“Testa di vecchio” di Camillo Boccaccino entrerà a far parte degli Uffizi di Firenze

In seguito ad un’opera di restauro, resa possibile grazie al contributo di sei Lions Club del territorio fiorentino, un dipinto raffigurante un uomo anziano attribuito a Camillo Boccaccino ( 1504- 1546) entrerà a far parte della mostra permanente della Galleria degli Uffizi.

La “Testa di vecchio” è forse la tela di uno studio preparatorio realizzato intorno al 1530 per la figura di un santo o di un profeta da inserire in una pala d’altare non ancora identificata. L’inedito dipinto, che fino ad oggi giaceva nei depositi della Galleria, sarà presentato per la prima volta al pubblico martedì 1 aprile nell’aula della ex-chiesa di San Pier Scheraggio a Firenze, con ingresso da via della Ninna 5.

I media l’hanno definita la “new entry che incanterà gli Uffizi”, quest’opera di Camillo Boccaccino, un artista cremonese che ha operato nella prima metà del Cinquecento. Si ritiene fosse un allievo di Tiziano e che abbia risentito fortemente delle influenze dell’arte veneta e di molti maestri italiani di quel periodo, dal Pordenone a Raffaello, fino al manierismo di Giulio Romano.

Boccaccino viene ritenuto, insieme al conterraneo Giulio Campi, il responsabile di quel cambiamento della pittura cremonese in direzione di uno stile più moderno, avvenuto negli anni a cavallo tra il terzo e il quarto decennio del Cinquecento. Figlio di Boccaccio Boccaccino, l’artista soggiornò a Venezia fino alla morte del padre, avvenuta nel 1525.

Nella città lagunare imparò l’arte della pittura, venendo a contatto con alcuni dei principali artefici della scena pittorica veneziana, e rimanendo influenzato, in primo luogo, dai modi di Tiziano. L’opera, custodita nei depositi della Galleria fiorentina, a partire dal periodo pasquale sarà finalmente collocata nelle nuove sale degli Uffizi.

L’intervento di restauro ha permesso di recuperare un’importante testimonianza artistica, riportando alla luce la qualità del dipinto eseguito a tempera su carta, poi applicato su tavola. Il restauro si è reso necessario soprattutto a fini conservativi, data la fragilità del supporto cartaceo, che andava sempre più deteriorandosi.

La tela rappresenta “uno studio per la testa di un uomo anziano, probabilmente un santo o un profeta- precisa Daniela Parenti, Direttore del dipartimento del Medioevo e del primo Rinascimento degli Uffizi- spesso caratterizzati dalla fronte stempiata che esemplificava la loro sapienza, come nei filosofi del mondo classico; la figura si caratterizza per la resa naturalistica dei tratti somatici e per l’introspezione psicologica espressa dal volto pensoso”.

I colori sono molto scuri, religiosi; la luce gioca sulla superficie, mettendo in risalto l’ampia fronte e la barba bianca. L’uomo guarda verso il basso, sembra riflettere, pur apparendo sereno.

Forse gli Uffizi ci hanno abituato a ben altre visioni, talvolta ricche di colori e tematiche allegre. Rimane il fatto che un pezzo di storia andrà a fondersi nel “sacrario” dell’arte italiana, e il passato, qualunque esso sia, va sempre accolto con assoluto rispetto.

 

Written by Cristina Biolcati

 

 

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