Gara letteraria di poesia “Ritorna mentre dormo”
“Entra nella mia vita/ senza preoccuparti di fare rumore./ Non toglierti le scarpe,/ non camminare in punta di piedi,/ non parlare sottovoce,/ non soffocare le risate./ Sii invece uragano che spacca,/ tempesta che sconvolge,/ pioggia che sorprende,/ onda che sbatte ineluttabile/ e poi recupera ogni cosa/ nel suo vortice scomposto./ […]” – “L’onda”
1. La Gara Poetica Gratuita “Ritorna mentre dormo” è promossa dalla web-magazine “OublietteMagazine”, dall’autrice Cristina Biolcati e dalla casa editrice Edizioni DrawUp. La gara poetica è riservata ai maggiori di 16 anni. La gara è gratuita. Il tema è libero.
2. Articolata in 1 sezione:
A. Poesia (massimo 50 versi)
3. Per la sezione A si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con poesie edite ed inedite.
Le poesie senza nome, cognome, e dichiarazione di accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate. Inoltre NON si partecipa via email ma nel modo sopra indicato.
Ogni concorrente può partecipare con una sola poesia.
4. Premio:
N° 1 copia di “Ritorna mentre dormo”, silloge poetica di Cristina Biolcati, edita nell’ottobre 2013 dalla casa editrice Edizioni DrawUp nella sottocollana “Oubliette”.
Saranno premiati i primi tre classificati.
5. La scadenza per l’invio delle poesie, come commento sotto questo stesso, bando è fissata per il 18 novembre 2013 a mezzanotte.
6. Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:
Alessia Mocci (Dott. in Lettere, redattrice e critico letterario)
Cristina Biolcati (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)
Rosario Tomarchio (Scrittore e Collaboratore Oubliette)
Rebecca Mais (Collaboratrice Oubliette)
Irene Gianeselli (Collaboratrice Oubliette)
Fiorella Carcereri (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)
Daniela Schirru (Poetessa e collaboratrice Oubliette)
7. Il concorso non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.
8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.
9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per email: concorsooubliette@hotmail.it indicando nell’oggetto “info gara poetica” (NON si partecipa via email ma direttamente sotto il bando), oppure attraverso l’account Facebook:
http://www.facebook.com/profile.php?id=100002075267230
10. È possibile seguire l’andamento del concorso ricevendo via email tutte le notifiche con le nuove poesie e racconti brevi partecipanti alla Gara Letteraria; troverete nella sezione dei commenti la possibilità di farlo facilmente mettendo la spunta in “Avvisami via e-mail”.
11. La partecipazione al Concorso implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.
12. Partecipate solo se siete sportivi e pensate di poter accettare il verdetto della giuria. Se siete pesanti, pedanti, petulanti e vi ritenete il braccio destro di Leopardi, non partecipate! Il concorso non fa per voi!
Me ne vado
Io me ne vado quando torno
e quando parto resto un poco
a pendere che si spezza
a momenti.
Anche voi fate visi
se torno
accoglienti d’una festa
dimenticata nei miei occhi
da quando urtai di spalla
a una porta chiusa
ché non resistevo
a pensarlo in terra
con la faccia arresa
alla boccola
o da che mi cadde rotolando dal guanciale
il capino della bimba
e il cervello
che non mi vedevo
nel cranio vuoto senza lei
o da che mi apparve improvvisa
mia madre a Capri
che mi chiamava dalla barca
e si raccolse presso lei
tutta la solitudine.
Anche allora
in quella festa dimenticata
e risorta sui vostri volti
giro sui tacchi
ed esco dalla porta chiusa.
È una nuova patologia:
mal di partenza irreversibile
che consuma i ritorni
mi cancella da voi
vi cancella via.
Roma, 25 marzo 2005.
Cinzia Zottino
Accetto il regolamento
“ECO DI ANTICHI VALORI”
Chi veste di superbia le proprie giornate
sfila i propri pensieri su una affollata passerella,
ove manichini in carne e ossa
indossano nullità senza accorgersene…
specchi di verità
riflettono nude ed informi immagini
presto cancellate perché sature di velleità.
…Chi indossa umilmente la semplicità
non ama “apparire” e
con la dignità legata all’anima
lascia dietro di sè il fruscio del proprio passaggio…
e chi sa “ascoltare ed apprezzare” riconosce
l’eco di antichi valori,
il delicato sapore della sincerità
che sazia senza toccar cibo…
che riempie la platea della vita
pur non diventando modelli occasionali
di una fragile e selettiva realtà…
che disseta le arsure della mente
stillando versi suggeriti da sentimenti mai straripati…
annodando insieme i fili di quei manichini senza amore…
vidimando il biglietto d’ingresso
solamente col nudo ticchettio del cuore…
ROSA D’AGOSTINO
accetto il regolamento
LIBERA DI VOLARE
In una gabbia dorata
sbattevo le ali
cercavo una via d’uscita
ma non sapevo come
e dove andare.
Non mi mancava nulla,
avevo il cibo ,l’acqua
ed il nido per riposare,
ma il mio cuore era triste,
volevo scappare,
volare nel cielo ,
unirmi alle rondini
cercare nuovi lidi,
poi un giorno una mano
mi venne in aiuto
apri una luce ed io
mi lanciai felice
ero libera come una rondine
nello spazio infinito.
Ma era solo un bel sogno
io non sono una rondine,
ho la mia gabbia dorata
ho il cibo, l’acqua ,un nido per riposare
ma non ho l’aria per respirare.
ESODATO PERCHE’
Vivi nel limbo,
pensi e non lavori,
mediti e scrivi
parole graffianti
sul diario della vita.
Ti chiamano esodato,
ti senti angosciato,
umiliato,
nel fronteggiar di petto
la cruda realtà.
Le parole affrante
che pronunzi
ad ogni piè sospinto,
i pensieri appesi all’umore,
cinturano il tuo ego.
Dal travaglio esistenziale
dell’occupazione smarrita,
l’amara società
ha forgiato un nome
che non t’appartiene.
Ti senti schiavo
nel terzo millennio,
ammutolito dagli egoismi,
esodato per costrizione:
grida la tua dignità!
Sergio Camellini,
accetta il regolamento della Gara Letteraria “Ritorna mentre Dormo”
Matteo Di Maggio
accetto il regolamento
NESSUNO E’ SOLO
Sui passi intorpiditi,
tra i rivoli di pioggia
caduta per addolcire
il sonno delle foglie,
ad occhi semichiusi
divoro attimi di felicità.
Alle mie spalle,
un crepitio assordante
di vetri infranti,mi distoglie
dal mio viaggio senza meta.
Un uomo si è lasciato cadere
su una parete di vetro ingiallita.
Il vetro scheggiato
squarcia la luce bella
del sole che bacia
il nuovo mattino.
Mi avvicino all’ uomo in ginocchio,
lo guardo in viso,
mi è familiare la sua tristezza,
lo guardo ancora
ma per Dio sono io.
Ad occhi spalancati,
tra la folla incuriosita
vorrei soltanto lasciarmi andare
e riposare.
Ma all ’improvviso ,
una voce melodiosa,
altri occhi,
mi vengono a salvare.
SOGNO DI ITAPUA’
Vagando nel vento
Me ne andavo
Lungo il mare di Itapuà
Una voglia di cashaca
Una sete di danze
Donne mulatte dai candidi vestiti
Intonavano canti agli dei cristiani
Una viola strimpellava a tempo
Al cadenzare d’un ballo
Di una fanciulla dai capelli arruffati
Gente mi sorrideva
Ed io libero come il vento
Correvo nel vento
Felice e ubriaco
Al tempo d’un magico samba.
Accetto il regolamento
Leonardo Rallo
Accetto il regolamento
Eternità
Seduto ai margini sfrigolanti
d’una battigia sempre più infuocata
rivolto lo sguardo al lontano infinito
sento il respiro profondo dell’umano dolore
che scorre davanti ai miei occhi.
Raccolgo, così, quel domani
legandolo ai giorni passati
a quelli smarriti di gialli e di rosa padroni
e di grigi e d’azzurri stemprati,
l’eterno che mai più ritorna
eppure che vive legato al destino
di questa esistenza.
Salvatore Gaglio 14/10/2013
Accetto il regolamento
L’URLO DI GEA
Le rupi screpolate nell’arsura
gemono invano: scheletri di pietra
modellati «ab aeterno» dai cicloni.
E sono labbra – aneliti corrosi
di madre Gea – che implora nubi e piogge
fiumi e sorgenti
al cielo e al mare / e al Dio degli elementi.
È vano essere madre,
spremere il seno inaridito, e urlare
agli abissi del cielo il Miserere;
e accarezzare con affetto immane
gli steli rinsecchiti
gli alberi spogli invano illanguiditi
e zolle buie ormai pietrificate.
È vano essere madre
e sprigionare
dolcezze ai mille figli in agonia,
impotente e sfinita;
e bramar dalle tenebre la vita.
Urlo di lupa
cui nella notte Artemide funesta
i figli vulnerò, la madre Gea
madre impotente si rivolse al sole:
lo maledì nel panico furente.
Ma quell’Astro
altro non è che prigioniero vano
di secoli e millenni;
e vaga senza requie per il cielo,
luce raminga dell’eternità.
Nella giostra crudele ed infinita
non sa che fu, cos’è, che mai sarà.
L’empireo va; ma ignora dove sia
il porto estremo della lunga via.
E vado anch’io nei giorni e per la vita,
animo affranto e rondine sfinita.
Daniela Giorgini – Accetto il regolamento
“Il nostro amore”
Il nostro amore
è quello squarcio di cielo
che arrossa al tramonto
e si nasconde silenzioso
nel blu profondo della notte.
-Testa e cuore-
Così mi capita
di camminare
al buio nella notte
tastando
il pericolo di te
La testa
urta forte il cuore
e pensarti
e’ una piaga
sempre aperta nella mente
Maria Teresa Dotti
Accetto il regolamento
(CESARE AMADEI) 15/10/2013
Accetto il regolamento sopra indicato
Come un angelo
Sei, questo nessuno lo può negare
mia, la voglia di tenerti
sempre, stretta al fuoco che non si vuol estinguere
sarai, una fiaccola che insegna, senza assopirti
immortale, ingenua la voglia di averti
dentro, invisibile ma ti posso sentire
me, parte dello stesso stampo.
Non si dividono ombra e luce
quando si pensa a una si trovano entrambi
non si divide la stessa voce
perché quando è spezzata si tratta di pianti.
Come l’amore di un’angelo custode
incondizionato e impercettibile
ma sempre presente quando l’anima esplode
amaro perché non gli è dato di stringere
dolce perché unico e imprescindibile.
Cesare Amadei – poesia edita, scritta nel 2012
FRAGILE
Mi dispiace per lei che rimarrà sola. E’ così fragile e presto non sarò più al suo fianco.
L’ho amata tanto, l’ho protetta, l’ho tenuta lontana dalle brutture della vita.
Ho fatto il mio dovere, com un soldatino di piombo. Giorni e notti trascorsi in fabbrica tra caldaie, umidità e la sigaretta fra le labbra.
Ero così intento a costruire un futuro solido che mi sono roso il fegato e mi sono fumato anche i polmoni.
Ora lei è al mio capezzale, mi scruta timorosa, con quei grandi occhi nocciola.
Mi sorride, mi accarezza la faccia, mi aggiusta la flebo.
Il mio dolore è grande. Lei è così fragile e presto sarà sola.
Accetto il regolamento
Accetto il regolamento
L’INFERNO IN UNA NOTTE
Ho perso la via del cielo
in una notte senza confini,
toccando mille stelle assetate e perverse
d’ogni mio pensiero
ho perso la via del cielo,
assaporando la realtà dell’inferno
agognando alla quiete del paradiso
le tenebre sfumano,
tacciono ora le stelle,
ritorna nitido nel sole il confine
ho ritrovato la via del cielo
i miei passi leggeri percorrono l’alba,
l’anima in fiamme
il cuore ancor blindato.
Antonella Albano. Accetto il regolamento.
Ti prego
Ti prego, lasciami andare.
La terra morbida sotto di me
l’azzurro pieno per tetto.
Niente altro. Solo il rumore
senza suono dell’erba che cresce
e gli uccelli, e gli insetti, ogni tanto.
Ma niente noia per favore,
nessun vuoto nella mente e nel cuore:
il paradiso di essere Te.
Corrado Borrelli
accetto il regolamento
IL CORAGGIO DI VIVERE
Se lasci che questa vita diventi un racconto
Alla fine tutto vola al vento,
Perché ho imparato
Che così tutto è sprecato.
Tu dici che non sempre si finisce così
Ma questa volta si,
stai tranquillo perché non mi arrendo,
ma semplicemente mi difendo
perché non sempre si comprende
che tutti quelli come noi
sono eroi.
I SOGNI SI AVVERANO
Si realizzò il mio sogno, in un giorno anonimo,
in cui nulla più mi aspettavo,
se non il solito colore monocromatico della strada mattutina
per l’andirivieni tedioso, tra sterili luoghi e castelli di carta.
Proprio lì nel mio castello,
il messo annunciò l’agognata novella ed i miei occhi sprizzarono
stelle di luce, che venivan su dal mio cuore.
Più leggero sentì il mio corpo,
come soffice piuma che si libra nell’aere,
caddero i muri del castello di carta,
scomparvero gli sterili luoghi del mio andirivieni,
e la mia strada non fu più monocromatica,
ma cosparsa di mille colori.
RAINERI FERNANDA
Accetto il regolamento
TEMPORALI
Ricordo i temporali
di quand’ero bambina:
infiniti nel tempo
costringevano il mio cuore a tremare
per la paura di perdere ogni bene e affetto.
Osservo i temporali
ora che sono adulta:
si fanno piccoli attorno a me
mentre la mia anima respira
fresca pioggia purificatrice.
LOVATO MARINA
ACCETTO IL REGOLAMENTO
“A te”
Rapido, sul mio volto
langue un sorriso.
Che sia per sempre…
o mai più sia.
