“Tutto ciò che amo ha dentro il mare” di Eva Laudace: le onde degli eventi del passato
Tutto ciò che appartiene al nostro tempo passato, soprattutto se è il tempo della nostra infanzia, conserva un carattere/sapore magico, quasi come se si trattasse di piccole spazio/isole incastonate nell’oblio.
È la nostra personalità che seleziona la memoria facendoci ricordare/fissare le cose che corrispondono al concetto che abbiamo di noi stessi dimenticando tutto il resto. I ricordi, e tutto ciò che osserviamo, sono fotografie a schermo intero, proprio come quei momenti già vissuti e conformi alla nostra spinta emozionale di ieri, ricollocati nello stato presente.
Eva Laudace, nel suo libro edito da La Vita Felice, 2013, dal titolo Tutto ciò che amo ha dentro il mare, ci mostra versi che rievocano situazioni, eventi del passato impiantandoli in un presente che accade continuamente, proprio come il movimento del mare: noi che leggiamo, infatti, abbiamo la possibilità di vedere un copione che capita nuovamente da cui apprendiamo che siamo le stesse persone di sempre, capaci di sviluppare un patrimonio di esperienze strutturate a cui confrontare il nostro rapporto con le figure di attaccamento principale.
Facciamo la scoperta, meravigliandoci, intervenendo con la nostra intuizione emotiva, che possiamo affidarci alla fonte del nostro sé per riorganizzare i vissuti affini riprodotti dalla memoria.
Laudace, secondo questo atteggiamento psicopoetico, ci offre preziosi particolari di figure/luoghi affettivi, si muove nei sentimenti familiari, sicuri e di riferimento per quietare ogni delusione maturata tra il dire e il fare la vita.
Le descrizioni delle intercapedini che esistono tra i termini del linguaggio e il preciso momento in cui gli eventi succedono fanno riferimento a una memoria del tempo autobiografica costituita da profonde conoscenze degli avvenimenti dell’esistenza: Rondoni la chiama Sfuggenza, l’abilità di un fare poesia che si posiziona tra l’infermità e la frenesia.
L’autrice elabora informazioni che spesso sono legate alla filosofia più alta e incontrano risposte sociali registrando la forma mediata tra le radici e il frutto: è l’Amore che conserva il segreto della funzione biologica e psicologica di ciascuno di noi! Per questo accade che l’autrice si preoccupa di delineare i contorni di se stessa, dilatati quanto il mare, e delle ombre del mondo, attraversando, con acutezza, la disponibilità dell’ambiente a interagire con tutti i personaggi e oggetti dello spazio/tempo che ci viene concesso.
“La mia mamma ha dentro il mare/ i miei silenzi hanno dentro il mare/ il porto di mare/ il lungomare/ le radici degli alberi hanno dentro il mare// l’odore del mare ha dentro il mare/ l’aria/ la brezza/ la nostalgia del mare/ ha dentro gli scogli ha dentro gli argini ha dentro i limiti ha dentro il mare// i trabocchi hanno dentro il mare/ un costume da bagno a pois – si vede subito – ha dentro il mare/ il sole/ le nuvole a pecorelle/ certe telefonate hanno dentro la freschezza hanno dentro il mare// l’alba più bella di tutte le albe ha dentro il mare/ il tramonto più bello di tutti i tramonti ha dentro il mare/ i libri letti al mare hanno dentro la sabbia per scrivere d’amore/ e per scrivere d’amore ci vuole una storia/ ci vuole uno sfondo, ci vuole il mare// Oceano mare ha letteralmente dentro il mare/ gli occhi verdeggianti hanno dentro pagliuzze e pagliuzze e pagliuzze di mare/ asciugarsi i capelli al mare ha dentro la salute del mare/ ha dentro la bellezza del mare/ ha dentro l’estate del mare// le barche nel bosco hanno dentro il mare/ il pesce palla ha dentro il mare/ i fuochi d’artificio le maruzzelle le conchiglie/ hanno dentro il suono del mare/ e il suono del mare ha dentro il mare// le fotografie del mare hanno dentro il mare/ il papavero/ il tulipano/ il girasole ha dentro il mare/ le stanze da letto hanno dentro il sapore la sete il frutto del mare// certe storie d’amore hanno dentro il mare/ tu stesso per me – indovina cos’hai dentro? -/ hai dentro il colore/ l’abbraccio/ il chiasso del mare// tra certi amori tu sei l’ancora/ che getto nel mare/ il segreto/ il rumore di fondo/ il tuo respiro ha dentro il respiro del mare.”
Eva Laudace (Vasto, 1983) crede nelle persone che hanno il coraggio di dare un nome alle cose e, per questa ragione, usa un quasi pseudonimo. Fotografa, si mette in mostra volentieri ed è poeticamente corrotta. Vincitrice nel 2013 della sezione poesia di «InediTO-Premio Colline di Torino» e finalista al «Premio Coop for Words 2013» per la poesia, pubblica il racconto E il cagnolino rise nell’omonima antologia (AA. VV. – Tespi Editore, 2009). Collabora con il Centro di Poesia Contemporanea dell’Università di Bologna. Con LVF pubblica nel 2013 la raccolta poetica Tutto ciò che amo ha dentro il mare.
Written by Rita Pacilio
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