Haifaa Al Mansour prima regista donna dell’Arabia Saudita ed il suo film “Wadjda – La bicicletta verde”
Haifaa Al Mansour è la prima regista donna dell’Arabia Saudita ed è ritenuta una delle più significative figure cinematografiche del Regno. Ha ricevuto la Laurea in letteratura dall’Università Americana del Cairo e ha completato il Master in Regia e Studi Cinematografici all’Università di Sydney.
Il successo dei suoi 3 cortometraggi, così come il clamore internazionale suscitato dal documentario “Donne senz’ombra”, hanno influenzato una nuova ondata di registi Sauditi e trasformato la questione sull’apertura di nuovi cinema nel Regno in una discussione da prima pagina.
All’interno del Regno, il suo lavoro è da una parte acclamato e dall’altra denigrato per aver sollevato argomenti in genere considerati taboo, come la tolleranza, i pericoli dell’ortodossia, ed il bisogno dei Sauditi di guardare con occhio critico la propria cultura tradizionalista e restrittiva.
Grazie ai suoi film ed ai lavori per televisione, Al Mansour è famosa per riuscire a penetrare quel muro di silenzi che circonda le vite delle donne Saudite, e fornire un palco per le loro voci inascoltate.
“Sono così fiera di aver girato il primo lungometraggio mai filmato interamente nel Regno. Io vengo da una piccola città dell’Arabia Saudita dove ci sono molte ragazzine come Wadjda, che hanno grandi sogni, forti personalità e tanto potenziale. Queste ragazzine possono rimodellare e ridefinire la nostra nazione, e lo faranno.
Era importante per me lavorare con un cast tutto Saudita per raccontare la storia in maniera autentica, con voci locali. Filmare è stata un favolosa collaborazione multi-culturale che ha portato due troupe immensamente dotate, dalla Germania e dall’Arabia Saudita, nel cuore di Riyadh. Spero che il film offra una visone unica del mio paese, e che parli del tema universale di speranza e perseveranza alla quale possano relazionarsi persone di ogni cultura.”
Wadjda (La bicicletta verde) è una bambina di 10 anni che vive alla periferia di Riyadh, la capitale Saudita. Nonostante viva in un mondo tradizionalista, Wadjda è una bambina affettuosa, simpatica, intraprendente e decisa a superare i limiti imposti dalla sua cultura.
Dopo una lite con l’amico Abdullah, un ragazzino del quartiere con cui non avrebbe il permesso di giocare, Wadjda mette gli occhi su una bellissima bicicletta verde, in vendita nel negozio vicino casa. Wadjda vuole disperatamente la bicicletta per poter battere l’amico Abdullah in una gara.
Tuttavia la mamma di Wadjda, per paura delle possibili ripercussioni da parte di una società che considera le biciclette un pericolo per la virtù delle ragazzine, non permette che la figlia abbia una simile diavoleria.
Wadjda decide quindi di provare a guadagnare i soldi da sola, consapevole che sua madre è troppo distratta per accorgersi di ciò che accade, occupata com’è a convincere il marito a non prendere una seconda moglie. Ben presto però i piani di Wadjda vengono ostacolati, quando viene scoperta a fare da “corriere” tra due innamorati.
Giusto nel momento in cui sta per perdere la fede nei suoi progetti di guadagno, viene a sapere del premio in denaro per la gara di recitazione del Corano. Così si dedica completamente alla memorizzazione e recitazione dei versi coranici, e le sue insegnanti cominciano a vederla come una ragazza pia.
La gara non sarà facile, specialmente per una “combinaguai” come Wadjda, ma la bambina non demorde. É determinata a combattere per i suoi sogni…
che fantastica scoperta!
Eh già?! Far conoscere le diversità e le uguaglianze dell’essere umano è il nostro compito preferito!