Accetto il regolamento
Tamara Vittoria Mussio
A PUGNI CHIUSI
Sina Mazzei
sezione A
accetto il regolamento
A pugni chiusi
vado pei viali della vita,
accogliendo la mia intimità
come una conchiglia il suo fragile tesoro.
Nei miei pugni chiusi
do asilo al dolore sociale
che mi assale dalle ossa della terra,
in maniera naturale e senza affronti.
Garbato, ci si rannicchia tutto,
come di notte i miei sogni
al riparo da ogni turbamento.
E, strada facendo,
nei miei pugni chiusi,
come cedro del Libano,
incontro te, mio padre,
che, nel mio tempo debitore,
cedi il nome del tuo ardire
alle piaghe della mia guerra quotidiana,
in questo mondo che non ci conosce.
Zelante custodisco, come mani,
il tuo dono vigoroso e pio,
così si placa in me quella figlia che non sono stata,
come lotta impari alle forze,
e mentre tu ti vai spogliando
io mi rivesto di te.
Lo avrai, padre, il monumento che ti spetta,
non con il freddo marmo della notte
ma con pareti d’argento allestite
nei miei pugni chiusi.
ELENA SPATARU
Luce d’amore
Petali di cuore
che splendano
nell’ ovazione del cielo.
Il campo in germoglio.
Petali di cuore,
giochi di parole,
giochi dei sentimenti
in mezzo
alle rive del mondo
che si lasciano andare
in un frenetico canto del mare.
Luce d’amore.
Accetto il regolamento
“Candido travolgimento”
Scende nel suo lento fare sinuoso
imbianca ogni colore trasformandolo suo
si appoggia delicatamente sulla mano
pungendo freddamente il sensibile tatto
lasciando inerme quel dito che ancora va
e inconsapevolmente scrivo nel soffice gelo
i nostri nomi posti uno all’altro incisi nell’attimo
ove solo così possono dare il meglio
osservando lontano quel bianco candore
in un unico tratto formare un corpo a me familiare
in due luci azzurre si lascia intravedere
improvvisamente il calore prende il corpo
stringo gli occhi pervaso dall’allucinazione
rivedo ancora l’immagine avvicinarsi
riflessa nel fiocco in mano
dolcemente si scioglie assieme a questo sogno
penetrando nella pelle sino al cuore.
Accetto il regolamento
Andrea Talignani
RICORDATI DI GUARDARE LA LUNA
E’ triste dover dire addio…
Il cuore diventa così fragile
così maledettamente delicato …
da spaccarsi con un soffio di vento…
Cicatrici e lucidi occhi a dimostrare la sofferenza
per aver perduto chi si ama…
Non vorresti andare avanti
ma la mente è più forte
e passi incerti
spingono il corpo con una volontà che non ci appartiene…
E rimane il ricordo…
Una fotografia in una distratta cornice
mostra l’immagine di chi ora è lontano…
Non esistono parole…
Non esistono sorrisi…
Solo un cielo… e Tu…
Ricordati di guardare la luna
ALBA SAIU
Accetto il Regolamento
Le ragazze
Le ragazze cattive
ti bruciano dentro
con unghia laccate
e la voglia di averti
sopra divani sgualciti,
su metrò abbandonate…
lungo strade tortuose
ti cercano ancora
per lasciar segno di se.
Le brave ragazze
ti stanno vicine
sinuose passeggiano
lungo i declivi più dolci,le piatte pianure.
Non ti chiedono mai,
se l’incontri per strada
chi fosse il tuo amore,
l’ennesima croce che porti sul petto.
Sono cosi’,
leggere e friabili
contente di esistere,
biscotti di burro
dentra tazze da tè.
Le sorelle malvagie
ti succhiano il sangue
quando ti baciano,
ti svuotano dentro
e,dopo felici,corrono via.
E tu le rincorri
da stupido amante
cercando negli occhi
del gelido inverno
risposte tranquille
per fugare l’insonnia.
Quelle tranquille
tu le ami a metà
sentendoti vecchio
alle loro lusinghe,
ormai prigioniero
di antiche passioni.
E ti ridesti
sudato e distrutto
da caldo e scirocco
in un sogno d’estate
e,
l’unica cosa
che vai a cercare
sono le donne cresciute
che ti hanno fatto impazzire
senza alcuna pietà.
Accetto il regolamento
SERA D’AUTUNNO
Sera,
silenziosa sera;
il cielo scuro e l’aria d’autunno,
il riflesso delle luci nella strada bagnata,
la gente passa, distratta e sconsolata.
Un altro giorno è passato
ed il destino non si è fermato;
ogni istante è fatale
per chi fugge dalla rovina,
e verso l’ignoto si incammina.
Lascia brandelli di speranza,
sparsi nelle piazze e nelle vie
come frammenti di specchi spezzati.
Nei rifugi della malinconia
nasce ancora un sentimento,
si scuote la polvere del passato
ed un futuro sembra tornato.
Domani sarà diverso,
il cielo sarà terso,
e giorni meno amari
segneremo sui calendari.
Armando Cappa
accetto il regolamento
VORREI CHIAMARTI “AMORE”
Vorrei chiamarti
“amore”
quando accorri leggera
ad ogni mio cenno,
quando il tuo respiro
si confonde con il mio,
quando il libeccio,
madido di pioggia,
scuote le vele
del mio mondo d’argilla
Vorrei chiamarti
“amore”
per quello che mi dai
incoraggiando ogni mia
stranezza o fantasia,
per il tuo sorriso
sgombro di rimpianti
quando il velo scuro
della notte avvolge
l’intelletto ed ogni cosa.
Vorrei chiamarti
“amore”
per ogni volta
che le lacrime
ti han graffiato il viso,
per le parole
che avrei voluto dirti,
rimaste mute
in fondo al petto
per le beffe della vita
Biagio Barbero
ACCETTO IL REGOLAMENTO DEL CONCORSO ed AUTORIZZO IL TRATTAMENTO DEI MIEI DATI PERSONALI AI FINI ISTITUZIONALI (legge 675/1996 e D.L. 196/2003).
Dichiaro che l’elaborato è frutto del mio ingegno.
PIETRA VAGANTE
Io non ho spazi da donarti
nemmeno pietre levigate
per i tuoi percorsi scalzi,
solo intermezzi di colore antico
e teneri respiri come quando
lo zucchero si scioglie
nella tazzina dei pudori
e ho molestato persino un fiore
rivendicandolo solo per te.
Ora guarda nella sua bocca svelata
e cerca il nettare che vi ho versato!
Io sono qui nell’aria o altrove,
pietra vagante che attende
la collisione col tuo nome.
ACCETTO IL REGOLAMENTO DEL CONCORSO ed AUTORIZZO IL TRATTAMENTO DEI MIEI DATI PERSONALI AI FINI ISTITUZIONALI (legge 675/1996 e D.L. 196/2003).
Dichiaro che l’elaborato è frutto del mio ingegno.
Chi non conta niente
ingoia cocci di vetro
mentre respira la tua indifferenza
non centrare quel bersaglio
non collezionare vittime di scherno
o temo che non vivrai
quello che ora ti diverte tanto
trasformerà chi non conta niente
in un altro carnefice.
di Emanuela Mancini
Accetto il regolamento
Nell’angusto quadrato del ring
all’angolo dal fiato che mi opprime
ti attendo ostinato a pugni chiusi
le braccia raccolte contro il viso.
Impari è la lotta che abbiamo ingaggiato
perché non stai di fronte
perché tendi le braccia
e tiri indietro il corpo non commetti
quella mossa falsa che potrebbe
darmi l’allerta della tua presenza.
Posso anche ignorare le tue lunghe attese
la caparbia voglia che hai di sconfiggermi,
oscura compagna di tutte le assenze
nelle albe fredde nelle sere morenti
nei giorni trascorsi nella solitudine,
nemica del canto di uccelli coraggiosi
lanciato nell’aria come mite sfida.
Ma se mi volto per guardarti in viso
mi giri intorno e nello specchio vuoto
alle mie spalle ti vedo sorridermi
già vittoriosa.
ACCETTO IL REGOLAMENTO DEL CONCORSO ed AUTORIZZO IL TRATTAMENTO DEI MIEI DATI PERSONALI AI FINI ISTITUZIONALI (legge 675/1996 e D.L. 196/2003).
Dichiaro che l’elaborato è frutto del mio ingegno.
Marcello Comitini
PIANTE CARNIVORE IN SALOTTO
Leggo di Stromboli
sulla solita poltrona
immagino
rocce di fuoco
che rotolano
nell’acqua
mi sento
come Alex
di Arancia Meccanica
quando vede
impiccagioni
e torture
con occhi colmi
d’ estasi
l’orgasmo
si placa
mentre
annaffio
le piante
e penso a te
amore.
ACCETTO IL REGOLAMENTO DEL CONCORSO
Sara Erriu
L’angelo senza nome
Nel sogno le parlò per la prima volta
e con il giorno venne la luce
poi, tutto si fermò.
Il mondo guardò i suoi occhi che piano piano
perdevano il sorriso.
Quel piccolo fiore che conobbe in sogno
era andato via
insieme a tutto ciò che la pioggia
portò con se quel giorno.
Non sapeva che quel fiore
sarebbe rimasto con lei per tutta la vita.
Perchè lei le aveva fatto una promessa
“tienimi con te, non lasciarmi andare via”.
ACCETTO IL REGOLAMENTO DEL CONCORSO
MATERASSI DI COTONE
Travolgi il mio sguardo
e con le sfumature dell’essenza
ricostruisci tutto quanto.
Portami nell’aria,
portami su quei soffici materassi di cotone,
lassù nel cielo.
Riscriviamo una storia
di emozioni,
di me e di te, di noi.
“Portami su quei soffici materassi di cotone,
lassù nel cielo
e regalami per l’ultima volta
i tuoi occhi, i tuoi baci.”
ACCETTO IL REGOLAMENTO DEL CONCORSO ed AUTORIZZO IL TRATTAMENTO DEI MIEI DATI PERSONALI AI FINI ISTITUZIONALI (legge 675/1996 e D.L. 196/2003).
Dichiaro che l’elaborato è frutto del mio ingegno, tutti i diritti riservati.
Abitarsi non è facile
L’esperienza abbraccia
nella diversità delle parole
la speranza a rate
misura delle decisioni,
scelte
che non capiranno mai
confondendole
fra verità e bugie.
Inutile
se non vedi gli eccessi
e solamente il colore
di un quadro appeso e sghembo.
Cerca di capire negli spazi, chi
è la gente che li ingombra
ché ciò che accade oggi
non può veramente bastare.
ACCETTO IL REGOLAMENTO DEL CONCORSO
Ines Zanotti 19/10/2013
Ad occhi chiusi
“Affini a instancabili ali di farfalla
le ciglia pulsano una visione maculata.
Sulla nuda realtà cala il sipario:
tutto si ferma e, tacito, ascolta…
D’ impulso squarcio il buio pesto
che senza tregua gioca innanzi,
mentre un’ ondata di luminosità
m’ accoglie in un mondo nuovo!
Sotto i passi non v’ è cammino,
sovra i pensieri non muove l’ agire,
il passato seduto all’ ombra dell’ ieri
e il domani sottobraccio alla speranza.
Qui, ogni cosa mi è chiara:
cuore e fantasia evaporano
e imparo l’ arte del volo,
cosicchè l’ incanto del silente nulla
fa partorire in me,
il poeta!
Il sole inchina i raggi sulla pelle
e svela lo sguardo.
Dalla linfa della vita
sento il terreno riaffiorare,
riprendere il respiro.
Giovane ardore nei sentimenti
e lo spirito è gaudio, ora,
ad occhi aperti”
Accetto il Regolamento del Concorso
Autore Francesco Bergamasco
Vanagloria
In vittoriosi sorrisi di guerre
a spolpate guance
come teschi
in città strappate al pudore
Vanagloria
Ascoltar silenti inghiottiti
lamenti
da frastuoni di morte…
sinfonia di eredi potenti
Vanagloria
in storpi d’anima e pudore
che manco iddio forse…
Che stima nello scrivere pochi versi
dall’alto di sazia tranquillità…
Vanagloria
sì!
se cuor s’acquieti a sterile sdegno!
ACCETTO IL REGOLAMENTO DEL CONCORSO ed AUTORIZZO IL TRATTAMENTO DEI MIEI DATI PERSONALI AI FINI ISTITUZIONALI (legge 675/1996 e D.L. 196/2003).
Dichiaro che l’elaborato è frutto del mio ingegno, tutti i diritti riservati.
LUNA
Luna, ti osservo
ti guardo
chiudo gli occhi
li riapro
e ti immagino…
… fetta d’arancia sei
dentro una tazza di tè…
assaporo il tuo sapore
ti annuso
sai di terre misteriose e antichi sentieri
dove viandanti un giorno percorsero
la strada della loro avventura.
Luna d’arancia
mi inebria la tua rotondità
la dolcezza
ma la semplicità
di come sei.
Oh luna
luna più ti guardo e più ispiri
amori,
sensazioni,
culli e consoli
luna
perchè il tuo essere luna
è pura magia.
ACCETTO IL REGOLAMENTO DEL CONCORSO ed AUTORIZZO IL TRATTAMENTO DEI MIEI DATI PERSONALI AI FINI ISTITUZIONALI (legge 675/1996 e D.L. 196/2003).
Dichiaro che l’elaborato è frutto del mio ingegno, tutti i diritti riservati.
L’AMANTE
Lasciatemi distesa un tempo sordo
incrociata fra le mani e il petto felice
nel rovo dei capelli
– lucciole –
indelebili e tremule
azzurre
ancora calde
Il pensiero gode un silenzio
– amante –
gli occhi la vaghezza di un crepuscolo viola
ACCETTO IL REGOLAMENTO DEL CONCORSO ed AUTORIZZO IL TRATTAMENTO DEI MIEI DATI PERSONALI AI FINI ISTITUZIONALI (legge 675/1996 e D.L. 196/2003).
Dichiaro che l’elaborato è frutto del mio ingegno, tutti i diritti riservati.
