile a quella di provenienza. Devo aver pensato il mare delle Marche un po’ come il Tevere, di cui avevo migliore conoscenza e di cui forse avevo già intuito il gioco del letto e delle rive. Comunque – sempre secondo mia sorella – fui tirata fuori per le trecce, i cui fiocchi rossi spuntavano dall’acqua e avevano attirato l’attenzione di uno sconosciuto villeggiante, che mi aveva “salvata” restituendomi alla comunità familiare, con una nota di disapprovazione. Mi hanno detto che, pur sputacchiando salsedine, non mostravo segni di paura ma un che di fastidio nello sguardo, per l’interruzione non richiesta. Mi è rimasta, di quella volta, una sorta di emozione interrotta. Sarà per questo che da allora mi tengo lontana dall’acqua e guardo il mare come una tentazione colpevole.
ERA
La città di notte
poi l’ho vista di giorno
e mi è parsa sporca
mi è parso triste
un uomo che camminava
mi è parsa triste
una donna sola
mi è parso triste
un vecchio su una panchina
mi è parso triste
un albero incatenato nel cemento
ho visto
la luce che gridava
entrando in una casa
mi è parso di vedere un volto
dietro una finestra che sognava
ho sentito
il rumore di un fiore
che usciva da una fessura
di un marciapiede
e mi è parso di esserlo
una mattina in mezzo alla folla.
A.P.
ACCETTO IL REGOLAMENTO
SEZIONE B
ANDREA POLO
Angelo Cosentino
Accetto le norme del regolamento- Sez. B
Di sabbia e nebbia
Al bordo della razionale follia
s’appressano rigidi presupposti
di una stanca lotta interiore.
E segue impronta fonda
il richiamo di una forte passione,
là dove è di sabbia e nebbia
il profilo della mia casa.
L’ansito del vento disarticola
le schiume di perenne lotta,
le ombre degli alberi tra i ricordi
fanno scudo alle mie mani.
Io senza più fondamenta
al mio e al tuo corpo,
distacco fascinoso di un amore
impresso sulle labbra silenziose.
C’è ancora il chiarore dell’alba,
ma l’orizzonte lontano non è mare,
vienimi vicino,sfrega le nocche
sulla corteccia del mio corpo,
sfoglia virtuosa questa nebbia.
Angelo Cosentino
Accetto le norme del regolamento- Sez. A
La corsa
Il mare ancora invisibile ma assordante. La corsa è finita sulla sporgenza di uno sperone roccioso appeso nel vuoto che separa la vita dalla morte. Un passo mimato a ritmo di danza mi solleticava per provare un’ebbrezza di cui avrei voluto godere almeno per una volta. E non c’erano limiti alla paura camuffata dalla stoltezza.
Il saltello dei passi, uno dopo l’altro in triste andirivieni, era scanzonato e infondeva coraggio. Mi facevo forza, e aspettavo di volare preda di ali immaginarie che mi crescessero forti e lunghe. Aprivo le braccia e respiravo aria e profumi che arrivavano dal precipizio, un miscuglio di salsedine, di rosmarino, di salvia e di mirto per dare aroma alla mia incoscienza che negava il pericolo. Una folata di vento m’istruiva nel chiedere perdono, era benevola nell’assoluzione che non sapevo di chiedere, mi prometteva una risata che cavalcava in corsa su prati e dossi verso l’inverosimile caparbio e affascinante.
Prima del grande passo mi voltavo a scoprire se alle mie spalle ci fossero angeli ad abbracciarmi in volo. Ed io, girando il capo, mi scoprivo lieve con gli occhi poi chiusi annusando forte la paura degli uccelli, rossa come la corteccia denudata del sughero.
accetto il regolamento – sez. B
CONATO DI DELUSIONE
Apro finestre
e cambio lenzuola,
Sfoglio quaderni
e accarezzo gli oggetti.
Tengo in vita quella stanza
nel caso tu tornassi…
Ma la tua assenza
grava nell’aria
e sul mio cuore.
Poi stamattina
come ogni giorno,
apro le imposte
e una zaffata di profumo
m’iveste e mi inebria.
Per un istante, solo un istante
sento il profumo
di vita normale.
Intenso e struggente.
Un bacio e un pizzicotto
Sveglia!
È ora di alzarsi
e andare a scuola.
Il profumo svanisce,
mi guardo intorno,
la stanza è spettrale
nel suo vuoto immenso. Non tornerai più!
Un sorriso amaro.
Conato di delusione.
E comincia la mia giornata.
Non sapevo si potesse partecipare con doppia iscrizione sperando a tt i costi di vincere una bambolina! Angelo cosentino – katia; stessa persona!
Pur non essendone voi responsabili, per chi lo fa è disdicevole!
Max scusa mi stai dicendo che Cosentino e Katia sono la stessa persona? Conosci la persona?!
Spett.le Redazione,
informo che la persona che mi vuole danneggiare è Annamaria Milazzo di Roma, una stalker di professione che mi perseguita da tempo con insulti e volgarità d’ogni genere. Da ultimo sostiene che io abbia partecipato al contest come Katia e ciò è falso.Voi potete controllare ed appurare l’infondatezza di tale calunnia nei miei confronti.
Ripeto che è una donna pericolosa che mi perseguita solo perché io non l’ho mai considerata.
Spero non vogliate dare credito a questa situazione che mi danneggia.
Cordiali saluti.
Aggiungo che Max è il nome sotto cui si nasconde Annamaria Milazzo.Loro sono la stessa persona!!!
Angelo, faremo di sicuro dei controlli con le email rilasciate nei commenti. Intanto le poesie/racconti inviati restano valide partecipazioni.
Buona giornata.
Gentile Redazione,
essendo una persona informata di fatti alquanto disdicevoli, colgo l’occasione di farvi notare che il Cosentino, spontaneamente e prontamente, nomina e diffama una persona che perseguita da molto tempo; e a tal proposito vi ricordo, per conto della stessa, che in un vostro precedente contest – dei fatti ne è al corrente la signora Mocci – l’autrice ha subito dal Cosentino un ennesimo atto diffamatorio: approfittando di un invito collettivo per un concorso letterario, ha usato l’indirizzo di posta elettronica della stessa per poi pubblicarne, con il nome di lei, una poesia; trasformata e rovinata in modo da arrecarle danno.
Sottolineo inoltre che quanto asserito sopra dal Cosentino non ha alcun fondamento e ribadisco che lo stesso ha in passato partecipato ai vostri contest con più iscrizioni.
Vi prego inoltre di essere contattato al mio indirizzo per ulteriori chiarimenti e per comprovare quanto scritto.
Distinti saluti
LA STRADA STELLATA
A Finisterre interrogavo il mare
le distese increspate della sabbia
mentre la sera volgeva sulle ferite dell’anima
in fondo a quel che poco che resta
dopo che il dolore ha stordito
ogni promessa.
Finis terrae e l’oceano già scivola sulla pelle
dopo penombre e letarghi
sfiora i sensi col profumo di coralli e perle.
Un volo di uccelli all’orizzonte
una terra promessa che fa fatica a rivelarsi
un accalcarsi di scogli e risacche
l’ eco opalescente e abbagliante
di un viaggio leggendario che sopravvive
alla ragione e al karma.
