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Contest letterario gratuito di prosa e poesia “Amare oltre l’oceano”

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Persone sedute fuori per ore a sbucciare qualche frutto raccolto o buttato da altri perchè per metà guasto, tavolini rudimentali dove passano giornate intere a sbatterci sopra le schedine bianche con i punti neri del domino, gioco molto in uso qui,  bambini che giocano con pneumatici abbandonati tra cumuli di immondizia e carogne di animali morti che sprigionano odori nauseabondi per tutto il villaggio, donne con le teste avvolte dai bigodini che preparano il loro pugno di riso quotidiano, pensando cosa fare per passare un altro giorno di quella misera vita.”

Regolamento:

1. Il Contest letterario gratuita di prosa e poesia “Amare oltre l’oceano” è promosso dalla web-magazine Oubliette Magazine e dall’autore Domenico Galluzzi. Il  Contest letterario è riservata ai maggiori di 16 anni.

Il Contest è gratuito. Il tema è libero.

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2. Articolato in 2 sezioni:

A. Short Story in 200 parole (un racconto breve avente come limite massimo di partecipazione 200 parole, e come limite minimo 30 parole)

B. Poesia (limite 80 versi)

 

3. Per la sezione A si partecipa inserendo la propria opera sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con opere edite ed inedite. Per un facile conteggio delle parole consigliamo di scrivere la short story in un documento word e cliccare in alto Revisione, e Conteggio parole in alto a sinistra.

Per la sezione B si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con poesie edite ed inedite.

 

Le opere senza nome, cognome, e dichiarazione di  accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate. Inoltre NON si partecipa via email ma nel modo sopra indicato.

 

Ogni concorrente può partecipare in entrambe le sezioni e con una sola opera per sezione.

 

4. Premio:

N° 1 copia del romanzoAmare oltre l’oceano”, di Domenico Galluzzi. “Amare oltre l’oceano” è il primo romanzo dell’autore, edito nel mese di maggio 2014 dalla casa editrice BastogiLibri per la collana itinerante Oubliette Magazine. Il romanzo è un viaggio che trasporta nella Repubblica Domenicana con la piccola Marisol e con i cambiamenti importanti della sua vita.

 

Saranno premiati i primi due classificati della sezione A, ed i primi due classificati della sezione B.

 

5. La scadenza per l’invio delle opere, come commento sotto questo stesso bando, è fissata per il 2 luglio  2014 a mezzanotte.

 

6.  Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:

Alessia Mocci (Dott. in Lettere, redattrice e critico letterario)

Domenico Galluzzi (Scrittore)

Rebecca Mais (Collaboratrice Oubliette)

Irene Gianeselli (Collaboratrice Oubliette)

Cristina Biolcati (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)

Maila Daniela Tritto (Collaboratrice Oubliette)

Patrizia Delucchi (Lettrice)

 

7. Il contest non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.

 

8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.

 

9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per email: oubliettemagazine@hotmail.it  indicando nell’oggetto “Info Contest Amare oltre l’oceano” (NON si partecipa via email ma direttamente sotto il bando), in alternativa all’email si può comunicare attraverso la pagina fan di Facebook:

https://www.facebook.com/OublietteMagazin

 

10. È possibile seguire l’andamento del contest ricevendo via email tutte le notifiche con le nuove poesie e racconti brevi partecipanti al Contest Letterario; troverete nella sezione dei commenti la possibilità di farlo facilmente mettendo la spunta in “Avvisami via e-mail”.

 

11. La partecipazione al Contest implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.

 

 

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129 pensieri su “Contest letterario gratuito di prosa e poesia “Amare oltre l’oceano”

  1. Gobbo Stauble Nicoletta
    accetto il regolamento e qui di seguito partecipo nella sezione B

    Una finestra che danza

    Il mattino ha un respiro lieve
    ti sveglia piano la vita
    che canta dai rami

    E danza di Luce
    quando il sole si annuncia
    e dipinge sfumature su trasparenze
    che non conoscono sosta

    E poi danza di voci in movimento
    di vissuti confronti, sorrisi e richiami di bimbo

    E ancora danza di vento
    compagno silente che asseconda il tempo
    a scandire pensieri
    stesi ad asciugare emozioni a scorrere vita
    a sentir vigore nelle vene
    immota carne in attesa di nuova forza

    E dialoga il gelsomino
    tracciando invisibili carezze
    doni inviolabili che il cuore è timido a gradire

    1. Roberta De Tomi – Dichiaro di accettare il regolamento – partecipo alla sezione A con “Il figlio della luna”

      Il figlio della luna

      Era lontana. La madre senza braccia, che non era mai riuscito a cullarlo. Si era trovato, bambino, sulla spiaggia, a guardare quella creatura dal volto mutevole, ora d’argento, ora sorriso irrorato da una luce sanguigna. Il tempo era passato, freddo termometro con cui aveva misurato le fasi della sua crescita; ora, il ragazzo, quasi uomo, misurava la distanza nell’assenza dell’abbraccio in cui avrebbe voluto sciogliersi. Si mosse verso l’oceano per l’immersione. Era freddo, come il suo cuore e, mano a mano che avanzava, ne percepiva la profonda immensità. Il figlio della luna, con i capelli d’argento e i piedi in movimento, non si sarebbe lasciato fermare dalle acque. Avrebbe abbracciato finalmente la genitrice, beandosi di quel calore negato da sempre, e l’oceano l’avrebbe cullato con le sue onde carezzevoli, alimento per la sua stanchezza. Il giovane si abbandonò al sonno, tra i flutti che lo sommersero, per poi sospingerlo in alto, verso il cielo, verso la madre, senza braccia, ma, finalmente vicina.

    2. QUINZI LAURA 14.06- 2014

      Dichiaro di accettare il regolamento e partecipo con la sezione B

      Esser vorrei luna che trascorre

      Esser vorrei
      e rapire le stelle, poi
      farne uno stampo
      come fodera per la notte
      già inerte, che pende
      mangiata dal cielo.

      Esser vorrei e
      abbracciarmi di luna china,
      mentre impassibile, lei
      raduna gli esangui.

      Esser vorrei
      e starci di casa,
      bere gli aloni argentei,
      e sulle palme
      uno spicchio di infinito.

      Esser vorrei
      la luna che trascorre,
      per concedere al tempo
      lo spazio.

      Dunque, al suo arco io
      mi incastro,
      nell’infinito volteggio
      di seccate molecole.
      .

      1. QUINZI LAURA

        Accetto il regolamento e partecipo anche nella sezione A
        con il racconto:

        Mia madre, donna e compagna

        Mia madre mi chiese se ero rientrata quella notte
        io glielo avrei voluto dire, ma decisi di non farlo.
        Lei mi guardava severa
        occhi amari, pieni di amore mal nascosto, che scivola addosso.

        -Ti hanno cercata, chi è?
        – Niente, uno che mi vuole
        – E allora?
        -Digli di non cercarmi più, che non ci sono.

        Gli occhi di mia madre, azzurri come il cielo sereno
        trasparivano l’anima in tempesta.
        Silenzi di carta tra noi e intesa di donne sole
        fatta di dolore umano.

        Si, mi scaldava il suo dolore e il mio la uccideva, sempre.
        Madre – cara -sei tu la poeta
        la leggiadra, la rivoluzionaria
        io no, solo un tuo riflesso
        specchiato nei miei occhi di cielo.
        A queste parole, lei mi amò.

  2. Luciana Raggi
    Accetto il regolamento
    Partecipo col racconto “Ero torta, ero divano” alla sezione A

    Ora che l’oceano ci divide lo comprendo.
    Era un amore che non si nutriva di parole. Non era vero amore.
    Ero per te agghindata e profumata, sempre a disposizione. Un animale da compagnia.
    Ero una torta, dolce e ben decorata. Pronta se ti veniva fame.
    Ero un divano, su cui riposare, su cui riversare la pesantezza del quotidiano.
    Ero torta, ero divano. Mi vezzeggiavi ma non mi amavi.
    Ora che la distanza ci separa lo capisco bene: vivevo nella mancanza, dimenticata anche da me stessa. Nel mio presente è rimasto un vuoto, il vuoto di una felice assenza.

  3. Luciana Raggi
    Accetto il regolamento
    partecipo alla sezione B con la poesia “Migranti notturni”

    Migranti notturni

    In questa notte leggera
    profumata d’ombre vitali

    migrano le idee.

    Nel presente avanza un nuovo antico
    fuggito per difesa

    da fragili sistemi
    di tubi scollegati

    fra sbuffi sincopati di passioni morenti.

    Nel tremolante lamento del vento
    si disperdono i pensieri

    senza riserve di ingenuità e di stupore
    incidono le cortecce

    con fragili parole risvegliate

    nelle pagine del tempo
    che distrattamente hai aperto

    senz’appetito.

  4. Astesano Saula,
    accetto il regolamento e partecipo alla sezione A:

    Nulla è la fine, nulla termina. Non esiste la fine, perché la fine non è mai la fine.
    La fine è sempre seguita da un’altra cosa. Io ho creduto davvero nella fine, e non credo di essere l’unica ad averci creduto.
    Probabilmente ognuno di noi, nel profondo, ha creduto in una fine.
    Chi come me, per un tradimento, chi per la morte di un parente, chi perché semplicemente si sentiva solo. Molti credono ancora ora ad una fine.
    Che brutta cosa. Pensare alla fine, intendo.
    Pensare che nella vita non possa più esistere un sorriso, una gioia, un respiro di sollievo. Pensare che la vita abbia un limite, e voler arrivare a quel limite perché esausti.
    Io ci sono passata, e so come ci si sente.
    Da sola non credo che ce l’avrei fatta, ma per fortuna ad aiutarmi ho trovato la mano di Conio.
    Con questo non fraintendetemi: lui non mi ha salvata dal buio che mi ero creata intorno.
    Lui mi ha dato la possibilità di cambiare, ma tutto ciò che sono ora, la mia nuova vita, il mio nuovo sorriso, tutto questo, ce l’ho solo grazie a me stessa, e alla mia volontà.

  5. Rossana Lozzio
    Accetto il regolamento e partecipo nella sezione A con il racconto “Nessun altro che te”

    Eppure non ti ho mai abbracciato…
    non ero mai nemmeno riuscita a toccarti, prima di qualche mese fa.
    Non conosco l’odore della tua pelle, il sapore dei tuoi baci…
    non conosco i tuoi momenti bui, la realtà del tuo essere.
    Non so cosa significhi averti accanto
    e non so neppure quanto m’interesserebbe scoprirlo.
    L’unica certezza che ho è che, nonostante tutte le mancanze,
    ti sento più di chiunque altro abbia avuto al mio fianco…
    più di chiunque abbia baciato e toccato,
    più di chiunque abbia creduto di amare.
    Perché non sono mai stata in grado e mai lo sarò
    di amare un uomo che non avesse il tuo nome,
    quella luce nello sguardo, quella voce suadente e quell’incanto nel cuore.
    Nessun altro che te.

  6. Raffaele Rovinelli
    Accetto il regolamento e partecipo alla sezione B con l’opera poetica “TETRAGGINE”.
    Auguro ad ognuno di voi buona lettura.

    TETRAGGINE

    Veleno nero e nostalgico
    Come la notte,
    Sparso In tutto il corpo
    E sui vestiti di un giovane
    Accasciato a terra
    sconfitto,
    Inerte.
    Macchie cupe,
    tremendamente vive
    E palpitanti come colpi di mitraglia
    Nei suoi cenci sudici
    E sudati
    Caratterizzano l’illusione
    Di un omicidio non commesso.
    Bocca di tenebre
    Ormai resa
    Ancor più fredda
    Di uno scoglio ghiacciato e priva di vita,
    Screpolata
    E
    Spalancata
    Come in un grido
    Di assoluto e blasfemo terrore,
    S’adeguano ad essa
    Gli occhi,
    Che
    Spaventosi
    L’accompagnano
    Verso i mostruosi cancelli infernali.
    Le dita della mano sinistra
    Sono sporche,
    Intrise di quell’infima
    Ed atroce oscurità che ha inquinato
    L’essenza della creatura fino ad ucciderla crudelmente.
    Nel colpevole atto,
    Sadico
    E sudicio
    Di quell’iniquità inquinante,
    Che conduce dritta alle perfide porte dell’oblio,
    C’è una boccetta d’inchiostro
    Rotta,
    Uccisa,
    Rimasta all’interno
    Totalmente prosciugata
    Dalla sua spaventosa linfa buia,
    Che recide in due l’anima.
    Sull’antico tavolo
    E’ presente
    Un ruvido foglio
    Ricolmo di strofe dure,
    Crude e perenni,
    Che solcano
    all’ inverosimile
    Il limite truce e distruttivo
    Della Poetica
    Disperazione sentimentale,
    Malgrado l’ermetica descrizione
    Di un recondito
    E triste
    Tradimento subito.

