Contest letterario gratuito di prosa e poesia “La Stagione dei Papaveri”
“[…] mi chiedo se hai sentito la mia voce/ nell’eterno lamento del vento,/ se puoi vedere il mio cuore sanguinante/ nei colori dei papaveri.”.
1. Il Contest letterario gratuita di prosa e poesia “La Stagione dei Papaveri” è promosso dalla web-magazine Oubliette Magazine e dall’autrice Delia L. Sant. Il Contest letterario è riservata ai maggiori di 16 anni.
Il Contest è gratuito. Il tema è libero.
2. Articolato in 2 sezioni:
A. Short Story in 200 parole (un racconto breve avente come limite massimo di partecipazione 200 parole, e come limite minimo 30 parole)
B. Poesia (limite 80 versi)
3. Per la sezione A si partecipa inserendo la propria opera sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con opere edite ed inedite. Per un facile conteggio delle parole consigliamo di scrivere la short story in un documento word e cliccare in alto Revisione, e Conteggio parole in alto a sinistra.
Per la sezione B si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con poesie edite ed inedite.
Le opere senza nome, cognome, e dichiarazione di accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate. Inoltre NON si partecipa via email ma nel modo sopra indicato.
Ogni concorrente può partecipare in entrambe le sezioni e con una sola opera per sezione.
N° 1 copia del romanzo “La Stagione dei Papaveri”, di Delia L. Sant, edito dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni per la collana editoriale “Trasfigurazioni” in collaborazione con Oubliette Magazine.
Saranno premiati i primi due classificati della sezione A, ed i primi due classificati della sezione B.
5. La scadenza per l’invio delle opere, come commento sotto questo stesso bando, è fissata per il 6 ottobre 2014 a mezzanotte.
6. Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:
Alessia Mocci (Dott. in Lettere, redattrice e critico letterario)
Delia L. Sant (Scrittrice)
Rebecca Mais (Collaboratrice Oubliette)
Irene Gianeselli (Collaboratrice Oubliette)
Cristina Biolcati (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)
Maila Daniela Tritto (Collaboratrice Oubliette)
Katia Debora Melis (Collaboratrice Oubliette)
7. Il contest non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.
8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.
9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per email: oubliettemagazine@hotmail.it indicando nell’oggetto “Info Contest Amare oltre l’oceano” (NON si partecipa via email ma direttamente sotto il bando), in alternativa all’email si può comunicare attraverso la pagina fan di Facebook:
https://www.facebook.com/OublietteMagazin
10. È possibile seguire l’andamento del contest ricevendo via email tutte le notifiche con le nuove poesie e racconti brevi partecipanti al Contest Letterario; troverete nella sezione dei commenti la possibilità di farlo facilmente mettendo la spunta in “Avvisami via e-mail”.
11. La partecipazione al Contest implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.
Buona partecipazione!!!
Sezione B= Poesia
Accetto il regolamento
Testo di Rosa Coddura
Il suono della fragilità
Sotto i miei passi
non solo asfalti,
sui marciapiedi di città
tappeti di foglie morte
che svelano una verità.
Un secco scricchiolio
è una sensazione che condivido
come se mi sentissi io stessa
artefice e vittima della sofferenza
che suona la mia stessa fragilità.
GEMMA PREITE
SEZIONE B: POESIA
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Presagi
Addormentati pure giovane
amante mio
io domani potrei
non svegliarmi
e il mio corpo nudo e ancora caldo
lascerai lì nella nostra alcova
e fuggirai spaventato
e non avviserai nessuno
E poi saprai che qualcuno
mi ha trovata ormai disfatta
nella mia solitudine.
sezione A . short stories
SPERANZA DI ARCOBALENO BAMBINO
La girandola colorata, si animava solo se soffiavi forte. E da piccola lei soffiava esprimendo un desiderio. Un desiderio dai colori arcobaleno, profumato d’estate e magia. Chissà perché era convinta che si sarebbe avverato, ma crescendo aveva scoperto che non sarebbe stato così facile. C’era da faticare per realizzare un sogno. Eppure la girandola rimaneva per lei un oggetto magico. Soffi e lei gira e quando gira i colori si fondono nell’arcobaleno. Mara non ha più desideri da soffiare ora, però lo fa per suo nipote, forse sperando di ritrovare nel suo sguardo la stessa magia di lei bambina. A soffiare per lanciar forte nel cielo un desiderio di speranza.
Loriana Lucciarini – sezione A – esprimo l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003).
SETTEMBRE
Nello sfumare di stagione
raduna gli ultimi tepori
in graduati rossi indefiniti
a delinear orizzonti blu
di mari nervosamente tristi
come in ultimo commosso saluto
di commiato all’amore che và.
Imbevuta or l’aria
d’ odor di mosti -chiude-
nel cassetto dei ricordi
quelli di salsedine
e l’ultimo raggio di sole
illumina la vigna
spoglia del suo frutto.
E’ tempo di calde memorie
che accendono l’animo
da un freddo cielo bigio
al calar della sera;
un raggio di luna -illumina-
il cader di foglia d’un albero
che rivela al cuor mio
l’autunno
“”
(accetto il regolamento)
(autorizzo il trattamento dei dati)
Filippo Salvatore Ganci
“”
Fabio D’Alessio, partecipo alla sezione B e accetto il regolamento.
Lineamenti
Infuria la tempesta
Vento forte e pioggia battente.
L’ombrello non ripara
Quasi vuol volare
E il tuo viso dietro un vetro
Che si gusta la scena
Con un accenno di sorriso
Che cerchi di coprire con la mano
Mentre ti allontani.
È durato tutto un attimo,
non avrei dovuto nemmeno vederti,
eppure prenderei acqua per ore
attendendo un tuo ritorno.
Fabio Angelino, partecipo alla sezione B e accetto il regolamento.
La vita è meravigliosa
È caduto un petalo a terra,
mi sento così fragile nel guardarlo,
fino a ieri sembrava così vigoroso
rosso ed orgoglioso,
proprio come lo ero io,
che correvo e volavo da un prato ad un altro
con la spregiudicatezza di chi deve conoscere ancora la vita,
le sue carezze, il peso dei suoi schiaffi.
E adesso sono qui,
seduto su questa fredda carrozzella,
che spingo forte con le mie braccia,
che spingo forte i miei pensieri
affinché accompagnati dalla fantasia,
possano volare in alto e portarmi via.
Lontano dal grigio di questa città,
lontano dal rumore della tristezza,
che cade come neve sul cuore fragile delle persone
che non si accorgono di quello che hanno,
che non si accorgono che la bellezza li circonda
ed ogni giorno cerca di abbracciarli,
mentre loro distrattamente la evitano,
troppo intenti ad osservare la vita,
Ma la vita non va osservata, va vissuta,
Certo, chi sono io per dire questo?
Anche io non mi sono mai accorto della dolcezza di un bacio,
del caldo della carezza di una madre,
del bene nascosto nel rimprovero di un padre.
E adesso me ne pento.
Anche se da quando ti ho trovata mia dolce creatura,
tutto sta cambiando.
Il sole di mattina si alza presto,
la luna è sempre luminosa,
ed ha un sorriso limpido e contagioso.
Contagioso come il tuo,
che qui davanti a me apre le sue braccia e mi urla:
”Sono con te, e non c’è altro posto in cui vorrei essere.”
Ed io non posso far altro che arrendermi all’evidenza:
la vita è meravigliosa.
E così, uso gli unici arti che sono ancora in grado di muovere,
per far la cosa che più amo fare: abbracciarti
E ti stringo e ti bacio,
e ti osservo e ti amo.
E libero come non lo sono stato mai,
mi alzo in piedi, non con le gambe,
ma con la mia anima,
che accompagnata dalla tua
prosegue questo viaggio chiamato vita
E anche se so benissimo che questo corpo si spegnerà totalmente,
sorrido,
perché so che una volta finita questa esistenza,
il mio cuore continuerà a battere.
Fulvio Bella partecipo alla sezione A e accetto il regolamento
Innamorato
In paese ne parlavano tutti; laggiù, in fondo, dove la cava si faceva inaccessibile per non lasciar intravedere i segreti amori della ghiaia e la lesbica tenerezza dell’acqua stagnante, da giorni, era apparsa una rana.
Una rana diversa dalle solite.
Appariva qualche minuto prima di mezzanotte e poi, a mezzanotte precisa, come a un segnale convenuto, si gettava nel lago.
Una principessa?
Si, non c’era dubbio, per Sandro si trattava di una principessa che chiedeva di essere liberata.
Diceva addirittura di averla vista incatenata, proprio là, sul fondo.
Com’era bella!
Per questo quella sera Sandro quando la rana si gettò in acqua decise di seguirla.
Un bacio in fondo alla cava e le acque a brillare come un presepe d’altri tempi.
Il mito è compiuto.
La principessa rapita e tenuta prigioniera dal sortilegio ora è libera.
Ma non meno libero è Sandro, o forse di più, più libero di tutti.
Il suo corpo fu visto l’indomani galleggiare tra le papere, ed ora tutti parlano di Sandro del matto innamorato della rana.
Fulvio Bella partecipo alla sezione B e accetto il regolamento
Mare d’ottobre
Di tutte le risa di donna,
d’isterico gioco di bimbi
solo questo è rimasto
lo sguardo sbiadito
del sole e del mare.
Solunto, 14 ottobre 2010
Sezione B= Poesia
Accetto il regolamento…. ROBERTO MARZANO
SPARAMI QUI
Sparami qui
tra l’epicardio e il ventricolo
farò un tonfo nell’angolo
non esitare, fai “pum”!
E scaglia bene
la palla con cura e metodo
prendi la mira e rimembra
gli allenamenti al poligono…
Ma stai attento
non frantumarmi il malleolo
è doloroso e antiestetico
un condannato che zoppica
e non ferirmi all’orecchio
sii bravo e fammi secco
veniamo presto all’epilogo
levami il tappo dell’anima…
Io ti capisco
stai obbedendo ad un ordine
ma è solo un gesto meccanico
non è da ansia né panico…
Crivellami un po’
fammi in poltiglia il cervello
tra le sterpaglie sopprimimi
annichiliscimi il battito
non soffriremo più.