Un tuffo tra gli schizzi d’ambra e sale
tra bocci di rosa appena gemmati
dilava l’alfa e l’omega in dardi di Maestrale.
Una conchiglia sulfurea d’alabastro
– labirinto affidato alla marea-
si copre d’aureole e di luce.
Gabriella Pison
dichiaro di accettare il regolamento del concorso, sezione B
MARO’
Quel mare tanto amato
che ha ingrandito con le sue onde
i vostri sogni
ora sa d’amaro,quell’amaro che resta in gola
lasciando un gusto di ribellione.
Quel mare che vi ha portato nei porti
dove poter assaggiare innumerevoli culture
adesso sembra più distante
in quella prigione di falsità in cui vi hanno abbandonato.
Mare che ha accompagnato la vostra vita
verso il rispetto e l’estensione della pace nel mondo.
Mare in tempesta impadronitosi del vostro cuore
non riesce a darvi più quell’amore necessario
per credere ancora nel futuro.
In quel mare da difendere dalle barbarie umane
avete incontrato l’abbandono della Patria
a cui avete legato il vostro Onore e rispetto
ma l’amarezza non può durare
se non incontrando lo spiraglio di
un ritorno in mare,
quell’istante magico di un ritorno nel porto più sicuro al mondo
che state sognando in silenzio e che si chiama casa
arriverà .
Quella infamia che vi hanno cucito addosso
sparirà velocemente quando questo mare
a cui avete donato amore
vi riporterà l’abbraccio più desiderato al mondo
quello della propria famiglia.
Con un onda gigantesca
il mare vi accarezzerà fino a farvi vedere la vostra casa
dove ritroverete quel calore che tanto bene fa all’anima
e il disgusto,l’amarezza,l’abbandono scompariranno velocemente.
E vi ridarà forza nuova per continuare ad andare per mare
a portare quella pace al mondo
che necessità a tutti.
Accetto il regolamento sezione B
Il mare visto da quassù
…
Non solo è bello!
Lo sguardo va oltre
non si ferma sulla linea dove pare
ogni cosa perda la realtà
e cada nel baratro, d’improvviso
navigando
tra questo e l’altro mondo
Ma da ancora più sù
ogni rotondità m’appartiene
Posso toccare
con la punta delle dita
e poi afferrare
un lembo di cielo
appena sollevato
aprire
guardare dentro
… con un sorriso dirmi che
un posto in paradiso c’è
per chi l’inferno ha già vissuto…
annamaria milazzo – Il mare visto da quassù
accetto il regolamento – sez B
… e poi
Poi, si ritorna in posizione fetale, arrotolati nell’abbraccio.
È così che vorrei morire o essere arsa. È così che vorrei affrontare l’altra vita.
Ricominciare, dopo la nascita, uscire senza sofferenza e ritrovarmi sulla pietra sconosciuta, vestita di uno spazio da scoprire.
Non importa se la sabbia scivola dalle mani, non importa!
Ci saranno forze maggiori ad attrarmi. Gli arcobaleni saranno cavalli da sellare
e le onde passaggio verso altre mete.
Poi, il Cielo, quello infinito, dove perdermi a sognare e sognare sognando fino a ledere il margine d’Eterno al quale ambisco; oggi, chiusa in un gomitolo… di parole.
annamaria milazzo
accetto il regolamento – sez A
Caterina Muccitelli
Accetto il regolamento sezione A
RIFLESSIONE
In adolescenza la visione della vita è piena e forte, la giovinezza non permette a niente di scalfirla e, con una buona dose di volontà, ci si sente imbattibili. Nel corso degli anni, la visione comincia a cambiare con le responsabilità e ci si ritrova, improvvisamente adulti e si scorda la spensieratezza. Il viso si comincia a segnare con le prime rughe. Le giornate passano logoranti e ripetitive e quella volontà vacilla e succede di non piacersi più, non ci si accorge di ciò che succede intorno, ma si continua per forza di inerzia fino a quando un evento imprevedibile e tragico scuote il terreno ed allora si riprendono in mano le retini della propria vita, analizzando il percorso fatto e soprattutto la direzione da prendere. E si realizza che le cose erano sfuggite un poco di mano, si era perso di vista il senso della vita e l’amore per se stessi perciò si cominciano a fare cose un poco fuori età, magari, come andare allo stadio, ai concerti, cenare nei pub, viaggiare in compagnia e da soli, passeggiare in riva al mare, perdere qualche chilo in eccesso, dedicarsi alla cura del proprio corpo……..si ricomincia a vivere, piacendosi di nuovo.
Annamaria Vernuccio 8/01/2015
SO BENISSIMO QUANTO HO PECCATO
La chiesa è deserta se si esclude una donnina inginocchiata d’avanti alla statua della madonna. Mi accosto quasi furtivo al confessionale con una lucina accesa, in fondo alla navata. Da tanto volevo confessarmi, ma non avevo il coraggio di farlo. La consapevolezza di essere un peccatore non bastava a farmi superare l’ennesimo peccato d’orgoglio di confessare le mie colpe. Mi inginocchio, raccolgo tutto il mio coraggio e dico tutto d’un fiato: -Padre, so che ho peccato, ho tradito mia moglie, ho mandato all’aria il mio matrimonio e deluso i miei figli ecc. ecc. – Ne ho per un bel po’ e quando smetto aspetto quelle parole di rimprovero e quelle di benevolenza che mi permetterebbero di trovare conforto, ma niente! Aspetto qualche minuto e poi ribadisco:- Padre, mi dica qualcosa, so che ho tanto peccato, ma sono pentito!- Ancora niente, allora scosto la tendina viola del confessionale quel tanto che basta per vedere il vecchio Don Franco che con la testa appoggiata allo sportellino si concede un extra di sonno. Vado via… strano a dirsi, mi sento lo stesso in pace!
Annamaria Vernuccio
Accetto il regolamento Sez. A
Annamaria Vernuccio 8/012015
E sempre
I giorni, i mesi, gli anni
hanno reso il mio capo più grigio…
hanno reso il mio corpo più curvo,
ma i pensieri che accorrono a sera
mi riportano indietro nel tempo
e sempre
sono scene che ho impresso nella mente,
i ricordi di tempi più belli,
troppo in fretta trascorsi,
troppo in fretta vissuti
e sempre
quando guardo mia figlia già donna,
non è lei che mi trovo davanti.
Ai miei occhi la vedo bambina,
bisognosa di affetto e attenzioni.
Si, la vita l’ha resa diversa
ma il legame che ancora ci unisce
è per ieri, è per oggi……….
è per sempre.
Annamaria Vernuccio
Accetto il regolamento Sez. B
Daniela Giorgini – Accetto il regolamento – Sez. B
l’eternità del mare
Il nostro amore
ha del mare il profumo,
i colori, la forza.
Come il mare sa essere
impetuoso e dolce,
sereno e minaccioso.
Ha l’immensità dei nostri cuori
e la profondità delle nostre anime.
E se lo vorremo,
avrà del mare
anche l’eternità.
9/01/2015
Sez.B
NAVIGANTI
Lascio a te
navigante di prua
l’incanto di un orizzonte
ai bordi dell’infinito
lascio a te
sfrontata polena
onde felici
non ancora ferite
da carene
impazzite.
io, navigante di poppa,
con il respiro corto
percorro onde squarciate
che inghiottono
sussurri e spasimi
di una vita
che arriva al porto
con quello che ha
mentre il balenio del mare
riflette l’ombra
di giorni morti.
