“Ti racconto di lei” di Alessio Follieri: una storia nella quale l’amore per gli altri prevale sull’amore per se stessi

Finalmente posso dedicarmi a ciò che mi fa sentire viva, parlare di un buon libro. Anzi di un ottimo romanzo, perché romanzo è ma non d’amore, non un thriller, in realtà è una storia intrisa da una buona dose di mistero in cui l’amore per gli altri, l’amore per il prossimo prevale sull’amore per se stessi.

Ti racconto di lei”, una storia che ti stordisce all’inizio, in cui il protagonista Fabio, un giornalista, narra la propria vita e quella di una vita che si incrocerà alla sua, quella di Stella. Due destini non comuni ma entrambi con una caratteristica fondamentale: la voglia di vivere che non dovrebbe mai venire meno. La trama è coinvolgente, complessa a tratti, che trasporta il lettore in un universo parallelo, non portandolo mai ad una vera consapevolezza di quello che accade.

Un viaggio in treno da Roma a Milano, è lo scenario di apertura del libro, un inizio in cui il giornalista Fabio Brighi narra la propria vita, compromessa da un carcere nonostante la sua innocenza, da anni trascorsi lì, in un luogo dove tutto torna ad essere all’origine della vita, tutto da rifare,  che gli lascerà dei segni indelebili che lo porteranno lontano dal fratello per anni e anni; e  proprio per coprire il reato di spaccio del fratello che il nostro Fabio dovrà cambiare la sua meta, prendendo una direzione assolutamente diversa da quella che si era prefissata. Sarà solo una telefonata della cognata che lo spingerà verso il fratello oramai in fin di vita per una malattia che giorno dopo giorno lo aveva consumato.

Una vita, dicevo, compromessa in cui un nuovo inizio è sempre difficile,  un po’ per chiunque si fosse trovato al suo posto; ma lui tenace, cerca di realizzare i propri desideri, perché si sa che avere un desiderio non significa averne il diritto . “Che fare? Che non fare? Andrà come dovrà andare. Se andrà male, chi se ne frega, potrò sempre dire di averci provato, non cambierà niente e potrò ritornarmene al bar…” perché era da lì che aveva ricominciato, da un lavoro umile ma che gli aveva regalato una nuova possibilità. Ma il suo sogno era scrivere, e fare di questa sua capacità, di questa sua passione una professione. Ci riuscirà.

Il viaggio che lo condurrà dal fratello aveva uno scopo ultimo, che lo porterà durante quelle ore in treno a rivivere la sua vita immaginando di raccontarla al fratello prima, e al lettore dopo, la storia di Stella, l’altra co-protagonista. Il lettore all’improvviso verrà spiazzato dall’interruzione del racconto della sua vita perché Fabio inizierà un altro percorso quello di Stella ed è esattamente qui che si verrà catapultati in un mondo affascinante e misterioso con una cornice paesaggistica della campagna romana degli anni sessanta di un paese in cui il bigottismo e lo scetticismo regnano sovrani. Il destino di Stella chiaramente intersecato a quello di Fabio rappresenterà una speranza, la speranza di poter rivivere una vita con il fratello che si era oramai persa.

Le capacità straordinarie di questa donna mi hanno ricordato le capacità di un altro protagonista assolutamente fantastico di una storia altrettanto forte quella  del “Miglio verde”, ho visto la medesima riluttanza dell’animo umano all’approccio di qualcosa che non conosci, che non riesci ad accettare, ma la complessità degli avvenimenti raccontati da Fabio, ti entrano dentro quasi a volerti convincere che quella realtà non solo sia vera ma anche comprensibile.

Ogni evento prima è legato a quello dopo,  in modo misterioso e al quanto invece naturale; ciò che accade in un posto sembra avere conseguenze in un altro; ma in realtà  è solo la fede che  permetterà di crederci, e l’autore non cade nel discorso fede religiosa, anzi le sue scoperte diventano qualcosa che verrà vissuto da chi come lui si troverà a vivere la magia di Stella, a poterlo interpretare diversamente senza dovere necessariamente incasellare ciò che accade come potere di Dio, potere dell’Universo o altro ancora. Sarà in questo caso chiunque si ritroverà ad immergersi in queste pagine a dare quel significato che più si adeguerà alla propria capacità di leggere gli avvenimenti della vita e comprenderne il significato, il gesto simbolico con cui Stella inizia il suo percorso di guarigione nei confronti di chiunque, porgere la mano, potrebbe rappresentare il desiderio di ciascuno di potersi sentire utile,  ma in realtà contestualmente chi riceve quella stessa mano è motivato da un profondo egoismo ai fini della stessa guarigione, perché Stella in ogni suo intervento perde le forze, ogni volta perde qualcosa di sé. Questo mi è sembrato attraverso un quadro perfetto descrittivo della vita stessa, con una mano diamo e con l’altra togliamo.

Questo è un libro che non ti permette, a chi come me, deve recensirlo, la possibilità di regalare molte parole perché si rischia di raccontarne la storia nei minimi dettagli, vista la capacità della storia di prenderti totalmente. Voglio allora aggiungere soltanto la straordinaria capacità dell’autore Alessio Follieri, che grazie alle sue conoscenze e teorie metafisiche riesce a portarti con garbo ed eleganza nella vita di Stella, e nella capacità di ciascuno di rinnovarsi ogni volta.

Un messaggio di speranza sicuramente. Il libro è agevole nella lettura, anche se le storie si accavallano, e mentre nella prima parte conosciamo i personaggi che vivono vicino a Stella, poi tutto viene smorzato ed una serie di vicende, tutte tragiche, richiedono l’intervento di Stella in cui i personaggi non sono delineati ma rappresentano solo degli accadimenti; dunque complesso  a tratti nella lettura, non da fare in modo superficiale, bensì nella consapevolezza che ogni riga persa è un passaggio perso. Una storia di riscatto e, mi ripeto, di speranza.

Unico neo: solo dopo una attenta lettura mi sono resa conto che quella bimba rappresentata in copertina mi aveva regalato un’idea tutta diversa del contenuto della storia, immaginavo che la lettura mi avesse condotta nella narrazione di un racconto  poco piacevole da leggere; magari la scelta di quella immagine avrà un significato per l’autore, ma non rende merito al contenuto, alla storia; i tratti somatici in quella foto non rappresentano neanche la piccola Stella che aveva occhi grandissimi e nerissimi. Il romanzo è straordinario e meriterebbe una straordinaria copertina. Detto ciò,  il libro va letto e apprezzato tantissimo.

 

Written by Barbara Filippone

 

http://youtu.be/UaDVlVxSpuk

 

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