Accetto il regolamento del concorso ed autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai fini istituzionali. (L. 675/96 e D.L. 196/2013.
DICHIARO che l’elaborato è di mia composizione e tutti i diritti sono riservati.
Speranza.
E spesso ci resta quel senso profondo
la paura che il mondo si vesta di nulla
che un poeta si spenga nel buio
che il tempo cancelli ogni nostra bellezza…
e l’uomo poi ricerca l’istante che vola
la dolce frenesia di un solo momento
l’insolito andare di un moto incostante
e si nega domande da fare a se stesso
magari un tormento che poi ci divora
per un desiderio mai confessato.
Adesso è una crisi che vive di niente
che distrugge ogni nostra residua speranza
e ti mente lo sguardo di chi muore da solo
nell’ultima stanza di una vuota coscienza.
Ma nel buio ritorna uno squarcio di luce
un solco che segna preciso il percorso
il confine reciso da un taglio di lama
la mente che sfugge ad ogni vana illusione
una trama leggera, una nuova emozione
un gesto che a volte fare non osi, un sorriso
che s’immerge nel cuore e piano trafigge
quel senso di vuoto che nel buio ti uccide.
© Italo Zingoni – 2013 – Inedito –
Accetto il regolamento.
RICORDI.
E lo sguardo
si posa
sul portalampade
mentre nella mente
riaffiorano
ricordi di luci, autostrade affollate
e si staglia nitido un riflesso
forte e giallo.
L’attore si inchina per ricevere l’applauso
e della sua prova:
mi beo
e lo scruto, di cera,
burattino scomposto,
fabbro di prima scelta.
Non dirmi niente:
le tue parole non servono
non cambiano quella che è
la situazione.
C’è mai stata, almeno,
curiosità,
ricerca di qualcosa in più?
Io dico sì
ma le mie opinioni
sono vetuste e coperte di polvere
mentre lo sguardo
è perso
nel giallo del portalampade.
Generazioni
Ritrovandosi a vivere in un’era tecnologica,
che fine farà ciò che si scrive
e ciò che si dice…
Riflettere sulla bellezza dell’esistenza
è diventata un’idea
già inesistente.
Dal primo vagito è difficile adesso
inculcare i valori d’un tempo
appartenenti ai nostri antenati.
I carrelli son pieni di capricci
col Natale liberato dalle favole
e trafficato da contanti.
Epoca in cui muta lo stile espressivo,
dove tutti son colpevoli,
tranne sé stessi.
S’è negata la libertà
dell’insuccesso
dando spazio all’acquisto dei sentimenti.
Quasi scompare lo sguardo sognante dei bambini,
le loro lacrime
quando guardano “La storia infinita”.
Cerchiamo un tempo
fatto di torte di mele
come premio educatore d’una mente ribelle.
E forse… Chissà!
Torneranno i disegni
e le domande curiose.
– Maria Maddalena Bisogno
– Dichiaro di accettare il Regolamento
SUPERBO AMORE
Non c’è luogo di pace
disperso nei passi lenti
del respiro della notte.
Superbo amore, fecondo battito.
Purissimi ricordi.
Vile è l’ascolto di pianto
che riga lentamente la mia follia.
Tutto s’annienta nella fosca solitudine.
mentre aspetto un tenero bacio
là dove una purezza di labbra
soffia le ultime parole
nella dolce voce del vento.
accetto il regolamento emilio mercatili
Io sottoscritto Di Paola Claudio accetto in maniera incondizionata il regolamento del suindicato concorso, inoltre accetto, senza remore il giudizio che riconosco insindacabile della giuria, autorizzo la commissione del suindicato concorso a trattare i miei dati personale, distinti saluti C.D.P.
Verso il meriggio
Verso l’impudica notte,
dove finisce il re e
comincia l’uomo,
sentiamo il battito del mondo
che rulla sulle
nostre pelli accordate.
Sbattono forte i vecchi tamburi,
mentre scuoiamo il drago.
Sulle facce appaiono le
prime rughe di frontiera,
come sfiati sui pozzi dei desideri,
come anfratti erosi
dalle urine del tempo.
Bare di pensieri mobili
occultano le ferite e
nell’intimo di questa immensità
ci tocca pregare.
Dei lontani aliti che
scaldavano gli anni
rimane solo la pelle,
il resto è fuori dai
nidi dell’estate,
perso fra le ore del meriggio.
Slaccia dal volto il
tuo sorriso o vento e
schioda libero il gusto
della sua leggerezza sul
nostro palato immaginario.
Mandrie di nuvole piene
galleggiano sulle nostre teste
come pesanti coltri fra cieli e terre.
Non sentiamo più il canto acerbo
delle ore, ma scivoliamo un
po’ incauti un po’ vaghi
verso i lunghi confini del tempo.
Claudio Di Paola
La poesia del raffreddore
La poesia del raffreddore
ricorda di godere quando si sta bene.
Le lacrime sono calde,
gli occhi
velati da comprensioni,
bruciano
rimorsi sulle possibilità
difficilmente sfruttabili.
Pensare ai semi
che ci hanno fatto crescere,
che ci hanno innaffiato,
che ci hanno potato,
e nell’incubo dell’addio,
pensare a loro e tracimare acqua
scovando l’unica vera paura.
Approfittare delle prossime opportunità
per amare.
Giuseppe Carta, accetto il regolamento
16 SETTEMBRE
Sono rimasta ancora,
solo per guardare il cielo
che mi porta avanti con gli anni
abbassando e alzando le maree
su questo mare di settembre
dove tutto sembra di cristallo
e i voli si allontanano
tracciando ore nell’azzurro,
diluendo i miei pensieri
nei riflessi del sole
all’orizzonte
Qui dove le onde
risalendo le correnti
si stringono agli scogli
e il mare appare bianco
della sua presenza
e nella sabbia si allunga
a spegnere di colpo
nel buio di questa notte
le mie impronte
ACCETTO IL REGOLAMENTO DEL CONCORSO ed AUTORIZZO IL TRATTAMENTO DEI MIEI DATI PERSONALI AI FINI ISTITUZIONALI (legge 675/1996 e D.L. 196/2003).
Dichiaro che l’elaborato è frutto del mio ingegno, tutti i diritti riservati.
18 Novembre
Fu un batticuore dalla partenza all’arrivo
un susseguirsi di immagini di come sarebbe stato e le domande che mi feci durante il viaggio a cui avrei potuto rispondere solo rivedendoti.
Fu il 18 di novembre.
La scadenza del bando è fissata al 18 novembre?
E’ una persecuzione?
Chiedendomi perché mai le date ci rimangono impresse
quelle speciali, quelle dove il cuore non smette di sussultare
dove quel giorno vedendoti arrivare dallo specchietto retrovisore
la mia domande ebbe finalmente risposta, si! è lui.
Non perché non ti conoscessi, ma sapevamo entrambi che il nostro amore sarebbe sbocciato quel giorno.
E in riva al mare quel sole tiepido del 18 Novembre che le nostre mani le nostre labbra si dissero ecco sei tu.
18 Novembre
Chissà se mi pensi quanto ti penso io.
Urania Scarpa
tutti i diritti riservati
accetto il regolamento del concorso
Eri vero
Eppure eri vero
e mi guardavi fiero,
ogni pensiero premeva
e l’animo fremeva,
ma non aspettare più menzogne
la tua anima è ancora vergine
ti senti al margine della foiba
tremante e casto, hai paura
di ripiombare come un ignaro bimbo
nella voragine dove è il vuoto,
dove il desìo è un fato sublime
dove non rimane che un lembo
di antica vita, vile fu chi ha annaspato
per rimanere tra gli ori e sacrificargli
uno spirito ancor vivo e possente
di amore antico, barattandolo col niente,
infido ma conveniente
vince il destino pettinato e ordinato
dal tuo ego custodito,
mai cambiato o scambiato
con un pezzo di vita vera
come un battito sfuggito
dalla linda coscienza
un atto di sublime imprudenza.
Emanuela Di Caprio, accetto il regolamento del concorso.
DIFFICILI SCELTE.
Non potevo
rimanere imprigionata
nella tua ragnatela.
Avevo bisogno
di volare,
di sognare,
di conoscere altro da te.
Non potevo
accettare
i tuoi ricatti emotivi.
Dovevo capire
chi ero,
cosa volevo,
quanto valevo.
Anche se tutto ciò
ha significato…
…non vedere il mio riflesso
nei tuoi occhi.
Aida Giordano – Taranto, 25/10/2013
ACCETTO IL REGOLAMENTO DEL CONCORSO ed AUTORIZZO IL TRATTAMENTO DEI MIEI DATI PERSONALI AI FINI ISTITUZIONALI (legge 675/1996 e D.L. 196/2003).
Dichiaro che l’elaborato è frutto del mio ingegno, tutti i diritti riservati.
Come canna di stagno
Come canna di stagno
in attesa di vento
la mia anima
nel perplesso periplo
di acque indomite
sta
aspettando la quiete eterna
tra le onde
di questo mare immaginario
che raccoglie conchiglie
e ne forgia spiaggia
sino a disperdere il senso delle distanze
tra la terra e l’orizzonte.
Io sto
appeso al filo delle emozioni
un pagliaccio che ha arso le ultime lacrime
perché delle risate
anche la risacca ha perso l’eco.
Soffia il vento
sull’afflato di un respiro
un cesto intrecciato con le nostre mani
in ossequio di preghiera
a quel cielo
che alimenta i nostri occhi
prima che le labbra seducano gli sguardi
e degli angeli si confondano i sensi.
Come canna di stagno
attendo un soffio di vento
che orienti il mio ciondolare stanco
apatico
inutile
incolore
fino a quando le tua bocca
non invocherà il mio nome.
Accetto il regolamento del concorso e autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi della legge sulla privacy. Dichiaro inoltre che l’opera è frutto del mio ingegno.
Enrico Danna
Freddo Natale
Lingue di fuoco
del mio Focolare
in questo giorno
che si appresta al Natale
scaldate l’aria
intorno al mio cuore.
Aria che soffia
come vento polare
travolgendo il paniere
a cui tanto tenevo
colmo di sentimenti
puri come il pane
e traboccante di colei
che chiamavo…..Vita.
Fiammelle di fuoco
del mio Focolare
vi prego
non dissolvete per l’eternità
ma furtivamente celatevi
sotto la cenere
e poi senza indugio rinvigorite
per regalarmi ancora……la Vita!
Accetto il regolamento
LA MELANZANA INNAMORATA – Roberto MARZANO
Prendimi, strizzami
scompigliami il peduncolo
vìola il mio corpo viòla
col tuo pugnale adunco
affettami, trafiggimi
intrugliami con l’aglio
riducimi in cubetti
confondimi il cervello
e, dopo, aspergimi
di sale
di prezzemolo
spadellami nell’olio
sfrigolerò d’amore
io, solanacea timida
dei tuoi occhi cotta
oserei dir… son fritta!
se non fosse che per te
io me ne muoio…
Accetto integralmente il regolamento. Roberto Marzano
ANNA SCARPETTA
Quando soffia il vento
Quando soffia forte il vento
bussa con la sua poderosa mano.
Bussa alla porta della memoria.
Soffia sui ricordi accesi
a getti di grandi folate,
fino ad accendere i ricordi forti,
come tizzoni rossi vivi e incandescenti,
nel camino del mio cuore amico.
Così riscalda la fredda anima,
regina della sera,
accanto all’Io impetuoso e attento,
restano lì muti, e si narrano storie,
strani eventi, già accaduti.
Quando incomincia il percorso
è tanto lungo,
le strade s’aprono nei ricordi,
con vive immagini,
somiglia quasi di rivedere un film,
nelle mani della vita.
Poesia Edita – dal Libro di Poesie Le voci della memoria anno 2011
di Anna Scarpetta – Editrice IsmecaLibri Bologna
Tutti i diritti riservati.
Accetto le condizioni del presnete regolamento e autorizzo il trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali /Legge 675/1966) e D.L. 196/2003.
Granelli di cuore
Mi perdo nei riflessi di un sogno.
Nei vicoli oscuri dei miei dubbi
sollevo polveroni di stelle.
Macino e semino granelli di cuore
sotto brandelli di pelle.
Oltre gli abissi dei ricordi,
affondo lame d’orgoglio
e insistentemente
innalzo la mia anima
come una coppa colma di perle.
Negli occhi di un addio
rincorro a ritroso un istante fugace
che giace per sempre in un dolore fitto
e loquace.
Accetto le condizioni del presente regolamento e autorizzo il trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali /Legge 675/1966) e D.L. 196/2003.
Mariella Mulas
Accetto il regolamento
Nella mentale malinconia,
ti seguo amore …
Ti seguo nei giorni dei tuoi sorrisi,
e richiamo il suono delle tue parole …
Sono qui, in me,
in questa malinconia
che illanguidisce forze!
Ti seguo ancora amore,
negli occhi del tempo che passa,
con gli odori che percepimmo,
con i colori riflessi nello specchio
del ricordo,
e del tuo calore,
alito di desiderio che va,
insieme ai tuoi passi,
inutilmente a chiederti di posare
ancora su di me lo sguardo.
Ma non ha resa di gioia
quel raggio che attraversa
capelli abbandonati,
e non ha ragione l’oblio
a far zittire pena …
Ti seguo amore,
mio solitario muto pensiero,
mentre tu al sole
lasci respirare i tuoi sogni,
per me ora sconosciuti
e ove per me non c’è più spazio
di luce, solo frantumate pareti
di nubi innamorate di cielo,
che ti seguono anch’esse,
unendosi prima di sciogliersi,
come me,
nei prepotenti rivoli
di gocce scivolanti meste
su selciati della lontananza.
Io ti ho trovato
Accetto il regolamento
Mai
potrebbe estinguersi
quel flusso di sensi
che implode
frantumi di cuore.
Io ti ho trovato
in un seme di terra,
universale incanto,
quando la vita
mi ha narrato
di te.
