“Soltanto il cielo non ha confini”, di Guido Mattioni alla scoperta della frontiera tra Messico e Stati Uniti d’America

“Si sentiva sicuro perché era ritornato a convivere con quelli che aveva imparato a considerare come i suoi due migliori consiglieri: il senso di responsabilità e un ragionevole timore verso il mondo circostante. Aveva appoggiato la mano sul finestrino, quasi a voler toccare il paesaggio. E aveva avuto la sensazione che il sole, scaldando via via il vetro, gli stesse mandando un messaggio rincuorante. O almeno lui aveva voluto interpretarlo così.”

Hernando e Diego, fratelli gemelli, come tanti altri loro connazionali hanno preso la decisione, seppure in momenti differenti, di saltare al di là di quel confine che separa la cittadina messicana di Ciudad Juárez da quella texana di El Paso.

Ma l’affare non è così semplice, vi sono un fiume, il Rio Grande, da superare, del denaro da corrispondere agli spietati trafficanti di braccia e dei controlli serrati che potrebbero mandare tutto a monte. Entrambi riescono nel loro intento ma le loro sorti sono l’una l’opposto dell’altra ed una volta intrapresa una via è complicato cambiarne il corso.

Dopo il successo internazionale di “Ascoltavo le maree(Ink, 2013) il giornalista e scrittore Guido Mattioni torna ad allietarci con un nuovo romanzo, dal titolo “Soltanto il cielo non ha confini” (Ink, 2014), che con il primo non ha niente a che fare se non per lo stile e la pulizia della scrittura adoperati. Ed in parte anche per via dell’ambientazione, dal momento che entrambi i romanzi sono ambientati (il secondo solamente in parte) negli Stati Uniti d’America.

La vicenda narrata, seppur frutto, per quanto riguarda nomi e circostanze, dell’inventiva dell’autore, denuncia fatti che sciaguratamente si susseguono quotidianamente in quella parte del mondo che può osservare da lontano, ma non poi così tanto, il benessere americano senza poterne però beneficiare.

È noto infatti il traffico di messicani, e non solo, i quali disperati si rivolgono ai malavitosi per raggiungere il tanto agognato suolo statunitense che possa donare loro il bramato benessere, all’ inseguimento del leggendario American Dream.

Ecco quindi cheSoltanto il cielo non ha confini” aiuta a comprendere il valore del confine, un confine fisico, tangibile, concetto che in Europa è difficilmente immaginabile per l’assenza di barriere di alcun tipo, il cui superamento rappresenta per milioni di persone la possibilità di riscatto o di vera e propria salvezza da una vita di stenti e povertà.

Con le sue parole Guido Mattioni si dimostra capace di imprimere delle immagini ben precise nella mente del lettore, cariche di sofferenza, di speranza, di inquietudine e malinconia.

In questa vicenda ci vengono mostrate le due facce di una stessa medaglia: da una parte chi l’American Dream lo raggiunge e ne beneficia e dall’altra chi lo subisce con inconsapevolezza e rassegnazione. Questi ed altri elementi fanno di questo romanzo una sorta di giallo con tanto di giornalisti alla caccia di scoop e poliziotti alle calcagna dello spietato Vincente Sombrano.

Non mancano inoltre l’aspetto magico, che s’interseca con la superstizione, caratteristiche tipiche della cultura delle popolazioni sud e centro americane, e quel sentimento di nostalgia che sovente si accompagna alla difficoltà di abbandonare completamente il luogo in cui si è nati e cresciuti, nonostante tutte le sofferenze sofferte.

Ed infine la “suerte”, il destino che aleggia sui protagonisti della vicenda come forza involontaria alla quale essi devono prima o poi sottostare.

A rendere particolare il romanzo sono inoltre la sensibilità e la precisione con i quali ogni personaggio viene delineato, non solamente i due protagonisti Diego e Hernando, ma ogni personalità che rivesta un ruolo in qualche maniera importante ai fini della storia.

Un romanzo scandito da un ritmo solerte che lascia in ogni caso al lettore il tempo di riflettere su ciò che sta accadendo. Una storia all’interno della quale non mancano violenza, durezza, sarcasmo, ma nella quale l’amore e il desiderio di libertà s’impongono comunque con fermezza.

Un libro da leggere con la consapevolezza che in alcune parti del globo l’esistenza è ben più complicata di come potremmo immaginare, una vicenda che riconduce a fatti attuali che coinvolgono inconsapevolmente anche l’Italia e quel Mar Mediterraneo fonte, così come il Rio Grande, talora di vita e talora, tristemente, di morte.

 

Written by Rebecca Mais

 

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