“Ferro sette”, romanzo di Francesco Troccoli – recensione di Lorenzo Carbone

‘Ferro sette‘ è un romanzo di fantascienza che non si piega particolarmente a classificazione di genere. Una delle doti di Francesco Troccoli è quella di saperci catapultare immediatamente in un futuro piuttosto lontano dal nostro nel quale l’umanità ha letteralmente perduto il sonno.

Questo e il fatto che la società umana in genere in un momento non precisato della sua storia ha messo al centro di ogni cosa il criterio di produzione sono i perni intorno ai quali ruota tutta la narrazione. Nessun dettaglio o descrizione è slegata da un resoconto realistico di questo  mondo ipotetico.

Un elementro che contraddistingue e rende piacevole la lettura è l’accuratezza con cui l’autore riesce a descrivere gli stati d’animo dei protagonisti. È proprio in questo che questo romanzo si discosta dal genere di fantascienza nel quale, generalmente, non si da eccessivamente peso al mondo interiore dei personaggi.

Non mancano certo i colpi di scena e le scene cariche di adrenalina, che si succedono convivendo con le riflessioni di Tobruk Ramarren, il protagonista della storia.

Parlando del protagonista si può dire molto, senza però togliere al lettore il piacere di scoprirlo lentamente durante la lettura. Prima di tutto possiamo dire che è un personaggio piuttosto misterioso, sempre sulle sue e diffidente finchè però gli eventi lo spingeranno a combiare e a fidarsi di nuovo degli altri.

‘Ferro sette’ è anche uno spaccato psicologico di un uomo che, nonostante le sue esperienze negative passate, e nonostante tutte le circostanze avverse reimpara ad amare la vita e ad apprezzarla.

Chiaramente è importante per gli equilibri della storia lo scontro tra gli opposti, bene e male, che rispecchiano le difficoltà e il disagio che prova il protagonista quando deve prendere una decisione. Non è troppo velato il messaggio che l’autore ci vuole lasciare attraverso questa allegoria fantascientifica della nostra società attuale.

Da una parte questo romanzo è un grido di libertà e forse anche un avvertimento ai giovani di un futuro che potrebbe essere non poi così lontano.

Questa rappresentazione iperralistica di un mondo futuro sottoposto alla schiavitù non manca però di fornirci la rappresentazione di un modello di un uomo, che con le sue azioni, con l’aiuto di altre persone, può almeno avere la speranza che il suo agire nella direzione giusta possa cambiare in positivo le sorti della sua esistenza.

Nel complesso, quindi, un libro molto ben scritto che si può tranquillamente consigliare ad un pubblico che copre più o meno tutte le età.

 

Written by Lorenzo Carbone

 

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