“Nel tempo di mezzo” di Marcello Fois, recensione di Rebecca Mais
“Michele Angelo aveva tutta l’aria di uno che la malattia sapeva tenerla a bada, come aveva saputo tenere a bada ogni cosa nella sua vita. Anche il dolore. Anche dover assistere alla decimazione perfetta di tutta la sua famiglia.”
Di sovente accade che pomposi ed impegnati romanzi giungano alle finali di altisonanti Premi letterari e che talvolta ci si domandi chi realmente abbia letto siffatti libri. Anche “Nel tempo di mezzo” (Einaudi 2012) ha avuto la fortuna di trovarsi tra i favoriti vincitori del Premio Strega prima e del Campiello poi, ma non ha avuto l’onore di stare sul gradino più alto del podio. Marcello Fois avrebbe meritato entrambe le vittorie grazie alla sua ultima fatica che non può di certo passare inosservato dagli amanti della letteratura.
“Nel tempo di mezzo” è la storia di Vincenzo Chironi, figlio di Luigi Ippolito Chironi, eroe della Prima Guerra Mondiale originario di Nuoro, e di Erminia Sut, friulana conosciuta durante la guerra. Vincenzo sbarca in Sardegna nel 1943 con l’intento di ritrovare le sue origini o ciò che ne è rimasto. Per lui è la prima volta su quell’isola così astrusa ed arcana ma non gli ci vuole troppo tempo per cominciare ad apprezzare i luoghi e la gente del posto, nonostante la difficoltà del vivere giornaliero. Scopre che il nonno Michele Angelo e la zia Marianna sono gli unici due parenti rimasti in vita ed è con loro che prosegue, o ricomincia, la sua vita, tra amore e soddisfazioni, disgrazie e rassegnazione.
Si tratta essenzialmente di una storia d’amore, nel senso più ampio del termine. Amore per quel nipote che ha riportato la vita in casa Chironi (quella famiglia Chironi ben nota a coloro i quali si sono cimentati nel precedente “La stirpe”) e per Cecilia che ha permesso a Vincenzo di scoprire una nuova vita. Ma ciò che la vita ci regala, in modo analogo può esserci tolto ed è necessario esserne consapevoli, sempre.
Ci sono poi le premonizioni di Marianna che ci conducono in un mondo ancora più misterioso ma non così irreale come si potrebbe pensare. Perché in taluni luoghi non è raro imbattersi in storie simili e sarebbe sufficiente recarsi nella stessa Nuoro per comprendere meglio.
“Nel tempo di mezzo” è un’oscura visione della Sardegna del dopoguerra, è la descrizione di una vita che oggi si è modificata radicalmente, ma solo esternamente.
È un fiume di parole, una ballata d’amore, che trascina impetuosamente il lettore in una climax ascendente di emozioni e riflessioni profonde sul significato dell’amore, della famiglia e della natura che non sempre è benigna con l’uomo.
Con uno stile dal respiro remoto, Marcello Fois è in grado con il suo libro di proiettarci in una Sardegna per molti sconosciuta e di farci cogliere nel profondo ogni espressione, ogni incertezza e ogni pensiero del protagonista che altro non desidera che trovare quella famiglia mai avuta e comprenderne intimamente il valore.
“Se vorrai diventare parte di questa terra, imparerai cosa significa strazio… E’ la maledizione e la benedizione delle isole: sempre andare e sempre tornare… con strazio.”
Fois è un grande scrittore, la tua recensione glielo riconosce. Il libro meritava di vincere ambedue i premi, ma già ha vinto tutti i nostri cuori: Fois mirava a questo.