  7. Mariella Mulas
    accetto il regolamento e partecipo alla sezione B

    “Le tue mani calici d’amore”

    Se vuoi inquietudine
    vieni, te ne offro
    a piene mani ….
    Sì rimbrotterai
    la mia follia,
    vorrai anche scansare
    il deliquio del mio sentire,
    e poi sbuffare
    delle manie d’infelicità
    che racconto..
    E forte mi dirai poi deciso:
    – Basta!!!
    Ho già di mio,
    pervicace nel mio sentiero,
    gramigna da ripulire.
    Infestanti momenti
    da estirpare
    in differenti terreni
    di tempo scostante,
    e da fertilizzare nuovamente
    con tepori di sole,
    da innaffiare di gocce
    di sorrisi incoraggiati,
    rubati al destino delle imprese,
    e inventare pure scorciatoie
    di prati sublimanti
    per far rifiorire cadenti sogni..-.

    E ti guarderò stupita,
    splendido d’ira,
    tenace di volontà,
    nei tuoi occhi ribollenti
    ugualmente scintille d’amore,
    ed io mi sentirò piccola … piccola,
    intrigante di seduzione,
    con l’inquietudine
    ad affogare nella tenera ilarità,
    mentre berrò le tue mani
    come da calici sensuali
    riempiti di te per me!

  8. La libertà della farfalla
    ————

    Esplode dall’eterno passato la malinconica dolcezza,
    non avvezza a gestire un simile folle estuario amoroso.

    La pressione del coinvolgimento
    sconsiglierebbe nuove poderose emozioni,
    ma il desiderio delle tue invocanti labbra,
    dopo l’autenticità del nostro abbraccio,
    sconsiglia il rimorso e l’infinito suicidio di non aver provato ad assaggiarle.

    Inconsolabilmente all’inverso
    nel presente, corro il rischio di dover accettare che tu,
    essendo solo tua,
    mi farai rabbrividire col gelido inverno della tua assenza.

    Per proteggermi
    dovrò dispensarti di me,
    ma se pensandomi odierai anche solo il timore della mia inesistenza,
    destandoci dall’orrore possibile,
    in ambasciata invierò l’armonico e delicato battito d’ali
    della mia ingenua farfalla,
    che ispirandoti il calore del mio sorriso,
    tramite i suoi delicati colori di libertà,
    ci adescherà nel suo eccentrico e luminoso volo
    senza fine.

    Giuseppe Carta
    Accetto regolamento. Sez B

  9. IL CORAGGIO DI VIVERE

    Se lasci che questa vita diventi un racconto

    Alla fine tutto vola al vento,

    Perché ho imparato

    Che così tutto è sprecato.

    Tu dici che non sempre si finisce così

    Ma questa volta si,

    stai tranquillo perché non mi arrendo,

    ma semplicemente mi difendo

    perché non sempre si comprende

    che tutti quelli come noi

    sono eroi.

    Borrelli Corrado
    sez.b. accetto regolamento.

  10. Anime alla deriva

    Il mare questa sera piange
    e le sue lacrime si uniscono alle onde
    in un abbraccio disperato
    mentre in cielo si leva
    il lamento degli Angeli.

    Sono salpati
    da terre devastate
    da urla
    di rabbia e di dolore.

    Alla ricerca di un po’ di pace
    si sono spinti oltre l’oceano.

    Guidati da forza e speranza
    hanno seguito il flusso del destino
    che li ha travolti
    con la sua veemenza
    e poi traditi.

    E adesso i loro corpi giacciono
    inermi
    nei profondi fondali.

    E il blu del mare li avvolge
    come un’oscura coperta
    e mentre sommozzatori la scuotono
    il vento trasporta le anime

    lungo il corteo celeste.

    Domizia Moramarco – Sezione B Poesia
    Dichiaro di aver letto il regolamento e di accettarne le condizioni

  11. Marisela Moreno Pérez

    Titolo: Come una danza.

    Per un istante ti guardo
    e le mie emozioni danzano
    un ritmo scatenante di sconvolgimento.

    Un andare e venire frenetico
    fa si che le tue guance quasi sbiadite
    e senza pigmento, divengono tutte colorate
    in un solo momento.

    Hai uno sguardo senza tempo.
    E bellissimo sentire tutta la tenerezza che ha dentro.
    Inconfondibile sentimento,
    è tutto per me in questo momento.

    Perciò me lo godo, lo sfrutto, me ne approfitto,
    perché è questo il mio momento.
    E così penetrante, io così lo sento.

    Ma si! Non devo stare qui senza far nulla.
    Ed è così che anche io continuo la mia danza,
    non è classica, non è moderna, non è titanica,
    è una danza controvento.

    Marisela Moreno Pérez
    Sezione B
    Accetto il regolamento

  12. Fabio Recchia
    accetto il regolamento sez. B

    Un sasso nel lago

    Ho gettato un sasso nel lago
    e onde senza voce si propagano lente e regolari
    sulla dorata superficie di un sole che tramonta
    e ignare del destino si infrangono e ritornano
    nel gioco ondulato del respiro silenzioso.

    La mia parola
    silenziosa
    si perde ondulando nel vento
    cercando un volto su cui infrangersi in sintonia.

  13. Claudio Di Paola

    partecipo alla sezione B
    accetto il regolamento

    A mia madre (3)

    ( il 20 di dicembre 1988
    e il 20 dicembre 2013 )

    Sei stata mia madre…
    ho iniziato ad esistere dentro di te e
    adesso sono io a portarti dentro;
    qui ti riconosco come la mia prima
    vera lunghezza d’onda dell’essere,
    fra l’avere e l’apparire.

    Tu eri mia madre…
    pezzi di carne consumata sui
    miei sogni, l’utero che ha
    spalancato le porte al mio
    primo vagito, testimone d’esserci.

    Ti sorprendo spesso come invincibile
    anima sul mio muro di gomma,
    come l’invisibile filo di
    Arianna fra trame e labirinti.

    Mi ricordo quando sei
    annegata nel pozzo dell’ansia;
    sei stata un lucido anticipo alla dipartita,
    la fine alla mia eccellenza,
    l’incubo silenzioso di una foglia caduta,
    l’inerzia di un filo spezzato.

    Istantaneo il tuo ritorno fetale all’ovile
    come fulmine che mi ha oscurato con
    la sua vampa che acceca.

    Nascere..?
    Morire..?
    Chi dei due sta al centro di cosa?

    Forse la vita è un giocattolo senza fine,
    colori radicali che si sciolgono
    oltre i veli del pensare…
    l’ottica di angoli sparsi.

    Adesso “sei”, attraverso un nuovo
    utero che ti ha dato l’eternità e fuori da
    queste sbarre colorate ti immagino che
    giaci fra le uova senza guscio.

    Claudio Di Paola

  14. Tra piedi d’arcobaleno

    Canto quando amo
    avvolgendo il mare …
    un raggio di sole
    tra occhi ricchi di poesia
    e tanta allegria
    mentre tu …
    ti vesti di verde campo
    solfeggiando
    il cuore di brace,
    impazzendo
    il sole argenteo
    tra piedi d’arcobaleno
    i visi d’aprile.

    Elena Spataru

    Sezione B
    Accetto il regolamento

  15. Vita di mare

    essere circoscritto
    nel tuo spazio ti sta stretto
    assumere come l’acqua
    la forma
    del suo recipiente ti deprime
    aneli come la sorgente
    alla sua foce
    amalgamarti coi fondali marini
    conoscere
    l’alfabeto dei pesci
    gli anfratti i fatti
    del giorno dispute e amori
    coordinate d’una
    vita di mare in divenire
    le tempeste che tengano
    l’anima tesa sul grido
    come achab

    Accetto il regolamento – sez. b
    Felice Serino

  16. Andrea POLO accetto integralmente il regolamento e partecipo alla sez. B con la poesia ” OCEANO”

    OCEANO

    E’ per questo fatto
    che non ha forma
    che si inclina
    che si capovolge
    che ha un solo piano
    ovunque si trovi
    e un suono
    a farla simile all’anima
    infinitamente piccola
    a una lacrima
    all’immenso oceano.

    Sta anche nelle nuvole
    nei laghetti
    negli stagni cheti
    scorre nei fiumi
    ma sua madre è un mare
    e solo a casa sua
    ha quel muoversi danzante
    in armonia con l’universo
    mentre fuori succede di tutto
    è anche umiliata
    nelle pozzanghere
    o le tocca d’essere
    l’acqua delle lacrime
    degli innamorati.

    Da dove vieni?
    Dall’acqua
    camminiamo lungo l’oceano
    e senti la sua profondità
    le onde
    si rompono sugli scogli
    quanto dolore è fuori di te
    perché tu possa crescere
    essere felice
    quando nasci hai già vissuto
    un giorno della tua vita
    non è un giorno di un bruco
    di un filo d’erba
    ne di una balena
    un giorno di un essere umano
    vale milioni di anni
    a mani aperte sull’oceano.

    Però
    dev’essere successo qualcosa
    ci sono guerre
    ci sono tombe di donne giovani
    ci sono bambini che non parlano
    se l’anima
    sbatte violentemente
    se non ci sono mani amorevoli
    a proteggerla
    da bambina si frattura
    le escono in un minuto
    millenni di poesia e romanticismo
    le escono migliaia di sfumature
    di un colore
    l’ultima volta era il bianco
    del latte materno
    per questo
    certi uomini se guardano il cielo
    sopra l’oceano
    non vedono niente.

  17. Angoli di cielo

    Frammenti di primavera,
    angoli di cielo
    tra nubi arroganti,
    magici mosaici di vita,
    girano nell’aria ricordi
    dolci e lievi,
    tra le ragnatele della mente
    intrappolo sorrisi
    ora spenti,
    colgo ancora visioni
    colorate di verde
    come un mare infinito.
    E stringo a me tutte le emozioni,
    le accarezzo prudente,
    non voglio perder niente
    di quel misero bottino
    di fatue reminescenze,
    le conservo
    con cura infinita
    come una madre
    il bimbo in seno.

    Emanuela Di Caprio, sezione B, accetto il regolamento.

  18. CORREVO ANNUNCIANDO UN AMORE

    Correvo annunciando un amore.
    Correvo annunciando un amore
    sotto la finestra della vecchia che svuotava il pappagallo
    del marito addormentato in un letto senza più segreti;
    correvo annunciando un amore
    mentre il lungomare, come un serpente,
    s’infilava nel seno di una montagna
    fuori dalla portata dei granelli di sabbia;
    correvo annunciando un amore instabile,
    fatto dello stesso vuoto che le madri col pancione cullano;
    annunciavo un amore schiamazzando come gli ubriachi
    quando del funerale sono rimaste lacrime
    che fanno crescere malerbe dalla la ghiaia del cimitero;
    lo annunciavo chiamandolo per nome, senza riguardi,
    come cantando una canzone i cui diritti d’autore
    sono riservati al Natale.
    Annunciavo un amore mentre lei tornava a casa
    coi pudici pensieri rivolti ai piatti non finiti di lavare.
    Annunciavo un amore rischiando di essere investito,
    incurante delle strisce ormai invisibili a notte fonda.
    Non finii di urlare finché il cielo non mi disse, stizzito:
    “Qui ci sono santi che domani devono lavorare”.

    Nicola Matteucci- Accetto il regolamento – sez b

  19. Davide Rocco Colacrai
    Sezione B
    Accetto il regolamento

    “California White”

    Siamo farfalle che si rincorrono per l’aria leggera,
    all’ombra di steli su cui riposano i sogni,
    tra tonde ciliegie di sangue,
    sotto il lenzuolo sgualcito del cielo,
    inseguendo l’eco del primo bacio che la terra da
    ai suoi figli;
    al dondolare celeste del vento,
    per le pieghe morbide del grano
    prima che sia pane,
    lungo le efelidi di un ricordo,
    al frinire di un canto al presente,
    sotto l’incontro fortuito di nuvole
    dietro cui ozia la luna;
    in un meriggio sincero come la voce del cuore,
    rorido di speranze e di attesa,
    che rende più dolce la calda quiete.

