“Il lato oscuro del cuore”: il romanzo corale di Corrado Augias esplora i sentimenti più cupi dell’uomo
«Clara continuava a emozionarsi nel vedere il lato nascosto delle nubi, un privilegio che il genere umano aveva potuto conquistare da non moltissimo tempo, una sensazione di levità, di sospensione nel ronzio ovattato della cabina. Il lato nascosto delle nubi come il lato nascosto, oscuro, del cuore. Si capiva perché tutte le religioni, dai tempi più remoti, avessero immaginato le nubi come dimora delle divinità con i loro misteri, le passioni, i sentimenti inaccessibili alla ragione».
Clara studia “storia della psicanalisi” e rimane sveglia sino a tarda notte affinché possa analizzare le cronache sulle “grandi isterie” e il rapporto fra i pazienti e i medici del tempo: Sigmund Freud, Carl Gustave Jung, Jean-Martin Charcot. Tuttavia, Clara è anche una ragazza con la sua vita privata che, come tutti, ha sia i suoi pregi sia i suoi difetti. Wanda è una donna in apparenza distrutta dalla perdita del marito, Deborah è una ragazza fraglie e sola, Lina è una matura signora che ha un passato di attrice del teatro. La vita farà in modo che Clara si conosca con queste donne.
Pubblicato nel mese di settembre, Il lato oscuro del cuore (Einaudi, 2014) è il libro con il quale Corrado Augias – dopo un periodo dedicato alla saggistica – ritorna a scrivere fiction. Il tema centrale del romanzo è l’istinto che prevale sulla ragione: lo stato d’animo dell’uomo e le sue pulsioni nascoste, che emergono solo in taluni momenti della vita. Nonostante ciò, è anche un libro in cui lo scrittore parla delle donne, con le loro preoccupazioni e le incertezze che spesso le accompagnano nel momento in cui si confrontano con la società. Eppure, qui l’autore fa risaltare anche le sue conoscenze in campo psicologico e psichiatrico. Tutto ciò è solo il corollario della storia vera e propria che sarà scoperta da Clara, la quale non può essere definita come l’unica protagonista, piuttosto sono molteplici i punti di vista che si prospettano nel romanzo stesso.
Le parole dello scrittore scorrono fluide nelle pagine che compongono il volume, ma, allo stile energico – con cui emergono alcuni sentimenti incandescenti, che caratterizzano la colpa e la violenza – si unisce il linguaggio crudo di parole talvolta accompagnate da termini gergali, che conferiscono il senso di realtà e verità. Così, la narrazione effettuata in terza persona rivela plurimi punti di vista, che non fanno parte solo dell’inesperienza – nel modo di affrontare la vita e le relazioni – di Clara, ma anche degli altri personaggi, persino di quelli maschili che sono secondari alle differenti pulsioni femminili.
D’altra parte lo scrittore si è ampiamente documentato sui fatti di cronaca medica, nei quali emerge il rapporto conflittuale fra l’opinione pubblica e le donne che sono le vittime sottomesse della società, cosicché le tinte cupe – il noir – che traccia le pagine del libro si abbina a una vera e propria indagine storico-filosofica, creando una sorta di empatia con il lettore. Pertanto il romanzo si rivela multilineare non solo e non tanto perché i punti di vista sono molti, ma anche e soprattutto perché i generi usati si distinguono fra loro.
Un romanzo che è senz’altro avvalorato dagli studi svolti da Augias il quale ha dedicato se stesso e la sua carriera alla conoscenza e la sperimentazione dei generi: dai pezzi giornalistici ai romanzi, dalla saggistica alla sceneggiatura televisiva, fino ad approdare nella politica. Una carriera prolifica e poliedrica, che emerge anche in quest’ultimo lavoro. D’altronde, si sa, per affrontare certi argomenti d’importanza storico-sociologica bisogna avere ampia padronanza dei temi di cui s’intende parlare.
In una delle sue opere memorabili, Leggere. Perché i libri ci rendono migliori, più allegri e più liberi pubblicato nel 2007 per i tipi di Mondadori, l’autore pensa che: «Noi siamo abituati a dare a parole come “silenzio” e “solitudine” un significato di malinconia, negativo. Nel caso della lettura non è così, al contrario quel silenzio e quella solitudine segnano la condizione orgogliosa dell’essere umano solo con i suoi pensieri, capace di dimenticare per qualche ora “ogni affanno”».
Seguendo la logica di questo pensiero, Il lato oscuro del cuore è un romanzo in cui alla solitudine e il silenzio – taciuto e opprimente delle donne – di esprimere liberamente la propria opinione, si contrappone al momento della lettura che diventa importante, poiché costituisce una forma di riscatto per quelle anime tormentate dall’impossibilità di agire seguendo i dettami della loro coscienza.
La letteratura come possibilità di riscattarsi dalle brutture dalla vita, questo è un altro tema fondamentale dell’opera. Perché a volte la letteratura giunge là dove non riescono ad arrivare altri mezzi, come nel caso generico della scienza e nello specifico del romanzo del codice giuridico. La prima, dunque, vince ampiamente sul secondo. Per esempio è rilevante il paragone fra le analisi condotte da Freud con la novella La signorina Else di Arthur Schnitzler pubblicato nel 1924, che usa la tecnica del monologo interiore.
In realtà, come per il romanzo creato da Schnitzler, anche l’abilità scrittoria di Clara prevale sul metodo d’indagine dell’avvocato che vuole fare luce sull’omicidio del marito di Wanda, che è poi il filo rosso con cui si deve seguire la vicenda narrata da Augias. Pertanto, si evince che la letteratura dà rispettabilità all’animo femminile, più di quanto potrebbe fare il metodo d’inchiesta come quello freudiano.
Tuttavia, lo scrittore vuole porre l’attenzione sui metodi usati dai medici come Charcot sulle pazienti. Infatti, non è singolare che i primi studi sui disturbi della mente siano svolti da medici uomini su pazienti donne, poiché prima degli anni Settanta – periodo in cui avvengono le prime conquiste ottenute da parte delle femministe – anche il campo della scienza è appannaggio degli uomini. Le donne alle quali era riscontrata l’isteria dovevano subire delle vere e proprie umiliazioni che oggigiorno sono impensabili. Anche Wanda è una vittima e solo con l’intervento di Clara viene in parte riscattata.
«Parli per sentenze. Senso umano: zero. Io invece cerco di capire. È così faticoso avere un’opinione su ogni cosa, anche perché la possibilità di prendere cantonate è enorme», sono queste le parole con le quali Clara si pronuncia al suo compagno Corrado, colpevole come molti uomini di voler spiegare i comportamenti umani solo mediante la scienza e non la coscienza – il senso civico e umano. Di rimando Corrado le fa sapere che: «La verità è che hai troppa paura di sbagliare giudizio». Dalla sua Clara risponde: «Sei tu a sbagliare. Perché se io da donna a donna chiedessi a Deborah di confidarmi la ragione profonda della scelta, se le chiedessi di dirmi la verità come se parlasse a se stessa, nemmeno lei sarebbe capace di rispondere. La natura della nostra mente è debole, ci si può fidare solo del cuore».
Per questo motivo Corrado Augias ha scelto la forma romanzata per parlare di argomenti così delicati, poiché il romanzo è maggiormente affine all’istinto – e al cuore – delle donne. L’animo delicato che trova espressione nei versi dei poeti, come quelli di Jacques Prévert riportati nell’ultimo capitolo: «Et la vie sépare ceux qui s’aiment, | Tout doucement, sans faire de bruit».
Written by Maila Daniela Tritto