“Il dono più bello” di Ivan Caldarese – recensione di Vincenzo Monfregola
“Questo libro lo trovo straordinario per come l’autore accompagna pagina per pagina, catturando l’attenzione assoluta, di chi lo legge. Non tutti riescono in questo intento e se si verifica vuol dire una sola cosa… é un libro scritto bene! “.
Ivan Caldarese affascina il lettore raccontandogli attraverso la sua esperienza di quanto stia perdendo per i troppi “rumori” che la società ci obbliga a sentire; smonta quel pavimento di ceramica pregiata per urlare al mondo che sotto quelle apparenze standard c’é del terreno friabile dove vi sono radici che conservano il vero senso della vita, e sono sempre state lì per ognuno di noi.
In questo libro c’è una storia, quella dell’anima che si sveste di ogni frivolezza e volge la sua sopravvivenza alle cose sensatamente importanti che la vita regala. Si mette in discussione l’importanza dell’autenticità, la consapevolezza di quanto ognuno di noi ignora vivendo i “canoni sociali” e lo fa portando sulle sue pagine aforismi che tutti dovremmo ricordare qualsiasi volta ci si sente sfortunati o presi dall’arrivismo per una corsa verso beni che tali non sono.
L’autore fa questa sorta di percorso attirando chi legge con toni semplici, proprio come se stesse parlando ad un amico, un parente, un conoscente… è come se mentre leggete ve lo ritrovate di fronte e da buoni amici se ne parla… avvolge con il suo scrivere affascinante chi sfoglia le pagine de “Il dono più bello“; riesce a tenerlo incollato al libro perché gli sta raccontando di un qualcosa che è in ognuno di noi, ma non facile da percepire per il troppo rumore, per le idee inculcate da un’educazione di una vita.
Ivan Caldarese smonta quel pavimento di ceramica per mostrarci le radici e anche se grezze, inconsapevolmente son sempre state lì nonostante se ne ignori la presenza, quando basta semplicemente andare oltre le apparenze, oltre quel muro di ipocrisia per accorgersi che ogni giorno soffochiamo ciò che è vita nel nostro essere…
“Il dono più bello” vuole dunque essere un documento di rinnovazione, di evoluzione se pure regressione da tutto quello che si lega alla banalità delle apparenze, l’autore mette a nudo alcuni momenti privati affinché ad ognuno di noi fosse chiaro quanto la sua esperienza ha cambiato la rotta della propria vita, da un tragico episodio incredibilmente è apparsa ai suoi occhi la vera entità del proprio percorso che necessariamente doveva cambiare.
È un testo ricco di emozioni, di sentimenti declamati mantenendo quel velo di elegante riservatezza affinché sia chiaro quanto sia importante capirne il senso… sì il senso della vita.
“Quando l’essere umano riuscirà a capire che il suo tempo, la sua energia, i suoi pensieri ed i suoi sogni, le sue idee, le sue soluzioni ai problemi possono cooperare per il bene comune, come un corpo umano è fatto da miliardi di cellule, allora come organi diversi tra loro ma in costante e con una magica sincronia coopereranno in continuazione. Ed il fine qual’è? La vita.”
Written by Vincenzo Monfregola
Ho letto anche io questo libro ” Il Dono più bello” di Ivan Calarese e non capisco come si puo’ recensire un testo così, sono rimasto deluso dalla lettura, errori di sintassi e anche grammaticali, come fate a non accorgervi di questo? Oltre le varie parti copiate da aforismi di celebri autori famosi, aprite gli occhi. La vita privata se sia vera o no poco importa, credo che l’autore abbia solo una
voglia di mettersi al centro dell’attenzione, autocommiserandosi, nel suo libro. Si denota anche una carica di vittimismo, non ha proprio stoffa per scrivere laciatemelo dire, chi copia non ha fantasia. Spero solo che quei soldi vadano veramente in beneficenza e non nelle sue tasche, di certo il prossimo libro di questo autore non lo acquisterò. Non si tratta di una polemica ma di esprimere la propria opinione e vedo che siamo in molti a non apprezzarlo.
Un saluto
Fabrizio