  20. Bruno Sportelli
    accetto il regolamento e partecipo alla sezione B
    LO SCOGLIO SUL MARE
    Su quello scoglio dove vedi sorgere il sole
    aspetterò.
    Aspetterò su quello scoglio scolpito dalle maree
    il tuo risveglio.
    Aspetterò che i raggi del sole
    diano inizio al nuovo giorno
    per innamorarmi sempre più di te.
    Seduto su quello scoglio accoglierò
    i nuovi colori che dalla tua acqua
    nasceranno sempre unici.
    E parlerò al mondo del tuo amore.
    La passione mi porterà a regalarti
    i miei pensieri che come baci
    lascerò al tuo immenso.
    E inventerai emozioni del tuo vivere
    a me che con occhi di bambino
    guarderò il tuo andare fluttuoso.
    Estasiato seguirò l’energia delle tue correnti
    che incontrano il mio sguardo
    assorto da mille esigenze fino
    al cuore d’innamorato che nel petto porto.
    Mi bagnerò nel tuo mondo per
    ricordare al mio di purificare l’anima mia.
    Che bello
    quando le onde correndo lasciano scie bianche
    mai uguali e sempre diverse.
    Onde che disegnano forme riflettenti
    in questa immensa acqua dai colori limpidi e caldi.
    E sembra uno scherzo del fato quando mi accorgo
    che sono identici alla forma dei miei capelli e sono felice.
    Su quello scoglio dove osservo la tua grandezza
    le onde inventano schizzi alti fino a toccare il mio viso
    donandomi la tua gioia di vita.
    L’onda diventa più grande quando senti
    la tristezza nel cuore bagnandomi copiosamente
    per cancellar i cattivi pensieri.
    Oh dolce mare
    in questi momenti ti amo ancor più e
    accettando l’invito ad amarti nuoto
    senza tempo in quel senso di libertà che mi doni.
    E su quello scoglio dove vedi sorgere il sole
    aspetterò anche la notte per sussurrare parole d’amore.
    Dirò alla luna di illuminare le tue maree
    lasciando la purezza dell’anima mia a sigillo
    dell’amore che per te provo.

  21. accetto il regolamento partecipo sezione B poesia

    Sulla riva dei sogni

    Lasciando che il tempo passasse
    Ho contato le onde
    Fra gli occhi dei nostri giorni di sole:
    dove l’alba ancora sa d’aurora,
    e il bacio è un altrove
    tra i sensi eterni di un miraggio.

    Colorando del grigio degli anni
    Le ciglia della luna,
    ho aspettato di rapire il tuo respiro
    per conservarlo in eterno
    nel ritorno della primavera.

    Volteggiando tra i fiocchi
    di una neve mai scesa,
    ho inventato le carezze
    per colorare di vita le tue guance.

    Non posso far altro che pregare
    Per dire al cielo
    Quanta nebbia ancora esiste
    Fra la realtà e la fantasia.

    Ecco, è proprio lì
    Che una farfalla bianca
    Spesso viene a trovarmi…
    …..Per posarsi
    Sulla riva dei sogni.

    E’lì che ti ho conosciuto,
    e nessuno potrà rubare
    le conchiglie che vi ho lasciato.

    Lo potrà fare solo il mare,
    quando saprà
    che le avrai raccolte una ad una:
    in quel momento allora
    potrò finalmente smettere di sognare.

    Tu, sarai la mia riva
    Ed io il tuo mare.

  22. Sandro Pellerito
    sezione B
    Accetto il regolamento

    SO CHE CI SEI

    Chiudo la porta ed esco un po’
    e guardo il traffico che c’è
    in questo sabato di pioggia,
    seduto in un bar
    E meno male che ci sei
    da qualche parte lo so che
    ci sei
    che esisti veramente
    Che hai sole negli occhi
    oppure neve sul tetto
    A volte credo di incontrarti
    in uno sguardo, una parola,
    una stretta di mano
    ma è solo un momento
    E quando immagino di te
    da qualche parte lo so che
    ci sei
    che esisti veramente
    che hai mare da guardare
    oppure pioggia senza fine
    che forse anche tu
    mi stai cercando
    ogni giorno
    tra la gente
    nelle strade del mondo
    Mi basterà
    un sorriso inatteso
    per riconoscerti

  23. Stefano Peressini

    Accetto il regolamento.
    Partecipo alla sezione B con la seguente poesia:

    Sarà forse quel tempo

    Leviga degli anni il volto
    quel vento rapido d’inverno,
    isole vuote gli occhi in facce
    come maschere incolori.

    Tutto si perde dell’ordine
    azzimato, nelle cose lasciate
    a penzolare come stracci
    dalle finestre scorniciate.

    Il tempo resta a ricordarci
    il nostro trapassarci senza slancio,
    la sistematica illusione
    di mille parole vuote.

    Sarà forse quel tempo il tutto
    e il niente, l’agognato liberarsi
    dalla stretta dell’onda, nella cedevole
    memoria d’un naufrago stremato.

    Il mondo da cui partimmo
    è macchia indistinta alle spalle
    punto infinitesimo d’un’idea sbagliata,
    imprecisato nome da dimenticare.

    Venga allora il lampo, la tempesta
    l’equilibrio nuovo degli istanti
    e il profumo delle storie vere, acqua
    che corre al mare e si rischiara.

    Ci tenti l’avventura, il volo, il varco
    l’intrinseco meravigliarsi nell’appartenerci,
    l’attesa del destino nell’amore, la casa
    ad aspettarci poco più in là del cielo.

  24. partecipo con il breve racconto
    accetto il regolamento

    la felicità

    E vissero felici e contenti, appena capirono che la felicità sta in ogni attimo degno di essere colto. La colsero nell’ attimo in cui lo sguardo dell’uno fu per l’altro. Si annidava tra l’onestà e la certezza dei loro sentimenti. Era lì ad attenderli, a sorprenderli e infine si mostrò loro nel suo aspetto fiero e degno. E’ così che si amarono per sempre.

  25. partecipo con la poesia
    accetto il regolamento

    Scatta….

    Il primo scatto:
    la meraviglia e lo stupore
    che supera l’incomprensibile sensazione
    che magnifica i sensi
    Secondo scatto:
    la gioia e la completezza
    di una felicità mai comparabile
    Terzo scatto:
    la consapevolezza e la fierezza
    di quel portento che riempie il cuore
    anche quello più desolato.
    Ad ogni scatto c’è l’amore più grande
    Amore di mamma…

  26. E … sognare

    Filtrava
    attraverso le tigliose imposte
    un etero raggio di luce …
    un brivido di freddo mi avvolse,
    mi destai.
    Fuori crollava la pioggia
    martellante
    sui tetti
    sui balconi
    sulle case.
    Fui invaso da un desiderio
    di tranquillità
    volevo obliare i problemi
    del mondo e …
    sognare.
    Ma come si può sognare
    in un mondo,
    dove il sogno è già
    realtà?

    partecipo con la poesia – sez B
    accetto il regolamento

  27. La notizia

    La chiamarono mentre sistemava la tavola. Il pranzo era quasi pronto, mancavano le posate da adagiare sui tovaglioli profumati di bucato quotidiano. Le urla provenivano dalla spiaggia, a pochi metri dalla casa delle vacanze che avevano preso ad affittare negli ultimi anni. Erano anziani, e soli, così quel mese lontano dalla metropoli avvolta da nuvole di smog, rappresentava il loro toccasana estivo. Una goccia scivolò dalla forchetta ancora bagnata e andò a posarsi sul piede scoperto dagli infradito. Allora capì. Seppe in quel momento che il mare lo aveva ingoiato con le sue fauci azzurre. Glielo aveva fatto capire un giorno, dopo l’ennesimo litigio, che se ne sarebbe andato nel mare. Aprì l’uscio, affondò nella sabbia, perse le calzature durante la corsa affannosa e raggiunse il gruppo di abitanti accorsi in massa sulla riva. Si voltarono verso di lei, ma la donna non si accorse di quegli sguardi smarriti.
    La sua salma era alla deriva. Era tornato così, pancia all’aria, gonfio come un pesce che non ce l’aveva fatta ad attraversare la corrente. Stella si avvicinò lentamente alla battigia, si accasciò al suolo e consegnò alle onde marine le sue ultime parole d’amore per lui.

    Domizia Moramarco – Sezione A

    Dichiaro di aver letto il regolamento e ne accetto le condizioni

  28. In viaggio

    Le mani strette
    a nodo sul treno
    in corsa il mio destino il tuo
    in viaggio aprire il finestrino
    ad ammirare alzarsi il giorno
    stendersi la notte mentre nasce un fiore.

    accetto il regolamento – sez B

  29. Sez. A Accetto il regolamento.

    La bionda
    Mi trovo sulla tolda di una nave..di legno..una nave vecchia.. da pirati .. ho una bandana arrotolata intorno alla testa, i capelli ne escono sparati, ispidi; una maglietta a righe; alla mia sinistra vedo.. un uomo, con bandana e maglietta a righe, un coltellaccio conficcato nella gola lo tiene attaccato all’albero; tutto è privo di colori.. in bianco e nero … immagini, fra Crepax e Pratt; sento un canto .. senza parole … di sirene. .. affascinante, si snoda ininterrottamente; sulla destra ci sono degli uomini, tutti morti con un coltello nella gola … ; due marinai vivi mi indicano un contenitore per il pescato dal quale proviene il canto; all’interno una sirena, bionda, dall’aria maligna; unico elemento colorato; perde la sua coda e continua a cantare .. per spingere gli uomini alla morte; si trasforma in una sorta di cilindro che compatta anche viso e capelli, la pestiamo con i piedi; il canto smette; sembra tornare la luce e il colore.
    Mi sveglio a metà, metto i piedi sul pavimento e continuo a pestare, nella testa una parola risuonante odio e rabbia: “La bionda, la bionda”. Sveglia del tutto … è una settimana che non fumo.

  30. ANGOSCIA
    Plumbeo questo cielo
    fatto di nubi oscure
    e di mille paure.
    Mare burrascoso
    come il mio cuore
    che non sa dove stare.
    E mi tormento
    coi piedi nel piombo.
    Mi siedo sul ciglio
    della strada
    a contemplare
    il mondo.

    Patrizia Benetti Sezione Poesia. B. Accetto il regolamento.

  31. Vortice in-verso

    Nuvole lievi
    nel cielo candido
    le mie parole in verso,
    delicate cantano
    d’incantevole universo,
    vanno veloci e poi
    alla mente s’appuntano,
    cercando e ricercando.
    E poi proseguono
    narrazione di emozioni,
    incanto e disincanto
    di rari istanti,
    di sale e sole,
    d’amore e mare,
    dolci e amare si nutrono.
    Squarciano il cuore
    e lo rinsaldano
    in giostra di elementi.
    Saziano l’anima
    e poi l’affamano
    in vortice inverso,
    in attesa di un altro
    imperdibile verso

    Tania Scavolini sezione B – accetto il regolamento

  32. In una eterna danza

    Mi bagni e mi disseti
    e sei già lontano
    che sento il calore dei raggi
    bruciarmi il corpo
    prima di accoglierti di nuovo in me
    a levigare i miei seni
    i miei fianchi
    e il mio ventre,
    ancora.
    E annuso il tuo respiro salmastro
    le mie orecchie non odono altro che
    il rumore del tuo ansimare
    nell’orgasmo
    pieno di questa eterna danza
    ancora e ancora.
    Ti allontani per poi ritornare
    non ti fermi mai che per l’illusorio istante
    del morire abbracciati
    che dal tuo distacco
    strappi via ogni volta un po’ di me.

    Non mi incanti più mare
    con il luccichio del mezzogiorno
    i tuoi rossori al tramonto
    la calma della notte
    perché sono terra e conosco
    il rumore delle lacrime che si infrangono
    come schiuma contro gli scogli
    e le custodisco finché tu possa portarle lontano da me
    una volta ancora
    ancora e
    ancora…

    Fabiana Petozzi – Sezione B Poesia
    Dichiaro di aver letto il regolamento e di accettarne le condizioni

  33. OCEANO

    L’ anima mia cerca pace, serenità;
    il respiro lieve come brezza marina:
    respiro cullato, ondeggiato.
    Ferme sono le correnti:
    non turbinio di acque, non falsi mulinelli.
    Tutto tace, tutto è silenzio;
    distesa azzurra davanti agli occhi:
    scia lenta, solca il mare,
    apre le acque.
    Il sole sorride dietro al vetro.
    La calma è nostra preda,
    mentre delfini danzano, saltanti,
    accompagnati dal tintinnio dell’onda.

