“Spicchi e specchi”, raccolta poetica di Daniela Taliana – recensione

Il tenue raggio di una primavera/ ancora incerta e capricciosa,/ scalda un sommesso mormorio/ che davanti alla chiesa aspetta/ chi oggi andrà all’altare non più solo/ come bianca sposa.// Il tuo sguardo confuso tra la gente/ approda nel mio come scialuppa/ dopo una lunga ed estenuante tempesta,/ sciogliendo in un lungo attimo/ resistenze e rassegnazioni tra/ le mie braccia che ti sostengono.” – “Quel giorno”

La giornata della sposa bianca, la giornata nella quale la giovane donna indossando le sue più pure vesti si reca consapevole della situazione futura: essere il centro della famiglia, essere il sostegno di un’altra persona, di un’altra anima.

Spicchi e specchi”, edito nel 2012 dalla casa editrice Aletti Editore per la collana “Gli emersi poesia”, è una raccolta poetica dell’autrice Daniela Taliana (Tripoli – 1964). La silloge è vincitrice del “Premio Internazionale Città di Ostia-sezione Ostia con Amore”, del Premio di Poesia al Concorso “Il Telescopio” di Casalpalocco, del Premio di Poesia al Concorso Internazionale “L’Airone d’Oro”, e del terzo posto del “Premio Internazionale di Poesia Memorial Gennaro Sparagna”.

La prefazione “Saper Amare” è firmata da Francesco Facciolo. La foto di copertina è della stessa autrice, è intitolata “Il Faro” ed è sotto lo pseudonimo di Ghibli, utilizzato da Daniela nelle sue opere pittoriche ad acquarello.

“Spicchi e specchi” consta di cinquantina di liriche nelle quale prevale nettamente la tematica dell’eros. Eros intenso come amore in ogni sua forma, ma con una forte percentuale della componente sentimentale che si crea nell’amore fra uomo e donna.

Il lettore si troverà davanti spicchi di momenti, sensazioni descritte con l’ausilio della memoria emozionale; e ci saranno spicchi per l’amore verso i figli, spicchi per l’amicizia. Spicchi verso gli incantesimi:

Una vecchina dal corpo esile/ e il volto consumato dall’età,/ mi è apparsa in sogno l’altra notte/ per farmi un incantesimo.// Ho sentito la sua voce stridula/ ferirmi i timpani/ e farmi sanguinare il cuore.// Mi ha parlato di te/ mi ha descritto il tuo sguardo,/ mi ha fatto sentire il tuo profumo/ ed il tuo calore/ per poi negarti a me per sempre.//[…]” – “L’Incantesimo”

La silloge presenta un’altra grande tematica, preannunziato anche’esso dal titolo, che si materializza in specchio, lo sguardo attento dell’autrice si riflette sul trascorso con un fare critico ed autoritario.

L’Io poetico si manifesta agile nel pensiero, attraversando correnti direzionali che riportano all’attimo in cui il tempo non ha avuto la corona, all’attimo in cui le energie dell’amore erano libere di urlare.

L’importanza del concetto temporale annesso alla tematica dello specchio crea, di conseguenza, una discussione interiore, di cadenza malinconica, fra l’Io ed il Tempo:

È già sera/ ed il tempo delle cose mi appartiene.// L’odore della notte non riesce a distinguersi dal giorno,/ proprio come questo orizzonte infinito/ che inghiotte i miei sogni.// Il palcoscenico della mia vita/ lascia scorrere immagini ingiallite dal tempo,/ che contengono la dolce malinconia di questo momento.// Adoro il tempo delle mie cose/ che lascia spazio ai pensieri,/ ma non dimentica l’essenza della mia vita.” – “Il tempo delle cose”

 

 

Written by Alessia Mocci

Addetta Stampa (alessia.mocci@hotmail.it)

 

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