Loredana Borghetto – Accetto il regolamento
IL RICHIAMO DEL MARE
I battiti del cuore
mi avvolgono …
riscoprendo il richiamo del mare
mi spaventa la sua corsa,
i giochi caldi.
Forse era crudele irrompere
tra le vecchie bambole
abbandonate su di un treno
ricomponendo un’anima
e assaporando un bacio
dopo il sole
a Venezia.
L’azzurro non lo ricordo,
c’era troppa nebbia
sopra i ponti
mentre passeggiavo.
Ho ripetuto il brivido …
anche le barche aspettano l’alba.
Mi stupisco dei lunghi capelli
che ricercano il vento.
Gianfranco Corona sez. B…accetto il regolamento
Accetto il regolamento e partecipo per la sezione B
La voce del mare
Eco lontana ritorna.
Mi parla di te, di me, di noi
Silenzio di gabbiani incerti
Strascichi di conchiglie ormai finite
Ritorneranno forse a nuova vita…
Eccoci. Noi. Il passato
Il presente, e
non voglio pensare al domani.
Domani sarà eco di oggi
Oggi ascolto pienamente
la voce del mare che non porta
più sogni. Solo certezze
Nell’onda del mare che s’avvicina
ho buttato il passato e, anche se
inevitabilmente ritorna, è ormai finito
E’ solo eco lontana sbiadita dall’aria
Sono attimi persi nel tempo.
Sono brandelli di vita ormai vissuta…
Più chiara, la voce del mare
mi fa destare. Son qui.
Qui con te, ed è qui in questo
tempo che voglio restare.
Luciana Raggi –
accetto il regolamento e partecipo alla sezione B
Attraversano l’orizzonte
Mi lascio inondare
dall’odore salmastro del mare
dal ritmo leggero del suo respiro quieto.
Sull’acqua piana
fra pagliuzze di luce
lo sguardo si perde.
Va lontano.
Assorbo il sole
e nel caldo abbraccio
i pensieri si sciolgono.
Attraversano l’orizzonte.
sez B
Accetto il regolamento
© Orizzonte marino
E cerco
quel tacere che esplicita il senso
e le cose che dici in silenzio.
I gabbiani dal mare stridono rochi,
estranei al parlare sommesso
delle valli fra i monti.
ASCOLTO IL SILENZIO
Ascolto il silenzio,
l’emozione che avvolge
ogni momento con te.
Riposa il mio corpo
ormai sazio d’amore
mentre vola la mente
oltre l’oscurità.
Assaporo i ricordi
e quei brividi caldi
che ho spento con te.
Rallenta il respiro
e l’affanno del cuore
ed un sogno più dolce
mi riabbraccerà.
(Mauro Bompadre)
*Accetto il regolamento, sezione B
Lascia che il mare si insinui
tra le pieghe del nostro tempo,
tra il passare delle nostre giornate
tra il passato e il presente…
Lascia che porti sabbia
tra le nostre mani unite
e tra i nostri abbracci…
Lascia che continui a non esserci confine fra
il blu del mare
e il blu del cielo
tra le nostre parole,
il nostro cuore…
Lascia che ancora il mare
si insinui quando,
ancora,
non ci sarà nulla a dividere cielo e mare
dalle mie parole
d’amore…
7/7/2014
Carlo Zanutto
accetto il regolamento sezione B.
Luigia Cornacchia, accetto il regolamento sezione B
Io e te
Tempesta, autunno, brividi senza te, isola lontana
Sei partita un giorno di ottobre, il nostro
Amore Settembrino appena nato e gia la mancanza
lo strozzava, e affogavo in pomeriggi sui
Libri ma negli occhi solo quella fascia di profondità
Oscura che ci divideva, eterna, inesorabile.
Posso amarti cosi tanto?
Quando ancora è buio
Mi immergo in un battello
verso la tua casa sullo scoglio,
Lo guardo dritto lui è li da sempre,
impetuoso e adorabile,
A ricordarmi che è una certezza,
ci divide e ci dividerà, per quanto
Io ti ami, lui è infinito, per quanto sia disperata,
lui sarà per sempre li.
Dopo anni altri mari ci hanno diviso
ma il nostro amore perdura, fiero ed impeccabile
Come la certezza delle onde come
la perfezione del suo colore,
perché il mare vive Tra le parole
di chi ha provato amore nel suo eterno vagare.
-Attenzione all’ultima spiaggia-
Senza troppo pudore
miriadi di farfalle hanno sorvolato
i cieli intricati della mia indolenza.
Colorate di avvenire
hanno colorato di presente le mie fantasie,
ma il rammarico dell’illusoria felicità,
consumandone la genialità,
le ha polverizzate nel proprio destino,
ognuna col suo difforme passo giocondo.
Scompare nelle allucinazioni
la morale,
si dilegua nel bagliore assordante
dei miei vani e stupiti progetti sprecati
il sorriso,
privo di senno altruistico
e di una realtà inabissabilmente ultima,
che il futuro
comunque
smentirà.
Giuseppe Carta
Accetto il regolamento sezione B
ore 2,35 a.m.
Claudia Lo Blundo Accetto il seguente regolamento e partecipo alla sezione B, poesia.
Ricordo di una città marinara
O forse… quello che più mi manca
è il canto dei gabbiani verso sera…!
Malinconia del passato,
Salsedine marina sulla pelle
Risa di piedi nudi sui ciottoli appuntiti
E il canto dei gabbiani verso sera
Sogno di un rientro pacato
Da lontane avventure.
Forse quello che più mi manca
È quel sogno.
La morte di notte
Il mare ribelle ribolle
nero di pelle e scuro di notte
tra morsi di schiuma gentili
e aguzzi denti di scoglio.
Siamo bandiere a brandelli
che sventolano sul bivacco
di vite rapite in bonaccia
raccolte in un pugno.
Naufraghi di un naufragio
senza approdo e senza spiaggia,
senza mani e senza braccia
e restii respiri alla deriva.
Danza morente la decadenza
del nostro sangue rosso
che marcisce nel liquido fosso
di un fugace rimorso.
Andrea Vicentini
Accetto integralmente quanto previsto da regolamento sez.B
Accetto il regolamento- Sezione B
IN FONDO AL MARE
Un cavalluccio
si dondolava
e ad un corallo
la coda agganciava.
La pesciolina
andava a guardare
quel cavalluccio
in fondo al mare.
Lui, un po’ superbo,
non si voltava,
stava impettito
e la ignorava.
La pesciolina
lo stuzzicava
e con la coda
lo accarezzava.
Il cavalluccio
era elegante
ma non la guardava,
sembrava distante.
Uno spirografo
apriva il suo fiore,
quello era proprio
un dono d’amore.
La pesciolina
meravigliata,
guardò quel fiore
tutta incantata.
“Non perdere tempo,
mia cara amica,
con chi disprezza
il tuo sentimento.
Senza umiltà
e senza poesia,
tutto finisce
in un momento”.