    Sandra fedeli
    Accetto il regolamento e partecipo alla sez. B

    1. Annalena Cimino

      Accetto il Regolamento Sez. B

      NON AVER PAURA

      Non aver paura di amare,
      l’amore muove l’universo intero.
      Non aver paura di soffrire,
      la sofferenza ti rende invincibile.
      Non aver paura di piangere,
      le tue lacrime saranno affidate al mare.
      Non aver paura di ricordare,
      i ricordi saranno custoditi nell’anima.
      Non aver paura di sentirti solo,
      l’amore ti circonda sempre.
      Non provare rimpianto mai,
      ciò che è fatto con amore non muore mai.
      Non aver paura di tacere,
      il silenzio ti abbraccerà forte
      e ti sussurrerà…
      non aver paura
      non sarai mai solo.

  34. Arturo Alessandri.
    Accetto il regolamento. Sez B

    Ricordo di Melfi.

    Bentornata Caterina
    gli stivali di vernice
    traversarono la piazza
    del paese giovinezza.
    Menti vuote e corpi caldi
    s’incontrarono per caso
    dove il nome non contava
    e gli sguardi eran promesse.
    Raccontarti adesso è amaro,
    quale tempo avremmo avuto
    se tu sola fossi stata
    la passione di quei giorni?
    La, sul Vulture, si mosse
    delicata la tua mano
    si sforzò di coglier fiori
    che non vollero sbocciare.
    Impetravi solo amore
    nella gaia “casa rossa”
    dove tutto diventava
    dolce gioco di carezza.
    Non ti ho dato quasi nulla
    delle cose che chiedevi
    e son qui a ricalcare
    vichi stretti di rimpianto.
    Era il tempo del liceo
    della vita divorata
    delle voglie prepotenti
    che provammo a soddisfare.
    Chissà dove sarai ora
    di qual genere è il tuo amore
    tornerei se lo potessi
    ma ci riconosceremmo?

  35. Una città, una sera..

    Incontri di una sera
    fra viandanti,
    noi due
    che passeggiamo
    lungo il viale,
    bottiglie di birra rotte
    sul ciglio della strada,
    su spazzature immonde
    ed occhi di puttane infreddolite.
    Città
    che ci proteggi
    dai rumori,
    le palme che, snervate,
    si assopiscono,
    frustate da ruvido libeccio e parassiti.
    Il passo immacolato
    della notte
    imprime la sua orma
    nei pensieri,
    nel correre impazzito
    dell’inerzia,
    sul dorso martoriato della gente
    che fruga nei bidoni della fame.
    Sapevo fosse amore
    il tuo sorriso,
    città
    che mi catturi
    e che mi ammali,
    sorella maledetta
    e improvvisata
    nell’algida fessura dei tuoi seni.

    Sezione B- Accetto il regolamento

  36. Selene Pascasi – dichiaro di accettare il regolamento e partecipo per la sezione B

    POESIA EDITA “BRIVIDI NELLE LUNE”
    (tratta dalla silloge poetica “Con tre quarti di cuore”, Edizioni Galassia Arte)

    Nelle lune leggo brividi
    compatti, densi, vivi
    ovatte di attimi reali
    nati dal morso di un’idea

    E scrosciano impetuosi
    temporali di cristallo
    biologici universi
    figli dei miei sensi silenti

    Nelle lune cerco ipotesi
    matematici riscontri
    bavagli di un errore
    muto a grida di dolore

    E si asciugano ricordi
    fra bucati stesi al vento
    umidi e nostalgici
    in un gocciolio di vita

  37. Maria Carmela Dettori
    accetto il regolamento e partecipo nella sezione B

    QUEGLI OSCURI CAMICI BIANCHI

    Non so dove riposa il tuo cuore,
    in quale battito d’ali s’è fermato
    e non ha più ripreso il volo,
    non so in quale calice hai versato
    le ultime lacrime di dolore
    prima di cadere così sconfitto
    che nessuna pietà t’è di conforto,
    e non so dove hai dimenticato
    la tua fragilità quando nascesti nudo
    e le carezze hanno consolato il pianto.

    Ora nel rovescio del tuo camice bianco
    nascondi paure e frustrazioni
    mentre varchi la soglia del nostro limbo
    e lo trasformi in un inferno,
    per noi anime battute dal vento di tempesta
    del tempo e dei malanni,
    quale sorriso ti sia mancato non so
    per fare di noi i burattini
    del tuo perverso gioco
    e quale torto hai subito che ti ha tolto
    il coraggio d’esser uomo
    e di noi ti fai scherno e ridi
    quando la mano si leva e ci devasta.

    Noi rose ferite senza spine
    ancora innamorate di un profumo antico,
    noi ingombranti fardelli
    imprigionati nelle loro fantasie.

    Ma io ti vedo,
    nel deserto d’un sole spento,
    implume come passero
    nel grembo di tua madre,
    che ti trascini e ti nutri delle mie malinconie,
    ed è la mia pietà, adesso,
    che ad ogni sbattere di ciglia
    sarà la sola a farti compagnia.

  38. Dichiaro di accettare il regolamento del presente bando di concorso – sezione B – per partecipare con la seguente poesia:

    ANCORA NEI PARAGGI

    ancora nei paraggi di un addio tu sei
    ancora, prenotato allo stato di abbandono
    quando il tutto è parola e non più abbraccio

    analfabeta di cuore la chiamasti di notte
    tra il rumore sordo di un’estasi infeconda,
    dolcemente intenzionata ma dal residuo amaro,
    lei che candida si fece e diafana come di vetro
    e come di vetro fragile e, se infranto, sai che taglia

    così ora mi rinchiudo nella casa dei disastri
    e questa adotto come patria e scuola del mio cuore
    che, dopo ferite di vetro, balbetta quasi fosse il suo.

  39. Maria Carmela Dettori
    accetto il regolamento e partecipo nella sezione A

    IL PASSEROTTO

    Aveva ali bagnate, la pioggia e la neve le avevano appesantite, a stento le zampine si trascinavano, il capino basso, gli occhietti che si stringevano a denunciare la fatica così grande per un piccolo essere in balia del tutto. Ma non si fermò, pianse quelle lacrimucce che solo i passerotti sanno piangere, ma non si arrendeva. Il vento cercò di aiutarlo soffiando delicatamente sulla neve, ma desistette perché era così piccolo da spostarlo tutto, farlo sbandare e rotolare. Il cielo, impietosito, smise di far cadere la neve e disse alle nuvole di andare lontano. Non seppe più quanto camminò, il piccolo passero. Ad un tratto vide in lontananza degli strani fiori alti, dalle foglie larghe e un’enorme corolla di petali, lo stelo eretto, fiero e guardava in alto. Il passerotto lentamente si avvicinò e guardò dove guardavano i fiori, pian piano le sue ali si alleggerirono, la neve si sciolse e si asciugò e tutto il suo corpo riprese calore e vigore. Aveva trovato il Sole. Si librò in volo e posandosi sulla corolla diede un bacio proprio al centro del Girasole. -Nutriti pure del mio seme. C’è sempre un tempo in cui si rinasce-, gli sussurrò il fiore.

  40. Sergio Carrivale – accetto il regolamento sezione B

    – l’anima non esiste –

    quel che verso in queste righe
    è soltanto la placenta
    di un parto primordiale

    un abominevole conato
    del mio cervello
    che s’ingozza di follia
    in una realtà bulimica

    con le mani e con la bocca
    con gli occhi e con le nari

    e la mastica coi denti
    poi la sputa vomitandola
    su questo foglio

    inutile vittima sacrificale
    immolata alla superbia

    mentre io son qui
    che scrivo e razzolo
    in fetidi liquami

    l’anima
    è solo un capro espiatorio
    inventato dal poeta

  41. Paesaggio

    «A che pensi?». La voce mi rimbalza nelle orecchie come un dolce tintinnio di campanellini.
    Distolgo lo sguardo dal finestrino del treno. «A quando eravamo giovani. Guardavi il paesaggio e ti saltavano addosso monti, alberi, campi, automobili, persone… La vita in una parola. E tu meditavi sul significato del trascorrere del tempo. Ora ti fugge davanti una macchia confusa in cui è inutile cercare di distinguere le forme. Certo, è una nebbia di colori che ti stordisce, invitando la ragione ad abbandonarsi al sonno ma non mi piace. É come una droga».
    «Alcune cose non mutano mai» sorridono labbra delimitate da deliziose fossette. «Tu, per esempio, sei rimasto il solito brontolone. Considera, piuttosto, che tra meno di un’ora abbraccerai i tuoi nipoti: una volta ne sarebbero occorse almeno dieci. E due cambi».
    «Sempre saggia» annuisco. Abbasso gli occhiali, cercando iridi nocciola che sfavillano allegre di gioventù nonostante abbiano subito l’assalto di settanta inverni e altrettante estati. Mi abbandono al loro richiamo, sciogliendomi nell’abbraccio di un’anima il cui panorama mi affascina come il primo giorno che si donò alla mia contemplazione. Mi sporgo in avanti.
    Il ragazzo con le cuffie sussulta nel vedere due anziani che si baciano nello scompartimento.

    Accetto il Regolamento, sezione A. Marco Bertoli

  42. FRANCESCA LONGOBARDO
    NEL MARE
    Rocce si stagliano
    precipitano nel blu
    Onde s’increspano
    s’innalzano
    gocce, schiuma, travolge
    il mare, con una bianca veste
    Odoroso di salsedine
    ci avvolge e inebria i sensi
    creando vortici con maestria
    che si perdono quasi in un abbraccio
    tuffandosi nell’infinità del mare

    Accetto il regolamento
    Sez.B

    1. Accetto il regolamento sezione b

      Vuole solo amare

      Non ho bisogno di luce,
      per guardarti
      ed anche se stai in silenzio,
      riesco ad ascoltarti

      non è stato il tempo passato
      a poter sminuire
      questo amore fatto in divenire

      e non c’è niente che tu mi debba dimostrare
      il mio amore viene dall’anima
      ed all’anima non serve niente
      vuole solo amare

  43. Gabriella Becherelli/12/6/2014 accetto il regolamento

    Si espande
    il suono di un sitar
    lungo

    come il sospiro
    della notte

    di riflesso dall’ universo
    anni luce

    a passo di danza
    le creature veleggiano
    verso l’ infinito

    punto

    un soffio sussurra all’ orecchio
    parole d’ amore

  44. Mariella Mulas
    accetto il regolamento e partecipo alla sezione A:

    Seme per una follia

    L’origine, forse come seme che radica esponenziali eventi. Fu coincidenza o fato chissà.
    Due giovani per caso su una stessa via, ambedue, con sguardi un po’ straniti, si fermano davanti a una vetrina. Ed ecco scambiare sguardi, ecco prime parole, ecco sorrisi.
    Poi facile rivedersi e scoprire voglia di amarsi. E cercarsi in preamboli variegati di fasi di vita. Maturano, sposi, tra varie vicissitudini, si scontrano in ribellioni di opinioni ma si esaltano in ideali ferrei. Poi incontrano tristezza nei gironi delle amare difficoltà e delle delusioni sociali. Pure lottano e hanno sguardi ancora di premura e amano il loro tempo insieme. Poi il male oscuro entra a far parte delle abitudini. Con coraggio continuano, ma spesso persi in frustrazioni. Il Male raggira la ragione e la realtà non solidarizza con il loro cammino.
    E la mente di lui diviene ossessione e violenza, mentre quella di lei diviene terrore e silenzio.
    La notte ingigantisce ombre e fobie e, in quella maledetta, offre mano al delitto.
    Muore la paura, resta il suo sangue a disegnare sul pavimento l’amore ucciso senza un perché. E il ramo infine tende la corda avvolgente quel capo d’uomo che nella follia aveva posto anche l’ultimo respiro.

  45. Ludovico Manneris, accetto il regolamento, sezione A

    Malo uomo

    Le farfalle tropicali non erano mai state così acerbe nel loro volo. L’aria solfurata dalle industrie ricopriva le metropoli, i suoi abitanti e tutto il Pianeta Terra. Ricordo che quando ero piccolo, le farfalle erano coloratissime ed il loro volo comunicava morbidezza e semplicità. Ora le guardo con profondo rispetto.

  46. Accetto il regolamento, sezione B

    Anna Rita Melis

    Ombre di tutti i sessi

    Travagliate le vie
    Composte le panchine
    Il Sole piangeva lapilli
    e le ceneri percorrevano le città
    Esseri ombrosi
    si cibavano di argilla
    maledicendo gli avi

    Travagliate le vie
    nella cattedrale dell’uomo
    Composte le panchine
    lungo i fiumi del mondo.

  47. Luana Alessandri accetta il seguente regolamento e partecipa per la sezione B

    Camera a gas

    Click
    Clack
    Due volte
    Click Clack Click Clack
    Il giogo si percorreva
    sino al tramonto
    Click Clack
    Tre volte
    Click Clack Click Clack Click Clack
    L’alternativa
    nascondeva disperazione.

  48. Sezione A, accetto il regolamento, in fede Ernesto Civitelli

    Rapita

    Aveva sette anni, i capelli d’oro e le guanciotte rosa. Lisa giocava su cortile nel retro quando due uomini entrarono in casa e letteralmente si cibarono della madre in poche ore. Lisa fu risparmiata e rapita. Il ritorno del padre fu una desolazione dell’anima. L’acqua della piscina aveva cambiato colore, si era tinta di sangue ed ossa. Nessuno seppe nulla di Lisa.

  49. …Padre…
    sono venuto a cercarti…
    dove il buio mi accompagna…
    della tua paura…
    e delle tue bestemmie
    solo il ricordo…
    dove la fame…
    non era solo per te…
    terra rossa…
    dove la maestosità…
    degli ulivi…
    portava lavoro…
    di inverni freddi…
    chino per terra…
    in ginocchio…
    come preghiera…
    la raccolta delle olive…
    nelle mie piccole mani…
    il freddo di tramontana…
    mi spaccava le labbra…
    silenzio assordante…
    di uliveti immensi…
    dove ogni pensiero…
    può volare…
    e all’ombra…
    di questi ricordi…
    inarrestabile…
    il mio cercarti…
    e come da bambino…
    nel mio danzare…
    accompagnami nel mio…
    ultimo inverno.

    Pellegrino Grazio – sez B

  50. Rosa Bizzintino Sez. b accetto il regolamento.

    Rosa Bizzintino.

    Poesia. Il faro.

    E’ sempre solo
    il faro,
    ad illuminare e
    a schiarir la strada
    per i distratti e
    quelli che hanno perso
    la dritta via.
    La sua luce
    cade morbida
    tra le onde del mare
    nero pece e
    nella solitudine
    più scura se ne sta.
    L’immensità del mare
    senza confini gli basta
    quando, all’alba,
    spegne la luce e
    s’addormenta
    con il rumore delle onde
    che sbattono sugli alti scogli
    per poi scendere giù

  51. Massimo Chiriatti (Chirio, giocoliere del verbo)
    accetto il regolamento sezione B

    DEDICA

    Dall’albero di vita
    nascesti frutto inadatto,
    di dolce colore
    ed intenso sapore,
    ma il destino t’avviluppò
    d’un brulichio d’insetti
    che di nettare
    fecero marciume.

    Caduto,
    battuto ed abbattuto
    a terra risiedi.
    Eppur tu,
    attanagliato all’obolo d’oblio passato,
    avvinghiato a vincoli incompresi d’ignoto
    di domande e domani,
    ti dimeni
    in dilagante e languida
    richiesta d’aiuto.

  52. Alberto Diamanti
    mail : alberto.diamanti@yahoo.it
    “accetto il regolamento”
    Partecipo alla sezione B con la poesia:
    “LA BAMBINA E IL LUNGO STRADONE”
    (la storia dell’amore di una mamma per una figlia nello scenario dell’Olocausto della seconda guerra mondiale)

    LA BAMBINA E IL LUNGO STRADONE
    ————————————–
    “Mamma, mammina… perché tu non vedi
    che io sono stanca ? Mi fan male i piedi…
    Da ore noi stiam camminando quaggiù
    in questo stradone… che non finisce più”!

    “Amor della mamma… amor mia piccina,
    tienimi forte con la tua manina…
    tra poco saremo noi tutti arrivati
    laddove il destino e Dio ci han chiamati”!

    La bimba guardò la mamma sua, fiduciosa,
    mentre scendeva una lacrima rosa
    nel bel volto che fu, ormai sofferente,
    di madre che sa… di madre cosciente…
    che sa di dover esser lei la piú forte.

    Mentre porta sua figlia alla morte.

  53. Accetto il regolamento, partecipo con la mia poesia dal titolo “Ed era amore….”all cat.B
    Giuseppe Bennardo.

    Ed era Amore……..

    Ti ho visto sparire,
    come sparisce la schiuma del mare quando l ‘acqua raggiunge la riva,
    dissolvendosi poi nella sabbia ,
    lasciando dietro di se solo una striscia bagnata,
    come bagnata sarà la mia vita
    dalle tante lacrime versate,
    per un amore visto sbocciare e poi morire,
    senza far niente per poterlo salvare,
    perché proprio tu hai fatto in modo che
    nella nostra storia fosse scritta la parola
    fine.
    Un ultimo squardo verso quel mare senza confine,
    onde tumultuose si confondono con il mio soffrire,
    mentre il cuore è circondato da una corona di spine.

  54. Daniela Schirru –
    Sezione B. Poesia – Accetto il regolamento del concorso.

    … Echoes …

    Note di musica
    risuonano come echi
    nelle notti di luna piena
    emozioni
    come dissonanze magnetiche
    sparse dal vento
    nel mare agitato
    da burrasche sonore
    sprigionanti
    coriandoli di luce
    incandescente
    come schegge del silenzio.

    Daniela, 1. Agosto. 2013

    1. la poesia Ombre di tutti i sessi rappresenta la vita attuale,difficile da percorrere,irta di mille pericoli e ombre.Lodevole la rappresentazione poetica e il susseguirsi di immagini toccanti, che avvolgono il lettore in un triste quadro d’autore…bravissima e complimenti!

  55. Oltre l’infinito

    Mi trovo qui, in solitudine con l’oceano.
    Guardo avanti, chiudo gli occhi e respiro…
    Respiro profondamente la sua immensità.
    L’ immensità che per un sogno astratto divora
    un qualsiasi cosa. Divora un’onda, per esempi,
    Che può essere grande come l’amore che proviamo
    attraverso l’insegnamento della vita; onde che hanno
    Il movimento del cuore che commuovono, costituiscono
    tempeste e non danno risposte sagge ma solo imprevedibili.
    Perché in una sola parola possiamo nascondere tutto o niente,
    oltre l’amore di un oceano.

    Dichiaro di accettare il regolamento e partecipo alla sezione A con
    “Oltre l’infinito”

  56. Message in a bottle

    Impronte imprecise, seguendo gli avvallamenti della sabbia.
    Emily ha deciso di raccogliere le idee confuse. Ha lasciato Bruce dopo diversi anni di fidanzamento, una decisione maturata e sofferta.
    I capelli spettinati dal vento quasi le impediscono di vedere. La luce del sole è intensa e qualcosa attira l’attenzione. E’ una bottiglia trascinata dalla risacca e il sole sul vetro crea delle stelline luminose. Di bottiglie vuote capita di vederne, ma questa è diversa, non è la solita, contiene un rotolino di carta.
    Le scappa un sorriso tra incredulità e curiosità, si guarda intorno, è sola.
    Si vergognerebbe da morire se la vedesse qualcuno. La stappa come fosse uno spumante per brindare a una nuova vita, un nuovo amore magari.
    Le mani le tremano mentre trattiene quel foglietto.
    Ma non lo apre subito, chiede al cielo e al mare che possano regalarle un dono, non di preziosità, ma di lucidità per le sue scelte future. I gabbiani richiamano coi loro versi il suo sguardo.
    Una folata di vento e il foglietto le scappa dalle dita, ma non è delusa.
    Tra le mani trattiene qualcosa di più forte: la fiducia per la vita!
    E guardandolo volteggiare nell’aria, sorridendo riprende i suoi passi.

    Tania Scavolini sezione A – accetto il regolamento

  57. Lucia Lascialfari
    Dichiaro di accettare il regolamento
    Partecipo alla Sez B

    MIGRAZIONI

    Adagio nel tiepido cielo
    si svolge volo di migratori
    al sud, Africa sorella terra.
    Puntano dritte le ali
    ancestrali viandanti pungono i nembi
    e conducono sogni in stormi geometrici.
    Puntuali e solenni
    incontro al loro viaggio
    uomini migrano in mare.

  58. Rosaria Barbarinaldi
    Dichiaro di accettare il regolamento
    partecipo alla sezione B

    A te

    A te…
    che hai saputo leggere
    tra le righe
    increspate
    della mia singolare esistenza

    A te…
    mio prode cavaliere
    che spesso
    mi hai salvata
    dagli orridi draghi
    erotti
    dalla mia fervida mente

    A te…
    che col solo sorriso
    sollevi il mio cuore

    A te…
    mia fonte
    che sai come spegnere
    i miei iracondi istinti
    …sai come appagare le mie seti

    “A TE”

  59. Mare

    Esisteva
    Corrodeva con la sua forza
    interi continenti.
    Noi eravan nell’isola.
    Si mangiavano ostriche
    – a pranzo –
    frutta arcobalenica
    – a cena -.
    La notte.
    Il buio avvolgeva
    il mare.
    Onde ingrossate
    sulla laguna salata.

    Lucia Mesti sottoscritta, accetta il seguento regolamento.
    Partecipa alla sezione B

    (complimenti per questo concorso, ho letto anche le altre opere in gara e sono di ottimo livello, sarà duro vincere)

  60. Luciano Merti, sezione A, accetto il regolamento

    Faro

    Non restavo mai in solitudine al faro, nascondeva qualcosa di inquietante. Sin da piccolo ho sempre guardato al faro come un luogo misterioso e decisamente non invitante. Ricordo che la sera del mio nono compleanno con i compagni di scuola avventurammo le nostre spoglie al faro per una prova di coraggio: restare 9 minuti all’interno del faro. Mirko, il più coraggioso di noi, volle iniziare per primo ma non restò 9 minuti, bensì l’eternità.
    Ricordo vivissimo l’urlo che si sentì, era Mirko, ma nessuno di noi riusciva a muoversi, pietrificati dalla paura. Mirko era stato lanciato dal promontorio. Gli agenti hanno ipotizzato il suicidio, ma un bambino di 9 anni non avrebbe mai potuto farlo.
    Non sono mai stato da solo al faro, ancora oggi ho i brividi al solo pensiero.

  61. Luciano Merti, sezione B, accetto il regolamento

    Onde

    Le nuvole sorvolano
    le onde.
    Luccica la riva
    di conchiglie ed oro.
    Lui non parla.
    Guarda dallo scoglio.
    Ma non parla.
    Ha perso la lingua.
    Leccò un’onda
    e fu punito.

  62. Cristiana Messi – sezione B – accetto il regolamento (ringrazio Luciano per l’invito a partecipare, vorrei vincere il libro di Domenico, mi interesserebbe tantissimo leggerlo)

    Santo Domingo

    Sono
    Annegato
    Nel
    Torrente
    Oleoso

    Dove
    Ogni
    Mente
    Incontra
    Nessuno
    Gaiamente
    Oleato

  63. Oliviero Angelo Fuina
    Dichiaro di accettare il regolamento
    Partecipo alla sezione B

    La notte parla

    Quando tutto tace la notte parla
    con musiche a scolpire i miei silenzi
    e mai vorrei lasciarla per il sonno
    che grida del domani le sue urgenze

    Colgo dentro una nota quel sospiro
    che mille e più parole ha già irrorato
    e intrepidi pensieri nel cortile
    rincorrono carezze fino all’alba

    Ritrovo gli alfabeti più segreti
    e scopro curve morbide ai profili
    che tagliano lo sguardo a occhi chiusi
    per trattenere il sale tra le ciglia

    Ha tutta un’altra luce il vetro acceso
    ed ogni foto parla dei miei sogni
    tutto è più vero dentro ogni riflesso
    tutto ritorna dove è cominciato

    ma gridano lancette in basso a destra
    cercando di staccarmi da malie
    il sole già si muove all’orizzonte
    stirando le sue braccia a poche stelle

    Ritorno in passi stanchi al nuovo giorno
    tenendo tra le mani lieve impronta
    promessa di un abbraccio che ritrovo
    la notte, se la vivi, non tradisce.

