Contest letterario gratuito di poesia e prosa “Lo stomaco delle farfalle”
“Sai quei giorni in cui niente gira come vorresti? Che guardi da vicino quello che hai intorno e ti sembra così lontano, non tuo, perfino lo specchio ti schiva, sei in un posto in cui devi essere, devi sorridere ed essere accomodante, mentre dentro l’inferno scalcia nervosamente. Oggi era così, domani credo anche.” – “Ad una ballerina”
Regolamento:
1. Il Contest letterario gratuita di prosa e poesia “Lo stomaco delle farfalle” è promosso dalla web-magazine Oubliette Magazine e dall’autore Davide Lisi. Il Contest letterario è riservata ai maggiori di 16 anni.
Il Contest è gratuito. Il tema è libero.
2. Articolato in 2 sezioni:
A. Short Story in 200 parole (un racconto breve avente come limite massimo di partecipazione 200 parole, e come limite minimo 30 parole)
B. Poesia (limite 80 versi)
3. Per la sezione A si partecipa inserendo la propria opera sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con opere edite ed inedite. Per un facile conteggio delle parole consigliamo di scrivere la short story in un documento word e cliccare in alto Revisione, e Conteggio parole in alto a sinistra.
Per la sezione B si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con poesie edite ed inedite.
Le opere senza nome, cognome, e dichiarazione di accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate. Inoltre NON si partecipa via email ma nel modo sopra indicato.
Ogni concorrente può partecipare in entrambe le sezioni e con una sola opera per sezione.
4. Premio:
N° 1 copia della silloge “Lo stomaco delle farfalle”, di Davide Lisi, edito dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni per la collana editoriale “Trasfigurazioni” in collaborazione con Oubliette Magazine.
Saranno premiati i primi due classificati della sezione A, ed i primi due classificati della sezione B.
5. La scadenza per l’invio delle opere, come commento sotto questo stesso bando, è fissata per il 29 dicembre 2014 a mezzanotte.
6. Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:
Alessia Mocci (Dott.ssa in Lettere, redattrice e critico letterario)
Maila Daniela Tritto (Collaboratrice Oubliette e Trasfigurazioni)
Rebecca Mais (Collaboratrice Oubliette)
Cristina Biolcati (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)
Bernadette Amante (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)
Rosario Tomarchio (Scrittore e Collaboratore Oubliette)
Daniela Schirru (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)
7. Il contest non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.
8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.
9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per email: oubliettemagazine@hotmail.it indicando nell’oggetto “Info Contest” (NON si partecipa via email ma direttamente sotto il bando), in alternativa all’email si può comunicare attraverso la pagina fan di Facebook:
https://www.facebook.com/OublietteMagazin
10. È possibile seguire l’andamento del contest ricevendo via email tutte le notifiche con le nuove poesie e racconti brevi partecipanti al Contest Letterario; troverete nella sezione dei commenti la possibilità di farlo facilmente mettendo la spunta in “Avvisami via e-mail”.
11. La partecipazione al Contest implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.
BUONA PARTECIPAZIONE E BUONA LETTURA DELLE OPERE PARTECIPANTI!!!
Tanto il banco vince sempre
Si risvegliò dal torpore dei fallimenti per l’immediato bruciore di stomaco nel buttar giù una sorsata di pessimo whisky.
Era il solstizio, tutti vi vedevano l’inizio dell’estate, ma per lui era solo il germoglio nascosto dell’inverno e del declino.
Il suo pensiero correva allora a Bukoskwi e all’ebrezza per una volata furiosa, con desiderio si immedesimava sulle tribune nel delirio della scommessa sul vincente, nel fragore del pubblico e del galoppo furibondo dei cavalli.
Ma lui non aveva mai scommesso, nemmeno sul piazzato, prigioniero della razionalità e del “tanto il banco vince sempre”.
DATI E DICHIARAZIONE
Stefano Pelleriti
Dichiaro di accettare il regolamento del contest e autorizzo al trattamento dei dati personali, partecipo alla sezione A
Ladro d’anima
Raccoglievo semi rossi di magnolia
nel giardino recintato di braccia
e li disponevo uno dietro l’altro
per ritrovare il sentiero che mi portasse a te.
Presi la coppa di verde veleno
che tu ,con occhi di cielo mi offrivi
e ne bevvi fino all’ultimo sorso.
Una goccia sfuggita dal mento
bruciò sui graffi sanguinanti
che spuntavano come fiori sul petto.
L’ombra discese sui miei capelli
mi fu chiara la fragile vanità del tutto.
Provai a rialzare la testa per essere ancora
conchiglia al profumo di mare
fatta di schiuma e onda di luna
ma i pensieri fuggirono…
Nel silenzio del cuore lo sgomento
dell’ultimo naufragio.
la musica del vento attraversò il dolore.
e io ancora cercavo te, ladro d’anima,
mentre il corpo stanco si piegava
sfinito sotto il peso della neve…
Luciana Esposito Sez B accetto il regolamento
Sezione B
Accetto il regolamento
Rincorrendo alee
Mani
Rincorrevano farfalle
Che con ali
Iridate tingevano
Cieli al tramonto
Ne ho afferrata
Una tra le dita
Ma già ripiegava
Le ali e moriva
Danila Oppio
-Non mi intrappolare-
Non puoi intrappolare
la pioggia tra le mani
lei segue la sua musica
Forte o adagio
danza le sue gocce
piccole punte di gesso
che bucano il suolo
Scroscia un applauso
e s’inchina elegante
specchiandosi in un rivo
Così tu
non mi intrappolare
come la pioggia casco
al centro del mio universo
E piovo
sul ritmo della mia malinconia
accetto il regolamento, partecipo alla sezione B
Gli affacciati tramonti
di Aldo Ardetti
Incontro con i miei affacciati
tramonti di ricordi e segreti
sulla barca appesantita da rotte,
le conchiglie vittime sulla riva
che risacca affoga e insabbia.
Navigo alla ricerca di versi,
una canzone condita di sale
che si nasconde, insinua e fugge
verso lontani profili di vele.
Canzoni partorite rifuggendo
le città difficili d’inverno,
ma sostando nelle strade marine,
alberghi di rugosi pescatori
con forti voci e fiato salmastro
accomodati su rotoli di cime
tra le bitte del rifugio marino,
le case umide asciugate da brezze
di libeccio o grecale carezze.
SEZIONE B – Accetto il regolamento
-accetto il regolamento, partecipo alla sezione B-
UNICO AMORE
Ulula alla notte senza luna
l’ardire d’un pensiero arginato
in recondito angolo d’anima.
Aspetta un cuore innamorato
che faccia breccia nelle pareti
imprigionate da vecchia edera.
Tempeste di nevi e tramontana
gelano mani pieni di sentimenti
agonie di storie non vissute mai.
Fantasmi di stagioni ormai morte
incatenano paure in cuori semplici
muti lemmi, non cercano il sole.
Speranze declinano nella mente
pensiero ormai attende la morte
il suo ardore rimarrà scritto li…
… sei l’unico amore mio!
Come un sogno
Volo leggiadra
tra candidi sentieri di ciliegio in fiore,
tra inebrianti profumi
e stucchevoli essenze.
Volo tra copiosi filari di tralci di succosa vite,
come inespressi desideri.
Vola la mente
tra gocce di mare,
incastonate come piccole gemme,
che odoran di sale,
e freschi aghi di pino,
che destan i miei sensi.
Volano i confusionari pensieri,
come perle di novella rugiada mattutina.
Volo tra le stelle,
che fulgide rischiarano l’oblio
delle mie turbate notti.
Come un sogno ad occhi aperti,
vivo istanti di pura
ed intensa leggerezza.
