Gara Poetica Gratuita “Ad Lucem”

Regolamento:

1. La Gara Poetica Gratuita “Ad Lucem” è promossa dalla web-magazine “OublietteMagazine” e dell’autore Alessandro Cortese.  La gara poetica è riservata ai maggiori di 16 anni. La gara poetica è gratuita. Tema libero.

 

2. Articolata in 1 sezione:

A. Poesia

 

3. Per la sezione A si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con poesie edite ed inedite.

Le poesie senza nome, cognome, e dichiarazione di  accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate.

Ogni concorrente può partecipare con una sola poesia.

 

4. Premio:

N° 1 copia di “Ad Lucem”, sequel di “Eden” di Alessandro Cortese.

Saranno premiati i primi tre classificati.

 

5. La scadenza per l’invio delle poesie, come commento sotto questo stesso, bando è fissata per il 4 febbraio 2013.

 

6.  Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:

Alessia Mocci (Dott. in Lettere, redattrice e critico letterario)

Alessandro Cortese (Scrittore)

Rebecca Mais (Collaboratrice Oubliette)

Barbara Filippone (Collaboratrice Oubliette)

Nino Fazio (Collaboratore Oubliette)

Fiorella Carcereri (Collaboratrice Oubliette)

Giuseppe Carta (Poeta)

 

7. Il concorso non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.

 

8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.

 

9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per email:concorsooubliette@hotmail.it indicando nell’oggetto “info gara poetica” (NON si partecipa via email ma direttamente sotto il bando), oppure attraverso l’account Facebook:

http://www.facebook.com/profile.php?id=100002075267230

 

10. La partecipazione al Concorso implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.

 

 

176 pensieri su “Gara Poetica Gratuita “Ad Lucem”

  1. Dove sei?

    Cerco tra i miei ricordi, frugo tra i miei pensieri,
    ma non trovo più quel dolce sorriso che sorprese la mia giovane innocenza,
    divenuta poi certezza di volerlo ricambiare, rafforzandolo di amore sincero,
    colorandolo di fiducioso abbondono tra le braccia della sua passione.
    Cerco tra i pensieri che consapevoli di quell’amnesia,
    hanno sostituito quell’ammanco con il rabbioso dubbio della sua effettiva esistenza.
    Cerco megli angoli più bui del mio coraggioso silenzio,
    perchè sielenzioso è quel sorriso ormai spento.
    Si affaccia in attesa di un mio gesto,
    ma chiudo dolcemente quella porta dove non voglio si riaccenda
    la sua falsa congruenza, mai più sofferenza !!!

    Accetto il regolamento

    1. TU NON LASCERAI MAI IL MARE

      Imparerò dai miei errori
      lo so, lo dicono tutti
      ma questo è il mio turno.
      Costa infrangersi a vita!
      Non ti cercherò più
      lo so, l’ho detto tante volte
      ma anche il lago più calmo
      ha nel suo interno un movimento.
      Porterò a sud le mie lacrime,
      trascinerò sul bagnasciuga i miei relitti
      presto o tardi
      toccherai riva anche tu…
      siamo onde alterne
      sature di sale
      d’asciugarsi al sole
      l’importante è che il cuore non si bagni.

      Accetto il regolamento

      1. QUANDO LA LUCE

        La luce entra
        a poco a poco,
        a raggio a raggio,
        entra dagli occhi,
        entra dal cuore,
        al centro c’è l’incontro
        del vedere e del sentire.
        Un grande Fiore
        irraggia quella luce,
        donato all’infinito, al mondo,
        dall’eternità al tempo.
        Cammino scalza
        lungo la riva,
        il mare lancia l’onda
        e la riprende a sé:
        tutta la vita è così,
        un dare e un togliere,
        oceano limitato
        percorso lungo
        la riva in ombra
        e tutto mentre
        la luce inonda…
        prioritario è
        affidarsi a Te.

        (Andreina Angelucci)
        Accetto il regolamento.

    2. la fretta di arrivare,
      oltre ogni ragionevole dubbio,
      ci fa tralasciare ogni cosa importante
      e ci lasciamo andare
      senza ascoltare l’essere del nostro tempo
      che inesorabile vola via
      lasciando una scia d’emozioni senza tempo
      e quando finalmente ci rendiamo conto di correre
      vorremmo fermarci e pensare a cio’
      che ne abbiamo fatto del notro tempo
      ma non ci resta piu’ tanto tempo
      e ci sentiamo scivolare
      come sabbia tra le dita
      mentre vorremmo soffermarci
      sul nostro respiro mescolato ad un altro respiro
      ma e’ troppo lontano ,irragungibile
      chiuso dietro ad una porta
      che abbiamo sbarrato da tempo
      tanto che le serrature si sono arruginite
      vorremmo spianare quella montagna di incognite
      che abbiamo surclassato con i nostri pensieri
      rivoti solo al proprio io
      ma sono inossidati,
      ancorati da tempo nel porto fermo
      del nostro unico credo ,l’egoismo
      che perversa in ogni essere
      che si crede al di sopra d’ogni altro essere
      ma alla fine
      ci rendiamo conto d’essere soli con noi stessi,
      cerchiamo risposte oltre il nostro pensiero
      ma nessuno piu’ ci ascolta
      perche’ il nostro silenzio e’ talmente scontato
      che nessuno piu’ osa scalfirlo
      e la solitudine incombe
      come un sottile e tagliente pensiero di solitudine
      oggi piu’ forzata di ieri,
      senza alcuna speranza di spezzare quella catena
      che ci tiene legati alla vita…….
      Sorridiamo oggi ,
      prima che il tempo ci porta all’estremita’
      , parliamo agli altri
      come se ogni parola fosse rivolta a noi stessi,
      mettiamo da parte vecchi rancori
      che avvelenano la vita
      tendiamo la mano al fratello che la stringera’ alla sua
      e ci trasmettera’ emozioni
      che finalmente renderanno il tempo d’essere degnamente vissuto.
      Ci accorgeremo in un attimo d’essere rinati.

      ruggiero gorgoglione ®

      accetto il regolamento

    3. A.A.

      IL Dio delle certezze spianate, gigli sprezzanti
      Stagliati contro vetri lucidi
      Luccichio, anch’io
      la Prosa della mia voce
      La Poesia del mio amplesso
      Sempreverde nel solstizio
      Un raccapricciante sorriso
      Mi tiro indietro, rido
      Come dimostrare
      Il Dio ha precipitato carezze
      Conati d’amore si riversano sulla schiena immobile
      Una curva congiunge intrepida la spalla e la vertebra
      Una diagonale mi spezza il cuore
      Soffio
      e mi piego da un lato
      Il peso della veggenza
      che trascina e sconfina
      Parlo ai diavoli che ho in corpo
      Asserragliata nelle mie passioni
      Sono donna e non cedo
      Ma so concedere l’ardore
      Il calore di un seno, la pelle liscia della promessa, l’illusione
      La fermezza accecante
      La disinvoltura dei miei occhi
      Li poso come gioielli, li vendo e non li regalo
      Sollevo un labbro, l’altro lo abbasso
      Accolgo e rifuggo,
      alludo ma nego, nella rapide notti
      Celestine sembianze
      Assumo e dissimulo
      Ma sempre assimilo
      Osservo caparbia,
      come un cane fedele
      Attendo e bruscamente scappo
      Il mio volto si increspa, macchie, la luna
      Vernice che incolla le dita
      Ciocche di capelli
      Le imbratti dei tuoi odori
      Profumo le mie vesti
      ma non mi so mascherare
      Avanzo a piano passo
      L’erba stizzita
      Piede la pianta su pavimento freddo
      La malizia su un fianco
      L’avarizia nel ventre
      Ti trattengo e non stringo
      Do l’impressione di salvarti, mentre ti annego
      Eppur t’amo.
      Sollazzo, sbadiglio, il tempo si inarca
      come la luce
      sotto il mio corpo si allungano ombre che sanno sedurre
      La prospettiva si sposta
      Di sbieco mi ritraggo
      Intenta a desiderarmi
      bagnarmi di pioggia dorata
      Senza attendere un Dio.

      accetto il regolamento

    4. MAI

      Ti ho donato un altro mio giorno
      mentre lassù spade celesti incidono il tramonto.

      Fermo. Respiro a fondo alla ricerca del tuo profumo.
      Assente. La quiete del cielo m’empie.

      Per quanto ancora potrò dire l’amore sottovoce?
      Per quanto ancora potrò viverlo, e temerlo?

      E allora sogno di svegliarmi come pietra :
      né gioia né tristezza
      né speranza né angoscia
      padrone di me, finalmente.
      Sacrificando purezza.
      Glorificando rancore.

      Divisa, perduta come sei
      tu m’appartieni,
      e il non averti vive sul volto di quel vecchio
      stanco e solo
      seduto a fissare il nulla.

      Apparire, essere…

      Siamo figli del tempo che si oppone
      ai respiri e alle lacrime,
      siamo i frutti caduti
      dall’albero della volontà,
      siamo spine spezzate e insanguinate,
      siamo semi che germogliano e arrancano
      nel sogno di divenire fiori.
      Siamo vita che vuole vita.

      Siamo, e mai saremo.

      “Mai”, mi dicesti.
      Ma in un nuovo abbraccio
      se davvero l’amore vive in te
      Moriremo
      Ancora
      Insieme.

      Accetto il regolamento

    5. LE TUE LACRIME

      Ragazzo piangi,
      le tue lacrime si confondono
      con l’acqua piovana,
      hanno il sapor del mare
      nei tumultuosi tuoi pensieri.

      Sprofondasti nel buio degli abissi,
      ti calai una corda,
      iniziasti la risalita,
      ti aggrappasti alla coscienza
      tua ancora di salvezza,
      per approdar al porto sicuro
      della serenità.

      By Sergio Camellini, ” LE TUE LACRIME “, accetta il regolamento.

    6. Maria Teresa Infante 03/02/2013
      accetto il regolamento

      QUANTE DONNE

      Ci sono donne con gli occhi neri e scuri
      ma non li hai mai guardati
      e donne, con gli occhi azzurri e vuoti
      perché hanno già pagato.
      Ci sono donne in jeans o gonne strette
      ma tutte quante con l ‘anima a tracolla
      e se le vedi in bilico sui tacchi
      hanno equilibrio, si aggrappano a se stesse.

      Ci sono donne che hanno venduto i baci
      ma poi ridevano di te che li hai comprati
      e poi le donne che tu volevi amare
      ma le hai derise per un orgoglio vano
      ed ogni notte morivano da sole.

      E donne stanche, con borse sempre piene
      e tra le mele le rughe ed i pensieri,
      e donne in gamba che mostrano le spalle,
      perchè le giarrettiere le indossano nel petto
      e non lo spogliano per quattro soldi e un baro.

      E quante donne, e tante altre ancora:
      ”son tutte uguali” pensavi tu
      che non le hai mai capite.
      Forse hai ragione, vogliono tutte amare,
      ma poi nessuno le ha mai insegnato come
      e i loro errori li pagano col cuore
      e con orgoglio e dignità nel volto
      di quelle lacrime, ti danno l’altra faccia!.

  2. IN OGNI TEMPO
    In ogni tempo,
    in ogni certo ciclo,
    quando s’aprono i fiori
    nel caldo dell’estate,
    o tornano a dormire
    nel freddo dell’inverno,
    dimora in me Eros,
    che mai, in alcuna età mi dona pace…

    Come un violento vento,
    rapido si muove,
    e custodisce nella mente,
    tutte le voglie, le brame quei languori
    che mai si assopiranno in là con gli anni,
    anche se arriverà stagione di ricordi,
    e diverrà soltanto pallida memoria….

    (Accetto il regolamento)

  3. Daniela Giorgini – Sezione A – Accetto il regolamento

    Anche la pioggia

    Anche la pioggia
    mi parla di te.
    Sei riflesso
    in ogni goccia che viaggia
    dagli occhi alle labbra.
    E si perde
    nel rosso mare
    del cuore.

  4. Questo pungere la carne
    viva dentro me.
    Carne e sangue
    precipitano, gentilmente di spalle
    abbandonate, nelle zone d’ombra
    tra le soglie del tempo, capaci
    di resistere, nella scrittura
    delle mie dita sporche.
    Macchiate d’inchiostro, temono
    l’ardere della critica, che
    incendia, la mia poesia.

    (Accetto il regolamento)

  5. ACCETTO IL REGOLAMENTO

    Esperimento

    Ma forse
    non saremo mai
    immortali abbastanza
    nè nell’amore, nè nell’odio
    Ci saranno pioggie più
    violente
    di altre
    e pioggie
    solo umide.

    Siamo tutti
    scrittori, alla vita
    stringiamo con coraggio
    l’inchiostro delle pupille
    ma lasciamo sempre
    che in quella pioggia
    diluisca.

  6. Questa mia notte
    contempla estatica
    l’infinità del buio
    e la quieta indifferenza
    di interminate stelle.

    Questa mia notte
    riscopre bagliori
    di ricordi stagnanti,
    come pozzanghere
    smessa la pioggia.

    Questa mia notte
    scopre inerme
    il mio sudore ormai gelo
    su questa pelle
    arida di calore.

    ( Accetto il regolamento )

  7. ACCETTO IL REGOLAMENTO

    Per aspera ad astra

    Se poi sarai disposto
    a perdonare me,
    la mia umana ingenuità
    che ti ferisce,
    la mia incapacità nel discernere
    ciò che è da ciò che appare,
    il mio mentire incondizionato,
    la mia anima franta,
    il mio essere scisso,
    le mie illusioni disincantate;
    se sarai disposto a perdonare Te,
    saremo pronti a volare.

    Per Aspera Ad Astra
    il nostro grido di speranza
    seducimi, afferrami, innalzami,
    dissuadimi dal serpere a terra
    ancora
    dal confondermi con questo freddo marmo.
    Afferra la mia mano e
    dispieghiamo le ali
    quelle remote prigioniere
    di vite incoscienti
    e lasciamoci cullare
    comunque soffi il vento.

  8. SEzione A: accetto il regolamento del concorso.

    … Un Salto e poi …

    Un salto e poi,
    volare libera
    nel cielo,
    colori di arcobaleno
    come pioggia sprigionano
    scintille multicolori.

    Un salto e poi,
    cammino
    nello spazio infinito
    di stelle come cascate
    di emozioni.

    Un salto e poi
    abbracciami,
    uniamo le nostre mani
    in una sola,
    sulle onde del mare
    scriveremo la nostra storia.

    Daniela, 31.12.2012

  9. ACCETTO IL REGOLAMENTO…
    EDITA IL 22/12/20012

    MADRE.
    LA MIA ANIMA.. RIVIVE IL GIORNO IN CUI..
    MI DESTI ..ALLA LUCE
    BELLISSIMO GIORNO DI MARZO.

    IL TUO VOLTO..DI BAMBINA..
    IL TUO ..DOLORE.

    QUANTA FELICITA’ PROVASTI..
    TU.. MADRE?

    SUSSURRAMI ..SUL CUORE..
    CHE ..SON STATA ..IO..
    IL TUO GIORNO MIGLIORE!

    MARINA.CAPASSO

  10. VORREI

    Vorrei tornare indietro
    per darti quel bacio
    che non ho avuto
    mai il coraggio di darti.

    Vorrei tornare indietro
    per incrociare
    il tuo sguardo di luce d’amore
    per riascoltare le tue parole d’amore.

    Vorrei tornare indietro
    per dirti
    quanto ti ho amata
    senza dirtelo mai.

    Vorrei tornare indietro
    ma ormai è tardi
    perchè tu appartieni
    ad un’altro uomo.

    Oggi vivo nel tuo ricordo
    nella mia tristezza
    nel buio dell’amarezza
    perchè ti ho perso
    per la mia debolezza.

    Vorrei…………………..

    Accetto il regolamento

  11. – vorrei –

    vorrei di nebbia un alito
    che nasconda la distanza
    e che linee di confine
    come in sogno sfocassero
    negli occhi tuoi d’amante

    e vorrei sentire il soffio
    d’un sospiro trepidante
    che d’attesa emerge lieve

    e ancora vorrei che i sogni
    durassero all’infinito
    rincorrendosi veloci

    e poiché sognare è dolce
    più che vivere la vita
    preferisco abbeverarmi
    ad un vano desiderio
    piuttosto ch’aver l’arsura
    per uno inespresso ancora

    Sergio Carrivale
    ACCETTO IL REGOLAMENTO

  12. accetto il regolamento sez.A
    VORREI
    Vorrei dirti adesso
    Ora che la morte è lontana
    O nascosta
    Tra i miei istanti duri e grigi

    Con l’affanno della fatica
    In un silenzio di abitudini spente
    Di lacrime versate
    Tra le pieghe del giorno
    In quest’ombra che cala
    E ruba la mia vita

    Vorrei dirti adesso
    Sottovoce

    Prima che sia tardi …

    prenditi i miei battiti
    abbracciami e sorridi

  13. Maria Cristina Biasoli 4 gennaio 2013

    PIANO PIANO
    Dove non soffia il vento
    all’improvviso
    avvolgo
    l’arcobaleno;
    ovunque io vada
    il domani
    profuma
    di baci.
    (accetto il regolamento)

  14. accetto il regolamento sez.A
    I sassi..

    Guarda i sassi.
    guardali, ti guardano anche loro.
    Cosa penseranno
    i sassi di te?
    Vedranno altri sassi
    con gli occhi!
    Sassi strani
    alcuni con erba colorata
    in testa, altri invece
    s’assomigliano veramente,
    lucidi e puliti,
    li sopra il sole si risplende.
    Guarda i sassi,
    guardali bene, non hanno orecchie
    ma ti ascoltano ugualmente.
    Ascoltan meglio di te
    i suoni degli alberi.
    Di nascosto,
    al chiarore della luna
    fanno l’amore, intrecciati
    tra mille rami verdi
    una betulla e un ginepro.
    E i sassi son li,
    che li guardano stupefatti
    e nulla possono fare se non guardare,
    son solo sassi, cosa possono fare?
    Guarda i sassi,
    guardali, sono grandi sono piccoli,
    tondi o quadrati,
    sono neri, bianchi e addirittura gialli.
    E stanno tutti assieme,
    di fianco, sopra e sotto,
    e nessuno che s’arrabbia.
    Ma guardali quei sassi …
    forse avremmo solo da imparare.