Antonello Meazza..accetto il regolamento-sezione B
Sul Monte Lattias
Sopra di te vedo bene
e tutto mi sembra giusto..
possenti graniti
dalle forme di carne
fissano seri il mio sguardo
i cisti e i mirti
si fanno largo
per farsi baciare
dai passeri rossi
e dai cinghiali in calore
appena sfuggiti agli agguati
dei porci di allevamento
canali di un verde che non si può
cercano l’acqua per venire
giù
sino al limite del campidano
dove hanno inizio mammelle
piene di gioie ricevute
gonfie di assurde speranze..
sopra di te vedo bene
e tutto mi sembra al suo posto
sopra di te vedo bene
e per sempre.
‘A SIRENA
E tutt’’e ssere, ncopp’’o stesso scoglio,
sta, llà, in silenzio, uè, nun se rassegna,
na piccola sirena, paga ‘o pegno,
pe’ chi, nu mese, ‘a stette a corteggià!
E si, pecchè Ciruzzo ‘o piscatore,
na sera ca turnava c’’a paranza,
all’improvviso, s’’a truvaie annanze
e, meno male, stette a lo salvà!
Ca si nun fosse stato p’’a sirena,
Ciruzzo, nfaccia ‘o scoglio fosse juto,
sarà ca stanco e, già, miezo addurmuto,
perdette ‘a rotta pe’ s’arritirà.
E, ‘a chella sera, Ciro, puntualmente,
manco pusava ‘a rezza, nterra ‘a rena,
turnava attuorno ‘o scoglio: “ Uè, sirena,
fatte vedè, te voglio ringrazià!”-
Ma, niente…, forse se l’era sunnato…,
però, int’’o core, sempe, na speranza
e quando, allà, passava c’’a paranza,
nu sguardo attuorno, sempe, ‘o steve a da’.
E quando s’era quasi rassignato,
na sera ca ce steve ‘a luna chiena,
na voce, isso ‘a sentette, appena appena:
-“ Avotete, Cirù, io stongo ccà!”-
– “ Madonna – e ‘o core le sagliette nganno –
ma allora, è overo, esistono ‘e sirene…”-
aizaie ll’uocchie e, ncielo, ‘a luna chiena
pare ca le facesse segno ‘e si!
Nun s’’o facette dicere ddoje vote,
llà, ncopp’’o scoglio, si, era proprio essa:
-“ Sto ccà pe’ te ma famme na promessa:
cchiù ‘e chesto nun te può avvicinà!”-
-“ Pecchè? – Embè, me metto troppo scuorno!
Possibile a capì nun te riesce:
‘o piezzo ‘e sotto, ‘o ssai, songo nu pesce,
sultanto ‘o piezzo ‘e coppa può guardà!”-
Ciruzzo, infatti, rimanette ‘e sale…,
’o piezzo ‘e coppa tutto scummigliato:
-“ Che c’è, tant’io ce songo abituata!”! –
– “Tu si…ma, t’assicuro, io, proprio no”-
E cu nu tuffo se truvaie a mare,
cu ddoje bracciate, steve sott’’o scoglio:
-“ Si vuò, io cu ‘e capille, m’accummoglio!”-
-“No, nun è ‘o caso, può restà accussì!”-
E, mentre, ‘a luna, ‘a coppa, sorrideva,
Ciruzzo fece animo e curaggio:
-“Che dici, ce ne jammo ncopp’’a spiaggia,
saglie, te porto…- No, saccio nuotà!”-
E, llà, po’, stise, nterra ‘a rena nfosa,
Ciruzzo, mmiez’’e squame, se perdette…,
n’ora, ddoje ore, po’, le prumettette:
-“ Dimane, aspetta, vengo a te truvà!”-
Mò è nu mese e Ciro nun se vede.
chella prumessa nun l’ha mantenuta
chella sirena se ne fa chiagnute
pe’ chill’ammore…, errore ‘e giuventù!
Vincenzo De Bernardo
Iniziativa interessante
Grazie Vincenzo, ti segnalo anche un altro contest attivo da ieri: http://oubliettemagazine.com/2015/01/13/contest-letterario-gratuito-di-poesia-e-prosa-emma-alle-porte-della-solitudine/
Sabrina Longari_Accetto il Regolamento
Sezione B.
DOLCE
Dolce?
No, non sono dolce
Sono il sale grigio
dei labirinti di Bretagna
o quello delle saline
di Trapani e Sant’Antioco
Miele?
No, non sono miele
Sono mare. Il mare
dei porti quando rincasano
le navi, il mare dei sassi
che non feriscono i piedi
Sono il mare, sì, il mare
che cattura la riva e riflette
la luna quando la notte incendia,
che sussurra all’onda: ‘mostra la tua forza!’
Sono il sale, sì, il sale del mare
nutrimento per l’Artemia
sacrificata al rosa dei fenicotteri
in tramonti di piuma
Non sono dolce, non sono miele
se non mi sai vedere sono solo sale
quando evapora il mare fino allo scoglio
e poi su oltre il sapore.
/Non sai
quanto può essere dolce
il sale/
Sabrina Longari
Sezione A – Vittorio Tatti
Accetto il regolamento e partecipo con “Onde del cuore”:
Le onde si erano sincronizzate perfettamente con i battiti del mio cuore. Stavamo condividendo gli stessi sentimenti. Iniziarono a infrangersi decise sugli scogli, perché in me si era accesa un’agitata speranza. Ero emozionato. Avevo trovato il coraggio di dichiararmi e di darle appuntamento nel proprio ambiente preferito: il mare. Quando la vidi arrivare pensai: è fatta. Poco dopo, le onde entrarono in uno stato di quiete assoluta. Di rassegnazione. Neanche i gabbiani sembravano provare attrazione per quelle acque decedute. Lei mi aveva detto di no. Il mio cuore, ferito, smise per sempre di essere agitato. Morì anch’esso.
MUSICA PER ORGANI CALDI
Il mestiere dell’etologo non è propriamente un lavoro da ufficio, pensò Francesca mentre ballonzolava su quella jeep sgangherata. Non conosceva bene la lingua madre del suo autista Sahid, ma era sicura che, quel che stava ripetendo da mezz’ora, fossero imprecazioni. D’altra parte la passione per gli animali selvaggi la aveva accompagnata da quando era bambina, non avrebbe voluto fare altro lavoro.
Finalmente la macchina si fermò sul bordo di quella vallata dimenticata da Dio. Uno dei branchi di leoni africani più grandi che avesse mai visto apparve davanti a lei. Sfoderò binocolo e fotocamera. Gli animali, placidi, si godevano la temperatura ancora accettabile del mattino.
Un suono melodioso distrasse Francesca dalle sue osservazioni. Un uccellino, di razza a lei sconosciuta, stava cinguettando con voce abnorme rispetto alle sue dimensioni. Improvvisamente tutti i leoni maschi si alzarono in cerca di una femmina. Il dormitorio si trasformò in un’orgia. Il cinguettio di quell’uccellino sembrava avere un effetto afrodisiaco sui leoni.
Francesca sentì il profumo di acqua di colonia dozzinale di Sahid stranamente vicino.
Due forti mani la afferrarono per i fianchi…
Lodovico Ferrari
Sezione A
Accetto il regolamento
Sez. A. Accetto il regolamento
Io l’ho visto il mare di notte
Sono un’acciuga in scatola: i corpi mi schiacciano, mi soffocano, mi spingono.