Smeralda Fagnani
Giacomo Medina accetto il regolamento
Veggiasi il capro tenero e quieto
Veggiasi il capro tenero e quieto
che in alta ripa ostel ritrova
procel’ minaccia ancor ch’era mansueto
d’animo sazio, più di là si mova
Teco l’astro rallegro porti lieto
sì che più il giovin agnello cova,
esca a ver li frutti e lo vigneto
che del tuo passaggio ei son la prova
Sì che chiara beltà natura riporta
li occhi miei ver tua angelica forma
risana e ristora affranto il cuore
Giaccia di nuovo la vita e il calore
tra gli orti, nei semi speranza trasforma
lieto spartano favonio conforta
Melodia di un Angelo.
Muore lo scintillio
nel cielo
e il sole lento va,
mentre l’orizzonte
si confonde,
s’ode nell’aria
una dolce melodia,
l’ascolto,
si arresta il cuore
e il corpo mio si ferma,
la musica mi prende,
silente sto ad ascoltarla,
sento la mano mia
accarezzata,
è lei la dolce nota
della giornata,
un sogno a occhi aperti
innanzi a me mi osserva,
un angelo si dolce
mi accompagna
mentre la musica
già scolpita libra nell’aria,
leggero come piuma
mi lascio andare
al suo volere,
mentre le note
consumano
quest’aria che respiro,
mi mostri il viso
e nell’incanto tuo
una stilla pende
senza sapere
ove andare,
vorrei asciugare il viso tuo
angelo mio,
sembra una melodia
in lacrime,
mi manchi appena smette
di suonare.
Ricordati sei solo un sogno
a occhi aperti,
io ci sarò ogni volta
che tu vorrai,
sarò la tua musica
la tua nota preferita,
io ci sarò,
sarò nell’aria che respiri,
e nel silenzio della tua stanza
pensami,
cercami nei tuoi sogni preferiti.
Giù 27/10/201318:30
Di Giuseppe Morelli(siae)
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Accetto le condizioni del presente regolamento e autorizzo il trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali /Legge 675/1966) e D.L. 196/2003.
L’ATTESA
Mi è nemico il tempo
arido e amaro
che non sa più distinguere
la mia presenza
e la tua assenza.
Mi è nemico il tempo
gocciolio spasmodico
sulla mia testa
mentre attraversa le sue isole
senza arrivare mai.
Mi è nemico il tempo
come roccia crudele
passato a dipanare pensieri
come reti intricate.
E, nel silenzio
di questo tempo avverso
io ti aspetterò,
come una casa vuota
bianca di sole
e profumata di salsedine
in un giorno d’estate
ove tu…tornerai
ancora…ad abitarmi.
Mariapina Abate
ACCETTO IL REGOLAMENTO
trovo che sia una gran bella poesia, essenzialmente realistica, improntata sul tempo, punto cardine reale della vita di ciascuno.
Bravo ! (Y)
Pensare
Di
Giovanni Maniscalco
Un tavolo una sedia e una tazza di caffé
Sto seduto a meditare e a chiedermi perché
Provo a darmi le risposte alle mie mille domande
Ma non so neanche perché mi interrogo da me!
I pensieri sono strani perché ci fanno ragionare
La ragione ci fa dire ciò che bene e ciò che male
Forse meglio non pensare stare come gli animali
Viver solo per mangiare e accoppiarsi come maiali
Ma…
Chi pensieri non produce non può mai veder la luce
Ragionare e studiare questo è il cibo da mangiare
se alimenti il pensiero il tuo corpo sarà sereno
se lo coccoli e lo culli con un libro o una poesia
troverai con certezza la tua luce nella via!
Un tavolo una sedia e una tazza di caffé
sto seduto a meditare con un libro fra le mani
provo a darmi le risposte alle mie mille domande
ora so il perché mi interrogo da me!
Accetto le condizioni del presente regolamento e autorizzo il trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali /Legge 675/1966) e D.L. 196/2003. Giovanni Maniscalco
Il cuore del cielo
La luna ricama
di nere perle
il mare della notte.
Tra gli scogli bluastri
fantasmi passati
si levano all’alba
in attesa del sole.
Il cuore del cielo
batte col cupo
rumore delle acque
e luci lontane
urlano la loro pena
nei silenzi delle maree.
Accetto il regolamento
TU MIA POESIA
Scorri lenta
dai cunicoli del cuore
a tramutare colore
di una pagina al suo candore,
non restare nel profondo,
vestiti di fiacca
e d’inchiostro in punta di pennacchio
sii refolo che batte
sul foglio i giusti tratti.
E allaccia i miei arruffati pensieri,
del loro moto il turbinio frena.
Prendi pure stelle ai miei capelli
e dalle scarpe i suoni d’arpa
ma l’anima tutta, poi ti prego, staccia.
Portami con te
baciando ogni mio perché
e onda dopo onda
spiaggiami su quel mare
che tumultuoso
di parole e quiete
l’anima sa inondare.
Sii fiamma del mio poetare
e vento
le vele delle emozioni
a gonfiare.
Dei versi annulla le tempeste
e dipana le cupe nebbie,
parlami ancora
della rugiada che col sole gioca e scolora,
disegna l’orizzonte che il suo viso arrossa
quando terra e cielo accosta.
E poi quando il silenzio è duna
cerca gorgheggi di cielo
mentre t’illumina la luna.
Mia adorata,
tu che mi hai spiegato
come si possono amare
perfino le bufere più accese
ora questo tormento
prova a mitigare
ma gabbia agli strazi non disfare
perché stanotte, oh mia poesia,
in lago di lacrime tu potresti affogare.
© Grazia Tagliente (tutti i diritti riservati)
Accetto le condizioni del presente regolamento e autorizzo il trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali / Legge 675/1966) e D.L. 196/2003.
questa poesia è uno spettacolo di emozioni, così forti e intense. Emozioni straordinarie che solo la poesia esalta la passione, smuove ricordi, diviene spazio ed essenza, allo stesso tempo, tutto spazia in un mondo surreale e dà voce al verso.
Onoratissima per la bellissima “lettura” fatta a questa mia poesia! Grazie
I CINQUE SENSI
Niente ti spiega cosa senti.
I cinque sensi,
un altro muro.
Vuoi l’ennesima definizione,
cerchi un compagno,
ma solo al buio
vedi veramente ciò che c’è.
Non vedendo il muro
non hai limiti e paure,
se ci sbatti contro
era già in conto.
Ma non lo ritieni un finale.
Accetto le condizioni del presente regolamento e autorizzo il trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali / Legge 675/1966) e D.L. 196/2003.
LUNA (Antonella Cavicchioni)
Pallido volto ammantato d’argento
luce sicura di un mondo fatato.
ti guardo e mi chiedo perchè sei lassù
e poi mi ripeto che qui non c’è posto.
Non c’è posto per quella chiarezza,
per tutto il bagliore che rechi in te,
per un, seppur minimo, slancio di beltà!
ti invoco e ti vedo
mi sembri guardarmi e parlare:
“se quando sei affranta mi vuoi evocare,
tu fallo…
sarò lì per te,
per farti lasciare quel suolo,
per farti vagare nel nulla che nulla non è!
Tu CHIAMAMI , ed io sarò lì,
signora indiscussa del cielo notturno,
maliarda materia di libri e poeti.
tu chiamami ed io dalla terra ti solleverò,
ti porterò nel posto lontano
che dona alla mente ed al cuore calma infinita.
e allora l’ho fatto,
ho detto :”sai Luna, ti voglio parlare….”
e tu mi sei stata a sentire,
mi hai liberata dal peso del tempo,
m’hai fatta sentire leggera e soave…
io, per un momento, mi sono sentita felice!
accetto condizioni e regolamento e autorizzo il trattamento dei dati personali
a fini istituzionali – legge 675/ 1966 e D L 196/ 2003
MARIO RIZZO 30.10.2013
ACCETTO LE CONDIZIONI DEL REGOLAMENTO E AUTORIZZO AL TRATTAMENTO DEI MIEI DATI PERSONALI AI SOLI FINI ISTITUZIONALI L. 675/1996 D.L. 196/2003
Madre
Un affannarsi, in cerca
di un fiore, per te.
Nel giorno in cui,
la Madre delle madri,
apparve a noi.
Tu, che dei giardini
della vita, fiore gia’
lo sei.
Nasci e dai la vita.
Fresca e profumata
come rosa.
Dal tuo stelo,
nascono boccioli,
che teneri,
si stringono a te.
Tu forte, gia’ vissuta,
li ripari dalle intemperie
del tempo.
Ti vorrebbero sempre
cosi’, vicino.
Fieri della tua bellezza,
non vogliono vederti
appassire.
Ma tu sai, che sei
stato fiore.
Hai donato al mondo
la tua meraviglia,
e un giorno di te
restera’ il dolce tuo profumo.
Ravanusa 13.05.2012
Mario Rizzo
è una poesia ricca di amore per la propria madre. Sicuramente, vuole essere l’esaltazione di un’essenza di tanta giovinezza, che nel tempo è andata a svanire. Resta, tuttavia, un gentile fiore o un bocciolo profumato, che nel ricordo, ritorna come nuovo, tutto il fascino mai perduto di una madre.
paola belloni
Accetto il regolamento
il tuo sguardo
il tuo sguardo cosi bello
si posa sopra il mio
alla ricerca d’amore
quell’amore intenso
che fà vibrare l’animo
danza con me
in teneri abbracci
ed io come alta mare a ti cullerò
e ti trasporterò lontano nell’oasi del tempo
nella passione che arde
avvolgendo di luce i nostri cuori
in tumulto abbracciati
tra anfratti di cielo graffiato di stelle
e colorato dal nostro amore intenso
Come un’onda
Come un’onda il mio corpo
sbatte con insistenza
contro il tuo,
forte come una scogliera,
che bruscamente allontana,
respinge.
Riprova ancora,
lambisce, avvolge
la roccia aspra, tagliente,
quasi indifferente.
Respinta ancora aspetta,
riflette paziente.
Ritorna ad accarezzare
con dolcezza, tenerezza.
E non c’è più resistenza,
non più indifferenza,
c’è pace ora tra quelle rocce,
solo un sommesso fruscio.
Tania Scavolini
accetto condizioni e regolamento e autorizzo il trattamento dei dati personali
a fini istituzionali – legge 675/ 1966 e D L 196/ 2003
SONO LE FOGLIE.
Ho perso il mio fardello di spaventi,
la sacca piena di divieti,
quella tracolla carica di paure.
Ora la schiena respira,
la spalla è un soffio,
il passo vento appena.
Cammino e non mi sento.
Sono le foglie,
che ruotano e muovono sull’asfalto,
a dirmi Tu esisti.
Elena Mearini
accetto condizioni e regolamento e autorizzo il trattamento dei dati personali
a fini istituzionali – legge 675/ 1966 e D L 196/ 2003
ASCOLTO LA PIOGGIA
Questa sera, pare strano
ascolto la pioggia.
Cadono le foglie
lasciando ragnatele
di rami nudi.
Diluvia sull’anima bambina,
non attendo arcobaleni.
La sera si sfalda
come fango tra le mani.
Cerco il profumo dell’acqua
tra i capelli.
Che silenzio, che Pace ..
grido senza voce
la mia preghiera !
Autorizzo al trattamento dei dati personali, legge 675/1966 e DL 196/2003.
‘Ricordi di vita’
Scivolo tra emozioni
che avvolgono il mio cuore di malinconia
Il mio sguardo si perde lontano
dove i ricordi di te,
sono sbiaditi dal tempo
e solo le tue foto aprono la nebbia
che ho nella mente,
riportandoti vivida in me,
rievoco il passato ove è tutto velato,
gioie,
speranze amore,
dolore,
attimi,
che si sciolgono come neve al sole.
resta il tuo amore che mi avvolge anche se non ci sei più.
Maria Anna Dolceamore
accetto il regolamento
DI TE
Ho ritrovato i tuoi accenti
fra quelle righe disunite
fra quei miracoli di parole
che cieca ascoltavo
fra un bacio dato e reso
fra gli stropicciati sussurri
delle stupite notti primordiali.
Li ho scorti rovistando
fra rami ombrosi nei miei sogni
dove si celano petali scomposti
sbiaditi di ogni impetuosa dolcezza
dove non c’era notte
che non recasse memoria
d’ogni gioiosità scandita
dall’unicità di questo amore
che dolente s’attarda al perire.
Vivi e confusi come allora
nel morire dell’ultimo meriggio estivo
passato fra le tue ciglia scure
sfiorando l’inutilità di tutti i passi andati
esclusi dal tuo petto
come memoria futile dispersa
e avversa al buio non temuto.
accetto condizioni e regolamento e autorizzo il trattamento dei dati personali
a fini istituzionali – legge 675/ 1966 e D L 196/ 2003
COME UN GABBIANO
Lascia che sia
un gabbiano
per sentir scivolare tra le ali
il vento,
per sfamarmi di luce calante
di rosse spiagge sognanti,
tiepide, deserte…
..lascia che scivoli ancora
sulla rena salata
per lasciar delle orme anonime,
leggere, fragili,
sul velluto ondulato
di un’umida sera limpida
soffice e taciturna,
che solo alle onde parla…
E poi…lo sai:
il tramonto è ancora più bello
se puoi corrergli incontro
volando!
Caterina Lanodi.
Accetto regolamento
Non puoi esistere
È come se mancasse uno scalino,
come se il sole non sorgesse mai,
quando manchi tu
io muoio!
O meglio tutto diventa oscuro,
senza vita.
Soprattutto ora che mi rendo
realmente conto di una cosa…
se ti penso
vado in fibrillazione,
se non ti vedo
soffro,
se ti vedo
sbaglio tutto e soprattutto
ho un nodo allo stomaco,
che non se ne va.
Sto male, soffro e desidero.
Desidero te fin dal primo
istante.
E ora che i miei pensieri sono solo per te,
mi accorgo sempre più…
che ti amo… e non posso.
Autorizzo al trattamento dei dati personali, legge 675/1966 e DL 196/2003.