  15. Melodie naturali
    *
    Acqua la musica,
    Fluisce tra le dita
    Come fiume in piena,
    Adagiandosi su mare
    Di legno e avorio.

    Si insinua dolce
    Negli anfratti lineari
    Di vibrazioni naturali.

    Seguendo il naturale corso
    Evapora al cielo,
    Mutando il suo essere
    In gocce di note,
    Condensazioni emozionali
    Che avvolgono l’anima.

    Campo di rugiada all’alba,
    Ascolto la voce d’acqua
    Che le mani carezzano,
    Osservando in controluce
    Piccoli mondi contrari
    Tra le gocce fissati.

    Acqua la musica,
    Perenne sensazione
    In movimento sull’anima
    Di chi al suo cospetto si porge,
    Come fosse essa
    voce ancestrale della Terra.
    *
    R.Corti – 4 Gennaio 2013
    ACCETTO LE CONDIZIONI PRESCRITTE DAL REGOLAMENTO

  16. Mirta De Riz accetto il regolamento

    MALE OSCURO

    PRENDO A CALCI LE NUVOLE
    PER RITROVARTI,
    DOLORE.

    TI VOGLIO RIVEDERE CONSUNTO, TREMULO,
    ABBASSARE LO SGUARDO SCONFITTO.

    HAI PESTATO A LUNGO LE ORME DEI MIEI PASSI,
    ARROGANTE DEMONE DAGLI INFERI ESILIATO!

    HAI STRETTO I MIEI POLSI CON NASTRI DI LUSINGHE,
    E FISSATI CON NODI DI FASULLO AMORE,
    DEBITO AD USURA…

    DOCILE PREDA VOLEVI ACCANTO.

    IN NOTTI DI BUFERA HAI RUBATO LE MIE BAMBOLE
    IN GIORNI SENZA PALPITI HAI OSCURATO OGNI SOGNO.

    FARFALLA, FRA LE TUE IMMONDE DITA,
    SERRAVI IL PUGNO AL PRIMO SCUOTER D’ALI.

    ED IO NON MI RICONOBBI PIU’,
    NON FUI PIU’ ALCUNO.

  17. Portami con te

    Portami con te
    sui monti senza vetta,
    sulle cime spettinate dalla neve,
    per toccare il cielo e dipingerlo
    con i miei colori.

    Portami con te
    nell’azzurro mare infinito
    dove l’orizzonte non conosce confini
    e l’abisso è solo un pozzo rappreso.

    Racchiudimi
    in un riccio vagabondo,
    nascosto tra le pieghe del cuore
    come tra fenditure di rocce.

    Immergimi nei sovrani sogni
    che accarezzano l’anima
    quando un cuscino accarezza
    un viso smagrito.

    Solo allora
    cavalcherò la vita
    gettandomi tra i quattro venti
    che mi trasporteranno
    come aquila reale
    dentro ad un arcobaleno.

    LODDO CARMELO

    Accetto il regolamento

  18. COSPIRAZIONE

    A sera la distesa di cardi
    (tutta la casa)

    cento pungiglioni ronzano sul prato
    – come prova ti dico “sfiora la pelle”
    frecce e fiamme
    senti, la cospirazione….

    quel tuono in ritardo, fiato
    che chiude l’estate

    tracima la schiuma, la luna
    non s’è vista (mai) tanto incinta
    resta il gatto sulla stufa, ingrifato

    Questo, tutto: noi e le fusa
    morbida è l’ora, scaviamo
    lo spazio per la coda

    Rita Stanzione©2012, inedita
    Dichiaro di accettare il regolamento

  19. Solo.

    Varcata ormai
    quella porta,
    chiesi di te
    ma tu eri…
    già lontano;
    così mi dissero,
    e così ti vidi,
    inchiodato su te stesso,
    con lo sguardo assente di chi…
    se ne vuole andare,
    con l’aria sfuggente di chi…
    non sa che dire.
    E , su di me,
    consapevole,
    scese la notte!

    Follia

    Or sì che è dolce e cara
    l’abitudine alla solitudine
    or che ormai è tutto scontato
    nè più si può far altro…
    che rimembrar quel che è passato
    per non sentire troppo la tristezza
    e tentar così di trattener la giovinezza
    e con essa,i sogni del passato
    oh! dolce follia!

    accetto il regolamento

  20. UN SOGNO

    Un sogno
    dagli occhi s’invola
    trionfo dei sensi
    al dolce preludio
    dalle labbra diffuso
    e di tanto altro
    di fare l’amore
    Avido d’ebbrezza
    e di circostante bellezza
    ardente segreto della carne
    nell’onda annega l’incendio
    e perde vigore la fiamma
    che presto s’addormenta
    nell’oblio del sonno.

    Accetto il regolamento

  21. CRISTINA BIOLCATI
    Sezione A
    Dichiaro di accettare il regolamento

    SEI SEMPRE LA STESSA

    Sei sempre la stessa,
    adornata di cielo.
    Non ti ha cambiata
    la notte,
    né i giorni più bui.
    Ti confondi, ti illudi,
    di un prima e di un poi.
    Non ti ha spezzata,
    la noia,
    non ti ha lasciata a morire.
    Spavalada resisti
    a stoccate di fuga.
    Sei sempre la stessa,
    umana e grandiosa,
    e quando la pace verrà,
    ti troverà ritta brandendo
    il tuo stendardo di fuoco.

  22. Sezione A. Accetto il regolamemnto

    CIELO

    Cielo nero annuvolato
    Tempesta elettrica
    Fulmini lampi e tuoni
    Alberi spazzati dal vento
    Uragano al cuore della terra
    Tutto è scosso fin nelle radici
    Ma tu lavori senza sosta
    E non ti accorgi del cataclisma!

    Non ti accorgi nemmeno
    della tempesta
    infuriante
    della bianca neve
    luccicante
    spazzata dal vento
    che ricopre
    tale un mantello
    campi alberi e case
    d’immacolato candore
    al cuore dell’inverno!

  23. NEBBIA (febbraio 2001)

    Camminavo la mattina presto lungo le rive del fiume,
    nella nebulosa luce gialla.
    Calpestando foglie secche mi chiedevo
    come sarei diventata crescendo.
    Riuscivo a sentire solamente
    la malinconia dell’amore,
    tutto immerso in un autunno infinito,
    di cielo appena svegliato,
    di freddo che pizzica il mio viso.
    Mi chiedevo quanti giorni, mesi, anni
    per incontrarti.
    Non sapevo, no ancora non sapevo
    quanto mi saresti mancato
    e quanto avrei amato
    quella malinconia d’amore …

    (Anna Arpinelli)

    Accetto il regolamento

  24. Sezione A – Accetto il regolamento

    Se davvero quello che
    di rado mi appare
    è, e se io
    – vincolato all’algoritmo dell’idioma –
    ad oriente
    tornai a scorrere in uno scroscio d’acqua
    o in rami di cristallo consegnati alla memoria del tempo.
    La monotonia della luce è una prigione
    come un altro sole
    che inocula i colori della notte
    nelle piante,
    i frutti rappresi e irranciditi.
    Come un sole pallido
    mi vomiti addosso l’anticamera del senso,
    perché forse davvero non è questo il tempo.
    Il profumo del mio seme quand’ero ragazzino.

  25. sezione A – accetto il regolamento

    Stonata.
    Sono sasso lanciato da pontile marino
    formo cerchi vitali in liquido amniotico
    acqua stagnante in giardino d’estate
    dove immonde zanzare si accoppiano
    estrella moriente la notte di San Lorenzo
    non segno strade ma confondo i re magi
    buio pesto in consunti legami d’amore
    ucciso a botte e veleno in letti coniugali
    sono infelicità e dolore d’acque non rotte
    sterile ventre che non partorisce
    21 grammi di energia soffio di vita finita
    e abbandono il corpo finalmente sereno
    pensiero indecente di piacere represso
    d’uomo che passa di cui incrocio lo sguardo
    urlo strozzato dissenso inespresso
    di sguardo e pensiero che cercano l’oltre
    sono infine voce stonata di un coro perfetto
    canto note sghimbesce a dispetto
    scritte fuori da spazi e da righe.

  26. LUIGINA BRUNI 06/01/2013

    sezione A-ACCETTO IL REGOLAMENTO

    Il momento più bello

    Mi sveglia luce.
    Viva nel giorno.
    Meraviglia tace.
    Entro il mattino.
    Batte il cuore.
    In silenzio.
    Respiro sale.
    È involucro.
    Della mente.
    Prende spazio.
    Sopra il monte.
    Lascia il corpo.
    Lentamente.
    Oltre il tempo.
    Bianca coltre.
    Tinta di freddo.
    Trascina la fine.
    Di un momento.
    Dolce il divenire.

  27. Istinto vincente

    Di dolcezza trasuda il volto
    quando è rapito da un pensiero
    avvolgente.
    La mente silente ascolta
    un battito crescente e
    impotente si mette in disparte.
    Soliloqui infiniti ci trovano
    sperduti di fronte ai sentimenti
    provati.
    La ragione al cuore mente
    e lo indirizza altrove, lontano
    dal sentimento nascente.
    Nel tentativo di trovar
    un equilibrio al perenne dissidio
    a soccombere è solamente
    la certezza di agire con libero arbitrio.
    Quando anima e corpo sono pervase
    da una forte turbamento
    nulla può il ragionamento, se non accettare
    il proprio fallimento.
    L’istinto ne esce vincente, fiero di aver
    superato ogni ostacolo e di aver vissuto
    l’istante che anche quando non più
    presente riscalda il cuore e fa rallegrar
    la mente.

    Accetto il regolamento.

  28. DI CHE COLORE IL VENTO

    Nel passando delle cose
    come se il tempo fosse la riga fuoriposto
    che divide il viaggio dall’attesa
    o solo un silenzio di labbra
    che rimane anche dopo la pioggia

    nulla ha un verso
    o un senso

    Solo tu, che ti muovi
    come un riverbero riflesso
    tra una conca di cielo e mille asfalti
    Come se il respirarti
    fosse la strada o il cancello che ti raggiunge

    Quella voce antica
    tra le costole di una stanza sconosciuta

    Il tuo -esserci
    in quello spazio d’infinito
    che impara dalle foglie la libertà del vento
    Un pensiero che sembra
    l’esatto opposto di un giorno frettoloso
    che batte solo due volte alla mia porta
    e non mi sveglia

    Solo un tramonto d’occhi mi vide
    mente guardavo altrove,
    il giorno in cui fosti tu
    la traiettoria, l’odore
    e il colore inatteso del vento.

    E chissà di che colore e che voce
    avevano i tuoi occhi
    mentre il silenzio dei miei
    cadeva tra le foglie

    Organizzando i nostri sguardi

    Maria Grazia Vai
    accetto il regolamento

  29. CARNEVALE

    Un risolino soffiato nel centro,
    scivola e fila la stella di carta violetta
    veletta di pizzo e trenini di denti sguaiati
    di samba, d’ottone.
    Il giorno verrà di nuovo
    saggio e scompigliato,
    smemorato e stanco.
    Campana sorda e tamburo,
    primo sole che rifrange
    lame di vetri rotti
    sotto la chiesa.
    E le ceneri

    accetto il regolamento

  30. PRIME ORE DELL’ANNO 2013

    Le prime ore
    come un nuovo anno al passare dei giorni,
    di minuti senza alcun spessore
    è il tempo che (non) si ricorda mentre corre l’ inverno.
    Non smetteremo mai di vivere il tempo
    nella soglia dei pesi del passato
    nei ricordi felici per sentirci più vivi
    non siamo più lì dove potremo essere,
    frantumo il tuo sguardo nel ricordo dei tuoi occhi.
    Un anno avanza come pietre che non si possono spaccare
    perché pure, sempre pietre restano, il tempo non si spezza né si ferma.
    come ogni canzone di questa sera trascinano pezzi di ogni storia
    di ogni momento già passato che ritorni a fiorire
    nel brindisi di cristalli di un nuovo anno

    01-01-2013
    Buon Anno a Tutti

    Valter Urbini
    accetto il regolamento

  31. Accetto il Regolamento

    NEVE

    Aridi alberi chini sotto la tramontana
    piangono il suo arrivo.
    Lieve fluttua su di te biancheggiando l’alba.
    Freddo e intimo sarà il tuo risveglio.

    Come può un timido sole, baciare
    la tua pelle candida e splendente?
    Sotto il rincorrersi delle costellazioni
    eppure evapora,
    divenendo solo brezza che dolcemente sfuma.

    Scopre il tuo corpo nudo,
    spoglio e insicuro, vittima della tua verità.
    Io Attesi
    accovacciata ai piedi dell’Olmo, aspettando.

    Adesso, solo terra
    sotto dita tremanti che scavano dentro di te.
    Come polvere sottile vola via
    e solo allora, solo dopo
    aver sviscerato la tua consistenza

    emerse l’acqua.
    Si rivelò sotto i miei occhi
    increduli. In quell’immagine riflessa
    un’espressione stupita.

    – Alice Cortili –

  32. INIQUE TRACCE

    cumuli di cloro
    di sbieco quale scorcio
    le mie palme rovesciate
    linee di vita scritte
    asfodelo artico
    sbuca dalla crepa
    in una remota roccia
    ferite necrotiche
    ricordi callifori scavano
    fitte di dolore
    sovente mi prendono
    conseguenze nefaste derivano
    da un passato recente eppure cosi odierno
    lo sento addosso opprimente
    fino a togliere il fiato

    ACCETTO IL REGOLAMENTO..

  33. LA STELLA DELLA VEDOVA DOLABELLA
    La signora Dolabella vuole andare su una stella,
    da tempo è stanca della vita, questa battaglia infinita.
    Un posto fisso lei non trova, pulisce bagni e vende uova;
    le speranze del passato ormai da tempo ha abbandonato,
    “Cambierà la situazione!” era pubblica opinione.
    Sono passati anni e anni e son arrivati solo malanni,
    adesso vecchia e sdentata pensa:” Che vita sciagurata!”
    Il suo povero marito ormai da tempo lui è perito,
    e lei vedova di guerra, vuole andare su una stella!

    Accetto il regolamento.

  34. SOTTO IL PONTE.

    Là, sotto il ponte,
    nella notte oscura,
    cerca scampo,
    da questo mondo
    perso e senza tempo.
    Lacero e ferito,
    coperto del pianto
    dell’umida terra,
    il barbone dimentica
    la vita, e sogna,
    il volo d’un uccello.

    accetto il regolamento

  35. Lacrima di falena

    Camminavo fra gli inquieti gemiti del vento
    e udivo il lamento del gufo solitario e triste
    che come me frugava impassibile
    tra le pagine del tempo;
    mi fermai lì sul limitar del bosco
    dove la radura crea un gioco di luci
    a dispetto della scura notte:
    le braccia del cielo
    rapiscono occhi di stelle
    per avere il sospiro della luna.
    Appoggiai la mia stanca schiena
    al tronco di un albero,
    mentre l’edera usurpatrice di pace
    soffocava il suo sonno generatore di ombre,
    così mi sentii cullata
    da quella innaturale pace
    in cui chiusi lo sguardo al mondo
    e lo aprii a gocce di sale:
    una lacrima scese decisa sul volto
    e una falena bevve dal mio pianto.
    Fu un istante di conforto
    in cui colpita dal gioco di luci del cielo
    confuse lo scintillio dei miei occhi
    per la lanterna dei suoi rimpianti.
    Poi spiegò le ali e volò altrove
    dove io avrei voluto fuggire,
    ma oltre ai miei malinconici pensieri
    rimasi lì con le palpebre inumidite
    da una lacrima di falena.

    FRANCESCA GHIRIBELLI

    ACCETTO IL REGOLAMENTO

  36. PIOVANA RESTA ….

    Piovana resta pozza d’acqua a terra
    inumidita l’aria già respira
    di notte che si sgrana sopra il mondo.

    Assembro accanto a me pensieri vani
    frugando nelle tasche dei miei anni;
    redimo i miei peccati che son tanti
    facendo professione di saggezza;
    denudo e poi rivesto sogni e inganni
    m’inchino all’infinito che mi avvolge.

    Sorseggio qualche timido ricordo
    come se fosse ambrosia degli dei
    declino qualche verbo ormai al passato
    mentre la pioggia cade sul selciato.

    La cenere raccolgo d’altri fuochi
    veleggio verso nebbie del futuro
    col vento dell’amore che mi guida
    e l’anima più densa, ricolmata
    d’una pienezza che non si racconta.

    ACCETTO IL REGOLAMENTO

  37. La vita psichica

    Idee che ci assillano
    altre che svaniscono,
    quelle più spontanee
    talora infastidiscono
    e quelle che cerchiamo
    talvolta si nascondono.

    Si provi a trattenere
    un’unica idea
    di nostra volontà…
    c’accorgeremo presto
    quanto sia gravoso,
    perché le altre idee
    non voglion stare al gioco
    e nonostante sian sgradite
    ci invadono con forza.

    Per l’idea è eterna gara
    per conquistar la scena
    e nel campo di coscienza
    ne succede un all’altra.

    Ma nessuna ha la ribalta
    a lungo disponibile
    perché le altre spingono,
    tutte bramano la luce.

    Ma la lotta delle idee
    a guadagnarsi la coscienza
    può essere bloccata
    dalla concentrazione.

    Quando ci intrattiene
    un compito importante
    la volontà prevale
    dirigendo il loro flusso.

    Finito questo impegno
    se siam più rilassati
    tra le idee smaniose
    riprende la tenzone.