L’odore acre dei respiri mi fa venire la nausea. Da una fessura nel muro di schiene, guardo.
Scivoliamo nel buio liquido come verso un amico che apre le braccia. Anche Sokol lo credeva, ma qui il mare l’ha tradito e gli ha rubato la vita. Le braccia forti di Evian, invece, hanno raggiunto l’isola, lama conficcata nel nero laggiù.
E’ il vento che irrita le onde, viene da nord e porta nubi che ingoiano il sereno. Insiste e le onde s’arrabbiano. Sempre di più.
Sulla groppa del cavallo impazzito teniamo duro per non cadere.
La barca sale, precipita.
“Nooo” urlano le voci.
L’acqua schiaffeggia le teste.
Vestiti fradici, odore di vomito, urina sulla pelle.
Le fauci spalancate del lupo.
“Mamma!”
Ho paura.
Un uomo non deve aver paura, mai…
Mi vergogno.
Chiudo gli occhi.
Le labbra contro i denti.
Le luci sono un miraggio, stelle palpitanti là dove il mare finisce.
“Buttatevi!..” improvvisa la voce è una frustata “ in acqua, tutti quanti!”
“Non voglio!”
Giù, qualcuno mi spinge, il lupo chiude la bocca…
L’amore per il mare
Il mare, sospinge , per l’eternità;
finché un respiro avrò, lui mi porterà.
Su ali inebriate , trasportare mi farò,
dove confine più non c’è.
Là ,dove il mare è più blu,
proprio in quel punto,
voglio immergermi
a capo in giù.
Rumori non voglio sentire;
solo il fruscio dell’onda, voglio ascoltare.
Voglio sentire lo splash dei pesci che guizzano felici.
Là sarà la mia tomba, là la mia bara.
L’ onda mi sospingerà, dove cielo e mare confine non han.
In quel luogo ameno sognerò di essere felice-
Là, in mezzo al mare,
fine mai ci sarà,
……..per l’eternità.
Sandra Fedeli- sezione B- Accetto il regolamento
Sezione B – Accetto il regolamento
E’ ciò che penso …
E’ ciò che penso …
estasi di un languido respiro
e di un brivido stanco d’amore,
fievole carezze di brezza al vento
e lacrime a bisbigliare
le nenie dell’anima.
Nella mente il coro dei pensieri
lamenta effusi di fremente freschezza,
un tremolio di contorni di memoria,
i sensi dei murmuri sguardi.
Un brusio di lacrime annoia il cuore,
la ragione inganna un languore di pene,
oltre il confine di seriosa follia
un dolce voto d’oblio confonde il tempo.
Lo stupore invaghito d’esiliato perdono
s’aggira importuno tra le fragili griglie,
aleggia nell’afrore suadente di lenta nenia,
nell’essenza decrepita smorente alla meta.
La luce lunare accende le lanterne muschiate,
oltre il muro scrostato dall’alito fiammante
ore insolenti beffano la sorte distratta,
un tracollo d’esilio nella vita brumosa.
E’ ciò che penso …
Sandra Ludovici
SEZIONE A- Accetto il regolamento
LE STORIE DI UN PESCATORE
Mio nonno faceva il pescatore e il suo viso era cotto dal sole e dalla salsedine.
Nelle giornate di maltempo aggiustava le reti. Io mi sedevo accanto a lui e ascoltavo storie fantastiche. Queste erano popolate da giganteschi mostri marini e da navigatori che, senza bussole e senza mappe, affrontavano viaggi pericolosi all’estremo limite del mondo, tra le dense nebbie di mari sconosciuti.
Mi raccontava di naviganti che, con barche strette e veloci, scrutavano il cielo e le stelle; mi parlava di isole misteriose che si trovavano oltre le temute colonne d’Ercole, luogo in cui nessuno ebbe il coraggio di avventurarsi mai.
Ma io, la storia che preferivo era quella che raccontava della battaglia furibonda tra Lucifero e gli angeli che lo disarcionarono dal suo cavallo.
Il diavolo, per la rabbia, lanciò in aria la sua sella che, ricadendo su una collina, creò un avvallamento e un’insenatura di sabbia finissima con un mare cristallino.
Così nacquero, secondo il racconto di mio nonno, il Golfo degli Angeli, la Sella del Diavolo e Cagliari, la città del sole, con il suo cielo solcato dai fenicotteri rosa, gli antichi abitanti dell’isola.
Sonetto d’Amore
Se all’alba il sogno muore,
sorge al tramonto di nuovo,
se un’amicizia è un’illusione,
mi rimane la fitta che provo.
Lascia un cuore battere solo,
se non ha appreso ad amare,
tempo che spiegherà il volo,
liberate piume sopra il mare.
Ché non si muore d’amore,
però si sta male da morire,
resta la traccia di un dolore.
Una ferita non può guarire,
acqua che mantiene il fiore,
desiderato senza far soffrire.
Raffaele Leggerini
Daniela Sias
Sez. B accetto il regolamento
L’UOMO CHE ERI
S’intrecciano i ricordi del passato
con un presente che fa male al cuore
scorre come in un film il bel tempo andato
lasciandomi in un triste languore.
Brillavano le stelle ancor nel cielo
e già innaffiavi i fiori giù in giardino
il mondo avvolto in un nero velo
ed io che agognavo il mio cuscino.
Tre passi sempre avanti dalla mamma
che arrancando ti veniva dietro
tu incitando e lei sempre più stanca
senza riuscire a coprir quel mezzo metro.
Ogni mattina al lavoro andavi
sprezzante della pioggia o dell’arsura
e la sera stanco ritornavi
senza un lamento per la giornata dura.
Ora su quella sedia il tuo destino
ha incatenato tutti i tuoi pensieri
ed io mi struggo standoti vicino
ripensando all’uomo che eri.
Italo Zingoni – Sezione B – Accetto il regolamento-
Voglio portarti a guardare il mare
Si rincorrono in strade assonnate
le note stonate i silenzi i rumori
siamo ormai fuori da questa
inutile estate di piogge e di vento
e mentre ascolto un lamento lontano
sento un vuoto che voglio colmare.
-Svegliati amore-
voglio portarti a guardare il mare
quello che non hai mai visto
e che nessuno mai sa vedere.
Osserva il lento suo andare
si lascia cullare in un dolce destino
non misura del tempo la fretta
le onde si sfanno baciando la riva
una e poi un’altra ed un’altra
sempre libere di andare e tornare
e noi -prigionieri dentro una stiva-
sfidiamo la vita che invece ci sfida.
-Svegliati amore-
in questa sera di calma apparente
anche il mare sorride al buio che avanza
guardalo con gli occhi del cuore
lascialo al sonno di questo notturno
alla luna che una nube leggera
appena nasconde ed il bianco scolora.
In una notte in cui tutto scompare
nell’abisso di un nuovo naufragio
rispettiamo il silenzio e il dolore
-svegliati amore-
voglio portarti a guardare il mare.
Italo Zingoni
Alta marea
Si rivolta il mio mare
schernisce sentimenti
l’alta marea
infrange sugli scogli
l’anima, le emozioni
disperse in naufragio
promesse, speranze
piano piano
un morire dentro.
