“Gli Ebrei sono matti” e “La Morte della bellezza”: rassegna di teatro e danza della Biennale MArteLive 2014, Roma

In occasione della prima “Biennale MArteLive” di Roma, le arti performative (danza, teatro, circo) hanno trovato espressione in diverse location e spazi della capitale: il Monk Club (dove è andato in scena lo spettacolo di danza “Cemento” della compagnia Ritmi Sotterranei di Alessia Gatta, il Rione Monti, che ha ospitato l’evento Buskers in town e diversi teatri di periferia.

In particolare, la rassegna di “teatro e danza contemporanea in periferia” ha avuto luogo grazie alla collaborazione dei Centri Culturali di Roma, con il Teatro Quarticciolo, dove si è esibito Andrea Cosentino con lo spettacolo “Angelica”, Il Teatro Tor di Nona (ha presentato il reading musicale di Gianluca Secco), ed il Centro Culturale “Elsa Morante” con  gli spettacoli di Teatro Segreto, Dario Aggioli, Luigi Morra, Carmen De Sandi, Cialì Sposato.

Venerdì 26 settembre, alle ore 21, è andato in scena “Gli Ebrei sono matti” di Dario Aggioli, con Dario Aggioli e  Guglielmo Favilla.

Lo spettacolo si ispira ad un evento realmente accaduto: nella casa di cura per malattie mentali “Villa Turina Amione”, il direttore, il professor Carlo Angela, padre del noto presentatore televisivo, offre rifugio a numerosi antifascisti ed ebrei, confondendoli con i degenti.

Gli ebrei sono matti è la storia di due uomini che si confrontano: un “matto vero” fascista (Enrico) e un “matto falso ebreo” (Ferruccio) raccontano la tragedia delle leggi razziali in chiave ironica e con una vena di comicità.

Le storie di due uomini si intrecciano, imparando per necessità (di guarire –Enrico- e di sembrare un altro- Ferruccio-) la convivenza e il  dialogo.

Nel trasmettere la patologia di Enrico, (demenza che sfocia a tratti nell’autismo) in scena vengono utilizzate delle maschere realizzate in gioventù da Julie Taymor, regista di Titus e di Frida.

Gli elementi costitutivi dello spettacolo, che rendono piacevole e a tratti divertente la resa scenica (nonostante la drammaticità dell’argomento) sono l’interpretazione dei due attori – Dario Aggioli ed Angelo Tantillo e l’ironia della situazione (a tratti ci si chiede chi sia il vero pazzo).

Domenica 28 settembre, Il Centro Culturale Elsa Morante ha ospitato La Morte della bellezza” di  Giuseppe Patroni Griffi con: Nadia Baldi, Antonella Ippolito, Franca Abategiovanni, Marina Sorrenti Roberta Rossi, Andrea Bonioli.

Lo spettacolo è ambientato nella Napoli del ’43: l’amore omosessuale appassionato e bruciante tra due giovani, ha come sfondo una Napoli in piena guerra sotto i bombardamenti aerei.

Il sedicenne Eugenio, è combattuto tra l’istinto e la sua “educazione sentimentale”: il ragazzo, insidiato dal giovane tedesco Lilandt, prima lo rifiuta e poi si getta, senza riserve, in un legame amoroso di fuoco.

Nel La Morte della bellezza due aspetti si intrecciano: il racconto della Napoli che fu (Com’era bella Napoli quaranta anni fa), e  l’omosessualità, trasmessa con grande abilità (sia nel riadattamento di Nadia Baldi che nell’interpretazione degli attori ) attraverso la resa scenica ( e l’interpretazione) di un amore maschile, appassionato e tormentato.

Un fine settimana al Centro culturale Elsa Morante, trascorso all’insegna della cultura e della qualità artistica: sul palco dell’Elsa Morante, si sono esibite due compagnie teatrali che si stanno distinguendo (nel corso degli anni) per un lavoro di ricerca molto originale e per performance di grande valore artistico e culturale.

 

Ricordiamo ai nostri lettori che Oubliette Magazine collabora con la Biennale MArteLive 2014 come Media Partner dell’evento.

 

Written by Sarah Mataloni

 

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