E non ti affliggere
se tra di noi non c’è dialogo
in tal frangente è pacifico
mandami pure al diavolo
e finiamola, qui…
Il mondo
Canta nell’ universo
qui … sulla tardiva foglia di mare
conquistando la luna
tra parole non dette
e musica del trepido vento
camminando
sulla via dei pensieri
e gocce di stelle.
Elena Spataru
Sezione B, accetto il regolamento
FABIO RECCHIA
23-12-1953
SEZIONE B
ACCETTO IL REGOLAMENTO
PAPAVERI
Erano bianchi i petali dell’inverno
freddi e luminosi
nel freddo sole
di una stagione dormiente.
Candore virginale
nella promessa dell’amore.
Lentamente il sole si accende di un rinnovato calore.
Il gelido biancore abbandona la terra
e spuntano timidi i fili d’erba
donando agli occhi una verde distesa.
Nella stagione matura il grano dorato
e come bocche innamorate
si aprono al mondo
i rossi papaveri.
SEZIONE B
SINA MAZZEI
Accetto il regolamento
POESIA
Le mie ombre nella luce
Le mie ombre sono più lunghe della mia anima,
i miei silenzi più lunghi della mia voce,
il mio dolore più lontano del mio corpo.
Là dove vorrei tempo sono morta.
Là dove sono nata non ho morte.
Là dove vorrei morire, vivo.
I miei pensieri sono più veloci di un’attesa,
i miei fallimenti più grandi della mia vittoria.
La mia luce più inesplosa di un tramonto.
Tutto non mi corrisponde come manifesto
ed io non corrispondo al tutto manifesto di me.
Neanche la tristezza vale meno di un sorriso
da quando sono andata via dal mio ritorno,
da quando ho perso ciò che riluce come il sole.
Soltanto tu, o mia poesia silente,
dai vera luce alle mie ombre chiare.
Sezione A-Short story in 200 parole
SARA ALBARELLO
accetto il regolamento
“La stagione dei papaveri”
Sussurravano i papaveri al vento coccolati da mani fresche e giovani,la libertà dell’attimo in una prigione di lamento.
Tutto era intriso ed eluso.
Portava ancora il papavero rosso al lato dell’orecchio.
Ne aveva conservato perfino l’ anello che li avrebbe condotti a nozze.
Era solita passeggiare tra i campi vermiglio accarezzandone i petali e accanto a sè lo sentiva.
Albert era caduto in guerra dopo appena un anno di conflitto.
Christine,giovane e bella piena di speranze intratteneva con lui un rapporto epistolare fino a che colui che l avrebbe accompagnata alla fine dei suoi giorni non rispose più.
Le truppe le inviarono un comunicato.
le cadde il foglio dalle mani e quando ebbe questa notizia ebbe una fitta al cuore,una morsa talmente forte da non riuscire quasi a respirare.
E’difficile da capire per chi non l ha vissuto ma Albert non c era più.
Questa era l unica certezza.
Un papavero cadde.
Cominciò a sfiorire.
Uno ad uno i petali levitavano verso il terreno.
E lei cercava quel fiore rosso per ricordarlo.
Nel suo diario ne conservava uno.
Glielo aveva regalato lui prima di partire.
Una consolazione.
Pianti sommessi e lacrime andate.
Occorreva ricostruire.
Il dolore può farti ricominciare.
-A volte.-
Ripeteva tra sè e sè.
Aveva vent anni ed era in età da marito.
Si sposò con un altro uomo,venuto dal profondo sud.
Ebbe dei figli ma io non so se ci volle una vita per dimenticarlo o forse mai.
Forse nemmeno la morte li ha separati.
Perchè l amore prosegue oltre la vita.
Oltre ogni confine.
Petali rossi sparsi
Silenzi dopo le urla,
sangue che lento scivola
su ultimo pensiero di terrore,
su ultimo sguardo di stupore..
Veloce s’è scagliato il fulmine
da cielo furioso
su terra fiera, decisa..
Fiore piegato a morte
distrutto da maschile orgoglio,
petali rossi sparsi alla rinfusa
come farfalle..
Tania Scavolini sezione B accetto il regolamento
Ines Zanotti
8/9/2014
Sezione B – Accetto il Regolamento
“SEI TU…”
Un’immensità di pensieri
brulicano fra le vie della mente
e come vento sfacciato,
invadono la linfa della vita mia.
L’ansietà del cercarti
s’infrange bisognosa
laddove il battito implora…
E ti ritrova
fra le pieghe di un’età,
sorridente di puerilità,
in gesti di generosità,
spontanea impulsività!
Ora plasmo gli incontri:
sì, ti riconosco…
e ti amo ancor di più!
Sezione B Poesia
accetto il regolamento
LA POESIA
Poesia
fiume pieno di parole
torrente che invade la mente
espressione surreale di un mondo
sconosciuto chiamato anima.
Poesia scritta da mille occhi
che il mondo guardano
spiegata dalla fantasia.
Quanti poeti la vita ha regalato al mondo
ognuno col suo ricercare
quel senso di passione
che porta a creare un mondo
immaginario o reale e che danno
vita al sapere.
Chi le scrive ricercando con insistenza
rime da accompagnare ad un riscontro
pur di avere quell’attimo di credibilità.
Chi si cimenta nella sintassi pura
chi nella metrica da seguire rigorosamente
chi si inventa espressioni di parole
poco conosciute escludendo la ricevibilità
di chi la legge.
Chi mestierando il sapere dimentica
l’indole per cui le scrive.
Tante diverse tipologie espressive
di questo mondo chiamato poesia a cui
regalo la mia eterna gratitudine.
E io che scrivo cercando di far vivere
pensieri che porto dentro
regalando la semplicità della passione
faccio parte di una realtà che si chiede ancora
la poesia cos’è?
Poeti e poesia a cui dedico il mio tempo
so di non essere degno alla appartenenza
ma finchè i miei pensieri semplici
regaleranno ad una sola persona la stessa mia emozione
continuerò a scrivere frasi che partono dall’anima.
E la Poesia è la fantasia dell’anima
che vive nei versi di chi li scrive.
Poesia è il cuore regalato a sconosciuti.
Sezione A Short story
accetto il regolamento
QUANDO FIORISCONO I PAPAVERI
Mi sedetti. L’ombra lunga dell’albero sembrava una freccia che puntava verso mio futuro.
I papaveri stavano sbocciando, macchie rosse come gocce di sangue. Aprii quel libro che sapeva di famiglia, di casa.
Rilessi quelle parole: ”«No, adesso non posso pensare — si diceva — dopo, quando sarò tranquilla» – ma questa tranquillità per riflettere non veniva mai” e poco dopo Anna Karenina si sarebbe gettata sotto il treno.
Amavo quel libro, amavo mio padre, ma nessuno amava me.
Lo gettai sull’erba insieme al blocco di carta e alla matita che avevano raccolto i miei pensieri più intimi. Presi la scatola di fiammiferi dalla tasca dei pantaloni, ne accesi due e affidai al fuoco il compito di incenerire la mia vecchia vita.
Fragili brandelli di carta bruciata volavano nel vento, neri come la mia nuova anima.
M’incamminai sul sentiero che mi avrebbe riportato al paese. Non sarei più tornato in quel luogo.
La sera seguente, mentre affondavo il coltello nella gola di quella ragazza, sentii di avere compiuto il grande salto. Ero un carnefice, finalmente, non più una vittima.
Michael fu arrestato, anni dopo, con l’accusa di avere ucciso otto studentesse. Mentre i papaveri fiorivano.
Palloncini blu cobalto.
—————————-
Smussano lapislazzuli acuminati,
i palloncini blu cobalto
mentre volano verso la libertà.
Anatre immortali
starnazzano vecchie dicerie desuete,
mentre i maiali affamati
rendono giustizia a metalli abbandonati
nel meglio della vecchiaia.
Cuori preannuncianti feci,
trasformati in successi strappalacrime.
Genitori felici
dopo anni passati a pregare
miracoli possibili.
Venerande attitudini
diventate realtà
giocando.
Giuseppe Carta
Sezione B – Accetto il Regolamento
sono Daniela Montanari,
desidero partecipare alla Sezione B= Poesia
Accetto il regolamento con la poesia
“Fratello”
Fratello,
è un macello.
No, non volevo fare rime,
pensavo.
Mi chiedo perché non ci abbiano lasciati soli
da subito
Uno contro l’altro
Con i respiri che si graffiavan insidiandosi nell’altro
Con i pugni stretti e non contro un muro.
Di silenzio, di protezione.
Mi chiedo perché non mi hai mai preso in braccio
o se lo hai fatto quand’io non mo memoria
perché hai smesso
O se hai smesso
perché.
Nacqui e non avevo colpe
di questo son certo.
Tu scappasti ed io ti corsi dietro
ma la corsa, nostra, di entrambi
ha spinto te più lontano
e me sempre più sotto.
Quando ora vecchio,
sì, vecchio,
pensi a me, dimmi fratello
chi appare nella tua mente?
Un soldato ? uno straniero?
Guardami bene
Ti prego, guarda bene davanti a te
Sono io,
fratello.
Un bimbo molto piccolo che non ha colpe
Che ti ammirato, invidiato, rincorso.
Una vita.
E ora, adulto, sta ancora aspettando
Che tu gli legga una favola:
la vita.
La stagione dei pomodori
È la stagione dei papaveri che sbiadiscono al sole, che svolazzano al vento caldo come farfalle.
Ed è anche la stagione dei pomodori rossi e maturi. Con le schiene curve al sole, gruppi di immigrati sollevano il capo ogni tanto per prendere fiato e poi si tuffano di nuovo in quella tavolozza di colori, chiazze rosse in un mare verde.
Parlano poco per non consumare energie, per far andare le mani velocemente.
I pensieri volano lontano verso le persone care che hanno lasciato e il cuore batte più forte, lacrime silenziose e furtive rigano la pelle scura.
Sono pagati poco per questo lavoro, ma per ora questo poco è sopravvivere alla miseria. Questo poco serve a dare sostegno alla famiglia, serve per non morire.
Il giovane Ahmed tutto ad un tratto si alza da terra e senza preoccuparsi delle reazioni del caposquadra, comincia a protestare a gran voce, urlando che la paga è troppo bassa.
