“La pulce nell’Orecchio”, album d’esordio del cantautore roerino Marco Giorio, in arte Mano

La Pulce nell’Orecchio”, album d’esordio del progetto solista del cantautore roerino Marco Giorio, in arte Mano. L’album esce con La Sete Dischi netlabel neonata de La Fame Dischi distribuisce e promuove la musica “fluida” solo in digitale.

Il nome d’arte Mano deriva da un segno particolare, ovvero un angioma sulla mano sinistra che Marco si porta dietro dalla nascita. Non per nulla Angioma Killer è anche il nome della band che lo accompagna sul palco.

Manita invece è  l’alter-ego rapper, la parte cattiva, cinica che compare a un certo punto nei concerti e in qualche episodio anche nel disco. La musica che ne deriva è perciò la risultante del conflitto interiore che anima queste due tendenze: quella più melodica, sognatrice e idealista (Mano) e quella più ritmica, spietata e realista (Manita).

Cantautore ma non proprio” è perciò l’espressione ideale per definire questo artista poliedrico, in grado di passare da una ballade struggente e strappalacrime a un rap marcio e asmatico.

 Si tratta di 11 tracks autoprodotte, registrate e mixate dallo stesso Mano nel corso del 2013 e, successivamente, masterizzate da Andrea Brasolin al MyBossWas Studio di Torino.

Diversi musicisti hanno preso parte alla realizzazione del disco. Oltre ai membri della band che accompagna abitualmente Mano nelle esibizioni live (Gabriele Agangi, Antonio Vomera, Simone Cravero e Cristian Longhitano), sono intervenuti il cantautore e scrittore Enrico Botti alla chitarra classica, Marco Piccirillo al contrabbasso, Cecile Delzant al violino, Matteo Cancedda alle percussioni e Andrea Pisano (già membro della noise band FUH) alle chitarre psichedeliche.

“Questo album per me rappresenta innanzitutto una sfida con me stesso: volevo vedere dove sarei arrivato con le mie forze e, per una volta, volevo essere il parafulmine di me stesso. – spiega Mano- È un sound a base di strumenti acustici ma contaminato da influenze diverse, che si rifanno ai miei innumerevoli ascolti. Non mi piacciono molto i dischi “monoemotivi”, con lo stesso mood dall’inizio alla fine. Il mio umore è vario e in continuo cambiamento, così come l’atmosfera delle mie canzoni. A volte ho voglia di divertirmi, altre volte mi va di esser serio, dipende dal momento e questo si riflette nella musica. Alle volte sono ironico, sarcastico, altre volte no. Le canzoni seguono, fin là dove possono, i miei sbalzi d’umore.”

L’artwork della copertina è stato seguito da una equipe di professionisti del mondo delle arti grafiche: Carlotta Platano (pittrice), Gabriele Agangi (grafico, oltre che musicista) e Alessio Binello (grafico e bassista dei Los Refusè, altra band di Mano).
Mano è il nome d’arte di Marco Giorio (classe 1983). Figlio di un fisarmonicista e sassofonista, ma autodidatta, comincia giovanissimo a suonare e scrivere canzoni. Nell’adolescenza fonda i Sambucus Nigra, con i quali esplora il mondo del reggae e del rocksteady, ma sempre in maniera molto personale. Successivamente, nel periodo universitario, fonda i Malaweeda, esperienza che culmina con l’esibizione al Rototom Sunsplash e con il disco “Effetti Negativi” (2007). Poi è il turno di Micapungo, progetto pop-rock contaminato, coi quali si esibisce un po in tutta la penisola, vincendo anche il concorso nazionale Rock Targato Italia. Dal 2011 è anche membro dei Los Refuse’, band di alt-folk in cui da spazio alla sua indole di polistrumentista suonando tastiere, percussioni e cantando, insieme a JacopoValsania e AlessandroPaletta, nel caratteristico trio vocale. Nel 2012 comincia l’avventura solista. Inizialmente si esibisce da solo, chitarra acustica e gran cassa e in breve tempo comincia a collaborare con Gabriele Agangi (chitarrista de LaStanzaDeiGatti), con il quale stende la maggior parte dei brani . Successivamente entrano a far parte dell’equipaggio anche Antonio Vomera (bassista dei Movion), Cristian Longhitano (già batterista di Micapungo) e Simone Cravero (percussionista, preparatore atletico). Dopo due anni intensi di live esce il primo disco “La Pulce Nell’Orecchio” (La Sete Dischi). Questo lavoro e’ il coronamento di un periodo di esperimenti acustici e non, in cui Mano si cala nelle vesti di produttore artistico oltre che autore, curando dalle riprese al missaggio, affidandosi per il mastering alle orecchie esperte e chirurgiche di Andrea Brasolin (già trombettista nei Malaweeda, attualmente nella crew dei MartaSuiTubi).

 

 

Info

La Sete Dischi

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *