“Arte in Primavera”, Luigi Savelli, Pizza Graziano De Santis di Radio 105 e Gianluca Bosello, Forlì

Dal 6 marzo al 21 aprile. Nell’era della globalizzazione, appena alle porte della Città di Forlì, lungo la strada Cervese che porta al mare,  circa a metà e per l’esattezza a Pievequinta, esiste un bel luogo ed una bella realtà che ha a cuore, il cuore più intimo e profondo della Romagnolità. Questo luogo è il Palazzo Morattini che fu di proprietà della nobile Famiglia Forlivese nei secoli XVIII  e XIX.

Ai giorni nostri il Palazzo è di proprietà del Comune di Forlì, ma è anche la sede dell’ Associazione “Amici della Pieve” che ne ha assunto la gestione. L’Associazione Culturale “Amici della Pieve” ha anche una sua data e un suo specifico luogo di nascita che risalgono al mese di marzo 1999 per volontà di un gruppo di amici che sono divenuti poi i Soci Fondatori.

L’Associazione è apartitica e apolitica ed ha come suo scopo principale l’intento di promuovere e salvaguardare le radici del proprio territorio in Terra di Romagna. Arte, Cultura e Tradizione sono le principali finalità. La prima sede dell’Associazione fu presso la Parrocchia di Pievequinta, grazie alla gentile concessione dell’allora Parroco Don Silvio Ferrante, anch’egli Socio Fondatore. Il territorio di Pievequinta è posto a sud-est rispetto alla città di Forlì ed occupa una fascia di terreni agricoli in confine fra il territorio forlivese e ravennate, attraversata dalla Via Cervese.

La Chiesa dei S.S.Pietro e Paolo di Pievequinta, che possiamo considerare come il centro vitale del territorio, costituisce lo specchio di questa realtà: infatti la Chiesa fa parte del Comune di Forlì, ma appartiene alla diocesi di RavennaOltre alla Chiesa, nel territorio di Pievequinta vi è collocato un altro edificio di una certa rilevanza per la sua mole imponente e squadrata: il Palazzo  Morattini Monsignani (che  specificatamente Monsignani non è), attuale sede dell’Associazione “Amici della Pieve” Onlus e del Comitato di Quartiere “Casemurate-Pievequinta-Caserma”.

Nel territorio si trovava un terzo edificio di notevole importanza che era il Casino di villeggiatura della nobile famiglia forlivese dei Monsignani, cioè il Palazzo delle Meraviglie (la cui immagine è il logo dell’Associazione); oggi questo non esiste più, causa il devastante terremoto del 1870 che lo fece parzialmente crollare. Comunque l’impegno attuato e svolto da parte di tutti i Soci ha fatto sì che l’Associazione “Amici della Pieve” dai dodici Soci Fondatori iniziali arrivasse ai sessantadue Soci attuali e che la sede definitiva diventasse, già dal 2001, il prestigioso Palazzo denominato Morattini Monsignani. Nel nobile Palazzo Morattini al primo piano  si svolgono le Mostre di vario genere, le sale presentano un aspetto intimo e accogliente nelle sobrie e coerenti rifiniture, dove le linee di luci moderne accentuano e risaltano il fascino del classico e dell’antico.

È infatti possibile respirare e ritrovare anche qui, fra le mura ed i piani di Palazzo Morattini  Monsignani, quell’eleganza e quella sobria dignità che caratterizzano i Musei di San Domenico,  seppure espletate in dimensioni ridotte. La denominazione di Palazzo Monsignani risulta essere però un  errore storico che si protrae da circa un secolo. Questo palazzo, situato in Via Armelino 33, certamente esisteva già nel XVII secolo ed apparteneva alla nobile famiglia forlivese degli Augustini; nel 1714 il Balì Tommaso, morendo senza eredi maschi, lasciò in eredità il palazzo di Pievequinta con case e terreni all’Ospedale degli Infermi di Forlì. Questo lo vendette nel 1730 ai fratelli Francesco ed Antonio Morattini, figli di Giacomo, ma nel 1825 il Marchese Antonio Morattini, causa i debiti contratti con il suo avvocato Antonio Francesco Santarelli per sostenere in’infinita serie di cause, fu costretto a cedergli il palazzo senza incassare uno scudo.