GRAVINA ISABELLA – PARTECIPO ALLA SEZIONE B – ACCETTO IL REGOLAMENTO
INES ZANOTTI 30 Novembre 2014
FAR POSTO …
Un eco di parole
rimbalza dal passato,
valori che alla prole
mio padre aveva insegnato…
“L’accoglienza, l’ospitalità
son virtù da coltivare”:
La vita educa alla generosità
un’empatia da tramandare!
Sinergia di spazio e cuore,
sintonia fra seggiola e amore…
E’ un piacere far accomodare
di presenza, il vuoto colmare!
Intorno alla tavola, affine ad altare,
festosi commensali voglion saziare
quella fame di pane e vino…
la fede salvifica nel Divino!
Il carisma del “far posto”
nasce in seno alla famiglia:
tenere il segnaposto
per “l’altro” che arriva!
Sezione B – Accetto il regolamento
Domande Straziante
Sai quante anime racconta
Il paradiso tra le porte del cielo?
Sai quanti mostri popolano
L’ ardente, il bruciante inferno?
Sai quante lacrime vestono
Il giorno grigio di bianco inverno?
Sai quanti nomi mancano
All’ appello della festa ?
Sai chi ha fatto la morte
Scura, spietata, dissesta?
Sai perché ti viene
Buttare le chiavi in andata?
Sai perché scrivo ululato
Nelle armi di lutto stancato?
Sai quante madri bestemmiano
Gli anni rimasti in grido addolorato?
E sai, e sai … quanti passi
Misurano la bara di un bambino?
Nessuno sa: né io, né tu, né il vivere
Solo il silenzio scoppiò a ridere
DATI E DICHIARAZIONE
Daniela Marculet
Dichiaro di accettare il regolamento del contest e autorizzo al trattamento dei dati personali, partecipo alla sezione B
Non contro, ma pro.
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Violentemente mi accingo a sorridere.
Violentemente anticipo le avversità.
Violentemente accetto la frenetica e violenta esigenza di pace.
Guardando la realtà, posso solo subirla.
Sezionando i miei turbamenti, perdo di vitalità.
Rovistando nell’idiozia non giungo alla soluzione.
Quanta stupidità deve ancora versare la fonte, prima di colmare la mia irriverente superiorità?
Quante lacrime dovranno versarsi prima che il giallo degli occhi si prosciughi?
Quanta impalpabile malinconia farà desistere il progetto iniziale?
Domani sarà troppo tardi.
Oggi è il giorno giusto.
L’unione è l’unica soluzione.
Le lacrime cambiano sguardo, le orecchie sentono il fruscio dei colori, le mani stringono mani.
Solenne è arrivato il momento di accettare il coraggio,
impone di evacuare le budella dalle paure,
pensieri nuovi scollegati dal passato.
I soldi, la moda, l’ansia, il bianco, il nero e i colori.
Svuotando i significati, mi riconosco davvero.
Assaggiando la carrubba, non divento un maiale.
Odorando il profumo di una rosa, non divento.
Violentemente mi accingo a sorridere.
Giuseppe Carta, accetto il regolamento, sez B
Toccami dentro.
Mentre il margine del silenzio scosta l’ultimo tonfo, mentre
le lune del tempo scacciano l’orlo del cielo
toccami dentro! E dimmi
dove rotolano spenti i miei sogni? Tu
che conti, uno ad uno, non distingui, e li chiami astri
sai? Non hanno nome, Assaggiali!
Sanno di luce propria, come la misura
vivono riflessi nel mare, come un controsenso
è stupida l’avidità delle stelle -sì che lo sai!
Muoiono, spente come i lampioni di giorno, e pallide
d’argento negli occhi, vanitose e nude, identiche a me
misero tratto di pelle, sangue e pelle
stola del mondo, grembo di sole, e inguine di vita.
Luce, vita, e controsenso
dove nascondere le unghie strappate al mondo
sporco e carnale, succube e bendato
bastardo, sordo, profano e divino, l’Essere è il senso!
Nessun dolore oserà abbastanza per dirmi donna, e voi
abbiate cura di osservare d’obliquo il pensiero
qual prospettiva diversa, e da là partite
perché il nero e il bianco siano l’unica verità, la vostra.
La mia
Giusy Carofiglio
Sezione B – Accetto il regolamento
AMORE CHE NON SI CANCELLA
Tacciono le cose che ti vollero qui.
Di silenzio timido la tua faccia si fa
matrice al bordo degli occhi.
Vieni a dire: “amore che non si cancella, come la terra”
e in ogni istante a scavare le mie braccia.
Abbassando le palpebre in fondo alla curva di un gomito,
su una montagna, dopo tante ore e dopo ancora
ripetere: è fatto un tempo, un pezzetto di deserto,
un fiore, un ciglio del nostro letto.
Facciamo l’unità di un corpo?
Un doppio nello specchio
tra la tua e la mia forma opposto al nulla:
la misura prima dell’occhio.
E il mio sul tuo viso come a rompersi quando
la spinta ci unisce: così forte come è
abbattersi contro i muri senza mai infrangerli.
Invece qui, l’amore, da lontano.
Maria Stella Lo Re
Poesia tratte dal volume ‘Come in due’, Arduino Sacco Editore, 2013
Sezine B – Acctto il regolamento
UN ANGELO ALLE SPALLE
Una volta, quando c’era il manicomio, qui, passava un mucchio di gente, tra le muffe delle case, fiancheggiando le mura che da questo punto preciso si chiudono con la quinta porta a sud della città, Porta Romana. E, intorno, i ‘matti’ zigzagavano tra la terra e il cielo, spinti da una forza estranea che li rimbalza-va da uno spazio all’altro. Inermi a oscillare tra le pareti delle cose. Respinti e singhiozzati come corpi in mare, sputati dalla tempesta; intrusi, espulsi dall’Olimpo di Nettuno. Qualcuno ripeteva poche frasi imparate a memoria, sempre quelle, e qualcun altro vagabondava e spintonava per una sigaretta rifiutata. Pericolosi e innocui, errabondi e storditi, smarriti per le strade, senza una direzione precisa, aquiloni volteggianti e pellegrini raminghi, facevano i tuoi stessi passi, erano la tua ombra che si allungava al calare della sera sotto la luce del lampione e della luna. E quando avevi paura e percepivi i loro passi, ti rincuorava avere il loro respiro vicino, impercettibile, che si univa al tuo incalzare di falcate veloci sui lastroni di pietra serena e al tuo affanno. Angeli alle spalle a rassicurarti nel cammino, a dissolvere la loro e la tua prigione.
Maria Stella Lo Re
Short Story tratta dal volume ‘Come in due’, Arduino Sacco Editore, 2013
Sezione B – Accetto il regolamento
Sezione A – Accetto il regolamento
IL CASTELLO SULL’ACQUA
Nelle repubbliche baltiche seguendo le vie dell’ambra tra laghi, foreste, ghiacciai, nei
terreni del cervo e dell’alce, nei cieli delle grandi cicogne, spuntano improvvisamente come macchie di colore acceso le case di legno con i camini accesi. Percorrendo le dolci vallate si sentono i profumi della natura mescolati con quelli del cibo speziato tipico di queste zone.
Rovine medievali gelosamente e fieramente conservate vengono offerte generosamente ai nostri occhi per entrare nella storia e archeologia di questi luoghi.
Qui nell’isola di Trakai in Lituania, si intreccia e concentra forse la storia di tutto il paese.
Lo sguardo viene catturato dall’imponenza del castello in stile gotico con i mattoni rossi che maestoso si staglia nell’azzurro del mare e del cielo: sembra quasi sospeso nell’acqua.
Passato il ponte levatoio e varcato l’immenso portone di legno si entra come per magia in un’altra era…..