Sembra come un segnale.
A quel gesto di coraggio, anche tutti gli altri si alzano, lasciando cadere dalle mani i pomodori.
Chini non sono più, con fierezza rivolgono lo sguardo al cielo e finalmente lo scorgono non tanto lontano: un orizzonte sfolgorante di luminosa speranza.
Tania Scavolini sezione A – accetto il regolamento
Sez. Poesia.–B– Tommaso Baccari-accetto il regolamento-
“La Cornovaglia all’improvviso ”
Cavalli in corsa su selle alate
solcan orme su spiagge perlate
in nuvoli di nebbie sabbiose
corron verso sud, incontro al vento dell’est.
Criniere fluttuanti dentro spicchi
di vento iodati.
Galoppan veloci in bagni sudati
muscoli allegri di gitani ubriachi.
Io sto sulla rena e non fuggo lo sguardo
non uccido la luce
immortalo solo una tela di pace.
Sì, son folle di fuoco amico
pazzo dei colori dal mar verniciati.
Sragiono al limite di fugaci ragioni
rubo solo quell’ora di primavera
quasi fosse un’aurea sera.
Il mare adolescente della Cornovaglia
scalpita onde di cenere azzurra
e succhia dalla sabbia
capezzoli di conchiglie arenate
sollevate da zoccoli alzanti
di cavalli alati.
Ogni cosa è preda
nell’alba della sera.
Sezione A – Short Story
Autore: Enrico JaMes Scano
Accetto il regolamento del Concorso
Titolo: CRISALIDE
Il bruco si era trasformato in una bellissima farfalla. Colorata e aggraziata. Sinuosa e leggera. Ammiccante. Tenace, ma allo stesso tempo fragile. Rapiva lo sguardo e i pensieri di chiunque si imbattesse in lei.
Una sensazione di stupore e di pura gioia pervadeva lo spirito alla sua vista. Era una nota di vivacità per tutti, anche nelle giornate più scure e difficili. Dipingeva sorrisi, accarezzava le anime, riscaldava i cuori. Semplicemente, distribuiva felicità.
Erano anni che non tornava in paese. Chi l’aveva conosciuta un tempo adesso faceva fatica a riconoscerla, cambiata com’era, mentre passeggiava per i vicoli del centro. Dimagrita, curata, affascinante. Serena, luminosa e sensuale.
Tempo prima si era chiusa nel suo bozzolo, nel suo piccolo mondo fatto di sofferenza e rinunce. Aveva albergato nel buio della sua solitudine. Si era difesa sotto una dura corazza di silenzi. Aveva lottato contro i suoi dolori, dentro al suo io più profondo.
E poi si era finalmente trasformata. Era riuscita a scacciare i fantasmi del suo passato. Era risorta, proprio come la Fenice. Aveva trovato se stessa, quella più vera. Adesso che era venuta alla luce, era pronta a vivere per davvero la sua nuova vita.
EJS
Sezione A – Short Story
Autore: Marco Bertoli
Accetto il Regolamento del Concorso.
Titolo: IGNOTO
Tante volte mi hanno chiesto perché ho chiamato Angelo il nostro primogenito…
Sono nata sotto una dittatura e adesso passeggio libera per questa piazza, mai come oggi davvero “dei miracoli”. Il sole d’inizio settembre è una calda promessa di vita nuova.
Un gruppetto di soldati in divisa verde oliva è in posa scanzonata davanti a un commilitone armato di macchina fotografica. Un sibilo infrange l’allegria della scena, spargendo brividi di morte. I militari ne riconoscono subito l’origine: si sparpagliano come passeri spaventati dalla picchiata di un gheppio. Si tuffano a terra, braccia a stringere gli elmetti.
Il fotografo mi urla suoni vuoti di significato e tuttavia chiari nell’avvertimento, ma le gambe sono ghiaccioli inerti.
Il giovane corre verso di me. Mi butta sul prato, riparandomi con il corpo ossuto.
Il morso assassino del nemico sconfitto azzanna invano erba e zolle di terriccio con un rombo che annebbia la coscienza.
Una mano sudata, eppure sicura, mi rimette in piedi. Un volto ricamato di lentiggini mi sorride. Labbra sbarazzine mi schioccano un bacio in fronte.
Un ufficiale sbraita. Il mio angelo custode raggiunge i compagni e salta sopra un camion prima che possa ringraziarlo.
Chissà come si chiama.
Sezione A – Short Story
Autore: Giuseppe Carta
Accetto il Regolamento del Concorso.
Titolo: Decisioni
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Era notte quando decisi di meritarmi una vacanza e il giorno successivo c’ero già arrivato, vorrà dire qualcosa?
Meglio spiegare. Da casa mia la strada per andare al mare è in discesa, per questo essenziale motivo ho deciso di recarmi in montagna, dove da subito mi hanno conquistato i verdi prati e i bianchi fiori di camomilla, di cui ho fatto incetta per assaporare un salutare infuso.
La mia tisana preferita era ormai pronta, ma prima di berne il primo sorso, l’arrivo della forza della giustizia ha rovinato quel magico momento.
-Abbiamo ricevuto una soffiata sicura- disse la poliziotta con uno sguardo accigliato, chiarendomi che dalla galera, non sarei mai più uscito.
Naturalmente sono innocente, ma non ho le prove per dimostrarlo.
Se con questo equivoco credono di riuscire a togliermi il sorriso e modificare il mio sguardo, sbagliano di grosso.
Se avessi preferito una strada in discesa, sarei andato al mare!
Autore: Danilo Breschi
Sezione: B (poesia)
Accetto il regolamento del concorso
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Se Itaca è un ritorno
Ulisse, un uomo che parte,
un uomo che inganna,
se torna non lo sai, ovvero
non sai se torna per te
o per il pretesto di un nuovo viaggio.
Della tua tela lui è il ragno, tu il tessuto;
un’altra preda nelle fauci di nessuno?
Difficile da dirsi, incerto
come il tastare suo nel buio
della camera degli sposi, accecati
ché senza più memoria e occhi puri
sono bozzoli di farfalle dai voli disuguali
per una fu il mare, terraferma per l’altra.
L’Alighieri, un uomo nell’esilio,
un uomo che è messaggero,
e cosa reca al ritorno, di chi la voce
che gli detta le parole mendaci?
Perché la conoscenza sa essere vile
quando il genio affonda tra le cosce,
e il figlio di Laerte ha meno virtù
del suo marinaio, padre ma non re.
Itaca è una terra di fedeltà alla terra;
questo grazie a una regina, e a un cane.
Un giovane sul palco piagnucola
POESIA di Davide Lisi
Accetto il regolamento
Un giovane sul piccolo palco piagnucola
Verità distillate dentro una chitarra puzzolente,
Mary sta battendo i tacchi fuori tempo mentre serve ai clienti
È gentile, cerca di non far cadere i bicchieri,
e la sua vita, dice, è un gatto che non si fa accarezzare,
fa le fusa solo quando la notte è maestosa e grande,
Andrea studia filosofia e fuma sigarette,
le due attività non sono molto dissimili,
niente è niente è come dire tutto è tutto,
le moltitudini che ballano tra le vene
traboccano sulla festosa pioggia di primavera,
mia ragazza dagli occhi di ghiaccio, piangi pure,
Eddy è lontano ormai, è partito con il volto in fiamme
E le mani tremanti,
voglio scoparmi il mondo, farlo venire e poi gettarlo via,
così ti disse e ora, il piacere è una mancanza a tratti
e intanto il locale è pieno di sedie vuote,
polvere e scritte sui muri si guardano,
noi, da quanto non lo facciamo ?
Guarda Emily mentre recita la sua parte ad uno specchio
Prima di andare in scena con la nuova giornata
Hai visto anche tu come è convincente ?
Ti chiedi se a fine serata saprà staccare la spina,
ma la domanda è se è mai passata corrente,
la luna è fatta di elettroni e plastica e incenso
e tutto ciò che ha a che fare con l’idea di magico,
tu, ballerina che odia le sue gambe,
quanta vita hai fatto marcire ?
la pioggia è dura,
il giovane non è mai diventato vecchio
cantando la sua canzone,
ed io, stando in prima fila,
gli ho chiesto come fa
lui ?
bè, poggiando la chitarra,
ti dico che queste sono cose fra noi,
non parlo dei miei monologhi
senza perderne un po’ per aria,
e non sarebbe giusto.
Accetto il regolamento, partecipo alla sezione A
Sommerso
Sommerso, stavo nel salotto ad osservare l’acquario. Non ricordavo il tempo in cui avevo deciso di portare a casa quell’oggetto enorme e colmo d’acqua. Forse vent’anni. Ormai era un affare da antiquariato con piante originali. Non è stato mai abitato, è questo che mi ha sempre lasciato perplesso. Perché comprare un acquario e non usarlo?
Ero sommerso in questo pensiero da ore ormai.
Partecipo anche alla sezione B con una mia poesia. Accetto il regolamento
Lunedì
Era lunedì,
non avevo ancora visto il sole.
Non sapevo l’orario.
La confusione imperava.
Lei era fuggita di casa.
L’ho cercata per giorni.
Era lunedì,
e non stavo con lei.
Partecipo alla sezione B con una mia poesia ….Accetto il regolamento
PAPAVERI AL SOLE
Dagli artigli risoluti
del mattino
ho cercato
in un campo
di papaveri al sole,
quel battito di ali
che va a liberarsi
con il vuoto d’aria
che le esplosioni di respiri
fuori rotta
rimbalzano nella storia
senza timone.
Per poi mutare
nei paesaggi chiassosi
mitigando guerrieri velati
nell’ombra di un’estate.
Salve, sono Annalisa Carbone e vorrei partecipare alla sezione B. Accetto il regolamento del Contest.
Ricordi
Era estate.
I papaveri rossi,
corposi, e misteriosi
si agitavano
per volere del vento.
Il bosco nasceva
sotto nuova forma.
I ricordi
camminavano
per i sentieri carmini.
Lida Dell’Angelo
Accetto il regolamento
Sezione A
Nel vialetto
Non siamo mai state amiche. Lei, di due anni maggiore a me, non mi ha mai sorriso per strada neppure quando eravam bambine. Una vicina di casa a cui non chiedere nessun favore, insomma. Ricordo che una volta, circa dieci anni fa, stavo percorrendo il vialetto quando il suo gatto si avvicinò a me. Elda non disse una parola, si avvicinò al micio e lo prese di fretta. No, non siamo mai state amiche.
Accetto il regolamento
Sezione A
Nessun timore
Giacomo si avvicinava spesso quando, la sera, decidevo di leggere un buon libro sorseggiando un bicchiere di buon rosso. Era un’abitudine consolidata, oramai.
Ancora oggi penso al perché del suo avvicinamento. Era forse per il calore del focolare? o per uno strano sentimento che ci univa, coinquilini di un castello in rovina.
Una sera, Giacomo non si avvicinò a me. Passò un’ora, due ore. Andai a cercarlo.
Accetto il regolamento. Partecipo alla sezione B
Poesia
Raffinata immagine
di lei
presente
sul sofà
del mio fingere.
Risiede
nel lungo
maestrale.
Il vagabondo
la assapora
nella via.
Il medico
la distingue
nella plastilina.
Ludmilla Elegant
Accetto il regolamento. Sezione A
Strega
Incerta cercavo il cerchio della mia magia. Non avevo conosciuto mia madre e mia nonna mi aveva insegnato tutto. Era importante creare un cerchio della magia. Ed io mi accingevo a farne uno senza l’aiuto di alcuno. Rose canine, acqua di palude, rospo della Malesya, chicchi di grano duro. Ecco gli ingredienti, ecco la pozione.
Il cerchio della magia era stato aperto.
Invidia
Rosso
il papavero
invidia
l’innocenza
della margherita.
Bianca
la margherita
invidia
la passione
del papavero.
Accetto il regolamento
Sezione B
Marco Pelo, poeta
Accetta il regolamento per la sezione B
“Il foglio”
Il foglio
sostava leggero sulla scrivania.
Lungimirante,
osservatore della realtà.
L’inchiostro palesava
la fulminea espressione
della mano dell’umano.
Ma il foglio,
sì, il foglio
era l’unico protagonista
della scena.
Tommaso Rati
Accetto il seguente regolamento
Partecipo alla sezione B, poesia
“Giallo”
Governare
Invano
Alberi
Lunghi
Lontani
Ormai
Luoghi
Lacunosi
Altri
Io
Governo
Accetto il regolamento per la sezione A.
“Foto ricordo”
Linda amava quella fotografia, non si separava mai dal poter fare un saluto alla sua adorata madre. Nella foto, infatti, c’erano lei e sua madre. Linda aveva dodici anni, e fra i suoi capelli un nastro rosso. Rosso anche il tappeto di papaveri su cui stavano sedute. Linda volle essere sepolta con quella foto ricordo.
Davanti al gatto
Agosto. Le mosche sono una persecuzione. Romeo, il nostro gatto, si è stancato di rincorrerle, mai che ne prendesse una.
Settembre. Le mosche sono decisamente di meno. Romeo, ieri, ne ha prese due, forse è stato il caso.
Ottobre. Le mosche non mi danno più noia. Ora è la pioggia che rende grigie le mie giornate. Romeo dorme.
accetto il regolamento, sezione A
Il gatto
Curioso, Diego
mangia del fieno.
Ah no, scordavo,
il fieno è terminato.
Curioso Diego
legge il giornale,
ah no, scordavo,
il giornale era in sciopero.
accetto il regolamento, sezione B
Gioia Mirra, accetto il regolamento del contest e partecipo per la sezione B
“Tartaruga”
Immemore
del suo passato,
del suo centenario anno.
Lasciva sulla moda
e sui pregiudizi.
La tartaruga
mangia.
La tartaruga
cammina.
La tartaruga
non si chiede
che farà l’indomani.
ALBERTO DIAMANTI
sezione B
accetto il regolamento
(poesia edita)
“IL LADRO DI SORRISI”
In campagna, in una bella casetta
c’era una piccola e colorata cameretta
dove un bambino felice e spensierato
andava a dormir, col cuore si allietato
per le fiabe che, con serenità,
gli raccontavano la sera, mamma e papà.
Una sera, dopo la solita storiella
il bambin si addormentò ; e da una stella
si calò giù un signore mascherato
che appena giunto in cameretta, trafelato,
fece rumor … essendosi svegliato, quel piccino
si spaventò tanto, poverino!
Ma quel signor, all’apperenza greve,
gli disse : “Scusa piccin… se poco lieve
sono stato nel venire giù…
ma io ti ho visto prima, da lassù
col tuo bel sorriso, bel bimbetto
per la fiaba che i tuoi cari ti hanno letto !”.
“Certo”, rispose, “lor tutte le sere
mi raccontan poesie, fiabe, avventure,
con serenità e con sì tanto amore
perché felice mi possa addormentare…” !
“Vedi bambino”, disse l’uomo scaltro,
“per ogni bimbo felice, purtroppo ce n’è un altro
nel mondo, che non sa
la sera cosa sia la felicità,
perché nessuno gli racconta mai
fiabe e poesie che, come tu sai
i tuoi genitori fan con te…
… e tu lo sai di ciò qual è il perché ?
Perché ci son tanti bambini soli al mondo
i cui genitor non sanno fino in fondo
che lor vorrebbero farsi raccontare
delle belle storie prima di dormire !”
“Capito ho questa cosa”, disse il bimbo…
“Ma tu chi sei? E perché giù da quel limbo
sei sceso giù zitto, con quel far furtivo
mentre io ero qui che mi addormentavo ?”
“Perché io, caro bel bimbetto,
vado dai pargoli felici, quando a letto
si sono addormentati… poi aspetto
che i loro volti mi facciano capire
che stanno facendo i più bei sogni, per carpire
solo un sorriso, per portarlo, sai….
a quei bambini che non ridon mai.
Or non ti preoccupare… dormi sereno,
perché stasera ormai ho già fatto il pieno
di sorrisi di tanti bei bambini
che potrò poi regalar a dei piccini
per allietare i loro rosei visi”.
… e d’improvviso scomparve così… quel “ladro di sorrisi” !
Nicola Matteucci, sez. B (inedita), accetto il regolamento
LA PROFETESSA
Ma di che mi lamento? C’è gente che sta peggio
così mi dico quando apro bocca
Di tutti quei sapienti sono io l’ostaggio
non vorrei parlare troppo ma mi tocca
So di chi dormiva sulla collina
e so che volevi una fossa più comune
Non pensare alla fine che si avvicina
non pensare alle tue lacune
Da quando ti conosco sei una menagramo
Fai quello che farebbe una tisana al giusquiamo
Da quando ti conosco dormi poco
Da quando ti conosco hanno messo il coprifuoco
Ma di che mi lamento? E’ la sfortuna
Se è il manico che fa l’assassina
risparmia l’ago a questa bollicina
So che racchiudi diverse donne
ma la questione rimane la stessa
So bene che anche il pomerigigo sarà insonne
perché lo perderò da un’altra profetessa
L’umana dimensione.
Tracciamo distanze
nel tempo frammentato
senza sapere dove,
limiti umani d’imprecisa comprensione,
dove il tutto in spazio vuoto è trasformato.
Voglio svestirmi da logiche terrestri,
frantumar lo spazio senza inganno
che cristallizza anime dolenti,
trovare il giusto raggio
tra i punti di confine.
Ma il tempo che scorre è superiore,
proietta il futuro di speranza
per cercare la smarrita
umana dimensione,
una parola giusta, un gentil gesto,
l’autentico sorriso che non chiede,
quella che tutti noi chiamiamo vita.
Sezione B accetto il regolamento
’Oro Rosso’’
Blu è il sapore celestiale del paradiso,
bianca è la profonda saggezza della terra,
argentata la voglia della notte ancora tornata,
rosa la primeggiante aurora assonnata
baciata dall’indimenticabile miraggio
del giallo respiro del sole vestito di maggio.
Effusioni di fragranze incendiate
da passioni rubate
bruciano i capelli del mondo
di tinte aranciate
che si sperdono
fra le braccia di chi
le ha abbandonate.
Leggo il cuore incantato
da uno sguardo innamorato
di cui la passione della tua corolla ti ha impossessato:
puoi nutrire di oblio la vista
di un poeta decadentista,
mentre dalla tua nera polverina
ottengo sulla mano uno strano tatuaggio
in cui ho ritrovato il mio coraggio.
Ti rivedo familiare
nell’ondeggiare in mezzo ai campi
dove ti svelo i miei passati rimpianti
e so che tanti uomini hanno errato su impervie strade
per osservare e cogliere da vicino
quel papavero dal cuore nero come la brace di un camino,
ma nessuno come me
è stato capace di conservarti
come un segnalibro
addormentato
fra l’oro rosso di quel prato.
Francesca Ghiribelli.
partecipo con la sez B accetto il regolamento
Sessa Sgueglia Cristina Pia
Le parole del silenzio
***************************
Conoscete la voce del silenzio?
quel ronzio ossessivo che brucia
nei timpani dell’orecchio..
pronto ad esplodere come
fuoco pirotecnico che illumina il cielo
e si confonde con le stelle.
Se alzando lo sguardo
vedete il firmamento danzare
cogliete le lettere brillanti
contengono verità..mai dette
superbamente conservate
mai rivelate…in questa aiuola
di terra di vite bruciate ..perché
di logos assenti!
Cristy2014
Sandro Pellerito ( sezione B ) accetto il regolamento (inedita )
Era il nostro tempo…
Del nostro passato
Resta una passeggiata
Sotto il sole di primavera
In una stradina
Di cemento e ciotoli
E una panchina
E un albero
Davanti ad un fornaio
Che facevano respirare
Fiori di pesco…
E profumo di pane
Sezione: B – Accetto il regolamento
DONNA
Donna,
dai tremori supini e dal silenzio di carne,
sbocci con braccia di mimosa.
Nella solitudine del tuo cielo,
intrecci gioie affilate e fossili del muto dolore,
mela di vita morsicata.
Rigeneri sul sogno duro,
nata tra le nubi e bagnata di luce,
purezza d’un vuoto azzurro.
Respiri umore d’erba,
allunghi le radici dell’anima nel soffio di terra.