Nel 1832, causa la morte dell’Avvocato, il palazzo passò per eredità al di lui fratello, l’Ing. Giacomo Santarelli che, a sua volta nel 1851 fu costretto, causa debiti, a venderlo ad un certo Nadiani Pietro. Morto il Nadiani, il palazzo passò per eredità a suo fratello Antonio, che sempre per debiti lo vendette a Laghi Anna, vedova di Gaudenzi Pietro. Il Gaudenzi è il padre di Giuseppe e Quinto, i due leader del partito repubblicano e socialista di fine ‘800 ed inizio 900; il palazzo fu messo all’asta nel 1893, essendo i Gaudenzi coinvolti nel fallimento della Banca di Forlì, e da loro stessi riacquistato per mantenerlo fino agli anni 60 del secolo scorso, quando fu comprato dall’Amministrazione Comunale di Forlì per adibirlo a Scuola pubblica. Una cosa è certa: da metà del 1600 fino ad oggi non è mai appartenuto alla famiglia Monsignani.

L’unico collegamento che giustifica la confusione è l’appartenenza alla famiglia Gaudenzi anche del palazzo delle Meraviglie (o di ciò che ne restava) dal 1883 fino alla fine del’800; in quel periodo certamente i materiali lapidei rimasti dopo il crollo furono spostati da quello delle Meraviglie a quello della scuola, causandone la futura sovrapposizione di memorie. Il Palazzo ha linee architettoniche molto sobrie ed austere; dall’ingresso al piano terra si accede al grande salone centrale e allo scalone che porta ai piani superiori. Il salone principale immette in quattro stanze, due a destra e due a sinistra, e, attraverso una grande porta, conduce nel giardino, sul lato che guarda alla montagna. Sopra alle porte e lungo le due pareti lunghe restano le cornici in stucco che fino agli anni ’60 contenevano tele settecentesche di carattere campestre. Salendo invece il nobile scalone di pietra, ornato da una stupenda balaustra settecentesca in marmo, si accede al piano nobile, in forme identiche a quelle del piano terra; anche qui restano le cornici vuote dalle tele e qualche traccia degli stupendi camini alla francese, di cui erano dotate tutte le stanze.

Il salone principale, molto più alto di quello del piano terra, con la sua volta arriva fino al tetto e nei suoi lati lunghi si aprono delle finestrelle segrete che danno sul terzo piano e che permettevano di poter guardare senza essere visti. Davanti al Palazzo esisteva un piccolo oratorio, andato distrutto, e sul fianco la grande casa colonica con depositi e ghiacciaia, di cui non resta più nulla. Tale descrizione è stata da me estrapolata dal volumetto “ I nostri primi dieci anni” dal 1999 al 2009, edito dalla Associazione stessa. Per quanto riguarda l’Ass. Amici della Pieve, alla presidenza si sono avvicendate tre figure: Mauro Mariani, in carica per sei anni, e che ora cura e segue principalmente la parte storica, quella parte che si propone di far conoscere, di tramandare e anche di valorizzare tutto ciò che costituisce il patrimonio di tale territorio; le radici romagnole in Terra di Romagna. Flores Farneti, in carica due anni e che ora segue, cura ed organizza le esposizioni pittoriche, che di solito si svolgono in due precisi periodi annuali: una sotto il fervore della primavera e l’altra sotto la pacatezza dell’autunno e l’attuale Presidente; una signora, una donna Alice Lugaresi, in carica dal 2010, a conferma del fatto che in Romagna le donne sono sempre state sia attive che propositive e partecipi.

Nell’arco di quattordici anni sono state parecchie e pregevoli sia le attività che gli eventi proposti dall’ Associazione “Amici della Pieve”. Sarebbe troppo impegnativo ricordarli e citarli tutti, ma qualcuno dei tanti eventi merita decisamente di essere qui riportato. Mi piace ricordare che il 20 giugno del 1999 si è aperto il proficuo ciclo di Mostre con una Mostra Fotografica dedicata a Luigi Ridolfi con la presentazione di 40 foto inedite. Inoltre l’Associazione nella persona di Mauro Mariani, ha realizzato la ristampa anastatica di un libretto in memoria di Luigi Ridolfi curato da Mario Garavini nel 1920.

