Dopo 46 anni vengono riaperte le porte della Cappella Sistina di Sicilia: la Chiesa di San Domenico a Castevetrano

Torna allo splendore dopo 46 anni la Cappella della Chiesa di San Domenico a Castevetrano (Trapani) e con essa gli splenditi stucchi realizzati tra il 1577 e il 1580 dall’artista siciliano  Antonio Ferraro da Giuliana realizzò su commissione del nobile don Carlo d’Aragona (presidente del Regno di Sicilia e successivamente vice re di Catalogna, in un arco di tempo compreso tra il 1566 e 1577).

Altre opere di Antonio Ferraro sono visitabili nel Duomo di Palermo dove realizzò l’acquasantiera in marmo e alcune sculture per la Chiesa di San Lorenzo a Caltabelotta.

L’opera principale di Antonio Ferraro sono le decorazioni in stucco del coro e della crociera della Chiesa di San Domenico.

Si tratta senza alcun dubbio di una delle espressioni più alte del manierismo siciliano e grazie alla sua straordinaria bellezza, nota con il nome “Cappella Sistina di Sicilia”.

Nell’area presbiterale sono raffigurati i temi alle profezie e alle raffigurazioni del Cristo. Il complesso decorativo che culmina nell’albero di Jesse, costituito da quattordici statue.

L’opera era stata chiusa nel 1968, a causa del terremoto della Valle del Belice. Per restituirla al suo originaria bellezza e renderla di nuovo visitabile ci sono voluti cinque anni e l’impegno dell’architetto Gaspare Bianco della Sopraintendenza ai beni culturali di Trapani.

Il restauro è stato realizzato grazie anche alla collaborazione dell’opificio delle Pietre Dure di Firenze, dell’istituto centrale del restauro. Il restauro osserva Bianco “ha costituito una straordinaria occasione per una ricerca sull’iconografia cristiana e sul valore della forza comunicativa dell’immagini”.

Per il vescovo della diocesi di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero “la riapertura di san Domenico è una vittoria del bello sulla sciatteria, speriamo possa favorire una svolta di stile.

Va ricordato che il terremoto del Belice del 1968 fu un violento evento sismico, di forte magnitudo, che nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968 colpì una vasta area della Sicilia occidentale compresa tra la provincia di Agrigento, quella di Trapani e quella di Palermo.

Oggi, la valle del Belice si è lentamente risollevata dopo decenni di interminabili lavori, gli antichi paesi della valle sono stati in gran parte ricostruiti in luoghi distanti da quelli originari interessati dal terremoto: abitazioni, infrastrutture urbanistiche e stradali hanno sì riportato condizioni di vivibilità ma hanno anche profondamente modificato il volto di quella parte della Sicilia.

 

Written by Rosario Tomarchio

 

http://youtu.be/De2XUYc6eNg

 

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