    Nella nostra psiche
    c’è una vita autonoma
    che la nostra volontà
    controlla solo in parte,
    come accade nel respiro
    che possiam sì trattenere
    ma sol per un tempo breve.

    Il dinamismo persistente
    della nostra vita psichica
    nemmeno il sonno spegne,
    ché nei sogni si scatena
    dell’idea la vera forza
    l’enorme suo potere.

    Accetto il regolamento

  38. Parigi sotto il braccio

    Vivo
    come un artista
    perso
    fra le vie luminose
    di Parigi.
    Un blocco di appunti
    sotto il braccio,
    sciarpa al collo
    per allontanare il freddo,
    mi avvio
    lungo i ponti della Senna
    per osservar passanti senza meta.
    Immagino
    la città dei Lumi,
    fascino senza età
    che mi sommerge,
    odori di caffè abbrustoliti
    si posano sulle bocche
    degli amanti.
    Ed io li osservo
    chino
    sui miei ricordi andati
    e annaspo fra la bruma
    per ritornare
    fulgido e vitale,
    pronto ad accogliere
    le tue mani
    dentro guanti di lana consumati.

    Accetto il regolamento

  39. VOGLIO LE MIE ALI

    Il mio sguardo va oltre la staccionata dei pregiudizi,
    di un recinto di incomprensibile prigione mentale
    oltre il quale arrivo solo con i sogni.
    Vorrei trovare la chiave per aprire quel cancello
    ma cerco invano fra sensi di colpa che mi chiudono il cuore
    mentre i pensieri spaziano in posti che non conosco.
    Guardo il cielo, spazio senza fine, dove uccelli e farfalle volano liberi,
    sospinti dal vento nato nella casa dei sogni.
    Voglio le mie ali,
    voglio volare oltre il muro delle mie paure,
    voglio cadere tante volte e fare delle mie ferite
    scale sulle quali arrampicarmi sicura di non cadere più.
    Voglio le mie ali,
    per volare oltre i sogni,
    voglio vedere se l’amore esiste davvero,
    voglio guardare gli occhi di chi saprà stringermi le mani
    facendomi battere il cuore, senza più nascondermi.
    Voglio le mie ali,
    perché adesso voglio…vivere.

    Accetto il regolamento

  40. LA TUA STELLA

    Ad occhi chiusi Lascio scorrere il tempo,
    lascio che i pensieri avvolgano la mia mente
    come a fermare quei ricordi che mai vorrei
    svanissero come nuvole spinte dal vento.
    Faccio spazio nei mille pensieri
    cercando affannosamente di fare ordine.
    Elaboro e chiudo tutto ciò che ha oscurato il mio cammino
    dando spazio a quella luce che ha illuminato
    il mio percorso fino ad arrivare a te.
    Come una macchina fotografica fermo quelle immagini
    che mai vorrei dimenticare,
    che vorrei mi accompagnassero fino al giorno in cui
    tutto il mio essere darà luce al tuo cammino
    diventando una stella, la tua stella.
    Ogni volta che alzerai il tuo sguardo… sarò sempre lì.
    Ogni volta che il tuo pensiero sarà rivolto a me… ci sarò.
    Ogni volta che le tue gambe tenderanno a cedere,
    guarda avanti, ci saranno sempre le mie mani tese,
    che ti sorreggeranno.
    Ogni volta che ascolterai il tuo cuore battere,
    ci sarà anche il mio che batterà insieme al tuo.
    Non arrenderti mai, non fermare mai il tuo ricordo,
    continua a far scorrere dolcemente la tua penna,
    l’amore che hai nel cuore è vita e le tue parole
    daranno sempre luce al nostro grande amore,
    quell’amore che và: “oltre la vita”.

    Accetto il regolamento

  41. CHE IO SIA

    Che con il vento io possa sollevare i miei sogni,
    che con la pioggia io possa bagnare le mie paure,
    che con il sole io asciughi gli umidi ricordi
    che con l’erba possa riposare le stanche ali
    che con l’ombra possa nascondere le mie vuote parole ,
    che con le nuvole io vada dove l’uomo non mi sa portare…..

    Accetto il regolamento

  42. UTOPIA

    Miraggio d’una ignota ambita sponda
    fu spento dal modesto navigare
    quell’urlo soffocato in spuma d’onda
    in spoglie di miseria d’altro stare.

    Trafitto in rada a picco il ferro leso
    del ventre d’Utopia colma ingorda…
    al vespro quel ricordo resta appeso
    ch’a posteri campan non giunga sorda.

    Rintocchi lievi bronzei … e poi pianti!
    null’altro porse il pallido albeggiare
    che stami già scarlatti titillanti
    un’onda smorta del funesto mare.

    Si dichiara che l’opera è frutto della mia creatività e di mia proprietà
    Si accetta il regolamento!

  43. IL MALE INVISIBILE

    Come un pittore,
    il Male Invisibile
    dipinge la sua Guernica
    nella tela dell’Anima,
    Sensazioni e sentimenti
    svaniscono,
    mentre la sua marcia prosegue.

    Musica classica
    suona
    mentre i ricordi
    esplodono
    fra gli armadi,
    nello stridere
    di una macchina in una
    folle corsa…

    Male invisibile
    abbandona quest’Anima
    che più nulla ha da offrire,
    se non la sua
    debole voce,
    che anela quiete
    nel vortice
    di una tormentata
    Sinfonia.

    Maria giuseppina Moro

    Dichiaro di accettare il Regolamento e tutte le condizioni.

  44. POVERA MANO

    Povera mano
    che tocca l’innocente
    e non lo lascia indenne.

    Come in passato
    sarà in futuro
    così il presente
    vedono, vedranno, vedevano
    aggredire l’innocente.
    Vera la mano
    che non aggredisce l’innocente,
    che sfiora la guancia
    di pesca
    di un bambino,
    di un vecchio o
    di una donna.

    Dichiaro di accettare il Regolamento e tutte le condizioni.

  45. L’odio della mia Terra

    Nella mia Terra,
    non c’erano solo limoni
    e piante coltivate in serra,
    vicino a castagne e marroni.

    Non c’era solo il mare
    o la montagna pensierosa
    dove si poteva amare
    il dolce profumo della mimosa.

    C’era anche una guerra,
    strisciante e odiosa,
    che ricoprì la mia sera
    di morte silenziosa.

    C’erano donne vestite di nero
    coi loro mariti negli ardenti campi,
    lo sguardo, alto e fiero,
    dei loro figli divenuti… emigranti!

    Genti della mia Terra,
    che dalle leggende dei briganti,
    hanno imparato a fare la guerra:
    uomini rozzi ed ignoranti.

    Incapaci di amare
    la madre che li ha cresciuti;
    hanno preferito sparare
    al loro destino e restare… muti!

    Nel cuore l’odio
    e nelle tasche il soldo
    del loro sporco Dio
    di un futuro sordo.

    Nella mia Terra, l’odio,
    ha ucciso l’amore per la Vita.

    Autore: Alessandro Coricello
    accetto il regolamento

  46. ” Anima Sorda ”

    Brilla l’orizzonte,

    brilla di riflessi, miracoli di ricordi

    che cadono

    e il silenzio che ne scopro

    quando tu non ci sei

    m’assorda l’anima.

    ( accetto il regolamento )

  47. “Liberty”
    Un giorno ti vidi
    con la tua chioma dorata
    su una leggera bicicletta
    guardare stile cancellata
    palazzo facciata

    disegni, foglie e fiori
    ammirasti divertita
    vedesti assorta
    cercasti emozionata
    osservasti rapita

    sì passando felici
    per la nostra città
    alzando la testa
    in suso retta
    volgiamo in terrazza

    inferiate decorate
    ferree battute
    belle forme
    artistiche
    intarsiate

    mentre arte ammiravo
    ero rapito
    ero distratto
    ti guardavo
    non parlavo

    passato il tempo
    non riuscivo
    non avevo coraggio
    dire non sapevo
    senza parole stavo

    tutto ad un tratto
    ricordo svanito
    frammentato
    dilatato
    ormai andato.

    accetto il regolamento

  48. Viandante, solitaria è la mia via
    ma caldo dentro gli occhi
    e dentro il cuore
    conservo il profumo di voi altre
    sorelle e amiche e donne
    che nel viandare dei tempi
    e delle vite avete germinato
    fiori e frutti di olente soavità
    che mi sono da manna in tempi cupi
    e sempre il cielo osservo
    per isolarne la discesa grata
    e grata io vi sono, se a me pensieri
    di pietà solenne o solo teneramente
    accesi dall’intimo pulsare
    m’inviate, per la via che procede
    dove già orme piccole di passi
    han segnato il cammino, e a spirali
    hanno inciso il percorso più breve
    da cuore a cuori, ché l’arabesco
    è il moto del viandare. Sotto-sopra
    e ritorno, e sempre al fianco l’ombra
    felice di quanto è già trascorso.

    Sorelle, amiche e donne non tralasciate
    i segni pur vaghi dell’ancella
    e gli occulti passaggi noti alle nuvole
    e al timido frusciare dei merli e delle cince
    che condividono quel sentimento lieve
    della via, ma solo a voi è concesso
    stilarne mappe ardite, che chiamate
    che chiamo, far Poesia.

    ACCETTO IL REGOLAMENTO

  49. Andrea Borrelli – sez.A – accetto il regolamento

    L’ adulazione dell’ avvoltoio per gli uccellini
    (Pell e cor)

    Profumo di pane nellaria
    Dentro il forno sta cuocendo

    La crosta è stata appena toccata
    Dal calore che non è arrivato dentro

    La mollica ancora non è esplosa
    Eppure quando sarà pronto
    Apparecchiato ad esse tagliato
    Sarà la prima cosa mangiata

    Imparerò allora ad ascoltare
    Il chiasso di una fetta che si spezza
    E saprò aspettare le briciole.

  50. Perrone Beatrice – Accetto il regolamento.

    FRAGILE

    Guardami mentre piango,
    quando gli angoli delle mie labbra
    cadono
    inesorabilmente
    come le copiose lacrime
    dagli occhi.
    Contempla le mie ciglia stropicciate
    e il trucco
    che non mi rende graziosa
    ma plasma ombre
    spaventose
    sulle gote bianche
    Scruta questo mio viso seppur vedi
    unicamente
    tenebre.
    Stringimi come per amarmi
    ma prendendo
    con te un po’ del mio tormento.

  51. A Febo in estate

    Erano i torridi giorni dell’estate
    con le albe e le aurore
    sul limite del mare,
    con barche rischiarate da greca luce
    e rilucenti ceste sulle rive;
    con lucertole curiose,
    tra sassi roventi e aridi steli
    e rari fiori spuntati dalla rena,
    a sbirciare intrecci di salici e canne,
    con ore scandite
    da ciarliere cicale
    nascoste nel verde fogliame
    di alberi vetusti e maestosi;
    con voci di donne ad accompagnare
    antiche sinfonie di trame e orditi
    nell’infinita attesa del ritorno
    dei mietitori dagli assolati campi;
    con la poesia a sgorgare dal profondo
    dell’animo pensando ai vecchi aedi
    e ai risonanti echi di preghiere
    al dio Febo con devozione alzate.

    Manuela Fragale
    La sottoscritta accetta il regolamento del presente concorso e autorizza al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003).

  52. KRISTINA BLUSHI 12/01/2013

    PENSAVO PROVENISSI DALLA TERRA

    Pensavo provenissi dalla terra.
    Ma tu sei neve in deserti spaziali,
    che resta sospesa tra le mie mani.
    Non mi raffreddi, non mi allontani…
    Mi sollevi solamente
    oltre le ragioni che invadono la mente.
    Quando la terra nemmeno esisteva,
    noi forse eravamo in sintonia,
    incrociati in un sogno o in una fantasia.
    Tu ti vestivi di infinito
    e io mi truccavo di mistero.
    Adesso ci troviamo sulla terra
    in questo preciso momento,
    prigionieri del tempo.
    Tu viaggi col treno dell’andata
    e io con quello successivo,
    senza mai raggiungerti….

    La sottoscritta accetta il regolamento del presente concorso e autorizza al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003).

  53. NOI
    Noi,
    in quella stanza,
    con i nostri corpi,
    con il nostro amore
    il nostro desiderio,
    la passione che ci travolge;
    noi,
    le nostre labbra che si fondono,
    i nostri occhi che si leggono,
    si intuiscono;
    l’emozione
    aumenta,
    aumenta…
    quei corpi si abbandonano in desiderio estremo
    incandescente è il cuore che bussa ripetutamente
    bum,bum,bum
    gli occhi si rincrociano con il corpo
    da lì i due fanciulli innamorati si fermano,
    si sussurrano dolcemente
    ci ameremo per sempre.

    Accetto il ragolamento

  54. Massimo Caccia

    accetto il regolamento

    Selva decidua

    Nera passione
    strozza il sospiro,
    il fiume tracima

    emozioni d’autunno,
    affogano foglie
    stracce d’inganno.

    Fuoco notturno dentro
    casa, ceppi accesi
    senza pensieri bruciano

    ore spacciate.
    La lama è pronta
    per la fermezza,

    un guizzo d’acciaio,
    lampo freddo cobalto,
    fissa il sussulto

    al fiotto bollente.

  55. Innaturali movimenti

    Il vento sfiora il corpo,
    Lo sguardo non ha riparo
    La vita ne risente e muore un po’

    Non trovo riparo dal vento tuo di morte
    l’autunno mi da speranza, come se tu possa rinascere
    Ma la stagione, questa, è andata via con la tua malasorte

    Ora ditemi, perché continua a piovere
    siamo stanchi, umana imperfezione
    non è conforto la pioggia evoluta in bianche essenze

    Le trame di neve fredda sei tu e sconfiggi perfino il fuoco
    poesie disperse da una mamma ch’attenta s’atteggia a cuoco
    l’amore del nutrimento, cruda passione tagliafuoco

    T’avverto e non ditemi che non resta più niente
    poiché quel fuoco s’accende ancora ad ogni rimembrante
    pure illusioni seminate dal poeta ingenuo e maestro del nulla crescente

    Ormai è inverno
    L’autunno è andato per il prossimo rinnovamento
    Tu invece non segui regimi, navighi nel sottoterreno

    Afferrami l’anima
    preghiera atea, questa ti porgo
    lontano dal Dio, il terreno dirigi

    Non t’hanno visto camminare al contrario
    sei il paragone mio e all’opposto del mio corpo procedi
    Il retromondo t’appartiene e come Re non hai orario

    Le parole mi sfuggono sempre
    t’ho pronunciato come Re e senza controllore
    ma ancora non so cosa vuoi essere

    Saprai perdonarmi le mie mancanze
    questi pensieri non sono che orme avanzate dalla traditrice neve
    apprezzami, perché ancor non so descrivere le tue nuove creanze

    Il sottoscritto accetta il regolamento del presente concorso e autorizza al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003).

  56. storia di tutti i giorni

    ingoio giorni precipitati
    annuso parole consuete
    come ombre
    d’insopprimibile grigiore.
    suono d’acqua, senso che affoga
    in stie di miserie inaspettate.
    suono d’acqua, voglia di tacere
    severa come un albero
    definitiva come una crepa.
    sopravvivere al vuoto della festa
    al nulla dello stare insieme a forza
    alla sincerità soppressa
    all’ammaraggio nei riti depressi.
    vorrei aprire di colpo una finestra
    ridere di gusto a bocca piena
    respirare la lascivia della sera
    lasciare andare qualche desiderio
    libero di raggiungere il suo oceano
    dimenticando anche solo per un attimo
    il chiasso compresso della gabbia.

    ACCETTO IL REGOLAMENTO

  57. Walter Niederegger
    Dichiaro di accettare il regolamento.

    Oltre la siepe

    Non è sbagliato
    guardare oltre la siepe.

    Riscontrare
    che c’è vita intorno,
    vita che passa e non vede
    ciò che s’è celato.

    Ci sono cose
    che non hanno prezzo,
    oltre il confine
    che quella siepe ha cintato.

    Cose che valgono troppo,
    o non valgono nulla.

    L’amore
    per fare un esempio
    che pure è cosa semplice,
    nelle sfumature infinite.

    Diviene un tormento
    perché le persone
    con le loro anime inquiete
    ne complicano il senso.

  58. Dichiaro di accettare il regolamento.roosalia maria lo bue
    LUCE
    E luce sia!
    Ovunque essa possa arrivare.
    E luce irrompa!
    Sgretolando tutti gli argini del buio.
    E luce giunga
    fin dove è impossibile
    e mai venga meno
    affinchè io possa brillare di essenza divina

  59. Malinconia

    Malinconia un ombra scende silenziosa
    ti avvolge tutta,
    la luce non trova spazio,
    non la si scorge più
    nemmeno in lontananza.
    Ti raggiunge ti prende nel buio dei tuoi pensieri,
    compagna triste delle tue solitudini,
    il tuo cuore diventa pesante,
    lo prende lo stringe in una morsa fredda,
    dove i ricordi belli sbiadiscono.
    Non basta davvero il ricordo
    per rincuorare, per portare calore,
    dove tutte le membra diventano gelo.

    robbi
    accetto il regolamento

  60. EMANUELA DI CAPRIO, ACCETTO IL PRESENTE REGOLAMENTO

    Luna grassa

    Luna grassa
    di cipria rosa
    ti specchi vanitosa
    nel nostro pianeta,
    come una vecchia
    puttana, sorridi
    e c’inquieti sovrana,
    solleticando gli istinti
    non concedi mai niente
    ti fai desiderare
    e guardar solamente.
    Ti concedi tra i monti
    e sali poi scendi
    imitando l’atto d’amore
    appari e scompari
    tra i rami ci prendi,
    di luce sorprendi,
    antica baldracca
    sei furba e un po’ matta,
    ironicamente
    ti mostri per niente,
    ti rotoli ironica
    e un po’ impertinente,
    ci abitui al sorriso
    del beffardo tuo viso,
    come una donna
    che ammicca leziosa
    statica e voluttuosa
    e irraggiungibile.