Eco di passi sulle scale di legno risuonano fin dentro l’anima e chiudendo gli occhi si sentono le voci, i rumori di un tempo lontano: cortili pieni di soldati con uniformi medievali che lucidano le armi e nitriti di cavalli che scalpitano in attesa nelle stalle.
Girovagando per le stanze abitate un tempo da dame e cavalieri si immaginano saloni imbanditi per feste memorabili dove i fruscii di abiti sontuosi si confondono con le note di balli e musiche che allietavano le orecchie, gli occhi e gli animi dei convenuti.
Le luci soffuse e tremule delle candele rischiaravano mobili di legno massiccio finemente lavorato.
Nel grande camino acceso crepitava la legna del bosco e davanti al fuoco tappeti di lana o di pelli di animali facevano bella mostra di sé tra le poltrone imbottite.
Grandi arazzi sulle pareti con scene di caccia circondano il nostro sguardo e di là nel lungo corridoio rischiarato da torce dorate, delle scale a chiocciola portano nella torre più alta ma,…….. improvvisamente una guida in inglese avvisa i turisti che il giro al castello è terminato e riaprendo bruscamente gli occhi, con rimpianto esco sospirando dal sogno e sorridendo al mio compagno di sempre al mio fianco, usciamo dal castello lentamente e voltandomi indietro per un ultimo sguardo scatto una foto, l’ultima consapevole che ciò che sto inquadrando è già un bellissimo e nostalgico ricordo.
Sezione B – Accetto il regolamento
VOGLIO RESTANTI ACCANTO
La tua presenza ancora mi sconvolge,
mi logora il cuore,
ma voglio restarti accanto, tenerti con me.
Sarai il vento che accarezzerà il mio volto,
l’anima riflessa nello specchio,
i grani immobili nella clessidra del tempo.
Abbraccerai l’aria che respiro
ed io ti sazierò con ogni sospiro.
Il riflesso della luna
rischiara il tuo viso nell’ombra
ed io proverò a parlarti in silenzio,
sillabando il mio dolore,
mentre il mondo si ferma
aspettando un gesto.
Sarò la tua l’ombra e la luce
e vivrò in te per non smarrirti,
mi adagerò sul tuo cuore
per restare con te nello spazio e nel tempo
vagando nel giardino dei sogni.
Gabriella Becherelli
Oltre
Così leggero
e subito
dimenticato
quel volo
lasciò onde
di luce
oltre il confine
dell’ inverno
sez. B accetto il regolamento
Cristina Marras
Poesia
Accetto il regolamento, sezione B
L’onda
Ogni riccio sarà un’onda
che cullerà i tuoi desideri.
Silenziosamente,
mani sapienti si perderanno,
regalando brividi
di ghiaccio iridescente.
Sguardi accoglieranno sguardi,
limpidi, intensi e bagnati di gioia.
Vuoto
E riavvolgo le parole
fili contorti su di me,
osservo il groviglio
attorno al corpo
e assorta mi appiglio
all’ultimo istante
ritratto nella mente,
all’ultimo sorriso
al cuore appeso,
all’ultima carezza
sul viso frusciante.
Nel vuoto interiore
annego il malessere,
dal fittizio clamore
distacco l’essere,
senza parole resta
l’anima mia,
nascosta.
Tania Scavolini
sezione B – accetto il regolamento
Pamela Gotti- sez A. accetto il regolamento.
FARFALLE A CACCIA
E quindi ti sei detto che le cose non stanno in questo modo. Che ogni lasciata è persa. Che per andare e tornare c’è bisogno di un mezzo. E non sai quale.
Scompigli i capelli e imbracci il fucile. Oggi sarà una giornata da ricordare.
Vai a caccia di quelli che ti hanno sempre fatto credere che ci sia un posto dove andare, una casa in cui tornare.
Spari a zero addosso a coloro che continuano a ripetere la solita infantile litania sulla quale prevale un uso improprio degli aggettivi qualificativi.
Così avanzi spedito tra i lastroni di vetro che fanno trasparire il nulla sottostante e non ti accorgi della tua fame. Non riesci a guardarti la pancia e a vedere il tuo pianto. Il volo è solo un ricordo oppure una speranza mozzata.
Soccombi a te stesso e al tuo stomaco e il fucile sbatte contro il cemento e spara. Senza un bersaglio.
Il sogno di Sofia
Sofia si era svegliata con la luna storta anche quella mattina, ma il dovere l’aspettava: il suo posto di lavoro con tutto quello che conteneva, pro e contro, simpatie e antipatie, pettegolezzi, piccole scaramucce e maldicenze. Prima di arrivare a questo scenario un’ora di traffico lento e puntuale come un orologio. Preferiva defilarsi appena arrivata e non buttarsi subito nella mischia dei colleghi, amava ascoltare le notizie alla radio e un po’ di musica, aprire il computer e leggere la posta. Prendersi un caffè in santa pace, prima di tuffarsi nel lavoro e nel marasma. Ogni giorno succedeva qualcosa, bastava mettersi in finestra e aspettare. Una o due ore di attesa e come d’incanto la chiacchiera del giorno arrivava come una mannaia a decapitare il buonumore se lo aveva o viceversa a incrementare il malcontento. Per lo più Sofia sorrideva ed era accomodante, per non farsi sangue amaro preferiva essere serena dentro e fuori. Certo il fuori a volte mascherava il non coinvolgimento, il distacco completo da tutto quello che la circondava.
Era su un altro pianeta e ne doveva scendere spesso a fatica. Avrebbe voluto essere altrove, essere altro, essere in un altro posto.
Tania Scavolini
Sezione A – accetto il regolamento
A MIA FIGLIA
Quando il pensiero del mattino
incomincia a sognare
vengo dolcemente a destare
il tuo sonno per incontrarti
…..e mi innamoro.
L’emozione trasuda sapendo
di incontrare quella meraviglia
del mondo che tanta energia
dà alla mia voglia di vita
…..e mi innamoro di te.
Sensazione di bellezza che
s’accende quando incontro quegli occhi
dal colore del cielo e del mare
che in simbiosi disegnano l’anima mia
…..e mi innamoro di te.
Accarezzar quei capelli biondo castano vorrei
per pettinarli con la dolcezza del mio amore
e adagiarli lentamente come farfalle
sui fiori del mondo che colorano
questo giorno cosi immenso
da consumare con il sorriso
….e mi innamoro di te.
Nasconderò le mie paure e le mie ansie
per regalarti la mia gioia di inventarmi
il mondo che vorrei
il mondo che donarti vorrei per dirti ancora una volta
TI AMO FIGLIA MIA
……e mi innamoro di te.
Ti donerò il sorriso più bello che ho
perché del tuo non posso fare senza
è la mia vita
…….e mi innamoro di te.
Accetto il regolamento sezione B
Annamaria Vernuccio 4/12/2014
E’ lui
Lo ricordo proprio come fosse ieri, e ancora mi chiedo come fosse la nostra vita quando non c’era.
All’inizio proprio non lo volevo… mi sentivo impreparata, inadeguata e pensavo che lui avrebbe limitato la mia libertà, quella vita che scorreva nel suo modo lento ma sicuro .
Mia madre mi diceva sempre: “Pensaci bene”, una volta deciso non si torna indietro, non avrai più tempo per i tuoi manicaretti, le tue sedute al caffè con le amiche, ma mio marito ed io lo volevamo a tutti i costi. Ora che finalmente è qui, mi accorgo che ha veramente cambiato la nostra vita in modo totale.
Tutto gira intorno a lui e basta un piccolo accenno a qualche cosa che non và, che subito entriamo in agitazione e iniziano allora i “Speriamo che passi da solo” oppure ci si attiva a chiedere consigli e pareri che ci possano aiutare.