PAOLO FARONI
Accetto il regolamento e autorizzo al trattamento dei dati personali, legge 675/1966 e DL 196/2003.
SENZA TITOLO
I demoni
di cui tanto si parla
non sono la tempesta
che squassa la superficie
ma il placido stare
dei relitti sul fondo
tutto ciò
che più non turba
né fa tremare
una vita senza lo schiaffo
dei flutti
SCORRONO LE ORE
scorrono così le ore e i giorni
dentro questa clessidra del tempo
tempesta di sabbia che brucia negli occhi
che forma dune d’inevitabile saggezza
questo caldo che toglie respiro alla pelle
zanzare che sibilano e già t’hanno succhiato sangue
insetti umani che tormentano chi suda
e aggiungono insofferenza a rabbia
e scorre tutto e panta rei
dune e valanghe s’accrescono
come i pensieri nella mente
a perpetuare un sogno d’incredibile follìa
scorrono fiumi e nascono cascate
kayac leggeri ci sostengono
su incontinenti superbie e vanità
che ingrassano gl’insicuri
scorrono i minuti e scorrono gli anni
e occorrono scuse e perdoni
perchè non siamo mai abbastanza grandi
di fronte alle nostre piccolezze
ACCETTO IL REGOLAMENTO DELLA GARA
Mario Uccheddu
Accetto il regolamento
Salvezza…
Dai la forza a chi ha protetto e reso sacra la vita di colei che mi ha ucciso
senza saperlo ha ucciso quel bambino che in noi stava nascendo
aiutami a placare tutto ciò che ora tormenta il mio animo
illumina la mia via adesso oscura
rendi dolce questo dolore
lenisci il bruciore di questa profonda ferita.
Perdonala perchè non sà ciò che ha fatto
portala così lontano da non farmi percepire nemmeno quasi il suo ricordo.
Rendimi immune dalla malinconia dei giorni che verranno
dimmi che tutto questo passerà presto
e che ciò che ora mi atterrisce sarà solo un innocuo grido lontano.
Perdonala perchè ora non può capire
portala così lontano da non farmi percepire nemmeno quasi il suo ricordo.
Testimone di una tragedia annunciata
proponimi vie segrete per poter finalmente fuggire
offrimi il gioco di prestigio perfetto così che io possa illudere me stesso che sia giusto
che doveva andare così
che tutto si supera
che il tempo cancellerà ogni cosa.
Perdonala perchè non sà ciò che ha fatto
portala così lontana da non farmi percepire nemmeno quasi il suo ricordo.
Rendimi capace di distruggere quel castello di sogni che dentro me ho costruito
ho perso te,ho perso lei
aiutami almeno a ritrovare me stesso
dammi la chiave per aprire questa stanza chiusa
l’aria e ciò di cui ho bisogno
devo uscirne fuori per poter di nuovo respirare.
Perdonala perchè ora non può capire
portala lontano dalla mia testa
strappala dal mio cuore
portala lontano per sempre.
ANNARITA FURCAS 4/11/13
SUL FILO DELLA VITA.
Il mio tempo
trascorre
tra ricordi pulsanti
e realtà in fiore
dove
i profumi del passato
si fondono
con la musica
del presente
e io vivo
in questa eterna
armonia
in equilibrio
come un impavido
trapezista
sul filo
sottile
della vita…
accetto il regolamento.
MARINA BALDONI
Oggi
più di ogni cosa
è vera la sua ombra.
Netta e decisa.
Tagliata a vivo.
Di ogni sfumatura
transitoria e bugiarda
lisciata via.
Questo
oggi
mi placa.
Il mondo crudo
ed uno sguardo preciso
in luce e nero.
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Simona Graniero 06/11/2013
STATI D’ANIMO
Scorre l’acqua limpida
sui ciottoli argentati,
il sole splende,
il vento sfiora il viso giovanile
di chi spensierato
guarda al futuro
fiducioso.
Scorre il tempo,
gli anni passati sono molti,
il vento sfiora le rughe
di colui che fiero
si volge al passato
malinconico.
accetto condizioni e regolamento e autorizzo il trattamento dei dati personali
a fini istituzionali – legge 675/ 1966 e D L 196/ 2003
Dove si ferma il tempo.
(Autore: Italo Zingoni)
Nel tuo corpo di latte e di miele
che staglia il tramonto
in orizzonti ormai troppo lontani
s’immerge il pensiero
e in esso -distratto- si perde
confonde del mare ogni tratto
ogni più lieve sussurro
si dipinge di rosso e di azzurro
e cerca parole che sparge nel vento
come fossero seme per un nuovo raccolto.
-Li ho visti i tuoi occhi nel sole
nel volto che s’apre al sorriso
nel tenero abbraccio di un bimbo
nel desiderio che brucia la pelle
in un brivido appena accennato-
Ti ho amato forse soltanto
per questo attimo eterno,
-quanto dura uno sguardo ?-
un accenno, un richiamo, un momento
il tormento dolce di un canto lontano.
E’ incanto d’amore che leva il suo verso
oltre ogni immaginabile evento,
è il tuo corpo di marmo e di cera
che modella un equilibrio perfetto
in questo mio cuore, dove il tempo si ferma.
accetto condizioni e regolamento e autorizzo il trattamento dei dati personali
a fini istituzionali – legge 675/ 1966 e D L 196/ 2003
PRIMA DEL TROPPO TARDI
Lo sbadiglio dell’alba – mia Principessa –
temporeggia in preliminari assenti e vivi.
L’estro d’un tempo vagabondo slaccia scuce l’intimo sfila
con mani di servo sognatore. La caccia al tesoro dei sensori.
E polpastrelli suonano la pelle; ha voce l’arpa dei capelli.
Labbra sfiorano le labbra: andirivieni di felicità.
S’invertono sovente inizio e fine; silenzi di velluto regalati.
Amplesso illimitato alla moviola.
Ma si paga lo scotto desolante nell’ordito dei giorni dispettosi
nel passarsi tra loro il testimone.
S’impigliano menzogne mascherate passate e presenti
edulcorate, contrapposte.
Il sole s’impone prepotente e restano soltanto – ahimè – rimpianti.
Il brindisi ruffiano da Margot… Il semiserio baciamano…
la camicetta a rose mozzafiato… la passeggiata verso l’infinito…
la mansarda sospesa tra le stelle…
E tante occasioni da mordersi le mani.
Intanto motu proprio
da qualche tempo sogno disertore
bandiera bianca agita al vento.
Autore: Enzo Cavaricci: che accetta le norme del regolamento.
Contavi gli anni tuoi
e sorridevi al vento dei tuoi sogni “ CONTAVI GLI ANNI TUOI “
di musiche e colori di tramonti,
occhi socchiusi a bagnarsi di note
immersa nella luce delle stelle,
fremente di voglie
inconfessate e trepide
e con mille perché!
E pensasti l’Amore, il primo tuo,
quello già tante volte sognato
come dolci carezze,
come teneri baci,
come ardite attrazioni
di fiori non colti,
e parole di miele
misteriose e tremanti,
scambiate in penombra
a sognare l’eterno di un attimo,
per mai risvegliare l’incanto più bello.
E così che ti apparve quel sorriso infantile
portatore di strane promesse,
e fu tardi ma tu non credevi,
non potevi capire lo sguardo sospetto,
né l’amore accecato da luce sfregiante,
quel toccare, frugare, quella mano rapace,
quei sconvolti appetiti, a strappare, violare,
quel far male, così tanto da urlare,
e piangendo pregare, quanto male, ma tanto,
che succede… quel sangue, le grida sbavate,
quei grugniti da bestia affamata…
No, non era più quel ragazzo del sogno,
era male… sporcizia…
era sangue… era caldo orrore paura
con i sensi che poi ti lasciavano,
ferita stranita stupita tremante,
per assurdo vissuto e dolcezze crollate…
illusioni deluse!
E da allora capisti,
e i colori divennero neri alla mente,
che sfuggiva al ricordo, ma invano.
E non più avresti amato, innocente creatura,
mentre il buio portava soltanto terrore
e gli sguardi ripulsa, e sentivi te sporca!
A te piccola donna io chiedo perdono
in nome di un mondo lontano da me,
ma piangendo dispero un qualunque riparo,
e il mio cuore è sconfitto, la mente impietrita,
mentre l’Anima piange e il dolore si spande!
Nicola Andreassi accetto il regolamento
COLELLA ROSALIA 13 NOVEMBRE 2013
Sono soltanto fiocchi di neve
D’inverno lo sguardo
così come il pensiero,
non sentono il freddo!
Vanno! Respirano il vento!
Com’è frettoloso quel viandante
che lascia le sue orme
sull’immacolato tappeto
steso sul suo sentiero!
Che fanno quei pini
messi tutti lì in fila,
sembrano frati oranti,
incappucciati di bianco,
in solenne preghiera!
Guarda! Sotto un cielo di latte
si scioglie il candore
di incantati cristalli
volteggianti e distratti!
Sono soltanto fiocchi di neve!
COLELLA ROSALIA (ACCETTO IL REGOLAMENTO)
Autore: Flavia Ricucci
LA FIACCOLA CELESTE
Il rosso del tramonto accende il fuoco
dietro le sbarre l’ombra
nella mente
incatenato il tarlo scava all’indietro
inutilmente.
Nel gioco serio si rischia la candela
rulla il tamburo la roulette gira
il colpo non esplode
manca il soffio.
Buon compleanno amore. D’amore
la morte si traveste cresce l’ombra
accende la passione a mani spente.
Alchimia ! La storia
si combina alla memoria
nei fuochi d’artificio
oltre le sbarre pellicola a colori
scorre l’infanzia. Sentenza
in primo piano,
bianco: e nero:
In nome del popolo di Dio “il carcere ostativo”
Le foto alla parete
visi cari
consumati di baci
arsi d’amore.
Il rosso della sera accende il fuoco
oltre le sbarre un pipistrello vola
le ali
batte a vuoto.
Gira cade sale
al soffitto sale, chiude le ali
e poi si lascia andare.
La luna viaggia in cielo
taglia il buio. Strisce d’argento
sono appese a un chiodo
si schioda il pipistrello
prende il volo
pende impiccato
dal soffitto.
Il giorno è giusto
il fuoco è spento
Catone oltre le sbarre inizia il viaggio
guarda verso la fiaccola celeste.
Accetto il regolamento. Flavia Ricucci
Hai scavato nel mio cuore
e ti sei impiantato lì
come un albero divino…
Mi aggrappo ai tuoi rami
che mi sorreggono
ogni giorno,
mi portano in alto
e mi fanno danzare…
Come fanciulle del bosco
mi nutro dei tuoi frutti santi e miracolosi
che guariscono profonde piaghe del cuore.
Le tue foglie stillano rugiada
e mi coprono d’amore.
Segnano il mio destino:
nata e sepolta con loro…
Dentro la tua scorza
mi sento al riparo
di ogni male.
Nessun uccello rapace
mi potrà aggredire.
Mi abbraccio fortemente
e mi accarezzo..
Parvenze umane?
No….
…ninfa…
La tua linfa mi penetra le vene
e le dilata….
dipinge il mio sangue.
Abbracciata al tuo tronco
mi fondo nel silenzio
dei tuoi pensieri lontani.
Amadriade tua,
scordo di essere viva
per poter rinascere in te,
…con le nostre radici…
Accetto il regolamento
“Chiudimi gli occhi con una carezza ed un bacio.
Spingimi dentro sogni che non avrò.
Fammi sperare in un risveglio con le tue braccia
attorno al mio corpo.
Respirami vicino lentamente.
Sussurra parole rassicuranti,
inventami storie da vivere …
Ma, soprattutto, fatti trovare vicino al mio letto domani mattina.
Ritorna da me.”
(Anna Arpinelli – Accetto il regolamento)
OGGI NASCI
Così lo udii pregare:
«Oggi nasci.
Ne sei sicuro?
Lasci un placido lago tra le tenebre
in cambio d’un respiro.
Sottili palpebre
sono la distanza fra te e il sole.
Così – raccontano – un guscio denso, opaco
di greve materia si schiuse nel buio
ringhiò e fuggì uno scoppio di luce.
E accalappiò lo spazio
col guinzaglio del tempo
e furono galassie, stelle, alberi, mare.
E chiamarono quella vastità
inesplorata intoccabile
il nulla.
Da quella pienezza tu giungi
da dove tutto è incompiuto
e galassie, stelle, alberi, mare, uomini
gli uomini
sono il nulla che dovrai esplorare.
Tutto, conoscerai tutto
la sua sterminata nullità.»
Si deterse la fronte, pianse e svanì.
Fabrizio BREGOLI – Accetto il regolamento
Morti
Ci sono docili morti,
mentre a volte
ci sono morti,
morti stregate.
Esse sono morti
arpie come
malvagie streghe.
Mietono vittime
che hanno generosità d’animo.
Cosi è successo
a Giuseppe,
una morte arpia ,
lo ha portato via.
La sua giovinezza
essa ha stroncato.
In tutto questo
l’amore per il giusto lavoro
forse ha peccato…
Maria Rita Spera accetto il regolamento
Arena Maria Grazia 08/11/2013
Il mare
limpido e sereno,
sconfini negli occhi e nell’orizzonte.
La mente si apre, si smarrisce.
Fratello mare…
Tu che credi di avere un Dio
che ti comanda,
la tua libertà è immensa e vasta.
Amico mare…
Doni forza e serenità,
ogni spirito turbolento
sai acquietare.
Caro mare…
La tempesta sai scatenare e
tra le braccia possenti, le tue onde,
sai cullare pace.
Oggetto di talune paure
verso l’infinito l’ignoto!
La burrasca dell’anima
si avventa e
si fa grido.
Il vento lo rende silenzio
ai orecchio che sa tendere.
Sentore salino diffuso
spingi all’immortalità.
Nel cuore s’ode
lo sciabordare delle onde.
Piedini di schiuma di gitana
bagnata dalle acque.
Danza distratta
leggera di brezza naturale,
ritmo di tamburi.
Spargi felicità,
salendo fino alle stelle.