    Nessuno tra la folla è ormai il mio nome
    Qualcuno resta sempre oltre il tramonto.

  64. Daniela Giorgini – Sezione B – Accetto il regolamento

    “Timido amante”

    S’appresta il cielo al tramonto,
    dietro una tenda di nubi
    il sole si nasconde
    come un timido amante.

    Ho ancora sulla pelle
    il calore della sua passione,
    lungo la strada che torna dal mare.

  65. Lodovico Ferrari sezione A Accetto il regolamento.

    PUNTUALITA’

    Dieci minuti.
    Osservo l’orologio a muro della cucina. Ancora dieci minuti precisi. Lo sguardo si perde fuori dalla finestra, nell’azzurro del cielo mattutino. Che meraviglia l’alba. Con la sua brezza fresca soffia via le angosce della notte. Per chi non ha dormito è il traguardo tanto atteso.
    Cinque minuti.
    Poco tempo, poco dolore. L’obiettivo è vicino. Stavolta sarò puntuale. Sono sempre arrivata tardi agli appuntamenti della vita. E li ho sempre mancati.
    Due minuti.
    Ci vuole precisione per fare le cose giuste. E io non le ho mai fatte. L’elenco dei miei fallimenti è lungo più di sei piani. Le lancette paiono ondularsi al mio sguardo bagnato dalle lacrime. Penso di regalarmi ancora qualche minuto in più ma a cosa servirebbe? Ormai la decisione è presa.
    Un minuto.
    Osservo il sole. Quando pare ancora annaspare nel mare di fronte a me, il primo raggio gli sfugge e rischiara la mia stanza di rosa. Respiro l’aria profumata di settembre con avidità.
    Pochi secondi.
    Si va. Mentre lascio il balcone alle mie spalle e l’asfalto attende di ricevermi mi accorgo di essere in ritardo. Ci vuole tempo per volare per sei piani.
    Anche al mio ultimo appuntamento arriverò tardi.

  66. Accetto il regolamento, Ernesto Pala, sezione B

    Luci

    Andiamo,
    siamo nell’oscurità profonda.
    Andiamo,
    avanti lungo la luce.
    Andiamo,
    qualcuno si è perso.
    Andiamo,
    non ci vedremo più.
    Andiamo,
    le luci si allontanano.

  67. Amalia Rossi
    Accetto il seguente regolamento
    Partecipo alla sez. B

    Ruvido mare

    Ancora l’alba,
    ancora la techno.
    I reduci del sabato sera,
    girovagare per la spiaggia.
    Ancora un’altra alba.
    Siamo liberi di vivere.
    Siamo liberi di ridere.
    Mani ruvide
    per il ruvido mare.

  68. Piccoli piedi

    Il ragazzo si guardò intorno. Nell’aria avvertiva il sapore della pioggia. Si abbottonò la giacca e con passo sicuro si avviò nella direzione che lei gli aveva indicato.
    Un attimo prima guardava le sue piccole mani che fluttuavano nell’aria ad accompagnare le sue parole di accusa. Anche lei era una del branco: si spostavano insieme inseguendo il nulla, da un quartiere all’altro, da un rave a una panchina del parco. Che colpa ne aveva lui se la musica di quella sera, due mesi prima, li aveva travolti? Prima era stato un bacio su un’odiosa melodia, poi le sue mani imprudenti in cerca di accidenti. Non lo sapeva lei che i guai si trovano anche al buio? E quella gonna corta che non copriva neanche un forse? Erano finiti in un mare di desiderio e lui non sapeva nuotare. Le salì addosso e non la lasciò finché non giunse a riva. Ora lo malediva di colpa perché aveva seminato piccoli piedi che si sarebbero spostati con lei, ad inseguire il nulla da un quartiere all’altro, da un rave a una panchina del parco. Vattene! Ha detto lei indicandogli la fine della strada! E a lui non è restato che obbedire.

    Accetto il regolamento – Sez.A
    Lella Pintus

  69. Trilogia

    Dita di velluto
    Sulla mia pelle ruvida
    Desiderio perduto
    Nella memoria torbida

    Offrimi acqua
    Che lavi la bocca
    All’urlo di pioggia
    Che terra non tocca

    Il passato non muore
    Il futuro si scosta
    Senza far rumore
    Il presente è impotente
    Tutto è niente!

    Accetto il regolamento – Sez.B
    Lella Pintus

  70. Luca Fremi, accetto il regolamento, sezione A

    Sola

    Lucia rientrava a casa la notte. Lavorava in una bettola del paesino in cui era nata. Non aveva mai visto il mare, ne poteva accedere alla scelta del programma televisivo da guardare. Lucia aveva 45 anni, non era sposata ed a casa un padre, troppo autoritario, comandava ogni istante della sua vita. Lucia non si era mai innamorata, mai aveva guardato un uomo con un sentimento di curiosità, le bastava suo padre. Le bastava quell’ignoranza. Lucia non vide mai il suo 46esimo compleanno. La trovarono sul fiume, come la Marinella di De Andrè.

  71. Accetto il regolamento, sezione B (poesia)

    Tam Tam

    Tam tam
    il ruscello in movimento
    Tic Tac
    una pietra sul fondale
    I rumori si equivalgono
    la foresta sussurra
    L’uomo acerbo
    ragiona di bellezza
    il verde degli alberi
    l’azzurro del cielo
    Tam tam
    l’acqua si è fermata
    Tic Tac
    abbiamo perso l’anima.

  72. LA BESTIA DEL MARE

    Scendo per i greppi
    Umidi di muschio
    Odorosi di sabbia.
    Altro confondersi di salvia
    E buchi nella memoria
    Sentire i profumi dei chiaroscuri di tempesta
    Nello sfiorire del cielo.
    Note di scirocco irregolari
    Ostaggio della tua assenza.
    Percorro di corsa questo tratto di sentiero
    In esanime luce di fine giornata
    Nel culmine delle linee che uniscono le onde
    In fondo all’orizzonte.
    Attraverso il silenzio nella penombra del mare.
    Raffiche di vento ora mi allontanano
    Uccelli nel tramonto risuonano in preghiera.
    Geometria di pagina bianca
    Questa spiaggia di fine inverno
    Dove potrò disfarmi
    Delle bestemmie del cuore.

    Gabriella Pison
    Dichiaro di accettare il regolamento
    sezione B

  73. Io sottoscritta Antonia Galante desidero vincere il libro di Domenico Galluzzi.

    Partecipo, accettando il regolamento, al seguente contest.

    sezione B

    Santo Domingo

    Sono
    Ancora qui.
    Non
    Tornerò a casa.
    Oh mare caraibico!

    Dovunque
    Ormeggi lo sguardo
    Miriadi di
    Illirici colori
    Notandosi
    Gongolano
    Ornati di luci.

  74. IL PRIVILEGIO DELLA SCELTA

    Si avvicinò alla foce e, per la prima volta, vide il mare. In quel punto le acque erano agitate e le onde gli mandavano addosso decine di pietre. Il rumore era assordante.
    si spaventò e scappò via. Per giorni e giorni ripensò a quell’affascinante movimento d’acqua e spuma. Gli sembrava la cosa più bella che avesse mai visto.
    Una mattina osservò attentamente il movimento delle onde, chiuse gli occhi, indietreggiò, agitò velocemente la piccola coda e si lanciò nel turbinio di fango e di pietre. Girò su se stesso parecchie volte e gli sembrò che la sua testa stesse per scoppiare. Quando pensò che non sarebbe riuscito a sopravvivere, tutto di colpo finì e si ritrovò dolorante e stordito là dove il blu diventava più intenso e l’acqua più fredda e profonda. Una barca a motore lo sfiorò ma per nessuna ragione al mondo sarebbe tornato indietro. Si voltò a guardare la foce. Le acque placide dello stagno erano più tiepide e sicure di quelle del mare ma il fondale marino era un mondo tutto da scoprire.
    Brulicava di vita.

    Dichiaro di accettare il regolamento. Sezione A

  75. Dichiaro di accettare il regolamento. Sezione B

    IL VASCELLO DEI FOLLI

    Avanza a vele spiegate
    sull’immensa distesa d’acqua
    il vascello dei folli,
    uomini e donne senza patria
    che la ragione ha spinto alla deriva.
    Ritorna la nave azzurra
    sospinta dal vento del coraggio
    cavalcando onde dove le parole
    non hanno più alcun peso.
    Sono abbastanza folli
    da pensare di cambiare il mondo,
    intrisi del furor di divina ispirazione
    nel labile confine che segna il solco
    tra il genio e la follia.
    E Follia, che sempre ad Amore s’accompagna,
    sparge fiori bianchi tra i capelli di Ofelia.

  76. Accetto il regolamento, sezione A

    Nervo

    Eo stanco di sistemare i vecchi libri, ormai erano mesi che catalogavo con esperienza da bibliotecario fai da te. Ero stanco di non trovare quelle lettere, ero stanco di vivere senza lei.
    Una sera, guardai dalla finestra aspettando un segnale. Quella sera incontrai l’ispirazione. Smisi di catalogare ed iniziai a scrivere la mia storia, la mia nuova storia: “Nervo”.

  77. ANNA CAMPO,desidero partecipare al concorso e accetto il regolamento.
    SEZ A Short Story.

    NELL’ALBA.

    La rugiada del mattino bagna ogni cosa, dando alle forme un aspetto curioso, piccolo, più umano.
    Meno minaccioso.
    E così quello che di notte era un mostro terribile al mattino, tutto bagnato, è un semplice fiore dalla corolla appena aperta, che cerca nella rugiada cibo e vita.
    Il sole illumina quella scena di vita sempre nuova e molto antica, seppur rinnovata ogni giorno.
    Piccoli diamanti brillano nell’aria tersa, nell’erba, sugli alberi, su ogni essere vivente che, lentamente, sta tornando alla vita.
    E ogni cosa va al suo posto.
    Chi sono io per spezzare questo meccanismo meraviglioso?
    Lentamente, senza farmi vedere, ripongo il mio fucile nella sacca, esco dal mio nascondiglio e torno sui miei passi.
    Sento che per un attimo la vita, dietro di me,si ferma per poi tornare a correre come sempre.
    Ignorandomi.
    Una notte buttata via, passata inutilmente.
    Una notte da conservare come un tesoro prezioso.
    Come una goccia di rugiada che ricama tessuti d’argento attorno a lei.
    Come il mio cuore pieno di speranza.
    Di nuovo libero.
    Finalmente io.
    Nell’aria del mattino bagnato di rugiada.

  78. ANNA CAMPO Desidero partecipare al concorso e accetto il regolamento.
    SEZ B Poesia

    Nel silenzio

    Sei mai stato in una foresta di notte, quando il vento tace?
    Quando non c’è la sua voce che fa fremere le foglie,
    muovere i rami e alzare la polvere?
    Quando il silenzio può regnare sovrano?
    Allora potrai ascoltare la voce della foresta.
    Quella voce che aspetta soltanto il silenzio
    per farsi udire.
    E la potrai ascoltare nelle voci degli uccelli notturni,
    degli animali che, approfittando del buio,
    escono fuori per cercare cibo.
    E nei rumori di coloro che scappano
    per non diventare quel cibo.
    La vita, la vera vita della foresta,
    vive nella notte,
    quando il vento glielo consente.
    Come la voce di Dio.
    Per farsi udire ha bisogno che la tua voce,
    la voce di tutti coloro che si sovrastano per farsi sentire,
    taccia.
    E solo allora,
    nel silenzio completo,
    potrai sentirlo mentre parla direttamente al tuo cuore.
    E narra di un amore senza limiti, senza confini.
    Un amore così grande da prendersi tutte le tue colpe
    per non farti soffrire.
    Narra di un amore che vuole solo il tuo bene.
    Un amore che ti sta ancora aspettando.
    Sei mai stato nella tua anima di notte,
    quando tutto tace?
    Prova…
    E ascolta.