    Emanuela Di Caprio

  61. BUONGIORNO

    Buongiorno,
    fatto di mille impegni
    che ci stanno
    ad aspettare.

    Di nuove strade
    da percorrere
    in punta di piedi.

    Di nuovi sorrisi,
    a scaldarci dal freddo
    di visi irrigiditi
    da espressioni stantie
    chiuse a chiave
    nella prigione
    delle abitudini.

    Buongiorno a te,
    che mi dormi accanto
    e respiri leggero
    come il soffio
    dei sogni più lievi,
    per non destarmi
    dal dolce miraggio
    di allungare la mano
    e sentirti vicino …

    Buongiorno amore mio …

    © Virginia Alessandri
    accetto il regolamento

  62. Piccolo Bacio

    Sento ancora il sapore di Te,
    delle labbra tue, sulle mie,
    di un piccolo bacio accennato,
    improvviso, quasi rubato.

    La mente si perde nel tempo,
    il presente vela il passato,
    sei onda soffiata dal vento,
    che cancella quello che è stato.

    Le tue mani che cercano me,
    s’intrecciano dentro il mio cuore,
    che racchiude il nostro segreto,
    tu che sei amore infinito.

    accetto il regolamento

  63. LA PIAZZA DEL CAMPANILE

    Come laghi profondi
    i sorrisi tuoi
    bevono me
    e la sera,

    mentre da lontano
    il vecchio mare già
    incatena
    i nostri passi

    e i pensieri si fanno
    pallidi e liquidi,
    sbiadiscono la stessa luna
    nascosta
    dai cipressi.

    Sentieri di edera
    e pietra
    ci conducono nella piazza
    notturna,

    dove i quadranti
    del Gran Campanile
    ci scrutano e attendono.

    Come punti
    cardinali
    le sue quattro facce
    si proiettano adesso
    sulle anime nostre.

    E c’e’ un silenzio
    dolce e pieno
    che mi pare musica,

    E c’è una pace
    che non so più
    se e’ verità
    o sogno mio.

    Elisabetta GIULIANI

    ——

    Accetto il regolamento

  64. IL TEMPO CHE NON C’ERA
    ——————————-

    E Segna L’Ora
    Un Percorso Breve
    Tacche Ombre Di Tacchettii
    Il Tuo Ricordo Luccica Nei Miei Occhi
    Percorsi Obbligati Dopo Le Tempeste
    Tutto Di Te Rimane Immobile:
    Odori, Fragranze, Disordine e Noi
    Questo Tempo Che Segna L’Ordine
    Ti Amo Ancora E Ne Ho Paura
    E’ Una Lama Profonda
    Spero Torni A Me,
    Subito Sarò Eterna.

    By Alessia Becchimanzi

    accetto il regolamento

  65. Vito Digiorgio
    Dichiaro di accettare i termini del regolamento del concorso.

    PROSPETTIVE FELINE

    Sdraiato sulla panca
    osservi con occhio vitreo
    il cielo rannuvolarsi
    e tingersi di nero.
    Una pioggia fitta e fresca
    inumidisce il pelo morbido.

    Seduto alla scrivania
    osservo gli aghi di pioggia
    conficcarsi nel terreno.

    Non ti toccano i dubbi
    sublimi, l’incertezza metafisica,
    le tribolazioni dell’oggi.
    Tu non senti.
    Il tuo sguardo impassibile
    brucia le cose, taglia i contorni.
    Tu non soffri.
    Il dolore non attraversa le membrane
    del tuo cuore, impermeabile
    all’alito del vento come
    al veleno della solitudine.

  66. Emma Caravello

    LEGGEREZZA

    Stupendamente m’assale l’oblio
    che s’incatena al fluir di me stessa

    l’anima mia si perde nelle sorti
    di codesta sembianza mal nutrita e funesta.

    L’onda m’assale e un brivido struggente
    dipinge di beltà il dolce vagheggiar

    pregnante di sudor nel suo leggio
    sconfina nella sete di parole

    tra un vergar d’inchiostro nero
    e il leggere di frasi nude e occulte

    descritte dalle brame del desio
    s’indorano colori,sapori,carezze e tenerezze

    e al fluido evanescente fruscio
    di musica soave risente il farfallio.

    By Emma Caravello

    Accetto il regolamento

  67. VINCENZO LUBRANO 15/ 01 / 2013

    Accetto i termini e le condizioni del regolamento – Vincenzo Lubrano

    PASSO DOPO PASSO (Tratta dal libro L’IMPRONTA DEL PENSIERO di Vincenzo Lubrano)

    Gioia.luce e colori questo sei..
    Piccola, così invidio gli anni tuoi che del mondo ne fai un pallone preso a calci e guardarti dona il sorriso.

    Dei tuoi primi passi sono piene le giornate..
    ti incammini verso la vita inconsapevole che hai cambiato la nostra. Si, sei stata tu.. che senza linguaggio sai di dolcezza e dalla tua curiosità nasce la perfezione, del non capire ciò che domani sarà banale..

    ma in quel cassetto dove ora vai a curiosare, custodirai i tuoi più grandi sogni.
    Manchi come me nelle tue foto, nella tua crescita..

    ma un giorno capirai il perchè delle mie scelte ed il perchè in questo momento mi ritrovo a scrivere di te che sarai il mio bentornato a casa e la mia gioia immensa quando mi chiamerai per la prima volta per nome.

    Tu piccolo angelo dall’ingenuità dorata.
    Perdonerai la mia assenza con il primo abbraccio, un po’ insicuro nel sentire il mio cuore battere forte.

    Studierai con le mani i lineamenti del mio viso e ti bagnerai con la mia lacrima di felicità..
    Riderai delle mie facce buffe e diventerò tuo amico,
    perchè affronteremo le tue paure.. e tra le mie braccia conoscerai l’orizzonte che apparirà tra tanti castelli di sabbia che il mare porterà con sé custodendo quell’infinito attimo di serenità ..

    A presto mio piccolo fiore.. Tuo zio Vincenzo..

    VINCENZO LUBRANO

  68. Antonella Troisi

    Gloria

    Un palco impolverato
    sipario lacerato
    è tutto ciò che resta
    di una labile gloria
    applausi
    a un
    cigno rosa
    nemesi di un clown
    dal falso sorriso

    Accetto il regolamento

  69. Torna

    Così come la sera abbraccia
    il sole al suo tramonto ricordo
    t’abbracciavo ad ogni incontro
    fatto di parole incastrate alle nostre
    membra come brina che imperla
    i petali di un fiore. Torna a me
    all’alba, quando i sogni si fanno
    realtà, quando le carezze degli
    amanti stridono al riverbero
    di guerra ormai perduta,
    quando il cielo si sveglia
    ai raggi del sole mattutino
    creando miraggi a cui credono
    solo chi ha perduto il senno
    del poi e s’incatena al sogno
    di un domani che mai verrà.
    Torna a me che rivedo la
    tua sembiante oltre ogni viso
    cupo, triste, ilare, ridente
    o anche solo attento al cicaleccio
    mio, perché sono così
    tortora che tuba col tuo cuore
    e ti chiamo solo amore.

    Accetto il regolamento

  70. JOSE’ GRILLI

    C’è un sobborgo sommerso

    in fondo alla via

    nell’incedere cauto

    pare sia meta

    Nel parlare continuo

    rami spogli si mostrano.

    La primavera è assente.

    Taci tumulto di frequenze

    reclama la notte

    il suo silenzio.

    ACCETTO IL REGOLAMENTO

  71. Paola di Giuliomaria 17 gennaio 2013. – Accetto il regolamento

    Il mio cuore in una valigia

    Metti tutto quello che provi per me
    in una valigia
    portata sulla riva del mare
    lascia che le onde la portino via

    Per un po’ galleggerà
    poi sparirà alla tua vista
    non si perderà
    incontrerà nuovi fondali
    e diversi mondi

    Anche se non si vedrà
    non vuol dire che non ci sarà
    all’interno nulla si rovinerà
    sarà reale
    come quando e’ stato vissuto

    Navigando porterà con se
    i sogni e le speranze
    che hai condiviso con me
    conterrà intatto
    l’immenso amore che ti ho dato

    Un giorno
    potrai ritrovarla ferma
    in un tranquillo porto
    ed aprendola
    ci ritroverai il mio cuore.

    Paola di Giuliomaria

  72. La luce.

    C’è luce e luce
    L’Amore non dà pace.
    Inerpicandomi per vette sconosciute
    Ho tralasciato l’essere
    Forviando l‘avvenire.
    La luce ambrata di glauche onde
    Cullano il mio cuore
    Forgiando il divenire.
    Nel silenzio buio dell’animo moderno
    Grido, protesto, invoco
    Nella Poesia, l’inutile mio giogo.
    E’ Quel silenzio che spegne la mia voce
    E nel muto sentore, si spegne ormai la luce.

    Raffaele Vertaglia, 17.01.2013
    accetto il regolamento

  73. NOIA
    Calata è l’oscurità
    sulle strade umide e silenziose
    dell’inverno.
    La luce di lampioni
    confonde il chiarore del giorno,
    il suo rumore.
    Ma tutto tace.
    Di tanto in tanto
    il rombo di un motore
    spezza l’aria fredda
    di una notte invitante.
    Pubblicità accese
    regalano bugie illuminate.
    Gli ultimi locali aperti,
    per farsi compagnia
    con un bicchiere di whisky
    scecherato dalla noia.
    Musiche assordanti.
    Ricordi ammuffiti
    dall’assiduità del ricordo.
    Lucciole di carta
    accendono l’aria
    intorpidita dal sonno.

    di Alessandra Marrone
    ACCETTO IL REGOLAMENTO

  74. Vedrò passare Whitman

    La fiamma della luna,
    sul tavolo in cui scrivo,
    non illuminerà i miei sogni,
    né il mesto mio canto
    inciso sulla pietra.

    Su questa stanza
    dove aspiro alla luce del pensiero
    conobbi il silenzio delle stelle,
    le vie del vento,
    l’acqua di vita,
    la libertà della parola,
    la parola autonoma.

    Da quella stanza
    ho visto,
    lungo la strada,
    chioccolare un carro
    con un vecchio seduto in cassetta,
    sulle sue sponde penzolare
    la zavorra culturale,
    il vecchiume retorico,
    la scialba oleografia dei poteri
    nel sacrario di questo secolo deforme.

    Cucirò sulla mia pelle
    “la blusa gialla”, (Majakovskij)
    l’agiterò al vento come vessillo.
    Riprenderò “Il Mistero Buffo”.
    Nel vergine cammino
    vedrò passare Whitman,
    il mio capitano.

    accetto regolamento Emanuele Insinna

  75. Stefano Pi

    TRESOR

    Averti qui a fianco

    un sacco di baci

    le mie mani che ti sfiorano

    il tuo profumo che mi inebria

    il tuo sguardo che mi trafigge

    il tuo corpo che mi incanta.

    Si ogni istante e’ un lungo piacere
    da godere

    da assaporare

    da gustare

    Vorrei che non finissero mai

    istanti uniti assieme che fanno una vita

    Una vita con un senso

    quella di avere una persona speciale accanto

    Si l’idea di averti al mio fianco

    Stefano Pero 18 – Gennaio 2013 – ACCETTO IL REGOLAMENTO

  76. La casa degli angeli

    Come le stelle,
    sempre e per sempre,
    lontano da questo mondo in fiamme.

    Come il respiro del sonno che russa,
    cadeva vermiglia la vita
    imbottigliata dai tubi delle tue sepolture.

    Come erano colmi di verde i tuoi occhi di padre ritrovato
    che accolsero randagi e bruciarono erbe
    nel crepuscolo amato della campagna.

    Come posso non chiamarti “Padre!”
    Ho inseguito le tue orme nervose
    Lungo il suolo asettico dei corridoi,
    ho visto la vita colare e scrutavo del sangue
    la quantità che non ti uccidesse.

    Ho abbracciato ogni giorno di croce,
    le abitudini dismesse,
    il corpo smagrito,
    ma la vita del mio sorriso era legata al tuo volo sbiadito.

    Con le stelle è il trionfo della notte
    su tutte le mie carezze,
    preghiere sussurrate,
    nell’estasi del martirio dei santi io ti ritrovo.

    Il soffio sordo e rauco si è piegato alla pace.

    Ti tenevo la mano,
    ma tu eri la folata verso la soglia
    di casa nostra

    La casa degli angeli.

    Monia Minnucci

    (Dichiaro di accettare il regolamento)

  77. RELITTO

    Sospiri dal passato
    stanno cavalcando i sentieri della memoria
    mentre una pioggia di lacrime
    mi sbatte
    ed abbatte nelle sue interminabili tempeste
    sopravvivo
    aggrappandomi al relitto di quel sogno
    mi ritiro di nuovo
    in quell’angolo scuro
    dimenticato;
    dimenticata persino dal destino
    in attesa di una nuova bufera.

    di Diana Mistera
    ACCETTO IL REGOLAMENTO.

  78. Un mazzo di giunchiglie

    S’io ricevessi
    un mazzo di giunchiglie
    a colorar di giallo
    la mia giornata!

    Se tu attivassi
    il timer
    all’età ch’incalza!
    S’io facessi switch on
    al silenziatore
    del rancore
    …………..
    forse fiorirebbero
    spontanee
    le giunchiglie.

    E con che gioia
    e che trepidazione
    le accoglierebbe
    quel fragile cristallo!

    Claudia Piccinno
    Edito in” Transiti diversi”
    Rupe Mutevole ediz.2012

    accetto il regolamento

  79. TRAMONTO SUL MARE

    Greve, l’aria parve non respirare
    quando apparisti
    e rimase incantata ad ammirarti.
    Ed il mare accelerò
    i suoi battiti delle onde
    ed il sole tentava folgorarti.
    Con i piedi nudi carezzavi la sabbia
    ed il mare, audace,
    ti toccò le caviglie.
    E gli rapisti una conchiglia.
    Il vento ti scompigliava
    i capelli dorati dal sole e
    perline di sabbia
    si fermavano sul tuo viso.
    E mentre il sole annegava
    in un mare multicolore,
    raccogliesti due stelle marine.
    In silenzio ammirammo
    l’agonia degli ultimi raggi,
    ma non soffrii nel vederli morire:
    il calore della tua vicinanza,
    acciaio incandescente
    nel mio cuore,
    faceva sfrigolare
    il gelo della tristezza.
    Ed il vento raccolse
    il mio muto ringraziamento
    per la felicità trovata.

    accetto il regolamento

  80. …L’Operatore…
    un gondoliere paziente…
    che esegue il suo lavoro
    con sarcastica allegria.
    Resta in cuffia tante ore
    per restare con il cliente in empatia.

    Eccoci qua…
    tutti insieme a lavorare.
    cordialità, finti sorrisi, frasi di circostanza…
    una storia da raccontare a qualcuno
    che non vuole ascoltare.

    Mi chiedo se è il caso di continuare
    ad inseguire qualcosa che appare
    sempre più irraggiungibile…
    come rendere giustizia al tanto lavoro
    investito nello studio…
    e continuano a ronzarmi nelle orecchie…
    tutti quei malumori, quell’agonia,
    quel sentirsi affogare senza salvagente
    dentro un mare di lavoro che aliena
    e ci uccide giorno dopo giorno.

    A volte mi domando
    A cosa servo? A cosa serve tutto questo?
    A volte mi rispondo…
    “Per vivere” “Per dovere” “Per distrarmi” “Per lo stipendio”
    A volte: “A niente”.

    La vita non è tutta rosa e fiori…
    Cosa mi resta? Cosa ci resta?
    Andare avanti, rispondere ad un’altra
    telefonata fino a quando arriverà
    quella giusta, quella delle belle notizie
    che allietano il cuore di ognuno di noi…
    Ma quando?

    E intanto eccoci qua
    tutti insieme a lavorare
    a crederci ancora
    a dire ancora “si” perchè il “no” ci fa paura…
    Ci incoraggiamo a vicenda…
    ci sosteniamo ancora una volta,
    ci ascoltiamo con le nostre voci
    che da anni ci tengono compagnia.
    Ed io continuo a sognare ancora,
    continuo ad immaginare nuovi abiti da indossare
    nuove idee da realizzare…

    E sento tanto freddo
    quando penso che poco alla volta
    mi è stato tolto tutto e addoso non
    ho più nulla se non la dignità
    di essere un uomo libero e orgoglioso
    di avere il coraggio di dire.

    ACCETTO IL REGOLAMENTO

  81. Giovanna Fracassi
    Accetto il regolamento
    Ragione

    Almeno oggi
    fingerò di credere
    a questa favola bella
    e
    dimenticherò
    il patto
    stretto con te
    scorderò
    che
    il non onorarlo
    brucerà
    all’inferno
    quest’anima mia nera.
    Intanto
    dal vocio di festa
    una dolce ninna nanna
    sale
    dal pozzo scuro
    del tempo
    per venirmi
    a cercare.
    Sono antichi echi
    immutati nel fluire dell’eterno
    e
    sono visi
    e sono sguardi
    scolpiti
    nella memoria
    del mio dolore
    Quanto vorrei
    mi strappassi il cuore
    e
    scagliassi in fondo all’Universo
    questa mia inutile ragione.

