“Cucina Povera”, secondo disco dei manzOni uscirà il 2 ottobre 2012

Il 2 Ottobre 2012 uscirà “Cucina Povera“, secondo disco dei manzOni per Garrincha Records.

 

La difficile arte di fare le cose semplici, di tastare assaggiare mordere ogni giorno quotidiano. La cucina povera del vivere: quando è buona, quando è lontana dalla complessità forzata, dall‘ipertrofia del kitsch, dalla falsità a bassa modulazione di un vivere amorale. Trasportare tutto questo in nove canzoni furibonde, anche quando all‘apparenza sembrano quiete, vuol dire riferirsi al secondo disco dei manzOni.

Cucina povera”: a due anni dall‘esordio che aveva il nome del gruppo, ad uno dall‘ep “L‘astronave” che di quel disco raccoglieva uno dei brani più incidenti e altre tracce escluse – e dopo tanti concerti sorprendenti con un seguito di pubblico crescente. Il gruppo veneto torna con un nuovo lavoro che ne conferma la potenza e alza non di poco il livello del songwriting.

E ancora una volta la biografia si fa sangue, e il sangue impasta l‘humus post-rock di marca Constellation di una delle più belle e intense sorprese dell‘indie-rock italiano degli ultimi anni.

Luigi Tenca, oggi cinquantanovenne, dice e canta parole che raccontano la sua-propria- storia-universale. Il mestiere di vivere narrato in dettagli carveriani, palpitazioni alla Ciampi, canzoni che diventano sempre più canzoni evitandosi i ritornelli: perché non ritorna niente, tutto avviene, segna, un giorno dopo l‘altro, con quel cognome che non sai se è una beffa o un sigillo venuto male, di uno venuto a patti con la musica quel tanto che basta per rimanerci dentro, proprio come per la vita.

E poi chi la musica la fa: Fiorenzo Fuolega, Carlo Trevisan, Emilio Veronese, Ummer Freguia, tutti trentenni al seguito di quella fiamma d‘uomo che brucia.

Quattro chitarre, quattro cavalli lanciati nella pianura e nei falsopiani delle parole di Luigi, due che diventano colpi di batteria e flussi di loop.

Tensioni che s‘intrecciano, nervosismi e landscapes sonici, crescendo che sanno di artigianato e fatica.

Il post-rock è la nostra musica popolare, arroventa l‘unica utopia rimasta, quella di muscoli cardiaci che urlano liberi il loro intenso senso di esistere.

Di questo i manzOni sono portatori, vittime, alfieri. Di questo “Cucina povera” è un canto costolare e ieratico. Una confidenza che esplode nel cosmo.

Un colpo inferto all‘abuso del nulla. Un qualcosa che allarga lo spettro d‘emozioni di chi ascolta e ricorda che, sì, c‘è ancora una possibilità, almeno una.

Almeno per ciò che raccorda il sangue e le stelle.

 

 

Info:

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