Al mattino il primo pensiero è: ” Vediamo se ci sono novità” o: “Chissà se ha scaricato bene” ! Non potremmo vivere più senza di lui: il nostro caro, amato e odiato PC!
Accetto il regolamento per la sezione A
Annamaria Vernuccio
NOTTE IMBECILLE
Dietro i vetri di una finestra chiusa
guardo fuori nel buio la pioggia battente.
I miei sensi, espansi all’ennesima potenza,
quasi percepiscono il suono
di ogni singola goccia d’acqua
che cade sui ciottoli del cortile.
Il tuo biglietto, stropicciato tra le mani,
ancora una volta mi ricorda
che ormai non ci sei più.
Più niente delle nostre passeggiate al crepuscolo,
più niente delle nostre serate accanto al camino
a raccontarci le cose del giorno trascorso
Una telefonata nella notte e
tutto è cambiato in un lampo.
Lo stridio dei freni sull’asfalto
e la tua vita, la mia vita, hanno smesso di esistere.
In questa notte imbecille
che senso ha continuare a ricordare ?
Come le gocce di pioggia
che si dissolvono al suolo,
così la mia vita, allo stridio di quei freni.
Accetto il regolamento per la sezione B
Nebbia
Stamattina la nebbia non è il velo magico in cui avvolgi il tuo fantasticare bensì un sudario gelido che ti avvizzisce l’anima. Lui ti ha mollata senza nemmeno una parola: è bastato il selfie di un bacio con un’altra per distruggere un amore che ti riempiva la vita.
I fanali gialli dell’autobus ti affascinano ipnotici come gli occhi di una vipera. Sedotta, fai per scendere dal marciapiede ma una mano ti ferma. Ti volti. Una figura di giovane in abiti che non appartengono al tuo mondo ti sorride. Un ricciolo di labbra esangui in cui leggi la tua medesima sofferenza ma anche rimpianto. Mentre il ragazzo scuote la testa, il tuo cervello si rifiuta di credere ai timpani che sentono un battere di zoccoli sull’asfalto.
Sbatti le palpebre: sei sola sotto la palina della fermata.
Un vorticare di goccioline e appare una cresta di capelli colorati di verde smeraldo. Occhi azzurri si sollevano dallo schermo dello smartphone e ti fissano. «Secondo me, Luca è un imbecille» sentenzia grave una voce che lotta per entrare nell’adolescenza. «Sei mille volte meglio di quella!».
La porta a soffietto ti accoglie con il suo calore. «Posso sedermi accanto a te?».
DATI E DICHIARAZIONE
Marco Bertoli
Dichiaro di accettare il regolamento del contest e autorizzo al trattamento dei dati personali. Partecipo alla sezione A
E’ LA VITA CHE TE LO CHIEDE
Voler chiudere gli occhi
per non rendersi conto
dell’immensità del vuoto che circonda
di quanto sia grande uno spazio piccolo
perché il vuoto che lo riempe lo moltiplica,
costringe in un angolo.
E tu, che non puoi far altro
che prenderti il viso tra le mani e dire
“basta non ce la faccio più!” ,
Non c’è musica che puoi ascoltare
che possa alleviare il dolore che quel vuoto,
che ormai è dentro te,
ti sta imprimendo nell’anima.
Un gesto, un cenno
che non può arrivare perché ormai
è il vuoto che ha preso il sopravvento,
che non l’amore, ma neanche l’affetto
fa muovere chi potrebbe fare qualcosa,
Perché quel che per altri è banalità
per chi conosce il vuoto basterebbe una farfalla
che in un tempo non suo svolazza intorno
a riportare un senso di vita, di speranza, proprio a chi
ormai ha perso tutto e sa di aver perso tutto…
Costretti a tenerli aperti perché…
E’ la vita che te lo chiede
L.B.
LETIZIA BETTI
Dichiaro di accettare il regolamento del contest e autorizzo al trattamento dei dati personali. Partecipo alla sezione B
Mirella Merino 09/12/2014
Titolo: I Verbi della mia Vita
Fin da piccola, c’è stato sempre qualcuno che voleva insegnarmi cosa significasse la vita e in quali modi dovevo viverla. Eppure, ho sempre visto la mia vita con lo sguardo fantastico di quando ero bambina e ho racchiuso il suo meraviglioso significato nelle parole ridere, scherzare, giocare, saltare, correre, amare, sognare, colorare, cantare, disegnare, scrivere, prendere per mano e fare un tratto di cammino insieme.
Il tutto ascoltando semplicemente la voce del mio cuore.
Ho liberato così la mente dagli schemi limitanti dell’apparire e ho scelto semplicemente di essere.
Tutti i verbi che ho descritto, racchiudono per me il vero significato della parola: VITA.
Perché limitarsi a usarne altri, se tutto questo è semplicemente perfetto?
Autrice: Mirella Merino
Dichiaro che l’opera presentata è frutto esclusivo del mio ingegno e inedita. Accetto il regolamento del contest e autorizzo al trattamento dei dati personali. Partecipo alla sezione A
Mirella Merino 09/12/2014
Titolo: Non posso innamorarmi di Te
Non posso innamorarmi di Te,
ho chiuso il cuore all’amore degli uomini.
Non voglio soffrire più,
per colpa del loro egoismo
e non guardare nel profondo della mia anima,
troveresti solo tanto dolore.
Sai cogliere, ogni sfumatura
nei miei cambiamenti d’umore.
Sai farmi ridere e incazzare.
Sai accettarmi per quella che sono,
per i miei sogni e per il mio modo di essere.
A volte bambina, ragazzina, amante, sorella e madre
E lo fai, semplicemente, perché hai compreso…
che in tutto questo, so essere Donna.
Conosci il mio segreto.
Quello che tanti uomini hanno sempre disprezzato…
E per questo non posso innamorarmi di te.
Autrice: Mirella Merino
Dichiaro che l’opera presentata è frutto esclusivo del mio ingegno e inedita. Accetto il regolamento del contest e autorizzo al trattamento dei dati personali. Partecipo alla sezione B
Accetto il regolamento, partecipo alla sezione A
Povero bimbo
Alberto era un padre di famiglia. Lavorava dalla mattina alla sera con una sola ora di pausa pranzo. Sua moglie, Mimì, stava in casa. Avevano “3 figli”, Igor, Luisa ed il loro gatto Miscia Ma la mattina del 24 dicembre, Alberto non andò a lavoro. Quella mattina Alberto decise di terminare la sua vita in modo prematuro. Si tagliò le vene.
Partecipo alla sezione B (poesia) con “Nuvole basse”
accetto il regolamento
Nuvole basse
Sul prato
ancora delle nuvole basse.
L’oste non guarda,
la moglie non ha le braccia.
Arrivano le nuvole
e portano via
sempre tutto.
Le nuvole
e gli arti umani.
Nuvole basse.
Luisa Candolfi, accetto il regolamento, partecipo alla sezione B (poesia)
Luce
Eravam in tre
io, te e me
Un’altra sfera
Un’altra metafora
Eravam in tre
io, te e me
Una luce
sfiora le labbra
non le mie,
non le tue.
Luisa Candolfi, partecipo alla sezione A ed accetto il regolamento del contest
Rovine
Luisa stava afferrando il coltello sopra il tavolo della cucina, quando ad un tratto, Ludovico entrò nella stanza. La tragedia fu immane. Ludovico vide tutto quel sangue. Luisa ne era stracolma. Per un attimo pensò che Luisa si fosse tagliata, ma poi la verità fu più tagliente di quel coltello. Aveva perso moglie e figlia in una solo colpo.
Matteo Metta, accetto il regolamento, partecipo alla sezione B
Poesia
Per me la poesia
è.
Per te la poesia,
cos’è?