    G. Fracassi

  82. armando della corte

    In riva al mare
    Eccomi nuovamente a lasciare le mie orme sull’arenile, ma questa volta l’orizzonte è così lontano da rendere inutile ogni mio tentativo di capire dove va a tuffarsi l’infinito in questo mare che ha visto sprofondare tutti i miei sogni che non hanno saputo navigare controvento sulle sue onde increspate. Naufrago senza speranze il mio cuore che si ritrova alla deriva senza più una rotta da seguire, senza più una metà da raggiungere, lasciando, ora, che sia lo stesso mare a decidere per lui, lui che la sua scelta l’ha già fatta: rinunciare all’Amore per Amore, atto assurdo e inspiegabile ma straordinariamente unico e bellissimo che solo chi ama per davvero può mettere in scena. Io ti amo e rinuncio a Te che mi hai fatto scoprire un universo di emozioni che mai avrei creduto potessero esistere: il paradiso in terra dove anche la sofferenza rende lieta la sua presenza dando vita a sentimenti veri, con gioia e dolore che si confondono senza tregua. Io ti amo e non potrò mai più posare i miei occhi nei tuoi occhi cercando le tue labbra dove milioni di baci hanno trovato la vita, dove milioni di lacrime hanno trovato la morte. Io ti amo e invano le mie mani potranno più stringere le tue che come edera immortale avevano avvolto il mio cuore che , oramai, errante come una barca senza timone, permette alla forza del vento di sospingerla senza più difese lasciando alle sue spalle una scia di dolore e di infinite incertezze. Io ti amo, ti ho amato e ti amo ancora, unica certezza che accompagnerà il mio viaggio che sicuramente, prima o poi, troverà la sua fine con la fine della mia vita, ma cosa importa quando accadrà, se tu non sarai lì con me a tenermi stretta la mano e io non potrò donarti il mio ultimo respiro.

    accetto il regolamento

  83. IL CUBO

    La stanza e’ un cubo di pareti bianche
    e finestre in alto traslucide e lontane;
    scivolo al vertice del cubo che s’inclina
    schiacciato al fondo come in un imbuto,
    all’altro estremo d’un universo in corsa,
    resto opaco alla sua vista e inerme.

    Un grido afono strozza la gola e
    atteggia il viso a un urlo senza rumore
    non altro che un rantolo uggioso.
    Le grida di chi e’ fuori, amene,
    chiamano altri schiamazzi a orbite
    di mutui ritorni ed attrazioni.

    Sgorga la pece dagl’interstizi, calda
    e liquida scende a’ccumularsi in fondo,
    dai nervi alle falangi i muscoli sottendo
    per roteare un guizzo, e uscire:
    anelo movimento, ma gia’ si fredda,
    raggruma e seco mi rapprende.

    Sono cristallo amorfo, densa incrostazione,
    la resina del tempo si e’ fatta dura
    e rete, che avviluppa ed imprigiona,
    tagliente solo per spigolo vetroso,
    muto raccolgo in me un ultimo ansito
    che si fa rombo e implodo.

    Accetto il Regolamento

  84. Maria Antonietta Giacalone (Maa)

    BEA

    A Bea piace esprimersi perchè lei è la vita.

    E’ incredibilmente bella,

    lo dicono tutti.

    Bea non ama parole buttate per caso nei libri

    e neppure perdere tempo a raccontarsi.

    Ama le pattumiere di cose antiche scordate in cantina:

    cornici bucate, istantanee sbiadite, trenini di legno.

    Conserva vinili impolverati e cd mai seriamente scartati.

    Bea non ama i moderni cannibali,

    fagocitori di idoli finto buonisti.

    Bea ama i dettagli, le piccole cose

    invisibili agli occhi dei più.

    A Bea non piace perdersi

    anche se in fondo le fa un gran piacere

    ritrovarsi di nuovo.

    Accetto il Regolamento.

  85. La gioia del ritorno
    nel furto consumato del passato
    non mi darà la pena,
    sono avvezzo
    alle trasformazioni della mente
    e non temo ansie e paure,
    non sono più di moda dentro me,
    che invece di guardare verso il sole
    oppure verso terre incoltivate,
    mi accingo e guardo il blu
    mare cielo nature senza sconti,
    e non mi acceca più
    l’inesistente fallace verità.

    Copyright 2011 Nicola Andreassi
    tutti i diritti riservati

    Accetto il regolamento

  86. MADONNA DEI MASNADIERI

    Più scrivo di te e meno ti conosco, Donna,
    perché tu sottrai forza alla logica dei versi
    e li colori, li insozzi, li varieghi, li distorci
    a tuo piacimento, come il refolo che inganna
    il marinaio pelagico e lo induce a sedersi
    per godere di onde verdastre e dolci,
    ignaro centro di un’imminente nubifragio
    che origina dalla tua bocca già bagnata
    di appetiti inaspettati, di nuovo sacrilegio,
    pronta, come sarai, a dissestar la strada
    di nuovi viandanti in cerca di un focolare:
    e tu, Madonna dannata dei Masnadieri,
    sarai in mille letti, orgogliosa del tuo dare
    che riavrai indietro annullando i desideri.

    accetto il regolamento

  87. -STRAMBOTTO CONTADINO

    — Ummi lascià Zelinda, o ‘ndo vai? —
    — A rimette la scrofa nello stabbio
    e dopo a passà l’unto a du’ telai,
    ma se ‘un vieni a aiutammi poi m’arrabbio. —
    — E so appena torno di’n su i letamai
    e fammi respirà… sennò mi strabbio! —
    — E ci so du’ cucchiali di zuppata,
    dai, poi ci si sdraia pe’ na’ ruzzolata. —

    accetto il regolamento

  88. Il miele tra le dita

    Basta uno sguardo,
    nell’immaginar di come sia
    trattener il respiro tra le sue dita,
    nel brivido che percorre la nuca
    fino a stazionar laddove il piacere rimane appeso,

    Attendo che le labbra assaporino
    lo scivolar giù dell’ardore in un soffio,
    fino a percorrere ogni lembo
    di una pelle di seta al tatto,
    omaggiata dell’odore che inebria il palato
    occludendo il pensiero fino allo sgorgar dell’animo mio.

    La amai ancora come fosse l’alba di una giornata d’inverno… riscaldato dal suo

    Maurizio Spreghini (Accetto i termini del concorso)

  89. L’esaltante genialità sconosciuta

    Cercasi illuminante idea
    Trionfale caduta di stelle
    Dirompente distruzione geofisica
    Attuale distrazione terrestre

    Di colpo la gente si ferma
    Rimane stupita e sconvolta
    Incredula non comprende
    L’esaltante genialità sconosciuta

    Accetto il regolamento

  90. Andrea Garelli – 24/0/2013

    Il Valzer di pietra

    Ed ecco qui: torrido enigma insoluto
    che mi prende senza foga e desiderio
    divide gli istinti acerbi
    li colma
    li sradica e li punisce
    li trasforma in ciò che non sono
    quasi tremando
    e finisce
    stremato
    nell’oscurità.

    Accetto Il regolamento

  91. Dietro la porta dell Anima.

    Piu’ passa il tempo ,e piu’ sento

    che mi manchi.

    Dietro la porta dell Anima, si

    nascondono i nostri ricordi,

    … sembravamo così diversi,

    ma in fondo così uguali .

    Noi che ci emozionavamo

    guardando lo stesso tramonto,

    respiravamo lo stesso vento.

    ci facevamo accarezzare dal sole,

    vivevamo nel tempo, nel nostro

    petto batteva un cuore, nello

    stesso identico modo.

    Il sapere che in qualche parte

    del monto, tu esisti, mi emoziona.

    Tu sei il motivo per cui ,io vivo,

    cessero’ dì farlo , nel momento

    in cui il mare ,avra’ prosciugato

    le sue acque, ed il suo vuoto,

    sara’ il mio.

    Prendimi adesso Amore, sono

    dietro la porta , della tua Anima !

    patry

    lombardo patrizia accetto il regolamento

  92. Miravi il Cuore … e hai colpito l’Ala

    Precipitavo dentro me
    urtando a tratti
    le pareti dei miei limiti.

    Planando
    scivolai sul fondo
    di quello spazio
    liberato dall’assenza.

    Lo sentivo battere più in là.

    Era oltre me,
    fuori … e batteva

    pum_pum _________ pum_pum

    Dentro il suo ritmo
    io,
    solo un suo battito.

    [ Cuore ]

    Accetto il regolamento
    Michela Ruggiero

  93. IL FANGO

    Quest’acqua che scorre

    Non lava la sponda.

    La sporca, la infanga,

    La rende deforme.

    E tu provi a cambiare

    Ciò che non puoi.

    Tenti e ritenti

    Con vana speranza.

    Con fede tenacia

    Ti rompi le dita

    E l’acqua ti sporca

    E tu hai fallito.

    © Gianni Berna

    Accetto regolamento

  94. Stefania Convalle
    25 Gennaio 2013
    Dichiaro di accettare il regolamento.

    MUOVITI LENTO

    Muoviti lento
    Tempo
    sulla pedana scura.

    Muoviti
    come la rumba
    di questi corpi
    smaniosi
    di Te.

    Ferma il tuo passo
    e lascia
    correre il fremito.

    Prendi una sedia
    Tempo
    e ascolta il silenzio
    dei movimenti.

    Senti la voce
    degli sguardi accesi?

    Guarda il colore
    della passione,
    Tempo.
    Cono di luce.
    Pausa.

    E sia amore.

  95. Sprazzi d’amore

    Il cuore non tace…
    pulsa più forte al pensiero di te.
    Sei tu che invadi il mio raziocinio
    e fai viaggiare a ritroso
    la mente al tempo di primi sogni…
    L’idea di te, ora,
    destabilizza la mia ragione,
    confonde la mia realtà,
    usa i miei tempi,
    le mie stanche abitudini,
    per un’astratta
    impossibile emozione..
    che fai vivere,
    malgrado il mio resistere,
    ad ogni tua parola,
    ad ogni tua frase,
    le più innocenti e formali..
    inducendomi,
    tu… forse inconsapevole,
    al turbamento assurdo del desiderio..
    Ah! Idea bislacca,
    irrazionale,
    è starti dietro affannata
    nei miei pensieri
    con il cuore che non vuole tacere
    i battiti folli
    in questi sprazzi di passione,
    incontrollabili,
    da innamorata fuori misura
    dell’amore.

    Mariella Mulas Accetto il regolamento

  96. Ti ho incontrata tra la folla
    sotto un dipinto notturno
    contemplavi ampie sfumature
    mentre un critico le usurpava.

    L’attimo generò un sibilo
    nel lascito dei secoli
    colmati della tua voce
    a ricucirne gli echi.

    Allora rividi la bambina
    tra la sabbia e i castelli
    fu dopo che ti trovai donna
    arrocata sulle mie voglie.

    Enzo Moretti

    (Accetto il regolamento)

  97. Mettici il cuore,

    cerca dell’amicizia il nome,

    punta la stella più alta

    ci arriverai .

    Gli affetti ,

    le persone ,

    i momenti andati ,

    non sono poi andati chissà dove .

    Restano con noi ,

    come il fiato di freddo in autunno che fa la nuvoletta dalla bocca .

    Restano con noi ,

    in una canzone che ci riguarda ,

    che ci riporta indietro e ci fa guardare avanti ,

    in un libro letto ,

    nel mio caso in un libro scritto ,

    come poesie tra le ciglia

    ossia meraviglia degli occhi incantati di bambino ,

    che vi riscopre e vi rilegge cose

    che solamente io e chi le ha vissute

    sappiamo pienamente .

    I colori di un fiore, i pennarelli ,

    un’amica cara , il sorriso di una periferia ,

    le mille e mille scoperte ,

    piccole e grandi scelte ,

    volute

    condivise e sofferte

    restano con noi ,

    come il sorriso di chi un giorno mi disse :

    ” Ma tu ti accontenti di fare poesia solo nel blog ” ?

    Restano con noi ,

    i progetti incompiuti ,

    i distinguo

    i saluti dal vetro di un bus ,

    i rimpianti ,

    le bestemmie in dialetto .

    Restano con me ,

    con te ,

    con tutta la gente incontrata lungo il correre di questi anni .

    Restano con noi ,

    le colazioni con il saccottino salato ,

    l’amore per una donna del Marocco ,

    il sorriso di un bimbo o un’amica col cane ,

    le risate in messenger

    o le passeggiate al Pigneto .

    Restano con noi,

    le gare di rutti ,

    gli incontri del terzetto giù al bar ,

    il pub dell’amico con i tavolini inzozzati dai clienti ubriachi ,

    una gelateria, una piazza ,

    un vociare di scolari di quella scuola

    e in generale l’amore per ogni angolo del mio quartiere ,

    della mia città , del mio Paese .

    Restano con noi le attese giù di un’albergo a fare la muffa

    aspettando scendesse lei dal sorriso meraviglioso ,

    il cocomero comprato un euro a fetta ,

    e le vecchie duemilalire corrispondenti ,

    quelle con Marco Polo o la Montessori .

    Restano con noi ,

    con me ,

    con tutti quelli che ci sono stati

    e ci saranno .

    Mettici il cuore , e l’amicizia torna !!

    Marco Vasselli

    2011

    © Tutti i diritti sono riservati

    ( accetto il regolamento )

  98. EMMA PIROZZI

    I piccoli passi nella notte

    I piccoli passi nella notte
    tuonano dal silenzio
    Temporali di storie

    Sono chini sul pomo d’un bastone
    Stanchi d’eco e di mesto risuonare

    Fremono come ossa rotte
    Alla ricerca di cose da dire

    Sono pagine scritte dai giorni
    I piccoli passi nella notte
    Di abbandoni o ritorni
    Senza mappe senza confine

    Si ascoltano così
    col rispetto senza voce
    nel buio pesto
    che profuma di pece

    Enciclopedie delle umane esistenze
    Non hanno indirizzo né nome
    Fanno rumore per aver risonanza
    Almeno qui: in questa stanza

    Accetto il regolamento

  99. GOCCE D’ETERNITA

    Civetta,questa notte, Selene,

    maliziosamente velata,

    invita ad imitar le gesta sue.

    Antica salome’ !

    Sottile, la sabbia,

    ancora calda del passato sole,

    come dorata culla,

    accoglie l’ anime nostre affini.

    E mentre nelle desiderose bocche,

    come da fornaci ardenti,

    travasa umore quale oro fuso,

    gode la mia pelle

    del tepore del corpo suo,

    dove salate gocce, scivolando,

    riflettono il riverbero di lontani astri.

    Nel tempo, volutamente eterno,

    ma trascorso in fretta,

    ella ha imperato,irradiando noi,

    con la perlacea luce sua.

    Intanto che si placa

    l’ affannosa dolcezza dell’ amore,

    saluto lei, regale diva,

    al tramontare nel suo infinito trono

    e volgendo lo sguardo verso oriente,

    resto in attesa del sorgere dell’ alba

    per ribattezzarla aurora della vita mia.

    MARIA ESTELLA CARTONI
    accetto il regolamento

    1. Ucciderò la mia anima

      Domani ucciderò la mia anima.
      Lo farò.
      e nulla più potrà circondarmi.

      Trafiggerò gli occhi della mia anima
      per farla vagare cieca
      con spade forgiate di notte
      vegliate a badare al mio malessere.

      A brandelli e nella polvere
      sul ciglio di strade in attesa dei suoi corvi.

      Non ti lascerò guardarmi
      non potrai più tormentarmi
      domani sarai vittima
      delle tue stesse armi

      La scia delle nostre lacrime
      ci condurrà fino alle stelle

      Sarò il mio assassino
      sarò il mio grande eroe
      dalle soglie del paradiso
      manderò pioggia di sangue e rose

      Ho perso.Sono sconfitto.
      Così cessa il mio tentativo di esistenza.

      Conservo l’incanto di un fiore che nasce
      di un tramonto che lento svanisce
      del tuo sguardo che non appassisce

      Ma le fiamme hanno raggiunto gli occhi
      ciò che resta di me giace tra le tue braccia

      Ho perso.Sono sconfitto.
      Domani ucciderò la mia anima.

      FABIO CUCCARI
      Accetto il regolamento

  100. Complice

    Allenta
    quel battito accanito

    che ubriaco
    scorazza tra
    il brusio della mia carne!

    Un soffio di fronda

    ed e’ brace

    la sponda rubata
    all’ anemone!

    Nell’incavo della carezza
    anche i morti
    potrebbero rivivere!

    Per quanto l’accalcarsi
    del fuoco
    spinge
    il dosso della via
    alla porta.

    Le parole
    non hanno scampo

    e sfumano
    nella penombra del fiato

    se il cuore
    resta complice
    nel pensiero!

    Accetto il regolamento

  101. Voglio tornare
    trapezista senza rete.
    Ad occhi chiusi, poi bendata
    e a luci spente
    per esser piu’ audace
    nell’incertezza. Nuda la mente.
    Buttarsi a capofitto
    con due mani, poi con una…
    e infine a testa in giu’
    per sentir meglio
    l’ebbrezza dell’ abisso.
    Servirsi dell’istinto
    spogliarsi di ogni ragione.
    Staccarsi per il gusto di rischiare.
    A luci spente, nudo il cuore.
    E poi osare
    e osare nuovi voli,
    fiutando l’altro appiglio nello slancio.
    E infine, ad ogni evoluzione,
    li’, nel buio dell’ignoto,
    nella mente,
    dentro il cuore
    quell’ unica certezza,
    …..quella sola:
    ” se non ci si schianta,
    adesso, si vola ”

    Accetto il regolamento

  102. accetto il regolamento

    Separarmi da te

    Una vita vissuta
    nel bene, nel male
    tra incomprensioni
    e complicità.
    Te ed io
    mano nella mano,
    fino a ieri,
    e poi…
    divorati dall’egoismo
    che non lascia spazio
    alle carezze
    ma corrode internamente
    e ci fa sentire sempre più soli.