  79. Murri Fabiola sezione B poesia, accetto le condizioni del regolamento.

    Hanno seppellito il fiume

    Hanno seppellito il fiume
    ed ora scrivo in pace,
    cronista dei giorni futuri,
    scomoda come il fumatore,
    acerba come i vagiti,
    matura come carne frolla…

    Hanno seppellito il fiume
    non le sue pietre
    così l’amore non donato è
    ancora custodito
    tra fogli di giornali consumati,
    guarda e taci
    ho preso il buio e l’ho spalmato sul tuo viso
    perché la memoria ha colori accesi
    ed ho bisogno di luce…

    hanno seppellito il fiume
    e le mie mani non hanno forza per scavare,
    arriverà la notte e non mi troverà,
    sorridi e ascolta
    il senso della vita
    che parla alle tue orecchie il linguaggio del cuore
    di sangue ed illusioni,
    di pelle scambiata
    come cappotti d’estate
    cosi velocemente…

  80. Ines Zanotti 24 giugno 2014

    AMATO NOCCIOLO

    Laggiù, lontano, fra il campo di grano ed il fossato,
    un tempo mio padre ti seminò nel terreno,
    così aggrappasti le radici all’esistenza…
    Caro albero d’infanzia,
    come fratelli giocavamo a nascondino
    e coprivi col possente tronco
    il mio corpo mingherlino e vivace!
    Compagno attento,
    quando seduta sull’erba e un libro in mano,
    tendevi sensibilmente l’orecchio
    al ripasso a voce alta delle mie lezioni,
    mentre il fruscìo del tuo maestoso ombrello
    mi proteggeva dagli imperanti raggi del sole…
    Generosa creatura,
    al bussare di ogni autunno
    mi offrivi scrigni di squisite bontà:
    sbocciavano copiosi come fiori
    tante deliziose noccioline,
    che raccoglievo con animo festoso e grato!
    Quaggiù, nel profondo,
    celato tra i ricordi più belli
    e custodito nel nido del cuore,
    tu nocciòlo mio
    dimorerai per sempre…

    Accetto il Regolamento – Sezione B Poesia

  81. IL CANE

    Quel giorno il cane guardò per l’ultima volta la porta chiusa e andò via.
    Non aveva il cuore dei cani a molla, di quelli a cui l’uomo dà la carica quando ne ha voglia e poi restano morti in un angolo sino alla prossima volta. L’aveva capito perché il suo si era spezzato: non poteva più restare.
    Aveva atteso davanti alla porta chiusa un tempo per lui indefinibile.
    Aspettava ancora quella carezza. Continuava a sognare la prima, di quella notte di luna, di quando non le conosceva. Ci aveva creduto che fosse per lui, non sapeva che stava solo riempiendo il vuoto di altri.
    I giorni passavano e quella porta restava chiusa. Sentiva gli echi all’interno della casa, incrociava qualche sguardo indifferente, forse di odio. All’inizio pure quel nulla era speranza, poi smise di sollevare anche il muso: non esisteva, non era mai esistito. Il suo “per sempre” si infranse davanti all’evidenza che solo lui lo voleva e che non ci fu nessuno quando, invece, fu suo il bisogno di chi sentiva fosse “tutto il suo mondo”, al quale si era donato.
    Andò via.
    Dietro i suoi occhi spenti ora giace una carezza a cui vorrebbe credere e non dimenticherà.

    Maria Antonietta Milia – sez. A. accetto il regolamento.

  82. Voleva partire, questo è sicuro, ma non si mise mai d’accordo con se stesso su dove arrivare.
    Ugo non era particolarmente simpatico, ma la gente che lo incrociava percorrendo la propria via, quando lo vedeva, non poteva che rimanerne affascinata. A volte stavano ad osservarlo per minuti, decine di minuti e addirittura per ore, ed ammirando uno dei suoi funambolici sketch cervellotici, una tizia inguaribilmente sventata, perse anche l’aereo.
    Il più delle volte apriva la sua borsa proprio fuori dall’aeroporto, altre volte al check-in. In bagno l’aveva aperta solo due volte.
    Se lo vedete ditegli che vuole andare in Argentina, gli piacerebbe molto, lui ama il tango.
    Magari davvero partirà!

    Giuseppe Carta Accetto Regolamento Sezione A

  83. Michele Giuliano – Sezione B – Accetto le condizioni del regolamento

    Siamo rimasti noi

    Siamo rimasti noi
    a guardare il mondo
    con gli occhi di una rondine
    in volo
    A capire che nessuno deve
    essere mai solo.
    Siamo rimasti noi
    a leggere il futuro
    nello sguardo di un bambino
    a lavargli dal volto la paura!
    A credere ancora nel destino
    Siamo rimasti noi
    a sventolar bandiere
    nelle piazze
    con le mani alzate al cielo
    senza caschi ne corazze
    Siamo rimasti noi a cantar
    canzoni
    ad ascoltare favole a scrivere
    poesie
    occhi lucidi e forti sensazioni
    Ragazzi sempre pronti a correr
    per le vie
    Siamo rimasti noi, di notte,
    a contar le stelle.
    A scegliere per noi quelle
    più belle.
    Siamo rimasti noi a scrivere
    d’amore
    A credere che il mondo
    può anche essere migliore.
    Ad affidar messaggi alle
    bottiglie
    Romantici, a collezionar
    conchiglie
    A tracciare piste sulla sabbia
    giocare a biglie e far cessar
    la rabbia
    Siamo rimasti noi a far da ponte
    tra la pianura e il monte!
    Noi che ci ostiniamo nel volerci
    amare
    Cuore nel cuore mano nella mano.
    unico scoglio a far barriera
    al mare!

  84. Fabiana Traversi – Dichiaro di accettare il regolamento – partecipo alla sezione B con la poesia ;”esodati vitali”
    Il vagone scivola sui binari
    Come la barca che mi ha esiliato dalla mia terra.
    Il mare scuro e profondo come i tunnel metropolitani
    Ha segnato la mia vita.
    Accogliendo la mia infanzia e defraudando mi dei miei affetti.
    Fermo sulla banchina mi perdo tra i ricordi tessendo trame intrise di fantasia e speranza.
    Una voce urla cercando di attirare l’attenzione, inutilmente.
    Nessuno bada a nessuno.
    Quando siamo sbarcato ci hanno accolto le forze dell’ordine che come detenuti ci hanno scortato al centro di prima accoglienza.
    Alla prima occasione sono fuggito e rintanato nell’animomato.
    Le linee metropolitane sono la mia casa che condivido con altri irregolari.
    Siamo invisibili, out sider come i topi con cui condividiamo i giacigli e le briciole.
    Esodati vitali.

  85. Fabio D’Alessio, dichiaro di accettare il regolamento del presente bando di concorso per partecipare con la seguente poesia:

    Il viaggio

    Vedute, panorami, posti sconosciuti,
    tutto scorre veloce fuori da quel vetro,
    e in un attimo ti ritrovi a pensare.
    Chissà che fatti han visto quelle colline li.
    Chissà che battaglie ha visto quella torre.
    E mentre pensi arrivi alla tua meta,
    quasi perdendo la tua voglia di arrivare.

  86. ROSELLA LUBRANO

    Dichiaro di accettare il regolamento e partecipo alla sezione B
    con la poesia “A , COME AMORE”

    “A, COME AMORE”

    Due persone,
    destinate a stare insieme,
    prima o poi
    s’ incontrano,
    non si sa dove,
    non si sa quando…
    E tu ,travolgente Amore,
    puoi arrivare di colpo
    o sussurrare da lontano,
    non abbiamo voce,
    quando sono i nostri cuori a scegliere.
    Se l’ Amore dovesse andarsene,
    allora dagli le ali,
    ma se quell’ Amore,
    è destinato ad essere,
    la sua casa
    è il tuo cuore.

  87. Amedeo Nicolazzi, dichiaro di accettare il regolamento del presente bando di concorso per partecipare con la seguente poesia:

    Ti auguro tempo. Non ti auguro un dono qualsiasi, ti auguro soltanto quello che i più non hanno.
    Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere; se lo impiegherai bene, potrai
    ricavarne qualcosa.
    Ti auguro tempo, per il tuo Fare e il tuo Pensare, non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.
    Ti auguro tempo, non per affrettarti e correre,ma tempo per essere contento.
    Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo, ti auguro tempo perché te ne
    resti: tempo per stupirti e tempo per fidarti e non soltanto per guardarlo sull’orologio.
    Ti auguro tempo per toccare le stelle e tempo per crescere, per maturare.
    Ti auguro tempo, per sperare nuovamente e per amare. Non ha più senso rimandare. Ti auguro tempo per trovare te stesso,per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.
    Ti auguro tempo anche per perdonare. Ti auguro di avere tempo,tempo per la vita.

    Amedeo Nicolazzi

  88. Accetto il regolamento e partecipo alla sezione B

    Orme invisibili

    Orme invisibili
    Assiepate
    Fra teneri arbusti
    Infiorano
    Improvvise visioni
    Memorie
    Mai assopite
    Nell’adesso
    Del presente
    Urlano
    Sommessamente
    Spumeggiano…

    ( Eloisa Gattuso)

  89. Io sottoscritta Francesca Morsi accetto il seguente regolamento e partecipo alla sezione B (poesia)

    Oleandro

    Le giornate in fiore
    unica gioia il sole.
    L’Oleandro racchiude
    la poetica della fragranza.
    Mirarlo è divino.

  90. La finestra di mio padre

    Dalla finestra dello studio di mio padre ho sempre guardato il mare, dalla mia camera si vedevano i monti, uno scenario da favola, ma sin da piccola sentivo di essere legata a quell’immenso territorio d’acqua salata che costeggiava tutta la terra emersa. Potevo anche restare alcune ore a fissare la sua immensità, mio padre era come me, amava il mare, e per questo motivo potevo entrare nello studio senza chiedere il permesso.
    La finestra di mio padre divenne così il mio angolo di riflessione, il mio piccolo studiolo nel quale immaginare viaggi ed avventure.

    Paola Lai, accetto il regolamento, sez. A

  91. Roberto Manica, poeta, accetto il regolamento. Sez. B con la poesia “Poetry”

    Poetry

    Il poeta dell’ombra
    sorseggia assenzio
    nel comune bevitoio.
    Niente è certo
    niente è comprovato
    se non la sbornia
    dopo un peccato.
    L’alcool inebria la mente,
    sconvolge le membra.
    Il poeta dell’ombra
    beve ogni notte
    piange ogni mattina.

  92. Giovanni Monopoli, poeta, accetto il regolamento.
    Sezione B con la poesia Musiche Lontane

    Musiche lontane

    Tarda il tempo, di note il fruscio in sogno,
    tattili dita s’impregnano d’aria al soffice scivolare,
    con finestre sul passato spalancate … l’orchestrare
    nei silenzi garantiti di musica dolce in accompagno.

    Musiche lontane
    tasti percorsi in soave danza tra le linee del destino,
    tra spartiti lì ad aprire sul leggio, impazienti
    nell’intimo a menzionare camminati mai spenti
    all’accarezzo di ore schiuse al buon mattino.

    Moventi mani
    lo scorrere felici, tra le pieghe sospirate… offerte
    nell’arte che sprigiona suoni, intenso amore,
    tutto così bello, con donati sorrisi pur sofferti
    dall’elargita passione sempre più recondita,
    relegata nell’antro d’un sensibile cuore.

    Musiche lontane
    udite, ascoltate, nell’origlio mai così vicino,
    strimpella ancora il piano le sue cadenze
    mentre una lacrima si tinge d’amor in scrigno
    nella stanza ad assaporar della vita le sue essenze.

  93. Accetto il regolamento. Partecipo per la sezione B

    Dei nemici, d’amore e di spade.

    Guardo il sole
    e mi esibisco nella danza della luce
    che si riflette nelle lame di una spada
    che impugno per difesa.
    Accieco i miei nemici
    e annuso l’aria che si trascina
    con il vento impetuoso.

    La mia spada è veloce
    come il vento crudele delle tempeste,
    quelle che portano impresse
    i nomi di demoni feroci
    in volo di ritorno dall’inferno.

    Ripongo le mie armi stamattina,
    il sole è il vento non mi han portato
    l’odore del nemico,
    ma la voce del mio amante,
    che da qualche parte,
    in un sogno lontano,
    sta sussurrando parole
    che si infiltrano nella mia anima
    assetata di amore e di lussuria.

    – Sulle ali del vento vola una promessa –

    Le nostre mani si uniranno presto
    e non ci sarà bisogno di katane per difenderci,
    ma saremo insieme all’imbrunire
    nella danza delle spade,
    sostenuti dalla luce della luna e delle stelle
    che si riflettono sul nostro amore.