Polverizzi incanti sospesi,
esisti nel sapore di piombo dell’amore divorato.
Succhi i ricordi dell’età,
le ferite dei giorni e delle notti,
vene d’ansia senza equilibrio.
Giri la chiave ossidata del tempo,
cerchi le memorie al portale,
un vento di tempesta tra le macerie fumanti.
Canti i cenci dello spirito,
colomba dall’incauto tubare,
profumo di primavera nutrito di speranza.
Donna,
dai tremori supini e dal silenzio di carne,
accogli l’esausto orgoglio della tua ultima festa.
Sandra Ludovici
Disperatamente
E poi succede che tutto
s’ interrompe.
Non vedi più volti
insanguinati,
non pensi più
a cosa ti metterai.
Non c’è abito adatto
per l’occasione.
Tutto diviene evanescente
e nulla
può più succederti,
dopo questo.
Almeno così credi,
perché domani
è probabile, invece, che
tutto accada nuovamente
e allora ti chiederai
se ci sarà mai
una fine, anche se
questo finire
trascina estremi finali.
Eppure tutto
continua a succedere
in una lenta e sconvolgente
successione di momenti
che ti portano via
un pezzo d’anima,
se pur possedevi un’anima.
E tutto continua
e nulla finisce.
Si trasforma in altro,
ma mai termina
la lunga sequela di fatti,
tragici scalini
verso il buco profondo
del nulla che ci attende.
Accetto il regolamento – Sez B
accetto il regolamento
sez B
© Intreccio
In un soffio
si sveglia la vita
tra le rotaie di un treno che passa.
Non si scompone,
allo sferragliare risponde
regalando profumi e armonia.
I gretti fastidi
si sciolgono
nel sangue del viaggiatore.
Il ferro e il papavero
respirano insieme
in un soffio.
SEZIONE B: POESIA
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Saula Astesano
La mia speranza
Dimmelo un’altra volta,
un’altra volta che mi ami e che senza di me non puoi stare.
Che se io non ci fossi ti sentiresti perso.
Su, dimmelo! Cosa aspetti? Io ho solo voglia di sentirtelo ripetere,
una, due, tre, un milione di volte!
Dimmelo, ridimmelo che per te sono importante!
Lo sai come sono, mi dimentico sempre di tutto,
quindi ripetimelo all’infinito, come se non ci fosse domani.
Dimmele quelle due parole!
Cosa credi? Che io vada già a dormire?
No, troppo facile.
Io preferisco stare li, a crogiolarmi nei pensieri e sperare in una chiamata,
in un “sono sotto casa tua”, in un ennesimo “ti amo”.
Perché io cosa sono senza la speranza? Io non sono nulla.
E senza te cosa sono? Probabilmente nulla.
Dunque tu sei la mia speranza.
SEZIONE A: SHORT STORY
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Saula Astesano
Yolo
Sapeva come stavo, sapeva toccare i tasti giusti e puntava ai nervi scoperti. Mi conosceva e in un attimo non guardai più il tempo, che passò, ora dopo ora, senza più fermarsi.
Ero terribilmente a mio agio e l’avrei voluto baciare perché in quel momento esistevamo solo io e lui. Il mondo fuori non era nulla, non valeva nulla. Il lavoro, i problemi, la famiglia,… Non avevano più importanza. Eravamo solamente io e lui e quello era tutto ciò che contava, solo quello.
Oramai ero completamente persa in quel nostro Mondo che solo un artista sa creare. Al tocco delle nostre mani sentii un brivido e capii subito che se avessi continuato così me ne sarei innamorata. Mi bastava parlare, scambiare risate, opinioni, riflessioni sulla vita con lui.
Mi accorsi subito che ero sua. Che il mio cuore era rapito da lui e da tutto ciò che lui poteva darmi. Luca era il ragazzo con cui sarei scappata in un’isola deserta e mi sarei nascosta da tutto ciò che poteva turbarmi. Era la mia ancora di salvezza, e quella sera, quell’unica sera fu una vera medicina, una cura alla tristezza che mi opprimeva.
Accetto il regolamento
Sezione A
MILLE PAPAVERI ROSSI
“… non è la rosa, non è il tulipano che ti fan veglia dall’ombra dei fossi ma sono mille papaveri rossi…” (F.De Andrè)
Milano, agosto 1944
I corpi giacciono con le bocche e gli occhi spalancati in mezzo alla piazza. Il selciato è ricoperto di sangue. Il caldo è torrido in quella mattina d’agosto. Madri, spose, sorelle, piangono quei giovani uomini, quasi tutti non ancora ventenni.
Corpi che nessuno può toccare perchè devono rimanere esposti al pubblico ludibrio.
Srebrenica, luglio 1995
Gli uomini e i ragazzi vengono separati dalle donne, dai bambini piccoli e dagli anziani.
In 8000 moriranno nel cuore indifferente dell’Europa. Le madri cercano ancora i figli tra i sacchi di plastica dell’obitorio. Una donna, annichilita dal dolore, stringe tra le mani il teschio di suo figlio e aspetta, da quasi vent’anni, che le restituiscano il corpo.
Urla il vento sulla collina di Srebrenica.
Lampedusa, agosto 2014
Anime senza un destino in fieri e sospese tra gli inganni del cielo.
Collane d’anime in brandelli, in lotta tra la vita e la morte.
Corpi che nessuno piangerà.
Sezione B – Poesia
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Quanto poco basta
ancora
per soffocare perduta
invasa
dal pensiero di te.
E quanto mi manchi,
e come si espande
il ricordo
nell’acqua del rimpianto,
per la solare armonia
del tuo contatto
per quei treni ostili
che ci separavano,
e le convulse stazioni
e abbracci inquieti
che già annunciavano
il ritorno.
E come severa incombe
l’ombra
dell’ultima partenza,
binari densi
di arcano spavento
su cui è fuggito
estraneo e inafferrabile
l’abbrunato convoglio
che non si può rincorrere.
Daniela Giorgini – Sez. B Poesia – Accetto il regolamento
Era per me
Ciò che ho letto
nei tuoi occhi
era Amore.
Ed era per me.
Spesso assillante
troppo gelosa
a volte scostante.
Ma era per me.
Che ti vorrei più presente,
ma anche distante
– sai essere destabilizzante –
ma non saresti più di così
importante.
Era Amore.
Non preteso, né implorato,
giunto quasi per caso.
Un sonetto, una rima baciata,
un’ode all’amata.
Ed era per me.
sessa sgueglia cristina pia
partecipo con la sezione B poesia
accetto il regolamento
L’arte di non mostrarsi …
******************
Se nel cuore racchiudi ogni cosa
Dimostrando di non essere quella
Cosa resta del bel modo di dire?
Sei sicura ? Forse è meglio mentire!
Travisare un sorriso amarognolo
Non fa bene al bumbum del tuo cuore …
Trasformare la persona che sono
In birillo che balza …
sempre in piedi ritrovar la tua palla …
un bel gioco … c’è poco da dire
marionetta su di un palco di molti
Sono io ..sono un’altra … non so?
Per adesso preferisco così!
Cristy2014-09-15
Nuvole vaghe
le nuvole vaghe a guisa di pegaso
o capra e in pacato risveglio
il sangue del tuo ieri connesso
alla vista del bimbo nel levarsi
dei piccioni in volo davanti
ai gridolini acuti e
più a lato
della piazza il vecchio
in carrozzina
tornato bambino a ricordarti
l’esistere parabola
di carne
nel pulsare dell’universo
e il conto degli anni
i voli pindarici del
sognare
Felice Serino
sez. B – accetto il regolamento
Il treno in corsa
Ho visto dal treno in corsa
com’è la mia vita,
tanti paesi e tanti colori
confusi, tanti pianti
e tanti dolori, ma il treno corre
come il tempo,
si ferma fugace e riparte
e va solo avanti,
non torna mai indietro.
Ho visto passare campi infiniti
ora gialli, ora bruni,
quanti pianti alle stazioni,
ora la bruma nasconde
l’orizzonte e azzera
l’inconscio, le emozioni profonde,
la mia anima è pura
e del niente ha paura.
Corre il treno ora forte
ora piano,
tra gli orti ammassati
ai binari vicini
sempre lucidi e uguali.
In un baleno
ho visto una luce nuova,
la luce dolce dei tuoi occhi
e il treno ha rallentato un attimo
con rispetto per potere
offrirmi un angolo di paradiso.
Ho colto quel sorriso,
ma… già le ruote impietose
hanno dato una spinta potente
al mio desiderio cocente,
e ora il treno corre di nuovo,
tra campagne squallide,
tra paesi immobili eppur vitali,
lontani e sconosciuti
con la vita dentro,
lontana dalla mia.
Emanuela Di Caprio, sezione B, accetto il regolamento.
LETTERA D’AMORE MAI SPEDITA
MARCO NOTARISTEFANO,sezioneb,accetto il regolamento
Passeggiando un dì
in un giardino
i miei occhi incontrarono una splendida rosa
Subito il mio pensiero
cercò velocemente un profumo tanto prezioso e raro
da chiudere ermeticamente con la chiave del cuor mio
e cosi decisi di accostarmi più vicino.
Mi chinai con l’amore che dentro porto
assaporai quella dolcezza delicata
sfiorai i suoi petali vellutati e ricordai
Ricordai i tuoi capelli profumati,
a te pensai,
a te
che sei cosi bella
donar questa rosa .vorrei
Rosa delicata
dal color rosso acceso
ma accerchiata da tante spine
corri veloce tra i maestosi cirri bianchi
e parlagli del mio cuore
fa che sia la mia stella.
e fai cadere le spine
perchè io possa tenerla nell’anima mia.
O mia dolce splendente stella
pensando a te sento tanto
l’ansia trasudare
Mi batte forte il cuore
Ricolmo di tanto amore
so che conquistarti sarà
troppo faticoso ma quelle spine
irte dalla paura
lentamente mi avvicineranno
a quel profumo unico e raro
di quella splendida rosa
che sei.
E ti chiamerò AMORE.