Sempre t’amerò
nell’azzurro intenso
dell’infinito essere.
La notte e il dì placavi
la passione tua era la mia
la salsedine era zucchero filato.
Dall’alba al tramonto
a dorso nudo
ti venivo incontro
ricamavo sogni
la mano ti porgevo.
Nei silenzi le pupille
si rifugiano
nel tumulto delle acque
si smarriscono.
SEZIONE A
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Lo zio
Il mare ha rapito i suoi vent’anni. La sua nave, una nave di guerra, colpita dal nemico si inabissò nel mare della Grecia.
Era il 1943 ed io non c’ero ancora.
Non so nulla di lui, nessuno in famiglia ne parlava. La paura di risvegliare un dolore, lo teneva sepolto per sempre anche negli abissi dell’anima. Di lui resta solo una foto color seppia; la purezza dello sguardo e una bozza di sorriso sulle labbra hanno fermato per sempre la sua giovane età.
Spesso,guardando con le pulpille fisse in direzione del mare ad est,mi piace pensare che forse ha vissuto altrove la sua vita.
Francesca Santamaria
Sezione B
Accetto il regolamento
L’Onda
Onda che ti infrangi
sullo scoglio che ti accetta,
spumeggiante
lievemente ti culli
nel tuo letto che ti accoglie,
accarezzi quello scoglio,
ti ritiri nel tuo letto e poi lo riavvolgi,
come la seta che fluttua
nell’aura,
come la nuvola
che galleggia nel cielo,
come il sospiro che emetto
ammirandoti mentre il gabbiano
ti sorvola nell’aria.
Francesca Santamaria
Sezione A
Accetto il regolamento
Una bella casa al mare si erigeva davanti ad una spiaggia siciliana con il mare immenso dal colore blu intenso. Si ammirava dal grande terrazzo che sembrava essere un trono la spiaggia color oro e la vista dello stretto di Messina che smorzava il fiato. La notte ammiravo quel panorama bellissimo e superbo, quando le luci delineavano la costa calabrese come un presepe e quando c’era la luna piena sembrava uno spettacolo fantastico. Solevo trascorrere l’estate in quella casa dove l’esteso mare era per me fonte di ispirazione ed un toccasana per stare rilassata e non soffrire il caldo dell’isola. Amavo passeggiare in qualsiasi ora del giorno sul bagnasciuga, mentre il sole rovente mi invitava ad immergermi in quell’acqua fredda per le correnti, che riusciva a rinfrescarmi. Quante sensazioni e quanti bei ricordi. La fine dell’estate era sempre un arrivederci, non sapevo di dire addio a quella casa. La tempesta di una notte con una violenta mareggiata, quando il mare infuriato con forza possente ed impetuosa non lascia scampo anche una casa finiva di esistere insieme alla spaziosa e lunga spiaggia. Non esisteva più nulla il mare aveva fatto il suo bottino.
Sezione B accetto il regolamento
Storie di mare, d’ amore, di terra e di dolore.
Storie vissute, forse sognate e magari mai realizzate.
Giungono in mare, s’ infrangono a riva e poi lentamente una mesta rovina,
fatta d storie vissute a meta’ e di gente ansiosa che mai arrivera’.
Il mare e’ una rocca conserva e detiene tesori nascosti che qualche volta rinviene,
non sempre e non tanto gli importa del dove ma consegna alla voglia di chi lo rivuole.
Il mare e’ tempesta, e’ onda malvagia che poi si ridesta; si posa apparente su un letto rifatto e in un attimo dopo lo si vede disfatto.
L’ osservi con rabbia di chi in fondo sa che il mare e’ una forza che ferma non sta.
Preghiera
Ma se Dio ci ha voluto
fratello e sorella
perché tu mi escludi
se prego in maniera
diversa da te?
Ho anch’io una donna
che a casa mi aspetta,
un figlio, una madre,
un cuore che scoppia
d’amore e di rabbia.
E provo le cose
che provi anche tu
mi piace il tramonto
adoro cantare
e vivere in pace.
Questa mia preghiera
accogli nel cuore
ha altre parole
che non son le tue
ma penetra dentro
cancella il rancore
e rende i diversi
uguali nel bene.
Sez. B
Accetto il regolamento
Antonia Casagrande
Una bottiglia di vetro
Le onde cercano sempre la riva e sanno sempre come trovarla.
Non hanno occhi ma fiuto e tatto che poi è il senso ultimo della luce degli astri dietro i loro balzi.
Sono come la lingua del geco che si scaglia in uno scatto repentino dall’orizzonte immobile su quel volo.
Intanto il cosmo ruota per nuovi stimoli e desideri, a volte zoppicando senza chiedersi cosa ci sia che non funzioni.
Sono chiari e scuri anche col suo cielo di notti di luna piena e stellati.
Quali possono essere i significati?
È il buio per luce, che porta grande quiete.
Il tramonto è un buio versato oltre l’imbuto del tempo.
Un segno che significa parola sciolta da ogni incertezza, verso le dimore sotterranee.
È una maschera che cala con un paio di occhiali scuri, in quell’opaco d’essere trasognati, privi di agganci, con in cielo una nube di un onnipresente temporale.
Soli in una prospettiva di pensieri posti sui gradini a scendere e salire, oppure in immobilità?
La solitudine ha bisogno di sedersi al sole ed essere ombra di mani nella mano di singolarità, dopo una notte all’addiaccio, che innesca e illumina tutto ciò che era già presente.
Ed ecco emergere quelle dimore sotterranee, ora sospese come la tenda di un circo, che un poco ti assomigliano, ti ricordano qualcuno, qualcosa: un acrobata, un domatore, un clown, pianto e buonumore.
E tu sei lì, nei sogni che frangono in ciò che è vasto, lasciando in battima un corpo minuto a scrivere una domanda in mezzo a tanti, non ciò che vede ma ciò che sente, con estranei a ripensare alle stesse cose.
Sono ambasciatori verso un estuario di un viaggio, per scoprire il molto che si è avuto o le frazioni e per raccogliere seminando il suo futuro.
Quel segno o quella parola in una bottiglia di vetro di buon domani.
Sezione A
Accetto il regolamento
Luigi Diego Elena
Broccato bianco
Tempo sotto il vento e una dimora di santi vesperali nelle foglie di memorie ad ogni finestra, sotto l’orizzonte degli attimi vagabondi,
quei muri di cielo a scrivere le parole del pensiero di dolcezza lenta, dove abita il ricordo come innocenza negli appunti abbandonati.
Uno scialle ad infrangersi dietro la porta e le stagioni in verde di gocce e lune di marmo a cercare sul bianco lino un gran sospiro,
broccato bianco che si sposa in oro a parlare della sua voce racchiusa nel palmo della mano, gli occhi e l’acutezza di un sorriso.
L’argine fragile che avvia a liberarsi e l’occhio cieco nell’aria di una parola sola, a sostituire il senso come un passante leggero.
Sbatte, svanisce, come un grido d’acqua dolce nel mare.
Sezione B
accetto il regolamento
Luigi Diego Elena
Solo di te posso scrivere
E’ qui che ti amo,
dove le onde si infrangono,
dove i ricordi corrono sulla scia
delle navi che partono
e ritornano con lo sciabordio dell’onda,
mentre il gabbiano d’argento
vola verso il tramonto.
Il tuo canto nella brezza della sera,
il tuo sorriso come quest’acqua limpida,
i tuoi occhi le prime stelle in cielo.
L’anima mia mai si rassegnerà d’averti perso
Ti amo, come l’onda il mare,
come la spiaggia il sole
e, forse anche tu mi amasti un giorno.
accetto il regolamento, partecipo alla sezione B
emanuel di bella
accetto il regolamento sez. b
La nostalgia
Che brutta carogna la nostalgia
che afferra il cuore e lo stritola via,
lo afferra lo spreme
mandando via
tutta la linfa della vita mia.
Non c’è rimedio all’istante,
ma solo sogni e gran speranze,
forse di rivederla o di baciarla,
ma ormai non ho più forza di cercarla.
Chiudo il mio amore
con un pianto di dolore,
rendendo debole il mio cuore
chiudo gli occhi
e rivedo il mio amore.
Serena Maria Carlucci. Accetto il regolamento, sezione A.
Amico Mare.
Non amo il sudore, vedere la gente in costume, ritrovarmi capelli secchi e aridi, ma quando mi si riempiono i polmoni dell’odore di salsedine, d’improvviso il mio animo si sazia.
Mi lascio trasportare dal rumore delle onde che accarezzano il bagnasciuga, mi lambiscono i piedi e scappano lontano, e come esse anche i miei pensieri corrono via, si confondono, tornano sfiorando la mente, e si allontanano.
I raggi del sole rendono questo quadro perfetto, tutto si trasforma in un paradiso e io sono lì, circondata da quelle meraviglie.
Passano delle ore ed è come se fosse trascorso appena un minuto.
Come è possibile che io abbia odiato, anche per un solo secondo, questo mondo? Come ho mai potuto detestare questa bellezza?
Alla sera, delle lacrime mi rigano il volto, e non riesco a trattenerle. Vogliono riunirsi alle loro amiche onde, tuffarcisi dentro e risanare le ferite. E così, appena posso, corro da lui, dal mio amico Mare. Non mi lascia aprir bocca mai, non ve ne alcun bisogno. Lui parla e io sto meglio.
Accetto il regolamento.
DEL MODO DI PENSARE STORIE
Uno disse che si era straparlato. Io dissi o pensai che nelle cene tra amici si straparla, se no che cena tra amici è. Tutto è stabilire l’ambito entro il quale ciò sia lecito, in un qualche senso, la linea fuori della quale (extra quam) non si deve andare.
Ma uno di noi aveva oltrepassato questa linea, qualunque essa fosse, ricamando intorno ad una storia, mescolandovi altre storie. Ché c’era un tale, che aveva detto sorcio al sorcio, e si era risentito il sorcio, il quale – secondo un’esperienza del narrante – sorcio lo era e come!, con furti di cacio e rosicamenti – nemmeno notturni! – di carte scritte, da ridurle a pezzucci irriconoscibili. E lo aveva a queste imprese malandrine, anzi, malmurine, adescato, e quello s’era fatto adescare… e che questo è l’uso… tra topi rispettabili…
E a quel punto, ch’era fuori della linea lì, nessuno disse ma videro e sentirono tutti che il narratore squittiva, e aveva coda e orecchie e muso e tutto il corpaccino unto di formaggi ed altre untuose cibarie che indubbiamente di notte rosicchia… e i dentaccini sporgenti… e la coda allungata giù per terra, nera nera.
Roma, domenica 14 luglio 1996
EILA
Per Beatrice, sua figlia, che va sposa.
Per Eila era tutto questo avvinto
intorno, che i fianchi dolevano ogni volta
che i tuoi occhi, il tuo sorriso, il tuo passo
mi fermava il gesto e tutte le luci
intorno ammancavano… per Eila, io
così ti chiamavo dormendoti ossa
e piedi… così a svegliarti dal nuvolo
dei forse che mi pispigliava. Sei venuta
poi in una storia di contese tra dei
rozzi che giocavano a prender tutto
o niente e che poi se ne andarono
chi sa dove oltre un nugolo di asteroidi
lasciando lì la loro posta… sola
e ignara del dove e quando… e bastò che
dicessi in quel sonno dove ti dormivo
Eila… e ti avviasti, un poco incerta
verso la zona dei risvegli… io là ero
diffuso tra refoli e luminii alidi
e come lieve pioggia tu calando
fosti alito e… vita… la vita ora
ti rifionda tra i suoi sorsi lontano
da refoli e luminii che vanno
a poco a poco chiudendo le bocche.
Roma, 24 aprile 2010.
Lo stretto di Messina.
Ti ricordo,
in braccio a mio padre.
Cavalloni,
come enormi mostri d’acqua salata
che mi sommergevano
ed io senza via di scampo,
ero il pesce più piccolo e spaventato
dello stretto.
Ma un giorno, sul Ferry-boat,
la paura di te si dissolse,
perché
respirai il vento del tuo movimento
che mi basculava lentamente.
Diventammo amici:
io un bambino e tu il mare
Da allora,svegliandomi di fronte a te,
sospiro ogni giorno,
che sono vivo.
Accetto il regolamento, partecipo sez B Poesia
CONTEST SCADUTO IERI A MEZZANOTTE
GRAZIE PER LA PARTECIPAZIONE
LA GIURIA E’ GIA’ A LAVORO PER DECRETARE I FINALISTI DI QUESTO CONTEST.
VI COMUNICO CHE I FINALISTI SARANNO PUBBLICATI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK https://www.facebook.com/OublietteMagazin
E SUCCESSIVAMENTE I VINCITORI SARANNO PROCLAMATI CON UN ARTICOLO CHE VEDRA’ ANCHE LA PUBBLICAZIONE DELLE OPERE VINCITRICI.
INVITIAMO TUTTI I PARTECIPANTI ALLA LETTURE DELLE OPERE :)
BUONA SERATA
p.s. Vi consigliamo anche di partecipare al nuovissimo Contest “Emma. Alle porte della solitudine” http://oubliettemagazine.com/2015/01/13/contest-letterario-gratuito-di-poesia-e-prosa-emma-alle-porte-della-solitudine/
DEL PENSARE STORIE
Uno disse che si era straparlato. Io dissi o pensai che nelle cene tra amici si straparla, se no che cena tra amici è. Tutto è stabilire l’ambito entro il quale ciò sia lecito, in un qualche senso, la linea fuori (extra > stra) della quale non si deve andare.
Ma uno di noi aveva oltrepassato questa linea, qualunque essa fosse, ricamando intorno ad una storia, e ponendole premesse di altre storie. Ché c’era un tale, che aveva detto sorcio al sorcio, e si era risentito il sorcio, il quale – secondo un’esperienza del narratore – sorcio lo era e come!, con furti di cacio e rosicamenti – nemmeno notturni! – di carte scritte, da ridurle a pezzucci illeggibili. E lo aveva a queste imprese malandrine, anzi, malmurine, adescato, e lui s’era fatto adescare… e che questo è l’uso… tra topi rispettabili…
E a quel punto, ch’era fuori della linea lì, nessuno disse ma videro e sentirono tutti che squittiva, e aveva coda e orecchie e muso e tutto il corpaccino unto di formaggi ed altre untuose cibarie che di notte rosicchia… e i dentaccini sporgenti… e la coda allungata giù per terra, nera nera.