  103. Anime grigie

    Quel lungo viaggio sudato
    soffocante tradimento
    dell’errore fatto uomo,
    sul ciglio del pianto
    l’abisso mortale
    trovaron.
    Cenere di corpi
    sui loro corpi,
    la signora falce
    anch’essa in lutto
    inorridita giaceva
    sul petto d’erba appassita.
    Quel ciel di nebbia
    l’amato sole celava
    e di fango
    i loro occhi
    nutrivan dolore.
    Estremo saluto
    a chi non c’era,
    ai cari abbandonati
    che di luce e libertà
    regnavan in pace
    l’anime sull’onde
    d’oceani azzurri.
    Grevi strazianti passi
    l’agonia vestiva le sere
    d’inutili pensieri
    intorpiditi dal fendente,
    la mano assassina.
    Ignari del domani
    visi smorti, abbandonati,
    d’assente giudizio vitale
    le sagome scure ardevano
    ed occhi sibillini
    schiusi e lucidi
    nell’ultimo giaciglio
    sprofondavano.
    Abbracci, speranze
    sfaldate litanie diffuse
    a tacer la voce
    pe l’ultimo addio.
    Ed urla silenti
    che di nubi e pioggia
    ne avevan pieni i fiumi
    e la terra madre
    cullar tentò
    l’ultimo saluto.
    Il dolore
    il sacrificio umano,
    nulla l’invader spronò
    lo spirito alato
    che tornar d’incubo
    sul pensier malato
    taceva l’ombra
    del demone ribelle
    che di falce perì
    sul suo stesso marmo.
    Han cercato
    l’orizzonte assente,
    han sperato la vita
    han guardato il cielo
    oltre la scia grigia
    dove il sole brillava…
    ancora di luce.
    Una prece.

    accetto il regolamento

  104. Accetto il regolamento

    Malinconia ride
    tra le rughe
    del mio viso astratto
    da quando non ci sei ..
    sono un dipinto senza
    contorni
    di rose del deserto
    e di venti del nord
    che scompigliano anche le ciglia
    costringendo gli occhi
    a diventar vele issate..e al
    contempo flebile
    carne bruciata da
    arsura
    che invoca oasi
    o almeno miraggi.

  105. SONO SOLO NELLA STANZA

    Occhi spalancati che guardano il soffitto
    passeggiano ombre che mi fanno compagnia,
    dalla strada echeggiano voci indefinite,
    sono solo,
    tra le ombre scorgo la tua immagine,
    come una eco la tua voce sussurra il mio nome.

    approvo il regolamento

  106. M.Stefano Sivo – 28/01/2013

    ALLA BREZZA DEI NEGATIVI

    Pensami

    in alto

    quando le stelle divorano il tramonto

    e le tue unghie
    affondano le federe

    duplicate

    dal mosto dei tuoi raspi

    e vorrei che nel perdersi
    delle lontananze

    tu curvassi il silenzio
    come io sferzo le canne

    alla brezza dei negativi

    ……….accetto il regolamento………..

  107. Postquam

    Ti vedo figlio.
    Di carni lacere,
    di brandelli rossi
    che non più ti appartengono.
    Ti guardo figlio della luce,
    angelo per gli angeli.
    Ti vedo figlio
    e non riconosco più il mio volto in te.
    Ti osservo mentre
    strisciando ti allontani
    e varchi la soglia delle tenebre.
    Ti ho perso figlio,
    santo e discepolo,
    e mentre guardo questo giardino,
    i frutti colti e la tua donna
    comprendo quanto per sempre impotente sarò
    davanti alla libertà.

    Accetto il regolamento

  108. U zappaturu

    U zappun’e lli gammèadi,
    u muccatur’a lli cuscèadi,
    zappa zapp’all’ant’all’antu,
    cci va ttùastu, ch’è nnu stantu.
    Ugne ttant’u muccaturu,
    mi ll’asciutta lli sudura,
    nu bicchìar’e nu vitignu,
    mi ripiglia, tùarnu sbrignu.
    Ncignu torn’all’ant’all’antu,
    ncignu torn’a cchissu stantu,
    schquiccidìa,
    dassu, scampa e ttorn’e ppiju.
    Zappu e ttorn’e zzappu,
    menzijuanu è ffattu, scappu.
    Apr’a pezza, u morsìallu
    carn’e crèapa e piparìalli
    e sazizza dua o tri mposti,
    quattr’adiv’e chilli costi*
    na buttiglia e nuavu ncignu,
    e ssu russ’e nu vitignu.
    M’eai e azèari mpretta mpretta,
    c’e lla zappa chi m’aspetta
    a jurnèat’ancora è a mmenza
    torn’e cchiova, fa nna renza.
    Cumi scamp’all’ant’all’antu,
    torn’e zzappu a cchissu stantu,
    mi ripùasu nu mumenti,
    a fatiga mo si senti
    mo s’avanz’a jjunt’a jjunta,
    i sudur’a cchilla frunta,
    i cuscèadi, u muccaturu
    mi ll’asciutta lli sudura.
    Nu bicchìaru, n’eatru sudu,
    ccu nna mpost’e dardu crudu.
    Torn’e ncignu, è ssempri stantu,
    jìatt’a zappa, acchiapp’u mantu,
    guard’i sperri, su lli sia
    povarell’i spalli mia!.
    Mi ricùagliu, signu stancu,
    dugnu chjèan’i passi, arrancu
    alla porta c’è mmuglierma,
    chi m’aspetta, e lla ferma.
    Ha appiccèat’u focudèari,
    priparèatu lu mangèari,
    è ffattu tardi, su ll’otti, mo ve dùarmu,
    ca dumèan’è nnèatru jùarnu.

    Lo zappatore
    La zappa e i gambali/ il fazzoletto alla tasca di dietro/ zappa zappa alla mano alla mano/ ci va duro, il terreno è duro/ ogni tanto il fazzoletto/
    mi asciuga i sudori/ un bicchiere di un vitigno/ mi ripiglia, ritorno svelto /inizio nuovamente alla mano alla mano /inizio nuovamente a questo terreno duro/ pioviggina/ smetto, non piove più, inizio a zappare di nuovo/ zappo e di nuovo zappo/ mezzogiorno è fatto, scappo/ apro il tovagliolo, la colazione/ carne di capra e peperoncini/ di salsiccia due o tre pezzi/ un po di olive delle “coste”/ una bottiglia di nuovo inizio/ di questo rosso di un vitigno/ mi debbo alzare in fretta/ c’e la zappa che mi aspetta/ la giornata ancora è a metà/ di nuovo piove, fa una breve pioggia/ come smette alla mano alla mano/ di nuovo zappo a questo terreno duro/ mi riposo un momento/ la fatica adesso si sente/ adesso si avanza a poco a poco/ il sudore a quella fronte/ le tasche di dietro, il fazzoletto/ me l’asciuga il sudore/ un bicchiere, un altro solo/ con un pezzo di lardo crudo/ di nuovo inizio, è sempre duro/ butto la zappa, prendo la mantella/ guardo le lancette, sono le sei/ povere le spalle mie/ torno a casa, sono stanco/ do piano i passi, arranco/ sull’uscio c’e mia moglie/ che mi aspetta, e la ferma/ ha acceso il camino/ preparato la cena/ e fatto tardi, sono le otto adesso vado a dormire/ perché domani è un altro giorno.

    *coste ( località di Acri ricca di alberi di ulivo )

    accetto il regolamento

  109. HO VISTO NEBBIE

    Ho visto nebbie pesanti e dense
    di sbuffi bianchi scapigliati

    banchi velati precipitare a terra
    senza tocco, senza un corpo
    scendere dalle cime, dissolversi fra i campi

    banchi di nebbia pallida coprire ogni cosa
    riempire gli spazi, abbracciare gli elementi naturali
    stringendoli al suo nudo nulla prorompente.

    Ho visto la nebbia allegra
    danzare lenta al ritmo di walzer
    sul profilo vago di ogni traccia scura
    sottraendo i tratti solidi del mondo

    accecare occhi di volpe, disorientare rapaci
    come fossero loro stessi prede
    e lepri non più tese abbandonarsi serene
    fra braccia invisibili di assenza.

    Ho visto nebbie lattiginose levitare sopra alte
    sospese estese e solitarie, leggere umide e annoiate
    fagocitare le montagne nel proprio molle ventre

    poi all’improvviso il riapparire familiare dei contorni
    tra un districarsi soffice dei nodi

    riemergere l’esistenza consueta piano piano
    con la sua dura consistenza
    recuperare il moto tipico in corrente.

    Piero Saguatti

    accetto tutte le norme disposte nel regolamento

  110. Eccomi, mamma…

    Eccomi, mamma…
    Aprii quella porta
    appena appena socchiusa,
    sgomento il mio cuore
    per un dolore immenso!
    Osservai smarrito
    il dolce tuo viso…
    avevi un delicato sorriso
    nel riposo di quella pace
    eterna del cielo…!
    Aprii quella porta…
    per l’emozione attesi un attimo,
    un dolce profumo di gelsomini
    in quella stanza m’accolse
    appena appena illuminata
    da una fievole luce
    di un giorno che finiva!
    Eccomi, mamma…
    lo so che m’aspettavi…
    mi dovevi dire tante cose
    ma avevo capito…
    che mi restava il tuo sorriso
    e il ricordo stupendo
    d’aver vissuto insieme…
    che ancor oggi…
    continua nel mio animo!

    Accetto il regolamento

  111. PRETESE

    Il mio orologio segna l’alba
    La mia dignità ancora dentro al buio;
    Circoscrivo i miei sentimenti
    Per definire il desiderio di conquista
    L’etnia di qualcosa d’assoluto
    Dissoluto come il mestiere già mio
    Più antico del mondo antico;
    Svendo pace a prezzi stacciati
    Per spiegarti la mercè di cui vivo
    E con cui mi disinibisco alla bellezza;
    Perché vige questo baratto
    Di uomini legati a lembi di pelle
    Più che alle stelle riflesse negli occhi
    Della donna che si ama.
    Amante infedele della mia incertezza
    Corro a meravigliarti di aurora
    Se il tuo volere è la mia mattina
    Riattivare i marchingegni e i pulsanti
    Che mi chiudono in soffitta
    E danno quella fugace magia alle parole
    Ogni volta che ti guardo.
    Dentro a tanta intimità cosa rimane
    Se non la follia del mio coraggio?
    Violerei la stasi e l’onestà del mare
    Per dar delirio alla mia guerra
    L’etimologia d’un processo già involuto
    Dall’incoerenza del perdono
    Che stringe la mano insanguinata
    Dell’uomo che ha strappato la tua terra
    Da radici di alberi mai stati tuoi:
    Era tuo solo quel duro arrampicare
    Disfarsi di speranza e d’invidia;
    Con lacrime pure ci si può salvare!
    Lo scambio non è altro che costruire
    Qualcosa che non si ha;
    Il vuoto non offende la memoria
    Se non compromette i più bei silenzi
    Del tuo futuro, della tua libertà…
    Un dubbio m’assale dal vento che sale
    Il sale dal dolore lenisce il male
    Se vale il taglione sulla pelle che brucia
    Più che sulle stelle riflesse
    Negli occhi dell’eternità che esprimi;
    Tremavo e non mi accorgevo
    Della razionalità con cui sognavo
    Temevo la paura e l’abbandono
    Senza abitarlo mai fino in fondo
    Perché il nostro verbo si diffonde
    E si confonde con le luci delle lampare
    E il cielo torna a sperare
    Che le comete possano di nuovo attraccare…

    Accetto il regolamento

  112. La solitudine d’un cuore

    *****************

    Repentino battito accelerato

    Cuore in tumulto fastidioso

    Classico … se inconsciamente

    Navighi sulle onde impetuose

    Nell’empirico caos mentale.

    Tenaglie roventi stimolatori

    Non mitigano la tempesta

    d’un cuore isolano al metano.

    Attendi condotti salvifici invano

    La faglia ti taglia e sorridi sberleffa

    Sorseggi un caffè … miscelato d’amaro.

    Che vale ogni cosa?!? Se non trovi la pace?

    Cristy2013-01-22

    Accetto il regolamento

  113. CANZONI STONATE

    Nessun accenno di fresco
    in quest’aria ferma
    che non fa ombra
    nemmeno alla luce,

    dove spade affilate
    trafiggono sulle labbra
    la parola.

    E’ quest’assenza del grano
    che non s’impiglia nei capelli
    e del parlare delle foglie
    a un mattino senza voglia,
    che soffoca l’estate.

    Terso è l’equilibrio
    addormentato
    nelle carezze di platani ridenti,
    a un passo dal disperdersi
    come polline
    sul canto sfinito del tacere,

    che s’alza
    a nuvole scomposte
    di scheletri seppelliti
    in un cassetto,

    sotto stralci
    di canzoni stonate
    su un giradischi rotto.

    Accetto il regolamento

  114. I L V E N T O

    Soffia forte il gregale

    mi schiaffeggia ancestrale

    mi penetra e mi prende

    sin alle ossa mi discende .

    Il Corno è imbiancato

    tutto spoglio incipriato

    è caduto già il rossetto

    tra i faggi io lo metto..

    I colori stupefacenti

    sono tantii più di venti

    ce persino un bel viola

    mentre in ciel l’aquila vola.

    Un poeta col pennello

    tra il muschio e il viello

    or dipinge il paesaggio

    è rapito e tanto saggio.

    Mi sorprendo a rimirare

    la mia terra poi il mare

    l’occhio vaga e si perde

    tra le case e il verde …

    Scarponi giacca a vento,

    proprio bene io mi sento

    mi soffermo piccolino

    e mi godo un riposino.

    Il mio cuore un antigelo

    alzo in alto gli occhi al cielo

    e ringrazio il Gran Fattore

    per la vita e queste ore…

    pubblicata da POETI ARTISTI ED AMANTI DEL BELLO il giorno Giovedì 27 dicembre 2012 alle ore 17.50
    accetto il regolamento

  115. COMMEMORAZIONE SENZA MEMORIA

    Ho cercato il ritmo
    in scarpe accatastate
    che hanno smarrito il passo
    dell’incedere armonioso
    ai piedi di una nube altera,

    sovrano diluviava nonsense
    raccolto in fosse, strisce,
    stelle, saluti e gerarchie,
    dissetando il gregge.

    Adesso no, riposa sereno,
    non è stato vano il passare del vento,
    adesso, te lo dico su un orecchio,
    non sono ebreo ma un frocio da ghetto.

    accetto il regolamento

  116. DONNA

    Donna
    dolce creatura
    nata da un grido di dolore
    di chi come te
    ha offerto alla vita
    il suo più bel dono.
    Donna
    dispensatrice d’amore
    sempre pronta a rinnegarsi,
    ad annullarsi,
    per affermare te
    figlio di quel dolore.
    Donna
    umiliata e offesa
    da secoli di lotta,
    senza voce il tuo grido disperato
    soffocato in un rantolo
    nel mare dell’indifferenza.
    Donna
    violata e mortificata
    nel corpo e nell’anima
    dalla forza devastatrice dell’uomo,
    che ubbidendo a un istinto primordiale
    t’ha sopraffatta senza una ragione.
    Donna
    impietrita dalla sofferenza e dall’inganno
    sulle macerie della tua vita
    qualcuno ha posato un fiore,
    rinascita e rinnovamento
    il significato.

    Accetto il regolamento

  117. Pier Luigi Guerrini 28/01/2013
    (accetto il regolamento in tutte le sue parti)

    Scarpe

    larghe, strette, alte, basse,
    calde, bucate, sporche, inzuppate.
    antipatiche, invadenti,
    colorate, tristi.
    invidiose, tacco appuntite,
    ribelli, mosce,
    rumorose, gnicche,
    sformate, sfortunate.

    corrono, camminano, scivolano
    come la vita che t’accompagna.
    dentro le scatole nell’armadio
    aspettano la loro stagione
    e qualche nuovo padrone.

  118. di Daniela Di Ienno (28-01-2013)

    SE TU MI GUARDASSI NEGLI OCCHI
    Se tu mi guardassi negli occhi
    non avremmo bisogno di parole,
    allora tutto ti sarebbe chiaro,
    persino il mio nome.

    Se tu mi guardassi negli occhi
    non avremmo bisogno della luce delle stelle,
    allora ogni cosa ti sarebbe chiara,
    persino il mio passato.

    Se tu mi guardassi negli occhi
    non avremmo bisogno del mare, né di Parigi,
    allora tutto ti sarebbe chiaro,
    persino il tuo cuore.

    Se tu mi guardassi negli occhi
    non ci sarebbe bisogno dell’acqua e del pane,
    allora tutto ti sarebbe chiaro,
    persino l’Amore.

    Se tu mi guardassi negli occhi
    non avremmo bisogno di contare i minuti,
    allora tutto ti sarebbe chiaro,
    e non avremmo momenti all’infuori
    di questo nostro, interminabile…

    Se tu mi baciassi sulla bocca
    non avremmo bisogno di ricordarci di noi,
    perché nasceremmo quel giorno,
    e tutto ci sarebbe chiaro,
    persino la felicità.

    (Accetto il regolamento)

  119. Volgi le spalle al cielo, ti fai monte
    nel grigio che va cupo sull’oliva.
    Non hai verde di alberi sul sommo,
    porti calanchi d’acqua lungo i fianchi,
    acqua che scava sullo stesso punto,
    curi le tue virtù dentro i cespugli
    che sono poca cosa, cresceranno
    ma al cielo non ci pensano neanche,
    sterpi di superficie, amore d’erbe,
    rarità di due piedi a calpestare,
    meglio guardarli da lontano, in corsa,
    farne voglia che nega appartenenza,
    qualcuno penserà ho visto un monte,
    la schiena incurvata contro il cielo,
    qualcuno scriverà dell’insorgenza
    stondata come afflitta da stanchezza,
    non è tanto il piano che si alza,
    né conflitto di faglie o prepotenza,
    piuttosto un’onda che s’immobilizza,
    il fermo immagine, la sua mancanza,
    l’era geologica nella distanza.

    Accetto il regolamento.

  120. MAURIZIA CALVISI 29/01/13

    MAL D’AFRICA.
    Ho contato i giorni di pioggia:

    291 quest’anno

    (se non ho confuso annotando).

    Piove spesso in questo Paese,

    e in modo continuo, monotono.

    La pioggia qui,

    non è l’evento forte

    che scoppia

    mentre fai l’amore,

    non ha niente

    dei temporali tropicali

    che assorbono

    ogni fiato di vento,

    lasciandoti un’afa addosso,

    un senso d’umido

    che ti appiccica i panni alla pelle,

    ti porta fuori, tra le palme,

    ad implorare l’acqua;

    tra le palme, a prenderti

    quel poco che sgocciola,

    quel poco che basta

    a tener vive le foglie.

