“Omero gatto nero”, libro di Gwen Cooper: la storia di un gatto cieco veramente in gamba

“Per riconoscere l’amore, non servono gli occhi”

Quanti di noi hanno un gatto o un cane in casa propria? Quanti momenti si dividono insieme, tra passeggiate, coccole e tutto di più. Ma cosa succede quando il proprio gatto o cane si trova a vivere una situazione di handicap dovuta alla perdita della vista o dell’udito? Si è capaci di affrontare questo disagio, con i propri animali? Quali soluzioni è possibile adottare in questi casi?

Leggendo il libro Omero gatto nero” di Gwen Cooper (Sperling & Kupfer) ci si imbatte nella storia particolare di un gatto e del suo rapporto con la sua padroncina, la scrittrice appunto, e con le altre gatte, Vashti e Rossella.

Omero è cieco, a causa di un’infezione agli occhi, avvenuta qualche giorno dopo la sua nascita, viene salvato da Gwen, dopo che molti potenziali padroni rifiutarono di prendersi cura di lui, a causa del problema della cecità. Hanno paura che questo problema possa impedire al loro amico a quattro zampe di muoversi in maniera autonoma, insomma di vivere indipendente.

Ma Omero, nonostante questo handicap, si dimostra veramente in gamba, tosto, combinandone di tutti i colori, da solo o in compagnia delle sue due sorelle. È come se il suo handicap non esistesse, anzi con il solo senso dell’udito e un acquisiito sesto senso riesce a vivere una vita movimentatissima: cattura mosche, una dopo l’altra, salva la sua padroncina da una sgradita visita a domicilio in una notte d’estate, scala con agilità mobili alti circa due metri e, non certo ultimo, impara a usare … la tavoletta del wc! 

Immaginando la scena, non si riesce a smettere di ridere, ma allo stesso tempo si rimane meravigliati da tutta l’audacia che questo micione riesce a mettere in ogni impresa che realizza, in ogni cuore umano che incontra regalando attimi di stupore.

Non conosce ostacoli, vive il tutto con un senso di meticolosa curiosità, senza farsi intimidire da niente e nessuno.

La scrittrice racconta la vita vissuta con i suoi gatti, delle imprese compiute dalla sua “compagnia di gatti itineranti”, come sono stati simpaticamente chiamati quando hanno intrapreso il viaggio in aereo verso la Grande Mela. Come quando durante l’attacco delle Torri Gemelle, si trovò costretta a lasciare soli i suoi amici a quattro zampe, per alcuni giorni….

Storia molto dolce, capace di commuovere e allo stesso tempo divertire.

Mi ha riportato indietro al mio gattone, che anche se non era cieco, ha portato una ventata di colore nella mia vita, perché, non avendo amici vicini, mi è stato molto vicino. Ho trascorso le mie giornate d’estate con lui, e quando volevo studiare in garage si coricava vicino a me e a volte si sdraiava in mezzo ai libri e ai quaderni. Tutto questo finché la sera del 26 dicembre del 2010 non sparì. Probabilmente mi fu rubato, perché era un gatto molto bello, di razza norvegese, o probabilmente si perse, ma per me è stata molto dura riprendermi, una perdita ancora difficile da accettare.

Rileggere questo libro, dopo che lo lessi per la prima volta nel 2011, mi ha riportato a rivivere quei momenti con il mio piccolo Gufo, come chiamai il micione, mai dimenticati, sebbene ora la mancanza è stata colmata dalla presenza di un altro amico a quattro zampe, che mi sta regalando attimi di spensieratezza.

La scrittrice ha voluto dedicare il libro a se stessa e a tutti coloro che hanno un gatto o un cane. Come si legge nella copertina:

“Questo libro è per quelli come me, ma anche per quanti hanno rinunciato a credere negli eroi e nei miracoli quotidiani; per chi ama i gatti e per chi invece si professa fermamente “non gattofilo”; per quelli convinti che normale e ideale significhino la stessa cosa e per chi sa che, talvolta, spingersi un pochino oltre il confine della normalità può arricchire un’intera esistenza.”

E come spiega nella citazione all’inizio di questa recensione,l’amore per un gatto o qualche altro animale domestico, per una persona, non ha bisogno di occhi, anzi si può trovare anche solo sapendo leggere il cuore, imparando a scoprire la vita in ogni sua parte, vivendola senza paura di sbagliare, di cadere.” Questo vale per tutti, non solo osservando animali con un handicap, ma anche persone con o senza handicap, che lottano ogni giorno per seguire il proprio sogno, ogni giorno. Qualunque esso sia. 

 

Written by Daniela Schirru

 

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