La solita voce pervade,
la tua eco,
il tuo apparente silenzio
rimbomba impervio.
Uomo libero tu rendi.
E sei luogo incantato dentro cui
l’anima volge verso l’onda.
Nel limpido dell’ azzurro,
sospeso tra le acque
decido di immergermi nel tuo sacro silenzio.
Con la speranza
di ricominciare.
Le parole non hanno più valore,
ormai hanno preso il volo
per un cielo diverso.
Sei pari all’ inesauribile
e mai nessuno potrà sottrarti signoria.
Accetto il regolamento sopra indicato
accetto il regolamento
Strappi d’azzurro
*****
Dividiamo i giorni
da sempre,
come il pane
e raccogliamo
le briciole dei sogni,
passeri golosi
sulla rena del tempo.
Ti cammino accanto
e mi sembra
di aver rapito il cielo,
lassù,
dove strappi d’azzurro
si affacciano
tra merletti di nuvole.
Voliamo
le nostre fantasie,
in un battito d’ali,
sospeso
su un cuscino
di vuoti malinconici,
aspersi di colori tenui.
Maria Cavallaro
Accetto il regolamento.
ROSSO III (Vincenzo Reale)
Divina essenza
dalle rosse sembianze.
Candide mani
infondono speranze
senza spazio
né tempo.
Immortale l’attimo in cui
scoppiettanti sguardi
si avvolsero in un tornado
di rosse, travolgenti fiamme.
La folle costruzione,
forse illusoria,
di un futuro vicino e lontano,
perfettamente imperfetto;
di due mani che,
all’albeggiare,
sono ancora unite.
Fugaci speranze, erranti
tra innumerevoli ricordi,
trapassano una rossa
nebbia nell’indefinibile.
Cavalcano fieri
i migliori pensieri
nell’infinitezza della gioia,
nell’atemporalità del tuo
essere.
“Ciao, come stai?”.
RIMEDIO
l’albero orizzontale
ha catturato un sorriso
lo tiene stretto nella corteccia
lo difende dal vento…
vento che soffia senza rispetto
e strappa radici e ricordi
con l’insolenza di chi non chiede permesso
s’è perduto distante…
ora che l’aria tace
l’erba umida s’è addormentata
su quel sogno di sorriso.
Fiammetta Campione
accetto il regolamento sopra indicato
Sei Tu
Guardo lo specchio,
lo specchio ti guarda…
Sei tu nel riflesso…
Fantasma di te
è con me,
è in me,
respira,
sorride,
vive la sua forma.
La tua immagine naviga nell’anima mia.
Ti guardo nello specchio
mentre attendo un tuo segnale
alla finestra della mia malinconia.
Sei un pensiero,
sei un sogno,
sei un istante,
sei qui, nella mia mente,
in questa lunga estate
di delirante normalità.
Lanza Francesco Accetto il regolamento
CAMERE OSCURE
In preda al disordine, alla costernazione
spiegavo la nebbia ai privi di vista
ai tavoli inclinati dei bar di terza fila
dai flipper assordanti di luci fioche…
Bambole d’organza tribolano immobili
su copriletti ocra in finta seta
in piccole camere oscure appese a un filo
su nuove strade sei piani più in basso…
Bicchierini d’anice disincrostano accidia
ferraglia rugginosa china al tormento
calendari ingialliti da fiati grevi
gemme d’ambra corrose dal lamento
di vecchie credenze impiallacciate
infestate da fantasmi in carta crespa
con le puntine agli occhi, allo sprofondo
in cassetti pregni di pece greca…
Roberto Marzano (accetto il regolamento)
Leone Maddalena 14\11\2013
Nebbia
Ed eccomi qui,ancora qui a guardare le gocce che scendono, una ad una.
Fuori piove,è tempesta,gelo,
ma in realtà è gelo dentro di me,
neve,burrasca,una valanga di emozioni mi pervade mentre muoio dentro
muoio per noia,
muoio per solitudine,
muoio perchè chi ho tanto amato non c’è più,
muoio perchè vorrei far compagnia solo a te che sei lassù
muoio per morire mentre tu, altro tu, che ti vanti di capire, te ne stai adagiato su di una sedia mi guardi
con aria stranita di chi non capisce questa pazza
che altro non chiede se non un pò d’amore,
D’altronde chi può?
Chi può capire cosa si ha dentro?
Vorrei volare via,
prendere tutto ciò che è mio
quando mio non è nulla
invece resto qui
tra paranoie,consapevole dei miei errori.
E’ solo allora che ti rendi conto che questa è la vita:
Un mare in tempesta;
Moriamo quando un amore muore
diamo tutto e in cambio?
Solo pioggia,solitudine del cuore,solitudine dell’anima.
Solitudine di chi è già solo e ha perso tutto,
solo chi se n’è andato poteva capire,
solo chi se n’è andato MI CAPIVA
il resto è nebbia perchè infondo la vita è questo:
nebbia.
Non possiamo sapere purtroppo chi c’è al di là di essa
e come possiamo sapere se non sappiamo nemmeno in noi stessi cosa c’è al di là di questa nebbia…
Leone Maddalena (accetto il regolamento)
Perdersi
Dissolversi sotto una metro,
Spegnersi nel nulla,
Dando così retta all’ interiore spettro
Che nel mentre si burla.
Tutto è scomparso,
Come fumo,
Che nell’ aria vien disperso,
Lasciando in gola il grumo
Malsano,
Sovrastante,
Intanto che scorre l’inascoltabile brano
Tra le mura di una città impenitente.
Raffaele Rovinelli (accetto il Regolamento)
(Avvisami per email)
MARIA ANTONIETTA SECHI 15 NOVEMBRE 2013
Armonioso intreccio
Deserta spiaggia
spazzata dal maestrale
detersa dalla pioggia
dall’onda lambita.
Connubio ancestrale
di mute parole
son
intreccio di suoni,
eccitati dal vento
in amplesso di odori,
profumi, sapori.
Ambita solitudine,
immersa
nel concerto,
vibra l’anima
nello splendor di serto.
MARIA ANTONIETTA SECHI ( accetto il regolamento )
LA CAMPAGNA GELATA
C’è una campagna ghiacciata tutt’attorno bianca di imbarazzo
e il tuo profilo duro è un altro inverno crudo come questo
privo del gioco accomodante che culla l’alternanza
un piccolo coriandolo slavato lasciato a sgocciolare appeso a un filo lento
su questo dorso carsico di ruvida amarezza legato intorno al collo a soffocare
la voce all’orizzonte fuggita e rimbalzata ora non è che un rantolo agitato
che brucia di gelo gravido la pelle d’oca dell’asfalto
mentre la mia auto scheggia altrove mangiando altra polvere salata
io invece qua rimango, ad urtare ancora nei tuoi occhi dolci di settembre
accecato dal cielo azzurro riflesso negli specchi umidi del pianto.
Piero Saguatti
(accetto ogni clausola del bando)
Accetto regolamento
Nel tramonto dei miei pensieri
Ho aspettato il sole andare via dietro colline scure
coprono pensieri, nascondono paure.
Il cielo è dipinto di rosso
pennellate di vita segnano la via a voli di aquile serene,
respiro profondo al mio sospiro, chiuso
A quando l’alba ha destato occhi dalla notte insonne
per l’ultimo bacio dato,
per l’ultimo sguardo regalato.
Ed ho cancellato dalle labbra secche l’amore per te
ricordo di parole inventate,
ricordo di un’estate finita.
I miei occhi hanno pianto gioia, dolore
lacrime vuote han bucato foglie cadute troppo in fretta
su orme dimenticate.
Passi che non tornano a calpestarle
aspetto il sogno di questa notte, guardando quel tramonto
ed il volo di un’altra aquila
che mi porti lontano.
Nel mio sogno
E’ lontana la notte
chiudo gli occhi e aspetto
il sonno,
come una nuvola m’avvolge
e ti raggiungo,
sei acqua cristallina
nel mio deserto.
Dormirei per sempre
per viverti
nel mio sogno
in eterno.
Autore: Paola Pittalis
accetto il regolamento
Un attimo di piume e catrame,
stasera le stelle fanno la verticale
e attraversano il ghiaccio celestiale,
ma non ho che due mani per il perdono
e un goccio di sanguigne tristezze.
Le anime che mi abitano,
quasi sempre,
hanno buone intenzioni,
un sipario di sogni sgozzati
e specchi in frantumi.
Quanto sta per giungere,
è il martirio delle acque senza foce
o una piccola mareggiata
che asciuga il piede,
ignara dell’eterno suo copiare.
Sono il coltello e la piaga,
il principio e la fine del marchio
che popola il cielo di fantastiche ustioni.
La carta è pregna di un tempo minuto
di ogni cosa che c’è e non ho avuto.
Stasera le stelle fanno la verticale.
Monia M.
Accetto il regolamento.
Il messaggio.
Gli ulivi danzano tra colline
inzuppate, al ruggire del tuono,
solcate da correnti veloci
e tendono i rami
alle pioggia che cade, scrosciante,
da nubi dal colore di pece.
Un raggio di sole che filtra
e scompare.
Gli ulivi danzano
nei lampi di luce.
Tra la terra e il cielo
un battito di ciglia.
Stefano Caranti, accetto il regolamento.
SEI ANDATA VIA
Sei andata via
ed ora il mio mare
non ha più cartoline
Passeggio litigando
col tuo ricordo che mi odia,
soffiando come un gatto
disturbato nel suo sonno.
Sei andata via
ed ora i miei sogni
non hanno più cassetti.
Consumo veloce
frugali pasti di rimorsi
affogati nel liquore amaro
di un sentimento tradito.
Sei andata via
ed ora la mia speranza
non ha più illusioni.
Osservo impotente
la tua immagine sbiadire
inchiodata in una foto
che il tempo già divora.
( Mauro Bompadre)
* Accetto il regolamento
Accetto il regolamento
Andrea Vanni
A Pietro.
Avrei voluto, seduti accanto su una spiaggia davanti al tramonto,
spiegarti il miracolo dello scivolare leggero del sole oltre la linea del mare,
raccontarti del movimento greve dei pesci sul fondo marino senza colori,
farti capire il volo misterioso degli aquiloni,
mostrarti l’austera sicurezza dei gabbiani in volo nel libeccio più violento;
avrei voluto parlarti di terre lontane,
di genti diverse,
dell’ amore viscerale per la mamma,
dell’ amore passionale per una donna,
dell’ amore senza limiti per i figli;
avrei voluto insegnarti il bene,
l’onestà,
la voglia di vivere comunque,
avrei voluto accompagnarti lungo la tua giovinezza,
la tua maturità,
avrei voluto viverti accanto per gioire della tua gioia,
per sostenerti nelle difficoltà,
per veder realizzare i tuoi sogni:
tutto questo avrei voluto per te, piccola anima mia.
E invece la tua mano ormai fredda ha lasciato la presa del mio indice,
ha sfiorato perduta il mio palmo
e si è abbandonata per sempre.
Sospeso, ho carpito l’ ultimo tocco del tuo cuore dolente,
ho sfiorato i tuoi riccioli biondi,
ho baciato la tua guancia di seta:
mi hai lasciato all’ aurora della tua seconda primavera,
impietrito nel frastuono del tuo silenzio,
disperato per un discorso troppo presto interrotto,
fatto di parole mai dette,
di concetti mai espressi,
di acerbe speranze ancora in divenire.
Ti è mancato il tempo,
ti è mancato il tempo per tutto:
e mentre te ne vai, mi lasci qui
in una caduta senza fine nel baratro,
giù verso il fondo,
aspettando il tonfo del mio corpo e dei miei sensi :
troppo cruda è la condanna di sopravvivere ai bimbi,
troppo ingiusto morire a due anni.
Bellissima, complimenti….merita tutti i premi del mondo
IL SOGNO DI TUTTI
Divenne, di ciascuno,
il sogno di M.L.King:
tutti gli uomini uguali,
anche se di colore diverso.
La marea di applausi
sanzionò il messaggio:
crebbe come un’eco
oltre i confini dell’impossibile.
Si trasformò in universale coscienza
la nobiltà dell’uomo
a prescindere da razza,
luogo, famiglia, intelligenza.
Non era utopia, quel sogno,
né per il momento, né per il mondo:
le onde dei tempi
erano ormai a riva.
Tutto sembrava maturo
per sciogliere il sogno:
farlo diventare realtà
nella luce dell’uguaglianza.
Non dovevano tornare indietro
le onde , a rischio di terrificante
tsunami distruttivo della storia
e delle speranze sospirate da secoli.
Si schiusero gli sbarrati varchi
di forzata apartheid,
nella corsa verso le libertà
negati per interesse.
Iniziarono furibonde lotte,
appoggiate da provvidenziali
luminari del potere,
che aprirono le porte a tutti.
E fu vittoriosa guerra,
purificata dal sangue di eroi,
pietre miliari del progresso,
giustificato ed atteso.
(accetto il regolamento)
Il bosco delle fate.
Seguimi ti prego seguimi….
Seguimi ,ascolta il gorgoglio della fonte
immergi il viso nella concavità del palmo
e placa la tua arsura nel sospiro della rosa.
Sarà vertigine questo eterno rifiorire di stelle
nel fascino inquieto di una temuta profezia.
Venti ardenti suonano una chiara melodia
nel sacrale silenzio di una chiesa in rovina
Ma se tu mi seguirai al limitare del bosco
troveremo fate benevole che danzano la notte
e con fili d’erba novella e polvere di luna
intrecciano ghirlande di versi e approdo d’incanto.
Io potrei amarti con il respiro di un arpa antica
le mani poggiate sulla porta chiusa a pezzo di cielo
che non comprende questo volermi consumare
nella stanza vuota del tuo amore malato.
Solo gli occhi lo sanno e sgranano il tempo,
non c’e antidoto alla crescente malinconia,
si fa ispida la parola ,la mano stretta in pugno
e l’orgoglio recita il cordoglio sospeso tra i denti
Accetto il regolamento
Luciana
Nome: Giorgia
Cognome: Spurio
La sottoscritta Giorgia Spurio, nata il 21/12/1986 a Ascoli Piceno, accetta il regolamento.