    Non c’è culto d’acqua qui.

    Da queste parti la pioggia

    è un fenomeno scontato.

    Ma quanto sbiadisce,

    quanto appanna in città!

    -I vetri delle mie finestre

    somigliano al volto piangente

    di chissà quale madonna

    (ogni donna è Maria)-

    Quanto appanna, quanto rallenta!

    I molli raccordi della campagna

    si fanno duri qui,

    tra queste strade che accolgono

    e poi rimandano.

    Mi manca il verde

    che ho coltivato

    da sola, con mani forti

    e cervello caparbio.

    Io, come mio padre,

    dopo mio padre,

    contro tutte le pietre

    conficcate sotto,

    più sotto a quella

    terra bastarda

    che non voleva

    dar niente.

    Sotto, più sotto

    trovai la pozza

    stracolma d’acqua,

    scavando, scavando.

    Ho contato i giorni dello scavo:

    291 (se non ho confuso annotando).

    291 canicole bevendo latte di fico

    e fucilando il sole, sputandola

    perfino la polvere da sparo.

    Le fontane qui

    son sempre aperte,

    l’acqua la buttano via,

    e le piante seccano

    per il troppo bere.

    Ricordo una volta mi fecero

    correre sotto il sole cocente,

    su per un monte di sassi,

    io chiedevo acqua

    e non avevo che sudore.

    Sentivo gocce scendere

    calde sulla mia fronte

    spianata, i capelli

    si facevano più lunghi,

    io chiedevo acqua.

    Poi quando mi videro sfinita,

    sfiancata sopra un masso

    a testa bassa, che non potevo

    aprire bocca tanto le labbra

    s’erano increspate,

    mi diedero da bere

    e mi parve un oppio

    del migliore che avessi

    tragato; e di colpo

    compensava l’assassinio del sole,

    e la corsa, e lo scavo.

    Aveva un valore che qui,

    nessuno capirebbe.

    Ho contato i giorni di pioggia,

    ho assistito ai cambi di stagione.

    L’emisfero boreale girava,

    e il tropico del cancro

    stava fermo,

    e fasciava il mondo

    come il panno

    che cinge il neonato,

    o i fianchi della donna,

    che è Maria anche lei.

    Qui all’alba, ti desta sempre

    il tintinnio dell’acqua,

    ma non senti mai

    la potenza del tuono,

    il lampo non lo vedi,

    e neppure lo immagini

    quanto è forte.

    Forte che devi scappare

    e metterti in salvo,

    se non vuoi che ti bruci

    come una pianta,

    quando d’estate

    appiccano incendi.

    E un’estate tragica pure la ricordo,

    quando moristi davvero fulminato,

    per queste piantagioni maledette,

    alte più di te,

    e lunghe come un rosario

    senza preghiere,

    e che ti han preso, anche da morto,

    un piccolo cadavere divenuto cenere,

    come se ti avessero bruciato;

    e se ci fosse stata l’acqua,

    chissà! Ti avrebbe spento.

    E io ora l’ascolto tutto questo spreco,

    liquido scialacquio che non sa nulla

    della pelle del serpente,

    che scende, che sgorga,

    che secca le piante

    per il troppo bere.

    Se tu sapessi quante scorte ho fatto,

    quanti barili ho riempito,

    tanti da far ricrescere tutti i filari,

    tanti da spegnere tutto quel fuoco!

    Potremmo bere in eterno tu ed io!

    Son stata previdente,

    ma dopo 291 giorni

    l’ho capito anch’io

    che le premure erano vane.

    Era come avere in circolo

    troppa moneta,

    quella cosa che serve per comprare.

    Han ribaltato tutto,

    e il mio lavoro non serve.

    Qui non siamo

    per le nostre capanne,

    e i nostri morti da qui

    non li sentiamo più.

    Faccio la fine della piante.

    Aspetto tue notizie.

    Rammollisco come i platani maturi,

    quando nessuno li raccoglie.

    ACCETTO IL REGOLAMENTO

  121. Il Tempo

    Vivo di tanto tempo
    e mi sembra che sono nata oggi

    oggi mi sembra che non esisto
    e domani sono nata di nuovo

    ieri sono partita
    e mi sembrava che nemeno non sono stata

    vorrei venire
    pero non so tornare.

    Accetto il regolamento

  122. Fabio Amato
    Nebbia
    foglie sparse nella grigia nebbia di città
    formano malinconici tappeti
    sui bordi di marciapiedi,
    tra gli indifferenti sguardi di passanti
    persi tra le strade e gli incroci
    di vite similmente chiuse
    impermeabili alle altrui esigenze.
    Sono i senza speranza
    trascinati dal vento,
    turbinano nelle coscienze di ghiaccio
    di chi conosce solo l’inverno
    e non sa quanto anche da lui
    dipenda l’estate,
    nè quanto importante sia
    la libera scelta
    di un’esistenza senza legami
    se non quello
    con le proprie emozioni.

    Accetto regolamento

  123. Alzheimer (una sconfinata giovinezza)

    ACCETTO IL REGOLAMENTO

    Ti ha rubato i ricordi
    ad uno ad uno
    dispersi in un prato
    e sopra quel verde di vita
    cortine di nebbia
    e secolari rami secchi

    Hai perso i giochi infantili
    la religione
    tutte le strade percorse
    chilometri di vita
    il nord
    il sud
    ed insieme gli amici,
    tutte le chiavi
    e tutte le parole

    …la libertà

    Il lavoro
    il conto corrente
    i baffi
    gli occhiali
    la casa, il caldo, la gioia
    la noia
    la luce
    il buio
    no, quello no…

    il sapore del vino
    l’odore del vento
    il tuo compleanno
    e tutto il tuo tempo

    Hai perso il mare…
    Quel nostro mare papà,

    Perfino quell’antica cicatrice sul petto
    “Cosa mai mi è successo?”

    Gli occhi ancor più chiari
    allargati
    impauriti
    innocenti di nuovo
    totalmente bambini
    “Chi sei?”

    E tutto diventa sorpresa
    il pesce rosso sottratto alla vasca
    ora è nel fondo della tua tasca

    E non c’è più padre e madre,
    né moglie né figli
    né fame né sete

    Non c’è più amore
    Nemmeno il pudore
    è tutto indolore

    proteine impazzite
    ingabbiate
    orribile gomma che torna e
    cancella pagine intere di vita

    Amarcord…
    No, non ricordo

    confondi le ore, il giorno
    la notte
    il mio nome,
    hai perso il mio nome

    Confondi le ore, il giorno
    la notte
    guarda le stelle,
    adesso son spente nel cielo,
    perché?

    Confondi le ore, il giorno
    La notte
    Immensa è la notte

    Con tutto l’amore che posso
    Nel tempo,
    il Ricordo,
    di te.

  124. Dolce calore di un Istante

    Occhi cosi dolci e misteriosi ella avea
    che pochi uomini ebbero la fortuna
    di scorgere nelle vita…

    Io ne scorsi per un istante la loro magnificenza
    e ne fui catturato e rapito nei sensi,
    profondi come il mare erano e in essi mi persi….

    lineamenti come la regina d’egitto
    e labbra su cui un uomo
    potrebbe morire per un solo suo bacio
    per un angelo come te
    sarei disposto a circumnavigare tutti i mari del mondo
    sino a che al sorger di un’alba iin cui l tuo sorriso baci il sole e mi conduca a te….

    By

    Gaetano Marco Iacona

    accetto il regolamento

  125. LA TUA ASSENZA
    …Nella pioggia,
    fedele amica dei miei silenzi,
    troverò rifugio.

    Una quiete improvvisa,
    calmerà la tempesta
    dell’anima.

    I battiti selvaggi,
    del mio cuore…
    accompagneranno
    il canto della Notte!

    Le gocce,
    cadranno sul mio viso…
    dando vita a pensieri
    invisibili,
    e sensazioni indelebili!

    Gli occhi
    Si chiuderanno,
    e con la tua immagine
    incisa nella mente
    non mi sentirò sola
    Amore Mio!

    Accetto il regolamento

  126. Borghesi Roberto

    che cosa è la luce
    qualcosa che riduce la noia
    la mia bocca beve
    un istante breve
    per farlo eterno
    il suo perno è la gioa
    che sciglie il dolore
    con uno spruzzo d’amore
    faccio rima con cuore
    come un menestrello
    a corto di parole
    la prole della musa
    gioca e non chiede scusa
    del baccanale
    come a carnevale
    e giovinezza si spande
    allegra per calli e lande.
    afferiamo l’istante
    con una mano gigante
    afferriamo il momento
    che il cuore batta lento
    il ritmo della festa
    e non resta che sperare
    nello ieri che sa donare
    il futuro fortunoso
    è lo sposo dell’ombra gioiosa
    il nome della rosa
    è rosa, nome della sposa
    del vento
    io non mi lamento
    e fermo la rima
    prima che lo faccia tu
    amico dal viso blu
    colore amato da picasso
    pittore mai lasso
    di penellare colombe
    dal passo senza trombe
    si mi fermo ora
    anche se vorrei ancora…..

    Accetto il regolamento

  127. BIAGIO BARBERO 31/01/20123
    Accetto il regolamento

    TI HO AMATA

    Bussero’ piano alle porte
    di questa notte lieve,
    fragile come cristallo
    che neppure l’ urlo
    della tua indifferenza
    manderà in frantumi.

    Poi verrà domani
    e nel rumoroso silenzio
    delle parole leggere
    di un bimbo indesiderato
    scriverò il tuo nome
    sulla pergamena ingiallita
    della vita,
    sulle torri argentate
    di Sidone,​
    sulle onde instabili
    di dune assolate.

    Ti ho amata per un attimo
    ed ogni attimo
    ricomincio ad amarti.

  128. LA VOCE DELL’ANIMA

    La voce dell’anima
    si insinua nella mente
    che in silenzio si erge
    e grida il tuo nome.

    La voce dell’anima
    si intenerisce al dolce cullare
    delle tue braccia
    che mi avvolgono
    in luce ed ombre colorate
    di sole al tramonto.

    La voce dell’anima
    scava le pieghe nascoste
    del cuore
    intatto e puro di emozioni
    mai vissute nel tempo
    dei sospiri.

    La voce dell’anima
    è lo specchio imparziale
    del tempo che scorre
    inesorabile giudice
    delle paure e dei gesti
    che si susseguono nella vita.

    La voce dell’anima
    è la mia ricerca del vero
    e del “per sempre”
    che si perde nei tuoi occhi.

    accetto il regolamento

  129. Accetto il regolamento
    Avanzi lentamente

    Avanzi lentamente
    nella stanza spoglia
    solo la tua ombra mi tocca
    gradualmente mi sale addosso.
    Nuda increspatura
    di un io inaccessibile,
    desiderio ambiguo
    che si annulla nella sacra volontà.

  130. Monica Sottili /01/02/2013 accetto il regolamento

    PRIMA DI TE

    Un groviglio di giorni.

    Matasse di fili assurdamente avvinti e sempre uguali.

    Immobili.

    Enormi vuoti d’aria di un tempo che scorre e porta via .

    Porta via ogni cosa.

    Anche il sorriso.

    Anche il pianto.

    I grovigli  i fili e il  nulla ad impedir la voce, ad avvizzire il cuore.

    Un cuore già lacero.

    Calpestato e graffiato.

    Rammendato e poi sdrucito e poi ancora ricomposto.

    Malamente.

    Senza smania di guarire.

    Assente di palpiti e spoglio di turbamenti.

    Come foglio di carta senza parole.

    Musica senza armonia.

    Eppur il corpo si muove e le membra si affrettano.

    Lo sguardo conosce e distingue

    La mano si tende e le labbra son schiuse a recitar parole.

    Parole imbrogliate e mentite.

    A coprire l’anima inerte.

    Immobile come i giorni

    Vuota come il nulla

    Indolente e passiva di tutto e di niente.

    Scarne.

    Moleste.

    Le stelle accese per far luce e verniciar la scena.

    Brevi attimi persi in uno spazio infinito.

    Disadorni di letizia.

    Sterili di ricordi.

    La mia vita.

    Prima dei respiri.

    Prima di questo giorno.

    Prima della vita.

    Prima di te.

  131. Palmieri Placido

    ALBUM

    Ho perduto una tua foto,
    era la più nitida di tutte,
    l’unica in cui tu sorridevi.

    L’ho cercata
    perchè notai subito
    il distacco di quell’attimo 
    che un tempo era diventato mio.

    Risfogliai l’album
    e ne vidi una simile,
    scorgendo in fretta
    quel lieve dettaglio
    che la differiva
     e mutava ogni cosa.

    Continuerò la ricerca 
    e solo quando
    quel piccolo frammento 
    tornerà ad incastrarsi
    nuovamente in quella raccolta,
    lasciata aperta al vento,
    sapro’ bene custodirti.

    ACCETTO IL REGOLAMENTO

  132. Operosa mente che viaggi
    al confine della sventura
    Accogli questo triste pensiero
    Che grida e arde
    nel limbo della consapevolezza.

    Come un albero che si accinge all’autunno
    I miei rami non resistono più al freddo,
    Il tempo ha ormai raggiunto la fine
    E pochi istanti restano da battere.

    Apro gli occhi e vedo un uomo,
    Movimenti lenti, logorati, quasi sfiniti,
    Un trascorso mai lungo quanto duro,

    Movimenti pesanti,
    Come a voler sfruttare, quasi rallentare,
    Ogni istante.

    Ma il tempo, continua a pizzicare le corde
    Sull’arpa della vita e ogni tocco
    Ci avvicina sempre più
    Al termine dei tempi.

    Era più facile ridere,
    Era più facile parlare,
    Era più facile vivere,
    Era più facile persino pensare.

    Oggi ho una mente buia,
    Quasi morta.
    Ricordi e pensieri
    Avvolti da fitte nebbie scure
    Così dense da rendersi palpabili.

    Ed è triste il pensiero,
    Annullando te
    Annullai me.

    Adesso sono qui che
    Ascolto la tempesta di sentimenti
    che l’anima mi trafigge.

    Attendo che questa bruciante
    Memoria si svuoti
    È ciò che di più saggio posso.

    Ti vedo in me
    E che far non so.

    Fuggire o riapparire?
    Sento il sapore di un tempo perduto,
    Passato, volato,
    Come il tempo che scorre
    A suo perpetuo battere.

    Alle mie spalle scorre una pellicola sbiadita,
    Immagini di nude carni
    In cerca di carnali soddisfazioni,
    In quel tempo in cui sembravano essere
    Il culmine di un personale oblio.

    Oggi, qualcosa mi turba l’anima,
    Uno sguardo, un saluto, un abbraccio…
    E quell’ ormai certo oblio scompare…

    Vedo solo i tuoi occhi,
    I miei orecchi sussurrano il tuo nome,
    Offuscando ogni mio sentimento.

    Oggi ho serenità e amore in cuor mio,
    Mancava solo quel vecchio coraggio,
    Attento sostenitore di una sfumata oscurità,
    Spazzato via, dalla sola paura di perderti.

    Ma adesso ho coraggio
    E con un dolce gesto
    Ti saluto per sempre
    Unico amore.

    (Michele Starvaggi)

    Accetto il regolamento

  133. FORMICHE …

    Piccole creature
    si muovono dentro l’Universo
    Portando il proprio peso
    sulla schiena
    Come un tizzone acceso
    Come un fardello
    Creando ogni giorno
    senza ozio
    Sedimentando
    l’esistenza nel proprio spazio
    Superando la salita e la fatica
    portano avanti
    il loro laborioso mondo
    Non si ferma il loro fare
    Si arresta piano …
    Per poi tornare
    ad essere energia
    Onda di vita
    che lascia la sua scia
    Un dipinto vario
    e variegato
    di compiti precisi
    svolti con precisione
    Dentro un castello
    scavato nella roccia
    Si spingono in esso
    e fuori
    come creature amiche.
    Siamo forse diversi
    dalle formiche?

    Tiziana Scuderi

    ( Dichiarò di accettare il regolamento)

  134. ACCETTO IL REGOLAMENTO.

    Questa poesia da il titolo alla mia raccolta di poesie VERSI D’AMORE.

    VERSI D’AMORE

    Versi d’amore, parole doce
    ca nascene int’ò core
    quanno t’annammure.
    Versi d’amore, sì tu
    ca me tiene schiavo è te,
    schiavo è sta passione,
    inferno d’ammore si pé mme.
    Versi d’amore, parole doce
    ca nunn fernesceno maije,
    t’accumpagniano pé tutta a vita.