Cosa siamo?
Parole?
Atomi?
Sangue.
Poesia.
Partecipo alla sezione A, accetto il regolamento
Torto
Lui era biondo con gli occhi scuri. Lei era bionda con gli occhi verdi. Non avevano in programma una vita assieme, ma qualcosa stava per cambiare. Loro si stavano per conoscere. Un torto accellerò il destino portandoli entrambi a chiedere lo stesso taxi.
Immortalità
Amore,
strano sentimento
dalle mille sfaccettature.
Si ama un genitore
un fratello
un compagno
un amico.
Si ama il mondo,
la vita.
Poi prendi un figlio tra le braccia
e capisci che l’amore non è quello.
Riduttivo,
quasi offensivo
chiamare amore
un sentimento che non può avere un nome.
Perché un figlio
è scrigno magico,
contenitore del senso della vita
e custode del filo segreto
dell’immortalità.
Accetto il regolamento per la sezione B
Partecipo alla sezione A e accetto il vostro regolamento.
Momento
Si lasciò accarezzare il capo come un gatto. Le mie dita venivano catturate e intrappolate da quei ricci imperfetti color sabbia. Non desiderai essere in nessun altro luogo, era perfetto così quel momento e avrei dato tutto ciò che possedevo per fermare il tempo. Se avessi potuto lo avrei trasformato in eternità.
Improvvisamente non mi importò più del freddo, ero calda, piena, sazia e per la prima volta conobbi la perfezione. Era li, proprio accanto a me con la testa sulla mia spalla e le braccia che mi cingevano la vita. Avrei voluto avere mille braccia per avvolgere quel corpo, gli avrei voluto toccare l’anima e tenerla stretta a me.
Lo strinsi. Mi strinse.
Luca Argiolas accetta il regolamento e partecipa alla sezione B
Mosche
In un’epoca senza freno
insetti a tutto spiano.
L’uomo,
vorace essere migratore,
non stabilì mai
le origini delle mosche.
Celebrano il mese
a loro devoto
e si rilassano
dentro il futuro.
Luca Argiolas partecipa alla sezione A, accettando il regolamento
Paure
Zitti tutti!
Sta entrando il Signor Capo.
Che dobbiamo dire?!
Nulla! il lutto è stato pochi giorni fa. Stiamo in silenzio.
– entra il Signor Capo –
Buona giornata, mi dispiace molto per ciò che accradrà ma non ho altre soluzioni. Addio.
– il Signor capo si spara –
Ed ora che facciamo?
Niente, aspettiamo.
Sono Marco Pettilo, lieto di partecipare al contest nella sezione B, accetto il regolamento.
Albero
Allegro,
Ludico,
Beato,
Elegante,
Ruvido,
Oleandro,
l’albero da me amato.
Marco Pettilo, partecipo alla sezione A, accetto il regolamento
Vento
In inverno sono solito comprare un regalo propiziatorio per la casa, niente di che ovviamente ma qualcosa di molto semplice. Mi piace prendere ogni inverno un nuovo tappetto. Io amo i tappetti e la mia casa ne è piena. Penso che prima o poi in una giornata di vento possano viaggiare con me, portarmi in posti remoti.
Sezione A
Il lungo viaggio
Allaccio le mie scarpe
e volo via
in questa notte
che non conosce tregua,
veloce senza mai
voltarmi indietro
a rivedere tutta la mia storia.
Pensieri che s’intrecciano nel buio,
cavalli a dondolo
lasciati su in soffitta,
abbracci che avrei voluto darti,
carezze che sanno di miseria.
Arrivo
presso un porto sconosciuto,
m’infilo su un piroscafo malmesso
vendendo amore
per non pagar la tratta e,
mentre approdo
su sabbie bianche
e frastagliate onde.
felice mi dimentico del mondo.
Ho vinto la mia guerra
col passato,
adesso il mio futuro
è dentro me.
Accetto il regolamento
Fuga
Lasciavo che si consumasse dentro
l’urgenza di vivere
oppressa da un morbido soffocamento
da un disamore sotterraneo
in cerca di una piccola pace
una pace senza pretese
ho imboccato l’unica via di fuga
con un bagaglio leggero.
È una via parallela
dalle nette geometrie
la luce arriva stemperata
e si disperdono le parole.
Dove vado non m’aspettano
Forse non troverò nessuno
Finora ho corso
ora mi fermo
e non guardo indietro.
Ora non serve pensare.
Sul taccuino vuoto
non aggiungerò più nulla.
Sezione B- Accetto il regolamento
Sirena
Le ho ingenuamente offerto
le braccia, le gambe e il collo.
Adesso si nutre avida
rubando sangue e linfa.
Estirpa cuore e anima,
ma non occhi
che adesso vedono
cosa si cela
sotto il pelo dell’acqua
di questa dolce sirena,
non orecchie,
non più offuscate
da quel canto ammaliatore,
che adesso ascoltano questo lento stillare.
Sangue per veleno
che paralizza la lingua,
via via ogni muscolo
e ogni residuo volere.
É Il baratto iniquo,
una lenta agonia.
Stefano Pelleriti
Dichiaro di accettare il regolamento del contest e autorizzo al trattamento dei dati personali, partecipo alla sezione B
Di lavanda e di ricordi
Ti riporterò,
nell’immensità del campo
ove soffia il vento
e fragrante l’aria
profuma di lavanda.
Ne faremo mazzetti,
tutti uguali.
Uno o forse due fili
li riporremo tra le
ruvide pieghe di un libro.
Dimenticati.
E quando il tempo
avrà scavato solchi
sulle nostre mani raggrinzite
e avrà ingiallito
le polverose pagine,
insieme noi le riapriremo.
E allora, ci sembrerà di
respirare ancora
la nostalgia di un profumo,
che dolce riempiva i nostri petti.
E saremo di nuovo li,
distesi, sulla violacea landa
dei nostri ricordi.
(Edita nella silloge “Le stanze vuote” Antonella Iuliano – David and Matthaus edizioni)
DATI E DICHIARAZIONE
Antonella Iuliano
Dichiaro di accettare il regolamento del contest e autorizzo al trattamento dei dati personali, partecipo alla sezione B
VIA DI QUI,
Il palazzo è veramente bello. Entro attraverso l’immenso portone. Corridoi. Un brusio. L’aula a semicerchio è grandissima. Quanta bella gente! Uomini in giacca e cravatta e donne elegantissime e profumate. Ieri avevo passato la giornata nei quartieri popolari dove la gente passava il tempo bevendo birra, ruttando, puzzando di sudore e cercando di catturarmi. Il suono di una campanella fende l’aria. Mi godo l’ambiente.
Improvvisamente il brusio si trasforma in rumore e poi in frastuono. Una parte della bella gente muove dei fogli stampati. Altri agitano i pugni verso di loro. Insulti e parolacce volano nel grande ambiente. Lo chiamano “parlamento” ma qui non si parla, si grida. Campanella ancora più forte. L’aula si svuota. Sono perplessa.
Esco dalla grande stanza ormai vuota. Corridoi. Passo di fronte al bar. Davanti a un ricco aperitivo alcuni rappresentanti della bella gente, che poco prima stavano per venire alle mani, ridono amichevolmente.
Forse il mio piccolo cervello da farfalla non è in grado di capire. Volo fuori da una finestra aperta.
Penso che tornerò tra i bevitori di birra sudati.
Accetto il regolamento
Sezione A
Lodovico Ferrari
Vincent
Conosceva solo girasoli
e immensi campi di grano
ma seppe renderli immortali.
Girasoli gambi lunghi come gru
e infinite corolle giallo arancio
a rincorrere il sole.
Patrizia Benetti sez B
Accetto il regolamento.