La giostra stonata dei carillon
Giravano… come piedi su di una giostra,
e un carillon scarico su di un chiostro,
e un riso –grigio- come il muro e il muto dei filmini.
Si impigliavano… come piccole foglie secche,
e una pace sospirata dai flauti che provengono
dalle classi e dalle scuole, e da quelle righe
di grembiulini e fiocchi.
Si ammassavano… come fogli in un cesto,
brutte copie e scarabocchi, di romanzi mai iniziati,
come scrivanie sul chiudere di legno gli occhi,
palpebre sfiorate dai libri, e la copertina
che sapeva ancora di nuovo.
Erano così i pensieri, spettri e manigoldi,
pirati e attaccabrighe,
ed io guardavo il vestito, e sotto le calze
ricordavano i carcerati,
ma io –cercavo i tuoi occhi-
ma io –singhiozzavo i tuoi pianti-
ed io… non osavo chiamare,
nemmeno pensare di nominare,
le sillabe che componevano la tua identità.
Il tuo silenzio mi narrava storie,
di quella terra che ti accolse
e ti fece innamorare,
e di quella coperta rossa
per coprire il freddo delle gambe,
e per asciugare… ogni smorfia,
cancellarla, come su di una lavagna
il suo bianco gesso.
Avevi i capelli legati…
Davanti allo specchio
-sai, quante volte-
Ricordai che li scioglievi
-lunghi, e castani-
mentre mi raccontavi le fiabe
per farmi addormentare.
Ed io chiudevo gli occhi,
le tue dita sulle mie,
il tuo bacio sulla mia fronte,
ma tra le ciglia ti sbirciavo,
regina senza diadema,
con il collo inclinato,
verso la nostra finestra,
ad attendere… mio padre.
Daniela Giorgini – Sezione A – Accetto il regolamento
“L’Amore è la forza della vita”
Stanotte tornerai
ed io sarò qui.
Non temere di svegliarmi,
ti starò aspettando.
Ti scalderai
tra i miei abbracci di sole
e sprofonderai
tra piume di baci.
Perché non ho altra forza
che l’Amore
per donarti la mia vita.
CAMMINANDO SUL BAGNASCIUGA
Esploro l’orizzonte dietro i ricordi dell’estate
Nei fruscii di spighe
Nelle memorie ascensionali di altri giorni.
Cerco di catturare la distanza che ci divide
Come limitare ultraterreno
Per sottrarre alla tua voce
Le note per la mia sopravvivenza.
Mi tramuto in farfalla
Ali che si spalancano e si riflettono
Nell’armonia di perle e lievi trasparenze di gusci
Per meravigliarmi dei vortici dell’aria
E dei profumi dei segreti del mare
Osservo la fatuità dei passi sulla sabbia
Taciturni nel tramonto che si ostina
A voler diventare notte.
Fin dove potrò leggerti negli occhi?
E’ il momento del nostro commiato ora.
Le tue orme assomigliano alle mie
E per questo non ci lasceremo mai.
Gabriella Pison(accetto il regolamento)
OLTRE
In questo abbraccio d’inverno,
la luna indossa
un peplo di zafferano intenso
ed intorno
un silenzio affilato
taglia il gelido buio
che soffia
nella notte appena partorita dal cielo.
Attendo il giorno,
mentre annuso il vento
ed il tempo arrugginisce
di un’ansia dolente
il mio ossidato cuore.
Mi pervade
l’atavica paura
di non superare il muro
dei miei infiniti limiti…
…ma già è domani
ed inseguo l’oltre.
Fuggo
oltre il confine
di tristi pensieri
per ricucire
la mia anima recisa
che
adagio, adagio
guarirà.
Sì, guarirà.
Accetto il regolamento.
PORTA DI VETRO
Hanno bussato forte
alla mia porta,
hanno bussato forte
da trapassarmi il corpo.
Questo buco vuoto mi duole,
sono morto.
Hanno bussato forte
alla mia porta di vetro;
non ritorno.
BIASOLI MARIA CRISTINA
ACCETTO IL REGOLAMENTO DEL CONCORSO
<<<<<>>>>>>
Nel nero soffiai su quella pasta vitrea verde strappandola alla terra per conservarne il sapore nell’abbocco rosso di un cannone che spara luce per tutti i colori che sei.
PAPAVERO ROSSO (ACCETTO IL REGOLAMENTO).
Sandra Ludovici
TU LUNA
Falce dorata, tu luna in cielo
Dolce compagna degli amanti
Frughi nel buio e tra lucenti stelle
A caccia degli amori e dei pensieri
Come lucciola tra le ombre della sera.
Occhi umidi corrono a te
Come gocce di rugiada sui petali di rosa
A scrutare con ali di farfalla
I sentieri della mente e dell’anima.
Ogni sospiro come alito di vento
Sussurra all’orecchio dolci parole
Per riempire il cuore d’ogni delizia
Per volare con ali d’angelo
Nell’androne quieto di ignoti silenzi.
Pallida Dea, tu luna in cielo
Serena messaggera dei sogni
Illumini questo azzurro pieno di pianto
Conforto del dolore e dell’angoscia
Come madre che tenera avvolge.
Dicci com’è il colore della speranza
Dicci che il tempo non è immobile
Dicci che le dita afferrano il destino
Dicci che la vita sboccerà come un fiore.
Accetto il regolamento
Accetto il regolamento Sezione A
E se…
E se tu non ci fossi
Il mare non avrebbe gli abissi,
la primavera la dolcezza dei prati
e la notte sarebbe ancor più buia.
E se tu non esistessi
L’amore conoscerebbe i confini della vita,
il cuore non parlerebbe all’anima
con le parole scritte attraverso l’infinito degli occhi.
E se tu non mi amassi,
sarei una stella spenta senza cielo,
una piccola briciola di tempo persa nel mondo.
E se tu non mi abbracciassi
Diventerei l’anonimo assenso di un tramonto
Che abbandona il giorno senza colore.
E se il tuo affetto
non avesse scritto la nostra storia,
adesso non sarei qui a farne memoria.
Un ‘se’ abbandona la sicurezza di un gesto,
ma tu non mi abbandoni mai…..
….il mio ‘se’ racconta la dolce paura di perderti
Nell’immenso respiro di una vita
Che mi inebrierà del tuo amore per sempre.
Francesca Ghiribelli
Tu… Amore mio
Tu profumi d’Amore
e col tuo profumo
inondi di gioia
la mia vita.
(Accetto il regolamernto)
ASCOLTA
Ascolta il passo breve delle cose.
Guarda l’ombre lunghe,
del tramonto della sera,
ormai vicina.
L’amica mia mi attende.
Forse aldilà, appena aldilà,
di queste piccole cose,
con le quali gioco ancora.
Darle il benvenuto?
Accoglierla con rancore?
Non mi importa.
Lascio a lei l’incomodo.
Il mio sguardo
ormai è fiamma spenta.
Il mio pensiero non ha spigoli,
né debolezze lungo la via.
Il mio amore è una colomba
con le ali amputate.
Accetto il regolamento
NICOLA MATTEUCCI 16/11/2013
Era bello essere piccoli
giocare a nascondino per modo di dire
lì appartati fuori dal gioco
e intanto scoprirci altri nascondigli
Mentre gli altri pensavano ad altro
noi pensavamo ad un modo per diventare grandi
sciogliendo trecce e sbottonando calzoni
senza un tipo di bacio già catalogato
senza la manualità rugginosa delle mani
Era bello fare la conta ad occhi chiusi
e riaprirli dopo secoli nel cortile vuoto
Era solo il primo mestiere gratuito dell’eterno cercatore
che ci avrebbe lasciati respirare per un po’
Passavano millenni in un giro d’orologio
e il tempo ci sfilava i vestiti con la gramigna rimasta attaccata
Solo dopo il gioco ci si rende conto
che per un quarto d’ora soltanto si nasconde l’amore al mondo
Dopodiché il mondo si accorge
del perché teniamo le mani giunte dietro la schiena
A quel punto o corriamo verso il muro per toccarlo
o bestemmie e preghiere lo tirano giù
NICOLA MATTEUCCI (ACCETTO IL REGOLAMENTO)
TU LUNA
Falce dorata, tu luna in cielo
Dolce compagna degli amanti
Frughi nel buio e tra lucenti stelle
A caccia degli amori e dei pensieri
Come lucciola tra le ombre della sera.
Occhi umidi corrono a te
Come gocce di rugiada sui petali di rosa
A scrutare con ali di farfalla
I sentieri della mente e dell’anima.
Ogni sospiro come alito di vento
Sussurra all’orecchio dolci parole
Per riempire il cuore d’ogni delizia
Per volare con ali d’angelo
Nell’androne quieto di ignoti silenzi.
Pallida Dea, tu luna in cielo
Serena messaggera dei sogni
Illumini questo azzurro pieno di pianto
Conforto del dolore e dell’angoscia
Come madre che tenera avvolge.
Dicci com’è il colore della speranza
Dicco che il tempo non è immobile
Dicci che le dita afferrano il destino
Dicci che la vita sboccerà come un fiore.
SANDRA LUDOVICI – ACCETTO IL REGOLAMENTO
Graziella Poluzzi
16/11/2013
Quando le luci della notte…
Quando le luci della notte
sembrano diffondere
un chiarore rosato,
lo stupore ti prende.
È l’aurora.
E guardi il mare
dietro i rami di un ulivo
appena distinto dal cielo.
Il blu notte si tramuta in azzurro
e poco dopo in celeste.
Tutto è più chiaro.
Ed ecco che i mille pensieri
vaganti nel buio,
confusi e pentiti
per il sonno turbato,
si alzano in volo
e diventano uno,
libero e sereno.
È l’alba.
Ora si sente soltanto
il cinguettio del cuore.
24 luglio 2008
Accetto il Regolamento
Autrice di “Quando le luci della notte” Franca Palmieri
SONO QUI
Ti aspetto sulla riva del mare,
mio dolce sogno.
Sdraiata sulla fresca sabbia
slaccio la fantasia
e con lo sguardo viaggio
nello spazio celeste.
Il buio della notte
spoglia le stelle,
che nude
come timide fanciulle
donano la loro purezza.
Sento sulla pelle
l’ardore stellare che mi pervade..
Dardi di brividi saettano il corpo..
La mia bocca brama
l’umido di un bacio focoso
e le mani afferrano la sabbia
agognando la forza di un abbraccio.
Sulla riva del mare
mi abbandono al desiderio
di averti accanto,
mio dolce sogno,
mio unico pensiero.
Tanya Georgieva
(Accetto il Regolamento)
M’ha visitata stanotte
un sogno lontano.
Un fantasma di pizzi e d’argento
ha percosso con morbido piede
il mio cuore.
I laceri veli del Ragno ne vibrano ancora!
Poi, l’ha inghiottito una nuvola
silvana sonno – accetto il regolamento
DOVE IL SOLE INCONTRA IL MARE
In quel punto
così accecante da fissare
il sole incontra il mare.
Lampi e guizzi
sferzano gli occhi
come polvere lucente
proiettata nella vastità.
Ma oltre ancora
dove lo sguardo ha già ceduto
ecco la dimora
dei sogni e dei desideri
di tanti innamorati.
Là son celati anche i miei:
attendo il tempo
perché virtuosi
si trasformino in realtà
con la forza del cuore.
Carlo SORGIA
DICHIARO DI ACCETTARE IL REGOLAMENTO DEL CONCORSO.
COSI’, T’ASCOLTO
E dopo tanta strada
percorsi di campagna
e sole ardente
eccomi dinanzi a questa casa
che il tuo riposo accoglie.
Esito.
L’ho atteso questo momento
come immaginar
non puoi.
Ed ecco che ti vedo.
Un abbraccio
una carezza
un bacio
l’espressione del tenerti
Dentro
da sempre,
la comunicazione d’un sentimento
Poi è nel fiume di luce
dei tuoi occhi
che mi immergo
senza parole
del tuo splendore pago.
Lascio che sulla tua
sia la mia mano a parlare.
E Tu
senza parole
dolcemente
di Te mi parli
Così,T’ascolto…
La soprastante poesia è opera del lio ingegno.Accetto e sottoscrivo termini e condizioni del concorso.La mia mail è mariocalzolaro1940@tiscali.it
Mario Calzolaro
IL MIO PUNTO FERMO
fedeli sandra
dichiaro che la poesia è opera del mio ingegno e accetto il regolamento
la mia mente voglio svuotar,
un altro contenitore devo trovare,
per travasar questo multiplo di pensieri
che il mio cervello, fanno otturar.
Quel vuoto devo riempir:
con lacrime, sì, ma anche,
gioia, voglia di vivere, tranquillità;
pace, serenità, tanta generosità,
quel vuoto voglio ricolmar…………………..
Ricordi, echeggi di voci accese, sorrisi donati,
parole, gesti, momenti vissuti,
che nessuno mi potrà rubar.
Questo io voglio, desidero.
Fermare quel punto,
tornare a capo, e libera nell’aria, volteggiar.
c’è un pezzo di luce
che resta fra i miei capelli
ricordo dei tuoi baci e di una nuova creazione del mondo
c’è un pezzo di luce
che guida lo stesso respiro, le stesse mani al volo
c’è un pezzo di luce
che sta al timone,
che alza il plastro dell’tempio sorridendo nel Sole:
il richiamo dei sogni…!
c’è un pezzo di luce
fermato nell’altro occhio di Cricket: niente,
niente va perso, tutto va re-reinventato
c’è un pezzo di luce
che resta,resta fra i miei capelli
– il richiamo dei sogni –
Ana Olimpia
[ Accetto il regolamento del concorso.]
Benedetta Pignataro 16-11-2013
Accetto il regolamento
Che gli angeli siano con te!
Ti sei appena coricato, amore mio,
ti vedo così piccino in questo lettino,
così delicato e indifeso ma fiducioso!
Pongo una mano sui tuoi capelli
E ti auguro buona notte con un bacino:
“Sogni d’oro, mio tesoro!
