“Il tempo bambino” di Simona Baldelli: la tematica della pedofilia, un argomento celato sotto tante vesti

Il tempo sembra avere tante forme, volti, eventi, trascorsi passati e presenti, pronti a renderlo visibile, senza un vero  e proprio spazio. Come se il tic tac di un orologio avesse un respiro pronto ad essere calcolato nei suoi magici tempi in una formula matematica.

Leggendo “Il tempo bambino” (Giunti Editore), ultima opera, riflettuta, amata, creata come un essere vivente al suo fianco, di Simona Baldelli, si ha quasi l’impressione di essere alle prese con un manuale di matematica, più che con una classica opera letteraria. La precisione dell´autrice nel descrivere gli atti di una scena scandita da un tempo forse mai accaduto e da personaggi chiaramente frutto di una fervida fantasia, permettono di tornare indietro in un evolversi di scene molto lontane. In cui ogni cosa deve essere messa al suo posto. Senza errori e con molta precisione.

Le scoperte di ogni genere, proprie dell’infanzia, fluiscono come lo scorrere di un fiume in piena, in un’età più grande di colui che la vive. Un’infanzia che si trasforma presto in adolescenza o addirittura salta quel ponte che lega il tempo bambino che resta in noi, per raggiungere l’adulto che a volte preferirebbe non svelarsi mai. L’autrice ha saputo creare la somma di tutto questo.

Diversi sono i protagonisti di questa narrazione che si incontrano, scontrano e ritrovano come accade ai fanciulli delle nostre favole più antiche. L’aggiustatore di orologi, da non confondere con l’orologiaio, è certo uno dei protagonisti fondamentali della narrazione, ma non è l’unico. È un giovane di età indefinita, così come lo è il tempo che scorre. Un ragazzo che ama gli orologi e li aggiusta. Riceve un nome proprio di persona solo quasi al termine della narrazione. Attorno a lui ruotano diverse figure femminili. Una madre con troppi vuoti nell’anima e tanta rabbia verso il mondo. Un mondo che l’ha costretta volontariamente, o forse involontariamente, a riversare sul figlio le sue insoddisfazioni, rivelandosi con il tempo, quasi come una nuova versione italiana del famoso “Big Brother” di George Orwell.

In “Il tempo bambino” di Simona Baldelli ci si trova alle prese anche con un argomento celato sotto tante vesti, la cui parola è già un dolore: pedofilia. È un termine scomodo, ma la lucidità e il rispetto verso il genere umano, con il quale le storie vengono narrate, assumono un tono dialettico e stilisticamente letterario molto ricercato. La chiarezza del linguaggio e il suo scoprirsi diretto, senza false allusioni, conducono il lettore anche più pudico, a non poter fermare la lettura. Ogni frase, ogni espressione letteraria usata per esplicare le azioni dei suoi protagonisti, rendono la narrazione simile ad una scena di un film reale che non disturba la vista o l’udito.

Non appare finzione nella descrizione della bambina truccata come un’adulta, desiderosa di mostrare la sua bellezza. Così come non vi è plagio o volgarità nella prima esplorazione intima del giovane Mr. Giovedì con la compagna di giochi. Un atto di cui neanche il ragazzo ne è pienamente consapevole. Così come non è del tutto consapevole delle sue buone capacità nell’aggiustare il tempo attraverso un orologio. In “Il tempo bambino” tutto scorre, come due lancette che scoccano ad ogni battito di cuore. Un cuore che pulsa negli animi degli stessi colpevoli, rivelatesi in fondo vere vittime del proprio male.

Simona Baldelli osserva il tutto da più angolazioni. Non tralasciando nulla al caso o ad una inesperta spontaneità. A lei si può attribuire il profondo merito di aver donato voce a chi non ne ha e una nuova redenzione a chi, vittima del proprio buio cammino, ha saputo attraversare la strada e sceglierne una migliore.

 

Written by Rosanna Lanzillotti

 

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