Salone del libro di Torino 2013: Luis Sepúlveda a difesa degli indigeni Mapuche
17 maggio 2013: lo scrittore cileno Luis Sepúlveda presenta il suo nuovo libro al Salone del libro di Torino ma prende la decisione di non rappresentare il suo Paese a cui la Fiera è quest’anno dedicata.
Sepúlveda è sbarcato alla Fiera del libro di Torino 2013 con la sua ultima opera “Ingredienti per una vita di formidabili passioni” una raccolta di racconti separati tra loro ma legati da un filo autobiografico.
Certamente anche questo suo nuovo libro apparirà tra i più letti in ogni parte del mondo ma ciò che colpisce dello scrittore è che abbia deciso di non rappresentare il Cile, suo paese natio, per invece schierarsi, ancora una volta, dalla parte degli indigeni Mapuche, da troppo tempo maltrattati ed umiliati dallo stesso governo cileno.
Tutto ebbe inizio con la dittatura di Augusto Pinochet Ugarte durante la quale le differenti comunità indigene cilene vennero separate e poi deportate. Questo genere di politica proseguì poi con i successivi governi che si proposero di assimilare le popolazioni indigene senza preoccuparsi della modalità in cui questo intento sarebbe stato portato a termine.
Lo Stato cileno in diverse occasioni organizzò aste pubbliche per l’acquisto di quei territori che in realtà appartenevano alla popolazione autoctona e piano piano queste furono costrette a spostarsi dai luoghi nei quali avevano sempre vissuto e a cercare nuovi territori.
Il 28 maggio 1979 venne inoltre emanato il Decreto Legge No 2.568 sulla “Divisione delle Comunità Indigene”, il quale sancisce che, dalla data in cui entra in vigore, i piccoli terreni o parcelle risultanti dalla divisione delle riserve finiranno di essere considerate come terre indigene e i loro padroni perderanno lo status di “membro della comunità indigena o abitante indigeno”.
Naturalmente non venne chiesto nessun parere alle comunità indigene ed ancora una volta questi si ritrovarono a dover sottostare a leggi relative ai territori che erano fino a quel momento erano loro appartenuti.
Per questa ed altre leggi successive i Mapuche (il cui significato paradossalmente è “gente della terra”) continuano a combattere per la loro terra. Quasi il 9% del totale della popolazione cilena è di origine mapuche e tutti ormai dovrebbero essersi abituati alla loro presenza ma le discriminazioni e il razzismo probabilmente non avranno mai fine. Questi sono ormai relegati in una piccola porzione di territorio, solamente il 5% del totale del territorio appartenutogli fino a poco tempo fa.
Luis Sepulveda è rimasto accanto ai Mapuche anche quando questi hanno deciso di fare lo sciopero della fame ma ancora la situazione rimane complicata. La lotta contro le grandi imprese del legno e dell’agro-business che depredano i loro territori è ancora lunga.
Oltretutto a causa dei loro tentativi di riottenere i propri territori i Mapuche vengono accusati in modo infondato di incendio e devastazioni e subiscono così dure condanne e processi con falsi testimoni che divengono impossibili da contestare.
Nel gennaio del 2011 i Mapuche hanno fatto un tentativo di incontrare il presidente del Cile Sebastian Piñera ma questo non si è fatto vedere ed ha inviato due rappresentanti.
La lotta dei Mapuche non si farà fermare da questo e si auspica che la presenza di un sostenitore così influente come Luis Sepúlveda possa giovare alla loro contesa.
Written by Rebecca Mais