  94. Accetto il regolamento e partecipo alla sezione A

    Sabato. Mezzanotte. La metro.
    In attesa sulla piattaforma, colma di dolore, non sentivo la stanchezza di una giornata passata in mezzo alla strada. Mettevo insieme qualche passo per arrivare fino alla linea gialla, per poi tornare all’istante indietro, come se fosse arrivata all’improvviso una sferzata a sospingermi lontana dal pericolo. Un vorticare di pensieri. Con gli occhi appannati premevo le dita sulle piastrelle bianche e lucide e seguivo la scanalatura che le divideva una dall’altra, incurante dello sporco che si sarebbe attaccato alle dita. Freddo. Una folata di vento si infilò nei vestiti e tra i capelli. Sospirai. Era l’unica cosa che la mente era in grado di gestire: respirare. Mi aggrappai alle calze procurando uno strappo e con noncuranza mi girai verso i binari. Ancora qualche passo su quelle scarpe impossibili dai tacchi a spillo, traballante, esausta, solitaria. Chiusi gli occhi e nel buio cercai una ragione e dimenticare il perché ero lì. Riaprii gli occhi mi diressi verso una panchina. Fu allora che sul viso disegnai il ghigno storto di una sfida. Il conduttore del treno che stava fermandosi, il suo sguardo seguì le mie mani alla fessura della gonna da novella puttana seduta a gambe aperte in una “prova” di offerta.

  95. FRANCESCA GIUSTINI 28- O6- 2014

    dichiaro di accettare il regolamento del presente bando di concorso e partecipo alla sezione B

    SOTTO OGNI CIELO

    Sotto ogni cielo
    nei fondali dell’essere
    primo fiore d’oceanica onda
    ti cerco e t’invoco
    felice connubio d’oscurità e chiarore
    senza confine alla felicità di labbra
    e prestigiosità d’eloquio

    Vengo da te a ineffabile rifugio
    in nudità assoluta
    suscitata di porporo pegno
    con il mio cuore in mano e i battiti negli occhi
    da una febbre di passione arsa d’incanto
    in una notte sublime
    che non conosce il giorno-

  96. Dichiaro di accettare il regolamento del presente bando di concorso e partecipo alla sezione A

    LEI ERA ARTE

    Mi perdevo in quegli occhi, nella percezione di una calda, enigmatica seduzione che lei portava in sé, e che da essi traspariva in quel cenno di languida espressione, appena intuita nella resa estremamente vera dei toni del ritratto, quasi aulica, eppure riempita di vita attraverso il mio sguardo; giochi di luce, fra il chiaro e lo scuro, disegnavano i volumi del suo viso, dei capelli, delle spalle, e un’aura di colori tenui e sfocati esaltavano il biancore della pelle e le forme armoniose del corpo; lei, assorta e sfuggente, sembrava essere inconsapevole dell’eleganza e della fierezza della sua nudità, e quel rosso pieno delle labbra, vive di sorriso, mi affascinava, così in contrasto col livore delle carni appena avvolte nella trasparenza delle vesti mollemente scivolate lungo i fianchi: l’alchemia del dipinto, creava in me, la consapevolezza della mia invisibile presenza all’interno della tela, con l’energia radiante della vita incisa su quella superficie che resisteva alla liricità che vi era rappresentata, e che difendeva fino allo stremo la sua pregevolezza, il suo attimo tutto per sé, il suo segreto magicamente unito a quell’intimo trionfo di distanza.

    Nel contemplarla, vedevo il mondo per la prima volta

    Lei era arte

  97. Ada Crippa – 30 /06/2014- Accetto il regolamento e partecipo alla sezione B con l’opera poetica “Niente muore veramente”

    “Giacciono l’una sopra l’altra
    le morte foglie dei pioppi e dei faggi

    tutt’attorno distese, in muta raccolta
    ammantano meste (d’amaranto il colore)
    la terra delle loro radici –
    …quasi a proteggere la Madre
    che una breve stagione – le diede:
    muti presagi d’intese.

    Verrà prima la pioggia
    e poi, sarà la neve
    la bianca fata della mutazione.

    Stilleranno le morte foglie (d’amaranto il colore)
    nella bruna terra sopra le radici
    e quando il crepitio del ceppo invernale
    sarà un’eco lontana
    giungerà di nuovo il tiepido calore
    sopra le ali degli uccelli
    che sono emigrati
    ed una volta ancora:
    schiuderanno – le gemme”

  98. Dichiaro di accettare il regolament di questo concorso e di partecipare nella sezione B
    Glauco Senesi 30.6.2014

    Le bianche notti

    Ci sono le notti dei silenzi
    dove i pensieri
    non lasciano spazio ai sogni
    sono le bianche notti
    senza luna e senza scelte
    dove le parole scivolano
    oltre ai confini del vento
    e i miraggi del futuro
    si infrangono sulle scogliere
    della mente

    Glauco senesi

  99. Fernando Olei, accetto il regolamento per la sezione B

    “Sono”

    Sono
    Ancora
    Divorato.
    Lo spazio
    ingurgita
    il presente.
    Siamo nella ruota
    del tempo.
    Siamo otturati
    da mesti pianti.
    Sono ancora
    divorato.

  100. Fernando Olei, accetto il regolamento per la sezione A

    Nubi

    Dicevano che le nubi non sarebbero rimaste anche in estate. Non vedevo il sole da quasi nove mesi, il cielo terso e grigio non lasciava filtrare un singolo raggio. Era stato l’anno più melanconico della storia dell’isola.
    Dicevano che le nubi si sarebbero spostate ad ovest con l’arrivo delle alte temperature, ma le temperature si sono abbassate sempre di più.
    Dicevano infine, dopo tre anni, che le nubi non erano altro che una punizione divina per i peccati degli uomini.

  101. Accetto il regolamento.
    sez. B

    Oillele oillele
    siamo i tre
    del campo dei fiori
    Ollele ollele
    mai sarem vincitori
    Olle olle
    fragranti odori

  102. Accetto il regolamento e partecipo alla sezione B

    Gocce

    Gocce di pioggia
    cadono sulla sabbia
    si confondono
    tra le onde del mare
    cadono sui rami
    su foglie ingiallite di alberi sfioriti
    una goccia scivola stancamente
    nei miei occhi
    è una lacrima
    che bagna la mia anima

  103. Inquieto

    Mi punge il rimpianto
    del mio passare lento
    tra queste mura.

    Dentro la cella
    ogni notte è una sirena
    ogni notte è fanfara
    e io, a letto,
    non so stare fermo
    non so stare sveglio.

    Mi trafigge il trapasso
    di un saluto scordato
    appeso alla porta.

    Dietro le sbarre
    ogni stella è una galera
    ogni luna e’ una compagna
    e io, da domani,
    sarò quel che son stato ieri
    sarò quel che son stato oggi.

    Andrea Vicentini

    Accetto integralmente quanto previsto dal regolamento.

  104. Accetto il Regolamento e partecipo per la Sezione B

    La piazzetta

    Si stava bene
    nella piazzetta a vento
    dove giravano liberi
    i nostri pensieri.
    Le nostre parole
    asciugavano al sole.
    E gli sguardi
    sconfinavano nel mare.

    Franca Palmieri

  105. L’ultimo tango

    Dell’amore non sapeva nulla
    e niente avrebbe mai chiesto.
    Sentiva il bisogno di baciarlo
    dentro le note di un tango
    mentre guardava le sue labbra
    di un rosa scarlatto
    che non perde mai i suoi petali.
    Stupita ,attratta ,posseduta e amata
    dalla bellezza dei suoi occhi
    sentiva imprigionare il cuore dentro il suo
    cercando di nascondere emozioni
    che vibravano sulla pelle.
    Nel suo virtuale
    la musica travolgeva
    ogni sentimento in passione
    sconvolgendo ogni parte
    di lei che cresceva nel suo petto
    fondendosi nell’immaginario
    mentre la pallida luna,
    lentamente svaniva
    il sapore di un momento .

    Giulia Gabbia

    Partecipo per la sezione B, accetto i termini del regolamento.

  106. Il volo

    Abbandonati nell’amore
    ci liberiamo l’un l’altro
    con un volo che ci solleva
    col nostro stesso respiro
    Cosa promette l’abbraccio
    l’intima conoscenza
    oltre le stesse radici
    la trascendenza dei corpi
    Cerca tra quelle gioie
    non ancora svelate
    dove il puro fiorire
    erompe ad ogni battito
    che di meraviglia riempie.

    Raffaele Di Palma.

    Accetto il Regolamento e partecipo per la Sezione B

  107. Luisa Lolli, accetto il regolamento, sezione A

    Canzone

    La canzone di coloro che non dormono non si è mai spenta. Noi siamo ancora reduci dal secolo delle rane nel fondo del lago. Nessuna di loro si è mai spinta in terra ferma, eravam tutti superstiti in un mondo che non riconosceva più l’aria. La canzone era ciò che ci rimase per ricordare, quasi come antichi aedi greci.

  108. Luisa Lolli, accetto il regolamento, sez B

    Parola

    Pensavo
    mesta
    alla raccolta di
    patate
    della zia Petronia.
    Donna
    dalla forte memoria.
    Parola che fu
    mai si è risolta.
    Parola sfuggente
    nelle ombre
    di ricordi amari.
    La zia Petronia
    era serena
    senza l’uso della parola.

  109. Luca Olivieri
    dichiaro di accettare il regolamento.
    Partecipo alla sezione B con la poesie qui di seguito

    Il testamento dello stregone

    Mi hanno bruciato
    come stregone ed eretico,
    per ordine del vescovo,
    nel 1437,
    ma ero solo un erborista,
    niente a che fare con la magia,
    accuse infondate…

    Volevo parlare
    ma dissero che mentivo,
    volevo solo dirti
    -ti amo-
    ma non mi fu permesso,
    rimpianto…

    Avviati con me
    verso la luminosa pira,
    con l’erba verde-speranza
    e rubini rosso-amore
    intrecciati nel fondo
    dei tuoi occhi.

    Un ultimo bacio,
    il rosso calore
    ci avvolge,
    rendendoci in un attimo
    amabili angeli amanti,
    una carezza ancora,
    uno sguardo,
    e siamo
    scintille d’infinito.

    da “petali” (narrativa&poesia 2014)

  110. Regale trama d’acque
    (Alla Cascata delle Marmore)

    La vedo l’acqua nei tuoi sorrisi permeabili innocenti
    zampilla dietro la luce che mi passi e ruota e gioca
    dall’abbrivio d’un biancore allegro,
    strusciante trillo che ci zittisce.
    E’ caldo lento questo, astuto maggio,
    non risparmia vette di paradiso
    il tuo attimo adorno di gote stupite
    a spasso sul letto candido che è il tuo bel viso.
    Un controcanto l’acqua che rinforza
    avvolge le aspre fronde, le ammansisce,
    signoreggiando salta la cascata imprendibile
    che avvince bocche e mani
    e col suo canto vorticoso ruggisce.
    Corpo e ambrosia questa perla innamorante
    e spruzzi primordiali, tuffi d’autore,
    furie che s’avventano sul nostro spartito
    scolpito col rapido avanzare del tuo cuore .
    Estatici accenti di cielo si accompagnano al profilo
    ancestrale che questa vergine corona d’acque vanta,
    eterno e imperioso verbo sinuoso
    nel volto disuguale che è il nostro respiro.
    Mentre si affaccia dal monte la cruna della sera
    delle tue labbra mi resta la festa
    e solingo è soltanto il solco metallico di un’eco industriale
    che allaccia le braccia dell’ultima goccia.

    Giuseppe Mandia

    Accetto il regolamento

  111. Carissimi autori, è arrivato il momento di pubblicare i finalisti del Contest, aspettando i nominativi dei quattro vincitori.

    Complimenti a tutti i partecipanti

    FINALISTI AMARE OLTRE L’OCEANO

    SEZIONE A
    “La notizia” di Domizia Moramarco
    “Oltre l’infinito” di Valentina Gelsomina
    “Message in a bottle” di Tania Scavolini
    “Il figlio della luna” di Roberta De Tomi
    “Puntualità” di Lodovico Ferrari
    Senza titolo di Giuseppe Carta
    Senza titolo di Saula Astesano

    SEZIONE B
    “La bambina e il lungo stradone” di Alberto Diamanti
    “Lo scoglio sul mare” di Bruno Sportelli
    “La notte parla” di Oliviero Angelo Fuina
    “Un sasso nel lago” di Fabio Recchia
    “Sarà forse quel tempo” di Stefano Peressini
    “Migranti notturni” di Luciana Raggi
    “Musiche lontane” di Giovanni Monopoli

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