Luigi Ridolfi (Forlì, 11 aprile 1894 –Taliedo,2 agosto1919) è stato un aviatore italiano, o meglio è stato un Asso dell’aviazione italiana e proprio a lui, originario di Pievequinta, è dedicata una delle sale al primo piano del Palazzo dove si svolgono le Mostre. Nel 1917, in piena prima guerra mondiale, cominciò la sua carriera da pilota bombardiere su aerei Caproni. Con più di 6000 voli e 65 azioni di bombardamento in otto mesi di guerra, stabilì un primato assoluto per la sua epoca, tanto da meritare il premio “Bombardieri del cielo”organizzato dalla rivista Il Secolo illustrato. A lui è dedicato l’Areoporto di Forlì e qui vi è anche l’unica sede in Italia  della Laurea in Ingegneria Spaziale dell’Università di Bologna con Sede in Forlì. Inoltre pregevoli sono state anche tutta una serie di iniziative sociali con lo scopo di creare aggregazione e sostegno e sempre contraddistinte dalla cordialità e dalla gioiosità della gente romagnola.

Fra queste attività, alcune sono state: un ciclo di conferenze dedicate alle problematiche degli anziani, la consegna di tre borse di studio alle classi della Scuola Elementare di Carpinello, al Liceo artistico di Forlì, all’Istituto di ceramiche d’arte di Faenza e molte altre attività ancora. Nel settembre del 2001 si è tenuta la prima Mostra di arti figurative e di opere pittoriche legata al territorio, con la collaborazione del Gruppo artisti dell’ Erbosa e con la collaborazione delle signore critiche d’arte Rosanna Ricci e Flavia Bugani. All’inaugurazione intervenne anche l’allora Sindaco di Forlì il Dott.Franco Rusticali e di questa esposizione è stato pubblicato il catalogo con la critica e la descrizione delle opere presentate.

Negli anni successivi le Mostre di Pittura si sono sempre ripetute, proponendo artisti diversi, ma riscuotendo sempre costanti consensi e apprezzamenti, sia di pubblico che di critica. Nell’anno 2002 nel mese di novembre  si è tenuta la Mostra dal titolo “Famiglie attraverso i secoli: il caso di Pievequinta, Casemurata, San Zaccaria e Bastia” a cura di Mauro Mariani ed in occasione di questo evento è stato ricostruito e pubblicato l’albero genealogico di un centinaio di vecchie famiglie del territorio di Pievequinta, risalendo fino al 1500. All’epoca ogni famiglia era chiamata e riconosciuta con un soprannome e proprio questo indizio ha permesso di compiere la ricerca. Infatti le famiglie di pianura ( salvo casi particolari) si portavano dietro il soprannome anche quando cambiavano residenza; mantre le famiglie di collina e di montagna di alcune zone romagnole prendevano come soprannome il nome del podere dove risiedevano.

A tali specifici studi di ricerca svolti dall’Associazione “ Amici della Pieve” si è interessata anche l’Università di Bologna. E sono veramente molte e tutte prestigiose le iniziative organizzate e promosse dall’ Associazione Culturale che sono state fra l’altro raccolte in un volumetto pubblicato dal titolo “I nostri primi dieci anni” dal 1999 al 2009 che riporta nell’ ultima pagina i ringraziamenti dell’allora Presidente dell’ Associazione Flores Farneti che è anche l’attuale organizzatore delle Mostre di Pittura e che qui riporterò volentieri: “Tutte le attività  sono state promosse ed eseguite in maniera volontaria dai soci, comprese le varie iniziative gastronomiche che hanno sempre avuto lo scopo di stimolare l’aggregazione dei residenti del nostro territorio, di ampliare al massimo l’utilizzo di Palazzo Morattini come luogo di incontro e di scambio sociale ed allo stesso tempo di raccogliere fondi da devolvere ai vari progetti. Ricordiamo fra gli altri: il sostegno familiare, attraverso l’adozione a distanza, di due bambine e delle loro famiglie. Ed infine un ringraziamento sentito e caloroso va al Comune di Forlì ed alla Circoscrizione n°3 perché hanno creduto e sostenuto in questi dieci anni tutti i progetti che l’Associazione ha proposto e realizzato. Pievequinta 14 marzo 2009 –  Il Presidente: Flores Farneti”.

Ritornando al presente nell’attuale 2013, sotto la gestione del Presidente in carica Signora Alice Lugaresi, gli eventi interessanti ed importanti proseguono, come quelli proposti in primavera e fra questi ci sono la presentazione di due libri che intendono narrare e conservare la preziosità delle proprie radici romagnole.