Roma, domenica 14 luglio 1996
Eila
Per Beatrice che va sposa
Per Eila era tutto questo avvinto
intorno, che i fianchi dolevano ogni volta
che i tuoi occhi, il tuo sorriso, il tuo passo
mi fermava il gesto e tutte le luci
intorno ammancavano… per Eila, io
così ti chiamavo dormendoti ossa
e piedi… così a svegliarti dal nuvolo
dei forse che mi pispigliava. Sei venuta
poi in una storia di contese tra dei
rozzi che giocavano a prender tutto
o niente e che poi se ne andarono
chi sa dove oltre un nugolo di asteroidi
lasciando lì la loro posta… sola
e ignara del dove e quando… e bastò che
dicessi in quel sonno dove ti dormivo
Eila… e ti avviasti, un poco incerta
verso la zona dei risvegli… io là ero
diffuso tra refoli e luminii alidi
e come lieve pioggia tu calando
fosti alito e… vita… la vita ora
ti rifionda tra i suoi sorsi lontano
da refoli e luminii che vanno
a poco a poco chiudendo le bocche.
Roma, 24 aprile 2010.
Nico, il concorso Storie di Mare è scaduto il 19 gennaio 2015.
Ti lascio altri contest attivi così che tu possa partecipare, ricordati che le due partecipazioni (sez. A e sez. B) vanno staccate e non inserite assieme come hai fatto in questo contest.
NUOVI CONTEST ATTIVI:
http://oubliettemagazine.com/2015/01/21/contest-letterario-di-poesia-e-prosa-il-romanzo-esistenzialista/
http://oubliettemagazine.com/2015/01/13/contest-letterario-gratuito-di-poesia-e-prosa-emma-alle-porte-della-solitudine/
L’inserimento in Storie di mare io l’ho fatto il giorno diciannove, qualche ora prima della scadenza, la quale era a mezzanotte. Perciò esso va considerato valido. L’altro tentativo d’inserimento è dovuto a un mio errore: volevo solo conservare il bando con inseriti i miei testi, ma quando ho tentato di salvare è partito tutto di nuovo come inserimento al concorso. Perciò esso non va considerato. Comunque grazie.
Domenico Alvino
Ok grazie Domenico, ricordati di firmare con il tuo nome anche sullo spazio apposito nel quale hai scritto: nico1934. Ho visto l’opera a cui ti riferisci e quella è valida :)
Buona serata :)
A breve usciranno i finalisti sulla nostra pagina facebook, che consigliamo di seguire (https://www.facebook.com/OublietteMagazin), ed in seguito i vincitori saranno pubblicati direttamente sul sito nella sezione Concorsi/Letteratura :)
Potete pubblicare questo mio testo su Oubliette? Dovreste farlo un bel po’ prima di S. Valentino (14 febbraio), e poi della festa delle donne (8 marzo). Eccolo:
“Carissimi amici e non amici, conoscenti e sconosciuti,
ecco qui alle porte S. Valentino e, poco oltre, s’apre la meraviglia delle donne, l’8 marzo!
Che cosa regalare alle nostre spose o fidanzate, amiche affettuose, corteggiate o corteggiatrici, oppure alle nostre amanti, e agli stupori ambulanti a cui va la nostra ammirazione e vi resta e vi s’avvolge?
Un gioiello?.. Un vestito?… Delle rose?… Ma a dire la nostra meraviglia non val bene un libro?…
Un bel libro? O diciamo semplicemente il mio libro? Il quale così si nomina e qualifica:
Domenico Alvino, Thauma Donna Domina Domus Prima, Loffredo Editore, Napoli 2014.
Lo si può ordinare in rete (http://www.libreriauniversitaria.it/thauma-donna-domina-domus-prima/libro/9788875646738) e averlo con lo sconto, o prenotarlo, se non l’hanno, nella libreria sotto casa e averlo il giorno successivo.
Che contiene? Tutto sulla donna e per la donna, come si legge in quarta di copertina:
“Ci son momenti dell’apparire miracoloso della donna, i luoghi toccati da tale miracolo, il miracolo stesso che si compie, il polverio luminoso che ne resta. E poi vi sono ritratti di taumaturghe del sogno, e l’ascesa di Eros per loro grazia. Ma vi è anche il potere grande che hanno sul nostro animo, potere che può essere angelico o a volte anche distruttivo, come di furie che erompano dall’inferno, o si può tacere in carni chiuse ad ogni seduzione e stimolo. E di conseguenza vengono cantati addii, ed il vuoto che ne resta col dissolversi del sogno. Il tutto poi viene disciolto in canzoni, che sono di lode o di rimpianto o di melanconie patite, o nostalgie o rassegnata contemplazione. L’ultima canzone viene a dichiarare che inestinguibile e perenne resta in noi uomini il desiderio di correre da lei.”
Sarete ricambiati con carezze e baci.”
Monia Minnucci, sezione b, accetto il regolamento.
Il chiarore caduto
Ha ferito la laringe della terra.
Un quieto crepitare di ombre in fuga
E percezioni di nebbie secolari,
laghi e laghi di oblio in sospensione
trascendono i graffi di queste pareti,
anfratti di cellule e cosmiche contrizioni.
No, non ti seppellirò mai
E mai te ne andrai,
visiti spesso la mia testa,
lampeggi nei ricordi e mi sfiori con i tagli dei sogni.
Hai firmato il fondo vuoto della bottiglia,
troppe incertezze si incendiano all’improvviso,
una voce, un suono, un sorriso, l’abisso…
Ritrovo quel bagaglio di morti senza sepoltura.
Risanare la bellezza alterata,
carezzare i ciuffi dell’acqua
che filtrano di memorie innocenti
e stagnano nel ventre cecchino di una verità scomposta.
Le rievocazioni si decompongono.
Il giglio rinvigorisce con l’andatura del perdono,
la brina nei tuoi occhi idrata il mare di luci
e la vita, con la spada sguainata, mi sormonta.
Monia M.
Monia, il contest è scaduto.
Due giorni fa sono stati proclamati i finalisti.
I vincitori saranno dichiarati fra qualche giorno :)
FINALISTI:
SEZ A
Ines Zanotti con “Il dormiente”
Anna Paola Lacatena con “La divina”
Lodovico Ferrari con “Musica per organi caldi”
Serena Maria Carlucci con “Amico Mare”
Francesca Santamaria con “Una bella casa al mare”
Vittorio Tatti con “Onde del cuore”
Monia Minucci con “Nei miei sogni c’è il mare”
SEZ B
Paola Pittalis con “Ho provato a guardare i tuoi occhi”
Maria Teresa Dotti con “Morendo sempre un poco”
Giuseppe Carta con “Attenzione all’ultima spiaggia”
Valentina Gelsomina con “Ricordi”
Francesca Longobardo con “Nel Mare”
Raffaele Leggerini con “Sonetto d’amore”
Andrea Polo con “Era”
MAX, ANGELO, ANNAMARIA abbiamo controllato le vostre email e sono tutte email recenti e poco affidabili.
Vi converrebbe farvi una vita piuttosto che intasare internet con queste cavolate.
Dunque non risponderò più ai vostri continui commenti.