“Maschera” di Vincenzo Monfregola, un libro che toglie la maschera ai sentimenti per arrivare al nostro essere
Vincenzo Monfregola nasce a Napoli nel giugno del 1976.
Partecipa a numerosi Concorsi Letterari, classificandosi ai primi posti e ricevendo menzioni di merito, tra questi ricordiamo: II^ edizione Premio di letteratura Centro Studi Michelangelo, Il Molinello di Siena, Premio Megaris di Napoli, Millennium del Cenacolo Vesuviano, Prospektive di Siena, Premio Bufalino di Caserta, V^ edizione del Premio Internazionale “Città Pomigliano d’Arco”, XV^ edizione del Premio Internazionale di Poesia “Giuseppe Villaroel” dell’Accademia Costantiniana di Palermo.
Successivamente viene eletto anche accademico d’onore della pregiatissima Accademia Costantinopoli di Palermo da mons. Viktor Busà. Fonda nel 2001 il Centro Laboratorio Poetico per la crescita della cultura, per dare un sostegno solidale verso chi ne ha bisogno. Poco dopo pubblica la sua prima raccolta di poesie “Nel tempo dei girasoli”.
Dopo la prima pubblicazione ne seguono altre, una raccolta a quattro autori “Ruvido inchiostro“, la sua silloge “Alma” e subito dopo “Follia” con Edizioni R.E.I. Nel maggio 2013 pubblica la raccolta di poesie “Maschera” con egoEdizioni.
Vincenzo Monfregola, sa entrare nei sentimenti della vita senza indossare una maschera, basta bussare e loro aprono la porta facendolo accomodare nel loro rifugio più nascosto, il cuore. In questi versi si rilevano riflessioni profonde sull’essere e sull’io interiore, che appare nudo di fronte ai sentimenti sinceri.
Il poeta Vincenzo Monfregola sa che per volare verso la libertà non si deve indossare una maschera perchè comprime soltanto il nostro essere e la nostra anima. Portare una maschera rende più difficile la nostra esistenza, la nostra vera presenza viene nascosta dalle apparenze ma il vero poeta sa vedere oltre il visibile, la sua anima non é cieca e può così portare nella nostra realtà le verità dell’essere.
Vincenzo Monfregola ci riesce benissimo facendo arrivare dritto al nostro io interiore il messaggio che ci vuole trasmettere senza visioni irreali, solo guardando con l’anima riesce a scrutare ogni attimo, gesto e momento della vita.
La poesia “Angeli” é piena di significati come la figurazione del volo nel sogno. Nella vita ci si deve lanciare in volo e quindi continuare a sognare.
Nei versi di “Semplicità” si può notare come il poeta identifichi la semplicità come essenza della vita, infatti nelle cose semplici c’é l’essenza di noi stessi. “Amore” fa da manifesto dell’intero libro, in questa poesia infatti c’é il rapporto amore-amicizia che sono sentimenti senza maschere. I sentimenti, se sono sinceri, non portano maschere o non potrebbero essere considerati tali. Un’altra magnifica poesia é “Affettuosità” dove il poeta afferma “Affettuosità, é quel prato che va mantenuto sempre verde“, proprio per rendere il significato del sentimento eterno che non si spezza con il passare del tempo.
Vincenzo Monfregola sa che l’anima non deve avere maschere per rappresentare il nostro vero essere e per trasmetterlo anche alle altre anime, nella sua poesia “Maschere”, afferma: “Amo quando riflessa nello specchio c’é la mia anima, mi perdo nello sguardo della sera e mai vorrei mettere quella maschera per uccidere quello che vedo, quello che sono”.
Il libro “Maschera” si presenta come una rappresentazione della nostra anima in tutti i suoi strati, i sentimenti sinceri non hanno maschere e così la nostra anima può rappresentare il nostro essere.
Written by Bernadette Amante
Attenzione all’Accademia Costantinopoli di Palermo di Mons. Viktor Busà, che ci auguriamo riposi in pace dopo un`esistenza trascorsa ad inventare titoli di fantasia per sé e per gli altri. Se, come credo, il Maestro Monfregola è persona seria oltre che delicato poeta, dovrebbe guardarsi dall`associare il proprio nome con quello del compianto (falso) Monsignore. A quest`ultimo vada un sincero ringraziamento per mettermi sempre di buon umore quando leggo sul web i titoli di cui si fregiava.
Salve Guido, innanzitutto la ringrazio per il titolo di “Maestro” ma lungi da me appropriarmi di lusinghe così grandi, il mio è solo un tentativo di poetare.
Mi ritrovo in una situazione imbarazzante, ricordo di aver partecipato al Premio Nazionale di Poesia “Giuseppe Villaroel” nel 2002 bandito dall’Accademia Costantiniana di Lettere, Arti e Scienze di Palermo. Ottenni una Segnalazione d’Onore ricevendo pergamena firmata dal Presidente del Premio Mons. Viktor Busà e il Segretario Francesca Simonetti, datata 21 maggio 2002. Successivamente a questa arrivò comunicazione con altra pergamena dove attestavano di avermi nominato Accademico della stessa.
Molto sinceramente non ritengo che questo Premio sia più o meno importante rispetto altri, ho preso parte a diversi concorsi soprattutto in tempi remoti quando i social network non erano nemmeno immaginabili; di chi fosse quest’uomo non ne ho la più pallida idea, la mia fu semplicemente una partecipazione ad un concorso, non le nascondo però che mi incuriosisce a questo punto tutta questa faccenda, anzi le sarei davvero lieto se illustrasse a tutti noi lettori chi realmente è stato questo individuo.
In ogni caso la ringrazio per la segnalazione, metta comunque in conto che parlavamo del lontano 2002 ed ero agli esordi ignorando l’esistenza di probabili impostori.
Grazie ancora, ben vengano queste segnalazioni, aspetto con non poca curiosità la storia del presunto Mons. Viktor Busà.
C’è da dire che abbiamo lettori attenti nel magazine.
Grazie, ogni osservazione è sempre ben gradita!
Tutto deve essere partecipativo!