“Speravo che il Tempo
riuscisse a cancellare
la magia che avvolge il Sogno
intriso di inebriante Poesia
ed inafferrabile Melodia,
invece
ho ripreso a vivere d’inchiostro
che sfiora la carta
nutrendosi di emozioni
e tormenti
nell’illusoria speranza
che versi e pensieri
rendano tangibile
l’essenza dell’Anima,
distante.
Tutto vive intorno a me
in un incalzante divenire
perdendosi tra gli attimi che fuggono
e mi abbandonano..
Vivo nell’immobilità
del sospirato Sogno
naufragando ancora
tra le acque impetuose
dell’agognato tormento
ed il mio Cuore,
non pago,
respirerà ancora
Profumo di Sogno,
Profumo d’Amore,
Profumo di Te.”
Filomena Innone
Sezione B – Accetto il regolamento
Smarrito
Incertezza,insicurezza: è questo quello che io provo
cerco me stesso, lo cerco dentro, ma purtroppo non lo trovo.
La vita, non so, può assumere un significato
errato, corretto, giusto o sbagliato?
Ma che senso ha porsi tutte queste domande
che ogni giorno, ogni notte, mi mandano in panne.
Fidarsi di un altro, del prossimo, di una persona
non ne ho più voglia, preferisco restar una persona sola.
Basta domande, basta dubbi e punti interrogativi:
che esistenza sarebbe? Non saremmo più vivi.
Riccardo Anedda
Sezione B
Accetto il regolamento
Sezione ‘B’
“accetto il Regolamento”
IL PRIMO MIRACOLO
“Ma dobbiamo camminare ancora molto?”
disse la bambina al suo papá, rivolto
con il viso in alto, sorridente
verso una stella fulgida e splendente…
“Stai tranquilla, bimba mia adorata..
dobbiamo far questa passeggiata
per fare visita a una famiglia speciale”.
“Ma proprio oggi che è il giorno di Natale ?”
esclamò la piccola agitando le sue mani…
“Non potevamo andarci piú tardi… oppur domani?
“No mia cara”, rispose il suo papá…
“dobbiamo arrivare fino lá
dove vedi, luminosa e bella,
splendente su nel cielo quella stella !”
Dopo tanto e tanto camminare
si fermarono un pò per riposare;
ma ad un tratto la bimba cadde giù,
in terra… e al suo papá non rispondeva più…
Allor la prese in braccio e con spavento
cominció a correr come il vento
perché la sua piccin voleva salvare
portandola di fretta in ospedale.
Ma ad un tratto quell’unica strada
davanti agli occhi suoi si biforcava…
a sinistra c’era la via per l’ospedale;
ma sulla destra, quella luce speciale,
quella luce cosí bella e luminosa
che faceva brillar proprio ogni cosa!
Il papá, timoroso e incerto, guardò a sinistra
poi guardó la stella e si diresse a destra
guidato dal baglior della stellina
ma non capiva perché per la piccina
avesse preso decisione tale
da non andar diretto all’ospedale!
Lui non lo sapeva, ma un angel del Signore,
l’aveva indirizzato col suo cuore
verso quella luce fervida e splendente
che risplendeva in alto, sí lucente !
L’uomo era stanco, aveva male a un piede,
però non perdeva mai la fede
di salvar la sua adorata pargoletta
e dolorante camminava in fretta,
mentre gli teneva la sua mano.
Improvvisamente, vide da lontano
una grotta, con dentro un Bambinello
in un giaciglio di paglia ; un asinello
e un bue, dietro di lui, per riscaldarlo,
e i suoi genitori accanto, ad accudirlo.
Il papá, esausto, posò la sua fanciulla
accanto al giaciglio, vicino a quella culla ;
il Bambinello la guardò… ed un sorriso
uscì delicato dal suo viso.
E cosí la bimba, improvvisamente
cominciò a risvegliarsi, dolcemente…
Era la notte di Natale.
Era nato un Bambino speciale.
Quel papá ringraziò Dio, con lo sguardo volto in su.
Non lo sapeva… ma era il primo miracolo di Gesù.
Nicoletta Ceci
Sezione B
Accetto il regolamento e il trattamento dei dati
Vocali ruggenti
“Appendo l’ardore dei baci tuoi nel cielo che disegna soavi rosse lanterne
e lascio che sia il vento a portarti quel suono di fuoco
e di velluto che i tuoi passi fanno per arrivare al mio corpo
aperto, vinto, liquido
preso nell’attimo perfetto che sa di spuma e seme
Fiore che sul tuo vulcano esplode di bramoso miele e di dardi accesi
senza fine
rincorrendo il bacio dei venti
Da te e in te respirare stelle e poi sabbia e ancora vocali ruggenti
nel deserto dei mille e una notte piaceri
Sussurrando i nostri amorosi gemiti
Parola di pelle
Che arriva al mare di dentro
e vive”
Sezione B: Poesia. Accetto il regolamento
E’ inverno
E’ inverno, sui tetti,
sui rami, nel mio cuore.
Scende la neve, biancastra;
fili di pioggia addormentano
l’aria, uccisa dalla malinconia.
Il freddo taglia la notte,
dove giaccio sveglio
a guardare un fiore ancora vivo.
E’ inverno, senza tempo,
infinito tempo, senza calore;
è inverno, un pallore leggero
urla parole nel vento.
Lucia Mancosa, accetto il regolamento, partecipo alla sezione B
Vichinghi
Noi,
esuli, marinai
antichi.
Noi,
vittoriosi conquistatori.
L’America
era vicina,
la riva mai scontata.
Onde su noi,
marinai islandesi.
Onde sulle nostre barche,
possenti e impareggiabili.
Noi, esuli
popolammo nuove terre.
Lucia Mancosa, partecipo alla sezione A, accetto il regolamento
Isole
Ci sono isole ancora nascoste all’uomo. Centinai di animali popolano queste terre dimenticate. Ci sono testi che raccontano di civiltà perdute, e di isole nelle quali la vita continua senza aver ricordo alcuno dell’uomo. Una notte, tanta la mia voglia di conoscere, ebbi la possibilità di trascendere il tempo per visitare una di queste isole.
Decisi di vivere in questo ambiente, decisi di non tornare mai.
M. Jole Serreli
Sezione B
Accetto il regolamento e il trattamento dei dati.
CI SONO ANGELI
Ci sono angeli
Spezzati;
Ci sono angeli che non amano,
Ci sono angeli schiacciati, oppressi e sporchi;
Ci sono angeli violati …
Trucidati!
Ci sono angeli che non puoi non amare,
Ci sono angeli che non puoi non cercare,
Ma ci sono angeli da odiare … disprezzare e violentare!
Ci sono attimi infiniti di angeli leggeri!
E di lunghe morti rumorose.
Ci sono angeli nell’acqua, li vedi?
Si fanno cullare!
Immobili di morte;
Angeli senza casa e senza colpe.
Angeli maledetti di troppe voglie d’infinito!
Angeli d’acqua,
Ora!
La casa d’oceano
riposano in pace!
Ci sono angeli che puoi solo aspettare!
(8 ottobre 2014)
Manuela Piga.
Accetto il seguente regolamento e partecipo alla sezione B, poesia.
Grazie e buon lavoro alla giuria.
Farfalle
Avevo.
Avevi.
Le ali vicine,
colorate,
vivaci.
Tre giorni
e la morte.
Avevo
una farfalla bianca,
tu invece una nera.
Il bene ed il male
in un’emozione forte.
LA LUCE
La luce dell’amore
Che irradia
Il volto di una donna
È assai
Più rispendente
Del chiarore
Che si affacciò
Sulla terra
Il giorno
Della creazione.
Gianfranco Proietti,accetto il regolamento e il trattamento dei dati,Sezione B
Partecipo alla sezione B, accetto il regolamento.