“Che il Signore ti benedica
“E che mandi i Suoi angeli
“A cullarti stanotte e farti
“Fare de’ bei sogni popolati
“Da gnomi e fate e bambini
“Gentili come te in un mondo
“Fertile di belle sorprese
“E di paesaggi incantevoli!”
Il vecchio Bepi
(e la macchina del tempo)
È una fotografia,
il segreto di Bepi.
Nel perimetro di carta patinata,
trafitta da un chiodo arrugginito,
danzano i suoi pensieri
al ritmo cadenzato
del miagolio d’un gatto.
L’immagine di Gina,
oggetto di mai dichiarato amore
è lì, con il foulard, la bici…
Unico passeggero
in quel viaggio a ritroso,
lui, la rivede:
eterna adolescente,
per sempre prigioniera dei suoi occhi.
Dai finestrini appannati della memoria
riceve un sorriso,
contraccambia un saluto.
Incurante del rito,
indifferente al monologo senile,
il gatto si accovaccia
in attesa che il tramonto
e il vecchio
se ne vadano a dormire.
Alessandro Bertolino (Accetto il regolamento)
Flora d’Antonio
Immagini
L’alba mi trova
sospesa
tra i sogni e la realtà.
Osservo il cielo
che mi apre le sue porte
verso l’eternità.
Come un’aquila
apro le mie ali
verso il sole
e finalmente
la mia anima
può correre
verso te
che non sei più un sogno!
Accetto il regolamento
COLTIVAVA ROSE
O soffriva o luccicava
saliva le scale
allo stesso modo
raro elemento della natura
o cometa
il suo sorriso.
Coltivava fiori
come tante api
ne serbò uno
assomigliandolo a sé
con le lacrime.
Sentivo musica
dal suo orto
dipinto di piani
una farfalla bianca
si posò su quel fiore
e non le distinsi più.
ANDREA POLO 17\11\2013
Accetto il regolamento
IL MOMENTO PIU’ BELLO !
In punta di piedi alzo quel velo
corazza amorevole
ha difeso dalle insidie
lentamente faccio capolino
domando permesso a chi
con tenerezza mi ha custodito
con fatica collaboriamo
uno due tre respiri
e ci diamo la mano
forza dai che ce la fai
un vagito
condito da sculaccione
.
benvenuto!.
Berta Biagini
– Accetto il regolamento – 17.11.13
Autore: Luciana Voglino
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Titolo : Laura mio dolce amore
Laura, mio dolce amore
non ho più cantato ieri nel ritorno, anzi
ho disinserito persino la dinamo del fanalino
per procedere, così nel buio,
nella calma della notte, sotto il cielo stellato
e così pensare meglio a te
che sei la più bella di tutte le stelle,
la più cara di tutte le cose più care
e il mio cuore batteva ancora con il tuo
e la mia anima parlava ancora alla tua anima….
e ti ripeteva ancora…ti amo, ti amo tanto
Laura, mia gioia
vorrei gridarti il mio amore
con la voce profetica del creato
vorrei sussurrarti le più dolci parole d’amore col sussurro del ruscello
vorrei stringerti con tutta la mia forza,
vorrei accarezzarti con la dolcezza di un venticello di primavera
vorrei…vorrei che passassero presto questi giorni
per donarci appieno tutta la felicità benedetta e Santa
che il Signore elargisce alle sue creature.
Amore mio,
quando cammini al mio fianco
stretta nel mio braccio
mi sento forte e fiero
sento che ti difenderei da qualunque pericolo
a qualunque costo
quando ti sono seduto vicino
e ti parlo, e ti guardo negli occhi
e le nostre labbra tremano
per un desiderio che è dolcezza e tormento
un desiderio infinito di tenerezza e di pace invade l’anima mia
e ridivento umile,
ridivento una povera creatura assetata d’amore
e vorrei sentire le tue carezze,
appoggiare il capo alla tua testolina
e sognare……
Laura, mio tesoro carissimo
è mezzanotte e mi sto per addormentare
con la speranza che tu ritorni
nei mei sogni.
decisamente carina, d’altri tempi, brava
Marinella Rosin Beltramini
Come vento
Il vento gioca con i colori del grano verde.
Vago lungo mille strade.
Un andare convulso, ma cosciente
in una ricerca affannosa
lucida o inconcludente.
Colmare devo un vuoto antico
che sa di cose strappate
e mai ridate.
Illusioni sparite,
sogni fatti in piccoli coriandoli
e lanciati al vento tra il grano in fiore
come mille fiordalisi azzurrini,
mentre nel cuore restava
solo il rosso fuoco bruciante
di papaveri che svelavano
al cielo il loro cuore nero.
Il vento gioca tra i colori del grano verde.
Continuo la strada,
mentre il cuore si annerisce e sbianca
in altalene e vortici,
e come vento gioca e pulsa tra i colori
di una vita donata, non voluta,
pur tuttavia sempre amata
T
accetto il regolamento
LILLO TAIBI 18/11/2013 -accetto il regolamento
E POI…………….
………………. e poi che tu sarai di sol vestita
e di gocce di mare
nel mare dei tuoi occhi immergerò
questa mia voglia ardita
che ha sapore di sale,
ha sapore d’amore;
e ascolterò il tuo canto di sirena
che nell’incanto della tua magia
mi porterà,
mi soffierà diletto a questa vita
e non mi stancherà.
Ché sei divina,
divina creatura a me venuta
per farmi dono della tua follia
e prenderti la mia;
ché insieme a te io volo
su cieli immensi,
lieti, illuminati
da mille stelle fulgide e comete,
come airone
colmo di passione,
brama di vita da sempre sognata
e la voglia d’immergermi nel sole………..
……….e poi che tu sarai di gioia vestita
e di gocce d’amore
tra le mie braccia ti riposerò,
ti sfiorerò le ciglia
e ti sussurrerò versi col cuore.
Autrice: Daniela Sias
DESIDERIO DI SOGNO
Vorrei poterti ancora accarezzare
e prendere il tuo volto fra le mani
vorrei farmi da te ancor baciare
e stringerti sul cuor fino a domani.
Vorrei sentire ancora la tua voce
il suon di quelle note un po’ stonate
che mi cantavi allegra da bambina
nelle lontane notti spensierate.
Vorrei averti ancora qui vicino
e alleviare un poco le mie pene
andare avanti insieme nel cammino
e dirti mamma io ti voglio bene!
Accetto il Regolamento Daniela Sias
Come sogno
M’appari in sogno
tra coltri di fitta nebbia
ad insinuarti furtivo
tra pensieri inutili,
nelle fessure fragili
di un lieve sonno.
Lo sguardo tuo avverto
dare sicurezza al mio,
le mani tue sento
dare forza alle mie,
il tuo respiro ascolto
donare fiato al mio.
Schiudo gli occhi ancora
a un altro giorno
ma tu non sei distante
di dolce recente sogno,
tra le ombre ti scorgo.
amore,
ora qui a me accanto.
Tania Scavolini
accetto il regolamento
ROSA BIANCA
Una rosa bianca…
petali sbocciati che profumano
di gioventù tra sentimento
e simbolo vivo di religiosità!
Dell’amore la sua purezza
nel bianco suo candore
limpidezza e trasparenza
lega la sua elegante sacralità.
Bocciolo di rosa bianca…
fascino incarnato
della femminile castità,
nei petali ancora acerbi,
che esploderanno vellutati
innondando inebrianti profumi
coronando nel giardino della vita
la bellezza della prima gioventù!
FRANCO MACCIONI (ACCETTO IL REGOLAMENTO)
LA MARIA “DE L’ANGIOLI”
Le pannocchie di granoturco
appese al muro,
due pelli di coniglio accanto
all’uscio di casa,
le rose appassite nel giardino,
l’aroma di salvia e di rosmarino
trasportato da un soffio di vento.
Le nuvole in frenetico moto,
il rumore di tuoni lontano
e il cielo che scurisce prima
annunciavano chiusa l’estate.
Sedevi per riprendere fiato
sulla piccola sedia di paglia
dopo un giorno passato
nei campi
e con l’ultimo sole
negli occhi.
Il bambino che avevi vicino
dialogava con te senza inganno
facendoti continue domande,
ma tu con calma e minuzia
rispondevi con tono pacato
narrando tra il vero e il faceto
intensi frammenti di vita vissuta.
Sul viso un po’ stanco e grinzoso
scendevano lacrime crude.
Perché piangi? Ti domandavo.
Con la pannuccia ti asciugavi il viso,
abbozzavi un breve sorriso e
mi prendevi per mano
facendomi attraversare la strada.
Non ti ho mai restituito il favore
non ho avuto occasione di farlo.
Son sicuro però, che una mano
AMOREVOLE
ti sta già accompagnando
in un campo irradiato dal sole
con il grano già alto e maturo
e le lacrime…saranno di gioia.
Andrea Valdambrini
Accetto il regolamento.
Luigi Gatti
Accetto il regolamento.
IL CUBO
La stanza e’ un cubo di pareti bianche
e finestre in alto traslucide e lontane;
scivolo al vertice del cubo che s’inclina
schiacciato al fondo come in un imbuto,
all’altro estremo d’un universo in corsa,
resto opaco alla sua vista e inerme.
Un grido afono strozza la gola e
atteggia il viso a un urlo senza rumore
non altro che un rantolo uggioso.
Le grida di chi e’ fuori, amene,
chiamano altri schiamazzi a orbite
di mutui ritorni ed attrazioni.
Sgorga la pece dagl’interstizi, calda
e liquida scende a’ccumularsi in fondo,
dai nervi alle falangi i muscoli sottendo
per roteare un guizzo, e uscire:
anelo movimento, ma gia’ si fredda,
raggruma e seco mi rapprende.
Sono cristallo amorfo, densa incrostazione,
la resina del tempo si e’ fatta dura
e rete, che avviluppa ed imprigiona,
tagliente solo per spigolo vetroso,
muto raccolgo in me un ultimo ansito
che si fa rombo e implodo.
FOGLIE
Siamo foglie
Nella tiepida
Brezza
Dell’esistenza…
Bagliori
Di baci lunari
Appena accennati
Nei riverberi
Dell’Essere…
Rivelano
L’increspata trama
Di cuori
Sospesi
In un’eterea
Danza
D’autunno
Che profuma
Di attese…
(A. Rossignoli) (Accetto il regolamento)
SULLE VIE DI DAMASCO
Si sono recintate con filo spinato
le culle della nostra crescita
bianca sotto il sole cocente la strada
che ha tolto la luce al persecutore.
La trascuranza del mondo aiuta
chi a suo ideare diabolico vorrebbe
distruggere il puro deserto.
C’ha già provato una volta a corrompere
quaranta astuzie in quaranta giorni
ma irabondo è stato riscacciato
al suo destino già da lui stesso scelto.
Non c’è l’oro nero che facilita la scelta
aiutare il debole dalla persecuzione
non è un dovere ma evita un genocidio.
Ci sono solo innocenti non nati per loro
Colpa: europei, americani, indifferenti,
potenti, vili, distruttori dell’ultima rosa
nata dall’ultimo respiro del Creatore.
Abbiate il coraggio di guardarvi allo specchio
e non per radervi o per truccarvi
l’ultimo sorriso che farete è quello per
stringere la mano alla morte.
Vigliacchi!
Gino PUGLISI
accetto il regolamento
Autore: Mirko dalle Mulle
Ed è ottobre,
arrivato come
il frusciare dolce
delle foglie dorate,
scese da un noce
o dal cielo brunito.
Sono arrivate
le sere delicate,
già fresche che
a gran voce chiamano
il calore del fuoco
e delle tue mani,
e dei tuoi occhi.
Pioggia fine
già cade fuori
dalle finestre,
umide di vapore
e di noi.
Accetto il regolamento, Mirko Dalle Mulle
Autore: Giuseppe Ligresti
Quali ore rilucono
in queste frescure di primavera?
San Giovanni è sempre lì,
a corpo nudo,
e così io, denudato,
così i risolini delle vecchie
che con le calendule al braccio
vanno al passo del mio viso
quasi inumato.
E potrà mai l’ombra del ginepro
rinfrescare le arsure che ardono il mio Canto?
Saprà mai qualche ciuffo di strame
farsi amaca per il tuo torpore?
Ah, venisti anche tu quel 17,
anche tu con un mazzo in mano,
non ricordo se portasti
camelie o petunie
o se anche tu raccogliesti calendule,
ma di ridarella mi morivi
per i campi, e poi giù, tra i cespugli.
(Accetto il regolamento)
Ho un desiderio , ho un sogno ,ritrovarti nel mio destino .Credevo di riuscire a mentire a me stesso ,invece ,mi sei tornata in mente, luce , pace , amore, vita .
PARTECIPAZIONE CONCLUSA
TRA QUALCHE GIORNO SARANNO RESI PUBBLICI I RISULTATI DELLA GARA LETTERARIA. I VINCITORI SARANNO AVVERTITI TRAMITE EMAIL.
COMUNICAZIONE NOTTURNA: Vi sveliamo i finalisti della gara letteraria “Ritorna mentre dormo” promossa da Oubliette Magazine e dall’autrice Cristina Biolcati – Tra qualche giorno saranno svelati i nomi dei tre vincitori con la pubblicazione su Oubliette Magazine delle loro poesie
FINALISTI:
Alberto Rossignoli con “Foglie”
Maria Pina Abate con “L’Attesa”
Gianfranco Isetta con “Pietra vagante”
Claudio di Paola con “Verso il meriggio”
Mauro Bompadre con “Sei andata via”
Tania Scavolini con “Come un’onda”
Leonardo Rallo con “Eternità”
Maria Teresa Dotti con “Testa e cuore”
Manuela de Pieri con “L’inferno in una notte”
Smeralda Fagnanti con “Io ti ho trovato”
Armando Cappa con “Sera d’autunno”
Sandra Ludovici con “Tu Luna”
Ines Zanotti con “Ad occhi chiusi”
Emilio Mercantili con “Superbo amore”
Bravi a tutti i finalisti!!!!!!!