“Wolf Children – Ame e Yuki i bambini lupo”, film di Mamoru Hosoda: la licantropia in una fiaba moderna

Wolf Children – Ame e Yuki i bambini lupo. Difficoltà e gioie, dolori e rivelazioni negli intensi rapporti di una singolare vita familiare.

 

In questo delicato film d’azione giapponese del 2012 si celano tante sfaccettature da lasciare nello spettatore molteplici spunti di riflessione.

Diretto da Mamoru Hosoda, Wolf Children ha visto in Italia un’unica uscita, il 13 novembre, alla quale ho avuto modo di partecipare come inviata speciale di Oubliette Magazine.

La protagonista Hana si innamora di un uomo lupo, dal quale avrà due figli, Ame e Yuki. Sarà, però, lei sola a prendersene cura; i bambini perderanno infatti il padre molto presto.

A partire da questo momento Hana cercherà di aiutare i piccoli a crescere nel migliore dei modi, nonostante la singolare natura dei bambini-lupo. Inizialmente i piccoli non riusciranno a controllare le loro naturali trasformazioni ma con il tempo dovranno farlo per poter vivere e adattarsi a un contesto di ordinaria serenità.

Con la voce fuori campo di Yuki, la diversità dei due ragazzi viene affrontata inizialmente con la fuga dalla città a un posto di montagna solitario e tranquillo, successivamente attraverso i problemi adolescenziali che costringeranno i bambini a crescere in fretta, ad assorbire i contrasti dati dalla loro doppia natura, con molta maturità.

Sono i rapporti umani ad essere sviscerati con sensibile consapevolezza. Le difficoltà di una madre single che non può fare affidamento su nessuno, le rischiose relazioni con il mondo esterno dei bambini che si trasformano inconsapevolmente, la sofferta coscienza raggiunta dai due giovani dopo aver capito quale delle due nature seguire e l’amore infinito di una madre che accetterà in ogni caso le due differenti scelte.

Ad accompagnare la spiccata delicatezza del regista nella direzione dei personaggi, sarà il ruolo della natura, intesa come luogo nel quale rifugiarsi per essere protetti e dal quale non si potrà essere traditi.

Il fermarsi su luoghi e scenari sempre sottovalutati riporta ad una semplicità primordiale: l’indugiare sul vento, sulla corsa degli animali, su una pozzanghera, sul rumore di un fiume, sulla fresca sensazione di libertà della neve, sull’importanza di una lacrima volata via, permettono allo spettatore di meglio assorbire, senza la necessità di giudicare, le dinamiche a cui assiste.

Le musiche del giapponese Takagi Masakatsu riescono a tenere sulla stessa corda lo spessore dei temi trattati e la leggerezza propria di una fiaba moderna, grazie alla quale riflettere sulle differenti possibilità a cui ognuno di noi è destinato. Naturalmente.

 

Written by Irma Silletti

http://youtu.be/3FANS8rBUlE

 

 

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