ELISABETTA PERRONI 18/09/2014
PER TE DONNA
per te donna
per la tua vita bruciata
dopo l’ultima camicia cucita
per te donna
maratoneta nel tuo paese
per la dignità di un popolo
per te
per il tuo corpo violato
per la maternità mortificata
pe r l’ anima calpestata
a te donna
che non abbassi lo sguardo di fronte a….
che sorridi ai pregiudizi
che non hai smarrito la strada
dedico questa ode
mentre loro, spogliati d’ ogni rispetto
hanno tra le mani solo una misera vita
Elisabetta Perroni – 2011
Silloge “Donna Papavero”
Sezione B accetto il regolamento
Danila Oppio sezione B accetto il regolamentoRecita d’un dramma
Ho respirato molto di più quell’ansia
Di raccontarmi di tutto quanto
Ti porta ad allontanarti
Allora vai
So che ami camminare tra la gente
E’ lo stesso desiderio mio
Ma vivo da reclusa
Esclusa
Avverto le carezze gelide della solitudine
Quasi ogni giorno della mia triste vita
Per questo non vorrei essere
Abbandonata
E non raccontarmi dei tuoi lunghi viaggi
Con un sorriso d’ironico compianto
Che già grava la mia anima
Abbrumata
Oltre ad avvertire ancor più pesantemente
L’imbalsamata solitudine in cui vivo
Cammino sola nella mia landa
Sconfinata
Non sollevar banali ingiustificate scuse
Che comprendo appieno certo
La ragion tua è vivere
Tra le muse
come l’incarto di una caramella gettato a terra
senza curarti di raccoglierlo
Butti via la nostra storia
Cestinata
Qui non ci sono più notti e albe e aurore
M’hai lanciata in rossastri tramonti
Come fossero laghi di sangue
E annegata
Vivi i tuoi giorni, e il tuo lungo e inutile viaggio
Dove ti porterà credi, non lo so davvero
Che importa se nel frattempo
Tutto si muta in nero
Che t’importa se cala il sipario della buia notte
Sul decrepito teatro, appassiti i fiori d’ibisco
Recito il mio ultimo monologo
E nella polvere svanisco
Danila Oppio
Valerio Nasetti
Sezione A
Accetto il regolamento
L’ONDA E IL MARE
Flavio ricorda. Due trilli.
“Pronto? Sono interessata alla casa. Quando posso vederla?”.
Ora davanti c’è Giulia, quella del primo banco. L’orizzonte come utopia. Dopo quindici anni torna a scorgerla e da Lacrima diventa Mare. Sale, s’ingrossa, cresce, inonda, dilaga, straripa.
“Resta qui con me”.
Flavio per Giulia, un natante. Ma quella volta era il Mare e lei l’Onda. La passione tracima, il Mare emana il proprio odore, i corpi attaccati, poi una disarmonia femminile. “Sto per sposarmi”.
Allora il Mare si ritira, torna calmo, liscio, steso. Guarda il cielo, vede l’infinito. Sorride. Da qualche parte c’è: l’altra sua metà.
Il Poeta.
Non che fosse un gran che
anzi, strampalato oserei dire.
Fulminato!
Fuori dagli schemi.
Pareva un artista di strada, che ad ogni angolo delle vie cercasse se stesso, e si imbatteva sulle persone per dare un po di se, con gioia e con occhi velatamente
tristi, ma per lui la tristezza, è vita conoscenza scelta.
Spesso quando lo guardo credo di essermi imbattuta in un vecchio menestrello
che offre la sua storia e le sue poesie per acquisire poi le storie degli altri, ma a differenza lui
non chiede
non domanda.
Osserva.
Osserva ancora con quello sguardo disincantato, quasi fuori dalla realtà e lui la conosce bene la realtà, lo dicono i suoi occhi, perché ogni tanto quegli, occhi guardano il suo cuore e capiscono all’unisono che la sofferenza
c’e, la si vive
per poi trasformarla in
Poesia.
Urania Scarpa
sezione B
Accetto il regolamento
INNO ALLA SCUOLA
La scuola è…
è speranza e libertà
è progresso e civiltà.
È bello essere a scuola
tante cose imparare
tanti amici incontrare
e nel mare della cultura navigare.
È bello essere sulla barca
della scienza il sapere
della matematica il calcolare
e delle lettere il pensare.
È bello scacciare l’ignoranza
sempre allo studio ritornare
per crescere nell’avvenire
e il tuo spirito arricchire.
La suola è…
è anima
è vita
è memoria.
La scuola è…
è oasi di pace
e conquiste di umanità.
Sezione B – accetto il regolamento – domenico pace
Furcas Anna Rita
sez.A accetto il regolamento.
MARE.
Eterno tumultuoso
nido di venti
agita il mio animo
dove
l’eco della tua voce
mi imprigiona
come tempesta
di sole e sabbia.
Perennemente
mi invita
verso un canto
selvaggio
il tuo ricordo
al largo di albe
di fuoco e schiuma.
Il mare…
Katya Fochista 24/09/2014
SEZIONE B= POESIA
ACCETTO IL REGOLAMENTO
“Mi Abituai alla tua assenza”
Mi abituai alla tua assenza,
a quel furioso andirivieni di ricordi
allorché affondavo in ogni sanguinoso solco
che tu scavavi nel mio ventre malato.
Mi abituai poi che un Santo
mi offrì la sua fede
ch’io intimamente accolsi.
Piangevo allora sugli orgasmi omicidi
e il mio biasimo divenne preghiera…
E tu ancora mi scavi la fossa,
o malaugurato amore,
ignaro della mia resurrezione.
VORREI ACCAREZZARTI IL CUORE
Se non percepisci l’aria agli angoli della bocca
come un soffio sottile e un bacio del sole
Se non comprendi che ho armato il cuore
per dare spazio ai sentimenti e una casa all’amore
Se non vedi che la rosa del mio giardino non trova pace alle lacrime
nel sentiero che hai costruito nella carcassa esanime
Mi chiedo a cosa serva la mia attesa
per restituirti quel bacio di sale nella vita a ritroso
tra lande e distese di sabbia macinata a mortaio,
incessantemente appagato nel suo operare,
e fingere immagini che non hanno tempo
se non quello stabilito dal tuo macchinoso orgoglio.
Vorrei toccarti nella penombra lasciata dalla luna
e accarezzarti il cuore per renderlo docile,
dissetare i tuoi occhi privi di rimpianto
affinché le lacrime possano trovare un varco
tra il mio mondo ed il tuo.
Anna Minicucci
Sezione B – accetto il regolamento
Sarà
Sarà la luna
che mi vuol parlare
o io che mi voglio emozionare.
Sarà la notte che mi vuol cullare
o io che non so parlare.
Sarà la gioia
che è venuta a bussare
o io che ti voglio amare.
Sarà quel che sarà
ora sono fra le tue braccia.
E’ tutto ciò che conta
Patrizia Benetti poesia
Accetto il regolamento.
Sezione B
Maria Scarico
sezione B – accetto il regolamento
Ricordi
Ricordi amore ricordi
che risunuano piano
nell’angolo in cui li ho confinati…
diventano impetuosi e prepotenti
se provo a soffocarli.
Ricordi? Eravamo uniti in un solo respiro…
tanto da confondere il fiato
e sconvolgere le menti,
non ti ho avuto ti ho attraversato,
penetrando nel tuo essere
assaporando ogni battito, ogni infinito bacio
e ogni tenera carezza.
Ricordi che tremano in gola,
che lasci cadere sulle mani
che sfiori, che chiami, che cerchi…
Ricordi amore ricordi.
Sezione A: Un racconto breve
Un ragazzo e una ragazza di terre lontane, si incontrano su una spiaggia tropicale, ma a prima vista si detestano.
Una sera di fine estate, si reincontrano.
Lui piangeva, lei sentendolo piangere gli si avvicinò e gli si sedette accanto.
Sentiva che voleva parlare e senza chiedergli niente lo lascio sfogare, mentre lei ascoltava in silenzio.
Poi si guardarono negli occhi e da quello sguardo capirono che l’amicizia che stava nascendo quella sera sarebbe durata per la vita ed erano felici, per essersi trovati.
Accetto il regolamento.
Ancora non riesco a dimenticare l’ultimo papavero rimasto in quel campo di grano
Marisol aveva appena diciotto anni e vagava di sera per la città. Mi aveva raccontato che da piccola un parente aveva abusato di lei e da allora, ogni volta che qualcuno si metteva sul suo corpo, lei chiudeva gli occhi e immaginava di trovarsi in un campo di grano, fra papaveri rossi mossi dal vento. Poi, quando tutto era finito, si ritrovava fra le mani frammenti di petali di quei fiori. Mi piaceva credere a questa piccola magia e mi sembrava di sentirlo il velluto dei papaveri scivolarle sulla pelle delle mani mentre imprimevano all’interno delle pieghe sfumature di un intenso scarlatto. Quelle tracce di colore racchiudevano tutto il suo dolore, regalandole per pochi istanti un evanescente sollievo.
E una notte il suo corpo sussultò per l’ultima volta. E sulle sue labbra si disegnarono per sempre enigmatici disegni purpurei.
Seguendo l’auto dove era rinchiuso il suo feretro, scorsi fra il bagliore del sole accecante di quella mattina d’estate, una corolla vermiglia piegata dal vento. Mi mancò il coraggio di cogliere quel fiore solitario. Se lo avessi fatto, fra le mie mani sarebbe appassito l’ultimo ricordo di Marisol.
Domizia Moramarco
Sezione Short Story
Dichiaro di accettare il regolamento
La Luna Silenziosa
Sezione B= Poesia
Accetto il regolamento
Testo di Simona Baldi
Cerco la Luna guardando il mare
Non sento il rumore del vento
Solo freddo nel cuore
Vige in me il Silenzioso istante
Che ogni petalo di rosa
Riesce a lasciare.
Ogni forma ogni essere
Vivente
Con uno sguardo si penetrante
Non mi è indifferente.
Con quello sguardo dice un miliardo di parole
Solo io ne capisco il senso
Per il mondo invece
È solo silenzio.
Vivo la vita
Di ogni giorno
In serena armonia
Ma la notte soffri e non sei in sintonia.
Con il tuo mondo
Quel mondo incantato
Che tanto Amore un tempo di ha dato.
Nessuno sa, nessuno osa
Disturbare
Il tuo sonno e il tuo lento respirare.