    Girolamo GRAVINO

  135. ” RONNDINE EMIGRANTE”
    Una rondine sul mio tetto,
    mi saluta ogni mattina, cinguettando
    con diletto, la sua storia peregrina.
    Vola, Vola rondinella vola, ancor leggera
    e bella forte in volo sei, costante,
    anche tu sei un’emigrante. Nell’idioma
    tuo gentile mi hai parlato de suo amor,
    mi hai narrato i suoi sospiri e le pene del
    suo cuor. Tu che varchi mari e monti,
    porta in volo il mio pensier, il mio cielo
    con i suoi tramonti, tenui e rosei la sul mio
    “COLLE”…
    Vola vola rondinella, vola ancor leggera
    bella, forte in volo sei costante anche tu
    anche tu sei un’emigrante.Te ne vai a
    ignoti lidi ma ritorni, io qui t’aspetto
    l’emigrante a te confida i suoi pensieri
    e i suoi affetti. Vola, vola, rondinella
    sul mio petto io ti aspetto.
    Filomena Di Michele Paventi…Canada
    Accetto il regolamento

  136. I COLORI DI ELSA
    Elsa fuggiva,
    loro non lo sapevano,
    non la cercavano neanche.
    Lei era SICURA non la vedessero,
    mentre sgattaiolava dalla porta d’ingresso con le sue scarpette rosse.
    Non si voltava nemmeno, per controllare se qualcuno la seguiva.
    Il suo viaggio terminava sempre nello stesso posto: il bosco.
    Lì raccoglieva tutti i colori
    che, poi, una volta rientrata, usava per dipingere la mente.
    Il marrone ed il giallo in autunno,
    il verde smeraldo d’estate,
    il grigio in inverno
    ed il rosa in primavera.
    Ecco, con questi colori componeva tutti gli altri.
    Colori netti o sfumati.
    Li raccoglieva, nel suo cestino, dopo averci messo sotto un fazzoletto,
    perche non scivolassero fuori,
    e li deponeva all’interno, uno sopra l’altro,
    non si mescolavano, da soli,
    lo faceva SOLO lei,
    una volta rientrata nella sua stanza,
    di notte.
    Lei parlava, con i colori,
    quando li toglieva dal cestino
    e li riponeva sul tavolo, con dolcezza,
    per paura quasi di disturbarli..
    Poi, quando le luci si spegnevano
    e lo spioncino si apriva e chiudeva per l’ultima volta, nella giornata,
    Lei li prendeva e ci volava, insieme,
    ai colori,
    anche se non si muoveva dal letto.
    Non si alzava MAI, dal letto.
    Non poteva, da quando quella lama d’acciaio
    le aveva interrotto il flusso del midollo osseo all’interno della spina dorsale.
    Ora era rientrata,
    oggi era andata bene, aveva raccolto proprio dei bei colori.
    Ci avrebbe fatto delle bellissime chiacchierate,
    pensò,
    Elsa,
    dall’immobilità del suo lettino.
    RL
    ACCETTO IL REGOLAMENTO

  137. Sabrina Fida – Accetto il regolamento.
    Amore a senso unico.

    Aveva la faccia arrossata per i baci ricevuti e donati,
    gli occhi sprizzavano gioia, la pelle odorava ancora di quella di lui,
    l’anima di solito così quieta, era inquieta e sofferente…
    Lei lo amava perdutamente ed ogni volta staccarsi da lui era per lei molto doloroso!!
    E lui cosa sentiva lui quando se lei se ne andava?? Lei non lo saprà mai…
    Ma forse lui provava solo un appagamento del corpo, lei era stata una delle tante donne passate tra le sue braccia.
    Con questa consapevolezza lei doveva vivere e ogni giorno anche un po’ morire.

  138. FUORI EDEN
    (di Veronica Liga)

    Paradisi perduti
    in un bicchiere d’acqua sporca
    mezzo-vuoto..
    Mele della conoscenza
    morsicate dai denti di giudizio velenosi
    dolenti,
    cariati dal troppo dolce
    o dal DNA troppo acido –
    E a forza di competere con il lamento
    la ragione perde la voce
    e si perde anche lei
    per mano con l’Eden…

    ACCETTO IL REGOLAMENTO.

  139. Rita Chinotti 01-02-2012

    Pensieri rotti

    Cadono le foglie sui pensieri della notte
    scende la sera ad imbrunire ogni cosa
    precipita il silenzio a soffocare la vita.

    Restano solo occhi spezzati dal pianto
    anime trafitte da spade di ghiaccio
    cuori assordati dal vento.

    Poi le urla silenziose annegano
    nell’asciutto mare del tempo
    dove il dolor non trova pace.

    (RC)

    Accetto il regolamento

  140. LUCA FADDA – Accetto il regolamento

    FIGLIA AMATA

    Del tuo sangue io sono
    Ma è ingiusto che tu
    Ti riprenda il tuo dono
    Senza pensarci su
    E del buio ho paura
    Non soltanto perché
    La mia età è immatura
    Ma perché sento te
    E’ il tuo corpo da adulto
    Sopra il mio piccolino
    Ma trattengo l’insulto
    Ed attendo il mattino
    Perché quando c’è luce
    Sono solo un’infante
    Ma la notte ti induce
    A trattarmi da amante

  141. E’ IL RICORDO DI QUANDO TE NUDA
    di Daniele Cavalera

    Di te posso scordare tutto:
    l’impazienza e la partenza,
    la lontananza,
    i dubbi e le aspettative.
    Ma non posso dimenticare
    mani che trattengono fianchi…
    quelle braccia mie aggrappate alla tua esile vita.
    E ti stringo a me,
    teneramente tuo…

    Di te posso scordare la follia!
    gli occhi velati e la gioia,
    i sussurri sensuali,
    le parole sconce e il pianto.
    Ma non posso dimenticare i tuoi fianchi,
    come dimeni quelle curve…
    Rievocazione così fragile, come delicata piuma,
    l’oblio non merita.

    E’ il ricordo di quando te nuda,
    su di me, e tu la luna…
    E tracima da me quell’incanto,
    che brilla come pioggia
    luce calda e densa come la nebbia,
    penetrante aria bollente,
    mentre sfioriscono petali rosa
    e germogliano fiori di quercia.

    Passeggi scalza per la casa?
    Al passare dei tuoi fianchi
    si oscura l’intera stanza
    come il cielo quando le nubi…
    Mi basta guardare, osservare, toccare
    e baciare quella esile vita …
    che la vita in me risplende.

    Strane geometrie le tue curve!
    Anche dietro quelle curve, e davanti l’ombelico
    dal contorno d’un chicco d’uva,
    ma salato come l’oliva,
    invita desiderio e fame
    a mordere la carne come fa il puma.

    Cala su di te la danza della mia bocca,
    e sulla tua esile vita estendo le mie mani:
    il mio cuore ferito col tuo amore ora guarisce.
    E baci sulle larghe spalle dalla liscia pelle,
    e al di sotto le colline belle;
    desideri proibiti, e tra quei seni vago errando
    fantasie che perdurano nel tempo.

    Sì, di te posso scordare tutto,
    anche il dolce sorriso …
    ma non dimentico la mia bocca fondersi sulla tua,
    per andare a prendere l’anima,
    penetrando le tue pianure interne, e ritrovandomi poi al tuo fianco
    perdermi ancora nei tuoi occhi,
    usando la lingua come bussola…

    Ti ricordi di quei momenti belli,
    serrata al mio petto,
    origliare gli echi dell’anima, e palpiti,
    tra di essi la quiete, e caldi i rimbombi?
    Uno accanto all’altro e alla pari i nostri cuori,
    accompagnano i rumori
    della notte silente dell’Amore

    -Accetto il regolamento della Gara Poetica Gratuita “Ad Lucem” e do il consenso al trattamento dei dati
    In fede Daniele Cavalera

  142. (Accetto il regolamento)

    CATARSI
    (sonetto a rime alternate)

    Giorni persi in accese rimembranze:
    Pensieri immondi, fantasie fregiate,
    Coltivate in boschi di speranze
    E perdute in pagine sciagurate.

    Notti insonni, biecamente oscure,
    Ricolme di bruma e sogni confusi
    Ma sempre precisi in sorde paure
    Negl’ occhi al mattino sempre rifusi.

    Poi tu, lenta e discreta,
    Poi tu, nuovo candore,
    Poi tu, fatta d’attesa.

    Spolvero ‘l cuore da passati di creta,
    Guardo i tuoi occhi con nuovo fulgore,
    Trovo la fiamma d’impeto accesa.

    T3

  143. Magda Patti- ACCETTO IL REGOLAMENTO

    SENZA RETE
    Voglio tornare
    trapezista senza rete.
    Ad occhi chiusi, poi bendata
    e a luci spente
    per esser piu’ audace
    nell’incertezza.
    Nuda la mente.
    Buttarsi a capofitto
    con due mani, poi con una…
    e infine a testa in giu’
    per sentir meglio
    l’ebbrezza dell’ abisso.
    Servirsi dell’istinto
    spogliarsi di ogni ragione.
    Staccarsi per il gusto di rischiare.
    A luci spente, nudo il cuore.
    E poi osare
    e osare nuovi voli,
    fiutando l’altro appiglio nello slancio.
    E infine, ad ogni evoluzione,
    li’, nel buio dell’ignoto,
    nella mente,
    dentro il cuore
    quell’ unica certezza,
    …..quella sola:
    ” se non ci si schianta,
    adesso, si vola ”
    (ho ripubblicato la poesia poiche’ la prima volta che l’ho fatto ho dimenticato di accettare il regolamento)

  144. LISA DAGLI OCCHI BLU

    Capita, di tanto in tanto, che una donna
    confonda piacevolmente i miei pensieri
    e io mi trovi a fotografare una luna
    sopra un mare risolutamente sereno.
    Ti aspettavo, senza nemmeno saperlo,
    da molto tempo e adesso, all’improvviso,
    sei arrivata, senza né annunci né trombe,
    a scompigliare l’ordine sparso dei sogni.

    Di Guido Comin (PoetaMatusèl)

    Accetto il regolamento del concorso.
    Copyright © 2012 Guido Comin

  145. UNA GENERAZIONE.
    Non si misura il tempo con le foglie
    che cadono in silenzi controvoglia.
    Ci si consola salutando vecchi.
    superstiti di un’epoca scaduta
    come naufraghi di una stessa storia
    prossima a confluire nella memoria

    Accetto il regolamento

  146. POST TENEBRAS

    Il portatore di luce,
    con i suoi occhi di brace,
    accende le tenebre
    con ingannevole attrazione.
    Incanta gli sguardi sul cielo fosco
    coprendolo di infiniti diamanti
    che brillano ma non illuminano.
    Nel mistero è seducente
    la sua eterna bellezza.
    Dietro il disincanto c’è il luccichio
    per attirare le anime perse
    verso il vortice della follia.

    ( accetto il regolamento )

  147. GIRASOLI
    Sono rimasta ad ascoltare gli uccelli
    stamani, che hanno violato
    i sigilli della notte
    col frullare chiassoso
    delle piume.Hanno salutato
    il giorno con un canto nuovo
    o forse no.
    dai girasoli dei pensieri
    ho strappato i petali, a uno a uno,
    delle mie amarezze.
    (accetto il regolamento)
    Agostina Spagnuolo
    con un canto nuovo, o forse no.

    (accetto il regolamento del concorso)

  148. le labbra chiuse
    forse quasi in attesa
    di primavera (D)

    Cancellerai quei colori solo per amore,
    il vento che soffiava le parole vuote
    e tremava polvere di cielo fra i capelli.
    Sarai follia per tutti i tuoi ricordi ciechi

    Sbiadirai di velo, un confetto ad ambra
    fra tutte le luci fioche che attendono
    forse una risposta od un temporale
    a spazzare via le pene ed i dolori grigi

    Coltiverai gli sguardi solo per inerzia,
    silente vendetta delle albe abbandonate
    alla loro vuota vanità di terra bruna.
    Quanta fortuna restituita al mare

    Sarai rimorso o compassione sfumata,
    odio conteso fra la dolcezza e il segno
    inciso ad arte sulle ossa e nella roccia
    che tremava rune per non ricordare

    Cancellerai carezze e baci dati al cuore,

    le labbra appena socchiuse, sussurrate,

    ancora rosse di un tramonto lieve.

    (accetto il regolamento. Stefano Drakul Canepa)

  149. Gela il coraggio
    il dolore che circonda
    la veglia,
    sospiri dentro parole
    che soffocano l’ansia.
     
    Rose spinose e fili d’erba
    una nota di colore
    dentro il grigio del cuore..

    Aspettando il sole
con la pioggia
negli occhi;
un pianto antico 
si eleva in alto,
mendica giustizia.
Criniera del vento
gela il coraggio
di un fiore sbriciolato..

    (accetto il regolamento del concorso)

  150. UN UOMO

    «Quanto tempo ho aspettato
    quante volte ho pensato che toccasse a me
    di uscire
    Riuscivo ad arrivare alla porta
    mi prendevi alle spalle per impedirmi
    di uscire
    Tornavo nella mia stanza a sperare
    non potevi per sempre proibirmi
    di uscire
    Ma oggi camminerò a piedi nudi
    non mi sentirai quando starò
    per uscire»

    Riempì l’occhio dell’uomo
    cominciò a traboccare.

    Scivolò sulla guancia
    quella lacrima felice.

    (accetto il regolamento del concorso)

  151. Appeso alla vita…

    Appeso alla vita
    ogni attimo vissuto
    frammenti di gioie, dolori
    si mescolano
    rendendo vita
    ciò che è l’illusione
    dell’attimo vissuto
    Un ricordo
    un intero pensiero
    disperso nell’universo
    Appeso alla vita
    in un mare di fuoco
    lamenti e tormenti
    reagisce
    si allunga al sole
    appeso alla vita
    un soffio di vento
    e poi tutto svanisce.

    (accetto il regolamento)
    samamantha verchi

  152. Brooke Borgia 02/02/2013

    un silenzio di passi soffici
    sovrasta la marea bianca
    l’arcobaleno si nasconde
    tra limpidi ed innevati
    solchi della mia anima
    ma una mano tremula
    ha dipinto guardinga
    una macchia di colore
    per poi dissolversi tra
    il grigio di emozioni
    ancora da scoprire…

    (accetto il regolamento)

  153. Maledetti d’Amore

    Ho chiesto al vento di te, furioso mi ha detto:
    “L’ho lasciato tra spiagge di luce e mari di fuoco,
    tormentato e indeciso nella sua nuda essenza.
    Oh! Vento impetuoso ascolta il mio pianto,
    riportalo a casa, vola nel tempo.
    Tu, tempo vorace: non provi pietà
    per questa mia croce? Torna indietro
    ti prego, prendi i miei anni ma fa che ritorni!
    Tu, luna splendente che vedi la notte
    e non temi la morte, guardati attorno
    conducimi a lui, te ne prego…stanotte!
    La voce di luna mi parla sommessa:
    “ Ho vegliato e cullato le sue ultime luci,
    ha chiuso i suoi occhi nell’immenso mio mare.
    Gli ho lasciato un sentiero tracciato di pace,
    ma lui si è perduto tra ombre rapaci “.
    Quale Dio pregare per farlo tornare,
    quale grido inventare per rompere il vuoto?
    Il nulla mi chiama, è grande…è potente!
    Mi attira suadente, mi penetra dentro.
    Si tinge di nero questo mio cielo
    tra ombre rapaci adesso lo vedo!
    Maledetti d’amore… per noi la condanna!

    accetto il regolamento!

  154. TU
    Vedi che io posso abbracciarti senza che tu mi senta?
    non è un filo di pelle che ci sollecita la speranza.
    Io ti desidero e amo, attraverso quella luce che è li ……posteggiata!!!.
    attorno a quell’alone di pensiero furtivo,
    che invade il mio spazio.

    accetto il regolamento

  155. Insegnami ad amarti,che a soffrir
    nel vedere la tua indifferenza
    ho gia’ imparato,portami nelle tue
    estati e saro’ soffio di brezza
    sensuale che carezzera’ le tua pelle,
    insegnami ad amare le tue
    piccole cose, saranno le grandi
    cose che curero’ in ogni tempo,
    alzami croci dove potro’ pregare
    sotto alle tue parole,lasciami
    fermo nelle tue orme per far
    che io agli astri ricordi che anch’io
    nel tuo cuore son svanito,insegnami
    a piangere perche’ all’ultimo bacio
    che mi darai diverranno ruscelli di
    dolore le lacrime che scivoleranno
    dagli occhi che da un sogno ti
    hanno raccolta….

    accetto il regolamento

  156. Momenti mancati

    (A mio fratello)

    Riallaccio la cortina dei miraggi
    di spoglie pagine incolori
    tra le folate corte di giorni incontinenti
    come di un mappamondo senza freni.

    Un treno faticoso era per te quel viaggio
    su un solco troppo lento da bere in un momento
    da amare in una notte
    o da fumare con il gusto di un ricordo.

    A noi preferivi proni paesaggi di confine
    e abbracci famelici di donne di passaggio
    quando già la tua linfa breve
    consigliava quiete e affetti certi.

    È con malinconia lunga che mi ostino a cercare
    tra la poltiglia di modelli evanescenti
    il tuo sorriso di amaranto
    perito nel tempo di uno scatto.

    Giuseppe Mandia
    Accetto il regolamento

  157. IL MIO SOGNO

    Aprire lo sguardo
    non è vita che riappare
    se nel sogno stringi il mio corpo
    e all’ alba di questo mi accontento

    accetto il regolamento

  158. Una voce d’esilio

    E’ una voce d’esilio
    e mi richiama alla mente un altro cielo
    ora che intento a sfamare i ricordi
    m’abbandono ai ricorsi del tempo.
    E rinasce il rimpianto
    d’un’altra primavera, d’un altro sole
    che colori i miei giorni
    e mi ridoni la gaiezza di ieri.
    Un pensiero struggente mi regala
    una nuova emozione della mia giovinezza
    ed io m’arrendo ad un vento di gioia
    che mi penetra dentro
    e mi consola
    delle passate stagioni.

    Accetto il regolamento

  159. Davide Cilibrasi

    Gelido vento
    che, della vecchia,
    cattura lo stanco
    salmodiare e torna
    caldo. Confortante.

    Accetto il regolamento

  160. SI CHIUDE CON 169 POESIE PARTECIPANTI IL CONCORSO.

    TRA UNA DECINA DI GIORNI TROVERETE I RISULTATI ED I 3 VINCITORI

    PER TROVARE FACILMENTE I RISULTATI BASTERA’ SCRIVERE NELLA BARRA DI RICERCA (IN ALTO NEL SITO ED IN BASSO) LE PAROLE: AD LUCEM

  161. Scusate…..
    a quando il prossimo concorso ??? sono arrivata troppo tardi……non lo sapevo !! :(

    1. Ciao Carmela, continua a seguirci. Abbiamo sempre delle novità letterarie (e non solo) divertenti.
      Online trovi il Concorso Scansia, in scadenza a fine marzo.
      A breve uscirà il bando per la Quarta Edizione del Concorso Nazionale Letterario “Oubliette 04”, e dovrebbe anche uscire qualche altro concorso con dei libri in regalo!

      Per leggere il regolamento di Scansia:
      http://oubliettemagazine.com/2013/01/08/concorso-poetico-scansia-vinci-25-libri-con-oubliette/

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