“Istoria di un’anima”, bio dramma dall’opera di Giacomo Leopardi, 17 novembre 2012, Latina

Sabato 17 novembre 2012 presso Opera Prima Teatro alle ore 21:00, in via dei Cappuccini 76 a Latina, si volgerà il bio dramma dall’opera di Giacomo LeopardiIstoria di un’anima” scritto ed interpretato da Piero Morelli.

Forse soltanto i grandi negatori sono i grandi innamorati della vita; forse soltanto loro sanno cogliere la trafiggente bellezza del caduco, il fascino ultimo di ciò che è nato per svanire”; è così che esordisce il commento di A Silvia di Rolando Damiani – Andrea Rigoni, per la collana I Meridiani Mondadori.

Istoria di un’anima (titolo dato dallo stesso Leopardi ad un progetto di autobiografia romanzata del 1828 rimasto incompiuto) è il tentativo di tracciare una “biografia drammatica” che intende legare vita, pensiero e produzione letteraria di una delle più elevate “anime” del suo e di tutti i tempi.

In un percorso che scandisce cronologicamente biografia e letteratura di Giacomo Leopardi, vengono dunque intrecciate le fonti comunemente definite più “autobiografiche”, l’epistolario e lo Zibaldone, agli scritti poetici e prosastici più e meno noti, a partire da esperimenti eruditi giovanili come La dissertazione sopra i sogni, il Saggio sugli errori popolari degli antichi, la Storia dell’Astronomia e da abbozzi di opere quali il “flusso di coscienza” degli appunti dei Ricordi d’infanzia e d’adolescenza, al magistrale autore dei Canti, da Il primo amore a La luna, a La vita solitaria al Canto Notturno di un pastore errante dell’Asia a A stesso, fino al mordace prosatore delle Operette Morali.

Nella pur fluttuante e lacerata “storia dell’anima” leopardiana si evidenziano così alcune costanti tematiche: l’amore idealizzato e intenso per figure femminili e maschili, le considerazioni sull’infinito e la teoria del piacere, la visione di una Natura benigna-maligna, fattrice e distruttrice dell’uomo e, soprattutto, la lunarità della sua produzione, che si evidenzia nei frequentissimi appelli alla regina della notte, simbolo di infinito e di purezza ma anche dell’imponderabile e tragico mistero dell’universo, e spesso contrapposta alla luce-ragione proveniente dal Sole, distruttiva di qualsiasi “lunare” illusione umana.

Ed è proprio l’alternarsi, fisico e simbolico, di luce e tenebra a caratterizzare la messinscena, riflettendo drammaturgicamente l’insanata scissione del pensiero leopardiano: esse domineranno uno spazio scenico vuoto, stanza-prigione recanatese illuminata fiocamente dalle candele di una scrivania dove il giovane conte soffoca in uno studio “matto e disperatissimo” il suo inesauribile anelito di vita, ma anche biblioteca-mondo, infinito non-luogo e non-tempo dove si è drammaticamente espressa l’inesausta creatività di colui che, proprio nell’abbozzo di Istoria di un’anima, temeva di non avere a lasciare di sé “alcun vestigio durevole”, divenendo, al contrario,  nella considerazione dei posteri, uno dei più elevati genii della tradizione letteraria occidentale. A sottolineare tali contrasti contribuisce l’accompagnamento musicale, tratto da sonate di Beethoven.

Autore dell’adattamento, regista ed interprete di Istoria di un’anima è Piero Morelli, docente, regista e attore teatrale di Latina, autore di varie regie da Shakespeare (What is the night?, All the world’s a stage), Tasso (Aminta), Poe (A dream within a dream), Wilde (The Canterville ghost), Boccaccio (Elegia di Madonna Fiammetta), Laclos (Le relazioni pericolose). Ha inoltre collaborato, in qualità di recensore, a riviste teatrali locali e nazionali quali la “storica” Primafila.

 

 

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