Ascolta anch’egli il silenzio sottostante
E sospira interrottamente.
Di questi silenzio ne faccio tesoro
E nel mio cuore parlerò con loro.
Ora ritorno a guardare la Luna
Che rispecchia in se tutta la sua bellezza.
Illuminando così
Questo mare illimitato.
Aspettando che un giorno
Anche lui mi abbia parlato.
di Giuseppe Chico, accetto il regolamento del presente concorso, sez B
LE VISIONI DELL’INCONSCIO
Sperduto fu il luminar presagio
Che volle il fato immaginar
Come convien andar adagio
Quando l’inconscio si vuol raggirar
Ma invero nulla sia mai più veritiera
Di una fantomatica visione surreale
Se del razionar abbatte la barriera
E dal collo dell’inconscio risale
Perché quando visione è partorita
Dal basso più profondo inesplorato
S’affaccia un alchimia insaporita
Del profumo più segreto del Creato
Può l’ombra della paura ergersi padrona
Di un qualcosa che agli occhi appare strampalato
Specie se il passo del futuro suona
Il brano che la percezione del presente ha intonato?
Agli occhi di chi non vuol vedere
Ciò che non si capisce pare strano
Ma se all’impossibile ci riesce di credere
Anche il sacro diventa più profano…”
Luisa Recco, accetto il regolamento.
Partecipo alla sezione B
E le nuvole
E le nuvole
non erano mai
state rivoltate
Noi
uomini di ieri
non abbiamo luce
E le nuvole
non si erano mai
separate dall’aria
Luca Sillo, partecipa alla sezione B
MANTOVA
Città perduta
di cui celebri
poeti
narrano
La Mantova
nostra,
la Mantova vostra.
Generosa
nelle strade per l’amore.
Matteo Orti
partecipa alla sezione B del contest
Povero vento
Noi in questa epoca
noi in questo mondo
la cultura del progresso
la nascita della tragedia
imperano
imperiamo
Noi in questa epoca
compromessa da ieri.
Mattia Calone
sezione B
accetto il regolamento
LUCE
Noi di Luce
contornati
e beati.
Noi di luce del cielo
siamo cosparsi
Io mi giro
Tu mi guardi
Sei la mia?
Fiori di rosa, fiori di pesco
sì eri tu.
Diego Civita- Sezione B
(Accetto il regolamento).
“Quante croci” (“In vita”)
Stretta la fune,
strangolante il cappio,
ho esercitato le ore al viver d’affanno
eppur mi imposto all’inganno
a trarne sorriso,
d’uno sguardo spaurito
d’aver ancora subito
lo schiaffo in volto…
della croce ennesima delle croci,
perchè si desti..
dal male e dal dolore
una risata dolce e amara
che tagli l’oscurità
e tuttavia assorba
tutto il vuoto della mediocrità
e risucchi
l’acerbo sapore della volgarità.
Sicchè nel mondo che in natura rilega
la sua veste più sacra e bella
da custodir nel tempo con sacra cura
e racconti di croce in croce,
di storia in storia,
di passo in passo,
che tra il bello,il brutto della vita,
la strana calma,l’intensa gioia,la fuggente felicità,
a chi più a chi meno..disseminata di croci a vario peso
s’accende e ci tiene in pugno con tutta la sua furia!.
Alberto Castrini
S p e r a n z a
L’aria comincia a mancarmi.
E adesso lo so, perché questo è il nostro destino, ci è stato raccontato.
Possibile, mi domando ora, che sia vero?
É la fine?
Ricordo: mani terribili, si avvicinano ed a caso, proprio a caso, ci afferrano.
Altre erano vicine e di colpo sono sparite come per un malvagio sortilegio.
Devo trovare una via d’uscita, subito!
Attorno, le compagne gridano come impazzite, cercano di nascondersi.
Si accalcano, qualcuna è subito calpestata!
Deve esserci una via di fuga.
Avrò il tempo per trovare un passaggio che prima non c’era?
Gioia! Certo, lui può averlo procurato.
Sì, ecco l’uscita, la intuisco è in alto, dovrei farcela.
É dura ma provo.
Ora intravedo una nuova luce.
Ci sono!
“Ma guarda questa stupidina. Dove credi di andare, non sai che sei solo una patatina?”
sez. A – accetto il regolamento – Alberto Castrini
Alberto Castrini
Binari
È freddo nelle buie sere
sui binari,
non c’è pace fra i viandanti
passano, non stazionano.
Qualche lacrima,
un abbraccio frettoloso,
sguardi furtivi,
umanità raminga.
Partito il treno
il freddo aumenta.
È sempre inverno
per chi si lascia.
Non crescono fiori
tra i binari,
si è ancor più soli
sulle algide panche.
Per chi non si trova,
quanti treni
sfileranno ancora
traguardando lontano?
sez. B – accetto il regolamento – Alberto Castrini
INCONTRO D’AMORE
Quella fresca mattina di settembre
t’avvolgea puro il drappo dell’Angelica
ma oramai, stanca di viver per fuggire,
rallentasti per poi farti rapire
All’Orlando fu concessa finalmente
grazia d’osar le mani sullo corpo tuo
come abile pianista ottocentesco
cominciò a suonar ariose sinfonie
Attorno ai due fu re solo il silenzio
la musica avvolgea complice i lamenti
a volte l’una a volte l’altri avean il sopravvento
d’allora mai più arte così pura io rammento
accetto il regolamento, sez B
Accetto il regolamento in tutto e per tutto
Partecipo alla sezione B
Il mio nome è Aldo Quagliotti
La mia poesia è inedita
Il suo titolo è “Crepuscolo”
Sono belle le giornate tra gli assoni
A respirare il salmastro da ogni deriva
Mentre lo scoglio si frappone all’infinito
E si sfaldano le incertezze e gli obiettivi
Tutto è vivido, di nuovo
Tutto sa di cielo e di lavanda
Lo zafferano cui ho opposto una bieca intolleranza
Mi ricolora di giallo le mani
Come toccassi l’utero di un fiore
Sfiorassi le guance di un bambino
E rimanesse sul polpastrello il roseo
Mi rimanesse intatto il suono idraulico
Della lavatrice che mi diede corpo
Al crepuscolo
Le danze si travestono da ombre
E si sfracellano contro il sole
L’amore
È un diluvio universale
Allo sbottare delle ore grevi
Al canticchiare di versi sublimi
SONIA CAMAGNI 30/09/2014
SEZIONE B: POESIA
ACCETTO IL REGOLAMENTO
LITTLE STAR
Sei sensazione
la stretta che conclude un sospiro
quel cappio che alla gola
stringe un fiume.
Non sei ricordo
ma inquietudine
sei nausea
corpo che cambia
sei smarrimento, per me
che tra terra e cielo
non ho un faro
che dal farsi urgano
mi porti alla quiete
sulle rive.
Ti evocano note:
“twinkle twinkle little star”.
Chiusa in una scatola ero felice
piccola stella
di una sola nottata
sei scintilla che brucia
e lentamente consuma
la mia fame di luna
nel deserto senza sole.
Non potrò mai liberarti
little star
sei l’unico perno
su cui ruota il mio cielo
nell’attesa…
Luisa Ralli accetta il seguente regolamento e partecipa alla sezione B
Maldicenza
La Luna rispetto
al mare
ha un solo riflesso.
La Luna spalmata sul cielo
impera sulla terra.
Niente è più rotondo
della Luna.
Sono Marta Intimista, complimenti per queste iniziative ottime sia per il libro come premio sia per la lettura di tantissime belle poesie!
Partecipo alla sezione B con “Pantere”
Pantere
Occhi neri
nella foresta
son le pantere
con le loro fauci.
Veloci e graziose
non sanno il male
che l’artiglio dona
al povero
malcapitato.
Occhi neri,
manto nero,
la pantera assale.
Sezione B -accetto le norme del regolamento- Angelo Cosentino
Barbagli e spiragli
Sentimenti come spiragli.
Mento nel dichiarare
che sei un’ispirazione
sincera della mente,
sei l’espiazione verace
delle colpe arruffate
sul tuo soffice crine,
senti come mento
su avare parole
pane raffermo
del mio amore.
Sentimenti come spiragli.
Di vento affannato
nella corsa una malta
di bugie incancrenite
senti come mento all’alba
un piacere liberatorio
sulle labbra scompaginate
come fregoli alterni di piacere.
Sentimenti come spiragli.
Di luce che appaga
gli occhi a vagare tra le pareti
d’una prigione la tua arida
messinscena non giova
senti come mento stanotte
seduce la mia ombra come scure.
Sezione A – accetto le norme del regolamento- Angelo Cosentino
Mio nonno da lì a poco ebbe una delle sue crisi epilettiche che lo obbligarono a farsi da parte, senza dovermi imporre più la sua volontà. Fui libero finalmente. I miei genitori, infatti, erano morti quando avevo 4 anni e da allora ero stato costretto a studi severissimi per imparare a suonare il violino. Lo odiavo, ma sapevo che avevo tra le dita uno strumento utile per ottenere la fama. Non ne fui più sedotto. Crescendo, mi concessi di seguire altre strade e, ottenuto l’impiego di cameriere in un famoso albergo di ***, riuscii ad avere successo con ostinata spavalderia maschile presso le ospiti più attempate, sedotte dal mio fascino. Ben presto smisi di soddisfare le voglie di quelle sfrontate signore e decisi di dare una svolta alla mia vita. Mi licenziai e presi alloggio presso la signorina*** che odorava di naftalina e di sapone da bucato a buon mercato. Mi dettò le regole della casa e mi chiese in tono perentorio di non portare donne nella mia stanza. La sua moralità era sacrosanta!
Io non ebbi scrupoli a sedurre la cuoca della pensione che di notte riscaldava il mio letto col suo corpo grasso e prosperoso. La signorina sospettò…
PAROLE SILENZIOSE
Il sussurrio del vento mi culla
rubo l’anima ai tuoi pensieri
per giungere a te
Sorvolo il chiacchierio del mondo
navigo in mari di solitudine
Parlo al tuo cuore
su questo foglio.
I segni che lascio…giungano a te…
parole silenziose
di sogni spezzati
musica dolce di arpe
profumo di voli di rondini
voglia di fughe lontane
emozioni di un tempo
rimpianto di un amore
mai conosciuto.
partecipo al concorso sezione B ed accetto il regolamento
Partecipazione categoria B: Poesia
Autore
Nome: Alessandro
Cognome: Direse
Il sottoscritto dichiara di accettare il regolamento.
a
Io e la disabilità
La disabilità si sa è na carogna che non ha età,
A volte piccini, a volte già adulti lei arriva, ti piglia e non se ne va.
Non c’è un perché non c’è una ragione per la quale mi son trovato in questa situazione
A lei molto democraticamente diciamocelo pure,
non gliene frega niente.
Piano piano la si conosce e la si sopporta,
Beh sempre meglio che avere una suocera che ti aspetta fuori dalla porta.
Non c’è tempo per piangere o avere rimorsi,
Questa vita è corta e non da rimborsi.
Ci ho fatto l’abitudine e non sto a protestare
Ma questa società qualche commento lo lascia sempre scappare
Vivete la vita, vivetela bene
Tra sollazzi, risi o tra mille pene
Tra mille difficoltà son arrivato qua,
per dirvi con sincerità,
che in fondo sto bene anche con la mia disabilità
KATIA SCHIAVONE
20/02/59
SEZIONE B
ACCETTO IL REGOLAMENTO
VELENO
Perfida e nera
la morte
ti ha portato via…
Un dolore sconfinato
ha fatto brandelli
della mia anima
e fermato
il mio cammino.
Sono morta
e ascolto
il battito del cuore
scandire un tempo
che più non m’appartiene.
Perfida e nera
lei non m’abbandona
e mi porge il calice
di quel veleno
che goccia
dopo goccia
mi annienta
lentamente.
Alfonso Tagliamonte
Sezione B-poesia
Accetto il regolamento
“ Dentro di te, mi perdo”
Mi sono immerso nel
mare dei tuoi occhi.
Sentirmi dentro te
più di te stessa.
Mi stordiva il galoppo
dei battiti del cuore.
Nuotavo nel cristallino umore
circondato da mille
e mille stelle che
mi strizzavano gli occhi
ad ogni sguardo.
Eri dentro di me,
ma anche accanto e
ti vedevo, mi vedevo….
Oh Dio…..
Ormai era un miscuglio
un intenso miscuglio
di corpi, sguardi, baci,
e i sensi….persi.
La pelle inturgidita
In mille e mille brividi.
E il corpo, un solo corpo
bruciare in una
Immensa ardente fiamma
Ludovica Mannes, partecipo alla sezione A. Accetto il regolamento
Alba
Non avevo mai visto l’alba sporgersi dall’orizzonte del mare. Sono nata nella parte ovest dell’Isola Blue, e godo di mirabili tramonti sulle acque, sono miracoli naturali di incommensurabile bellezza.
Ieri, per la prima volta, ho deciso di intraprendere il viaggio verso la costa est, verso l’alba. Ho scoperto di aver un cancro, ho scoperto che la mia vita terminerà a breve. Ho un unico desiderio: veder le tenebre sparire all’arrivo del Sole. Mi piace pensare che, poi, anche per me sarà così.
Mario Antiochi, accetta il regolamento
Partecipa alla sezione A
“Lucia”
Mi viene in mente Lucia nel mentre della sera. Rivedo i suoi occhi lucenti davanti al camino. Mi viene in mente il suo odore, caratteristico dalla Puglia. Ci sono donne che nascono con una profumazione speciale, una scia di peperoncino le invade. Penso a lei quasi ogni sera, un ricordo vivo e incancellabile.
Accetto il regolamento, partecipo alla sezione B con la poesia Graffio
Graffio
Miao
Che graffio
Ma che fai?
Oh mio bel gattino?!
Miao
che unghie
affilate più di lame
Miao
che adorabile musetto
Un graffio che sparirà
con un tuo sguardo
amichevole.
Stella cadente
Lo sguardo al cielo
in alto mare
stella cadente
fammi sognare
portami là
dov’è l’amore
dove la notte
si arrende al sole.
Stella che fuggi
fatti inseguire
voglio arrivare
fino alla fine
del tuo viaggio
fammi afferrare
l’ultimo raggio
della tua luce
fammi annegare
nella tua pace.
Accetto il regolamento, sez B
Cielo grigio
Attimi di grigio bagnato
al centro della città immortale
ormai verso l’imbrunire.
Si appare e si è (volenti o nolenti)
solo quando il sole dà il cambio alla luna.
Averti avuto e non averti più
sarebbe la vita così come già è
ma io non amo le cose già scritte da altri
e per questo mi ritrovo ancora qui.
Piccoli led cinesi illegali (?)
si oppongono alle tenebre che incombono.
Migliaia di uccelli in formazione spontanea
aleggiano su ciò che appartiene anche a loro.
Io mi muovo lento, causa il mio addome-pancia
e anzi provo quasi a nascondermi a me stesso.
Addirittura, a questo siamo giunti!
Lento il tempo dei cicli infiniti
ripete la sua litania ossessiva.
Come si può sognare il primo fiore di gennaio?
I miei seni sono colline.
Fra la valle l’occhio vede
fiorire prati e illuminarsi il cielo.
Si alza in volo
il cuore nudo.
E’ crisalide appena nata.
Con ali leggere
sfiora i campi dorati
dove allegre ondeggiano
le spighe fra i rossi papaveri.
Domizia Moramarco
Sezione B Dichiaro di aver letto il Regolamento e ne accetto le condizioni
Nei campi dorati
a volte i papaveri spiccano
come sangue a gocce.
La terra è bruna
ma la luce è sempre presente
e dall’alto irradia
con il suo santificante raggio.
I papaveri ondeggiano al soffio
e strappano i loro petali
pur di partecipare alle onde.
Le colline sono un dorato pentagramma
ma è la pausa che grida il silenzio.
Ondeggiano i petali dei papaveri
strappati dalla vita.
Francesco Paolo Catanzaro
Sezione B Dichiaro di aver letto il Regolamento e ne accetto le condizioni
Luisanna Archi, accetto il regolamento e partecipo alla sezione A
Mesta
Teneramente il gattino si avvicinava, sul far della sera, alla poltrona davanti al focolare. Amava il caldo e come avrei fatto a biasimarlo, io ero sull’altra poltrona ad ammirare la maestosità delle fiamme. Mesta, una gattina randagia scivolava sulla neve del cortile vicino. Un tenero desiderio di abbandono e poi quel miagolio. Comprai una nuova poltrona con la gattina e vivemmo tutti e tre felicissimi.
IL TUO CIELO
E poi d’improvviso
quando riapri gli occhi dal torpore che t’invade
ti accorgi che basta un semplice riflesso di luce
a far male al tuo cuore
Spuntato dal cielo in una notte qualunque
rivela i contorni d’un sogno che muore
Sui muri sui dorsi e le case
rincorre le ombre
che non trovano pace
Vagano quell’ombre maliarde
come vecchie gitane
e rivelano arcani lasciando quel dubbio
che ti svuota di dentro
creando quei varchi
che t’ancorano al suolo
e t’assorbon la fonte tacitando l’essenza
E si tendon le mani sul nulla
a cercare falene disperse nel buio
e percorrono strade sconnesse
quei piedi
ormai scalzi
tracciando la via con china corvina
Il vuoto..
è un pieno fatto d’amarezze
e le carezze scarne ne danno la certezza
E mentre l’illusione attenua il dolore
e lo sfiorar umidi fili d’erba e il percepirne il profumo
appaga a metà il desiderio
volgi in alto lo sguardo
Un po’ come tornar a toccare il tuo cielo
sempre più presente sempre più pesante
sempre più colmo di cumuli di nuvole cupe..
ma che senza fine
riempie i miei pensieri di te…
ROSA LEONE
Sezione B
Dichiaro di aver letto il Regolamento e ne accetto le condizioni
Accetto il regolamento del concorso.
Ludovico Bianchi
sez B poesia
partecipo con “Erba”
Piango.
Rido.
Sorrido.
L’erba era onnipresente.
Un verde che
mi ricordava
l’occhio tuo,
ingenuo, mite,
vitale.
Sezione B – Poesia
E IO CANTO UN’ECO DI CONFINE
Ti ho visto cambiare viso
cambiare voce
cambiare le note alla nostra canzone
Le mani, piacevole inganno
ora come argilla
macchiano le ore alla notte
E io canto, un’eco di confine
sulla carta geografica
Ho la bocca profumata di vento
e qualche ora di vuoto per te
ma l’acuto è tanto sottile
che l’assorbe uno sbaglio
-un miraggio?-
qualche cosa di fragile
e franto
non vorrei sbagliare
forse sei tu
Rita Stanzione
Accetto il regolamento
Uguali e differenti
Sezione B Poesia
Credo
a tutte le parole
che mi dici,
alle storie raccontate,
alla tua voce soffiata
in notti stellate e senza vento,
ai guizzi repentini delle ciglia,
ai sorrisi
che oltrepassano le angosce.
Vivo
le rughe pennellate
sul tuo viso,
l’acume delizioso
di quei silenzi enormi,
le risa che sconquassano il cervello.
Amo
le mie distanze avverse
che mai son simili alle tue,
la seta di ogni singola carezza,
quell’acqua trasparente
del tuo fiume.
Voglio
cercarti nelle strade
del futuro,
percorsi sdrucciolevoli
in salita,
la pelle del tuo corpo
sulla mia.
Accetto il regolamento
ISABELLA VERDUCI
Cattedrali del cuore
Vedo
cattedrali del cuore
maestose, imponenti:
io sono così,
potente, sicura
nel mio granitico amore;
piccola donna
ho una cattedrale nel cuore.
Vorrei dirlo
quando mi sento un’elitra,
quando sono fragile,
gracile,
io che sono libellula smarrita
che si disseta alla fontana
di una chiesetta in riva al mare…
Sezione B, accetto il regolamento
STOP PARTECIPAZIONE AL CONTEST
I RISULTATI SARANNO RESI NOTI SUL SITO E SUI NOSTRI SOCIAL NETWORK
RINGRAZIAMO TUTTI I PARTECIPANTI…
ED IN BOCCA ALLA GIURIA… :)