“L’ultimo viaggio di mio fratello Arthur” di Isabelle Rimbaud: gli ultimi mesi di vita del poeta veggente

“Devo a lui se oggi so che cosa sono il mondo e la vita, la felicità e il dolore. Distinguo che cos’è vivere, soffrire, morire. Conosco anche quella delizia che viene chiamata dedizione, e soprattutto, ho percepito l’ineffabile beatitudine di amare in modo incondizionato una persona del mio stesso sangue, un essere sacro – ah! di quale essenza pure e divina è l’affetto fraterno! – di amarlo nella gioia, nel cimento, nel dolore, proiettandomi con la mente e il cuore verso di lui; […]” – “L’ultimo viaggio di mio fratello Arthur

L'ultimo viaggio di mio fratello Arthur Isabelle Rimbaud
L’ultimo viaggio di mio fratello Arthur Isabelle Rimbaud

Maggio 1891. Arthur Rimbaud, di rientro da un viaggio in Africa, subisce l’amputazione di una gamba a Marsiglia.

La sorella Isabelle Rimbaud accorre afflitta ed in seguito all’operazione riporta il fratello a Roche per poter recuperare le forze perse.

“La donna sarà anch’essa poeta quando cesserà la sua schiavitù senza fine, quando avrà riconquistato per sé la propria esistenza (nel momento in cui l’uomo, che è stato fino ad allora ignobile nei suoi riguardi, la lascerà libera).”Arthur Rimbaud

Ma la salute del fratello si aggrava inaspettatamente ed Isabelle lo accompagna nuovamente all’ospedale di Marsiglia dal quale non farà più ritorno.

Libretto di pregiata fattura, edito, in sole duemila copie singolarmente numerate, da Via del Vento Edizioni, collana Ocra Gialla (Testi inediti e rari del Novecento), dicembre 2009, “L’ultimo viaggio di mio fratello Arthur” è la descrizione della sorella di Arthur Rimbaud degli ultimi mesi di vita del fratello.

“È meglio il silenzio che l’equivoco.” – Arthur Rimbaud

È la narrazione di come un fratello ed una sorella possano ritrovarsi grazie ad (o a causa di) uno sfortunato evento come la terribile malattia che lo colpì. La vita di Isabelle cambiò radicalmente e per assistere il fratello rinunciò ad un matrimonio di convenienza che l’avrebbe condotta ad una vita infelice.

“Voglio sperimentare ogni formula d’amore, di sofferenza, di follia.”Arthur Rimbaud

Rinunciò ad alcuni mesi della sua vita per trascorrerli nella stanza d’ospedale di Arthur e soffrì anch’essa cercando però di cogliere ogni gesto d’affetto del poeta, ogni parola ed ogni sguardo.

E presumibilmente le sue parole ebbero l’intento di esaltare la figura di quel fratello che lei sapeva, o perlomeno intuiva, sarebbe stato ricordato dai posteri per i suoi versi oggi immortali.

“Scrivevo dei silenzi, delle notti, annotavo l’inesprimibile. Fissavo delle vertigini.” – Arthur Rimbaud

Sembra infatti che Isabelle non rinunciò a modificare a suo piacimento gli scritti di Arthur e a falsificarne degli altri.

Arthur Rimbaud citazioni
Arthur Rimbaud citazioni

Ma è indubbio l’amore che legava i due e le dobbiamo essere grati per averci permesso di seguire l’amato poeta al capezzale negli ultimi giorni di vita e di compiere con lui quell’ultimo, lungo e doloroso viaggio.

Desideroso di vivere fino alla fine, egli visse con noia e rassegnazione i momenti più dolenti della sua malattia.

“Solo l’Amore divino conferisce le chiavi della conoscenza.” – Arthur Rimbaud

In un tempo in cui la morfina era stata scoperta da ormai quasi un secolo ma non era ancora adoperato negli ospedali, dovette penare senza tregua, tra la speranza che i medici riuscissero ad alleviare la sua condanna e l’accettazione di un destino che era stato ormai scritto dal cancro che lo stava dilaniando.

Un volumetto che non può mancare nelle biblioteche di coloro che amano la poesia del grande autore francese e che desiderano venire a conoscenza dei retroscena dell’ultimo tragico  periodo di vita e dei suoi estremi aneliti.

“Io dico che bisogna esser veggente, farsi veggente. Il Poeta si fa veggente mediante una lunga, immensa e ragionata sregolatezza di tutti i sensi. Tutte le forme d’amore, di sofferenza, di pazzia; egli cerca se stesso, esaurisce in sé tutti i veleni, per non conservarne che la quintessenza. Ineffabile tortura nella quale ha bisogno di tutta la fede, di tutta la forza sovrumana, nella quale diventa il grande infermo, il grande criminale, il grande maledetto, – e il sommo Sapiente!” Arthur Rimbaud

 

Written by Rebecca Mais 

 

Info

Leggi “Notte dell’inferno” di Arthur Rimbaud

Leggi “Deliri – La vergine folle – Lo sposo infernale” di Artur Rimbaud

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *