“La serva dei fiori” di Ivana Orlando, seconda posizione nella sezione C della terza edizione del Concorso Oubliette 03
“La serva dei fiori”, poesia inedita di Ivana Orlando, si aggiudica la seconda posizione nella sezione C (poesia inedita) della Terza Edizione del Concorso Nazionale Letterario “Oubliette 03” promossa dalla web magazine artistica Oubliette Magazine.
“Scontornata pelle
penetra gora.
Occhi furtivi
origliano
cristallini riverberi.
Armi
e cannoni
ibernano gli adii.
In dimora padronale
la serva
ritrae.
In sangue ed erba
fluttua tempera.
In musa, la natura
d’estasi si prostra
e in grazia d’ogni corolla
s’emana.”
“La serva dei fiori” è una lirica di diciassette versi brevi che rispetta gli equilibri delle pause di lettura con una cadenza al minimalismo. Le pause sono strutturate per lasciare un sospiro durante la sequenza delle immagini, sino ad un finale di un solo verso che riprende l’idea di immensità.
“Scontornata pelle/ penetra gora./ Occhi furtivi/ origliano/ cristallini riverberi.// Armi/ e cannoni/ ibernano gli adii./ In dimora padronale/ la serva/ ritrae.”
Un poetare che si lancia nella comparazione linguistica fra i lessemi di uso comune ed altri che presiedono nell’elenco delle parole perdute, quelle che hanno vita oramai solo nella poesia. E così troviamo “gora”, “riverbero” e successivamente “tempera”. Termini sui quali si aprono vie d’interpretazione soggettiva e che suggeriscono forbite metafore.
Il soggetto della lirica è una serva con la pelle senza contorni simile ad un corso d’acqua. Gli occhi occultati e simili ad orecchi, celano la loro presenza in ascolto dell’onda sonora prodotta dall’altrui conversazione. La serva si trova nella dimora padronale e s’allontana mentalmente per ciò che ha sentito: armi e cannoni non consentono di dire addio ai propri cari.
“In sangue ed erba/ fluttua tempera.// In musa, la natura/ d’estasi si prostra/ e in grazia d’ogni corolla// s’emana.”
L’indole della serva fluttua nel rosso del sangue e nel verde dell’erba, i colori si mescolano e si espandono in nome della poesia e della sua oggettività: la natura. Dalla dimora immagina dunque un prato insanguinato e dei fiori in estasi per la pittura macabra celebrata dall’essere umano.
Il fiore, ugualmente alla serva, ha la leggerezza d’animo per poter espandere il suo interno verso l’armonia della grande madre: la natura. Un interno che potremo chiamare anima oppure corolla, parte più interna del fiore posizionata all’interno del calice; nella lirica la corolla è in metafora con il corpo fisico della donna.
“La serva dei fiori” ci offre la possibilità di entrare in contatto con delle figurazioni che non giudicano il bene ed il male, ma che osservano gli accadimenti senza poter e voler intervenire, così il fiore nel prato, così la serva nella dimora.
Congratulazioni ad Ivana Orlando per l’ottimo risultato.
Link diretto finalisti del Terzo Concorso Letterario Nazionale “Oubliette 03” QUI.
Written by Alessia Mocci
Continuate a seguirci: in arrivo il bando della Quarta edizione del Concorso Letterario Nazionale “Oubliette 04”.
Per i vincitori della Prima Edizione del Concorso “Oubliette 01″ clicca QUI.
Per i vincitori della Seconda Edizione del Concorso “Oubliette 02″ clicca QUI.
Io non sono una poetessa ma dialogo con i miei fiori.
Complimenti per questo spirito panteistico e per la profondità dei versi, Ivana Orlando.
Patrizia grazie mille per la tua sportività!
serve, sopratutto in questi tempi!
:D
Grazie mille :)
Congratulazioni e complimenti a Ivana, poetessa colta e di non immediata lettura, ma di una scrittura che spinge al rileggere fino al poter gustare.