Domenica 3 marzo 2013 alle ore 16 si è svolta la presentazione del libro: “Quand us magneva in dialet” a cura di Monti Diella con le ricette del Concorso “E magnè d’una volta” indetto dall’Associazione Amici della Pieve. Il titolo del libro trae origine dalla antica tradizione romagnola che accomunava e fondeva in una unica azione sia il cibo che il dialetto. Mangiare e parlare in dialetto come un tutt’uno, all’unisono.

Poi sabato 16 marzo alle ore 19, al primo piano resterà aperta la mostra fotografica del paese di Pievequinta dal titolo “Chi li riconosce?” a cura di Mauro Mariani.

Infine il sabato 6 aprile alle ore 16 ci sarà l’apertura ufficiale della Mostra di Pittura Collettiva” Arte in primavera”. Tale manifestazione rimarrà aperta nelle giornate di sabato 6 aprile e domenica 7 aprile e poi di nuovo sabato 13 aprile e domenica 14 aprile e ancora sabato 20 aprile e domenica 21 aprile con un orario che va dalle 15 alle 19. Domenica 7 aprile 2013 alle ore 16 il Sindaco della Cittadina di Dovadola ( FC) Gabriele Zelli presenterà il libro: “Le fatiche del contadino”scritto da Radames Garoia originario di Pievequinta. Il volume illustra la vita dei contadini del luogo attraverso immagini e racconti di vita vissuta tra Pievquinta e la larga di Scarpello. Mentre al primo piano del Palazzo sarà aperta la Mostra di Pittura Collettiva “ Arte in primavera” dalle ore 15 alle ore 19.

Saranno tre i pittori che esporranno contemporaneamente al primo piano anche se ciascuno avrà a disposizione una propria sala di esposizione. Sono tre nomi veramente significativi ed importanti per me. Il primo nome infatti mi è molto familiare, in quanto si tratta di mio fratello Luigi Savelli, ingegnere ed insegnante per professione, ma poi anche pittore e grafico per passione. Di mio fratello Luigi, io dovrei scrivere 2 date: 19 – 05 – 1955 in Forlì e 09 – 11 – 2009 in Forlì, Ma per me c’è ne è una sola e quindi io qui ne riscriverò una sola : 19 – 05 – 1955 e la sua partecipazione alla Mostra intende essere un bel modo di ricordarlo e contemporaneamente di presentarlo.

Luigi Savelli nel 1979/80 aveva frequentato il Corso libero del nudo presso l’Accademia delle Belle Arti di Bologna. Ed aveva frequentato il medesimo Corso anche nell’anno successivo 1980/1981. Nel 1984/85 aveva frequentato il Corso annuale di Incisione Calcografica presso il Centro  Polivalente per l’Immagine di Forlì. Ed aveva frequentato il medesimo Corso anche nell’anno successivo 1985/1986. Inoltre aveva partecipato a numerosi Concorsi di Pittura ottenendo meriti, consensi e premiazioni. Fra queste le principali sono state nel marzo del 1985 “ Tempi di Morsura (2° edizione) Mostra di Incisioni calcografiche del Gruppo “ Il Graffico” patrocinata dal Comune di Forlì e svoltasi presso la Sala Albertini in Forlì. Poi nel gennaio del 1988 ha partecipato alla Mostra di Incisioni calcografiche presso il Centro Culturale S.Anna in Forlì. Nei mesi di marzo e di ottobre del 1991 ha realizzato la Mostra Personale  di Incisioni calcografiche e tempere acriliche presso la Sala XC Pacifici in Forlì. Nel gennaio del 1992 ha partecipato all’ evento “Artisti per Amnesty” presso la Galleria “Chiostro di San Mercuriale”in Forlì. Nel mese di aprile del 1992 ha realizzato la Mostra Personale di Incisioni calcografiche e tempere acriliche, patrocinata dal Comune di Faenza. Mentre nel mese di agosto 1992 ha realizzato la Mostra Personale presso la Sala dell’Associazone Don Bosco in Castrocaro Terme (FC). Riporto brevemente l’incipit di una recensione di Rosanna Ricci pubblicata sul Resto del Carlino nel marzo del 1993: “Che Luigi Savelli creda fermamente nel suo lavoro è un dato più che evidente. Con ciò non alludiamo solo alla sua professione di ingegnere elettronico e di insegnante, ma all’ impegno e alla cura con cui si dedica anche al mondo dei pennelli.Dapprima grafico, poi pittore e grafico, Luigi Savelli ha dimostrato e dimostra tuttora una propensione per il mondo fantastico-surreale e una tecnica che, se vogliamo cercare degli ascendenti,potremmo avvicinarla al divisionismo.” Inoltre Luigi Savelli si potrebbe anche definire il poeta – pittore degli uomini e delle figure con i cappelli.