Inverno
Sempre,
solingo
e teatro,
osservo
la stagione bianca.
L’inverno e le sue vette,
il Sole
che scompare.
Le tenebre
ci allungano
la mano.
“Prendila, prendila”
urla la Luna.
Ed il viandante
in inverno
pensa.
NOTA..Nota dolente
Ho frequentato prima e seconda elementare dalle moniche, prima del finire del secondo anno, una suora (madre?) mi ruppe il mio astuccio di legno a due livelli, traslava dabbasso e potevi mettere matite colori e altro in due piani; all’epoca credo si trattasse di una primizia di accessori scolastici. Mio padre era operaio, mia madre casalinga, credente, religiosa, non so se aveva finito la seconda ele
mentare, di sicuro l’aveva frequentata, all’epoca aveva ventisette anni, mi tolse dalle suore e finii le elementari al convitto.Quando sento dire i pregi delle scuole gestite dalla chiesa, mi torna prepotente questo ricordo, e soprattutto ricordo che il maestro che sostituì le moniche fu così bravo che ancora ricordo i suoi sistemi d’insegnare le materie, ancora oggi posso enunciare le provincie delle regioni in ordine alfabetico. Quello che non ho detto è che sicuramente quell’astuccio doppio ai miei genitori costò grandi sacrifici, ma la suora non aveva figli e certe cose non le capiva…Ah! dimenticavo, l’astuccio me lo ruppe sulla testa.
Gianfranco Proietti,accetto il regolamento e il trattamento dei dati,Sezione A
Mattia Biagi, partecipo alla sezione A, prosa.
Accetto il regolamento.
Palazzo
C’era in quel paesotto siculo un bel palazzo che si ergeva sopra il colle. Era la dimora del signorotto paesano, un nobile decaduto con un possedimento terriero abbastanza proficuo. Una sera, il signorotto girava nelle sue terre con il suo cavallo e caddé per un colpo di fucile. Il suo cavallo era stato ferito, ed egli vagava solo al buio.
Nel palazzo, a tarda ora, fu dato l’allarme. Il signorotto fu ritrovato senza il cavallo con un colpo di fucile sul petto.
Fabian Von der Nebel
Sezione B – poesia
Accetto il regolamento
– Anegada Passage –
I giochi serali
ed il condividere l’anima riarsa
dopo ore di sole e sabbia.
Il rumore del mare
continuo come una cascata.
Ed il ridere nello scoprirsi così piccoli,
girandosi d’ intorno e vedendo solo blu.
Godersi la tua vicinanza
non potendo fare null’altro,
se non desiderare d’essere noi due soli
ogni minuto di più.
Assaggiare la tua pelle con la punta della lingua.
Ogni giorno più salata, ogni ora più scura.
Dov’e’ casa ?
Qui. O dove ti dovrò condividere
con 100 impegni e persone ?
Forse una sera a settimana,forse.
Forse non saremo più noi, forse.
Dopodomani.
A volte il Paradiso
ti si svela d’improvviso,
e lascia la gola secca.
Fotografie sovraesposte,
ed infinita nostalgia.
“Dopodomani”,
pronuncio tra me e me.
Dopodomani,
non sarà più lo stesso.
Nunzio Industria, sezione B (poesia), accettazione integrale del bando di concorso
ANIME
Vagano,
uccelli senza nido.
Bolle di vuoto.
Ali,
intinte di piacere
sbiadiscono al mattino.
Implorano chimere,
sognando stelle
miele d’api e farfalle in danza.
Lucciole spente, all’alba.
Rita Romano – sez.B Accetto il regolamento
Ero la, e non sapevo.
Non sapevo fosse la fine del mondo.
Sapevo solo che ero arrivata
chissà come
chissà con chi.
Non ero io,
ma una maschera di me stessa.
Ti ho sentito attraversarmi da parte a parte,
come freccia.
Ti ho trovato nell’angolo remoto della mia anima
e tutto ha avuto senso
per un attimo
anche perdersi,
nell’infinito abbraccio di una spiaggia,
di un mare,
che non mi appartiene.
Puoi essere feroce animale o farfalla
mangiare in un piatto o in una stalla
ogni cosa che entra poi si trasforma
e dall’odore se ne dimentica la forma!
La differenza tra la mia a la tua cacca
non sta nel profumo o nella puzza
profumata può farla anche la vacca
è la quantità che l’odore rintuzza!
Silvia Sly Borghi
Dichiaro di accettare il regolamento
grazia Elettra Cormaci. 27/12/2014 partecipo sezione “A” . accetto il regolamento.
Pensando a te.
Non posso darti soluzioni per tutti i problemi della vita. Non ho una risposta ai tuoi dubbi o timori. Ma io ci sono e posso condividere con te.
Non riesco a cambiare il tuo passato o il futuro, ma quando hai bisogno sai che ti sarò accanto. Non riesco a evitare di farti cadere, posso solo offrirti la mia mano di supporto per farti rialzare. Le tue gioie, i tuoi trionfi, e successi, come le tue delusioni, paure, non sono mie ma il mio cuore gioisce quando ti vede felice. Non giudico le decisioni che prendi nella vita, mi limito a sostenerti e incoraggiarti se me lo chiedi. Non c’è possibile tracciare confini in cui operiamo, ma ti offro uno spazio necessario per crescere. Non posso evitare la tua sofferenza quando viene, mi dispiace e mi si spezza il cuore, ma posso piangere con te e raccogliere le tue lacrime in un vaso e amalgamarle con il mare. Non posso dirti come sei e come devi essere, ma dirti che ti voglio bene … sì. Io sarò sempre con te. Non ti abbandonerò. In questi giorni ho pensato a te e guardando tra i ricordi, sei tra i miei più cari. Dormi sereno, emanando vibrazioni d’amore. Sapere che siamo qui di passaggio, miglioriamo la nostra esistenza. Godiamoci ciò che la vita ci offre. Ascoltiamo la voce del cuore. Crediamo nella vita e negli altri e così a poco a poco, ogni cosa acquisterà più valore, un colore, un profumo migliore.
Grazie di essere con me … grazie di esistere.
Anno 1971
Spiratos Katapotis
SEI DITA, BLUES
Uomo con sei dita, costretto a giocare
a pari e dispari. È difficile gabbarla,
colpo su colpo, la vita e la puglia è persa.
Non so se il sigillo fosse il settimo,
era domenica, settimo giorno, di sicuro.
E tu, con lucida armonia delle armi
ormai scariche, eri all’ultima fiammata.
Ultima cartuccia, silenzioso colpo in canna.
No, niente sciabola, se non nel cuore,
nella schiena a pezzi, nel ventre ricucito.
No, niente criniere, agitate e odorose,
di cavalli e zoccoli. A parte un lungo fiato
di lucida paura, sibilo di non ritorno,
nelle orecchie. Brividi di freddo al rasoio.
Sono io tradito, forse avrai detto,
da una vita neppure bagascia, ma ladra
delle ore che chiamano il tramonto.
Allora? Scelta minima, piatto del giorno,
menu fisso. Quindi, nastrini sul petto,
ordine, branda rifatta. Non c’era altro verso.
Era come guardare l’orizzonte in un culo
di bottiglia nera. Il sole porco d’agosto
gridava d’Indocina e di vuoti a perdere.
E Barbara sotto la pioggia, su Brest? Già.
Ognuno ha la sua Barbara a Brest,
sotto la pioggia. Già. Come i seni che gemmano
e la luna che s’incendia. Pensieri buoni, forse,
ma non abbastanza. Eppoi, così lontani,
praticamente figli del tutto smemorati.
Il piombo rovente precipita nel mare,
sempre, cesura netta, tropicale.
