Intervista di Giuseppe Giulio alla compagnia teatrale Punto e Virgola: Otto donne…per un mistero dal 15 settembre a Roma

Il mistero è la parola “protagonista” di un assassinio divenuto oggi oggetto di rappresentazione teatrale, scritto da Robert Thomas e commesso nuovamente da un gruppo di otto donne, protagoniste di un ciclo di grande e inesplicabile alterazione della verità. Questo è quello che leggo dal rapporto che mi è stato portato da un mio stretto collaboratore, in una notte fredda e cupa, che anticipa il santo natale, in cui il suono del vento fa da cornice, alla fanciullezza dell’aria.

Sono il commissario Giuseppe Giulio e sono stato chiamato a risolvere uno dei casi più misteriosi, e agghiaccianti della città romana. Un caso in cui otto donne si mascherano da probabili assassine dell’unico uomo presente nella villa, di nome Marcel un uomo ucciso misteriosamente, durante la notte, unica e sola anima gemella del nostro nuovo mistero.

Un delitto in cui le otto donne si accusano a vicenda come si legge dal rapporto, ma come sempre tutto non quadra. Come possono otto donne, legate tra loro da rapporti di parentela oppure di lavoro, diventare custodi di un inconfessabile segreto, perché dalle foto inviate dai primi accorsi sulla scena, le otto misteriose donne recitano un ruolo perfetto, che addirittura traspare dalle immagini da me in possesso. Una professionalità che ha portato loro al successo negli anni precedenti e a commettere lo stesso delitto per altre diverse stagioni. Un vero e proprio giallo che ha stregato un’ intera platea di critici e giudici.

Otto personaggi femminili che s’ impadroniscono della scena, diventandone protagoniste assolute sia singolarmente che come corpo unico, malgrado ciascuna abbia la propria personalità e la propria storia, ma soprattutto di come ognuna sia legata ad un solo e unico regista. Un Uomo affabile, schietto, intelligente e astuto che potrebbe, forse svelare finalmente il nome dell’assassino. Una personalità maschile devota e determinata, pronto a svelare su questa sedia, i segreti più nascosti della femminilità e delle sue otto donne. Sono le ore 19:00 e Paolo Mellucci torna a sedersi su questa poltrona romana, per raccontarci, ancora una volta la sua nuova sfida, firmata made in Pink.

 

G.G.: Che Cosa rappresenta per lei la femminilità?

Paolo Mellucci: Non è facile definire in questo momento storico il termine femminilità. Diciamo che la femminilità dovrebbe essere quel senso di piacevolezza e di sensualità pulita che colora la vita e i rapporti. E’ quel tocco particolarmente piacevole che proviene dalla specifica peculiarità comportamentale tipica del sesso femminile. Insomma dovrebbe essere una componente molto importante che rende la donna diversa  dall’uomo, e che dovrebbe essere un aspetto positivo dell’essere donna.

Paolo Mellucci: In realtà scopriremo che determinati comportamenti che le protagoniste avranno sulla scena sono consequenziali a quelle di un singolo uomo. In ogni modo questo mistero racchiude molte sfaccettature dell’essere femminile, dalla sensualità alla gelosia, passando per l’invidia e l’ignavia per sfociare nell’isteria e nella falsità. In tutto questo non manca una ventata di eros e di sana competitività amorosa.

 

G.G.: Perché otto donne?

Paolo Mellucci: Otto donne che, mettendosi in gioco e tirando fuori i propri scheletri nell’armadio, in realtà rappresentano ciascuna per grandi linee i 7 vizi capitali. Le mi chiederà commissario, ma allora perché non7? La risposta è molto facile: ma perché le donne ne sanno una più del diavolo!!! Dopo una lunga e accesa discussione con il primo indagato, i segreti di questa nuova sfida rimangono irrisolti, che nuotano ancora una volta nell’ombra. Non ci resta che lasciare il regista del delitto, per andare a conoscere di persona le otto donne…per un mistero. La villa borghese è immensa e buia, i suoi colori sono oscurati dalla notte, mentre le otto finestre bianche, dalla luce delle stelle, splendenti nel cielo. Noto alzando il capo, che dietro ad ogni finestra, si nascondevano i volti delle otto donne indagate, con sguardi persi e fissi sul mio sguardo intorpidito e determinato. Il suono di un antico orologio fa da colonna sonora al mio ingresso in villa, sono le 20:00 ed è ora di scoprire gli otto volti del mistero. Un assassinio degno del regista francese François Ozon, le mura della sala principale sono piene di sangue e scritte strane, quasi come se fossero un messaggio criptato. La luce di una piccola lampada d’ufficio accompagna l’ingresso delle otto donne, protagoniste ora come ora di rivelazioni sconvolgenti, pronte a colpire gli spettatori presenti in sala con un colpo al cuore, e un pugno alla verità nascosta. Le donne sono allineate, pronte a essere interrogate, sono le 20:15 di una notte fredda d’inverno, è la vigilia della realtà. Adesso più che mai, la finzione si mescola alla realtà, le otto donne…per un mistero sono pronte a parlare sotto le stelle d’inverno.

 

G.G.: Lina Califano l’assassina del Mistero: Quanto mistero c’è in questo spettacolo?

Lina Califano: Tutta questa commedia è un mistero: tutti i personaggi, nessuno escluso, è un mistero o, se vogliamo descriverlo meglio, è un microcosmo, con delle sfaccettature che sono però indirizzate a mostrare la sua personalità che, solo alla fine, esploderà nella sua interezza!!!

 

G.G.: Michela Franzese l’assassina dell’oscuro: Perché Marcel è stato misteriosamente assassinato?

Michela Franzese: Dietro l’assassinio di Marcel si celano molti segreti, che affondano le loro radici in un rancoroso ed ambiguo passato. Probabilmente quegli stessi segreti sono diventati in qualche modo carnefici di un uomo ormai vittima di se stesso. Un uomo che non era quello che tutti credevano! …Un tragico movente o un’invasata follia?….questo il dilemma!

 

G.G.: Patrizia Casagrande l’assassina dell’inganno: Perché v’incolpate a vicenda?

Patrizia Casagrande: Quando ci si sente costantemente minate dal nascondere un segreto, quando non si ha la possibilità di essere se stesse per paura del giudizio altrui, si tende a deviare l’attenzione su altri potenziali “diversi“. La consapevolezza del proprio segreto porta a far emergere altri segreti, in un doppio processo di allontanamento da sé, e di riconoscimento comune in una potenziale clandestinità di vita.

 

G.G.: Stefania Ninetti l’assassina del potere: credi nel potere alle donne?

Stefania Ninetti: Sì, decisamente ci credo. Un po’ perché sono donna e devo in qualche modo difendere la categoria, un po’ perché – battute a parte – effettivamente nel corso della storia le donne hanno dimostrato, praticamente in tutti gli ambiti, di essere capaci e competenti quanto e spesso anche più degli uomini. Sono ambiziose e aspirano anch’esse a ricoprire cariche e ruoli importanti, nelle aziende come in politica o in campo scientifico, artistico e così via. In sostanza, a mio avviso, siamo ancora molto lontani dalla tanto declamata parità.

 

G.G.: Sarah Mataloni l’assassina del successo:  Credi nel successo di questo nuovo mistero?

Sarah Mataloni: Il successo dipende soprattutto dall’affiatamento e dal feeling che s’ instaura tra noi .Il clima di questo Mistero è particolare, siamo otto donne, ciascuna con una sua storia e un suo preciso “obiettivo”…ognuna di noi, a suo modo, è protagonista della vicenda, e la difficoltà estrema è il sentirsi “individualità” e nello stesso tempo far parte di una coralità femminile che non si esprime con toni pastello, ma che vive in maniera molto forte ed estrema.

 

G.G.: Tiziana Liberato l’assassina della determinazione:  Siete determinate come gruppo?….credi nell’amicizia tra donne?

Tiziana Liberato: L’amicizia tra esseri femminili è piuttosto rara, ma esiste. In realtà quando due donne sono legate da un intento comune, una passione, un’idea che le accomuna è più facile superare conflittualità e competizione, in nome di qualcosa di più forte. In questo mistero, l’amicizia e l’alleanza femminile sono  quasi assenti..si respira cinismo, falsi affetti e ipocrisia : ogni  protagonista dello spettacolo  è un universo femminile che  vive il suo egoismo senza relazionarsi alle altre.

 

G.G.: Sara Chirico l’assassina dell’alleanza: l’alleanza in questo assassinio è fittizia?…può esistere una vera e propria alleanza tra donne?

Sara Chirico: In questa storia c’è un’apparente alleanza tra donne, che puntualmente decade a favore dei singoli interessi di ognuna. L’alleanza tra donne può esistere, ma alla fine ci si rende conto che siamo noi i veri alleati di noi stessi.

 

G.G.: Lavinia Lalle l’assassina delle emozioni: quali sono state e quali saranno le vostre emozioni?

Lavinia Lalle: Mai come stavolta mi sento coinvolta in questo lavoro, mai come questa volta mi sento Justine, una donna che ostenta indifferenza, ma che in realtà è estremamente fragile, complessa, sensuale e con un grande desiderio di amare ed essere amata.

 

Il clacson del mio autista pone fine all’interrogatorio, durato un bel pezzo, ma per la prima volta le protagoniste di questo delitto hanno testimoniato una verità inedita, e soprattutto molto curiosa, in cui traspaiono la bravura e la professionalità, dimostrata ancora una volta dalle interpreti. Sono le 21:00 e come commissario raggiungo i miei collaboratori con delusione ma allo stesso tempo con soddisfazione, perché ho avuto la possibilità di conoscere un lato nuovo della femminilità, attraverso otto visione diverse. Improvvisamente si avvicina alla mia auto un bambino di nome Joshua, con un foglio stropicciato e lordo, ma con sopra la verità delle verità, e a scriverlo, è la stessa donna custode dell’omicidio del secolo. Il biglietto dal colore rosa spento dice: “ Caro Commissario Giuseppe Giulio, se vuole conoscere la mia vera natura dovrà attendere il 15 settembre 2012 a Roma, presso il teatro Cassia, cosi la città avrà modo di conoscere la mia vena assassina”.

Quelle parole scritte su un piccolo foglietto di carta, mi fecero nuovamente assaporare il gusto amaro dell’indagine e del mistero, che ancora una volta, è interprete assoluto nella vita di otto donne.  Espressioni che nuovamente mi hanno portato a dare un ‘ultima occhiata alle otto finestre bianche, per la prima volta vuote, mentre una di esse, quella centrale, era illuminata da una piccola candela bianca, una luce che era pronta a svelare il segreto di otto donne…per un mistero.

 

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