Il secondo pittore presente alla Mostra  “Arte in primavera” che si terrà a Pievequinta nel prossimo mese di aprile 2013 è per me e per l’ Associazione “ Amici della Pieve” un autentico “Fiore all’occhiello ed è Graziano De Santis, in arte Pizza,  nato a Sava (TA) il 16 gennaio 1961 e noto Dj e Speacker nel programma di Marco Galli “ Tutto Esaurito” che va in onda tutte le mattine su Radio 105 dalle ore 7 alle ore 10. Sono anni che ascolto il programma, mentre accompagno i figli a Scuola ed è proprio dall’ ascolto che è nata l’ amicizia. Pizza Graziano De Santis è un artista a 360°, molto eclettico e molto simpatico, dotato di un forte magnetismo. Fra le sue tanti arti, c’è anche quella della Pittura e forse non è del tutto casuale, la forte somiglianza con il noto pittore Salvador Dalì, accentuata ancora di più, dalla medesima fattezza dei baffi. La forte originalità di Pizza si manifesta anche nella sua pittura, insieme alla immediatezza e alla spontaneità che lo rende così facile e disponibile alla confidenza e alla simpatia con gli altri. Lui stesso dice di esprimersi attraverso un genere pittorico di tipo naif metropolitano, tutto da vedere e da scoprire, come rivela lui in prima persona ed attraverso le sue stesse parole:Sono un pittore che nel tempo libero dipingo dei quadri, definisco la mia arte infantile-metropolitana. Io non studio un tema prima di crearlo, ma improvviso in modo naturale mescolando dei colori e usando la fantasia, i quali piacciono molto alla gente che si complimenta con me. Alcuni li vendo, altri li regalo, perchè il mio scopo è quello di lasciare un’ impronta mia artistica nel mondo dell’ arte. O meglio, un mio ricordo nel tempo.

Il terzo pittore presente alla Mostra di Pittura “Arte in primavera” del mese di aprile 2013 è il pittore cesenate Gianluca Bosello, nato a Cesena nel 1970 dove attualmente risiede. Gianluca Bosello è nato con la passione per le arti figurative. Nel 1985  ha iniziato a dipingere ed ha partecipato a Concorsi e a Rassegne d’arte, avvalendosi dei consigli e suggerimenti di vari pittori, tra i quali Romolo Tassinari prima e Romano Buratti in seguito. Nel 1995  ha frequentato un Corso di perfezionamento tenuto dal pittore forlivese Ido Erani, che gli ha  permesso di cogliere e di intraprendere segreti e nuove tecniche pittoriche, per proseguire con tecnica e costanza in una continua ricerca artistica, rivolta ad impreziosire la  propria formazione individuale. Attualmente ha all’attivo centinaia di Premi e Mostre in tutta Europa e può essere annoverato tra i pittori contemporanei più importanti del nostro paese. Inoltre Gianluca Bosello è Vice Presidente dell’Associaizone ADARC. ADARC Associazione Degli Artisti Cesenati è stata fondata nel 2005 dal prof. Attilio Bazzani.

Scopo dell’Associazione è quello di valorizzare e promuovere le attività artistiche, sociali e culturali attraverso i tanti operatori del settore, fornendo a tutti i soci nati o residenti nel comune di Cesena un supporto ed una possibilità di collaborazione interdisciplinare. Il nuovo Presidente dell’Associazione è la pittrice Venturi Elisabetta, Vice Presidente il pittore Gianluca Bosello e nove i Membri del Consiglio, composto da artisti di più settori. Nello scorso anno 2012 l’Associazione si è impegnata in rassegne d’Arte Contemporanea, in partecipazioni a fiere artistiche, in incontri Artistico-culturali e mostre pittoriche. Inoltre presso il Convento Capuccini in Cesena si trova il ritratto di Padre Guglielmo realizzato da Gianluca Boselli , ma nell’ambiente artistico romagnolo è noto principalmente per la sua grande capacità e abilità di trasformare le biciclette in capolavori,  attraverso l’uso fantasioso e creativo dei propri pennelli. L’Associazione “Amici della Pieve” è lieta quindi di festeggiare l’arrivo della primavera in Terra di Romagna, sotto gli auspici migliori di nuovi colori e di antiche tradizioni.

 

Written by  Rosetta Savelli

 

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