Ho già conosciuto un uomo con sei dita,
all’Isola di Wight, molto prima del rock.
Lui giocava con una slot machine,
ma non ha vinto un penny, quelli di rame.
Ne servivano dodici per fare uno scellino.
Era un blues, armonica intorno al Sol.
Odore di pioggia, torba, sale e fango, lento.
Il cielo della Manica si sfogava nei tre fiumi,
che pompavano grigio inglese sulle sogliole.
Sono certo che ci sei stato e che sai, lì, com’è.
Se ora avessi modo di ricordare, ti prego,
non farlo con rabbia. E non chiedere scusa.
Accetto il regolamento e acconsento al trattamento dei mie dati
Valerio Nasetti – Sezione A – Accetto il regolamento
LO SPECCHIO
La prima volta ti ho visto riflessa nello specchio.
Mi hai sorriso, preso in giro. Hai detto tutto quello che non ti piaceva di me. Non per umiliarmi. Ma per farmi capire quanto potessi valere di più.
Mi sono lasciato cadere tra le tue braccia. Sono entrato nello specchio, ti sei presa cura di me.
Protetto e non per questo fragile. Anzi giorno dopo giorno mi hai reso più forte e, perché no, pure più bello.
Ma il tuo cuore apparteneva ad un altro. Quello non potevi concedermelo.
Proprio quando sei entrata nel mio, ti sei spaventata. Mi hai allontanato e sono tornato dall’altra parte.
Ma sei sempre lì, davanti lo specchio.
Ti vedo.
Mi immergo nei tuoi occhi e ne traggo forza. Immagino di sentire il tuo profumo, la tua pelle vellutata.
Tiro un sasso. Uno, due, tre volte. Ma lo specchio resta intatto. Sei lì ora, ma non posso toccarti.
Ti vedo ancora.
A volte più vicina, altre più lontana, non importa: so che ci sei.
Chiudo gli occhi. Sorrido, forse mi prendo in giro. Lo specchio non c’è più e posso tornare finalmente a riabbracciarti.
Paolo Bau’ Sezione A Accetto il regolamento
questa mia poesia parla della malattia dell’alzheimer
IL MURO
Lei si è nascosta, si è solo nascosta
io la scorgo ogni tanto apparire
dietro la soglia dei suoi occhi chiari,
sporgersi un po’ da quel muro
a dirmi qualcosa che non sento
Lei si è nascosta, si è solo nascosta
dietro un muro troppo alto
dov’è tornata bambina ,
dove non ha piu’ il suo passato
e il futuro non ha piu’ il suo prima
Lei si è nascosta, si è solo nascosta
in un posto dove i gesti
sanno sempre piu’ di ingenuita’,
dove gli sguardi sono fumi
che respirano solitudine ,
dove le parole
sanno sempre piu’ di silenzio
scusami
se non riesco a rompere le catene
per superare io quel muro
e venire io nel tuo mondo,
per togliere quel fumo
per parlarti ancora davvero
per sentirci ancora una volta il cuore
Scusami
se non riesco a spezzare le catene
se non riesco a venire
se non mi riesco a superare,
ma è un dialogo tra muti
è uno sguardo tra ciechi
io e te
un figlio diventato uomo
e una madre tornata bambina
mano nella mano
al di la’ di quel maledetto muro
a cercare il tempo di prima.
Paolo Bau’
Sezione B
Accetto regolamento
Paese
Sei sempre lì
Sulla collina vicino
Al mare.
Di bello hai il borgo,
la cattedrale
Ie cui campane
Scandiscono i giorni di festa
E monotone riempiono
certi pomeriggi
D’inverno.
Sei sempre lì
In una immobilità
Eterna,
hai catturato la mia
Giovinezza,
Hai ucciso le mie speranze.
Di bello e di sano hai il mare,
la campagna con la sua
Terra rossa, terra di pianto,
Con la sua macchia profumata.
Ritorno a vederti solo
Per ricordarmi chi sono.
Natale per tutti
Gente distratta
dalle vetrine
nemmeno il tempo
di regalarti
una canzone.
Cammini assorto
nei tuoi pensieri
con nostalgia
ritorni all’ieri
quando parlavi
con il tuo cane
fedele amico
che un fato avverso
con sé ha portato.
Ti guardi intorno
trovi soltanto
l’indifferenza
in questa festa
in cui si parla
di accoglienza.
Ma il Natale
sorge per tutti
giovani e vecchi
poveri e ricchi.
Antonia Casagrande
Partecipo alla sez. B e accetto il regolamento
Nadia Pistaro / sez B
Un perché
Ho uno stomaco io?
Un cuore, un fegato,
due braccia, due gambe?
Non ho neanche uno specchio
che mi dica chi sono.
L’altro giorno mi è’ sembrato
di vedere il mio riflesso
in una lacrima perduta sul foglio,
ma è’ stato solo un attimo.
Chiedo in giro alle mosche, alle rose,
chi sono dunque,
se mi sento spezzata
se neanche il muro rimanda
l’eco dell’orologio.
C’è un perché che mi balla nel cuore
una domanda mai fatta
alle stelle, alla vita.
Una risposta mai avuta
rimane sospesa nel bozzolo
come un feto mai nato.
Eppure son sicura di avere le ali
anche se il mio volo spezzato
S’infrange sul muro del suono.
Ascolto il fruscio delle vene
le musiche del cuore nascoste
in un sospiro del fato.
Accetto il regolamento e autorizzo il trattamento dei miei dati personali
Il volo
Dolce farfalla tu,
che sbocci dall’azzurro cielo
tu che germogli in attesa
delle ali…
Le ali spiccate e leggere nel vento
son soavi senza alcun turbamento
l’appoggiarsi su di un fiore
evolve liberi pensieri rendendo l’idea
di essere accompagnata dall’amore
contemplato di un fiore attraverso
una carezza.
sezione B accetto il regolamento
Voglie
Voglie,
di terra e d’amore,
il desco pronto
in casa dell’anima.
Sete di pioggia
e fame di sole
nutrono un cuore rotto.
Tra i ciottoli del cielo,
un soffione di vento
semina la vita.
Meraviglie di pietra
risalgono abissi neri,
in urlio di piume sparse.
Un diluvio di parole
irrora le grigie promesse
e l’aria di roccia.
Battiti balzani d’eternità
ritrovano echi di fiamma,
un supplizio di speranza.
Si scioglie l’ardore del tempo,
nello slancio dei giorni
la mente vola libera.
Sandra Ludovici – Sezione B – accetto il regolamento
Giorgio Del Frate
accetto il regolamento. Sez B
O uomo,
il cui pensier ti fece grande
e al qual,
ponesti l’onere,
d’essere te stesso,
dimmi……….
Sez. B
Accetto il regolamento.
Vomiteranno le farfalle
a sentir tutta la retorica
grigia aureola della loro bellezza,
ricordando quando
da vermi strisciavano
per evitare
piedi disgustati
e becchi di uccelli?
Sdegnose vadano
e irridenti
degli occhi incantati
di anime immemori del loro passato,
almeno grate
si spera
soltanto un pochino.
Caterina Muccitelli
Accetto il regolamento sezione B
Baratro
Ricordo ogni parola,
la sensazione provata,
l’ansia dell’attesa,
la frustrazione dell’abbandono
e il dolore lancinante
mentre il cuore veniva trascinato
nel baratro.
CONTEST SCADUTO LUNEDì 29 DICEMBRE 2014
FRA UNA SETTIMANA CIRCA SARANNO PUBBLICATI I FINALISTI SUL NOSTRO CANALE FACEBOOK.
SUCCESSIVAMENTE I VINCITORI SARANNO PUBBLICATI SUL MAGAZINE CON UN ARTICOLO SUI VINCITORI.
BUON 2015